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Intervista • In viaggio con Dio • di Reinier Blijleven

Reinier e Rianne e i loro 4 fi gli fanno parte del movimento missionario internazionale chiamato "Youth With A Mission" (YWAM). Dopo aver vissuto e servito con YWAM ad Amsterdam per circa 10 anni, sono stati incaricati di aprire la strada a una nuova base missionaria in Italia e, guidati dal Signore, hanno deciso di iniziare ad Arco, in Trentino. Qui hanno conosciuto Via Pacis e sono stati molto felici di instaurare con noi un’amicizia e una cooperazione per fare del bene. INTERVISTA A

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REINIER BLIJLEVEN

DI DAPHNE SQUARZONI E FEDERICO VIVALDELLI

Che cosa è, perché e come nasce Y-WAM?

Y-WAM signifi ca “giovani con una missione” (Youth with a mission). È un movimento che ha più di 60 anni. Siamo in più di 25 mila persone di tutto il mondo e abbiamo squadre permanenti in 192 Paesi e squadre temporanee in tutto il mondo. L’idea di base è conoscere Dio e farlo conoscere. Lo facciamo in tanti diversi modi: attività, progetti nelle scuole… rivolgendoci a tutti. Noi siamo ecumenici: protestanti, ma anche cattolici. Ci sono molti giovani, ma non solo. Ad Arco stiamo solo iniziando: siamo in Italia da 3 anni e abbiamo la terza scuola attiva da sei mesi. La scuola prevede tre mesi di teoria (formazione, studio, condivisione) e tre mesi di pratica (evangelizzazione, servizio e volontariato). La nostra missione è portare il Vangelo e, qualche volta, per qualcuno la “buona notizia” è un pasto o una casa nuova.

Perché la vostra famiglia è arrivata in Italia? In che modo vivete il vostro essere Y-WAM da qui?

Come detto, siamo in tanti Paesi e in Italia ci sono 4/5 piccole squadre, ma non c’è ancora qualcosa di stabile. Prima, con la mia famiglia eravamo ad Amsterdam con una squadra di più di 100 persone, con diverse scuole e progetti locali. Proviamo ad iniziare qualcosa del genere anche in Italia, perché l’Italia ha una storia di cristianesimo e di missione, ma ora non ci sono tanti giovani che si dedicano a questo. Noi crediamo che ci sia sempre qualcosa nel cuore dei giovani, anche se nascosto: la voglia di viaggiare con il Vangelo e portare la buona notizia. Noi possiamo creare nuove opportunità per far sviluppare questo desiderio.

Che impressione avete avuto le prime volte entrando a contatto con Via Pacis?

Avevo visto il Centro e avevo notato che è qualcosa di cristiano cattolico, ma anche di molto moderno. Avevo delle domande su chi fosse Via Pacis e cosa facesse. Un sabato di maggio 2018 ho visto qualcuno nel giardino – era Mirko - che stava lavorando: a lui ho domandato chi fosse e cosa facesse Via Pacis. Mirko mi ha invitato a pranzo per parlare di più. Lì ho incontrato anche Ruggero e Paolo Maino ed è stato un bel momento: abbiamo parlato di missione, preghiera e ho chiesto a Paolo come fosse cominciato il lavoro di Via Pacis. E lui, con un sorriso grande, mi ha risposto “È semplice: preghiera e Parola di Dio”. Questa frase mi è risuonata particolarmente nel cuore, perché è lo stesso per noi: cominciare con la preghiera ed ascoltare cosa dice il Signore. In quell'occasione abbiamo parlato anche di unità della Chiesa, non solo come struttura, ma come corpo unito di Cristo. Ho detto: “Unit in the major things, diversity in minor things and love in all things”. Paolo mi ha risposto con un’espressione di Sant’Agostino che suona simile: “Ama e fa’ ciò che vuoi”.

Come si sta sviluppando la collaborazione con Via Pacis?

Quest’anno è stato diffi cile condividere attività, a causa della situazione sanitaria. Però abbiamo partecipato a degli incontri di preghiera e i nostri bambini fanno parte della corale. Avevo parlato anche con Ruggero, riguardo una collaborazione all'estero: noi abbiamo, come parte integrante della nostra scuola, i viaggi all'estero, e abbiamo discusso su come poter collaborare con Via Pacis anche fuori dall’Italia.

Come vivete a livello di famiglia questa esperienza? Cosa pensate possa dare di importante ai vostri gli? E a voi come genitori?

(Chiede ai bimbi) Noélani dice che aver conosciuto Via Pacis è stata una nuova esperienza positiva. Da un anno aspettavamo di tornare nei Paesi Bassi e adesso è bellissimo essere qui in vacanza, ma la nostra casa e il nostro cuore ormai è in Italia. Gli amici e la nostra vita sono in Italia. Anche per loro (i bambini) è una bella esperienza. Noi abitiamo con la nostra squadra: ci sono persone diverse da diverse parti del mondo (Brasile, Sudafrica, Canada). Sono persone che sono sempre un’ispirazione anche per i nostri bambini, che ormai parlano tre o quattro lingue (olandese, tedesco, inglese e italiano). Ci sono tante sfi de, però ne vale la pena: un passo alla volta e andiamo avanti con fede. Come genitori, è una scelta che ormai viviamo da parecchio tempo: già quando vivevamo ad Amsterdam avevamo una casa comunitaria, ma più grande. Specialmente all’inizio, l’unico uffi cio era il nostro soggiorno: però ora che stiamo crescendo, sia come squadra che come famiglia, abbiamo più bisogno di spazio, e cerchiamo come fare.

Come comunità Y-WAM cosa date e cosa ricevete da Via Pacis?

La cosa che portiamo (e anche riceviamo) è sempre la diversità. A noi piace essere diversi: persone diverse signifi ca diverse prospettive. Ricordo quando dovevamo traslocare da Tenno ad Arco e non riuscivamo a trovare una casa; questa situazione diffi cile ci ha fatto dubitare qualche volta della nostra scelta e pensare che non dovessimo essere qui, che questo non fosse il posto giusto per noi. Ricordo che in quel periodo, in occasione di una serata di preghiera, Lorenzo mi disse: “Siediti al centro della sala” e tante persone hanno pregato per noi. Questa serata è stata molto speciale per noi, perché era il momento del benvenuto spirituale in questo posto: un grande passo avanti nella nostra relazione con Via Pacis.

In che modo vivete la s da di parlare sempre lingue differenti?

È una sfi da, è vero. Però crediamo che portare il Vangelo non sia una strada unidirezionale: quando noi possiamo imparare qualcosa dall’altro, l’altro può essere più aperto a ricevere qualcosa. Crediamo che possiamo studiare e imparare e nel frattempo condividere qualcosa. Non siamo mai arrivati nell’imparare; non si fi nisce mai di crescere. Le sfi de della vita vanno accettate proprio perché possono creare opportunità di crescita.