U-MAG Issue #5

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UMAG


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Mag è il magazine di chi crede che settembre sia il lunedi di tutti i mesi, di chi ha avuto più amori estivi che giorni di vacanza, di chi non ne poteva più della domenica senza il campionato di calcio, di chi ha promesso che a settembre comincia un corso d’inglese e la palestra tutto l’anno, di chi ha rimandato tutto a settembre e ora settembre è arrivato ma nessuno lo ha avvertito, di chi si scansa quando cadono le foglie dagli alberi in autunno, di chi da ora attende solo le prossime vacanze di Natale e ti abbrevia la vita anche solo prendendoci un caffè, di chi non ha visto neanche una stella cadente e pure il sogno ce l’aveva pronto e di chi invece ha visto la stella cadente ma aveva lasciato il sogno in un cassetto.

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Š 2013 adidas AG. adidas, the Trefoil logo and the 3-Stripes mark are registered trademarks of the adidas Group.

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adidas.com/originals


UMAG N°5 Settembre Ottobre 2013 Magazine Catalogo di Urban Jungle Progetto grafico: Kidea Hanno collaborato a questo numero: Dario Volpe, Diego Davide, Giuseppe Corvino, Fabio Cufari, Marco Perrone, Roberto Niro, Roberta Aprea, Roberto Strino, Rosa Iannuzzi. Immagine in copertina di Camilla Falsini. Contatti: info@urbanjunglestore.com www.urbanjunglestore.com Questa è una copia omaggio e non è in vendita. Le foto dei capi possono subire variazioni in caso di errori tipografici. Il contenuto esplicito e implicito di testi ed immagini in quanto frutto di ricerca artistica non vuole offendere la sensibilità di nessun individuo. Le inserzioni pubblicitarie di questo volume sono a titolo gratuito, lo spazio ad essi dedicato è da intendersi come riempimento grafico e non ha alcun scopo di lucro da parte di Urban Jungle che non riceve alcun compenso dai marchi presenti.

Opening Party Urban Jungle store Reggio Calabria

Back to 90’s..............................................................................................................................................08 NBA Style.................................................................................................................................................10 Stash.......................................................................................................................................12 Instagram Report.....................................................................................................................................14 Urban Safari..............................................................................................................................................18 Camo.........................................................................................................................................20 Straight from 80’s....................................................................................................................................24 Puma Suede Story..................................................................................................................................28

L’era del citazionismo..............................................................................................................................32 We love festival........................................................................................................................................34 The cassette to IPod converter............................................................................................................36

Camilla Falsini...........................................................................................................................................40 Viral Memes...............................................................................................................................................48 Aakash Nihalani........................................................................................................................................50

I paisà in NBA...........................................................................................................................................52 Subbuteo......................................................................................................................................56

Bad Women..............................................................................................................................................59

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BACK TO

90’S di Marco Perrone

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Nike Air Jordan “Retroed”

e Nike Air Jordan hanno indiscutibilmente fatto la storia delle sneakers. Proprio alle Air Jordan 1 si può attribuire il merito di avere, probabilmente per la prima volta, e in ogni caso nella maniera più efficace, infranto quella linea che separava le scarpe tecniche da sport da quelle di uso quotidiano. Dopo più di 30 modelli prodotti negli anni, le Air Jordan, nate grazie alla collaborazione con il più grande campione di tutti i tempi, hanno addirittura travalicato la fama del proprio creatore, superando la fine della carriera di Micheal e trovando nei campioni moderni della NBA nuovi testimonial (Carmelo Anthony, Blake Griffin, Ray Allen e Chris Paul). In esclusiva negli Urban Jungle Store sarà possibile trovare molti modelli delle Air Jordan “Retroed”, riviste e

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rieditate cioè, per permettere a chi non ha vissuto quegli anni d’oro di poter indossare questi veri e propri miti. Manco a dirlo uno dei modelli più “retroed” è stato proprio Air Jordan 1 (12 riedizioni), il primo modello delle Jordan infatti, oltre ad essere l’icona della collezione si porta dietro una serie di leggende metropolitane partendo dalla sua nascita. Si racconta infatti che il primo modello realizzato nel 1985, avesse un’unica colorazione rossonera, che richiamava i colori dei Chicago Bulls. Questa colorazione non contenendo alcun elemento bianco fu presto dichiarata illegale dalla lega, ma leggenda vuole che Jordan avesse continuato a indossarle nonostante il divieto, nonostante venisse multato di 5000 dollari a partita. Se non è amore per la maglia questo, dite voi…


Nike Air Jordan 3 Retro “Fire”

Nike Air Jordan 4 Retro “Toro”

Nike Air Jordan 5 Retro “Fire”

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NBA STYLE Dal parquet alla moda

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Urban Jungle Selected

Nike Super Human Lebron X. Urban Jungle Exclusive.

