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AN MAR

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C

Dottorato di ricerca in Ingegneria economico-gestionale Ph.D Programme in Economics and Management Engineering Dottorato di ricerca in Scienze storiche Ph.D Programme in Historical Sciences

Master Master Programmes Master in Comunicazione, Management e Nuovi media Master Programme in Communication, Management and New Media Master internazionale in Strategia e Pianificazione delle organizzazioni, degli eventi e degli impianti sportivi International Master Programme in the Strategy and Planning of Sports Organizations, Events and Facilities Master di I livello in Sicurezza e Qualità dell’alimentazione dei bambini in una società multietnica 1st level Master Programme in the Safety and Quality of Nutrition for Children in a Multiethnic Society

Master di II livello in Strategie per la promozione e la tutela della sicurezza e della qualità dell’alimentazione in età evolutiva 2nd level Master Programme in the Safety and Quality of Nutrition in the Developmental Years Master di II livello in Medicina e Chirurgia Estetica 2nd level Master Programme in Medicine and Aesthetic Plastic Surgery

San Marino University of Design

Master di I livello in Criminologia e Psichiatria forense 1st level Master Programme in Criminology and Forensic Psychiatry

REPUBBLI

Dottorati Ph.D Programmes

Montegiardino. Design per il borgo antico Design for the ancient town

Corsi di laurea triennale e magistrale in Ingegneria civile Undergraduate and Graduate Programmes in Civil Engineering

LA L

Corso di laurea in Disegno industriale Undergraduate Programme in Industrial Design

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Lauree Degree Programmes

San Marino Design Workshop 2010

IVERSITÀ UN D

TUDI

Università degli Studi della Repubblica di San Marino

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Offerta formativa Courses of Study

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MONTEGIARDINO DESIGN PER IL BORGO ANTICO DESIGN FOR THE ANCIENT TOWN San Marino Design Workshop 2010

con il patrocinio di under the patronage of

Segreteria di Stato per l’Istruzione, la Cultura, l’Università e le Politiche Giovanili Secretary of State for Education, Culture, the University and Youth Policies Segreteria di Stato per l’Industria e il Commercio Secretary of State for Industry and Commerce Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ambiente, l’Agricoltura ed i Rapporti con l’A.A.S.P. Secretary of State for the Territory and the Environment, Agriculture and Relations with the A.A.S.P. Segreteria di Stato per il Turismo Secretary of State for Tourism

promosso da promoted by

Giunta di Castello di Montegiardino Council of the Castello di Montegiardino Capitano di Castello Captain of the Castello Marta Fabbri Segretario di Giunta Council Secretary Maria Katia Savoretti Membri di Giunta Members of the Council Iole Maria Gnesi Emanuela Morri Angelo Poggiali Simona Righi Sonia Toccaceli Umberto Toccaceli

San Marino University of Design


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San Marino Design Workshop 2010 13-19 settembre september


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MONTEGIARDINO

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DESIGN PER IL BORGO ANTICO DESIGN FOR THE ANCIENT TOWN

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a cura di editor Riccardo Varini coordinamento editoriale editorial coordination Fiorella Bulegato raccolta materiali collection of materials Chiara Belardinelli collaborazione redazionale editorial assistance Karen Venturini traduzioni translations Olga Barmine immagine coordinata workshop workshop corporate identity Sergio Brugiolo con with Veronica Maccari, Annalisa Muccioli progetto grafico volume book graphic design Sergio Brugiolo fotografie photography Andrea Bastianelli Veronica Maccari editore publisher Guardigli Editore via Istriani, 94 47890 Repubblica di San Marino tel +378 0549995144 fax +378 0549990454 guardiglieditore@omniway.sm www.guardiglieditore.com

© 2011 Università degli Studi della Repubblica di San Marino ISBN 978-88-904759-2-4 finito di stampare nel mese di luglio 2011 da printed in July 2011 by Tipografia La Pieve, Villa Verucchio, Repubblica di San Marino per conto di for Guardigli Editore

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volume realizzato con il contributo di this book has been made possible by the generous contribution of Segreteria di Stato per l’Istruzione, la Cultura, l’Università e le Politiche Giovanili Secretary of State for Education, Culture, the University and Youth Policies Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ambiente, l’Agricoltura ed i Rapporti con l’A.A.S.P. Secretary of State for the Territory and the Environment, Agriculture and Relations with the A.A.S.P. Giunta di Castello di Montegiardino Council of the Castello di Montegiardino

si ringraziano with special thanks to Marta Fabbri Marcella Michelotti Rettorato Università degli Studi della Repubblica di San Marino


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Indice Index 7 Presentazioni istituzionali Institutional introductions

Un modello partecipativo per il progetto urbano A model of participation for urban design 14 Il piano di riqualificazione per Montegiardino 15 The plan for revitalizing Montegiardino

Marcella Michelotti 16 Antiche tracce, nuovi segni. Design per il borgo 17 Ancient traces, new signs. Design for the ancient town

Riccardo Varini 19 Comunicare l’identità dei luoghi 20 Communicating the identity of places

Fiorella Bulegato 22 Workshop, strumento preliminare di progetto 23 The workshop, a preliminary design tool

Alessandra Bosco

Workshops 26 Eco-mobilità Eco-mobility

Marcello Ziliani 34 Un grande giardino One big garden

Gaetano Ceschia 44 L’uomo e la piazza Man and the city square

Eberhard Carl Klapp 52 Il borgo incantato The enchanted town

Davide Crippa 60 Memorie dell’acqua Memory of water

Franco Raggi 66 Supergiardino Super-garden

Alessandro Mininno 74 Orientarsi è difficile Orientation is difficult

Stefano Rovai 82 Le vie del gesso The chalk routes

Pedro Ernesto García-Espinosa Carrasco

Designers 92 Tutor e studenti Tutors and students 94 Docenti Professors

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Romeo Morri Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, l’Università e le Politiche Giovanili Secretary of State for Education, Culture, the University and Youth Policies Montegiardino è il più romantico dei nove Castelli, con il suo borgo antico, il suo caratteristico campanile. Un piccolo gioiello incastonato nel verde sotto le Torri. Il Corso di Design della nostra Università ci ha abituato a stupire. Lo ha fatto disegnando gioielli per le donne ruandesi, da costruire con la paglia intrecciata. Lo ha fatto con questo laboratorio dedicato al dialogo e alla riflessione sui piccoli borghi. Design non è solo ideare nuove linee o progettare oggetti ma è anche ripensare le cose, proporre un nuovo modello relazionale con l’ambiente che ci circonda. I progettisti e gli studenti sono stati chiamati ad analizzare e immaginare soluzioni attorno ad alcune problematiche tipiche dell’insediamento abitativo, dalla segnaletica pubblica alla presenza di servizi per la collettività, dalla mobilità sostenibile alla valorizzazione di percorsi turistici e culturali. I risultati sono stati già allestiti in una mostra dentro quegli stessi spazi che gli occhi e la perizia dei designer hanno rivisitato. Oggi diventano anche un libro. Mettiamo insieme questi ingredienti e spalanchiamo gli occhi alla sorpresa.

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Montegiardino is the most romantic of the nine Castelli, with its old town and its characteristic bell tower. A small jewel set in the green under the Towers. The Design Programme at the University has often left us in awe. It did so when it designed jewellery for the women in Ruanda, to be made with woven straw. It has done so with this workshop dedicated to debate and reflection about small towns. Design does not mean just conceiving new shapes or drawing up new objects but also rethinking things, proposing new models of relationships with the environment around us. The designers and students were asked to analyze and imagine solutions for a number of issues that are typical of human settlements, from public signage to the availability of collective services, from sustainable mobility to the enhancement of tourist and cultural itineraries. The results were displayed in an exhibition set up in the very spaces that the eyes and talent of these designers have reinterpreted. They are now becoming a book. We put all these ingredients together and open our eyes wide with delight.


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Gian Carlo Venturini Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, l’Agricoltura ed i Rapporti con l’A.A.S.P. Secretary of State for the Territory and the Environment, Agriculture and Relations with the A.A.S.P. Il workshop Montegiardino. Design per il borgo antico, organizzato dal Corso di laurea in Disegno industriale dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino ha suscitato un reale interesse, in quanto lo studio effettuato riguarda uno dei borghi più autentici ed apprezzati del territorio sammarinese, inoltre, il progetto editoriale è il risultato di una riuscita partecipazione fra istituzioni, università e cittadini. Un’esperienza didattica di valore e vitalità culturale. Design e storia, design e passato: un confronto che suscita curiosità e attenzione, un connubio capace di tradursi in soluzioni straordinariamente equilibrate, rispettose del contesto e innovative nella proposta. Un percorso di studio, analisi e ricerca che testimonia la volontà di confrontarsi e misurarsi, di avvicinare il design e la creatività alla gente, interpretandone le esigenze, i bisogni, raggiungendo soluzioni ottimali in termini di praticità e fruibilità. Il tema del progetto condotto è strettamente attinente agli obiettivi e alle priorità che l’Esecutivo sta portando avanti. In precedenza l’adozione della legge speciale per Montegiardino, adottata nel 1984 – di seguito rinnovata con la legge 127/1997 – ha consentito la realizzazione di importanti e consistenti interventi di risanamento e recupero edilizio del nucleo storico centrale del Castello. Parimenti l’Esecutivo ha ritenuto opportuno estendere tali interventi anche agli altri centri storici della Repubblica, in particolare al centro storico della capitale. A tal fine, con l’adozione del decreto delegato 86/2010 Interventi per il recupero dei centri e nuclei storici e case a catalogo e del decreto delegato 87/2010 Tutela del patrimonio mondiale dell’umanità Centro Storico di San Marino e del Monte Titano e conservazione e promozione di edifici con valore di monumento (articolo 79 della legge 21 dicembre 2009) si è compiuto un passo di rilevante importanza nell’ambito delle prescrizioni previste dall’inserimento di San Marino nel patrimonio mondiale dell’Unesco. I decreti prevedono, infatti, il finanziamento degli interventi di recupero e valorizzazione dei centri e nuclei storici e degli edifici di rilevante interesse storico, ambientale e culturale in tutto il territorio e degli interventi volti a conservare e valorizzare edifici e manufatti con valore monumentale ubicati all’interno del sito “Centro Storico di San Marino e Monte Titano”. Inoltre, a seguito dell’inserimento della Repubblica 8

The workshop Montegiardino. Design for the ancient town, organized by the Industrial Design Programme of the Università degli Studi della Repubblica di San Marino stirred a great deal of interest, because the study concerned one of the most authentic and admired towns in the state of San Marino; in addition, the editorial project is the result of a successful collaboration between Institutions, the University and the citizens. An educational experience with merit and cultural vitality. Design and history, design and the past: a duality that draws curiosity and attention, a combination that can be translated into extraordinarily balanced solutions that respect the context and foster innovation. A process of study, analysis and research that bears witness to the desire to engage in debate, to bring design and creativity closer to the people, interpreting their requirements, their needs, achieving the best possible solutions, both practical and useful. The theme of the project was strictly pertinent to the objectives and priorities that the Government is pursuing. The adoption of the Special Law for Montegiardino in 1984 – which was later renewed by Law 127/1997 – made it possible to complete significant and substantial restoration work in the historic core of the Castello. For this purpose, the adoption of the Delegate Decree 86/2010 Interventions for the revitalization of town centers and historic nuclei and listed houses and the Delegate Decree 87/2010 Protection of the world heritage site San Marino Historic Centre and Mount Titano and conservation and promotion of buildings valued as monuments (article 79 of Law 21 December 2009), have meant an important step forward in complying with the regulations required by the inclusion of San Marino in Unesco’s World Heritage List. The Decrees in fact dictate the funding of restoration and revitalization projects for the city centres and historic nuclei and buildings with significant historical, environmental and cultural value throughout the territory and projects whose purpose is to preserve and revitalize buildings and objects with monumental value located within the site “San Marino Historic Centre and Mount Titano”. In addition, following the inclusion of the Republic of San Marino in Unesco’s World Heritage List, a Framework Law was emanated for the Protection, Management, Revitalization and Promotion of the Site “San


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di San Marino nella Lista del Patrimonio dell’Unesco, è stata emanata un’apposita legge quadro per la tutela, la gestione, la valorizzazione e la promozione del sito “Centro storico di San Marino e Monte Titano” volta a garantire una efficace valorizzazione e tutela del patrimonio storico-architettonico, paesaggistico e culturale nel rispetto dei valori di autenticità ed integrità riconosciuti dall’Unesco, grazie ai quali è stata possibile l’iscrizione. Favorire la tutela di un borgo antico dal punto di vista architettonico, urbanistico e paesaggistico, significa rispettare e salvaguardare anche la cultura, l’identità, le differenze di un popolo. La creatività, la passione per la bellezza, congiuntamente ad un design a servizio dell’uomo e dell’ambiente, contribuiscono a potenziare e rivalutare le risorse di un Paese e risvegliare la coscienza dei cittadini a queste tematiche di prioritaria importanza. Gli elaborati prodotti dagli studenti hanno recepito appieno questa esigenza, reinterpretando il borgo antico di Montegiardino, in un’ottica di razionalità e qualità degli spazi ed in funzione di una fruibilità capace di coniugare l’eccellenza con la praticità. Una visione proiettata alle mutevoli e innovative necessità di una comunità, ma sempre in equilibrio con il contesto esistente di pregio. Intendo porgere un ringraziamento agli studenti, ai tutor, ai designer del Corso di laurea in Disegno industriale dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, al Capitano di Castello di Montegiardino per aver sostenuto e sviluppato – in maniera efficace, professionale ed appassionata – un lavoro completo che servirà da stimolo e da suggerimento per successive iniziative e progetti. Uno studio consapevole, accurato e principalmente attuale, una proposta di interventi e dettagli in grado di esaltare il fascino, l’armonia e la tipicità di un antico borgo sammarinese, ricco di un passato autentico, ma aperto e ricettivo a valutare nuove idee progettuali che esaltino il proprio valore.

