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Begum Afia ViaDante Magazine Edicola Takeover

ViaDante Magazine
Edicola Begum Afia
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Manifesto ViaDante Collective

Il ViaDante Collective nasce con l’obiettivo di ricreare socialità e vita dove essa è silenziosa, convinto che il design sia una fonte d’ispirazione e un veicolo di idee innovative. Il collettivo si propone di creare nuovi spazi culturali e intergenerazionali che mettano in contatto l’intraprendenza delle nuove generazioni con il tessuto sociale cittadino. Si rivolge a chi ha a cuore la rigenerazione dei quartieri, a chi è interessato alle politiche sociali e a chi è attratto dalla progettazione e dalla cultura, riconoscendone il ruolo fondamentale come promotrici di una nuova coscienza collettiva. Nato a Bolzano, il collettivo riconosce nella città un potenziale infinito. E’ infatti una delle poche città in cui si percepisce una vera mescolanza culturale, con il bilinguismo come valore intrinseco. Nonostante venga spesso descritta come una città “spenta”, non attrattiva, per anziani e lavoratori, il collettivo crede in una città più attiva e innovativa, che si mescola e non si divide, dove ogni quartiere può sviluppare una propria vita sociale e identità, e dove la comunità universitaria possa essere di rilievo e accolta. I progetti del ViaDante Collective si concentrano sul coinvolgimento degli abitanti dei quartieri in cui opera, con l’obiettivo di creare punti d’incontro tra questi e la gioventù locale, sia essa bolzanina o universitaria. Si punta anche a riscoprire e valorizzare i metodi di socializzazione del passato, riutilizzare e rendere noti spazi che da tempo giacciono nel silenzio. Il collettivo agisce per il desiderio di fare qualcosa di concreto per la città, che possa trasformarsi in un risultato efficace, duraturo e replicabile. Attraverso gli eventi si cerca di creare una nuova forma di socialità e si impegna affinché il suo messaggio raggiunga il maggior numero di persone possibile. La missione è quella di creare un nuovo polo culturale a Bolzano e trasformare i progetti del collettivo in una realtà stabile, riconosciuta sia da chi vive la città oggi, sia da chi la vivrà in futuro, con l’obiettivo finale di portare un vero cambiamento.

Das ViaDante Collective wurde mit dem Ziel gegründet, soziale Interaktion und Leben dort wiederzubeleben, wo sie still geworden sind, in der Überzeugung, dass Design eine Inspirationsquelle und ein Träger innovativer Ideen ist. Das Kollektiv setzt sich dafür ein, neue kulturelle Räume zu schaffen, die den Unternehmungsgeist der jungen Generationen mit dem sozialen Gefüge der Stadt verbinden. Es richtet sich an diejenigen, denen die Erneuerung von Stadtvierteln am Herzen liegt, an alle, die an Sozialpolitik interessiert sind und die von Design und Kultur angezogen werden, und erkennt deren wesentliche Rolle als Förderer eines neuen kollektiven Bewusstseins an.

Gegründet in Bozen, erkennt das Kollektiv das unendliche Potenzial der Stadt. Bozen ist nämlich eine der wenigen Städte, in der eine echte kulturelle Durchmischung spürbar ist, wobei die Zweisprachigkeit einen intrinsischen Wert darstellt. Obwohl die Stadt oft als „langweilig“ und unattraktiv für ältere Menschen und Arbeiter beschrieben wird, glaubt das Kollektiv an eine aktivere und innovativere Stadt, die sich vermischt und nicht trennt, in der jedes Viertel ein eigenes soziales Leben und eine eigene Identität entwickeln kann und in der die Universitätsgemeinschaft eine bedeutende Rolle spielt und willkommen ist. Die Projekte des ViaDante Collective konzentrieren sich auf die Einbeziehung der Bewohner der Viertel, in denen es tätig ist, mit dem Ziel, Treffpunkte zwischen ihnen und der lokalen Jugend, sei es aus Bozen oder aus dem universitären Umfeld, zu schaffen. Es wird auch angestrebt, vergangene Sozialisierungsmethoden wiederzuentdecken und aufzuwerten sowie Räume, die lange im Stillen lagen, wieder zu nutzen und bekannt zu machen. Das Kollektiv handelt aus dem Wunsch heraus, etwas Konkretes für die Stadt zu tun, das sich in ein dauerhaftes und replizierbares Ergebnis verwandeln kann. Durch Veranstaltungen wird versucht, eine neue Form der sozialen Interaktion zu schaffen, und es wird sichergestellt, dass die Botschaft des Kollektivs so viele Menschen wie möglich erreicht. Die Mission ist es, ein neues Kulturzentrum zu schaffen und die Projekte des Kollektivs in eine stabile Realität zu verwandeln, die sowohl von den heutigen Bewohnern der Stadt als auch von zukünftigen Generationen anerkannt wird, mit dem Endziel, einen echten Wandel herbeizuführen.

Introduzione all’evento

Il neonato collettivo ViaDante stringe una collaborazione con l’edicola Begum Afia per creare un evento che unisca le due realtà che contraddistinguono la città di Bolzano: da un lato, la sfera degli universitari, spesso emarginati da una città che sembra volerli allontanare, e dall’altro la quotidianità cittadina, rappresentata simbolicamente dall’edicola stessa. Considerando quindi il chiosco come simbolo ed icona della quotidianità, specialmente nella cultura italiana, la crisi delle edicole non diventa solo una questione economica, ma riflette un cambiamento più profondo nel modo in cui le persone vivono e si relazionano con la città.

L’evento si propone come un ponte tra la città, i residenti e gli studenti, con l’obiettivo di rendere gli universitari parte integrante di un tessuto urbano che riconosca il loro valore, rendendoli attivi e partecipi nel contribuire allo sviluppo di un capoluogo ricco di potenzialità. Attraverso esposizioni, case studies, interviste e presentazioni di progetti innovativi, l’evento offrirà uno spazio per esplorare queste tematiche, sfidando i modi tradizionali di concepire la città e il suo utilizzo. Sarà un’opportunità per dimostrare come la creatività possa fungere da motore di crescita e cambiamento. In definitiva, l’evento rappresenta un’opportunità per tutti coloro che avvertono il bisogno di ripensare la città come uno spazio di partecipazione attiva, dove ogni individuo, sia esso residente o studente, possa lasciare il proprio segno e sentirsi parte di un ecosistema sociale aperto e stimolante.

Il

chiosco come simbolo ed icona della quotidianità e della divulgazione democratica.

Der Kiosk als Symbol und Ikone des Alltags, insbesondere in der italienischen Kultur.

Das Kollektiv ViaDante geht eine Zusammenarbeit mit dem Kiosk Begum Afia ein, um eine Veranstaltung zu schaffen, die die beiden Realitäten vereint, die die Stadt Bozen kennzeichnen: Auf der einen Seite die Welt der Studierenden, die oft von einer Stadt, die sie scheinbar fernhalten möchte, marginalisiert werden, und auf der anderen Seite der städtische Alltag, symbolisch vertreten durch den Kiosk selbst. Wenn man den Kiosk als Symbol und Ikone des Alltags, insbesondere in der italienischen Kultur, betrachtet, wird die Krise der Kioske nicht nur zu einer wirtschaftlichen Frage, sondern spiegelt eine tiefere Veränderung in der Art und Weise wider, wie Menschen leben und sich mit der Stadt auseinandersetzen.

Die Veranstaltung soll als Brücke zwischen der Stadt, den Bewohnern und den Studierenden fungieren, mit dem Ziel, die Studierenden zu einem integralen Bestandteil eines urbanen Gefüges zu machen, das ihren Wert anerkennt und sie aktiv und beteiligt am Entwicklungsprozess einer Stadt mit Potenzialen macht. Durch Ausstellungen, Fallstudien, Interviews und Präsentationen innovativer Projekte wird die Veranstaltung einen Raum bieten, um diese Themen zu erkunden und die traditionellen Vorstellungen von Stadt und deren Nutzung herauszufordern. Es wird eine Gelegenheit sein, zu zeigen, wie Kreativität als Motor für Wachstum und Veränderung fungieren kann.

Letztendlich stellt die Veranstaltung eine Gelegenheit für alle dar, die das Bedürfnis verspüren, die Stadt als Raum aktiver Teilnahme neu zu denken, in dem jeder, sei es Bewohner oder Studierender, seinen Beitrag leisten und sich als Teil eines offenen und anregenden sozialen Ökosystems fühlen kann.

Begum Afia

La famiglia di Marwan Rahman, composta da sei persone (i genitori, 2 fratelli e 2 sorelle), si è trasferita a Bolzano nel 2004. Cinque anni dopo, il padre ha comprato una piccola edicola, che nel 2012 ha ampliato con una versione più moderna, rendendola unica in città. L’edicola si chiama come la mamma, Begum Afia, e tutta la famiglia è fiera della propria attività. Da oltre cinque anni è Marwan, il figlio maggiore, a occuparsi principalmente della gestione. Secondo lui, fare l’edicolante può risultare appagante e stressante allo stesso tempo, soprattutto per i lunghi orari di lavoro, che vanno dalle sei del mattino fino alle sette di sera, e per le difficoltà legate al clima: troppo freddo d’inverno, troppo caldo d’estate. D’altra parte, gestire il negozio garantisce una certa indipendenza. Bolzano è una città tranquilla e la maggior parte dei clienti dell’edicola sono persone anziane, dato che vendono soprattutto giornali e riviste. I giovani, invece, preferiscono leggere le notizie online e comprano raramente i quotidiani. Nonostante questo, l’edicola offre anche altri servizi come ricariche, pagamenti e gratta e vinci, che attirano qualche cliente più giovane.Le sfide non mancano: ogni nuovo servizio richiede permessi specifici, e ci sono molte restrizioni sulla vendita di certi prodotti, come sigarette o gelati, che secondo Marwan dovrebbero essere meno rigide. Anche se Marwan sa che le edicole stanno attraversando una grave crisi a causa del digitale, l’esperienza lavorativa gli ha insegnato molto. Ha sviluppato abilità comunicative e imparato come funziona il mondo del lavoro. Guardando avanti, vuole avviare una nuova attività sfruttando ciò che ha imparato.

“Penso che tornando indietro avrei comunque seguito la stessa strada.”

Die Familie von Marwan Rahman, bestehend aus sechs Personen (den Eltern, 2 Brüdern und 2 Schwestern), zog 2004 nach Bozen. Fünf Jahre später kaufte der Vater einen kleinen Kiosk, den er 2012 zu einer moderneren Version erweiterte und dadurch einzigartig in der Stadt machte. Der Kiosk trägt den Namen der Mutter, Begum Afia, und die ganze Familie ist stolz auf ihr Geschäft. Seit über fünf Jahren kümmert sich hauptsächlich Marwan, der älteste Sohn, um die Leitung. Seiner Meinung nach kann die Arbeit als Kioskbetreiber sowohl befriedigend als auch stressig sein, vor allem wegen der langen Arbeitszeiten, die von sechs Uhr morgens bis sieben Uhr abends gehen, und der wetterbedingten Herausforderungen: im Winter zu kalt, im Sommer zu heiß. Andererseits bietet der Betrieb des Kiosks eine gewisse Unabhängigkeit. Bozen ist eine ruhige Stadt, und die meisten Kunden des Kiosks sind ältere Menschen, da vor allem Zeitungen und Zeitschriften verkauft werden. Junge Leute hingegen lesen Nachrichten lieber online und kaufen selten Tageszeitungen. Trotzdem bietet der Kiosk auch andere Dienstleistungen wie Aufladungen, Zahlungen und Rubbellose an, die einige jüngere Kunden anlocken. Es gibt jedoch viele Herausforderungen: Jeder neue Service erfordert spezielle Genehmigungen, und es gibt viele Einschränkungen beim Verkauf bestimmter Produkte wie Zigaretten oder Eis, die laut Marwan weniger streng sein sollten.

Obwohl Marwan weiß, dass die Kioske aufgrund der Digitalisierung eine schwere Krise durchlaufen, hat ihm die Arbeitserfahrung viel beigebracht. Er hat Kommunikationsfähigkeiten entwickelt und gelernt, wie die Arbeitswelt funktioniert. In die Zukunft blickend, möchte er ein neues Unternehmen gründen und dabei das Gelernte nutzen.

“Ich denke, wenn ich die Zeit zurückdrehen könnte, hätte ich dennoch denselben Weg eingeschlagen.”

Storia dell’edicola

Raccontare la storia delle edicole significa ripercorrere l’evoluzione dell’informazione e del tessuto sociale urbano. Un tempo erano il cuore pulsante della vita cittadina, luoghi in cui l’informazione prendeva forma su carta e si diffondeva tra le mani di lettori affezionati. Dai tempi in cui le notizie si tramandavano oralmente, all’invenzione della stampa, fino all’affermazione dei giornali nel Novecento, le edicole hanno incarnato il simbolo dell’informazione libera e accessibile, strumenti per eccellenza della divulgazione democratica.

Non erano solo punti vendita: i chioschi, integrati nel paesaggio urbano, diventavano luoghi di aggregazione e socialità. A Parigi, gli eleganti chioschi Art Nouveau dell’architetto Gabriel Davioud spuntavano nelle piazze, parte del progetto di rinnovamento urbano voluto da Haussmann. In Italia, l’edicola di piazza Canossa a Mantova, la più antica del Paese, inaugurata nel 1882, aveva lo stesso scopo, ovvero quello di arricchire e unire la città intorno a un simbolo di cultura e quotidianità. Originariamente situata in piazza Mantegna, venne spostata per ragioni urbanistiche, ma non perse mai il suo valore iconico. Le edicole non erano solo luoghi in cui acquistare giornali e riviste, ma veri e propri punti di incontro per discutere, scambiare opinioni e alimentare il senso di comunità. Per oltre un secolo, sono state presenti nelle piazze e nei quartieri, testimoni silenziosi del vivere quotidiano, frequentate tanto dai bambini quanto dagli anziani.