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tash è un’artista newyorkese nato alla fine dei 60 e, se dovesse ancora esserci qualcuno a ignorarlo, è considerato una leggenda della graffiti-art al punto che le sue prime opere, quando ancora doveva compiere 18 anni, sono state esposte assieme ai lavori di Keith Haring e Basquiat! Dopo aver attraversato da protagonista indiscusso gli anni 80 e 90 tra lavori underground e collage metropolitani, Stash si è imposto come innovatore assoluto e influencer

dello Urban style in tutto il mondo, instaurando importanti collaborazioni con alcuni tra i colossi del mondo dell’abbigliamento. Proprio dalla partnership con Reebok Classic è nata la collezione City Series: una serie di artisti selezionati in tutto il mondo, di cui Stash è ovviamente il punto focale, ha lasciato la propria impronta rinnovando la serie Classic in chiave Street. Tra le collaborazioni artistiche si trovano i nomi di Wane da New York, Swifty da Londra, Da Flow da Mexico City, Rimo da Tokyo, Eklips da Los

Graffiti Sneakers

di Lorena Toro

STASH

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Stash NYC

STASH SI Ăˆ IMPOSTO COME INNOVATORE ASSOLUTO E INFLUENCER DELLO URBAN STYLE IN TUTTO IL MONDO.

Angeles, Rae Martini da Milano, Sicksystems da Mosca, Pose da Chicago, Totem da Atlanta, Tati da Miami, Mad da Philadelphia e Monster da Parigi. Tra queste personalizzazioni, le Milan, le Tokyo e le Nyc, oltre a tanti altri modelli sono disponibili in esclusiva in tutti gli Uj Store!

Reebok Stash Collection Stash

Urban Jungle Exclusive

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REPORT

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Instagram Report.5

Location: Urban Jungle Store, Corso Garibaldi, 479, Reggio Calabria Outfit: da sx: Jordan Son of Mars Low, 3 Point Cargo, Kobe is the Black Mamba Tee, Cap 59Fifthy New Era - Lunar Force 1 Hyp Hi City Qs, Nike 6.0 Skull Tee - Air Jordan, Lebron Outdoor Tech Short, Jordan Flight23 Tee.

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URBAN SAFARI Esplorare la città

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e fantasie e le grafiche di Vans oramai non fanno quasi più notizia. Ne abbiamo viste di tutti i colori, di tutti i tipi e le forme. Con i lacci e senza. A quadroni e teschiate, di ciniglia e di pelle borchiate. Cosa mai potrà stupirci più? La Van Doren stavolta ci manda in Mozambico o in Kenya, e lascia una ToDo List: noleggiare un 4x4, preparare pranzo al sacco, macchina fotografica e scorta di batterie. Portare un berretto, spray antiinsetti. Se ancora dovesse esserci qualche dubbio,

di Mario Gaeta

quelli di Vans stavolta ci mandano in Safari, e alle scarpe ovviamente pensano loro o meglio, ci hanno già pensato. Le Authentic in versione Snake (Gold e Silver) e Tiger (Black e Brown), le Era in versione Leopard e Aloha, le Chukka 79 e le 159 Vulcanized compongono il “parco scarpe” d’avventura. Portate un documento di riconoscimento, recatevi presso uno degli Urban Jungle Store, e ritirate, in esclusiva, uno di questi modelli. Ricordate solo la più importante delle regole: mai dare cibo ai grandi felini, neanche se indossate le Tiger.

Vans Authentic Tiger Urban Jungle Selected

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Haring e Basquiat

Vans Authentic Snake Urban Jungle Selected

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Che la guerra abbia inizio

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01 02 03 04 05 06

NIKE DESTROYER - KOBE CLASH STUSSY THE SAYING TRUCKER HAT BLAZER MID ‘77 PRM VNTG NEW ERA NEW YORK YANKEES HAT VANDAL HIGH SUPREME (VNTG) ADIDAS BASKET PROFI LO