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Marino Historic Centre and Mount Titano” with the purpose of guaranteeing an effective revitalization and protection of the historic, architectural, landscape and cultural heritage, respecting the values of authenticity and integrity recognized by Unesco thanks to which the registration became possible. To foster the preservation of an ancient town from the point of view of its architecture, city structure and landscape, means respecting and preserving the culture, identity and difference of a population. Creativity and love of beauty, in conjunction with design at the service of man and his environment, help strengthen and bring value to the resources of a country, and awaken the consciences of citizens to the primary importance of these issues. The drawings produced by the students captured this need fully, reinterpreting the ancient town of Montegiardino from the point of view of a rational organization and spatial quality, to foster a type of fruition that can blend excellence and functionality. A vision projected towards the changing and innovative needs of a community, but balanced with the richness of the existing context. I would like to thank the students, the tutors, the designers of the Industrial Design Programme of the Università degli Studi di San Marino, the Captain of the Castello of Montegiardino for having supported and developed – in an efficient, professional and committed effort – a comprehensive project that will serve as stimulus and suggestion for upcoming initiatives and plans. A conscious, accurate and especially relevant study, a proposal for interventions and details that can enhance the charm, the harmony and the quality typical of an ancient town in San Marino, with its authentic past, but open and receptive to new design ideas that can make the most of its intrinsic value.


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Marta Fabbri Capitano di Castello di Montegiardino Captain of the Castello of Montegiardino

La Giunta di Castello di Montegiardino ha avuto l’onore di organizzare, grazie al sostegno delle istituzioni e alla preziosa collaborazione del Corso di laurea in Disegno Industriale dell’Università degli Studi di San Marino, il workshop: Montegiardino. Design per il borgo antico. Si è trattato indubbiamente di un momento di approfondimento che ha consentito la possibilità di discutere di un elemento irrinunciabile per la nostra stessa amministrazione: la valorizzazione del Castello di Montegiardino. Considero assolutamente positivo il bilancio di questa iniziativa. Il workshop ha infatti raggiunto diversi obiettivi a partire dalla creazione di precisi canali relazionali fra istituzioni centrali, amministrazioni locali, università e – soprattutto – cittadini. La comunità di Montegiardino e i suoi abitanti sono stati posti al centro dei lavori del workshop. Gli elaborati prodotti si rivolgono esclusivamente all’individuazione di soluzioni concrete all’altezza dei bisogni tramite risposte all’insegna dell’efficienza, della praticabilità e della funzionalità. Un altro punto qualificante emerso è rappresentato dalla scelta di coniugare e rendere adeguatamente compatibili le caratteristiche di uno dei borghi più autentici e peculiari dell’intero territorio sammarinese con le dinamiche del design contemporaneo. La sintesi raggiunta ha portato alla concretizzazione di proposte indubbiamente innovative ma saldamente equilibrate nell’ottica di un profondo rispetto per l’ambito storico e contestuale. Sono inoltre convinta che il workshop abbia fornito spunti interessanti, non solo sul versante della valorizzazione del Castello, ma anche del suo stesso recupero tramite l’analisi di aspetti solo apparentemente secondari quali il tema degli arredi, degli spazi e dei servizi pubblici. Desidero infine – a nome della Giunta di Castello di Montegiardino – porgere un sentito ringraziamento ai docenti, agli studenti, ai tutor e ai designer del Corso di laurea in Disegno industriale dell’Università di San Marino e alle Segreterie di Stato coinvolte, per avere dato fiato ad una iniziativa che non solo ha valorizzato la realtà del nostro Castello ma ha permesso, per qualche giorno, di poter affrontare un progetto innovativo i cui indirizzi sono strettamente legati alle esigenze di una moderna comunità.

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The Council of the Castello di Montegiardino has had the honour of organizing, with the support of the institutions and the precious collaboration of the Industrial Design Programme at the Università degli Studi di San Marino, the workshops entitled Montegiardino. Design for the ancient town. This was undoubtedly an opportunity for reflection that stirred debate around an element considered vital by our own administration: the revitalization of the Castello di Montegiardino. I consider the results of this endeavour to be extremely positive. The workshop achieved several objectives, starting with the creation of specific channels for the relationship between central institutions, local administrations, the university and – above all – the citizens. The community of Montegiardino and its inhabitants were the focus of these workshops. The projects that were developed are centred exclusively on the definition of practical solutions that can respond to needs with an approach based on efficiency, feasibility and functionality. A further element of quality was the decision to bring together and foster a compatibility between the characteristics of one of the most particular and authentic towns in the entire territory of San Marino, and the dynamics of contemporary design. The synthesis that was achieved has led to the development of projects that are unmistakably innovative, but strictly balanced from the point of view of their profound respect for the historical and environmental context. I am also convinced that the workshop has generated interesting ideas not only for the revitalization of the Castello, but also for its reuse, with the analysis of factors that are only apparently secondary, such as the themes of urban furniture, public spaces and services. And finally, in the name of the Council of the Castello di Montegiardino, I would like to warmly thank all the professors, students, tutors and designers of the Industrial Design Programme at the University of San Marino and the Secretaries of State involved, for supporting a project that has not only enhanced the reality of our Castello, but has allowed us, over the space of a few days, to address an innovative project that leads us in directions strictly inherent to the requirements of a modern community.


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Alberto Bassi Direttore del Corso di laurea in Disegno industriale Director of the Undergraduate Programme in Industrial Design Alla fine, tutto si è concluso con una festa. La collaborazione fra il Castello di Montegiardino e il Corso di laurea in Disegno industriale dell’Università degli Studi di San Marino attraverso alcuni workshop – una breve ma intensa esplorazione delle possibilità di progettazione al servizio dell’antico borgo (cui seguiranno altre ricerche e iniziative) – è terminato con un significativo coinvolgimento collettivo, degli abitanti, delle rappresentanze pubbliche, di studenti e docenti. Dentro gli alloggi di cui l’Università dispone a Montegiardino e in altri luoghi pubblici è stata infatti allestita la mostra con i lavori dei laboratori, esito finale di ricerche e riflessioni attorno alle opportunità che una struttura urbana particolare offre per configurare modelli alternativi di vivibilità, di organizzazione e impiego degli spazi, ma anche di fruizione turistica. Così questi embrionali progetti sono stati proposti al dibattito e libero confronto. L’intuizione pubblica dell’opportunità di sollecitare un contributo da parte dell’Università del design, inteso come luogo deputato alla ricerca e al progetto, unita al sostegno attivo della popolazione, hanno permesso in sostanza di delineare un modello partecipativo per l’elaborazione di ipotesi di ripensamento delle strutture urbane e dei loro servizi. Progetti utili per riflettere su nuove direzioni e possibilità, sui modelli culturali ed economici; per definire strategie e configurare strumenti condivisi per il disegno complessivo e puntuale del patrimonio urbano e ambientale. Questa volta ci si è occupati di un piccolo borgo antico. Che naturalmente ha festeggiato.

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It all ended with a party. The collaboration between the Castello di Montegiardino and the Industrial Design Programme of the Università degli Studi di San Marino, in a series of workshops – a brief but intense exploration of the possibilities of design at the service of the ancient town (which will be followed by further research studies and initiatives) – ended with the significant collective involvement of the residents, public representatives, students and teachers. In the housing available to the University at Montegiardino and in other public spaces, an exhibition was organized to present the projects developed in the workshops, the final results of the processes of research and study on the opportunities offered by such a particular urban structure in configuring alternative models for organizing and using urban spaces, for making them more livable, and more attractive for tourism. These embryonic projects were opened to debate and to the free exchange of ideas. The public administration’s awareness of the possibilities inherent in engaging both the University of design, considered as a place dedicated to research and planning, and the active support of the population, made it possible substantially to delineate a participative model for the elaboration of hypotheses to rethink the urban structures and their services. These projects will prove useful in pondering new directions and possibilities, or cultural and economic models; to define strategies and configure shared tools for a precise and comprehensive design of the urban and environmental heritage. This time we worked on a small ancient town. Which naturally threw a party.


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un modello partecipativo per il progetto urbano a model of participation for urban design


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Il piano di riqualificazione per Montegiardino Marcella Michelotti Architetto, progettista del piano di riqualificazione PREMESSA SULLA VICENDA URBANA Il centro storico di Montegiardino, testi-

monianza pregevole di un passato secolare, raccoglie nel suo castello recentemente restaurato un singolare ed autentico borgo antico, l’unico mantenutosi veramente intatto nel territorio della Repubblica. La costruzione dell’attuale chiesa alla fine dell’Ottocento ha modificato in maniera pesante la percezione del castello, ponendolo in secondo piano rispetto alla piazza del paese. Solo la costruzione della scuola elementare nei primi decenni del Novecento ha consentito di delimitare un nuovo spazio pubblico, che purtroppo nel corso del secolo ha assunto sempre più la connotazione di uno spazio di sosta per le auto, perdendo il suo ruolo di luogo d’incontro e di elemento di riconoscibilità urbana. La valorizzazione del castello, avvenuta tramite un sensibile restauro e l’utilizzo anche come luogo di residenza per gli studenti universitari, da una lato ha indirizzato lo sviluppo di Montegiardino verso attività recettive di pregio, dall’altro ha coinvolto i suoi cittadini nel prendersi cura di questo bene prezioso e ad incrementarne con successo l’uso collettivo, culturale e sociale. OBIETTIVI DEL PROGETTO Il progetto accoglie gli indirizzi programmatici delle istituzioni e degli amministratori pubblici orientati verso la riqualificazione dell’intero centro storico. Intende valorizzare, attraverso un sistema organico e coordinato di interventi di diversa natura, il contesto storico, paesaggistico ed urbano, mirando alla armonizzazione tra la ricchezza di elementi già presenti (castello, borgo, chiesa, dopolavoro, patrimonio edilizio esistente ecc.) e l’inserimento di alcuni nuovi interventi edilizi di buona qualità architettonica destinati a soddisfare la necessità di servizi sociocomunitari per la cittadinanza (il centro servizi, il centro ricreativo e il parcheggio a raso). Tessuto connettivo dell’intero progetto è rappresentato dalla sostituzione delle pavimentazioni in asfalto con porfido e pietra di San Marino, posate secondo un disegno che individui luoghi diversi – il sagrato, la piazza, la piazzetta dell’Olmo, l’accesso al castello, il belvedere delle feste ed il belvedere dei lavoratori, la strada dritta, i luoghi della sosta e dell’incontro – ma tra loro imprescindibili. Elegante sapore d’antico e funzionalità, forte senso di appartenenza e riconoscibilità, facilità e bassi costi di servizio e manutenzione, questi i criteri base su cui si è lavorato. Il progetto costituisce una sorta di master plan a scala urbana che consentirà poi di approfondire nel dettaglio le diverse fasi d’intervento. STRUMENTI Si è affrontato il progetto raccogliendo i dati emersi da un’at-

tenta analisi della storia urbana, dei rilievi dello stato di fatto, delle esigenze della collettività e delle carenze esistenti, in termini di qualità e funzionalità dei luoghi, degli spazi e dei materiali. Si è dedicato molto tempo a sviluppare una costante e proficua interazione con i rappresentanti della comunità del Castello, le istituzioni e le amministrazioni, in modo da verificare, passo dopo passo, il grado di corrispondenza e di risposta positiva del progetto alle esigenze espresse. Il rapporto con la committenza in senso lato ha imposto di avvicinarsi per approssimazioni alle soluzioni finali, attraverso più versioni del progetto, fino a quella definitiva.