Oggi, tuttavia, l’edicola ha perso parte di quella centralità. L’avvento del digitale ha trasformato il modo in cui ci informiamo: le notizie arrivano in tempo reale, su misura per i nostri interessi, rendendo meno necessaria la visita quotidiana al chiosco. Inoltre, il mestiere dell’edicolante, per quanto fondamentale, appare sempre meno attraente per le nuove generazioni, considerate le sfide e le fatiche che comporta. E così, un altro pezzo di vita urbana rischia di scomparire, lasciando dietro di sé il ricordo di un tempo in cui l’informazione passava di mano in mano, contribuendo così all’anonimità della vita cittadina.

Die Geschichte der Zeitungsstände zu erzählen bedeutet, die Entwicklung der Information und des städtischen sozialen Gefüges nachzuvollziehen. Einst waren sie das pulsierende Herz des Stadtlebens, Orte, an denen Informationen auf Papier Gestalt annahmen und sich zwischen den Händen treuer Leser verbreiteten. Vom Zeitalter der mündlichen Überlieferung bis zur Erfindung des Buchdrucks und zur Etablierung der Zeitungen im 20. Jahrhundert haben die Zeitungsstände das Symbol für freie und zugängliche Information verkörpert, Werkzeuge schlechthin der demokratischen Verbreitung.

Sie waren nicht nur Verkaufsstellen: Die Kioske, die sich harmonisch in die städtische Landschaft einfügten, wurden zu Orten der Zusammenkunft und Geselligkeit. In Paris ragten die eleganten Art Nouveau-Kioske des Architekten Gabriel Davioud auf, die Teil des städtebaulichen Erneuerungsprojekts von Haussmann waren. In Italien hatte der Zeitungsstand auf der Piazza Canossa in Mantua, der älteste des Landes, eröffnet 1882, denselben Zweck: die Stadt um ein Symbol von Kultur und Alltäglichkeit zu bereichern und zu vereinen. Ursprünglich auf der Piazza Mantegna gelegen, wurde er aus städtebaulichen Gründen verlegt, verlor aber nie seinen ikonischen Wert. Die Zeitungsstände waren nicht nur Orte, um Zeitungen und Zeitschriften zu kaufen, sondern auch wahre Treffpunkte, um zu diskutieren, Meinungen auszutauschen und das Gemeinschaftsgefühl zu pflegen. Über mehr als ein Jahrhundert waren sie in den Plätzen und Vierteln präsent, stille Zeugen des Alltagslebens, die sowohl von Kindern als auch von Senioren frequentiert wurden.

Heute jedoch hat der Zeitungsstand einen Teil seiner Zentralität verloren. Das digitale Zeitalter hat die Art und Weise verändert, wie wir uns informieren: Nachrichten erreichen uns in Echtzeit und sind auf unsere Interessen zugeschnitten, wodurch der tägliche Besuch des Kiosks weniger notwendig geworden ist. Außerdem erscheint der Beruf des Zeitungsstandbetreibers, so wichtig er auch ist, für die neuen Generationen immer weniger attraktiv, angesichts der Herausforderungen und Mühen, die damit verbunden sind. So droht ein weiteres Stück städtischen Lebens zu verschwinden und hinterlässt die Erinnerung an eine Zeit, in der Information von Hand zu Hand ging und so zur Anonymität des Stadtlebens beitrug.

Piazza Canossa, Mantova
Gabriel Davioud, Parigi

Crisi del settore

La crisi dell’editoria sta colpendo duramente anche le edicole, che si avviano sempre più verso una rapida estinzione. I numeri parlano chiaro e dipingono un quadro preoccupante: negli ultimi quattro anni, quasi 2.700 edicole hanno chiuso i battenti in Italia, con le imprese individuali particolarmente colpite. In alcune province, la situazione è ancora più drammatica: a Isernia ha chiuso oltre un terzo delle edicole, a Trieste il calo ha superato il 31% e ad Ancona ha toccato il 30%.

A fronte di questo scenario desolante, poche realtà resistono. Bolzano e Sondrio sono le uniche province a registrare una timida crescita, con l’apertura di una nuova edicola ciascuna negli ultimi quattro anni, mentre Oristano è riuscita a mantenere in vita tutte le sue 51 edicole. Ma la situazione nazionale resta critica: a fine settembre 2023, in Italia si contavano circa 13.500 punti vendita di giornali e riviste, rispetto ai più di 16.000 del 2019.

La crisi colpisce duramente le grandi città: a Roma, in quattro anni sono scomparse 303 edicole, lasciandone solo 1.138, con un calo del 21%. Anche Torino segue lo stesso destino, con 138 rivendite in meno, un calo del 21,6%. Milano non è da meno, registrando una perdita di 129 edicole, scendendo sotto le mille unità. Nonostante il mestiere di edicolante sia apprezzato soprattutto dalle donne, anche loro non sono immuni alla crisi. Le edicole gestite da imprenditrici sono diminuite del 19,6%, con quasi 1.100 attività in meno. Il settore sembra inoltre poco attraente per i giovani: solo il 5,9% delle edicole è gestito da under 35, con una riduzione del 43% negli ultimi quattro anni. La chiusura continua delle edicole è un segnale allarmante di un settore che fatica a sopravvivere e che sta lasciando i lettori sempre più privi di punti di riferimento per l’informazione su carta.

Fonte: infocamere, Unioncamere

Indice chiusura edicole 2019-2023

Kiosk-Schlussindex 2019-2023

La chiusura continua delle edicole è un segnale allarmante di un settore che sta lasciando i lettori sempre

più privi di punti di riferimento per l’informazione su carta.
Die fortwährende Schließung von Zeitungskiosken ist ein alarmierendes Signal für einen Sektor, der die Leser zunehmend ohne Anlaufstellen für gedruckte Informationen zurücklässt.

Die Krise im Verlagswesen trifft auch die Zeitungsstände hart und führt sie zunehmend auf eine rasche Aussterbensspur. Die Zahlen sprechen eine klare Sprache und zeichnen ein besorgniserregendes Bild: In den letzten vier Jahren haben fast 2.700 Zeitungsstände in Italien geschlossen, wobei Einzelunternehmen besonders betroffen sind. In einigen Provinzen ist die Lage noch dramatischer: In Isernia hat mehr als ein Drittel der Zeitungsstände geschlossen, in Triest hat der Rückgang 31% überschritten und in Ancona beträgt er 30%.

Angesichts dieses düsteren Szenarios halten nur wenige Einrichtungen stand. Bozen und Sondrio sind die einzigen Provinzen, die einen leichten Anstieg verzeichnen, mit jeweils einem neuen Zeitungsstand in den letzten vier Jahren, während Oristano es geschafft hat, alle seine 51 Zeitungsstände am Leben zu erhalten. Die nationale Situation bleibt jedoch kritisch: Ende September 2023 zählte Italien etwa 13.500 Verkaufsstellen für Zeitungen und Zeitschriften, im Vergleich zu über 16.000 im Jahr 2019.

Die Krise trifft die Großstädte besonders hart: In Rom sind in vier Jahren 303 Zeitungsstände verschwunden, sodass nur noch 1.138 übrig bleiben, was einem Rückgang von 21% entspricht. Auch Turin folgt diesem Schicksal, mit 138 weniger Verkaufsstellen und einem Rückgang von 21,6%. Mailand ist da keine Ausnahme, mit einem Verlust von 129 Zeitungsständen, was die Zahl unter tausend senkt.

Obwohl der Beruf des Zeitungsständebetreibers besonders von Frauen geschätzt wird, sind auch sie nicht immun gegen die Krise. Die Zeitungsstände, die von Unternehmerinnen geführt werden, haben um 19,6% abgenommen, mit fast 1.100 weniger Betrieben. Der Sektor scheint auch für junge Menschen wenig attraktiv zu sein: Nur 5,9% der Zeitungsstände werden von Personen unter 35 Jahren betrieben, was in den letzten vier Jahren einem Rückgang von 43% entspricht. Die kontinuierliche Schließung von Zeitungsständen ist ein alarmierendes Zeichen für einen Sektor, der ums Überleben kämpft und die Leser zunehmend ohne physische Informationsquellen zurücklässt.

Funzioni sociali

Le edicole svolgono diverse funzioni sociali fondamentali, che vanno ben oltre la semplice vendita di giornali e riviste. Ecco alcune delle principali funzioni sociali di un’edicola:

Promozione della libertà di informazione: le edicole forniscono accesso a una vasta gamma di fonti di informazione, dai quotidiani alle riviste specialistiche, contribuendo a garantire una pluralità di opinioni e una stampa libera. Questo è essenziale per una democrazia sana, poiché permette ai cittadini di informarsi da diverse prospettive.

Punto di aggregazione sociale: le edicole fungono da luoghi di incontro e scambio tra i cittadini. Spesso situate in zone centrali e frequentate quotidianamente, le edicole diventano punti di riferimento dove le persone possono interagire, discutere e condividere opinioni, rafforzando il tessuto sociale della comunità. Sostegno all’economia locale: molte edicole sono piccole imprese familiari che contribuiscono all’economia locale. La loro presenza aiuta a mantenere viva l’attività commerciale nelle aree urbane e rurali, sostenendo l’occupazione e l’impresa.

Accesso a prodotti culturali e servizi: oltre ai giornali e alle riviste, le edicole offrono spesso libri, fumetti, giochi e biglietti per eventi culturali, rendendole punti di accesso a una vasta gamma di prodotti culturali. Alcune edicole offrono anche servizi aggiuntivi come la ricarica di carte telefoniche, il pagamento di bollette e la vendita di biglietti del trasporto pubblico.

Supporto all’educazione e alla lettura: le edicole contribuiscono a diffondere la cultura della lettura, fornendo materiale didattico e informativo per tutte le fasce d’età. Questo è particolarmente importante per avvicinare i giovani alla lettura e per promuovere l’alfabetizzazione mediatica nella popolazione.

Ruolo di presidio urbano: la presenza costante di un edicolante in una determinata zona contribuisce a garantire un presidio di sicurezza e controllo sociale informale. La familiarità e la presenza regolare dell’edicolante favoriscono un senso di sicurezza e comunità tra i residenti.

Zeitungskioske erfüllen mehrere grundlegende soziale Funktionen, die weit über den einfachen Verkauf von Zeitungen und Zeitschriften hinausgehen. Hier sind einige der wichtigsten sozialen Funktionen eines Zeitungskiosks: Förderung der Pressefreiheit: Zeitungskioske bieten Zugang zu einer Vielzahl von Informationsquellen, von Tageszeitungen bis hin zu Fachzeitschriften, und tragen so zur Sicherstellung einer Vielzahl von Meinungen und einer freien Presse bei. Dies ist für eine Demokratie von grundlegender Bedeutung, da es Informationen aus verschiedenen Perspektiven ermöglicht. Sozialer Treffpunkt: Zeitungskioske dienen als Treffpunkte und Austauschorte für Bürger. Oft in zentralen und frequentierten Gebieten gelegen, werden sie zu Bezugspunkten, an denen Menschen interagieren und Meinungen teilen können, wodurch das soziale Gefüge der Gemeinschaft gestärkt wird.

Unterstützung der lokalen Wirtschaft: Viele Zeitungskioske sind kleine Familienunternehmen, die zur lokalen Wirtschaft beitragen. Ihre Präsenz hilft, den Handel in städtischen und ländlichen Gebieten aufrechtzuerhalten, unterstützt die Beschäftigung und das lokale Unternehmertum.

Zugang zu kulturellen Produkten und Dienstleistungen: Neben Zeitungen und Zeitschriften bieten viele Kioske auch Bücher, Comics, Spiele und Tickets für kulturelle Veranstaltungen an, wodurch sie zu Zugangspunkten für eine Vielzahl von Kulturprodukten werden. Einige Kioske bieten auch zusätzliche Dienstleistungen wie die Aufladung von Telefonkarten, das Bezahlen von Rechnungen und den Verkauf von Fahrkarten für den öffentlichen Nahverkehr an.

Unterstützung der Bildung und des Lesens: Zeitungskioske tragen zur Verbreitung der Lesekultur bei, indem sieInformationsmaterial für alle Altersgruppen bereitstellen. Dies ist besonders wichtig, um junge Menschen an das Lesen heranzuführen und die Medienkompetenz in der Bevölkerung zu fördern.

Rolle als städtisches Wachschutz: Die ständige Präsenz eines Kioskbetreibers in einem bestimmten Bereich trägt zur Gewährleistung einer informellen Sicherheits- und Sozialkontrolle bei. Die Vertrautheit und regelmäßige Präsenz des Kioskbetreibers fördern ein Gefühl von Sicherheit und Gemeinschaft unter den Anwohnern.

a fonti di informazione molteplici e diversificate, quali i giornali, è essenziale e garantisce una democrazia sana.
Der Zugang zu vielfältigen und unterschiedlichen Informationquellen, wie Zeitungen, ist essenziell und gewährleistet eine gesunde Demokratie.

Quotidiana Milano ( MI)

Il rilancio delle edicole attraverso l’ImpresaSociale

Edicola 518 Perugia ( PG)

Der Relaunch der Zeitungskioske durch Sozialunternehmen

Il rilancio delle edicole attraverso l’Impresa Sociale

Mentre le librerie hanno già avviato processi di adattamento per affrontare le sfide del settore, le edicole sono ancora in ritardo nel cogliere le opportunità di trasformazione. Poche esperienze hanno saputo sfruttare il ruolo sociale e culturale che le edicole possono svolgere, dimostrando la loro capacità di evolversi. Questo articolo esplora come l’impresa sociale possa avviare un processo di trasformazione delle edicole, partendo dalle peculiarità e dagli obiettivi di interesse generale che caratterizzano questo modello organizzativo.