Urban Jungle Exclusive

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STRAIGHT FROM

80’S

di Rosa Iannuzzi

Adidas Originals Pro Conference Hi OG

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a parola “vintage” nella moda è sicuramente, soprattutto negli ultimi anni una tra le più usate, spesso anche in maniera totalmente casuale. Vintage non significa semplicemente vecchio, o usato. Oggetti e capi vintage sono si stati realizzati almeno una ventina di anni prima del momento attuale, ma si contraddistinguono dai comuni “seconda mano” poiché, grazie al valore che progressivamente accumulano con il passare del tempo, alla qualità dei materiali, alla irripetibilità e ai metodi di lavorazione, vengono considerati oggetti di culto. Un capo vintage, al momento della sua “seconda vita” riporta alla luce i tratti caratteristici del periodo storico da cui proviene. Adidas Originals è uno di quei marchi che cavalcando la moda del vintage, ha saputo riportare alla luce alcuni modelli storici divenuti icone per i collezionisti di sneakers, e in questo percorso è arrivata a ri-editare anche più volte i vecchi modelli del passato. Dopo aver rivisto parte del programma Consortium, lanciando alcuni remake della vecchia collezione, Adidas ripropone per la prima volta in circa trent’anni, uno dei modelli che hanno fatto la storia delle sneakers a fine anni 80: la Pro Conference Hi. Il remake verrà riproposto rispettando fedelmente il design, i materiali e le colorazioni originali, fatta eccezione per un leggero trattamento vintage su suola e sui dettagli. Solo negli Urban Jungle Store, in esclusiva, sarà possibile trovarle nelle due colorazioni speciali Silver e Gold.

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Adidas Originals Pro Conference HI OG Colore Gold & Silver, Urban Jungle Exclusive 25


Presentazione Puma Future Suede, Urban Jungle, via Chiaia, Napoli

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di Manuel De Vita

PUMA Clyde Frazier

SUEDE STORY 50 anni sotto i riflettori

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a Puma Suede ha da poco festeggiato il 45° compleanno, ma se non siete stati invitati per i festeggiamenti non c’è da disperarsi! A inizio 2013 Puma ha lanciato un sito dedicato proprio alla storia delle Suede, le sneakers street per eccellenza. Madeforthestreet.com racconta l’evoluzione delle Suede dai ’60 al Futuro con la condivisione di video e di info sui momenti che hanno segnato le 5 decadi: dal pungo proteso al cielo di Smith al Festival di Woodstock, alla nascita del B-boyism fino ad arrivare allo skateboarding e oltre. Oggi a distanza di quasi 50 anni dalla nascita, è possibile trovare, solo presso gli Urban Jungle Store, le Puma Suede Mid CityMen in una esclusiva versione con inserti in lana cotta.

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Beat Street


Puma Suede Mid City Mens, Urban Jungle Exclusive

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Š 2013 Vans, Inc. Photo: Clayton Woodley / Le Panda

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L’ERA DEL

CITAZIONISMO Daft Punk e la italo-disco

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pesso ci troviamo davanti a interi decenni che tornano in voga per colpa di una manciata di band localizzate su una sponda o l’altra dell’Atlantico. Questa volta un segmento musicale è stato riportato in vita da un duo francese che definire popolare è un magro eufemismo. I Daft Punk sono passati dall’abbozzare futuri possibili negli anni novanta a

Daft Punk

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di Roberto Strino

costruire un ponte con il passato con una forte operazione di recupero, che suggella definitivamente un’era di revival spinto. “Random Access Memories” cerca però di farcelo ignorare, rendendo terribilmente attuali arrangiamenti italodisco, miscelando semi-divinità dell’universo R&B con la dance più ammiccante, chiudendo con cavalcate epiche, ormai marchio di fabbrica non più esclusivo dei due ex-ragazzetti di Ver-


sailles, ma di un’intera fascia di smanettatori dell’elettronica (vedi M83). Dato che stiamo parlando di uno dei nomi più intuenti sui dancefloor di ogni angolo del pianeta (chiedo scusa agli Air), non possiamo non applaudire alla strategia usata per mettere in moto la macchina dell’hype. Un brano-intervista alla leggenda

RANDOM ACCESS MEMORIES CERCA RENDE TERRIBILMENTE ATTUALI ARRANGIAMENTI ITALO-DISCO, MISCELANDO SEMI-DIVINITÀ DELL’UNIVERSO R&B CON LA DANCE PIÙ AMMICCANTE del sintetizzatore Giorgio Moroder, e featuring con personalità magnetiche dell’indie come

M83 il frontman degli Strokes, Julian Casablancas, e Panda Bear degli Animal Collective. Album bello o non bello che sia, si deve riconoscere a Thomas Bangalter e Guy de Homem-Christo che sanno sempre far parlare di sé, e fare un gran rumore quando si tratta di scelte artistiche.

