Abitare | l'uomo la casa la città

ABITARE l’uomo. la casa. la città.

al mio papà

-2-

di

Vanessa Nipas De Mesa matricola

corso di laurea

449492

Scienze dell’architettura

relatore prof. arch.

anno accademico

luigi franciosini

2016-2017

indice introduzione

5

Habito ergo sum

7

la casa lA CASA PER IL SOLAR DECATHLON LA CASA DELL’ARTISTA

11 13 14

la città LE RESIDENZE TEMPORANEE TIVOLI EN PLEIN AIR TAVOLA CON VISTA A VOLO D’UCCELLO

19 22 28 30

conclusione

31

bibliografia

35

-3-

“É irrilevante l’aspetto dell’archittura senza gli uomini, ciò che importa è l’aspetto degli uomini in essa” Bruno Taut

-4-

introduzione

L’architettura è una creazione dell’uomo, fatta per l’uomo.

L’uomo abita il mondo, come principio fondamentale della propria esistenza, lo ordina strade e città.

L’esigenza umana di concretizzare in strutture materiche il proprio rapporto con l’ambiente circostante fu evidente già agli albori.

Con i primi insediamenti l’uomo ha eretto i muri tetti per ripararsi dalle intemperie. Ha tracciato le strade per raggiungere i luoghi.

Tali strutture non si limitano a determinare una realtà spaziale, ma aprono ad una dimensione psichica che scaturisce nell’uomo sentimenti di appartenenza, di rifugio e di identità.

La complessità della vita dell’uomo è descritta dal suo abitare nel mondo. Quando essa viene interpretata e concretizzata in strutture che colgono appieno l’intensità delle sensazioni e dei sentimenti della vita dell’abitante, esse sono

-5-

“Abitare è come venire al mondo, e venire al mondo è già abitare” Maurizio Vitta

-6-

Habito ergo sum

Abitando il mondo l’uomo si appropria degli spazi e costruendo egli lo predispone al proprio abitare.

Come afferma Heidegger l’azione del costruire, che in un primo momento sembra essere consequenziale alla propria esistenza in quanto abitante, quindi un mezzo per l’abitare umano, ad un’attenta riflessione si rivela essere una manifestazione dell’abitare.

Il verbo tedesco bauen, costruire, trova origine nel termine buan, abitare, che a sua volta rimanda al verbo bin, essere.

L’etimologia ci mostra come l’abitare sia il come l’insieme di relazioni che egli instaura con lo spazio e con gli altri.

L’atto del costruire troverà nell’abitare la pienezza della sua essenza.

L’azione dell’abitare è imprescindibile al genere umano, si mostra non solo nella realizzazione degli effetti personali ed è evidente nella particolare attività.

-7-

attorno alle proprie necessità.

Con l’abilità sartoriale del gioco delle proporzioni e delle misure, ogni cosa è disegnata a misura d’uomo. degli oggetti che degli spazi della vita dell’uomo: dagli utensili alle sedie, dagli spazi di percorrenza alle dimensioni delle porte, dall’ingombro delle strade alle città.

-8-

Disegni di sedute di Gio Ponti

Disegno delle posate linea stockolm di Carlo Scarpa

Modulor di Le Corbusier

Sin dall’antichità si usavano i moduli a misura d’uomo: il palmo, il piede ed il passo, esse erano le misure che ordinavano l’armonia dei templi greci. L’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci e gli studi di Leon Battista Alberti, permisero a Le Corbusier di conferire valori deterministici alle teorie delle proporzioni già precedentemente note. Nel Modulor, pubblicato nel 1948, Le Corbusier mostra un sistema di proporzioni geometriche e matematiche, basato sulle misure umane, utili a migliorare l’estetica e la funzionalità nel progetto dell’architettura.

A riflettere l’uomo e la sua vita, lo spazio architettonico si plasmerà a seguire le misure movimenti dell’abitante negli spazi concepiti a favore della funzionalità che l’abitante vorrà conferirgli.

-9-

-10-

Jean Louis Schoellkopf agli abitanti dell’Unità di abitazione di Marsiglia

La casa La casa è forse il luogo dove è evidente l’abitare dell’uomo. Si dice infatti, che la casa descrivi l’abitante, come proiezione del proprio spazio esistenziale.