L’impresa sociale si distingue dall’impresa tradizionale per la capacità di coniugare la dimensione economica e sociale. Utilizzando capitale, mezzi di produzione e lavoratori, l’impresa sociale non si limita a produrre beni o servizi, ma lo fa perseguendo l’interesse generale della collettività, operando in modo autonomo rispetto ad altri soggetti pubblici e privati. Attraverso le sue attività, l’impresa sociale rafforza il senso di appartenenza delle persone coinvolte, contribuendo alla rigenerazione sociale fondata sulla cooperazione e partecipazione attiva dei cittadini. Ripensare il ruolo delle edicole tramite l’impresa sociale permette di trasformare questi punti vendita in luoghi di interazione sociale. Il modello di governance multi-stakeholder dell’impresa sociale coinvolge diverse categorie di soggetti, con interessi e capacità eterogenei, nella gestione delle attività. Questo approccio consente di identificare meglio i bisogni della comunità, ridurre le asimmetrie informative e migliorare la circolazione delle informazioni, creando fiducia tra i partecipanti e un uso più efficiente delle risorse locali. Inoltre, offre ai cittadini la possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano la gestione dell’impresa, attuando così il principio di sussidiarietà orizzontale. Il rinnovamento delle edicole tramite l’impresa sociale si inserisce in un contesto più ampio di gestione imprenditoriale dei beni comuni. Le edicole sono considerate beni comuni poiché la loro presenza è riconosciuta dalle istituzioni locali come essenziale per il benessere collettivo. Promuovere la gestione delle edicole attraverso imprese sociali non solo incoraggia il coinvolgimento dei cittadini, ma favorisce anche la creazione di nuove reti di relazioni all’interno del territorio. L’impresa sociale diventa così uno strumento ideale per integrare la “cura” volontaria dei beni comuni con una gestione imprenditoriale capace di generare attività economiche sostenibili. Alcuni esempi concreti di edicole gestite da imprese sociali dimostrano già il potenziale di questo modello. Nel 2015, a Milano, la cooperativa sociale Comunità Nuova ha riaperto una storica edicola con il progetto Social Press Point, diventando la prima edicola sociale d’Italia, che offre anche inserimento lavorativo. L’edicola funge da punto informativo per le attività della cooperativa e del quartiere, rappresentando un vero e proprio sportello sociale non istituzionale. Un’altra esperienza significativa si trova in provincia di Mantova, dove la cooperativa sociale Virgiliana ha riaperto un’edicola in un piccolo borgo, garantendo un servizio essenziale agli abitanti e offrendo nuove opportunità lavorative. A Perugia, l’associazione culturale Emergenze ha trasformato un’edicola nel centro storico in un luogo dedicato alla cultura, diventando un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere.

Queste esperienze dimostrano che il futuro delle edicole potrebbe passare attraverso l’impresa sociale, offrendo non solo un servizio alla comunità, ma anche nuove opportunità di sviluppo economico e sociale.

Während Buchhandlungen bereits mit Anpassungsprozessen begonnen haben, um den Herausforderungen der Branche zu begegnen, hinken Zeitungskioske bei der Nutzung von Transformationschancen noch hinterher. Nur wenige Erfahrungen konnten die soziale und kulturelle Rolle, die Zeitungskioske spielen können, ausnutzen und ihre Fähigkeit zur Weiterentwicklung unter Beweis stellen. In diesem Artikel wird untersucht, wie Sozialunternehmen einen Transformationsprozess von Zeitungskiosken einleiten können, ausgehend von den Besonderheiten und Zielen von allgemeinem Interesse, die dieses Organisationsmodell charakterisieren. Das Sozialunternehmen unterscheidet sich vom traditionellen Unternehmen durch seine Fähigkeit, die wirtschaftliche und soziale Dimension zu verbinden. Unter Einsatz von Kapital, Produktionsmitteln und Arbeitskräften beschränkt sich das Sozialunternehmen nicht auf die Produktion von Gütern oder Dienstleistungen, sondern verfolgt dies, indem es das allgemeine Interesse der Gemeinschaft verfolgt und unabhängig von anderen öffentlichen und privaten Einrichtungen agiert. Durch seine Aktivitäten stärkt das Sozialunternehmen das Zugehörigkeitsgefühl der beteiligten Menschen und trägt zur gesellschaftlichen Erneuerung auf der Grundlage der Zusammenarbeit und aktiven Beteiligung der Bürger bei.

Das Überdenken der Rolle von Zeitungskiosken durch soziales Unternehmertum ermöglicht es, diese Verkaufsstellen in Orte sozialer Interaktion zu verwandeln. Das Multi-Stakeholder-Governance-Modell des Sozialunternehmens bezieht verschiedene Kategorien von Subjekten mit heterogenen Interessen und Fähigkeiten in die Verwaltung der Aktivitäten ein. Dieser Ansatz ermöglicht es Ihnen, die Bedürfnisse der Gemeinschaft besser zu erkennen, Informationsasymmetrien zu reduzieren und die Informationszirkulation zu verbessern, wodurch Vertrauen unter den Teilnehmern entsteht und lokale Ressourcen effizienter genutzt werden. Darüber hinaus bietet es den Bürgern die Möglichkeit, an Entscheidungen über die Unternehmensführung mitzuwirken und setzt damit das Prinzip der horizontalen Subsidiarität um. Die Renovierung von Zeitungskiosken durch Sozialunternehmen ist Teil eines breiteren Kontexts der unternehmerischen Verwaltung von Gemeingütern. Zeitungskioske gelten als Gemeinschaftsgüter, da ihre Anwesenheit von lokalen Institutionen als wesentlich für das kollektive Wohlergehen anerkannt wird. Die Förderung der Verwaltung von Zeitungskiosken durch Sozialunternehmen fördert nicht nur die Beteiligung der Bürger, sondern fördert auch die Schaffung neuer Beziehungsnetzwerke innerhalb des Territoriums. Sozialunternehmen werden so zu einem idealen Instrument, um die freiwillige „Pflege“ gemeinsamer Güter mit unternehmerischem Management zu verbinden, das nachhaltige Wirtschaftsaktivitäten hervorbringen kann.

Einige konkrete Beispiele von Zeitungskiosken, die von Sozialunternehmen verwaltet werden, zeigen bereits das Potenzial dieses Modells. Im Jahr 2015 eröffnete die Sozialgenossenschaft Comunità Nuova in Mailand mit dem Projekt „Social Press Point“ einen historischen Zeitungskiosk und wurde damit zum ersten sozialen Zeitungskiosk in Italien, der auch Stellenvermittlung anbietet. Der Zeitungskiosk dient als Informationsstelle für die Aktivitäten der Genossenschaft und der Nachbarschaft und stellt eine echte, außerinstitutionelle soziale Anlaufstelle dar. Ein weiteres bedeutendes Erlebnis ist in der Provinz Mantua zu verzeichnen, wo die Sozialgenossenschaft Virgiliana in einem kleinen Dorf einen Zeitungskiosk wiedereröffnete, der den Bewohnern einen wesentlichen Service gewährleistete und neue Beschäftigungsmöglichkeiten bot. In Perugia hat der Cultural Emergency Association ein historisches Zentrum in ein kulturell vielfältiges Gebiet verwandelt, das eine Rolle bei der Entwicklung von Stadtvierteln spielt.

Diese Erfahrungen zeigen, dass die Zukunft der Schulen in sozialen Unternehmen liegen könnte, die nicht nur einen Dienst für die Gemeinschaft, sondern auch neue Möglichkeiten für die wirtschaftliche und soziale Entwicklung bieten.

Reinventare l’edicola

Edicola 518

Edicola 518 è un progetto che nasce a Perugia come risposta alla crisi delle edicole tradizionali e come necessità di ripensarne la funzione sociale, e non solo, adattandola alle richieste attuali. L’iniziativa è promossa da un gruppo di giovani legati all’associazione culturale “Emergenze”, fondata nel 2014 con l’obiettivo di diffondere una visione indipendente della cultura e dell’arte attraverso una rivista e altre iniziative editoriali.

Nel 2016, il gruppo decide di sospendere temporaneamente la pubblicazione della rivista per concentrarsi sulla creazione di una cooperativa e rilevare una storica edicola dismessa a Borgo Bello, un quartiere centrale di Perugia caratterizzato da un recente fermento imprenditoriale e culturale. L’edicola diventa così non solo un luogo di vendita di riviste indipendenti su temi vari, ma anche un centro culturale che organizza eventi e iniziative per il quartiere, in collaborazione con commercianti e residenti.

Nel 2019, la cooperativa si trasforma in impresa sociale, con l’obiettivo di conciliare l’attività economica con una funzione sociale, coinvolgendo attivamente la comunità attraverso eventi e collaborazioni con le istituzioni locali. Accanto all’edicola, nasce anche “Paradiso 518”, una libreria indipendente che amplia ulteriormente l’offerta culturale del quartiere.

In sintesi, Edicola 518 rappresenta un esempio di rigenerazione urbana e sociale, che ripensa il ruolo dell’edicola come presidio culturale e sociale, valorizzando al contempo il patrimonio locale e creando nuove opportunità di interazione e scambio all’interno della comunità.

Edicola 518 ist ein Projekt, das aus der Krise der traditionellen Kioske entstanden ist und aus der Notwendigkeit, deren soziale Funktion neu zu überdenken und sie an die heutigen Bedürfnisse anzupassen. Die Initiative wird von einer Gruppe junger Menschen gefördert, die mit dem Kulturverein „Emergenze“ verbunden sind, der 2014 gegründet wurde, um eine unabhängige Sichtweise auf Kultur und Kunst durch ein Magazin und andere redaktionelle Initiativen zu verbreiten.

Im Jahr 2016 beschließt die Gruppe, die Veröffentlichung des Magazins vorübergehend auszusetzen, um sich auf die Gründung einer Genossenschaft zu konzentrieren und einen alten, stillgelegten Kiosk in Borgo Bello, einem zentralen Viertel von Perugia, das von einem kürzlichen unternehmerischen und kulturellen Aufschwung geprägt ist, zu übernehmen. Der Kiosk wird so nicht nur zu einem Ort für den Verkauf unabhängiger Zeitschriften zu verschiedenen Themen, sondern auch zu einem Kulturzentrum, das Veranstaltungen und Initiativen für das Viertel in Zusammenarbeit mit Händlern und Anwohnern organisiert.

Im Jahr 2019 wird die Genossenschaft in ein Sozialunternehmen umgewandelt, mit dem Ziel, wirtschaftliche Aktivitäten mit einer sozialen Funktion zu verbinden, indem die Gemeinschaft durch Veranstaltungen und Kooperationen mit lokalen Institutionen aktiv einbezogen wird. Neben dem Kiosk entsteht auch „Paradiso 518“, eine unabhängige Buchhandlung, die das kulturelle Angebot des Viertels weiter ausbaut.

Zusammengefasst ist Edicola 518 ein Beispiel für urbane und soziale Erneuerung, das die Rolle des Kiosks als kulturellen und sozialen Treffpunkt neu überdenkt und gleichzeitig das lokale Erbe aufwertet und neue Möglichkeiten für Interaktion und Austausch innerhalb der Gemeinschaft schafft.

Quotidiana

Quotidiana dà nuova vita alle edicole facendole tornare punto di riferimento delle città, luogo di incontro dei quartieri. Le edicole sono elementi storici dell’arredo urbano delle città e luogo simbolo di incontro e di servizio alle comunità. All’interno di questa cornice valoriale e ideale, i brand di diverse categorie merceologiche possono tornare ad avere un contatto diretto con la propria clientela attuale o potenziale, sostenendo al contempo il salvataggio di elementi storici delle nostre città. Con 20 edicole sul suolo milanese possono considerarsi il più grande network di chioschi in Italia.

L’Edicola Evoluta di Quotidiana:

1. Un Nuovo Modello di Prossimità e Sostenibilità

Nel contesto urbano italiano, sta emergendo una significativa trasformazione attraverso il progetto Quotidiana, che ha l’obiettivo di ridefinire il ruolo delle tradizionali edicole. Non più semplici punti vendita di giornali e riviste, le edicole di Quotidiana si configurano come spazi multifunzionali, in grado di offrire una vasta gamma di beni di prima necessità, alimenti freschi e bevande, nonché una serie di servizi innovativi per la comunità. Questa evoluzione non si limita alla sola offerta commerciale, ma si estende alla rivitalizzazione degli spazi urbani, promuovendo una nuova cultura di sostenibilità e coesione sociale.

2. Da Edicola a Presidio Territoriale

Questi chioschi non solo offrono prodotti alimentari di alta qualità, tra cui frutta, verdura e pasti pronti, ma integrano anche servizi utili alla comunità, come la ricarica per veicoli elettrici, il ritiro e la consegna di pacchi, e persino prestazioni di cura alla persona, come assistenza domiciliare e servizi per l’infanzia. Questa innovazione consente alle edicole di trasformarsi in presidi territoriali, diventando punti di riferimento essenziali per i residenti. In tal modo, non solo si garantisce la sopravvivenza di questi spazi, ma si contribuisce anche alla rigenerazione urbana, rendendo i quartieri più sicuri e dinamici.

3. Un Impegno Sociale e Ambientale

Quotidiana non si presenta esclusivamente come un’iniziativa imprenditoriale; è una società benefit con la missione di generare un impatto positivo sulla comunità. Questo impegno si riflette in ogni aspetto del progetto, dalla rigorosa selezione dei prodotti offerti, alla gestione etica delle risorse umane. La scelta di non commercializzare prodotti legati al tabacco o al gioco d’azzardo, e di selezionare con cura i prodotti per l’infanzia, risponde all’obiettivo di promuovere una crescita culturale sana e costruttiva.

Sul fronte ambientale, Quotidiana adotta misure concrete per ridurre l’impatto ecologico. Le edicole utilizzano esclusivamente energia rinnovabile e packaging ecologico, con un forte impegno a ridurre al minimo lo spreco alimentare, donando eventuali eccedenze a organizzazioni caritative. Inoltre, le edicole sono dotate di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria, trasformandosi così in punti di osservazione e tutela ambientale.