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The plan for revitalizing Montegiardino Marcella Michelotti Architect, designer of the revitalization plan A PREMISE ON ITS URBAN HISTORY The Historic City Centre of Montegiardino, a

fine witness to a centuries-old history, encloses an authentic singular ancient hill town within its recently restored castle. It is the only town that has remained truly intact within the entire territory of the Republic. The construction of the existing church at the end of the nineteenth century has significantly modified the perception of the Castle, which has become secondary with respect to the town square. Only the construction of the Elementary School in the early decades of the twentieth century has made it possible to define a new public space, which unfortunately, as the twentieth century unfurled, was progressively taken over as a parking lot for automobiles, thereby losing its significance as a gathering place and recognizable urban element. The enhancement of the Castello, which underwent a meticulous restoration process, and its use as a preferred place of residence for university students, on the one hand, has directed the development of Montegiardino towards a more upscale hospitality industry, and has, on the other, involved its citizens in caring for this precious place and successfully cultivating its collective, cultural and social utilization. THE OBJECTIVES OF THE PROJECT The project adopts the program guidelines

set by the Institutions and public administrators, oriented towards the revitalization of the entire Historic City Centre. The objective of the project is to enhance the historical and urban context and the landscape, in an organic coordinated system of interventions of various nature, that seek to harmonize the wealth of existing elements (Castle, town, Church, social centre, existing building heritage, etc.) with the addition of several new buildings, distinguished by a superior architectural quality, to satisfy the citizens’ need for social and community services (the Service Centre, the Recreation Centre and street parking). The thread connecting the entire project is the replacement of the asphalt paving with porphyry and San Marino stone, laid down in a pattern that distinguishes the different places – the Church Square, the Town Square, the Piazzetta dell’Olmo, the entrance to the Castello, the Belvedere delle Feste and the Belvedere dei Lavoratori, the Strada Dritta, the gathering and resting places – but maintains their powerful bonds. An elegant antique flavour with functionality, a strong sense of belonging with recognizability, easy and inexpensive service and maintenance, are the basic criteria we worked with. The project constitutes a sort of urban-scale Master Plan that will make it possible to develop the various phases of the project in greater detail. The project began by gathering all the data that emerged from a careful analysis of the urban history, from the surveys of existing conditions, from the collective needs that were as yet unmet in terms of the quality and functionality of places, spaces and materials. We dedicated a great deal of time to developing a constant productive interaction with the representatives of the community in the Castello, the institutions and the administrations, so that we could, step after step, verify the correspondence and positive response of the project to the needs that were expressed. The relationship with the Client in a wider sense made it necessary for us to move progressively towards the final solutions, presenting various versions of the project before settling on its final definition.

TOOLS

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Antiche tracce, nuovi segni. Design per il borgo Riccardo Varini, Ricercatore, Corso di laurea in Disegno industriale Il borgo rappresenta un sistema territoriale complesso, costituito da marcati elementi paesaggistici di tipo rurale, architettonico e naturale, tali da formare un insieme unico, individuabile con chiarezza alle differenti scale, riconoscibile e identitario. Comunemente l’immagine di questo luogo viene associata a quella di un centro abitato antico, “cambiato poco nel tempo, molto piccolo, con alcune opere d’arte, in cui numerosi abitanti si dedicano all’agricoltura, alimentando l’acquisto e il consumo di prodotti locali. Fra gli elementi d’identità associati, la facilità di comunicare con le persone del luogo e l’autenticità delle relazioni, una diversa percezione del tempo ed un ritmo di vita diverso” (indagine Doxa per la società Borghi, 2008). Nella sostanza gli elementi di questo ‘spazio esistenziale’ ricco di ‘significati’ concorrono a determinare l’eccezionale qualità dell’insediamento, a definirne un preciso carattere, un luogo armonico, nel quale l’uomo possa ‘stabilirsi’. “Quando l’ambiente artificiale è significativo, l’uomo si sente ‘a casa’ – sostiene Christian Norberg-Schulz in Genius Loci, Milano 1979, p. 50 –. L’uomo abita quando riesce ad orientarsi in un ambiente, ad identificarsi con esso, o più semplicemente, quando esperisce il significato di un ambiente”. Risulta evidente che, per delineare gli indirizzi di sviluppo di questi contesti, assuma un valore nodale l’analisi di tutte le caratteristiche del paesaggio: la struttura morfologica delle componenti naturali, la composizione e l’orografia del suolo, la presenza di boschi, di campi arati, di rilievi e valli, parimenti alle riflessioni sulle caratteristiche degli aggregati antropici compatti, dei monumenti che li rappresentano, dei percorsi urbani principali e minori ed infine, ma soprattutto, lo studio dello stato di salute del tessuto umano, dell’abitante stanziale e occasionale, del lavoratore, delle loro esigenze, obiettivi, aspettative. Grazie a politiche di finanziamento a sostegno degli interventi di recupero e riconversione di complessi montani rurali in parziale stato di abbandono, la cultura progettuale ha recentemente trovato terreno fertile di ricerca sia in Emilia Romagna, come nelle Marche e in Liguria “per sperimentare soluzioni innovative – afferma Aldo De Poli nel seminario sul territorio di Bedonia, 15 maggio 2010 – mirate ad una migliore integrazione tra la permanenza delle forme insediative e gli impieghi di nuove tecniche costruttive, compatibili con i materiali tradizionali”, sostenibili, di maggior sicurezza antisismica e migliore durabilità. Questa tipologia di studi offre alle amministrazioni locali concrete ipotesi di piano, strategie politiche innovative d’intervento per il recupero degli insediamenti. Tra gli esempi di fenomeni attrattori e promotori di sviluppo si annoverano la riconversione a sedi “di borghi integrati con residenze e servizi di assistenza e per il tempo libero; di fondazioni scientifiche (Tirolo, Voralberg, Grigioni); di alberghi diffusi (Santo Stefano di Sessanio); di ecomusei, che valorizzino l’eredità culturale, preservino la natura, gli edifici, gli oggetti dell’uomo, l’esperienza vissuta e le tradizioni popolari”. Ai progettisti la fragilità del contesto richiede una metodologia che preveda nelle diverse fasi una coprogettazione multidisciplinare e possibilmente una progettazione partecipata che coinvolga insieme amministratori, abitanti, imprenditori, artigiani. In quest’ottica il progetto dello spazio pubblico contemporaneo nei borghi antichi rappresenta un tema di stimolante partecipazione culturale per il designer e richiede metodologie di grande respiro. Nel contesto del borgo la scala vasta del paesaggio naturale si relaziona con quella locale del costruito, che spesso incornicia la natura quale scoperta, 16


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imponendo la cura di aspetti scenografici, in una continua ricerca dell’equilibrio tra orizzonti lontani e primi piani. Se osserviamo in dettaglio gli ambienti urbani esterni, questi fondano la propria ricchezza sul principio dell’‘architettura a volume zero’, citando Aldo Aymonino, ed esigono approcci all’insegna della rinuncia, dell’assenza e del silenzio. Percezione, composizione ed elaborazione devono focalizzare maggiormente l’attenzione sul vuoto, sul volume che possiede come volta il cielo e come piano di appoggio la terra sottoposta all’usura del tempo. Un terreno nel quale è imposto un approccio misurato. La ricerca deve dunque rivolgersi non solo al progetto degli arredi, ma all’uso di nuovi materiali più durevoli, ai trattamenti superficiali dei piani verticali e orizzontali che si integrino meglio, a soluzioni di dettaglio per celare alla vista le numerose opere impiantistiche e componenti tecnologiche di servizio e a tutti gli artefatti che saranno necessari per gli ‘spazi esistenziali’ del futuro legati alle nuove forme di mobilità. Di fronte ad una nuova complessità di funzioni velocemente imposte ad un luogo, che, per sua natura, rappresentava un territorio della lentezza, il design è chiamato ad estendere i propri usuali punti di vista, accentuare il senso critico, modellare e adeguare le proprie componenti di metodo per integrarsi. Gli si chiede di saper leggere questo straordinario testo storico ricco di note e citazioni, comprendere le forme dialettali, intervenire nella corretta decifrazione dei caratteri autoctoni, assimilare specifiche forme di linguaggio locale e assumersi la responsabilità di proporre calibrati neologismi che si adattino all’ambiente senza stonare.

Ancient traces, new signs. Design for the ancient town Riccardo Varini Research professor, Undergraduate Programme in Industrial Design The town represents a complex regional system, constituted by powerful rural, architectural and natural elements in the landscape, forming a unicum that is clearly visible at different scales, recognizable and identity-forming. The image of such a place is commonly associated with that of an ancient town, a very small town which has hardly changed over time, “with some monuments and art works, in which many of the inhabitants work in agriculture, a characteristic that can foster expectations in the visitor about purchasing or consuming local products. One of the associated elements of identity is the ease of communicating with the locals and the authenticity of relations, a different perception of time and a different pace of life” (2008, Doxa survey for Borghi). Basically, the elements of this “existential space”, rich in meaning, concur to determine the exceptional quality of the settlement, to defining a precise character, a harmonious place, as analyzed by Christian Norberg Schultz, in Genius Loci, 1979, where man can settle down.“When the artificial environment is significant, man feels ‘at home’. Man inhabits when he is able to orient himself in an environment, when he can identify with it, or more simply, when he experiences the significance of an environment.” (p. 50). It is therefore evident, that to delineate the orientation of development in these contexts, a central role and value for the design process must be the analysis of all the characteristics of the landscape: the morphological structure of the natural components, the composition and orography of the earth, the presence of forests, of plowed fields, of hills and vales, as important as the considerations on the characteristics of compact human aggregates, of the monuments that represent them, of the

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urban routes and finally, but above all, the study of the health conditions of the human fabric, of the permanent inhabitant, of the temporary inhabitant, the worker, of their needs, objectives, expectations. Thanks to local and central policies that mandate funding to support the restoration and conversion of partially abandoned rural mountain complexes, the design culture recently found fertile ground for research in the regions of Emilia Romagna, the Marche, and Liguria – an example might be the seminar on the territory of Bedonia by Aldo De Poli, 15 May 2010 – “to experiment with innovative solutions, aimed towards a better integration between the permanent nature of settlement forms and the use of new construction techniques, compatible with traditional materials”, sustainable from an environmental point of view, with greater structural security, anti-seismic construction and greater durability. This typology of study offers the local Administrations concrete hypotheses for Planning, innovative directions and political strategies to revitalize the towns in terms of culture, tourism and habitation. The examples of phenomena that can attract and promote development are the conversion into venues such as “an integrated town with residences and services for assistance and leisure time; home for scientific foundations (Tirolo, Voralberg, Grigioni); for widespread hotels (town of Santo Stefano di Sessanio); an eco-museum, that enhances the cultural heritage, preserves nature, the buildings and objects of man, experience and popular tradition.” For designers, the fragility of the context requires a methodology of action that in all of its phases includes a multi-disciplinary design team and possibly a participative design process that involves the operative actors: administrators, residents, workers, entrepreneurs. From this point of view, the design of contemporary public space in ancient towns represents a theme for cultural participation that is particularly fascinating and relevant to the designer and requires broad-ranging methodologies. In the context of the ancient town, the vast scale of the natural landscape relates to the local scale of the buildings, which often frames nature as something to be discovered, demanding attention to its scenographic aspects, in a continuous search for a balance between distant horizons and close-up views. If we observe outdoor urban environments in detail, their richness is founded on the principle of zero-volume architecture, to quote a definition dear to Aldo Aymonino, and require approaches based on renunciation, absence and silence. Perception, composition and elaboration must focus greater attention on the void, on the volume that possesses the sky as a vault, and as a base the terrain suffering the wear and tear of the weather. A terrain in which a measured approach is obligatory. The research must therefore turn to the use of new more lasting materials, to the surface treatment of vertical and horizontal planes so that they fit in better, to detailed solutions that can conceal from view the many technological systems and components for electrical connections, telephone and water service and all the artificial elements connected with new forms of mobility that will soon be necessary for the existential spaces of the future. Given the new complexity of functions rapidly imposed on a place that by its very nature has always represented a slow territory, design is asked to expand its usual perspectives, accentuate its critical sense, shape and adjust its methodological components for better integration. He is asked to read this extraordinary historical text full of footnotes and quotations, to understand dialectal forms, intervene to correctly decipher autochtonous characteristics, assimilate specific forms of local language and accept the responsibility for proposing calibrated neologisms that have the capacity to adapt to the environment without clashing. 18