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a brezza estiva ha portato con sé tanti festival. La mente va subito ai concertoni americani stile primo maggio come il Lollapalooza, ma dopo il Primavera Sound di quest’anno il meglio è stato in posti esotici con line-up da pionieri invece di quelle monolitiche à la Coachella. In Europa ci sono tanti equivalenti dei mastodontici fasti del Pitchfork Fest, come il Reading Festival e il Glastonbury nel Regno Unito, nonché il principale concorrente in fatto di incassi del Primavera, il Rock

IN EUROPA CI SONO TANTI EQUIVALENTI DEI MASTODONTICI FASTI DEL PITCHFORK FEST, COME IL READING FESTIVAL E IL GLASTONBURY NEL REGNO UNITO, NONCHÉ IL PRINCIPALE CONCORRENTE IN FATTO DI INCASSI DEL PRIMAVERA, IL ROCK EN SEINE. En Seine. Quest’anno hanno calcato il palco parigino artisti in piena promozione album come Alt-J e Phoenix, vecchie glorie come Belle&Sebastian, NIN e System of a Down, e, per gettare un po’ di coolness sul nome dell’evento, Kendrick Lamar e

Reading Festival

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Sziget Festival Shady Records 2.0 Boys 2011


WE LOVE FESTIVAL di Roberto Strino

Che vi siete persi Tame Impala. Sempre in quell’area geografica hanno spiccato il Pukkelpop e il Pinkpop, rispettivamente in territorio belga e olandese. In Italia abbiamo avuto a disposizione tre ottime scelte. La prima è stata il MI AMI a Milano, organizzato dalla crew di Rockit, con un’ottima selezione di realtà nostrane attuali mixate con un po’ di vecchie glorie. Altro evento rilevante si è rivelato l’Indie Rocket, quest’anno avvenuto a Pescara, con i Fine Before You Came e i Gazebo Penguins. Last but not least l’ormai celebre Ypsigrock, l’orgoglio hipster del Belpaese, che ha casa in Sicilia. Stavolta Local Natives e Editors hanno fatto da primi della classe. E se non bastesse c’è stato lo Sziget, che ha bombardato a dovere il pubblico con una kermesse di ogni genere musicale, calato in un’atmosfera in stile Woodstock dell’Est.

Mi Ami 2013

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THE CASSETTE

TO IPOD CONVERTER Dall’analogico al digitale

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pero per voi che nella vostra cantina, sulla parte alta dell’armadio o in garage ci siano ancora le vostre musicassette o quelle di vostro padre o di un fratello maggiore. Se non sapete dove sono allora cominciate a cercare perché oggi attraverso un convertitore sarà possibile trasferire tutta la musica dal nastro a MP3 semplicemente premendo un tasto Play. The Cassette to iPod Converter è l’apparecchio che vi permetterà di registrare tutta la musica delle vostre audiocassette su iPhone o iPod touch. A guardarlo sembra un oggetto vintage, visto che è molto simile a un walkman degli anni 80, e a dire il vero la sua funzione principale è proprio quella di man-

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di Stanis La Rochelle

gianastri portatile, ma osservando il retro troverete un connettore dock e un alloggiamento per iPhone o iPod. Basterà poi usare l’applicazione gratuita abbinata e potrete convertire e registrare le canzoni delle audiocassette su uno dei vostri dispositivi Apple. È possibile effettuare la conversione delle musicassette e la registrazione in file MP3 direttamente sul computer con un software per Mac e PC che viene dato in dotazione. Nonostante oggi ci sia una gigantesca quantità di musica in digitale The Cassette to iPod Converter oltre ad avere un fascino retro, è un dispositivo che permetterà di recuperare in maniera agevole anche quelle registrazioni private che col tempo e nell’umidità delle cantine rischierebbero di andare perse.


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uando hai cominciato a disegnare e dove sei cresciuta artisticamente? Ho cominciato a disegnare come tutti, e cioè appena sono stata in grado di tenere in mano un pennarello o una matita colorata. Poi c’è chi smette e chi continua. Sono sempre vissuta a Roma, per cui posso collocare qui anche la mia crescita artistica. Ci sono degli artisti o illustratori a cui ti sei ispirata e altri a cui ancora oggi ti ispiri? Cosa o chi è per te fonte di ispirazione?

IL LINGUAGGIO È FONTE DI ISPIRAZIONE. MOLTE VOLTE PARTO, AD ESEMPIO, DA GIOCHI DI PAROLE, O DA NOMI BUFFI. L’ispirazione è ovunque, non solo nell’arte o nell’illustrazione. In questo campo sono tantissimi gli artisti che amo, anche molto diversi da me. Ma l’ispirazione per me è nella natura, nel linguaggio, nell’arte medievale, nella letteratura. I tuoi lavori sono sempre pieni di colori, che centralità hanno nella realizzazione dei tuoi disegni?