4. Un Centro Culturale e di Comunità

La dimensione culturale resta un pilastro fondamentale per Quotidiana. Oltre alla vendita di prodotti editoriali, le edicole si propongono come veri e propri centri culturali per il quartiere. Quotidiana ha introdotto una rassegna stampa, “10alle5Quotidiana”, e prevede la pubblicazione di un mensile cartaceo gratuito. Parallelamente, vengono organizzati eventi culturali, incontri e proiezioni cinematografiche, proiettate direttamente sulle pareti delle edicole, arricchite dalla trasmissione di LifeGate Radio. Questo approccio trasforma le edicole in spazi di aggregazione, dove i cittadini possono incontrarsi, dialogare e partecipare attivamente alla vita del quartiere. In un contesto in cui i legami sociali sono stati compromessi dalla pandemia, Quotidiana si pone come catalizzatore per la ricostruzione delle relazioni sociali.

5. Un Nuovo Modello di Vita di Quartiere

L’idea alla base di Quotidiana si ispira a modelli di successo già affermati in altre realtà europee, come Svizzera, Francia e Spagna, dove si sta diffondendo la “logica dei 15 minuti”: servizi e negozi facilmente accessibili a piedi o in breve tempo da tutte le parti della città. Questo modello non solo facilita la vita di tutti i giorni, ma contribuisce a creare una città più vivibile e a misura d’uomo.

Quotidiana non è semplicemente un’edicola evoluta, ma un progetto ambizioso che mira a ridisegnare il futuro delle città italiane. Attraverso un sapiente mix di innovazione, sostenibilità e impegno sociale, Quotidiana sta riportando le edicole al centro della vita dei quartieri, trasformandole in luoghi dove non solo si effettuano acquisti, ma si costruisce una comunità. Questo modello rappresenta un passo significativo verso un modo di vivere più consapevole, sostenibile e connesso, dove ogni piccolo chiosco diventa un grande punto di riferimento per il benessere collettivo.

Quotidiana belebt die Kioske neu und macht sie wieder zu zentralen Treffpunkten in den Städten und Vierteln. Kioske sind historische Bestandteile des Stadtbilds und dienen als wichtige Orte für die Gemeinschaft. Marken verschiedener Branchen können durch Quotidiana wieder direkten Kontakt zu Kunden aufnehmen und gleichzeitig den Erhalt dieser historischen Strukturen fördern. Mit 20 Kiosken in Mailand bildet Quotidiana das größte Kiosknetzwerk Italiens.

Der Evolvierte Kiosk von Quotidiana:

1. Ein Modell für Nähe und Nachhaltigkeit

Quotidiana verfolgt das Ziel, die traditionellen Kioske in multifunktionale Räume zu verwandeln, die neben Zeitungen auch Lebensmittel und Dienstleistungen für die Gemeinschaft anbieten. Dabei wird nicht nur das Sortiment erweitert, sondern auch das städtische Leben nachhaltig und sozial gefördert.

2. Vom Kiosk zum Territorialen Anlaufpunkt

Die Kioske von Quotidiana bieten neben Lebensmitteln auch innovative Dienstleistungen wie Ladestationen für Elektrofahrzeuge und Paketservices. Sie entwickeln sich zu wichtigen Anlaufstellen für die Anwohner, was sowohl den Erhalt der Kioske als auch die städtische Erneuerung unterstützt.

3. Ein Soziales und Ökologisches Engagement

Quotidiana ist nicht nur ein wirtschaftliches Unternehmen, sondern auch ein Sozialunternehmen mit dem Ziel, der Gemeinschaft zu dienen. Dies zeigt sich in der ethischen Auswahl der Produkte und der Nutzung erneuerbarer Energien. Durch Maßnahmen wie das Spenden von überschüssigen Lebensmitteln an Wohltätigkeitsorganisationen leistet das Projekt auch einen Beitrag zum Umweltschutz.

4. Ein Kulturelles und Gemeinschaftliches Zentrum

Die Kioske von Quotidiana dienen als Kulturzentren, die neben der Presse auch Veranstaltungen und Filmvorführungen anbieten. Sie fördern den sozialen Austausch und die Wiederbelebung der nachbarschaftlichen Beziehungen, die durch die Pandemie geschwächt wurden.

5. Ein Neues Modell des Viertellebens

Die Idee hinter Quotidiana orientiert sich an erfolgreichen Modellen, die bereits in anderen europäischen Ländern wie der Schweiz, Frankreich und Spanien etabliert sind, wo sich die „15-Minuten-Logik“ verbreitet: Dienste und Geschäfte sind leicht zu Fuß oder in kurzer Zeit von allen Teilen der Stadt aus erreichbar. Dieses Modell erleichtert nicht nur den Alltag, sondern trägt auch dazu bei, eine lebenswertere und menschenfreundlichere Stadt zu schaffen.

Quotidiana ist nicht einfach ein evolvierter Zeitungsstand, sondern ein ehrgeiziges Projekt, das darauf abzielt, die Zukunft der italienischen Städte neu zu gestalten. Durch eine geschickte Mischung aus Innovation, Nachhaltigkeit und sozialem Engagement bringt Quotidiana die Zeitungsstände zurück ins Zentrum des Lebens in den Vierteln und verwandelt sie in Orte, an denen nicht nur Einkäufe getätigt werden, sondern auch eine Gemeinschaft entsteht. Dieses Modell stellt einen bedeutenden Schritt in Richtung eines bewussteren, nachhaltigeren und vernetzten Lebens dar, wo jeder kleine Kiosk zu einem großen Anlaufpunkt für das kollektive Wohlbefinden wird.

Edicola 518, Perugia (PG)
Quotidiana, Milano (MI)

Pensieri e conversazioni dell’editoria

sul futuro e sul valore

Gespräche über Wert und die Zukunft des Veröffentlichen

Emilio
Gianluca

Editoria e cultura

GIANLUCA CAMILLINI

Per parlare di editoria e del suo valore più intrinseco ci siamo affidati a diversi professionsiti del settore, progettisti e non, con l’intento di avere uno sguardo più profondo sulla tematica. Abbiamo deciso di aprire la sezione con una riflessione di Gianluca Camillini, progettista, docente e curatore nell’ambito del design della comunicazione.

Um über das Verlagswesen und seinen eigentlichen Wert zu sprechen, haben wir uns auf verschiedene Fachleute der Branche, Designer und andere, verlassen, mit dem Ziel, einen tieferen Einblick in das Thema zu gewinnen. Wir beschlossen, den Abschnitt mit einer Reflexion von Gianluca Camillini, Designer, Lehrer und Kurator im Bereich Kommunikationsdesign, zu eröffnen.

Buongiorno prof, dal suo articolo nel numero 28 di Progetto Grafico si evince che nonostante una tendenza negativa nell’industria editoriale si sta assistendo al fenomeno controtendente, ovvero lo sviluppo di una cultura opposta e incentrata sull’editoria cartacea, il più delle volte rappresentata da realtà in scala ridotta (micro case editrici, magazine indipendenti e autoproduzioni).

Come si spiega tale fenomeno, e soprattutto crede nella capacità dell’editoria di creare un pretesto per il dibattito e la ricerca di nuovi linguaggi?

Guten Morgen, Professor, aus Ihrem Artikel in der Ausgabe 28 von Progetto Grafico geht hervor, dass trotz eines negativen Trends in der Verlagsbranche ein gegenteiliger Trend zu beobachten ist. Dieser besteht in der Entwicklung einer entgegengesetzten Kultur, die sich auf das Printwesen konzentriert und meist durch kleinere Akteure repräsentiert wird (wie Mikroverlage, unabhängige Magazine und Selbstproduktionen).

Wie erklären Sie dieses Phänomen, und glauben Sie vor allem an die Fähigkeit des Verlagswesens, einen Anlass für Debatten und die Suche nach neuen Ausdrucksformen zu schaffen?

Da qualche tempo si può notare una tendenza verso l’editoria indipendente. Questo perché è un uno spazio libero da vincoli, che permette un livello di sperimentazione lontano dalle logiche commerciali. Oltre a essere una tendenza, considero questo rinnovato interesse come una sorta di anticorpo rispetto alla sovrapproduzione di contenuti. Al marasma dell’editoria mainstream e dei grandi numeri, si contrappone una microproduzione che costituisce una valvola di sfogo, di ricerca e sperimentazione: piccole gemme ipercurate che soddisfano una nicchia specifica, donando linfa vitale e creando dibattito nell’ambito grafico ed editoriale.

Da decenni si parla della morte della carta, ma in realtà essa rimane un caposaldo dell’editoria. Non si tratta banalmente di una componente romantica o anacronistica: il suo utilizzo rende il prodotto tattile, sinestesico e fisico. La carta dà vita al prodotto, non solo dal punto di vista dei contenuti, ma anche per il coinvolgimento di chi lo progetta e vede il proprio lavoro concretizzarsi in qualcosa di reale e tangibile. L’atto di progettare, stampare e rilegare rende l’autore un tutt’uno con il risultato finale. Non si può imporre l’uso della carta né iniziare una crociata persa in partenza contro il digitale: non si tratta di una diatriba in cui uno esclude l’altro, ma è importante integrarli, in maniera dialogica, riconoscendo il contesto e il supporto perfetto per ciascun contenuto.

In letzter Zeit lässt sich ein Trend hin zu unabhängigen Verlagen beobachten. Das liegt daran, dass dies ein freier Raum ohne Zwänge ist, der ein Maß an Experimentierfreudigkeit ermöglicht, das weit von den kommerziellen Logiken entfernt ist. Neben dem Trend sehe ich dieses erneute Interesse als eine Art Antikörper gegen die Überproduktion von Inhalten. Dem Chaos der Mainstream-Verlagswelt und der großen Zahlen steht eine Mikroproduktion gegenüber, die ein Ventil für Forschung und Experimentierfreudigkeit darstellt: kleine, akribisch gestaltete Juwelen, die eine spezifische Nische bedienen, vitalisierende Energie spenden und Diskussionen im Bereich Grafik und Verlagswesen anregen. Seit Jahrzehnten wird über den Tod des Papiers gesprochen, doch in Wirklichkeit bleibt es ein Grundpfeiler der Verlagswelt. Es handelt sich nicht bloß um eine romantische oder anachronistische Komponente: seine Verwendung macht das Produkt taktil, synästhetisch und physisch. Das Papier verleiht dem Produkt Leben, nicht nur inhaltlich, sondern auch durch die Einbeziehung derer, die es gestalten und ihr Werk in etwas Reales und Greifbares verwandelt sehen. Der Akt des Gestaltens, Druckens und Bindens macht den Autor zu einer Einheit mit dem Endergebnis. Man kann die Verwendung von Papier nicht erzwingen und auch keinen verlorenen Kampf gegen das Digitale führen: Es geht nicht darum, dass das eine das andere ausschließt, sondern darum, sie dialogisch zu integrieren, indem man den Kontext und das ideale Medium für jeden Inhalt erkennt.

STEFANO CIPOLLA

Stefano Cipolla ha iniziato la sua carriera nel campo della grafica per poi ottenere nel 2001 l’abilitazione a giornalista professionista, scoprendo la sua passione per le redazioni giornalistiche, luoghi creativi e stimolanti. Nel 2004 è approdato al Gruppo Editoriale “L’Espresso”, collaborando con “La Repubblica”. Nel 2018 ha assunto il ruolo di Art Director per il settimanale “L’Espresso”. Durante il festival del magazine indipendente “Mag to Mag”, lancia la sua ultima uscita “Grafica Magazine”, un giornale di servizio che si pone come uno strumento esaustivo per tutti i professionisti, studenti e appassionati del mondo della comunicazione visiva.

Stefano Cipolla begann seine Karriere im Bereich Grafikdesign und erlangte 2001 die Zulassung als professioneller Journalist, wobei er seine Leidenschaft für Redaktionen entdeckte – kreative und inspirierende Orte. Im Jahr 2004 trat er der Verlagsgruppe „L’Espresso“ bei und arbeitete mit der Zeitung „La Repubblica“ zusammen. 2018 übernahm er die Rolle des Art Directors für das Wochenmagazin „L’Espresso“. Während des Festivals für unabhängige Magazine „Mag to Mag“ stellte er seine neueste Publikation „Grafica Magazine“ vor, eine Fachzeitschrift, die sich als umfassendes Werkzeug für alle Fachleute, Studierenden und Liebhaber der visuellen Kommunikation versteht.

Ciao Stefano, raccontaci come è nato il progetto Grafica Magazine, che sembra colmare una lacuna piuttosto profonda nel panorama editoriale/grafico italiano.

Ciao Stefano, erzähl uns, wie das Projekt “Grafica Magazine” entstanden ist, das offenbar eine recht große Lücke in der italienischen Verlags- und Grafiklandschaft füllt.

Il progetto Grafica Magazine nasce dopo un anno di preparazioni e vari studi di fattibilità sia da un punto di vista economico, sia da un punto di vista di risorse da coinvolgere o anche semplicemente per sentire quanti al di fuori della nostra bolla sentivano la stessa esigenza. Non si sbaglia a dire che all’interno dell’editoria italiana si presentava una lacuna. Secondo me, mancava uno strumento, un dispositivo che potesse colmare questo vuoto. Da qui è nato Grafica Magazine. Inoltre uno degli obiettivi fondanti della rivista è proprio quello di rappresentare una piattaforma che permetta di aprire gli occhi su tutto il panorama della grafica in Italia e quindi impegnarsi a cercare anche un equilibrio geografico.