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Comunicare l’identità dei luoghi Fiorella Bulegato, Ricercatore, Corso di laurea in Disegno industriale Il Public Design, che solo limitandosi al Novecento vanta una lunga tradizione nella cultura progettuale, si sta confrontando oggi con nuove esigenze di rappresentazione dell’identità dei luoghi. In relazione ai cambiamenti della società sono mutate essenzialmente le modalità di percepire e fruire i territori nonché i modi e gli strumenti per comunicarli. È opportuno intendersi sul fatto che definire l’identità comunicativa di una città, regione o nazione, non diversamente da quella delle imprese, è imprescindibile dalla capacità da parte delle istituzioni coinvolte di individuare, decidere, organizzare “i tratti appropriati, marcati e pertinenti, di una fisionomia culturale, di una complessione civile, di un volto istituzionale – scrive Sergio Polano in Sussidiario, Milano 2011, p. 15 –: il proprio, nel bene e nel male, riflesso in uno specchio sincero ma ottimista, onesto ma sognatore”. Il progetto comunicativo quindi è deputato a rendere visibile e sensibile “una ragionevole durevole scelta – continua – di quei valori e di quelle qualità immateriali che l’istituzione vuole mostrare e decide di esprimere di sé”. In altri termini, “per essere efficace, ogni organizzazione ha bisogno di un chiaro senso delle proprie finalità, comprensibili per chi ne fa parte, sia anche di un forte senso di appartenenza – sostiene Wally Olins in Corporate Identity, London 1989 –. Obiettivi e partecipazione sono i due risvolti dell’identità. Ogni organizzazione è unica: l’identità non può che derivare dalle proprie radici, dalla propria personalità, dai propri elementi di forza e dalle proprie debolezze. Ciò è vero per la moderna impresa globale, così come è sempre accaduto per ogni altra istituzione nella storia, dalla chiesa cristiana agli stati nazionali”. Da queste considerazioni consegue l’importanza di allargare l’intervento progettuale a tutte le occasioni, le situazioni, i mezzi e gli strumenti di comunicazione utilizzati: dalle archigrafie all’arredo urbano, dai piani per il colore delle facciate alla segnaletica turistica, fino agli artefatti promozionali e alle attrezzature per la pubblicità. In anni recenti, archiviata l’idea che un territorio possa essere riconoscibile e distinguibile soltanto attraverso l’immagine stereotipata da cartolina, si è lavorato sull’attualizzazione di stemmi araldici, sulla definizione – a volte ammantata di nuovismo – di un marchio, logotipo o brand destinato specialmente a individuare attività di promozione economica o turistica, piuttosto che sulla elaborazione di strategie di cosiddetto marketing territoriale. In particolare, mutuando principi e modalità provenienti dall’ambito commerciale, si è tentato in vari casi di trattare i luoghi come una marca, facendoli diventare “anche ‘sigillo di qualità’ – scrive Mario Piazza in Comunicare il territorio, http://sdz.aiap.it/notizie/9903 – per i comportamenti degli attori locali, per le molteplici azioni di promozione e per le infinite gamme di articoli e merci che possono essere prodotti”. Ma “brandizzare un territorio non è né interessante, né utile – spiega Pietro Palladino responsabile del progetto di identità visiva di Torino World Design Capital in “Progetto grafico”, 11, 2007, p. 54 –. Interessante e utile è costruire un insieme di strumenti riferibili ad un sistema aperto, usabile e multisensoriale”. Più praticamente, l’idea è quella di migliorare la qualità della vita degli abitanti e di chi attraversa i territori producendo una peculiare immagine del luogo ottenuta mediante azioni coordinate. Innanzitutto eliminando l’inquinamento visivo dovuto a stratificazioni e a mancate pianificazioni, poi 19


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integrando i tradizionali sistemi informativi con quelli digitali, ad esempio navigatori satellitari e smartphone che sfruttano la possibilità di entrare in relazione potenzialmente con milioni di persone contemporaneamente e ovunque, infine trovando un equilibrio fra esigenze del pubblico, delle istituzioni, delle istanze produttive e commerciali. Si tratta quindi di costruire una relazione – design relations – fra spazi, oggetti e persone per far diventare questi territori luoghi di scambio di esperienze piacevoli, riorientanti e insostituibili nella costruzione di un paesaggio. Possono fornire spunti i recenti progetti di veri e propri ‘dispositivi comunicativi’ di riqualificazione elaborati per Berlino, Bristol, Amsterdam, Southampton o Torino – che si sta reinventando da città dell’industria a città della conoscenza, approfittando della manifestazione dei Giochi olimpici invernali nel 2006 e di Torino World Design Capital nel 2008. Esempi che sottolineano inoltre che la complessità della condizione contemporanea suggerisce: di concepire progetti di identità flessibili ed elastici, sistematici ma non schematici; di adottare una metodologia di lavoro che, superando la monoliticità di un approccio progettuale unico, coinvolga molteplici progettisti e studiosi, selezionati per integrare e approfondire diversi ambiti e punti di vista; di prevedere modalità realizzative partecipate e condivise da tutti i soggetti coinvolti, siano essi gestori o utilizzatori; di porre speciale attenzione agli aspetti ambientali, prevedendo ad esempio le modalità di dismissione dei manufatti. Un processo complesso che richiede strumenti concettuali e applicativi nuovi, dentro il quale l’Università può diventare il luogo della sperimentazione, metodologica e progettuale, in quanto possiede la cultura specifica, le competenze e la sensibilità adeguate.

Communicating the identity of places Fiorella Bulegato Research professor, Undergraduate Programme in Industrial Design Public Design which, to remain within the context of the twentieth century, boasts a lengthy tradition in the design culture, must deal today with new requirements for the representation of the identity of places. The changes in society have essentially transformed our ways of perceiving and exploiting the territory as well as the methods and tools for communicating them. It is important to agree on the premise that the definition of the identity to be communicated by a city, region or nation, not unlike that of a business, is necessarily based on the capacity of the institutions involved to select, decide and organize “the appropriate, marked and pertinent features of a cultural physiognomy, of a civil complexion, of an institutional face – writes Sergio Polano in Sussidiario, Milan 2011, p. 15 –: its own, for better or for worse, reflected in a sincere but optimistic, honest but visionary mirror”. The communication project is therefore asked to give visibility and perception to “a reasonable durable choice – he continues – of the values and immaterial qualities that the institution wishes to display and decides to express about itself”. In other words, “to be effective, every organization needs a clear sense of its own mission, comprehensible to those who are part of it, and a strong sense of belonging – sustains Wally Olins in Corporate Identity, London 1989 –. Objectives and participation are two aspects of identity. Every organization is unique: identity cannot but derive from one’s own roots, one’s own personality, one’s own strong points and one’s own 20


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weaknesses. This is true for the modern global corporation, as it has always been for every other institution in history, from the Christian church to the government of nations”. These considerations show how important it is to extend the design project to all the opportunities, situations, means and tools of communication involved: from the archi-graphics of urban furniture, to the colour palettes for façades to tourist signage, as well as promotional objects and advertising structures. In recent years, with the demise of the idea that a territory could only be recognized and distinguished by the stereotypical image of postcards, efforts turned to a modernization of heraldic arms, to the definition – sometimes swathed in an aura of newness – of a brand or a logo intended specifically to identify operations to promote the economy or tourism, rather than the elaboration of so-called territorial marketing strategies. In particular, borrowing principles and methods from commercial advertising, the logos in many cases were used as a brand, turning them into “‘seals of quality’ – writes Mario Piazza in Comunicare il territorio, http://sdz.aiap.it/notizie/9903 – for the behaviour of local actors, the many promotional operations and the infinite range of articles and objects that can be produced”. But “branding a territory is neither interesting nor useful – explains Pietro Palladino who was responsible for the design of the visual identity of Torino World Design Capital, in “Progetto grafico”, 11, 2007, p. 54 –. Interesting and useful would be the construction of a series of tools referred to an open, usable and multi-sensorial system”. In more practical terms, the idea is to improve the quality of life of the inhabitants and visitors by producing a particular image of the place built through a series of coordinated actions. First of all by removing the visual pollution caused by stratification and lack of planning, then integrating traditional information systems with new digital systems, for example satellite navigators and smart-phones that exploit the opportunity for creating a potential direct relationship with millions of people everywhere all at the same time, and finally by seeking a balance between the needs of the public, the institutions, and productive and commercial demands. The point is therefore to build relationships – design relations – between spaces, objects and people to make these territories places to exchange the enjoyable, reorienting, experiences that are crucial to the construction of a landscape. Some ideas may be borrowed from recent projects for actual “communication devices” for revitalization developed in Berlin, Amsterdam, Southampton or Turin – which is reinventing itself, from a city of industry to a city of knowledge, taking advantage of events such as the 2006 Winter Olympic Games and Torino World Design Capital 2008. These examples also highlight that the complexity of the contemporary condition suggests: conceiving flexible and elastic, systematic but not schematic, projects for identity; adopting a methodology that forsakes the monolithic individual design approach and involves a variety of designers and scholars, selected to integrate and develop various contexts and points of view; adopting participative methods of realization, shared by all the subjects involved, be they managers or users; paying special attention to environmental factors, for example by taking into consideration how the objects will be disposed of. This is a complex process that will require new conceptual tools and instruments of application, in which the University can become a venue for the exploration of methodologies and design processes, because it has the required culture and know-how, and the appropriate sensibility.

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Workshop, strumento preliminare di progetto Alessandra Bosco, Ricercatore, vicedirettore del Corso di laurea in Disegno industriale Il percorso formativo di un designer si compone di contributi disciplinari eterogenei. Il prodotto industriale, che si tratti di un elaborato visivo, di un oggetto o di un servizio si confronta con contesti, processi, sistemi di produzione e distribuzione. Il contesto viene indagato dal punto di vista storico, critico ed economico. La complessità del progetto, trattata dai differenti punti di vista negli specifici contributi disciplinari teorici, trova nei laboratori di progetto un punto di incontro, sviluppo e ricerca sul fare progettuale. Al piano didattico offerto agli studenti si affianca anche un’altra esperienza significativa in ambito progettuale: il workshop. Proporre workshop, esperienze full immersion di una settimana, significa per una scuola di progetto sostenere l’importanza del confronto, dello sguardo verso l’esterno. Partecipano studenti dei tre anni di corso, curiosi nel confrontarsi con nuove tematiche ed altri designer; neo-laureati, entusiasti del passaggio di ruolo a tutor, che si rendono interpreti di esigenze di gestione ed organizzazione; professionisti che, oltre a portare il proprio contributo e la propria esperienza, trovano nella collaborazione con l’Università, da sempre luogo di ricerca indipendente da specifici interessi economici, l’opportunità di riflettere, fare ricerca e sperimentare sui temi proposti. Impossibile pensare di ottenere, in una sola settimana, progetti definiti e definitivi, nessuna pretesa su nuovi prodotti o, ancora, su nuovi servizi. Dal workshop emergono domande, argomentazioni, proposte, idee, suggerimenti che proiettano istituzioni, aziende, designer e studenti verso la formazione di una corretta distanza critica da assumere nei confronti di un design promosso dal mercato come effetto estetizzante da conferire al prodotto, alla ricerca di un più ampio consenso. Con Montegiardino. Design per il borgo antico, il Corso di laurea in Disegno industriale dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino rinnova il rapporto con le istituzioni pubbliche sammarinesi che, nello specifico, assumono il ruolo di committenza. Il confronto, agevolato dalle piccole dimensioni dello Stato, dai rapporti diretti con rappresentanti del Governo e da precedenti collaborazioni, è immediato. Il workshop è opportunità di rileggere, con un punto di vista differente e disinteressato sul piano economico, stato di fatto, necessità ed esigenze del borgo. Si parte dal contesto storico-architettonico e ambientale fortemente caratterizzato, si analizzano stato di fatto e piano di recupero, si dialoga a lungo con Capitano di Castello e membri della Giunta, referenti istituzionali, per poi proporre il proprio contributo, anche se limitato, ai grandi temi della riqualificazione e valorizzazione dell’ambiente urbano con cui quotidianamente si misurano anche i piccoli contesti. Il clima di collaborazione è coinvolgente. I Segretari di Stato, presenti all’inaugurazione delle mostre dei risultati dei workshop, partecipano attivamente commentando gli elaborati, mostrando interesse verso un’esperienza considerabile “progetto pilota”.

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The workshop, a preliminary design tool Alessandra Bosco, Research professor, Assistant director of the Undergraduate Programme in Industrial Design The educational process for a designer is made of heterogeneous disciplinary contributions. The industrial product, be it a visual design, an object or a service, must address the issues of context, process, production systems and distribution. The context is explored from a historical, critical and economic point of view. The complexity of the design project, developed from different points of view by specific theoretical disciplines, finds a point of convergence, development and research into the design process in the workshops. The curriculum offered to the students is supplemented by another significant design experience: the workshop. The organization of workshops, one-week full immersion experiences, for a design school, is about sustaining the importance of debate, of looking outwards. The participants are students from all three years of the programme, curious to try their hand at new themes with other designers; recent graduates, enthusiastic about their new roles as tutors, who incarnate the necessity of managing and organizing the experience; professionals who not only bring their own contribution and experience, but find that their collaboration with the University, which has always been dedicated to research independently of specific economic interests, offers them the opportunity to think, to conduct research and to experiment with the selected themes. It is impossible to even conceive, in a single week, that the projects be complete and definitive, there is no pretense of developing new products or new services. The workshops generate questions, arguments, proposals, ideas, suggestions that project the institutions, manufacturers, designers and students towards the adoption of the appropriate critical distance to take from design as promoted by the market, as an aesthetic look to give the product to create consensus. Thanks to Montegiardino. Design for the ancient town, the Industrial Design Programme of the Università degli Studi della Repubblica di San Marino renews its relationship with the public institutions of San Marino which, in this specific case, become the client. The dialogue, facilitated by the small size of the State, by the direct relationship with the representatives of the Government and by a history of earlier collaborations, is immediate. The workshop becomes an opportunity to reinterpret, from a different and economically disinterested point of view, the existing conditions, needs and requirements of the town. Starting from the significant historical, architectural and environmental context, an analysis is conducted on existing conditions and on the plan for revitalization, in long conversations with the Captain of the Castello and members of the City Council, and other institutional figures; the result is the presentation of personal, though limited, contributions to the important themes involved in the regeneration and revitalization of the urban environment, which smaller contexts must deal with every day. The atmosphere of collaboration is exciting. The Secretaries of State, who came to the inauguration of the exhibition of the workshop’s results, actively participate and comment on the drawings, showing interest in an experience considered as a “pilot project”.

