EDITORIALE
INDICE EDITORIALE
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APERTURA L’ENERGIA NON È UN GIOCO di Claudio Spinaci
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LE INTERVISTE RIDURRE LA DIPENDENZA DALLA RUSSIA? DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE 8 intervista a Enzo Amendola LA RAFFINAZIONE FONDAMENTALE PER LA SICUREZZA ENERGETICA DELL’ITALIA intervista a Rosario Pistorio
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EVITARE DI PENALIZZARE, O PEGGIO CRIMINALIZZARE, 12 INTERI SETTORI COME IL NOSTRO intervista a Dario Scaffardi UNA CRISI CHE CI DEVE RIPORTARE CON I PIEDI PER TERRA intervista a Paolo Scudieri
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COVER STORY ALLE ORIGINI DEL “CARO ENERGIA” IN EUROPA E IN ITALIA di Vittorio D’Ermo
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CLIMA, ECONOMIA E SICUREZZA ENERGETICA 19 NELL’ERA DELL’ANTROPOCENE di Francesco Sassi LE POLITICHE ENERGETICHE EUROPEE NON SUPERANO LA PROVA DEI FATTI di Simona Benedettini
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LA RICERCA DI COLPEVOLI NON RISOLVE IL PROBLEMA DEL “CARO ENERGIA” 23 di Enrico Morando RINNOVABILI: ANCORA TROPPE LENTEZZE NELLE AUTORIZZAZIONI di Luca Aterini
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BASTA CON LA POLITICA DEGLI ANNUNCI, È IL MOMENTO DI FARE I CONTI CON LA REALTÀ di Chicco Testa
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LA VERA POLITICA NON SI MISURA SULLA CAPACITÀ DI PRENDERE LIKE di Claudio Velardi
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RUBRICHE RASSEGNA STAMPA
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STORIA DEL PETROLIO: 33 Il nodo mai risolto della sicurezza energetica di Giorgio Carlevaro TECNOLOGIE PER IL FUTURO: 36 Le torri solari che fanno volare gli aerei PROFESSIONI DEL SETTORE: 38 intervista a Ville Patola DALLA PISTA ALLA STRADA: 39 Porsche spinge sull’e-fuel: nella GP Ice RacE debutto low-carbon per la Cayman GT 4 EDUCATION: 40 Il webinar unem-education dedicato alla “nuova” tutela costituzionale dell'Ambiente NOVITÀ LEGISLATIVE
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NEWS DALLE ASSOCIATE 42 IMMAGINARE IL FUTURO 43
MUOVERSI
TRIMESTRALE DI UNIONE ENERGIE PER LA MOBILITÀ ANNO 2022 N. 2 APRILE / GIUGNO Direttore Responsabile Marco D’Aloisi Collaboratori Armando Durazzo, Paolo Guarino, Roberto Roscani Ideazione e Progettazione Grafica Valerio Ventucci per Atlas Consulting
Fino a qualche mese fa non avremmo mai pensato di tornare a sentir parlare di “economia di guerra”, come hanno titolato diversi giornali. Il momento è molto difficile per tutti, in particolare per l’Europa che si è scoperta quanto mai fragile sul fronte energetico, a differenza degli Stati Uniti che negli ultimi anni si sono resi quasi indipendenti da questo punto di vista tanto da arrivare a proporsi come un’alternativa al gas russo. Un’Europa che, come scrive il presidente Spinaci, nel commento che apre questo numero, “non ha mai avuto una vera politica energetica continentale condivisa” e ancora oggi è “molto più divisa di quanto voglia far apparire”. Ogni Stato membro negli anni ha infatti perseguito una propria e autonoma politica energetica, mirata a valorizzare i propri punti di forza in termini di materie prime e filiere industriali al fine di ottenere vantaggi competitivi sugli altri. Come ad esempio in Francia, dove oltre il 70% del fabbisogno elettrico è coperto dal nucleare, o anche in Germania dove oltre il 50% deriva dal carbone. Entrambi i Paesi, prima della crisi energetica iniziata nella seconda metà del 2021 e resa drammatica dallo scoppio della guerra, avevano fissato dei programmi di uscita da queste due fonti in ottica transizione energetica, ora rinviati molto più avanti nel tempo. L’Italia ha invece preferito scegliere di dire di “no” praticamente a tutto, con il risultato di avere i costi dell’energia più alti d’Europa. È evidente che in una simile situazione siamo uno tra i Paesi più esposti. Temi come sicurezza energetica e diversificazione delle fonti non fanno più parte da tempo dell’agenda europea e solo ora si riscopre, con colpevole ritardo, quanto siano importanti anche ai fini del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione che rischiano di essere fortemente compromessi da quanto sta accadendo. Dobbiamo perciò tornare a riflettere sull’efficacia di politiche basate su una “visione tecnicista, positivista e razionalista della transizione energetica come il risultato ultimo di una graduale e infine esplosiva introduzione delle energie rinnovabili” come scrive Federico Sassi del Rie, perché “nell’epoca attuale, l’intervento politico e la sintesi fra esigenze di economia domestica, sicurezza internazionale e cambiamento climatico impone un nuovo paradigma di pensiero”. Proprio per questa funzione di mantenimento della sicurezza negli approvvigionamenti la raffinazione diventa strategica, come ci hanno spiegato Rosario Pistorio di Sonatrach Raffineria Italiana e Dario Scaffardi di Saras. Il primo convinto, che “sia già un valore aggiunto a livello europeo che rende l’Italia non solo un player importante nel settore, ma assicura livelli di sicurezza negli approvvigionamenti superiori a quelli del Nord Europa”; il secondo, che serva per questo una “politica dell’energia che preveda programmi certi ed eviti di penalizzare, o peggio criminalizzare, interi settori come il nostro”. Ci troviamo davanti a quello che Enzo Amendola, Sottosegretario agli Affari europei, definisce nella sua intervista un “cambiamento epocale della storia europea”, persuaso che rinunciare alle forniture russe sarà “un compito difficile, ma non impossibile. C’è tutto l’impegno per andare avanti, ma non sono traguardi che si raggiungono dall’oggi al domani”. Ecco, di questo dobbiamo essere consapevoli. Perché con l’energia non si scherza e non si improvvisa. Serve programmazione, tempo e investimenti in tutte le fonti. Solo in questo modo sarà possibile arrivare ad una transizione veramente sostenibile, nell’accezione più ampia del termine, che non può prescindere dalla sicurezza energetica che, come scrive Giorgio Carlevaro “non è una moda di stagione e non può essere condizionata da scelte politiche o dal prevalere di questa o quella fonte di energia. È un must. Al di sopra di interessi contingenti di questa o quella forza politica”. Buona lettura
TRIMESTRALE DI UNIONE ENERGIE PER LA MOBILITÀ
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