Attualmente il mondo della grafica si può definire “Milanocentrico”, e il progetto si pone come uno strumento che possa unire i puntini sparsi per il paese. Il mondo del design e della grafica è in continua espansione e attualmente vi sono tante realtà degne di nota tra cui Torino, Venezia, Roma, Napoli, Catania e soprattutto Bolzano che è una realtà pazzesca. Per l’espansione e il ruolo che la comunicazione visiva ha, non dovremmo più definirci grafici, ma progettisti. In sintesi, la missione di Grafica Magazine è quella di raccogliere e far conoscere vari progetti, iniziative ed elementi interessanti del nostro settore che sono sparsi per il paese.

Das Projekt Grafica Magazine entstand nach einem Jahr der Vorbereitung und verschiedenen Machbarkeitsstudien, sowohl aus wirtschaftlicher Sicht als auch in Bezug auf die Ressourcen, die einbezogen werden sollten, oder auch einfach, um zu erfahren, wie viele Menschen außerhalb unserer “Blase” das gleiche Bedürfnis empfanden. Es ist nicht falsch zu sagen, dass es eine Lücke in der italienischen Verlagswelt gab. Meiner Meinung nach fehlte ein Werkzeug, ein Mittel, um diese Lücke zu füllen. Daraus entstand Grafica Magazine. Ein weiteres der Gründungsziele der Zeitschrift ist es, eine Plattform zu schaffen, die einen Überblick über die gesamte Grafiklandschaft in Italien ermöglicht und somit auch ein geografisches Gleichgewicht anstrebt. Derzeit kann die Welt der Grafik als „Mailand-zentriert“ bezeichnet werden, und das Projekt sieht sich als Instrument, das verstreute Punkte im Land miteinander verbindet. Die Welt des Designs ist in ständiger Expansion, und es gibt derzeit viele bemerkenswerte Realitäten, darunter Turin, Venedig, Rom, Neapel, Catania und vor allem Bozen, das eine erstaunliche Realität darstellt. Aufgrund der Expansion und der Rolle, die visuelle Kommunikation einnimmt, sollten wir uns nicht mehr als Grafiker bezeichnen, sondern als Designer. Zusammengefasst ist die Mission von Grafica Magazine, verschiedene interessante Projekte, Elemente aus Sektor zu sammeln und bekannt zu machen, die im ganzen Land verstreut sind.

La struttura è sicuramente ben più complessa rispetto a quello di un classico magazine, parlaci di quale è stato il pensiero dietro e quali sono gli obiettivi che questa nuova realtà si propone. Die Struktur ist sicherlich weitaus komplexer als die eines klassischen Magazins. Erzähle uns von den Gedanken dahinter und welchen Zielen sich diese neue Realität verschrieben hat.

In realtà, ci siamo ispirati dal New York Times, in particolare dall’edizione domenicale, che è strutturata in sezioni separate come la “Review of Books”, “Arts and Leisure”, “Sports”, eccetera. È possibile staccare ogni sezione, quasi come se fosse un giornale a sé. Avrei voluto adottare un approccio simile, ma ci sono state limitazioni economiche, perché sarebbe stato come creare tre giornali distinti. Per ovviare al problema, abbiamo utilizzato un escamotage grafico, segnalando il cambio di sezione con variazioni cromatiche. Di conseguenza, la struttura risulta piuttosto verticale, come se fossero tre giornali in uno, ciascuno rivolto a un pubblico specifico, ma potenzialmente lo stesso. Uno studente potrebbe essere particolarmente interessato alla sezione chiamata “Workshop”, che include anche le tesi dei suoi colleghi. Apro una parentesi: sarebbe interessante, in futuro, lanciare delle call per raccogliere progetti di tesi o di gruppo via email. Se validi, sarebbe fantastico pubblicarli. E magari, sognando un po’, realizzare in futuro degli speciali interamente dedicati alle tesi.

Tatsächlich haben wir uns von der New York Times inspirieren lassen, insbesondere von der Sonntagsausgabe, die in separate Abschnitte wie “Review of Books”, “Arts and Leisure”, “Sports” usw. gegliedert ist. Man kann jeden Abschnitt herausnehmen, fast so, als wäre es eine eigenständige Zeitung. Ich hätte gerne einen ähnlichen Ansatz verfolgt, aber es gab finanzielle Einschränkungen, da es gewesen wäre, als würden wir drei separate Zeitungen erstellen. Um das Problem zu umgehen, haben wir einen grafischen Trick verwendet, indem wir den Wechsel der Sektionen durch Farbvariationen angezeigt haben. Dadurch ist die Struktur eher vertikal, als ob es drei Zeitungen in einer wären, jede für ein spezifisches Publikum, aber potenziell dasselbe. Ein Student könnte besonders an dem Abschnitt “Workshop” interessiert sein, der auch die Abschlussarbeiten seiner Kommilitonen enthält. Ich mache eine kurze Anmerkung: Es wäre in der Zukunft interessant, Calls zu starten, um Abschluss- oder Gruppenarbeiten per E-Mail zu sammeln. Wenn sie gut sind, wäre es fantastisch, sie zu veröffentlichen. Und vielleicht, ein wenig träumend, in der Zukunft Sonderausgaben zu erstellen, die vollständig den Abschlussarbeiten gewidmet sind.

Essendo tu art director dell’Espresso e fondatore della neonata rivista Grafica Magazine, quali credi sia il ruolo dell’editoria (indipendente o meno) nel processo di divulgazione culturale?

Als Art Director des Espresso und Gründer des neu gegründeten Magazins Grafica Magazine, welche Rolle siehst du für die (unabhängige oder nicht) Verlagswelt im Prozess der kulturellen Vermittlung?

In Italia, a differenza di altre parti del mondo, la grafica non viene considerata una forma di cultura. Basta pensare che le università di design e grafica sono nate solo di recente, e forse questo elemento è ancora abbastanza radicato nella nostra società. Quando si sceglie il percorso di studi non bisognerebbe fare discriminazioni, perché la grafica è cultura tanto quanto la letteratura, l’ingegneria e il giornalismo.

Avendo lavorato per molti anni nell’editoria generalista, noto sempre di più che in questo settore c’è stata una vera e propria rivoluzione: i grafici, come lo ero io all’inizio, sono diventati giornalisti. Ritengo che, col tempo, questo passaggio debba diventare sempre più naturale. La redazione di un giornale è piuttosto complessa sotto questo aspetto: se per la creazione di un articolo sono necessarie due figure distinte, il giornalista e il grafico, diventa difficile ottenere un prodotto omogeneo. Lo ripeto sempre ai miei collaboratori: chiunque si occupi di pubblicazione deve essere anche un po’ giornalista. Anche progettare una sedia significa, in un certo senso, contribuire a modificare l’assetto della società. Albe Steiner, grande teorico del grafico progettista, non solo studiò l’immagine coordinata della Coop, ma si occupò anche di come presentare i prodotti all’interno dei supermercati per migliorare la vita delle persone.

In Italien, im Gegensatz zu anderen Teilen der Welt, wird Grafikdesign nicht als eine Form von Kultur betrachtet. Man muss nur daran denken, dass die Universitäten für Design und Grafik erst vor kurzem entstanden sind, und vielleicht ist dieses Denken noch tief in unserer Gesellschaft verwurzelt. Bei der Wahl des Studiengangs sollte man keine Unterscheidungen machen, denn Grafikdesign ist genauso Kultur wie Literatur, Ingenieurwesen und Journalismus.

Da ich viele Jahre im allgemeinen Verlagswesen gearbeitet habe, fällt mir zunehmend auf, dass es in diesem Bereich eine echte Revolution gegeben hat: Die Grafikdesigner, wie ich es zu Beginn war, sind zu Journalisten geworden. Ich glaube, dass dieser Übergang mit der Zeit immer natürlicher werden sollte. Die Redaktion einer Zeitung ist in dieser Hinsicht recht komplex: Wenn für die Erstellung eines Artikels zwei verschiedene Personen notwendig sind – der Journalist und der Grafiker – wird es schwierig, ein homogenes Produkt zu erhalten. Ich sage es meinen Mitarbeitern immer wieder: Jeder, der sich mit Veröffentlichungen beschäftigt, sollte auch ein wenig Journalist sein. Selbst das Entwerfen eines Stuhls bedeutet, in gewisser Weise zur Veränderung der Gesellschaft beizutragen. Albe Steiner, ein großer Theoretiker des Grafikdesigners, hat nicht nur das Corporate Design der Coop entwickelt, sondern sich auch damit beschäftigt, wie Produkte in Supermärkten präsentiert werden, um das Leben der Menschen zu verbessern.

Negli ultimi anni si è assistito ad una crisi del settore cartaceo, nonostante questo sempre più spesso nuove realtà editoriali sembrano prendere piede. Tu oggi, con il lancio di Grafica Magazine, rimarchi in modo perseverante il valore del medium stampato e fisico. Quale è stato il processo che ti ha portato a concepire il progetto con questa forma, e quali credi che siano gli aspetti positivi di una scelta definibile “hardcore”?

In den letzten Jahren hat man eine Krise im Printbereich erlebt, aber immer häufiger neue Verlagsinitiativen Fuß zu fassen. Mit der Einführung von Grafica Magazine betonst du heute beharrlich den Wert des gedruckten und physischen Mediums. Welcher Prozess hat dich dazu geführt, das Projekt in dieser Form zu konzipieren, Was sind die positiven Aspekte einer Entscheidung, die als “hardcore” bezeichnet werden kann?

Nel panorama editoriale, l’editoria indipendente viene spesso vista come la parte più genuina e vitale del settore, soprattutto se paragonata all’editoria generalista, che negli ultimi anni ha dovuto affrontare serie difficoltà sul piano della sostenibilità. Una grande testata giornalistica deve sostenere costi elevatissimi, producendo circa 100.000 copie con un organico di circa 300 giornalisti, mentre una pubblicazione indipendente ha una struttura molto più snella e meno onerosa. Sul fronte della sostenibilità ambientale, l’editoria tradizionale fatica a mantenere standard adeguati.

Detto questo, non credo che la crisi del settore sia direttamente collegata all’uso della carta stampata. Chi è veramente appassionato di pubblicazioni non esita a scegliere una rivista cartacea. Chi ha un forte interesse per la grafica, infatti, non può non apprezzare anche il fascino del supporto fisico, che rende il prodotto tangibile. .

Im Verlagswesen wird die unabhängige Verlagsarbeit oft als der authentischste und vitalste Teil des Sektors angesehen, besonders im Vergleich zur allgemeinen Verlagsbranche, die in den letzten Jahren erhebliche Schwierigkeiten mit der Nachhaltigkeit hatte. Ein Nachrichtenblatt muss sehr hohe Kosten tragen, produziert etwa 100.000 Exemplare mit einem Team von rund 300 Journalisten, während eine unabhängige Publikation eine viel schlankere Struktur hat. Im Bereich der ökologischen Nachhaltigkeit fällt es der traditionellen Verlagsbranche schwer, angemessene Standards einzuhalten. Ich glaube nicht, dass die Krise des Sektors mit der Verwendung von Printpapier zusammenhängt. Wer wirklich an Publikationen interessiert ist, zögert nicht, eine gedruckte Zeitschrift zu wählen. Wer ein starkes Interesse an Grafik hat, schätzt den Reiz des physischen Mediums, das das Produkt greifbar macht.

Stefano, cos’è per te una rivista indipendente? Credi che possa essere definibile entro determinati standard/caratteristiche? Se sì, quali?

Was bedeutet für dich eine unabhängige Zeitschrift? Glaubst du, dass sie anhand bestimmter Standards oder Merkmale definiert werden kann? Wenn ja, welche?

Penso che definire una rivista come indipendente non sia sempre il metodo più corretto. Anche grazie alle chiacchierate con “Frab’s”, penso di essermi convinto del fatto che sia corretto definirli come riviste di nicchia, più che indipendenti. Il mondo del design e dell’editoria è ancora un settore di nicchia, in netta espansione, ma di nicchia. Il definirlo di nicchia non comporta assolutamente una connotazione negativa, anzi permette di produrre materiale altamente dettagliato. Per esempio, io posso decidere di fare un magazine solo sugli auricolari e sono certo che tutti le persone che hanno quell’interesse me lo comprano. Inoltre, il termine indipendente comporterebbe a sottolineare il fatto di essere autofinanziato, ma i costi per delle autoproduzioni sono molto elevati ed è praticamente impossibile, lo stesso Grafica Magazine ha stretto delle piccole collaborazioni per finanziarsi. Spesso si intende il tema dei finanziamenti come qualcosa di negativo, anche se ci sono stati molti casi nei quali grossi brand hanno “salvato” o riscoperto piccoli magazine. Un esempio eclatante è quello che sta succedendo con il brand di lusso “Bottega Veneta”. Il nuovo direttore artistico Matthieu Blazy ha deciso di puntare tutto sulla cultura e ha investito in vari magazine, come “B.U.T.T”, primo grande giornale indipendente della comunità gay, che era praticamente scomparso. In sintesi, il termine di nicchia o indipendente non è legato alla parte economica, ma al contenuto. Di nicchia perché parla di grafica, di nicchia perché parla di vino, di nicchia perché parla di cinema, etc…

Eine Zeitschrift als unabhängig zu bezeichnen, ist nicht immer der richtige Ansatz. Durch meine Gespräche mit „Frab’s“ bin ich zu der Überzeugung gelangt, dass es richtig ist, sie als Nischenzeitschriften zu bezeichnen. Die Welt des Designs und des Verlagswesens ist ein Nischenbereich – im Wachstum, aber dennoch eine Nische. Die Bezeichnung „Nische“ hat dabei keine negative Konnotation, im Gegenteil, sie ermöglicht es, detailliertes Material zu produzieren. Zum Beispiel könnte ich beschließen, ein Magazin nur über Kopfhörer zu machen, und ich wäre sicher, dass alle Interessierten es kaufen würden. Der Begriff „unabhängig“ würde hingegen betonen, dass man sich selbst finanziert, aber die Kosten für Eigenproduktionen sind hoch und es ist schwierig. Auch „Grafica Magazine“ hat Kooperationen geschlossen, um sich zu finanzieren. Oft wird das Thema der Finanzierung negativ betrachtet, obwohl es viele Fälle gibt, in denen Marken kleine Magazine wiederentdeckt haben. Ein Beispiel ist die Marke „Bottega Veneta“. Der künstlerische Leiter Matthieu Blazy hat beschlossen, in verschiedene Magazine zu investieren, wie zum Beispiel in „B.U.T.T.“, die erste große unabhängige Zeitschrift der schwulen Community, die praktisch verschwunden war. Zusammenfassend: Der Begriff „Nische“ oder „unabhängig“ ist nicht mit der finanziellen Seite verbunden, sondern mit dem Inhalt. Nischenmagazin, weil es über Grafik spricht, Nischenmagazin, weil es über Wein spricht, Nischenmagazin, weil es über Kino spricht, usw.