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workshops


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eco-mobilitĂ eco-mobility

Marcello Ziliani con with Silvia Gasparotto


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Affrontare il tema dell’eco-mobilità, applicato alla realtà di un piccolo borgo medievale e del suo territorio e nel breve spazio di un workshop della durata di una settimana, ha tutte le caratteristiche della scalata impervia. Per fortuna il Castello in oggetto si chiama Montegiardino, per cui al concetto di salita (un caso?) si fonde quello di promessa di delizie al termine della stessa. Il lavoro con gli studenti è stato impostato con l’obiettivo di privilegiare l’esperienza del percorso di progetto rispetto alla ricerca di un risultato finito a qualunque costo, così come l’aspetto della qualità delle idee rispetto alla quantità del disegno e tutto questo mi sembra abbia un senso anche in relazione al tema: eco ovvero qualità, mobilità ovvero percorso. Partendo da libere associazioni, scaturite da un approccio “light” ai metodi di pensiero laterale, si sono andati focalizzando quattro percorsi che quasi naturalmente hanno occupato aree complementari di intervento, diversi per scala, approccio concettuale, strumenti e obiettivi. Percorsi, però, sostenuti da componenti principali di progetto solide e non velleitarie (rischio che si poteva correre con un tema come questo). Nel corso del cammino, ci si è anche accorti che ogni diverso percorso di progetto aveva autonomamente sviluppato affinità forti con un diverso elemento naturale: aria, acqua, terra e fuoco, a dimostrazione che non sempre tutto è casuale. O forse sì.

To address the theme of eco-mobility applied to the reality of a small Medieval town and its territory in the brief space of a one-week workshop is something akin to mountain climbing. Fortunately the Castello in question is called Montegiardino, so that the concept of climbing (is this just a coincidence?) is enhanced by the promise of delight at the end of the road. The students’ work was structured with the objective of highlighting the experience, the process of design rather than the quest for a finished product at all costs, the quality of the ideas rather than the quantity of drawings, and all this seems to make sense to me in relation to the theme: Eco meaning Quality – Mobility meaning Process. Starting with associations of ideas that emerged from an “easy” approach to methods of lateral thinking, four processes began to come into focus, which almost naturally occupied complementary project areas, differing in scale, conceptual approach, tools and objectives. All of them were supported by principal design components that were solid and not at all unrealistic (a risk that might be run by a theme like this one). Along the way we also realized that each different design process had independently developed strong affinities with a different natural element: air, water, earth and fire, proving that not everything is always a coincidence. Or maybe it is.


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Echo-feel Andrea Menegale Jacopo Molandini Eva Mondaini Mauro Sorrentino Echo feel arriva di lato, di traverso, dalle parole che sono suono. Legando il termine eco al suono e quello di mobilità al movimento si ricava quello opposto di spreco-immobilità, legato alla metropoli che consuma nel suo eterno girare su se stessa senza arrivare da nessuna parte. Nascono così due installazioni: un muro sonoro che segna il confine tra rumore e musica, tra metropoli e borgo naturale, e una campana sonora che coinvolge le persone in città permettendo il reale ascolto dei suoni campionati nelle due diverse realtà. Echo-feel comes sideways, crosswise, from words that are sounds. By linking the word eco to sound and mobility to movement we get the opposite of waste-immobility, which fits the metropolis that keeps consuming as it eternally spins around itself without ever getting anywhere. So two installations were created: a sound wall that sets the boundaries between noise and music, between the metropolis and the natural hill town, and a sound bell that engages the people in the city so they can really listen to the sounds sampled from the two different realities.

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Waterline Filippo Fiumani Paolo Martini Mirko Pierini

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Waterline è movimento. Waterline è ecologia. Waterline è economia. Tre parole descrivono perfettamente l’essenza di questo innovativo sistema di trasporto, completamente alimentato ad acqua, ad impatto zero nei confronti dell’ambiente circostante. Waterline si presenta infatti come una nuova possibilità di introdurre attivamente la natura (in questo caso l’acqua) come protagonista degli spostamenti da noi compiuti quotidianamente; attraverso il recupero costante di flussi, altrimenti perduti, provenienti da: 4 sorgenti attive presenti nel territorio di Montegiardino ad una altitudine maggiore, permettendo così un accumulo a costo zero; acqua piovana mediante una redistribuzione dell’organizzazione delle gronde private e statali; sistemi fognari e di alimentazione delle fontane.

Waterline is movement. Waterline is ecology. Waterline is economy. Three words that provide a perfect description of the essence of this innovative transportation system, powered entirely by water, with zero impact on the surrounding environment. Waterline is a new way to actively introduce nature (water in this case) as the protagonist of our daily movements, by systematically reclaiming streams of water that might otherwise be lost, from: 4 active springs flowing in the territory of Montegiardino at a higher altitude, making it possible to collect the water cost-free; rainwater, with a redistribution of the organization of private and public collectors; sewer systems and hydraulic systems for the fountains.


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MoveYourFeet Ezio Falconi Andrea Malpezzi Niccolò Raimondi Lorenzo Scodeller “MoveYourFeet” rappresenta un nuovo modo di intendere l’ecomobilità. La sfida che ci siamo posti è stata quella di applicare questo concetto al piccolo castello di Montegiardino, dove può essere sviluppato attraverso il non-utilizzo di mezzi a motore a favore degli spostamenti sui propri piedi. Come? Attraverso dei particolari pass, i quali, se utilizzati su determinati percorsi da noi individuati consentono di “accumulare chilometri” guadagnando “premi” che possono essere sconti in attività commerciali, sanitarie, parcheggi e quant’altro. “MoveYourFeet” represents a new way of understanding eco-mobility. The challenge we set for ourselves was to apply this concept to the little Castello di Montegiardino, where it can be developed by rejecting the use of motor vehicles and simply walking from one place to another. How? By instituting special “passes” that can be used on specific itineraries, yet to be identified, that allow you to “accumulate kilometers” and win “prizes” such as discounts in stores, pharmacies, parking lots, and more.

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OlmoPower Daniele Campanozzi Riccardo D’Amato Pietro Garofalo Martina Mazzetti Hernando Samuel Pinzon Holguin Martina Torsani Alessandro Valenti Carlo Vecchiola Abbiamo sviluppato il concetto di eco-mobilità progettando un sistema di trasporti individuali e collettivi ad impatto zero (pedalata assistita) che traggono la loro energia da un impianto di pannelli fotovoltaici realizzati in forma di albero allo scopo di riproporre in chiave contemporanea l’antico olmo, simbolo del paese. Di supporto a questo sistema è stato anche affrontato il problema dei percorsi ciclabili e pedonali in un quadro complessivo di revisione dei flussi, della circolazione e delle infrastrutture di supporto. We developed the concept of ecomobility by designing a system of individual and collective transportation with zero impact (pedal-powered) that draws energy from a system of photovoltaic panels made in the shape of a tree that gives contemporary form to the ancient elm tree, the symbol of the town. To support this system, the problem of bicycle and pedestrian trails was also considered within the framework of a complete overhaul of traffic, circulation and support infrastructure.


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un grande giardino one big garden

Gaetano Ceschia con with Daniela Pedoni


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Siamo partiti dal presupposto che il progetto potesse ambire ad assumere il ruolo di motore di una evoluzione dolce e senza strappi verso la contemporaneità che tutti siamo chiamati a vivere. Montegiardino, nell’ultimo mezzo secolo, si è trovato ai margini dei flussi di sviluppo economico e finanziario, e paradossalmente, oggi, questa è la sua più grande ricchezza. Rispetto a quei territori, dove normalmente le risorse sono schiacciate dalla consuetudine e dall’omologazione, contiene in sé tutti i germi dei piccoli rifugi di diversità evolutiva. Abbiamo ritenuto, perciò, che Montegiardino possedesse una dinamica potenziale enorme e che il contributo del progetto dovesse stimolarla. Dopo l’analisi collettiva delle criticità e delle risorse di Montegiardino e l’individuazione dell’idea comune di progetto, abbiamo scelto i temi progettuali di dettaglio che ogni gruppo avrebbe approfondito perché necessari allo sviluppo efficace di tale idea. La percezione comune è stata che Montegiardino avesse un’anima molto forte ma mancasse, oggi, di un corpo entro il quale tale anima potesse esprimersi. In considerazione di ciò, abbiamo ipotizzato che il parco cittadino, realizzato recentemente, potesse divenire il motore di un’invasione virale del paese da parte del verde e della natura. In questo scenario progettuale, con un gioco di parole non privo di significato, “Montegiardino si trasforma in un grande giardino”. Grazie a questo espediente ogni problema diviene una risorsa e l’uomo riprende il ruolo centrale ora occupato dalle automobili. Ridefinendo le soglie d’ingresso a Montegiardino, si genera un unico grande spazio di gioco e ritrovo, vera e nuova attrattiva del paese.

We began with the premise that design could aspire to becoming the engine for a smooth transition towards the contemporary life we are all meant to live. Over the past half century, Montegiardino has been on the sidelines of economic and financial development, and paradoxically, this is its major richness today. Compared to those other territories, the resources of which are generally crushed by routine and conformism, it contains within it all the seeds of the small enclaves of evolutionary diversity. We therefore believe that it has an enormous dynamic potential, and that the contribution of design could be to stimulate this. Following a collective analysis of the critical points and the resources available in Montegiardino, and the definition of a common idea of project, we selected the more specific design themes that each group would develop because they are necessary to an effective development of this idea. Given that the common perception is that Montegiardino once had a powerful spirit but currently lacks a body within which this spirit may be expressed, we thought that a recently-completed city park might become the engine for a viral invasion of this town by green spaces and nature. In this design scenario, with a play on words that has some meaning, “Montegiardino will be transformed into one big garden”. Thanks to this device, every problem becomes a resource and man reclaims the central role that is currently occupied by automobiles. Redefining the thresholds across which one enters Montegiardino generates a large unitary space to play and socialize, a real new attraction for the town.


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ATTENDERE ATTRAVERSARE

!

?

SCUOLA

GIOCARE

CURVARE

Rappresentazione dei problemi

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L’OLMO

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PARCHEGGIARE

PASSEGGIARE

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RUMORE

Representation of the problems

Marianna Galeazzi Laura Monetini Chiara Tombesi Il progetto consiste nella rappresentazione grafica di tutti i problemi che si sono incontrati nella lettura delle planimetrie, durante i sopralluoghi e lo svolgersi del lavoro di gruppo degli studenti. Possiamo definire, quindi, il progetto come una sorta di “riassunto visivo” dei progetti del workshop “L’uomo e la strada”, una lettura guidata dall’interpretazione dei pittogrammi, elemento distintivo di ogni strada e utile, sia ai pedoni che agli automobilisti, per tenere un comportamento corretto. The project consists in the graphic representation of all the problems we encountered in reading the plans, visiting the sites and working with the teams of students. We can therefore define the project as a sort of “visual summary” of the projects in the workshop “Man and the street”, a reading sustained by the interpretation of pictograms, a distinctive element on every street that serves to guide the behaviour of both pedestrians and drivers.


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Ghost Davide Balestrieri Matteo Boscarato Andrea Morandini Mario Scairato Progetto che riesce a creare un connubio tra alcuni elementi scomparsi della storia di Montegiardino (il grande olmo della piazza) e materiali innovativi (il cemento solid poetry). Solid poetry (materiale tecnico tra quelli denominati smart materials) è iperperformante perché capace di cambiare la propria struttura, composizione, forma o funzione a seconda degli input esterni. In questo progetto realizzeremo delle piastrelle in cemento solid poetry che reagiscono al contatto con l’acqua, lasciando apparire una serie di texture floreali realizzate con inchiostri termo-cromici stampati per serigrafia. Il disegno appare progressivamente solo quando il cemento viene bagnato con acqua o con vapore. Questo processo è reversibile quando la superficie si asciuga. Grazie a questa innovazione sarà possibile realizzare un mosaico sulla pavimentazione già esistente simile ad una mappa per la caccia al tesoro. This project combines some of the historical elements that have disappeared from Montegiardino (the large elm in the town square) and innovative materials (the Solid Poetry concrete). Solid Poetry (a technical material from the ‘Smart Materials’ category) is a hyper-performing element because it can change its structure, composition, shape or function depending on outside input. In this project we will make Solid Poetry concrete tiles that react to water, revealing, when wet, a series of floral patterns made with thermo-chromatic printing inks used for silkscreening. The design appears slowly when the cement comes into contact with water or steam. The process is reversed as the surface dries. This innovation will make it possible to create a mosaic on the existing paving similar to a map for a treasure hunt.