Sono fondamentali. Infatti quando mi chiedono di realizzare qualcosa in bianco e nero ne soffro… Se penso ad un disegno già lo vedo a colori. Amo i colori forti e invece non uso quasi mai colori tenui o pastello. Però mi piace accostare colori piatti e forti a trame naturali, ad esempio il legno vecchio. Comunque prima o poi mi piacerebbe fare qualcosa in cui il tratto sia più importante del colore.

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CAMILLA

FALSINI I colori del linguaggio di Roberta Aprea Camilla Falsini nasce a Roma nel 1975. I soggetti preferiti dei suoi dipinti e delle sue illustrazioni sono, al momento, cavalieri medievali e animali fantastici, sia gli uni che gli altri dotati di grandi teste e di esili corpi. Nel dicembre 2004 crea il collettivo Serpeinseno, insieme ad altre due artiste. Nel dicembre 2009 le tre lo sciolgono, in una tazzina di caffè, per seguire ognuna la propria strada, condividendo però lo stesso bellissimo laboratorio nel quartiere Pigneto a Roma. Le sue illustrazioni sono apparse in libri per bambini, pubblicità e magazine nazionali. Ha partecipato alla grande collettiva Scala Mercalli a Roma.

Don Gallo da Brisighella

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02 Esopo

Potresti spiegarci in poche battute i passaggi che portano alla realizzazione di un tuo personaggio? Come dicevo prima riferendomi al linguaggio come fonte di ispirazione, molte volte parto, ad esempio, da giochi di parole, o da nomi buffi (i nomi dei capitani di ventura medievali ad esempio, di cui sto facendo una lunga serie). Ultimamente addirittura sono partita da una lettera, la “E” (chissà perché) per creare 6 personaggi il cui nome inizia appunto con questa lettera: Eclisse, Esopo, Empio, Estivo, Enigma, Egizio ed Edipo. Magari seguiranno le altre vocali… Una volta partita da uno spunto il personaggio si forma man mano, e il più delle volte diventa molto diverso da come l’avevo pensato all’inizio.

03 Empio

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01 Eclisse

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Giovanni Acuto

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Quanta manualità e quanta tecnologia c’è nei tuoi lavori ? Penso che siano presenti in misura uguale. Per i lavori di illustrazione uso ormai soltanto tecniche digitali. Parallelamente dipingo e creo sculture per mostre o altro. Mi piace anche dipingere su grandi superfici, però l’ho fatto poche volte finora. Hai già realizzato due libri di illustrazioni per bambini, cosa cambia nel tuo lavoro quando comunichi ai più piccoli, hai mai pensato di riprodurre le tue opere in formato paper cut o pop up? Mi piacerebbe moltissimo, dipendesse da me! Comunque è da un po’ che non realizzo cose per bambini, ma da qualche mese sono diventata mamma per cui dovrò per forza diventare esperta in comunicazione coi bambini. Magari farò un libro per mio figlio.

Alato

Ogni artista ha per così dire un “rituale” nella realizzazione di un lavoro, il tuo qual è? Mi pare proprio di non averne. Forse il fatto che prima di lavorare sul definitivo faccio mille prove colore. Come riproduci i tuoi lavori in versione street art, come è accaduto in occasione del “Pitti” a Firenze o per il “Pigneto città aperta”, per citarne alcune.. Quando devo fare grandi dipinti le immagini a cui penso sono già concepite per quel fine. Per cui nel fare il bozzetto tengo in considerazione dei fattori come ad esempio l’impatto. Anche in questo campo per me è importantissimo il colore. Ti abbiamo vista impegnata al “Crack! fumetti dirompenti” tenutosi lo scorso giugno al Forte Prenestino a Roma, che impressione ti sei fatta degli artisti italiani rispetto al circuito internazionale? Quale artista italiano ci consiglieresti e quale fuori dal circuito nazionale? Ho partecipato ai primi quattro Crack! e poi non più fino a quest’ultima edizione: c’era esposto un mio vinile dipinto che faceva parte della mostra itinerante Sketch Vinyls. Era un omaggio ai Neurosis intitolato Lupilupus. Secondo me c’è stato (chissà se proprio grazie a manifestazioni come Crack!) un grande miglioramento per quanto riguarda gli artisti italiani. È difficile consigliare un solo nome perché mi piacciono tantissimi artisti sia italiani che stranieri. Alcuni italiani che ho scoperto da poco e che mi piacciono sono Elisa Macellari e Gio Bartok. Invece tra gli stranieri mi vengono in mente Matt Leines, Blexbolex, Tim Biskup, Neckface, Kentaro Okawara... Qual è la domanda che ti piacerebbe che ti facessero che però non ti fanno mai? “Se non ti fosse piaciuto disegnare, cosa avresti fatto nella vita?” Questo perché ogni tanto penso alle mie vite parallele e alle altre passioni che ho.