Lo spazio architettonico della casa mostra l’essenza dell’abitante; attraverso l’utilizzo degli spazi, dalla distribuzione dell’arredamento alla scelta oculata degli oggetti e della loro posizione, ci mostra lo schema gerarchico della propria quotidianità, raccontandoci la sua identità.

Non a caso l’immagine di casa è spesso legata alla descrizione dell’identità umana.

Gaston Bachelard offre un’immagine di casa posta tra due poli antitetici, quello della memoria e quello delle aspirazioni, conferendogli una struttura verticale, ripone nella cantina i ricordi e nel tetto i sogni. casa, secondo l’immagine della casa come essere concentrato, in cui si riflette l’intimità dei sentimenti. Si dispongono le stanze della propria abitazione alle attività della quotidianità secondo la tensione bipolare dei ricordi e delle aspirazioni. Da una parte la memoria dell’esperienza ci permette di dare ordine secondo gli schemi delle case passate, e con esse dei modelli di vita conosciuti, dall’altra le attività quotidiane ci tenderanno verso le nostre aspirazioni.

Infatti il progetto di architettura, nel dettaglio della casa, è il disegno di un progetto di vita, che l’abitante accoglie e persegue.

- 11 -

L’abitare, così spesso confuso con i fatti quotidiani che lo descrivono, vede tradurre le sequenze degli eventi che lo scandiscono, in un’estrema funzionalizzazione che riserva ad ogni sua attività un suo spazio. Ambienti che nel secolo XIX erano diventati elementi di diritto di ogni cittadino, articolano il cosiddetto programma funzionale, con dimensioni minime.

La zona notte, la zona giorno e i servizi, racchiudono gli spazi destinati a soddisfare i bisogni essenziali; le variazioni sul tema racconteranno differenti modi di abitare.

Le funzioni individuate vengono disposte secondo rapporti logici di prossimità e lontananza, imponendo un “tacito codice” di utenza dell’abitazione, che impone i percorsi, gli orientamenti, i ruoli e i comportamenti nella abitazione.

-12-

una ponderata disposizione di ambienti, uno schema geometrico che ordina gli spazi secondo la gerarchia delle relazioni.

Dagli spazi più intimi delle camere da letto agli spazi collettivi del salotto e della camera da pranzo, la casa descrive anche tramite le soluzioni tipoligiche le relazioni degli abitanti.

Le logiche relazionali dell’abitazioni si limitano a descrivere le dinamiche familiari, quando l’abitazione viene calata nel contesto urbano, essa deve far fronte a nuovi livelli di collettività da esperire nel progetto architettonico.

CASA PER IL SOLAR DECATHLON COSTRUZIONE DELL’ARCHITETTURA LAB. 3A

ZONA NOTTE

ZONA NOTTE

ZONA GIORNO

- 13 -

l’abitazione deve rispondere ai requisiti di efficienza energetica e alle richieste del programma funzionale (abitazione per famiglia di 4), imposte dalla competizione del solar decathlon.

-14-

LA C A SA DE L L ’AR T IS TA FONDAMENTI DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1A

- 15 -

-16-

ZONA NOTTE

ZONA

GIORNO

ZONA NOTTE

ZONA

GIORNO

ZONA PRIVATA INDIVIDUALE

ZONA PRIVATA FAMIGLIARE

ZONA PRIVATA INDIVIDUALE

ZONA PRIVATA FAMIGLIARE

L’abitazione accoglie gli spazi della vita famigliare al piano inferiore, dove gli ambienti si dispongono come in sequenza secondo la disposizione lineare dell’edi cio.

Al piano superiore si articolano gli spazi dell’artista, un laboratorio ed un ufficio collegato all’abitazione dove potrà accogliere eventuali clienti.

PIANTA PIANO TERRA

- 17 -

PIANTA PRIMO PIANO

“Le città come i sogni sono costruite di

-18-

discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra.

- Io non ho né desideri né paure, - dichiarò il Kan, - e i miei sogni sono composti o dalla mente o dal caso.

- Anche le città credono d’essere opere della mente e del caso, ma né l’una né l’altra bastano a tenere su le loro mura. D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.”

Italo Calvino

La città

Varcata la soglia della dimora, l’abitante deve far fronte ad una dimensione più ampia.

La casa, che rispecchia la dimensione individuale del nucleo familiare, attraverso strategie organizzative si misura con l’ambiente circostante, entrando nell’ambito di una collettività pubblica.