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BATostello Ramona Clementi Giovanni Murolo Questo progetto è collegato all’idea del progetto “Green Invasion” e del progetto “Ghost”. L’aumento della vegetazione e l’utilizzo dell’acqua, proposti da questi ultimi per la soluzione di alcuni problemi dell’antico borgo, comporterebbe a Montegiardino un aumento esponenziale degli insetti. Da questa considerazione la soluzione di “BATostello”, ovvero un pipistrello in grado di mangiare, approssimativamente, dieci mila insetti per notte di cui duemila zanzare. Questo piccolo oggetto, applicabile all’esterno degli edifici, permette di risolvere il problema delle zanzare, ormai troppo numerose nelle stagioni calde, senza il bisogno di utilizzare pesticidi, e allo stesso tempo aiuta i pipistrelli a trovare rifugio negli antri meno illuminati delle nostre case. This project is related to the idea of the “Green Invasion” project and the “Ghost” project. The increase in green spaces and the cultivation of water sources proposed by these projects to solve some of the problems in this ancient town, would cause an exponential growth in the insect population of Montegiardino. This consideration was the basis for the “BATostello” solution, a bat that could eat approximately ten thousand insects per night, including 2000 mosquitoes. This little object, which may be applied to the outside of buildings, solves the problem of the hordes of mosquitoes that appear over the spring and summer, without the need for pesticides; it also provides bats with shelter in the darker corners of our houses. 38


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Stop&Play Mattia Ciucciarelli Giorgio Losi

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Studio sull’attuale posizionamento delle pensiline per l’attesa dell’autobus, quindi ricollocazione ortogonale, rispetto all’asse stradale di percorrenza, della linea pubblica. “Stop&Play” è un nuovo punto di attesa con giochi per bambini (altalena, lavagna magica ecc), rete wireless e seduta. Progettato per un miglior riutilizzo dei luoghi, integrando uno spazio giochi che attualmente nel borgo è assente, e dei tempi di attesa.

A study on the current locations of bus stop shelters, and the orthogonal relocation of the public line with respect to the circulation axis of the street. “Stop&Play” is a new waiting area with play equipment for children (a swing, a magnetic blackboard, etc.), wi-fi and seating. It is designed to re-use places in a more satisfying way by creating a playground, which the town does not have, out of a simple waiting space.


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Green Rail Federico Ghignoni Francesca Occhi Giulio Mazzanti

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Progetto destinato a sostituire la classica barriera anti-rumore (realizzata con materiali artificiali non eco-compatibili). “Green Rail” è composto di una rete metallica a supporto della crescita del verde. Nei punti dove la terra sottostante è assente è previsto il posizionamento di un raccoglitore removibile in iuta per il terriccio e le radici.

This project is made to replace traditional noise barriers (made out of artificial non-eco-compatible materials). The “Green Rail” is made out of a metal lattice that can sustain plant growth. Where there is no earth under the object, a removable burlap container for the soil and roots may be placed underneath.


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Fuck Traffic Giovanni Sali “Fuck Traffic” è un oggetto di plastica, simile alla pietra del borgo di Montegiardino, collocato sulla strada, in sostituzione delle classiche barriere di ferro, per imporre alle automobili un’unica corsia di marcia. L’obiettivo è quello di obbligare gli automobilisti al senso unico alternato, e permettere, di conseguenza, una diminuzione del traffico cittadino. Questo artefatto quando non è utilizzato come ostacolo, può essere sistemato a lato della strada come elemento d’arredo, con una funzione sia di seduta sia di elemento decorativo, grazie agli incavi per ornamenti floreali. “Fuck Traffic” is an object made of a plastic similar to the stone in the town of Montegiardino, set on the street, instead of the traditional steel barriers, to force automobiles into a single lane. The objective is to make drivers observe alternate one-way traffic zones, thereby reducing urban traffic. When the object is not in use as an obstacle, it can be positioned along the side of the street as urban furniture, to sit on or to be used as a decorative element, thanks to pockets that can be filled with flowers. 42


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Green Invasion Juri Massari Marina Pace Valerio Palmerini Mario F. Purrone In questo progetto l’attenzione si concentra sui confini del grande parco, originariamente limitato al traffico automobilistico da barriere artificiali come edifici e strade d’accesso. L’idea è quella di espandere il verde in tutto il borgo. Il paese stesso diventerà un enorme parco, in grado di rendere più piacevole sia la vita degli abitanti, grazie alla diminuzione del traffico e della velocità di percorrenza del tratto stradale, sia il soggiorno pomeridiano dei visitatori in un luogo completamente diverso da un comune contesto urbano. In this project attention is focused on the boundaries of the great park, which originally limited automobile traffic with artificial barriers such as buildings and access roads. The idea was to extend the green space throughout the town. The town itself would become one great park, to make the life of its inhabitants more pleasant, by reducing traffic and driving speed on the street, and enhance afternoon tourist visits to a place that is completely different from more common urban contexts.

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l’uomo e la piazza man and the city square

Eberhard Carl Klapp con with Francesco Codicè


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Il sito di Montegiardino è caratterizzato da un abitato compatto e, in totale antitesi, da una piazza dalle dimensioni smisurate, che pur definisce un’unità spaziale con la strada di percorrenza perimetrale. Lo spazio-piazza è delimitato dalla chiesa, da due edifici che vi si affacciano e infine, senza separazioni di sorta, dalla strada carrabile. I principi cardine del progetto consistono sostanzialmente nei seguenti punti: eliminazione del traffico veicolare; unitarietà e uniformità di piazza e percorso stradale perimetrale con l’uso della pietra naturale locale (arenaria); riduzione della dimensione della sede stradale tra banca e piazza alla larghezza necessaria; delimitazione verso la strada del lato sud del sagrato della chiesa (spazio verde o acqua); modifiche all’accesso della piazza; disegno di dettaglio di pavimentazione, panchine, illuminazione, parapetti, ringhiere e corrimano per le risalite. I progetti sono stati illustrati dagli studenti per mezzo di un modello urbanistico complessivo, planimetrie d’insieme in scala 1:500 e 1:200, dettagli tematici, schizzi e prospettive. Il nuovo parcheggio ovest, al di sotto dei fabbricati esistenti, proposto dal piano attuativo, viene assunto quale motore dei progetti di sviluppo. La nuova pavimentazione unifica piazza e strada perimetrale, definendo l’intero ambito quale spazio pedonale, con accesso limitato ai veicoli. Il rivestimento è quello tipico di San Marino, la pietra arenaria. L’attraversamento della strada fino al marciapiede opposto alla piazza è risolto e facilitato con un cambio di quota a dosso e l’apposizione disegnata di corsi in arenaria; nell’ambito della piazza viene proposto l’inserimento di fasce in pietra che dichiarino la nuova funzione del contesto spaziale (“strisce di zebra”).

The site of Montegiardino is distinguished by a compact residential fabric and, in total antithesis, a disproportionately large city square, which however defines a spatial unity with the perimeter circulation road. The space-piazza is enclosed by the church itself, two buildings overlooking the square and finally, with no particular separation, by a road open to automobile traffic. The cardinal principles of the project consist substantially in the following issues: elimination of motor vehicle traffic; creation of a unitary and uniform city square and perimeter road thanks to the use of local natural sandstone; decrease in the size of the street between the bank and the city square to the required width; creation of a border along the south side of the space in front of the church towards the street (green space or water); changes in the access to the square; design of the paving details, benches, lighting, parapets, railings and handrails in uphill streets. The projects were illustrated by the students in a complex urban model, general plans at the scale of 1:500 and 1:200, thematic details, sketches and perspective views. The new western parking area below the existing buildings, proposed by the City master plan, is considered the engine for the development projects. The new paving unifies the square and the perimeter road, defining the entire space as a pedestrian area, with limited access to vehicles. The cladding is typical San Marino sandstone. Crossing the street to the sidewalk on the other side of the square is resolved and facilitated by a change in elevation with a raised crosswalk and sandstone coursework laid down in a pattern; within the space of the square the suggestion is for the insertion of stone stripes that declare the new functions of the spatial context (“zebra stripes”).


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Maquette di Montegiardino Model of Montegiardino

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Cittàgiardino Valerio Baldisserra Ilaria Cudicio Riccardo Guidi Silvia Peduto Il progetto “Cittàgiardino” ha modificato gli spazi attorno alla chiesa ed eliminato l’area parcheggio per automobili, per rendere gli ambiti agevoli, evidenziare la loro peculiarità, ma soprattutto plasmarli “a misura d’uomo”. Siamo intervenuti inoltre, apportando delle modiche progettuali per quanto riguarda le sedute dello spazio urbano. Si è cercato di migliorare il contesto generale, con l’aggiunta di zone verdi e con la ri-disposizione della pavimentazione al fine di creare un ambiente omogeneo e suggestivo. The “Cittàgiardino” project has modified the spaces around the church to this end, eliminating the parking area to make the spaces more pleasant to use, to highlight their specificity, but especially to shape them to the “measure of man”. We have taken it one step further by making some design changes to the seating in the urban space. The project seeks to improve the general context, by adding green spaces and re-designing the paving to create a more homogeneous and suggestive environment.

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Bigplaza Mirko Montanari Alessandra Neri Nico Polidori Giulia Righi “Big Plaza” ha come obiettivo quello di creare un’area urbana a misura di pedone. Da questa riflessione nasce l’ipotesi di trasformare le attuali tre piazze (due delle quali attualmente utilizzate come parcheggi) in tre aree dedicate esclusivamente al passeggio e alla libera circolazione a piedi. Il nostro progetto è un insieme di accorgimenti e modifiche tese a migliorare gli spazi dedicati alle persone attraverso la creazione di un parcheggio esterno 48

all’area oggetto di progetto (parcheggio multipiano). La sostituzione dell’asfalto con una pavimentazione di pietra ci ha dato la possibilità di delineare un confine netto tra la strada e l’area sopracitata. Ulteriori considerazioni ci hanno portato ad inserire una fontana antistante la chiesa, a sua volta contornata da un’area verde. L’intera area del borgo viene liberata dal traffico lasciando la possibilità d’ingresso ai soli mezzi di soccorso ed alle forze dell’ordine. Tutto l’arredo urbano è stato riprogettato secondo principi estetici e di sicurezza. The intent of “Big Plaza” is to create an urban area tailored to the pedestrian. This consideration led to the idea of transforming the three existing squares (two of which are currently used for park-

ing) into three areas dedicated exclusively to walking and pedestrian circulation. Our project coalesces a series of little ideas whose purpose is to improve the spaces for people by creating a parking area outside the project site (a multilevel parking garage). Replacing the asphalt with stone paving made it possible for us to define a distinct border between the street and the above-mentioned area. Further considerations led us to add a fountain in front of the church, which in turn would be surrounded by a green space. The entire area of the town would become trafficfree, allowing access only to emergency vehicles and the police force. The urban furniture was redesigned to meet criteria of safety and aesthetics.


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Agorà Talisa Bassi Giulia Bertani Anna Cantamessa Roberto Panici “Agorà” è un progetto di riqualificazione urbana del borgo del Castello di Montegiardino. Gli interventi principali consistono in una nuova pavimentazione della piazza, delle zone attigue e della strada retrostante, realizzata con lo stesso materiale della pavimentazione all’interno del borgo e con l’obiettivo di conferire maggiore continuità all’intero spazio. Siamo, inoltre, intervenuti in maniera significativa sugli spazi verdi del

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luogo modificando la distribuzione di alberi ed aree erbose. In particolare, la nostra attenzione si è focalizzata sull’area circostante la posizione del vecchio olmo e sulla salita verso l’antica porta del castello; in merito a questa zona abbiamo progettato una rampa rettilinea verso la suddetta porta e una doppia scalinata circolare attorno all’olmo. Infine ci siamo occupati della progettazione di un sistema di illuminazione a parete e di una sua possibile installazione nei punti strategici del borgo. “Agorà” is an urban regeneration project regarding the town of Montegiardino. Our main action consists in putting a new pavement in the village square as well as the adjoining areas made with the same

paving material of the village. The aim of this decision is to give more continuity on the entire village space. We also made significant changes in the green spaces, changing the distribution of trees and grassy areas. Our attention is focused, in particular, to the area surrounding the ancient elm tree and to the ascent up to the castle gate. This is where we designed a ramp that leads to the gate and a circular double staircase around the elm tree. Finally we also planned a wall lighting system placed in some strategic points in the village.


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Cinegiardino Giovani De Luca Mattia Mancini Ioana Popescu Mattia Tonucci Il punto di partenza è stato ripensare la piazza e le vie del borgo come spazio pedonale, eliminando i parcheggi per auto e vietando il transito nelle stesse. Un primo intervento riguarda l’entrata del borgo; un suo ampliamento valorizza l’ingresso in modo da avere spazi per esposizioni, mostre e punti informativi. La piazza principale è separata dalla strada con un giardino frontale ed uno laterale sia per motivi di sicurezza che di delimitazione dello spazio. Il gruppo ha deciso di trasformare la piazza, con l’aggiunta di gradoni 50

ed il miglioramento della rampa d’accesso, in uno spazio multifunzionale (inserimento di un’area per il gioco delle bocce, di spazi per il cinema e per eventi culturali e di spettacolo). La valorizzazione del territorio e l’organizzazione di attività culturali sono, infatti, fattori di attrazione delle persone in un determinato luogo. Le ringhiere sono state sostituite con un’altra tipologia che rispetta le norme di sicurezza, utilizzando un muro in pietra caratteristico del borgo e un corrimano aggiuntivo. The point of departure was to conceive the square and the streets of the town as a pedestrian space, eliminating parking areas and banning automobile traffic. The first intervention was on the entrance to the town; making it larger would give greater importance to the entrance and create spaces for exhibitions, displays and information

desks. The main square is separated from the street by a garden in the front and one on the side, both for safety purposes and to enclose the space. The group decided to transform the square by adding steps and building a better access ramp, in a multifunctional space (with the addition of a playing field for bocce, spaces for cinema, cultural events and performances). The enhancement of the territory and the organization of cultural events are factors that attract people to specific places. The handrails were replaced with a different typology that meets safety standards, using a stone wall characteristic of the town and an additional handrail.