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Alipio

Amaro


PERCHÉ RISCHIARE TANTO?

© Daniel Beltrá/Greenpeace

PERCHÉ IL PERICOLO SAREBBE MAGGIORE SE RESTASSIMO A CASA.

2006 Più di 30 miliardi di tonnellate di anidride carbonica spedite in atmosfera. Tre volte tanto la capacità di assorbimento del pianeta. Ecco spiegate le acrobazie degli attivisti di Greenpeace: stanno aprendo uno striscione sulla più celebre statua di Rio de Janeiro, per richiamare alla ragione i rappresentanti di 188 nazioni, accorsi in Brasile per la Convenzione sulla Biodiversità.

DEVOLVI IL 5X1000 A GREENPEACE. CODICE FISCALE: 97046630584 www.greenpeace.it47


I

nternet ha cambiato il volto della nostra generazione. I contenuti veicolati dalla rete, rispetto ai media del passato, assumono una forma più piccola, quella dello schermo di un laptop, ma non per questo meno efficace. La capacità di diffusione di una immagine online, che all’inizio preoccupava l’utenza del web, adesso è diventata feticcio di una moltitudine di studiosi. Dai saggi di marketing e ricerche antropologiche alla stesura di intere linee editoriali atte alla creazione di contenuti esclusivamente virali. BuzzFeed è il sito regnante di questo nuovo ramo dell’informazione, con listoni giornalieri sulle 20 cose da fare durante lo spring break o sulle 10 motivazioni per cui non trovare lavoro è figo Accanto a quest’ultima macchina di contenuti. Coesistono una miriade di pagine che trattano dall’argomento comedy (9gag) ai rumors sui release delle case tecnologiche (gizmodo). Da questo substrato di produzione contenutistica in fermento nascono oggetti internettiani tanto intangibili quanto

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potenti come i meme. Il sito 4chan, una board pressoché immensa di voluttà vomitate dal pubblico di geek più efferati, è stato il ventre

DA QUESTO SUBSTRATO DI PRODUZIONE CONTENUTISTICA IN FERMENTO NASCONO OGGETTI INTERNETTIANI TANTO INTANGIBILI QUANTO POTENTI COME I MEME dei primi mostri/immagini mediatiche come un Leonardo Di Caprio passeggiante o un Keanu Reeves su una panchina con l’aspetto depres-


VIRAL MEMES Le vignette 2.0 so. I collage scaturiti dalla rielaborazione di tali immagini in altri contesti, o la semplice creazione di vignette ironiche declinabili in un milione di modi ha fatto spuntare un piccolo mercato di manager di tali meme. L’ultima frontiera sono gli animali. Un meme ritraente

di Roberto Strino un gatto dall’aspetto nervoso è stato il calcio di inizio per la saga di GrumpyCat, facendo apparire suddetto gatto sui principali network televisivi statunitensi, fino all’ottenimento di un contratto per un format televisivo. Arricchendo ovviamente le tasche del suo padrone.

Cat Memes

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AAKASH

NIHALANI

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Geometric vision

n principio fu Kandinskij con il il suo “Punto linea e superficie”, fu poi la volta di Munari e della sua fascinazione per il triangolo. Le figure geometriche e l’ossessione a sintetizzare il mondo in esse va avanti dai tempi del Bauhaus, ma oggi trova la sua evoluzione nella figura di Aakash Nihalani. L’artista newyorkese, cresciuto e formatosi nei sobborghi della Grande Mela, subisce l’influenza della strada; tinte forti, street art e un contatto diretto e costante con il paesaggio circostante fanno da contraltare alla scelta dei soggetti

di Rosa Iannuzzi

estremamente rigorosi. Qui la geometria si evolve, è evidente che dai tempi del Bauhaus le figure rigide e piatte abbiano subito un’evoluzione spaziale con il 3D, per poi affrontare un’ulteriore sintesi e trasformarsi nei soggetti prediletti da Nihalani: quadrati, rettangoli e triangoli isometrici, in cui i soggetti ridotte al 2D lasciano intravedere elementi di una prospettiva e di una profondità solo immaginata. C’è poi la città di New York, con le sue luci elettriche e il suo grigio metropolitano, background prediletto (ma non unico) per ogni soggetto. Le figure isometriche, dialogano

Aakash Nihalani

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con il paesaggio e con i protagonisti, che spesso interagiscono con le geometrie, disorientando l’osservatore, restano in bilico tra i vari livelli prospettici, giocano ad ingannare lo sguardo, con l’antica tecnica del Trompe l’œil, nota a Nihalani come al Mantegna. E poi in fine c’è il sapiente uso del colore, attore non protagonista, ma elemento strabiliante delle composizioni dell’artista.