Che valore ha, o ha avuto, nella tua vita l’edicola, inteso come luogo di scambio sociale e culturale? Come nel settore cartaceo anche il mondo delle edicole ha subito un declino esorbitante, credi che sia possibile riscoprire e far riscoprire il ruolo delle edicole in Italia?

Welchen Wert hat oder hatte der Kiosk in deinem Leben, verstanden als Ort des sozialen und kulturellen Austauschs? Wie im Printbereich hat auch die Welt der Kioske einen enormen Rückgang erlebt. Glaubst du, dass es möglich ist, die Rolle der Kioske in Italien neu zu entdecken und wieder bekannt zu machen?

L’edicola ha alimentato in me la passione per la comunicazione visiva. Da bambino, non vedevo l’ora di comprare l’ultimo fumetto, negli stessi anni in cui cominciavano ad arrivare anche i primi fumetti dei supereroi americani. Questo ha creato in me un forte legame con il luogo dell’edicola; al tempo stesso nutro una visione negativa di questa come attività. Le edicole stanno scomparendo, basta fare una passeggiata per accorgersene, e il servizio che offrono non è più al passo con i tempi. Inoltre, le redazioni generaliste stanno perdendo quella “passione” per il giornalismo e la centralità che un tempo avevano nell’informazione. Manca la figura dell’editore puro, colui che un tempo non era mosso da interessi economici, ma dal desiderio di fare l’editore. L’editoria non è per imprenditori, è quasi una missione. I grandi editori illuminati non ci sono più, e siccome tutto parte dall’editore, inevitabilmente l’intero sistema ne risente.

Ciò non toglie che esistono realtà incredibili come Scomodo e svariate altre, gestite da giovani, anche under 30, con la missione di fare buona informazione. Tuttavia, purtroppo o per fortuna, queste realtà restano fuori dai circuiti tradizionali. Penso che ci sia bisogno di una rivoluzione. Non risolverà la crisi dell’editoria generalista, ma potrà valorizzare l’editoria di nicchia.

Der Kiosk hat in mir die Leidenschaft für visuelle Kommunikation geweckt. Als Kind konnte ich es kaum erwarten, den neuesten Comic zu kaufen, in den Jahren, als auch die ersten amerikanischen Superhelden-Comics aufkamen. Dies hat eine starke Bindung zu diesem Ort in mir geschaffen; gleichzeitig habe ich eine negative Sicht auf diese Tätigkeit. Die Kioske verschwinden, man merkt es sofort bei einem Spaziergang, und der Service, den sie bieten, ist nicht mehr zeitgemäß. Zudem verlieren die allgemeinen Redaktionen die „Leidenschaft“ für den Journalismus und die zentrale Rolle, die sie einst in der Information hatten. Es fehlt die Figur des reinen Verlegers, der früher nicht von wirtschaftlichen Interessen, sondern vom Wunsch, Verleger zu sein, getrieben wurde. Verlagswesen ist nicht für Unternehmer. Die großen, aufklärenden Verleger gibt es nicht mehr, und da alles vom Verleger ausgeht, leidet zwangsläufig das gesamte System darunter.

Das schließt jedoch nicht aus, dass es unglaubliche Initiativen wie Scomodo und viele andere gibt, die von Menschen unter 30 mit der Mission betrieben werden, gute Informationen zu bieten. Leider bleiben diese Initiativen außerhalb der traditionellen Kreise. Ich glaube, dass eine Revolution nötig ist. Diese wird die Krise der allgemeinen Verlagsbranche nicht lösen, könnte aber das Nischenverlagswesen aufwerten.

EMILIO MACCHIA

Emilio Macchia è un graphic designer, art director e docente nell’ambito del design per la comunicazione visiva. Nel corso degli anni ha tenuto workshop e conferenze in Italia e all’estero. Dal 2010 è fondatore e Direttore Artistico di “Fahrenheit 39”, festival della ricerca e del design nell’editoria in Italia. Dal 2012 è responsabile della comunicazione e della linea editoriale di Osservatorio Fotografico. Nel 2014 fonda con Erica Preli lo studio EEE occupandosi prevalentemente di progettazione grafica per istituzioni e attività culturali e con cui dal 2018 è Art Director della rivista internazionale “Progetto Grafico” per AIAP Edizioni. Emilio Macchia ist Grafikdesigner, Art Director und Dozent im Bereich Design für visuelle Kommunikation. Im Laufe der Jahre hat er Workshops und Vorträge in Italien und im Ausland gehalten. Seit 2010 ist er Gründer und Art Director von „Fahrenheit 39“, einem Festival für Forschung und Design im Verlagswesen in Italien. Seit 2012 ist er verantwortlich für die Kommunikation und die redaktionelle Ausrichtung von Osservatorio Fotografico. 2014 gründete er mit Erica Preli das Studio EEE, das sich hauptsächlich mit Grafikdesign für Institutionen und kulturelle Aktivitäten beschäftigt, und ist seit 2018 Art Director der internationalen Zeitschrift „Progetto Grafico“ bei AIAP Edizioni.

Ciao Emilio, ti va di raccontarci un po’ chi sei, che tipo di background hai, culturale, creativo, ecc? Durante un workshop l’anno scorso, a cui partecipammo, ricordo citasti un periodo della tua vita legato al writing, è stata una pratica influente per il tuo futuro professionale?

Hallo Emilio, möchtest du uns ein wenig darüber erzählen, wer du bist, welchen Hintergrund du hast, kulturell, kreativ usw.? Ich erinnere mich, dass Sie während eines Workshops im letzten Jahr, an dem wir teilgenommen haben, einen Abschnitt Ihres Lebens erwähnt haben, der mit dem Schreiben verbunden ist. War dies eine einflussreiche Praxis für Ihre berufliche Zukunft?

Tutto è iniziato più o meno nel 1997 con i graffiti. Tra tag, treni e murate nella provincia ravennate, muovendomi tra Bologna e Veneto, ho sviluppato questa forte passione per la forma delle lettere. Questa passione mi ha poi condotto lentamente agli studi di graphic design, che ho svolto tra l’Accademia di Belle Arti e l’ISIA di Urbino. Durante i primi anni di università, anche grazie a figure influenti e professori, mi sono appassionato alla grafica olandese, tanto che decisi di fare la tesi sull’editoria clandestina in Olanda durante la Seconda Guerra Mondiale. Infine, ho seguito il percorso da ricercatore alla Jan van Eyck Academy di Maastricht, dove ho svolto un progetto di ricerca sempre legato all’ambito dell’ editoria olandese, ma più incentrato sul lavoro di uno stampatore di Maastricht che si chiamava Charles Nypels. Durante gli anni in Olanda ho conosciuto diverse persone che ruotavano attorno al mondo del libro, e questo mi ha portato a fondare il progetto Fahrenheit 39. Alles begann ungefähr 1997 mit Graffiti. Zwischen Tags, Zügen und Wandgemälden in der Provinz Ravenna, während ich zwischen Bologna und Venetien pendelte, entwickelte ich eine starke Leidenschaft für die Form der Buchstaben. Diese Leidenschaft führte mich dann langsam zum Studium des Grafikdesigns, das ich an der Accademia di Belle Arti und der ISIA in Urbino absolvierte. Während der ersten Jahre an der Universität, auch dank einflussreicher Personen und Professoren, begeisterte ich mich für das niederländische Design, sodass ich mich entschloss, meine Abschlussarbeit über die illegale Publizistik in den Niederlanden während des Zweiten Weltkriegs zu schreiben. Schließlich folgte ich dem Forschungsweg an der Jan van Eyck Academy in Maastricht, wo ich ein Forschungsprojekt im Bereich der niederländischen Verlagswesen durchführte, jedoch stärker auf die Arbeit eines Druckers aus Maastricht namens Charles Nypels fokussiert. Während meiner Jahre in den Niederlanden lernte ich verschiedene Personen kennen, die sich um das Buchwesen drehten, und das führte mich zur Gründung des Projekts Fahrenheit 39.

Come è nata l’iniziativa Fahrenheit 39? Cosa significa creare una manifestazione del genere, cosa indaga e quali sono gli obiettivi che si propone tale ricerca e selezione? Ritieni che la dimensione fisica di un evento sia un valore da mantenere o credi che si possa traslare in forma digitale? Wie ist Fahrenheit 39 entstanden? Was bedeutet es, eine solche Veranstaltung zu schaffen, was wird untersucht und welche Ziele verfolgt diese Recherche und Auswahl? Glaubst du, dass die physische Dimension eines Events ein Wert ist, den man bewahren sollte, oder denkst du, dass man es in digitaler Form übertragen kann?

Fahrenheit 39 nasce tra il il 2010 e il 2011 dalla volontà di creare un momento di ritrovo per tutte le persone che in quel momento in Italia si stavano occupando di “editoria indipendente” , e lo abbiamo replicato fino al 2017. Dopo una pausa, nel 2021 abbiamo organizzato l’ultima edizione chiamata “XXS”, cioè “extra extra small”, in un formato ridotto. Da lì abbiamo capito che non c’era più l’energia per portare avanti un evento così grande.

Bisogna considerare che queste iniziative sono faticose da sostenere solo con la passione. Fahrenheit 39 era completamente gratuito, infatti, non chiedevamo nulla agli espositori, perché il nostro obiettivo era quello di condividere e divulgare la nostra passione per l’editoria, offrendo un luogo dove le varie realtà potessero incontrarsi e fare networking. Il bello di quella manifestazione era trovarsi tutti insieme. Le ultime edizioni, nel 2015, 2016 e 2017, sono state le più importanti: durante quegli anni designer, artisti, editori e studenti provenienti da tutta Italia si trovavano a Ravenna per tre giorni di incontri, conferenze e workshop. Si parlava di editoria in modo genuino. Farlo in digitale non avrebbe avuto alcun senso: si sarebbe completamente perso lo spirito comunitario che quel progetto voleva rappresentare.

Fahrenheit 39 entstand zwischen 2010 und 2011 aus dem Wunsch heraus, einen Treffpunkt für alle Menschen zu schaffen, die sich damals in Italien mit „unabhängiger Verlagswesen“ beschäftigten. Wir haben es bis 2017 fortgeführt. Im Jahr 2021 organisierten wir die letzte Ausgabe mit dem Namen „XXS“, also „extra extra small“, in einem reduzierten Format. Ab diesem Punkt wurde uns klar, dass nicht mehr die Energie vorhanden war, ein so großes Event weiterzuführen. Man muss bedenken, dass solche Initiativen nur mit Leidenschaft schwer aufrechterhalten werden können. Fahrenheit 39 war kostenlos; wir haben den Ausstellern nichts verlangt, da unser Ziel war, unsere Leidenschaft für den Verlagswesen zu teilen und zu verbreiten, indem wir einen Ort bieten, an dem sich verschiedene Akteure treffen und Netzwerken können. Das Besondere an dieser Veranstaltung war, dass alle zusammenkamen. Die letzten Ausgaben in den Jahren 2015, 2016 und 2017 waren die bedeutendsten: Designer, Künstler, Verleger und Studenten aus ganz Italien kamen nach Ravenna, um drei Tage lang an Treffen, Konferenzen und Workshops teilzunehmen. Es wurde auf eine ehrliche Weise über Verlagswesen gesprochen. Es hätte keinen Sinn gemacht, das digital zu machen: Man hätte völlig den Gemeinschaftsgeist verloren, den dieses Projekt darstellen wollte.

Nel comunicato di Fahrenheit 39, 2014, si legge che l’associazione Strativari ha sviluppato nel tempo un proprio interesse per una domanda: “ Cosa è un libro?”Per te cosa è un libro? Quanto valore ha il rapporto tra forma e contenuto nel tuo metodo progettuale? Quale è la differenza tra un libro interpretato come oggetto e uno come veicolo di contenuti?

Als wir die Pressemitteilung von Fahrenheit 39, Ausgabe 2014, lesen, lesen wir, dass der Strativari-Verband ein Interesse an einer Frage entwickelt hat: „Was ist für Sie ein Buch?“ Welchen Stellenwert hat die Beziehung zwischen Form und Inhalt in Ihrer Gestaltungsmethode? Was ist der Unterschied zwischen einem Buch, das als Objekt interpretiert wird, und einem Buch, das als Träger von Inhalten interpretiert wird?

Ti rispondo citando la definizione di Ulises Carrión, artista concettuale messicano trasferitosi in Olanda nel 1970. Carrión definiva il libro come “una sequenza di spazi”, quindi percepibile come “una sequenza di istanti”. Io mi allineo completamente a questa definizione, che trovo molto poetica. Se invece dobbiamo essere più tecnici, possiamo dire che un libro è un insieme di pagine, tenute insieme o meno da un sistema di rilegatura, che contengono qualcosa.

Il tema del contenuto è cruciale per la creazione di un libro. Noi grafici non amiamo essere didascalici, non facciamo gesti eclatanti. Tuttavia, cerchiamo sempre un piccolo aggancio, e a volte ci piace nascondere il nostro segno in piccoli gesti o azioni. Per me, il rapporto tra forma e contenuto è fondamentale, ma non deve essere per forza gridato o dichiarato.