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Spazio delle pietre Valentina Croci Denis Di Luca Virginia Fraternali Marco Rosignoli L’analisi progettuale del borgo, è partita dalla riorganizzazione degli spazi pedonali come aree di sosta, piazza e percorsi interni ed esterni al castello. Per quanto riguarda le modiche, siamo partiti da una sostituzione di alcuni elementi presenti attualmente nel paese. Ad esempio sono stati scelti due rivestimenti per l’intera area del borgo: uno per gli spazi principali urbani e l’altro per il manto stradale. Inoltre ci siamo soffermati sulla riprogettazione a norma delle attuali ringhiere. Il cambiamento più radicale è stato applicato al-

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l’uscita del castello dove il percorso termina con una doppia scala che gira attorno ad un vecchio olmo, simbolo di Montegiardino. Questa modifica ha avuto lo scopo di valorizzare la pianta in questione. Sono state apportate delle modifiche anche per le zone verdi. La piazza, attualmente adibita a parcheggio, è stata svuotata e delimitata sul versante della strada da una area verde che si trova in linea con il bar. Per quanto riguarda l’area di sosta per le auto è stato considerato il parcheggio multipiano già ideato in precedenza. Peculiarità del disegno progettuale sono l’ordine e la pulizia. The design analysis of the town began with the reorganization of pedestrian spaces as gathering places, town squares and trails inside and outside the castello. The first changes involved the replacement of some of the existing

elements in the town. For example, two types of cladding were selected for the entire town: one for the major urban spaces and the other for the road surface. We also took care to redesign the existing handrails so they would meet standards for safety. The most radical change occurred at the exit of the castello where the pedestrian walk ends in a double staircase that wraps around an old elm tree, the symbol of Montegiardino. The change was made to highlight this specific tree. Many changes were also made to the green spaces. The town square, which is currently used for parking, was cleared and divided from the street by a green space aligned with the bar. The multi-level parking garage discussed in an earlier project was considered as a viable solution for car parking. The specificity of the design project is order and clarity.


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il borgo incantato the enchanted town

Davide Crippa con with Federico Paternò


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C’era una volta il “Castello di Montegiardino”, un borgo incantato dove tutti vivevano felici, in un paesaggio cristallizzato tra passato e presente. Qui regnava una straordinaria armonia, ma il magico equilibrio un giorno si ruppe: i bambini lasciarono il borgo e la valle rimase priva di echi di risate. Il castello a poco a poco andò in rovina, finché un prode e bellissimo Capitano decise di ripristinare gli antichi fasti. Il bel Capitano dagli occhi azzurri chiamò a raccolta le più brillanti menti dei castelli ed organizzò una grande festa, che durò 6 giorni e 6 notti, in cui le persone rinnovarono lontane amicizie lavorando a progetti comuni. Così il vecchio terrazzo si popolò di panchine sentimentali per giovani innamorati; si progettarono scorci di cielo per dialoghi di sapori antichi; la banca decise di prestare nuovo tempo, e con il tempo si giocò per costruire luoghi di riflessioni immaginarie. Con l’avvicinarsi dell’inverno le nonne ripresero a fare la maglia e fecero un maglione grande come la piazza, per osservare al caldo la prima neve; fu allora che anche l’antichissimo olmo ricominciò a parlare e il castello governato dal suo Capitano riscoprì la sua magia. E tutti vissero felici e contenti.

Once upon a time there was the “Castello di Montegiardino”, an enchanted town where everyone lived happily ever after, in a landscape crystallized between past and present. There reigned an extraordinary harmony, but one day the magic equilibrium was broken: the children left the town and the valley remained bereft of the echoes of laughter. The castle little by little fell into ruin, until one day a brave and handsome Captain decided to restore it to its ancient glory. The handsome Captain with the blue eyes called forth the most brilliant minds of the Castelli and organized a great feast, which lasted 6 days and 6 nights, in which the people renewed distant friendships by working at projects together. And so the old terrace was repopulated with sentimental benches for young lovers; bits of sky were designed for dialogues with the flavour of ancient times; the bank decided to lend new time, and with time they played to build places of imaginary reflections. As winter came near, the grandmothers took up their knitting again, and made a sweater as large as the square, to keep warm as they watched the first snow fall; it was then that the ancient oak spoke up again and the Castle ruled by its Captain rediscovered its magic. And they all lived happily ever after.


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L’ombra di ieri Federica Capotosti Claudia Checcaglini Elisa Ghigi Marta Montesi Il progetto “L’ombra di ieri” parte dalla necessità di rinnovare il castello di Montegiardino affinché possa divenire un’interessante meta turistica. Dopo aver eseguito un attento studio su storia e tradizioni del luogo, abbiamo realizzato un progetto con 54

protagonista l’olmo di Montegiardino, un albero ricco di significati per i paesani, punto di incontro e custode dei sogni di intere generazioni. Il vecchio olmo, abbattuto in seguito a morte naturale, è stato sostituito con un piccolo albero. Esiste però anche un’altra versione dei fatti in merito alla sua scomparsa: probabilmente in un inverno estremamente freddo la popolazione del luogo si è trovata ad aver bisogno di legna per riscaldarsi. Questo progetto è iniziato con l’idea di un olmo cantastorie, che narrasse i racconti e le leggende del paese; è seguita poi l’idea di installare una grande ombra luminosa sotto il piccolo olmo. L’ombra contiene al suo interno frasi che riportano alla memoria la funzione dell’albero nei tempi passati. L’impatto è molto interessante perché permette alle persone che vi si avvicinano di sognare. The project for ‘yesterday’s shadow’, “L’ombra di ieri”, is based on the need to revitalize the castello of Montegiardino so that it can become

an interesting tourist destination. Following a meticulous study of the history and tradition of the town, we developed a project centered on the elm tree of Montegiardino, a tree that has a profound meaning for the townspeople, a gathering place that harbours the dreams of entire generations. The old elm tree, which was cut down after it died, was replaced with a small tree. There is however a different story about how it disappeared: it seems that during an extremely cold winter the population of the town was in dire need of wood to stoke their fires. This project began with the idea of the elm as a minstrel, who would tell the stories and narrate the legends of the town; this was followed by the idea of installing a large luminous shadow under the little elm tree. The shadow displays phrases that bring back the memory of the tree’s function in years gone by. The impact is very interesting because it prompts the people who come near it to dream.


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Memento Mila Balzani Silvia Camboni Filippo Ceroni Federica Gagliotta Ilaria Ventrucci “Memento” è un progetto realizzato con l’obiettivo di creare isole e servizi per il castello di Montegiardino. I componenti del gruppo, dopo aver elaborato idee e verificato le possibilità di realizzazione, hanno deciso di approfondire il tema della memoria. Questo tema è stato pilastro portante di tutto il percorso di progettazione. Lo scopo è quello di rivitalizzare la memoria storica del castello, mescolando riti, ricordi collettivi, tradizioni ed atmosfere di una realtà che oggigiorno è andata perduta. Un percorso storico documentato da specchi e scritte riflesse. Specchi con silhouette, parole e frasi sconnesse, proiettate come ombre sulle strade del centro storico tramite luci led. Gli studenti hanno voluto raccontare non una storia particolare bensì un percorso emotivo. Gli specchi inducono a vedere percorsi che non si vedrebbero e le parole proiettate sulle strade, richiamano alla memoria ricordi e suggestioni riguardanti Montegiardino. Mentre cammini vieni trasportato emotivamente nella storia del paese e il gioco di riflessi ed ombre ti stimola ad intraprendere il percorso. “Memento” is a project developed with the objective of creating islands and services for the Castello di Montegiardino. The components of the group, having elaborated ideas and verified their feasibility, decided to explore the theme of Memory. This theme was the pillar of their entire design process. The purpose was to revitalize the historic memory of the castello, blending rituals, collective memories, traditions and the atmospheres of a reality that has now been lost. A historic itinerary documented in mirrors and reflected writings. Mirrors with silhouettes, disconnected words and phrases, projected like shadows onto the streets of the historic city centre with LED lights. The students were not trying to narrate a specific story, but an emotional itinerary. The

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mirrors lead the viewer to perceive itineraries that would not otherwise be visible and the words projected onto the streets evoke memories and atmospheres of Montegiardino. As you walk, you are transported emotionally into the history of the town and the play of shadows and reflections makes you want to start the itinerary.


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Magazzebox Infoservice Andrea Ceccaroni Alan Francisconi Federico Selva Il progetto focalizza l’attenzione su alcuni servizi basilari offerti dai comuni: servizi pubblici (con attenzione particolare verso i disabili), punto turistico informativo (che non necessiti della presenza di personale e perciò autonomo) ed infine un magazzino nel quale sia possibile riporre strumenti, materiali ed attrezzature utilizzate per eventi nella piazza principale. “Magazzebox Infoservice” risponde a questi tre servizi con una soluzione compatta e comoda: situato in una locazione favorevole (sulla destra della chiesa e della piazza, poco distante dal bar del paese) funge da punto di raccolta informativo all’inizio della passeggiata attorno al castello. Sviluppandosi su una struttura a gradoni incastonata nel dislivello sopra il bocciodromo, segue una forma che ricerca la mimesi col paesaggio circostante e con la conformazione tradizionale del più piccolo castello di San Marino. Per questo motivo la scelta di materiale pietroso e di una forma che richiama la pianta di via del Dragone (la via che circonda il castello); segue tale disegno anche la panchina pietrosa che circonda la parte superiore del complesso. Il tetto della costruzione ha un particolare sistema di drenaggio dell’acqua direttamente a terra. In conclusione, con questa piccola architettura che cerca, in maniera innovativa, di adagiarsi all’interno di questo paesaggio tradizionale e pittoresco, gli studenti hanno cercato di fornire più servizi possibili in un unico sistema.

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The project focuses attention on a number of basic services offered by municipalities: public services (with special attention to the disabled), tourist information point (which does not require personnel and can therefore function independently) and finally a small storage space to store tools, materials and equipment used for events in the main square of the town. “Magazzebox Infoservice” responds to the need for these three services with a compact and convenient solution: located in a favourable position (to the right of the church and the square, near the town bar) it serves as an information point at the start of the promenade around the castello. Developing along a stepped structure embedded into the hill above the bocce playing field, its form seeks a mimesis with the surrounding landscape and with the traditional configuration of San Marino’s smallest castello. This is why stone was chosen as a building material and the project developed a shape reminiscent of the plan of Via del Dragone (the street that surrounds the castello); the same design idea also influenced the stone bench that surrounds the upper part of the complex. The roof of the construction has a particular system to drain water directly into the earth. In conclusion, with this small architectural construction that seeks to settle into the traditional picturesque landscape in an innovative matter, the students have tried to provide as many services as possible within a single system.


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Take it easy Claudia Segato Andrea Marchesani Sebastiano Mandruzzato Valorizzare il borgo attraverso l’offerta di una serie di sedute: per innamorati, per gruppi di ragazzi, per paesani in ammirazione del paesaggio circostante. Gli studenti hanno sviluppato il progetto con disegni a mano, lavori in 3D, modellini in scala e cartoline-fotomontaggio. È stato applicato il concetto di anamorfosi alle panchine per innamorati data la possibilità di vedere, da una posizione ben precisa (l’olmo del paese), il profilo di una montagna. Sono stati, inoltre, introdotti specchi segmentati, ognuno indipendente per angola-

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zione e rotazione, nella parte posteriore di ogni singola panchina per creare un particolare gioco di riflessi. In questo modo i riflessi creati dalla panchina cambiano quando la persona si sposta per trovare la giusta angolatura dalla quale guardare la panchina. Le panchine sono state studiate anche per facilitare l’atto del bacio tra innamorati, tramite un piccolo piano inclinato la persona più bassa nella coppia può raggiungere l’amato con più facilità. Ogni panchina è connotata da un’attenzione ai significati ed alle costruzioni per un migliore utilizzo dell’oggetto stesso. The concept that motivated the team was to enhance the town by offering all kinds of seating: for lovers, for groups of kids, for townspeople who want to admire the landscape around them. The students developed the project in

sketches, 3D drawings, scale models, and postcard-photomontages. The concept of anamorphosis was applied to the benches for lovers because from a specific position (the town elm tree), the profile of a mountain became visible. Fractioned mirrors were also introduced behind each bench, at independent angles of rotation, to create a particular play of reflections. The reflections created by the bench change as the viewer moves to find just the right angle from which to admire the bench. The benches were also studied to make it easier for the lovers to kiss: a small tilted plane makes it easier for the smaller of the two to rise to the height of the other. Each bench is distinguished by the specific attention paid to meaning and construction, for an optimal use of the object itself.