Pigmenti fluorescenti, tremendamente alla moda, in grado di rapire lo sguardo, catalizzare l’attenzione e compiere quell’estasi, frutto di un perfetto mix tra sfondo, soggetto e colore. La forza di un’artista è nella sua capacità di distillare la sua epoca in immagini, Aakash Nihalani, il distillato lo serve in calici isometrici. Ora provate a berne il fluorescente succo.

Aakash Nihalani

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I PAISÀ IN

NBA Partono i bastimenti

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ra appena cominciato un rigido inverno quando, seduto alla scrivania della sua stanza nel College di Springfield, James Naismith era alle prese con una brutta gatta da pelare: doveva inventare un gioco facile da apprendere, che si potesse disputare indoor e che non incidesse troppo sulle magre casse dell’Università. Jim, così lo chiamavano in famiglia, scriveva fogli su fogli ma il risultato non gli sembrava mai soddisfacente, così, appallottolava la carta e la gettava nel cestino di fronte a lui, facendole disegnare nell’aria un’ampia parabola. Una volta, due, tre, fino a quando ebbe l’il-

di Diego Davide

Correva l’anno 1891. L’NBA, giocato negli Stati Uniti, è il campionato più competitivo e appassionante del globo, lo sanno anche quanti, pur non avendo mai visto una partita in Italia, giunti nel nuovo mondo si fanno prendere talmente dalla febbre del pallone a spicchi, che sono disposti a fare anche una fila di due

L’ULTIMO ARRIVATO È GIGI DATOME: IL GIOVANE TREVIGIANO, CHE LO SCORSO LUGLIO HA FIRMATO PER I PISTONS, PORTERÀ IL TALENTO TRICOLORE A DETROIT luminazione: sarebbe stato questo il nuovo gioco con cui tenere impegnati gli studenti! Le regole del “new game” di Naismith vennero pubblicate sul giornale studentesco Triangle e fu il First Team, un gruppo di 18 giocatori suddivisi in due squadre di nove ciascuno, a disputare la prima partita sperimentale della storia. Due cesti da verdura, fissati alla balconata della palestra, facevano da canestri, l’incontro terminò con il risultato di 1-0 ed era appena nato il Basketball.

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Gigi Datome ore per poter vedere una partita e agitare un dito di gommapiuma. Se un tempo l’italiano in vacanza in America stravedeva per i vari Magic Johnson, indimenticato playmaker dei Lakers e per Michael Jordan


e Scottie Pippen fuoriclasse dei Chicago Bulls, oggi i beniamini sono i giocatori italiani che, coronato il sogno di bambino, sono volati oltremanica per atterrare nel gotha della pallacanestro. Il primo a giocare in NBA è stato Stefano Rusconi che ha esordito il 12 novembre del 1995 e tre giorni dopo di lui Vincenzo Esposito, della scudettata Juve Caserta, che gioca per 8 minuti e mette a referto 1 punto nella partita tra Toronto Raptors vs Houston Rockets. Passano undici anni e arriva Andrea Bargnani. Il “mago”, è questo il suo soprannome, è stato il primo giocatore scelto del Draft NBA 2006, dal prossimo campionato sarà in forza ai New York Knicks. Marco Belinelli, il Beli, arrivato nel 2007 alla corte dei

Chicago Bulls passa ai San Antonio Spurs mentre Danilo, il Gallo, Gallinari, alla sua quinta stagione in NBA disputerà la season con la canotta gialla dei Denver Nuggets. L’ultimo arrivato è Gigi Datome: il giovane trevigiano, che lo scorso luglio ha firmato per i Pistons, porterà il talento tricolore a Detroit. Per essere sempre aggiornati sulle performance dei Paisà è nato un sito “italiaNBAsket”, che ha anche una pagina su facebook. Per provare tutta l’emozione di un canestro all’ultimo minuto, invece, non resta che puntare la sveglia, accendere la televisione e seguire le meraviglie del torneo di basket più bello del mondo.