All’interno della casa unifamiliale la transizione tra ambito privato e ambito collettivo, viene mediato da soluzioni architettoniche che garantiscono la privacy, ma permettono allo stesso tempo l’apertura e il collegamento con gli altri abitanti.

Quando la dimora entra a far parte di un gruppo di alloggi, essa diviene parte di un sistema che tenta di conciliare la struttura urbana con l’anatomia dell’alloggio.

Con l’attenta considerazione delle necessità tecniche e tecnologiche, tanti esempi tipologici hanno risposto alla questione abitativa colletiva: case unifamiliari, gruppi di case in linea o a

- 19 -

In maniera differente questi esempi tipologici descrivono differenti modi di abitare, la realtà unifamiliare della villa, troverà nel collegamento della strada la soglia per l’ambito collettivo della dimora si scontra con differenti livelli di collettività: quello del piano, del condominio, della strada e del quartiere.

-20-

Soglie, barriere e diaframmi permetteranno una fluida transizione tra i diversi ambiti e cruciale in questo contesto sarà la relazione con gli elementi urbanistici principali di collegamento, quali la strada e la piazza.

Il passaggio tra la diversità degli settori della realtà cittadina, quelli del lavoro, quelli delle attività commerciali, quelli dell’incontro con gli altri e sopratutto quella delle abitazioni, deve essere fluido e deve garantire l’integrità di ognuno di essi. nel disegno dell’identità collettiva ed di una corrispettiva realtà spaziale, che sia al livello di quartiere o di città, essa rispecchierà gli abitanti e le loro relazioni, la loro storia e la loro necessità di collettività o intimità.

- 21 -

l’edi cio deve accogliere molteplici funzioni: spazi commerciali, spazi di lavoro, abitazioni ed aree collettive per gli abitanti.

La struttura verticale permette di disporre ai piani inferiori quelle aree destinate alla collettività pubblica; ai piani superiori si dispongono le abitazioni e le aree collettive ad esse pertinenti.

-22-

RE S ID EN ZE TE M POR AN E E P R O G E T TA Z I O N E A R C H I T E T T O N I C A E U R B A N A L A B 6 A

viale Ostiense via del Commercio

via G. Acerbi

via del Gazometro

via G. Bove

- 23 -

AREA DI INTERVENTO

Ingresso alla piazza da via Giacomo Bove

-24-

Vista stradale da via Giacomo Bove

Ingresso alla piazza da via Francesco Negri

RESIDENZE SERVIZI ATTIVITÀ COMMERCIALI

VIA

BOVE GIACO MO VIA

P R I V A T O

O S T I E N S E

FRAN CESC O

NEGR I

giacomo

bove

- 25 -

via

16 15 14 13 12 11 10

V I A L E

P U B B L I C O

9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

v ia

f r a n c e s c o

n e g r i

PIANTA PIANO TERRA

Vista dall’interno della piazza

-26-

Modello di un appartamento tipo

PIANTA PIANO DELLE RESIDENZE

- 27 -

TIVOLI EN PLEIN AIR P R O G E T TA Z I O N E A R C H I T E T T O N I C A E U R B A N A L A B 5 A

-28-

- 29 -

TAVOLA CON VISTA A VOLO D’UCCELL DISEGNO DELL’ARCHITETTURA

-30-

LO

- 31 -

-32-

“L’architettura è un sistema di gente, non un sistema di cose. [...] Il piacere del testo architettonico è dato dallo spazio fruito, dove l’uomo in movimento si riconosce e si interroga”.

Bruno Zevi

Conclusione

L’architettura, come concretizzazione materica della complessa natura umana, è descritta dalle Pieni, vuoti, materia e misure, ci permettono di cogliere l’immagine dell’architettura, ma la materia che la caratterizza rimane invisibile.

L’essenza impressa tra le mura si rivelerà solo a chi in un modo o nell’altro avrà la possibilità di viverla.

- 33 -

-34-

bibliografia

S. CHERMAYEFF E C. ALEXANDER Spazio di relazione e spazio privato

G. BACHELARD La poetica dello spazio

J. PALLASMAA La mano che pensa

S. D’URSO Il senso dell’abitare contemporaneo

M. HEIDEGGER Saggi e discorsi. Costruire abitare pensare

C. NORBERG-SCHULZ Esistenza Spazio Architettura

M. VITTA Dell’Abitare. Corpi spazi oggetti immagini

- 35 -