Ich antworte Ihnen, indem ich die Definition von Ulises Carrión zitiere, einem mexikanischen Konzeptkünstler, der 1970 nach Holland zog. Carrión definierte das Buch als „eine Abfolge von Räumen“, daher wahrnehmbar als „eine Abfolge von Momenten“. Ich schließe mich voll und ganz dieser Definition an, die ich sehr poetisch finde. Wenn wir stattdessen technischer vorgehen müssen, können wir sagen, dass ein Buch eine Reihe von Seiten ist, die etwas enthalten, ob sie nun durch ein Bindesystem zusammengehalten werden oder nicht. Das Thema des Inhalts ist entscheidend für die Erstellung eines Buches. Wir Grafikdesigner mögen es nicht, belehrend zu sein, wir machen keine aufsehenerregenden Gesten. Allerdings suchen wir immer nach einer kleinen Verbindung und manchmal verstecken wir unser Zeichen gerne in kleinen Gesten. Für mich ist die Beziehung zwischen Form und Inhalt grundlegend, aber sie muss nicht unbedingt geschrien oder erklärt werden.

“Ulises Carrión definiva il libro come una sequenza di spazi, quindi percepibile come una sequenza di istanti.”
“Ulises Carrión definierte das Buch als Abfolge von Räumen, also wahrnehmbar als Abfolge von Momenten.”

Credi ancora nei libri, nella carta stampata, nell’editoria generalista e non?

Glauben Sie immer noch an Bücher, gedrucktes Papier, generalistische und nicht-generalistische Veröffentlichungen?

Assolutamente sì. Non potrei dire il contrario, dato che ci lavoro, ma ci credo sinceramente. Personalmente non percepisco alcun timore per l’avanzamento della tecnologia. Nella storia, e nell’evoluzione della tecnologia, un medium non soppianta mai del tutto un altro. Anzi, la nostra forza sta nel riuscire a prendere il meglio da entrambi e creare ibridazioni. Credo fortemente nel potere della carta e nella forza del libro stampato. Certo, la produzione editoriale tradizionale diminuirà, ma il ruolo della stampa e della carta non sarà mai completamente sostituito.

Quando parlo del potere della carta, mi riferisco, per esempio, anche al gesto dello sfogliare un libro, un gesto potentissimo. Potremmo collegarci alla definizione di Carrión: sfogliare è come passare da un istante all’altro. Non esiste altro materiale capace di replicare la stessa potenza. Con l’avvento dell’editoria digitale abbiamo assistito al fenomeno della “rimediazione”, in cui un nuovo medium si porta dietro caratteristiche di quello precedente. Ad esempio, nei primi ebook, il rumore del “volta pagina” simulava quello della carta.

Absolut ja. Ich kann es nicht anders sagen, da ich dort arbeite, aber ich glaube es aufrichtig. Persönlich habe ich keine Angst vor dem technischen Fortschritt. In der Geschichte und in der Entwicklung der Technologie verdrängt nie ein Medium ein anderes vollständig. Tatsächlich liegt unsere Stärke darin, das Beste aus beiden herauszuholen und Hybride zu schaffen. Ich glaube fest an die Kraft des Papiers und die Stärke des gedruckten Buches. Natürlich wird die traditionelle redaktionelle Produktion zurückgehen, aber die Rolle von Print und Papier wird nie vollständig ersetzt werden.

Wenn ich von der Kraft des Papiers spreche, meine ich zum Beispiel auch die Geste, in einem Buch zu blättern, eine kraftvolle Geste. Wir könnten uns an Carrións Definition anschließen: Surfen ist wie das Bewegen von einem Moment zum anderen. Es gibt kein anderes Material, das die gleiche Kraft reproduzieren kann. Mit dem Aufkommen des digitalen Publizierens haben wir das Phänomen der „Sanierung“ erlebt, bei dem ein neues Medium Merkmale des vorherigen mit sich bringt. Beispielsweise simulierte das Geräusch beim Umblättern der ersten E-Books das Geräusch von Papier.

Che valore ha avuto nella tua vita l’edicola, inteso come luogo di scambio sociale e culturale? Anche il mondo delle edicole ha subito un declino, credi che sia possibile riscoprire e far riscoprire il ruolo delle edicole in Italia? Welchen Stellenwert hatte der Kiosk als Ort des sozialen und kulturellen Austauschs in Ihrem Leben? Die Welt der Zeitungskioske einen exorbitanten Niedergang erlitten. Glauben Sie, dass es möglich ist, die Rolle der Zeitungskioske wiederzuentdecken und neu zu entdecken?

Ho vissuto l’esperienza dell’edicola da bambino. I miei nonni avevano un negozio nel mercato coperto della città, il punto nevralgico del movimento cittadino, e lì vicino c’era un’edicola. Ogni giorno, insieme a mio nonno, andavo a comprare la famosa “busta”, ovvero delle buste di plastica o carta con dentro figurine, giornalini, fumetti, libri da colorare ecc.. Crescendo, però, l’edicola ha cambiato ruolo e non l’ho più percepita come un luogo sociale come quando ero bambino. Oggi vedo nuove realtà e progetti che investono sull’edicola, come Edicola 518, che ha poi creato Paradiso 518, una delle librerie più interessanti d’Italia. Credo che l’unico modo per far tornare in vita l’edicola sia riappropriarsi di quelle abbandonate – e ce ne sono tante, visto che risiedono su concessioni pubbliche – e trasformarle in luoghi democratici di incontro. Tuttavia, per far sì che l’edicola torni a essere quel luogo di incontro che era un tempo, è necessario l’intervento delle amministrazioni o delle associazioni. Una buona pratica potrebbe essere la creazione di una rete di “nuove” edicole, sulla falsariga delle vecchie, che erano “brandizzate” dalle testate giornalistiche.

Ich habe den Zeitungskiosk als Kind erlebt. Meine Großeltern hatten ein Geschäft in der Markthalle der Stadt, dem Nervenzentrum der Stadtbewegung, und in der Nähe gab es einen Zeitungskiosk. Jeden Tag ging ich zusammen mit meinem Großvater den berühmten „Umschlag“ kaufen, also Umschläge mit Aufklebern und Zeitungen. Als ich älter wurde, veränderte der Zeitungskiosk seine Rolle und ich nahm ihn nicht mehr als sozialen Ort wahr. Heute sehe ich neue Realitäten und Projekte, die in Zeitungskioske investieren, wie zum Beispiel Edicola 518, aus dem dann Paradiso 518 entstand, eine der interessantesten Buchhandlungen Italiens. Ich glaube, dass die einzige Möglichkeit, den Zeitungskiosk wiederzubeleben, darin besteht, die verlassenen Kioske zurückzuerobern – viele, da sie auf öffentlichen Konzessionen leben – und sie in demokratische Treffpunkte umzuwandeln. Das Eingreifen von Verwaltungen oder Verbänden ist erforderlich. Eine gute Praxis könnte die Schaffung eines Netzwerks „neuer“ Zeitungskioske nach dem Vorbild der alten sein, die von Zeitungen „gebrandet“ wurden.

ANNA FRABOTTA

Anna Frabotta insegna presso lo IED di Milano. È stata redattrice di varie riviste e nel 2019 ha aperto il suo negozio di magazine “FRAB’S Magazine” a Forlì. Quest’anno ha inaugurato l’apertura di un secondo negozio fisico a Milano. È fondatrice del festival “Mag to Mag”, che lo scorso settembre ha raggiunto la sua seconda edizione.

Anna Frabotta unterrichtet am IED in Mailand. Sie war Redakteurin bei verschiedenen Zeitschriften und eröffnete 2019 ihr eigenes Magazin-Geschäft „FRAB’S Magazine“ in Forlì. Dieses Jahr hat sie die Eröffnung eines zweiten Ladens in Mailand gefeiert. Sie ist die Gründerin des Festivals „Mag to Mag“, das im vergangenen September seine zweite Ausgabe erreichte.

Ciao Anna, raccontaci come è nato FRAB’S Magazine e cosa ti ha portato a concepire una manifestazione come il Mag to Mag, che in solo due edizioni si è già affermato come un polo centrale per la scena editoriale italiana e non solo.

Hallo Anna, erzähl uns, wie FRAB’S Magazine entstand und was dich dazu bewogen hat, eine Veranstaltung wie Mag to Mag zu konzipieren, die sich in nur zwei Ausgaben bereits als zentraler Knotenpunkt für die italienische Verlagsszene und darüber hinaus etabliert hat.

FRAB’S nasce da una passione e da un’esigenza personale. Ho sempre avuto il piacere di collezionare riviste, molte di queste provenienti dall’estero e che in Italia non si trovavano. Mi sono chiesta allora se c’era un interesse verso altri tipi di editoria rispetto a quella classica. Mi è venuta così l’idea di fare una libreria che vendesse solo magazine. Nel 2018, mi hanno bocciato il progetto, non si capiva se volessi fare un’edicola o una libreria vera e propria. Ho cercato allora di creare un e-commerce, ma prima però dovevo ottenere la partita IVA. Avevo aperto anche un account Instagram, dimostrando che c’era gente interessata a questo tipo di editoria. Finalmente riesco a ottenere, a maggio 2019, la partita IVA, e, grazie anche alla community che avevo creato sui social, ho subito iniziato a vendere. A fine 2020 prendo coraggio e lascio il lavoro per dedicarmi completamente alla mia nuova attività, riesco poi ad aprire il primo negozio fisico a Forlì e poi, quest’anno, a Milano.

FRAB’S entstand aus einer Leidenschaft und einem persönlichen Bedürfnis. Ich habe immer gerne Magazine gesammelt, viele davon aus dem Ausland, die es in Italien nicht gab. Da habe ich mich gefragt, ob es ein Interesse an einer anderen Art von Verlagswesen gibt, abseits des klassischen. So kam mir die Idee, eine Buchhandlung zu eröffnen, die nur Magazine verkauft. Im 2018, wurde mein Projekt abgelehnt, weil man nicht verstand, ob ich einen Zeitungskiosk oder eine richtige Buchhandlung eröffnen wollte. Also versuchte ich, einen E-Commerce-Shop zu erstellen, aber zuvor musste ich eine Steuernummer beantragen. Ich hatte auch einen Instagram-Account eröffnet, der sofort durchstartete und zeigte, dass es Menschen gab, die an dieser Art von Verlagswesen interessiert waren. Endlich konnte ich im Mai 2019 meine Steuernummer erhalten und dank der Community, die ich in den sozialen Netzwerken aufgebaut hatte, begann ich sofort mit dem Verkauf. Ende 2020 fasste ich den Mut, meine Arbeit aufzugeben, um mich ganz meinem neuen Unternehmen zu widmen, das mit der Pandemie einen großen Aufschwung erlebte, schließlich gelang es mir, den ersten physischen Laden in Forlì zu eröffnen und dieses Jahr einen weiteren in Mailand.

Ritieni che la dimensione fisica di un evento sia un valore da mantenere o credi che progetti del genere si possano traslare in forma digitale? Come ti rapporti rispetto a questa dualità?

Denkst du, dass die physische Dimension einer Veranstaltung ein Wert ist, den man beibehalten sollte oder glaubst du, dass sich solche Projekte in digitaler umsetzen lassen? Wie stehst du zu dieser Dualität?

Avere uno spazio in cui le persone potessero venire a vedere i magazine sarebbe stato il passo successivo al negozio online. Per quanto riguarda il Mag to Mag, c’era quasi una necessità di collaborare con gli altri piccoli editori, di creare una rete. L’idea era generare un punto di riferimento per l’editoria periodica di nicchia, che in Italia non esisteva. Selezioniamo solamente magazine, escludendo i progetti editoriali. Inaspettatamente, le due edizioni hanno avuto un gran numero di accessi portando con sé la dimostrazione di un grande interesse. Abbiamo comunque cercato di collegare il mondo magazine di “nicchia”, con quello più grande dell’editoria.

Einen Raum zu haben, in dem die Menschen die Magazine sehen konnten, wäre der nächste Schritt nach dem Onlineshop gewesen. Was Mag to Mag betrifft, gab es fast schon die Notwendigkeit, mit anderen kleinen Verlagen zusammenzuarbeiten und ein Netzwerk zu schaffen. Die Idee war, einen Bezugspunkt für Nischenmagazine zu schaffen. Wir wählen ausschließlich Magazine aus und schließen andere Verlagsprojekte aus. Unerwarteterweise hatten die beiden Ausgaben eine große Anzahl an Besuchern, was das große Interesse daran deutlich machte. Wir haben versucht, die Welt der „Nischenmagazine“ mit der größeren Verlagswelt zu verbinden. Gespräche über das Verlagswesen

In una tua precedente intervista abbiamo avuto modo di conoscere il tuo pensiero in merito alla definizione di “magazine indipendente”, che preferisci definire “di nicchia”. Quali sono le scelte e gli elementi che rendono iconico e senza tempo, sconnesso da qualsiasi tendenza effimera, un progetto editoriale?

In einem früheren Interview hatten wir die Gelegenheit, deine Gedanken zur Definition des Begriffs „unabhängiges Magazin“ kennenzulernen, den du lieber als „Nischenmagazin“ bezeichnest. Welche Entscheidungen und Elemente machen ein Verlagsprojekt ikonisch und zeitlos, unabhängig von vergänglichen Trends?

La “nicchia” è un valore da difendere nel momento in cui il magazine diventa troppo grande perché si snatura ed entra in una logica commerciale diversa. La vera domanda da porsi è: chi paga i magazine? Quelli piccoli si autofinanziano ed hanno una particolare interesse verso il lettore. Al contrario, le riviste commerciali sono pagate dall’inserzionista, che esercita un potere anche in scelte editoriali, di direzione e di layout. I magazine dovrebbero essere l’emanazione di chi li fa. È fondamentale esprimere sé stessi. Ad oggi le intelligenze artificiali non costituiscono che una minaccia per la profondità di riflessione e di progettazione, anche se si rivelano estremamente utili in alcune fasi.