Andrea Bargnani

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SUBBUTEO di Dario Volpe

Il calcio in punta di dito

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rima che le console con i loro joystick invadessero le case e FIFA e PES si contendessero lo scettro di migliori giochi sul calcio, il Subbuteo è stato per decenni la miglior simulazione casalinga del gioco più amato al mondo, il football appunto. Il Subbuteo nacque nel 1947 da un idea di Peter Adolph, che si rifaceva a un gioco degli anni trenta, il New Footy, inventato da W.L. Keelings. Adolph lavorò per mesi all’idea di trasferire il calcio dallo stadio al salotto di casa e, dopo aver sviluppato il progetto, mise un annuncio sul giornale della vendita del gioco e l’indirizzo dove inviare l’assegno per acquistarlo. Lo fece poco prima di partire per l’America, dove sarebbe andato a seguire degli studi di ornitologia, che in realtà era la sua professione. Quando tornò dagli Stati Uniti, l’ornitologo inglese trovò una marea di richieste e di assegni, quando in realtà il Subbuteo era ancora solo un progetto su

Subbuteo

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carta. Il nome del gioco, a dire il vero, sarebbe dovuto essere The Hobby; cioè “passatempo”, ma al momento della registrazione l’Ufficio Brevetti inglese gli negò la possibilità di chiamarlo così e l’ornitologo allora scelse il nome di una specie di falco, particolarmente diffuso in Toscana, il lodolaio, prendendone in prestito parte del nome scientifico, Falco subbuteo, appunto. Pur restando un divertentissimo gioco di simulazione del calcio, dopo aver avuto una diffusione a livello mondiale negli anni 70 e 80, successivamente ha ovviamente sofferto il minor realismo rispetto ai videogiochi, fino a fermarne per anni la produzione. Col tempo ha avuto anche delle evoluzioni come l’avveniristica struttura a crociera che serve a fissare e tendere il campo da gioco, che invece un tempo veniva fissato con colla o con puntine su un ingombrante compensato o le basi dei giocatori delle miniature che oggi sono piatte e rendono molto difficili quelli che un tempo venivano chiamati gli “effetti” che


Subbuteo riuscivano grazie alle basette più piccole e più arrotondate. Certo che se non avete mai visto o giocato a questo gioco sappiate che come in una partita di calcio reale le squadre sono composte da undici giocatori; che sono rappresentati da miniature in plastica riproducenti le fattezze di calciatori tenuti in equilibrio da una piccola base semisferica appesantita da un piccolo peso all’interno. Le regole del gioco non si distaccano troppo dal gioco reale ma per questo vi consiglierei un approfondimento con chi è più grande di voi o con il regolamento ufficiale che potete trovare anche online sul sito della Federazione internazionale di calcio da tavolo, ma sappiate che richiede una particolare destrezza, nei movimenti dei calciatori e nel calciare una sfera in plastica rappresentante il pallone che è decisamente più grande rispetto ai giocatori mentre il portiere viene invece manovrato per mezzo di un’asticella che passa sotto la rete della porta. Per farvi capire l’importanza che ha avuto negli anni passati basterà pensare che sin dagli anni

70 sono stati organizzati tornei internazionali di Subbuteo e che dal 1970 fino al 1990, in concomitanza con i mondiali di calcio, sono stati organizzati i Campionati Mondiali di Subbuteo. In Italia il gioco ebbe un gran successo da subito e per anni il Guerin Subbuteo divenne il trofeo più ambito per un giocatore di calcio da tavolo, manifestazione che vedeva la collaborazione della testata giornalistica del Guerin Sportivo e di Edilio Parodi, figura di riferimento per i subbuteisti italiani visto che quando la casa produttrice di giocattoli Hasbro nel 2000 interruppe la produzione del gioco, in Italia, è continuata fino al 2003 grazie a una licenza concessa al distributore locale, la ditta Edilio Parodi, che ha inoltre creato una nuova versione del gioco da tavolo chiamata “Zëugo” (gioco in genovese). Prossimo appuntamento importante per tutti i curiosi e gli appassionati sarà il FISTF World Cup 2013 che si terrà a Madrid dal 6 all’8 settembre e che vedrà sfidarsi i migliori giocatori del “calcio in punta di dito”.

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Š 2013 Vans, Inc.

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BAD WOMEN

Lucy Liu, “Kill Bill”

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Charlize Theron “Biancaneve e il cacciatore”

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Salma Hayek, “Dal Tramonto all’alba”

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Miranda Priestly, “Il Diavolo veste Prada�

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Samara Morgan, “The Ring”

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Grace Jones, “Bersaglio Mobile”

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Kathy Bates, “Misery non deve morire”

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