A molti non piace la parola “nicchia”, come se indicasse che la cultura fosse qualcosa di elitario. In realtà, si tratta di lavori settoriali, con tirature di 500/1000 copie, con un costo molto alto di produzione, indirizzato non verso una “casta di intellettuali”, ma verso chi si trova nel settore o ne è appassionato. La forza di queste riviste è, appunto, la specificità.

Die „Nische“ ist ein Wert, den man verteidigen muss, wenn ein Magazin zu groß wird, da es dann in eine andere kommerzielle Logik eintritt. Die eigentliche Frage ist: Wer bezahlt die Magazine? Die kleinen Magazine finanzieren sich selbst und haben ein Interesse am Leser. Im Gegensatz dazu werden kommerzielle Zeitschriften von den Werbekunden finanziert, die auch Einfluss auf redaktionelle Entscheidungen ausüben. Magazine sollten die Verkörperung derjenigen sein, die sie erstellen. Es ist entscheidend, sich selbst auszudrücken. Künstliche Intelligenzen stellen heute eine Bedrohung für die Tiefe der Reflexion und Gestaltung dar, obwohl sie in bestimmten Phasen nützlich sind. Viele mögen das Wort „Nische“ nicht, als ob es bedeuten würde, dass Kultur etwas Elitäres sei. Tatsächlich handelt es sich um spezialisierte Arbeiten mit Auflagen von 500/1000 Exemplaren und sehr hohen Produktionskosten, die sich nicht an eine „Kaste von Intellektuellen“ richten, sondern an Menschen, die in diesem Bereich tätig sind oder sich dafür begeistern. Die Stärke dieser Magazine liegt gerade in ihrer Spezifität

Si sta assistendo ad una crisi del settore cartaceo, causata anche dal cambiamento delle modalità di diffusione delle informazioni. Approfondire, incuriosirsi, ricercare ed essere critici sembra essere ormai qualcosa di retrogrado. Tu con i tuoi progetti ti ritrai come un’alternativa, e il tema dell’ultima edizione del festival ne è un esempio: ti va di approfondire il concetto di “intelligenza sentimentale”?

Es gibt derzeit eine Krise im Printsektor, die auch durch den Wandel der Verbreitung von Informationen verursacht wird. Sich vertieft mit etwas zu befassen, neugierig zu sein, kritisch zu denken, scheint inzwischen als altmodisch zu gelten. Mit deinen Projekten stellst du eine Alternative dar, und das Thema der letzten Ausgabe des Festivals ist ein Beispiel dafür: Möchtest du das Konzept der „emotionalen Intelligenz“ näher erläutern?

La soglia dell’attenzione si è abbassata a pochi secondi negli ultimi tempi. Siamo nel periodo con più abbondanza di risorse e di informazioni. Quello che sembra mancare è la curiosità. La cultura “dematerializzata” ci ha allontanato da quella che è la cultura vera. Ho scelto come tema del festival proprio l’”intelligenza sentimentale”che rappresenta l’opposto dell’intelligenza artificiale, a mio parere molto utile per alcuni processi di realizzazione e di lavoro, ma mai sufficiente nel sostituire un umano. Sono partita dal fatto che tutti i magazine che preferisco sono nati dall’amore, dalle passioni che qualcuno aveva verso qualche tema e ha deciso di riversarlo sulla carta.

Die Aufmerksamkeitsspanne hat sich in den letzten Jahren auf nur wenige Sekunden verkürzt. Wir leben in einer Zeit mit einer Überfülle an Ressourcen und Informationen. Was jedoch zu fehlen scheint, ist die Neugier. Die „entmaterialisierte“ Kultur hat uns von der echten Kultur entfernt. Ich habe als Thema des Festivals bewusst die „emotionale Intelligenz“ gewählt, die das Gegenteil der künstlichen Intelligenz darstellt. Letztere ist meiner Meinung nach zwar in bestimmten Arbeits- und Produktionsprozessen sehr nützlich, aber niemals ausreichend, um einen Menschen zu ersetzen. Ausgangspunkt war für mich, dass all die Magazine, die ich am meisten schätze, aus Liebe und aus den Leidenschaften von jemandem entstanden sind, der ein bestimmtes Thema hatte und es auf Papier bringen wollte. Im Mittelpunkt steht die Bedeutung von Emotionen, Gefühlen und der Fähigkeit, als Menschen im Team zu arbeiten – etwas, das eine KI niemals ersetzen kann.

Progetti in vetrina

Se le edicole tradizionali simboleggiano il punto cardine della convivialità, quel polo fisso nelle piazze, silenzioso, animato da un lieve chiacchiericcio, e centrale attorno al quale la città si sviluppa, le edicole del futuro non possono essere da meno. In questa sezione sono raccolte le iniziative, i progetti e le realtà che ci ricordano che viviamo vicini a quel punto, e dobbiamo solo riscoprirlo.

Se die traditionellen Kioske den zentralen Punkt der Geselligkeit symbolisieren, jenes feste Pol in den Plätzen, still, belebt von einem leisen Geplapper, und zentral, um den sich die Stadt entwickelt, so dürfen die Kioske der Zukunft dem in nichts nachstehen. In diesem Abschnitt sind die Initiativen, Projekte und Realitäten gesammelt, die uns daran erinnern, dass wir in der Nähe dieses Punktes leben und ihn nur wiederentdecken müssen.

Arthur Ottmann Nato nel 2003 a Monaco di Baviera, attualmente studente presso la Libera Università di Bolzano. Attratto dall’esplorazione e dalla sperimentazione dei materiali, è alla ricerca di soluzioni innovative che valorizzino le loro qualità intrinseche. Nei suoi progetti grafici, riesce a trasmettere un’esperienza visiva che evoca la dimensione tattile, invitando l’osservatore a immaginare il contatto fisico con le superfici rappresentate.

Geboren im Jahr 2003 in München, ist er derzeit Student an der Freien Universität Bozen. Er ist fasziniert von der Erforschung und Experimentierung mit Materialien und ständig auf der Suche nach innovativen Lösungen, die ihre inhärenten Eigenschaften hervorheben. In seinen grafischen Projekten gelingt es ihm, ein visuelles Erlebnis zu vermitteln, das eine taktile Dimension evoziert und den Betrachter dazu einlädt, sich den physischen Kontakt mit den dargestellten Oberflächen vorzustellen.

Mathilda Holthaus

Mathilda Holthaus nasce ad Hannover (DE) nel 2001. Da due anni all’università libera di Bolzano sta trovando l’oppurtunità per crescere professionalmente anche grazie agli stimoli dell’ambiente universitario. Attualmente è determinata a continuare il proprio percorso in Italia, motivo per cui è consapevole che deve migliorare il proprio italiano.

Mathilda Holthaus wurde 2001 in Hannover (DE) geboren. Seit zwei Jahren an der Freien Universität Bozen findet sie dort die Möglichkeit, sich auch dank der Anregungen des universitären Umfelds beruflich weiterzuentwickeln. Derzeit ist sie fest entschlossen, ihren Weg in Italien fortzusetzen, weshalb ihr bewusst ist, dass sie ihr Italienisch verbessern muss.

Draft Masters

“Draft Masters” è un duo specializzato in arte e design generativo composto da Amedeo Bonini e Rocco Modugno. Creano opere d’arte algoritmiche con un vecchio plotter a penna degli anni ‘80 nell’ atelier nella loro camera di letto a Bolzano. Dal loro punto di vista, l’approccio generativo non è solo potente, ma anche estremamente divertente!

“Draft Masters” ist ein Duo für generative Kunst und Design, bestehend aus Amedeo Bonini und Rocco Modugno. Sie erschaffen algorithmische Kunstwerke mit einem alten Stiftplotter aus den 80er Jahren in ihrem Schlafzimmeratelier in Bozen. Aus ihrer Sicht ist der generative Ansatz nicht nur kraftvoll, sondern macht auch wirklich Spaß!

SK8 Project

La realtà della scena skate bolzanina permette l’avvenire di uno scambio di idee, esperienze differenti, che sfocia in una grande espressione di creatività e apertura mentale. Grazie a queste preziose interazioni, ogni individuo è libero di poter esaltare le proprie abilità e fantasie, che lo portano a ricoprire un importante ruolo nella comunità. Tale contributo permette di creare una realtà sociale nella quale non vi sono differenze e discriminazioni.

Die Bozner Skateboard-Szene trägt zu einem Austausch unterschiedlicher Ideen und Erfahrungen bei, die ein großes kreatives Potential gewährleisten und eine offene Weltanschauung fördern. Dank einer empathischen und auf Gegenseitigkeit beruhenden Interaktion können die Beteiligten den eigenen Fähigkeiten und Fantasien freien Lauf lassen, wodurch ein Zugehörigkeitsgefühl ohne Druck entsteht. Dadurch entwickelt sich eine soziale Interaktion ohne Vorurteile und Diskriminierung.

Lungomare

Lungomare è una piattaforma dedicata alla produzione culturale e alla progettazione. L’attività di Lungomare spazia dalla comunicazione visiva alla progettazione di spazi e allestimenti di mostre, includendo anche progetti curatoriali e sociali. La piattaforma crea e organizza spazi di incontro e dialogo in contesti urbani, invitando artisti a sviluppare progetti site-specific.

Lungomare opera su più livelli e in spazi diversi, che siano pubblici o privati, virtuali o fisici, urbani o espositivi.

Lungomare ist eine Plattform, die sich der kulturellen Produktion und dem Design widmet. Die Aktivitäten von Lungomare reichen von visueller Kommunikation über Raumgestaltung und Ausstellungsgestaltung bis hin zu kuratorischen und sozialen Projekten. Die Plattform schafft und organisiert Begegnungs- und Dialogräume in städtischen Kontexten und lädt Künstler ein, ortsspezifische Projekte zu entwickeln.

Lungomare arbeitet auf mehreren Ebenen und in verschiedenen Räumen, seien diese öffentlich oder privat, virtuell oder physisch, städtisch oder ausstellungsbezogen.

Mappatura (BZ)

Carambolage A Place to B(z)

Spesso si sente dire che Bolzano sia una città silenziosa, priva di stimoli e chiusa. La maggior parte degli studenti e dei giovani si incontra in Piazza delle Erbe senza considerare le aree più popolari ed autentiche della città. Ma davvero una città di rilievo e fermento studentesco ha solo un luogo dove poter trascorrere piacevolmente il tempo? Come collettivo ci siamo impegnati per creare una mappatura di luoghi da segnalare per evidenziare i nostri punti cardine. Il nostro obiettivo è quello di far scoprire nuovi bar, pizzerie, teatri, cinema e quant’altro a chi si sente un po’ deluso dall’offerta culturale e di movida cittadina. Ci teniamo a dire anche che questa non è una mappatura completa, ma solo iniziale. Ai nostri eventi potrete arricchire la mappa con i vostri posti preferiti e creare una nuova rete di luoghi dove potersi divertire e vivere la città.

Oft hört man, dass Bozen eine ruhige und wenig anregende Stadt sei. Die meisten jungen Leute treffen sich am Gemüsemarkt und ignorieren die authentischeren Viertel. Daher haben wir eine Übersicht von interessanten Orten erstellt, wie Bars, Pizzerien und Theater, um diejenigen anzusprechen, die vom kulturellen Angebot enttäuscht sind. Diese Karte ist nur der Anfang; bei unseren Veranstaltungen könnt ihr eure Lieblingsorte hinzufügen und so ein Netzwerk von Orten schaffen, an denen man Spaß haben und die Stadt erleben kann.

FabLab
Pizza Maradona
Batzen
Piccerella
Foto Forum
Nadamas
Filmclub
Zoona
Teatro Cristallo
UniBz Museion
TINA
Temple Bar
Spazio AMA
Goethe Haus
Transart
Pino e Lella
Salewa
DRIN
Bar Picchio
Bar Regina

IT 4 persone, 2 colori RISO, 3 tubi di inchiostro, 82 master, 137 fogli di prova, 900 fogli A3 definitivi, 100 copie da 36 pagine l’una, con inserto pieghevole centrale.

La produzione dei contenuti editoriali, del progetto grafico, e della realizzazione fisica sono stati interamente curati dai membri del collettivo, ciò rende il magazine un prodotto indipendente ed artigianale, ogni copia ha i suoi difetti, le sue peculiarità e i segni del fare umano.

DE 4 Personen, 2 Farben RISO, 3 Tintenpatronen, 82 Master, 137 Probedrucke, 900 endgültige A3-Blätter, 100 Exemplare mit 36 Seiten, Mit einem zentralen Einleger.

Die Erstellung der redaktionellen Inhalte, des Grafikdesigns und die physische Umsetzung wurden vollständig von den Mitgliedern des Kollektivs betreut, was das Magazin zu einem unabhängigen und handwerklichen Produkt macht. Jede Kopie hat ihre eigenen Mängel, Eigenheiten und die Spuren menschlicher Arbeit.

Un progetto di / Ein Projekt von ViaDante Collective

ViaDante Magazine - ISSUE 00 Crisi edicole ed editoria / Kiosk- und Verlagskrise

Settembre / September 2024 - 0€ Carta / Papier: Lenza Top 70gr Caratteri / Schrift: Suisse Int’l, ABC Laica

Si ringrazia per la collaborazione / Vielen Dank für Ihre Mitarbeit

Stefano Cipolla, Gianluca Camillini, Anna Frabotta, Emilio Macchia, Arthur Ottmann, Mathilda Holthaus, Alessia Farinola, Curzio Castellan, Marwan Rahman; Lungomare, Draft Masters, SK8 Project, Basis, A Place to B(z).

Software per trascrizioni audio / Audio-Transkriptionssoftware: www.scribebo.com by Marco Buian

ISSUE 00 Crisi edicole ed editoria

Krise der Zeitungskioske und des Verlagswesens

ViaDante Magazine
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