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Hot Spot Ilenia Ferri Augusto Fontana Federico Magli Nicolas Ricci Michele Talozzi Lo spazio giusto nel momento giusto. Il progetto contempla un sistema di arredi mobili ed elastici. Una serie di sedute vengono collocate ai margini delle piazze o dei percorsi pedonali per essere utilizzate in caso di manifestazioni temporanee collettive. Le sedute modellano la propria forma e dimensione a seconda del numero degli utenti. I vincoli dati dall’idea di progetto impongono un disegno regolare e geometrico dell’insieme. Il ferro zincato, la lamiera piegata e il legno ne definiscono anche volumetricamente il linguaggio materico. Grande flessibilità e adattabilità al contesto urbano, derivano dall’ambito delle attrezzature accatastabili su rotaia per la visione di spettacoli sportivi e culturali. The right space at the right time. The project is for a set of moveable and flexible urban furniture. A series of seating elements are placed along the edges of the squares or pedestrian paths to be used in case of collective temporary events. The seating elements modify their shape and size according to the number of users. The constraints established by the project contemplate a regular geometric design of the whole. The galvanized steel, the bent sheet metal and the wood define the language of the materials in terms of volume as well. Its great flexibility and capacity for adaptation to the environment are borrowed from the example of equipment that can be stacked on tracks for viewing sports or cultural events.

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memorie dell’acqua memory of water

Franco Raggi con with Flavia Ferri


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Nel contesto di Montegiardino il tema dell’acqua è stato svolto alla scala microurbana, nei suoi vari aspetti funzionali, emozionali e di memoria. L’esame del borgo, della sua storia idrica, dei caratteri spaziali preminenti e dei recenti interventi di restauro, ha confermato la necessità del ridisegno/recupero di spazi precisi (vedi: Piano di riqualificazione urbana del centro storico dell’architetto Marcella Michelotti). Eliminati quindi sia il traffico che la zona di parcheggio in piazza della Pace, si propone un uso “disegnato” dell’acqua in quattro luoghi: 1. La piazza, 2. La terrazza nord-ovest (sopra il futuro parcheggio), 3. La terrazza sud-est (sopra il gioco delle bocce), 4. il sistema delle grotte. L’idea guida è stata quella di concepire dei sottili “percorsi d’acqua” capaci di influire sulla spazialità dei luoghi introducendo nuovi elementi fisici riconoscibili. Fonti, bocche, canali, vasche ed elementi di raccordo come solide sedute lineari, sono stati i temi specifici di progetto affrontati alla scala del design microurbano. In questo modo si è voluto mettere in scena la “memoria dell’acqua” e insieme, rimettere a disposizione degli abitanti e dei visitatori l’acqua come elemento naturale, funzionale ed estetico.

In the context of Montegiardino the theme of Water was developed at the micro-urban scale, explored in its various aspects of function, emotion and memory. The study of the town, of the history of its water, of its dominant spatial characters and recent restoration processes confirmed the need to redesign/reclaim specific spaces (see: Projects for the Urban Regeneration of the Historic City Centre, by architect Marcella Michelotti). Having eliminated traffic and parking in the piazza della Pace, the proposal “designs” the use of water in four venues: 1. The square, 2. The north-west terrace (above the future parking garage), 3. The southeast terrace (above the “bocce” field), 4. the system of caves. The guiding idea is to conceive subtle “streams of water” that can influence the spatial quality of places by introducing new and recognizable physical elements. Springs, spouts, canals, basins and connecting elements such as solid linear seating, were the specific themes of the projects addressed at the scale of microurban design. We thus sought to highlight the “memory of water” and at the same time, restore water as a natural, functional and aesthetic element to the inhabitants and visitors.


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Atlantide Lara Gioppato Alberto Laghi Cristina Ramadori Caterina Vrabec

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Gli obiettivi prefissati con questo progetto sono di valorizzare l’elemento acqua, presente in grande quantità nelle falde del castello di Montegiardino, e di creare un equilibrio di elementi nella zona di separazione tra la piazza del borgo e la strada. Risorsa fondamentale per la vita dell’uomo, l’acqua attribuisce valore ai luoghi da cui sgorga. Deve essere, quindi, in primo piano nel panorama del borgo. Il percorso dell’acqua, proposto dal progetto lungo il perimetro della piazza, permette di distinguere gli spazi in modo dinamico proteggendo l’area della piazza dalla strada. Il percorso formato dal corso d’acqua e da una lunga seduta che lo accompagna diventa motivo di sosta e refrigerio ma allo stesso tempo luogo rilassante grazie al rumore gradevole dello scorrere dell’acqua.

The objectives set by this project were to highlight the element of water, which is abundant in the water tables of the Castello di Montegiardino, and to create a balance of the elements in the area that separates the town square from the street. A fundamental resource for the life of man, water brings value to the places through which it flows. It must therefore be prominent in the panorama of the town. The path of the stream, proposed by the project, along the perimeter of the square makes it possible to distinguish the spaces dynamically and to protect the square from the street. The itinerary formed by the stream of water and the long bench that runs beside it, becomes a motive to stop for refreshment; it also becomes a place to relax, to listen to the delightful sound of the flowing water.


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Il rifugio Michela Andrini Valentina Reggiani Andrea Santicchia Emanuele Vincenzi

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Il progetto prevede la riqualificazione delle antiche grotte sottostanti il centro storico di Montegiardino. In particolare propone: la congiunzione e l’ampliamento di due gallerie per ospitare un’attività commerciale enogastronomica, un percorso d’acqua a pavimento per l’intera grotta e la collocazione di tre fonti d’acqua potabile, ispirate alla morfologia tipica del cristallo di gessite (minerale presente nel luogo). Il percorso d’acqua artificiale che scorre nella grotta è integrato con un sistema d’illuminazione che crea riflessi di luce sulle pareti del passaggio.

The project is focused on the revitalization of the ancient caves under the historic city centre of Montegiardino. In particular, it proposes to join and enlarge the two tunnels to install a wine and food business; to create a water course along the floor of the cave; and to install three sources of potable water, inspired by the typical morphology of chalk crystal (a mineral which is native to the area). The artificial water course running through the cave will feature a lighting system that creates reflections of light along the walls of the passageway.


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Water channel Nicolas Burioni Giacomo Delfini Jacopo Dibonaventura Marco Petrini

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Obiettivo del gruppo di lavoro è la valorizzazione del castello di Montegiardino mediante la progettazione dell’uso dell’acqua. Il primo intervento è stato quello di incanalare l’acqua, dalle fonti già esistenti verso la zona della piazza. Il secondo intervento è stato la progettazione di due infrastrutture all’interno del paese per l’utilizzo dell’acqua. Il canale è stato disegnato appositamente per trasportare l’acqua proveniente dalla fonte idrica più elevata verso il paese e per raccogliere quella piovana lungo via della Dritta; è suddiviso in sezioni di un metro in cemento e giunge fino alla piccola turbina. Questa viene mossa dall’acqua e con l’energia ricavata è possibile alimentare l’illuminazione posta all’interno della vasca, situata sulla terrazza alla destra della chiesa. Il livello della vasca è inoltre controllato attraverso un sistema galleggiante e l’acqua uscente viene convogliata in una cisterna ed usata per l’irrigazione dei campi. La fontana è l’elemento centrale del progetto; il primo vantaggio per il paese è quello di destinare la piazza ad altro utilizzo rispetto a quello di parcheggio per le automobili. Il secondo è dato dalle bocchette retrostanti che, soprattutto nei giorni di mercato, possono risultare utili ai cittadini per il lavaggio degli alimenti.

The objective of the team was to enhance the Castello di Montegiardino by designing the use of its water. The first proposal by the team was to channel the water from existing sources towards the town square. The second was to design two infrastructures for using water in the town. The canal was designed specifically to transport water from the highest spring to the town and to collect rainwater along Via della Dritta; it is divided into concrete sections one meter long and leads all the way to the little turbine, which is set in motion by the water: the energy it produces can power the lighting inside the pool located on the terrace to the right of the church. The level of the pool is verified by a float, and the water that comes out of is conveyed into a cistern and used to irrigate the fields. The fountain is the central element of the project; the first advantage to the town was to use the town square for something other than automobile parking. The second advantage was provided by the spouts at the back which, especially on market days, can be useful to citizens for washing their food products.


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supergiardino super-garden

Alessandro Mininno con with Giulia Balzi


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Quale è il modo migliore di promuovere un piccolo borgo medievale, in pochi giorni, senza alcun budget? Sicuramente l’utilizzo corretto degli strumenti web: attraverso un blog, una pagina Facebook, un canale Youtube siamo stati in grado di diffondere velocemente i contenuti, prodotti insieme agli abitanti di Montegiardino. Abbiamo scelto cinque aspetti diversi per promuovere la città, cinque elementi di forza su cui puntare: le storie dei suoi abitanti e quelle delle persone che ci lavorano, la sua gastronomia, la sua storia e l’affetto delle persone per il luogo. La produzione e pubblicazione continua di contenuti (video, testi, immagini) forma una rappresentazione completa del borgo e rende accessibile dal web, presente e invitante un luogo che – prima del nostro lavoro – non aveva nessuna presenza online.

What is the best way to promote a small Medieval town, in just a few days, with no budget? No doubt a good use of web tools: in a blog, on a page on Facebook, on Youtube we were able to rapidly spread the contents we produced together with the inhabitants of Montegiardino. We chose five different aspects to promote the city, five strong points to focus on: the history of its inhabitants and that of the people who work there, its food culture, its history and the love of the people for the place. The continuous production and posting of contents (videos, texts, images) provides a complete representation of the town and makes this place, which before our work did not even exist online, accessible on the web, present and inviting.


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Minoretrè, cento motivi per amare Montegiardino Minoretrè, one hundred reasons to love Montegiardino

Emanuele Bruscoli Teresa Monaldi Andi Mullai Raffaella Sacco

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L’obiettivo del progetto è quello di valorizzare il Castello di Montegiardino mostrandone i suoi lati positivi e le sue caratteristiche peculiari, nel modo più immediato possibile. Per questo abbiamo realizzato diversi video in chiave ironica così da ottenere in poco tempo il maggior numero di visualizzazioni. Montegiardino è stata raccontata con le parole delle persone che la amano e che vivono nel Castello da anni e con le parole di chi non ha potuto conoscerla se non per pochi giorni. La campagna è stata divulgata attraverso vari social network.

The objective of the project is to enhance the Castello di Montegiardino by highlighting its positive features and particular characteristics, in an immediate fashion. For this reason we chose an ironic approach to make a series of videos that would garner the highest number of views in a short period of time. Montegiardino was described in the words of the people who love it and have lived in this Castello for years, and in the words of people who have had no more than a few days to get to know it. The campaign was posted on various social networks.


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Montepiadino Matteo Agostini Ezio d’Onghia Viviana Scutari Michele Volpinari

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Uno dei punti di forza di Montegiardino è l’arte culinaria e i piatti tipici locali. Il gruppo ha deciso, quindi, di promuovere il Castello proprio attraverso una delle sue specialità: la piadina. Intervistando gli abitanti del posto abbiamo conosciuto la vera ricetta della piadina, i suoi segreti e le tante modalità di farcitura. La gente di Montegiardino ama la piadina ed è proprio quest’amore che abbiamo voluto comunicare attraverso un video da pubblicare in diversi canali di rete.

One of the strong points of Montegiardino is its cuisine and the typical local dishes. The group therefore decided to promote the Castello with one of its specialties: the piadina. In interviews with the town residents we discovered the real recipe for the piadina, its secrets, and the many different ways of filling it. The people of Montegiardino love their piadina and this is the love that we chose to communicate in a video to be posted over various Internet channels.


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I giardinieri di Montegiardino The gardeners of Montegiardino

Martina Amadio Francesca Canosa Giuseppe Digeronimo Ilaria Ruggeri

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La vita di un paese è fatta dalle persone che vi abitano. Abbiamo, quindi, immaginato gli abitanti del piccolo Castello come giardinieri che quotidianamente coltivano il borgo e lo rendono vivo. Ponendo tre domande a ciascuno di essi, ed utilizzando dei canali di trasmissione come Facebook, Twitter e Youtube abbiamo parlato di questo piccolo Castello attraverso le voci dei suoi cittadini.

The life of a town is made of the people who live there. We therefore imagined the inhabitants of this little Castello as gardeners who cultivate the town everyday and bring it to life. We asked each of them three questions, and used communication channels such as Facebook, Twitter and Youtube to talk about this little Castello in the words and voices of its citizens.


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Focus On Jessica Busca Laura Camillucci Eleonora Iezzi Alessandro Spagna

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Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare il territorio di Montegiardino utilizzando un’applicazione per smartphone chiamata “augmented reality” (realtà aumentata). Questa applicazione consente di orientare la videocamera del proprio cellulare direttamente verso i luoghi d’interesse o i simboli principali del posto, di visualizzare sul display del cellulare una serie di informazioni storiche o sulla geolocalizzazione, con annesse foto e didascalie. Si tratta di una guida virtuale ed interattiva sempre aggiornabile. I contenuti del progetto sono stati pubblicati sul web.

The objective of the project is to highlight the territory of Montegiardino by means of a smartphone application called “augmented reality”. This application makes it possible to orient a the video-camera of your cellphone directly on places of interest or major symbols of a place, and have the cellphone display visualize a series of historic facts or its geo-position, with photos and captions. It works as a small virtual interactive guide that can be constantly updated. The contents of the project were posted on the web.


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1000 storie da Montegiardino 1000 stories of Montegiardino

Francesca Ferretti Silvia Gardini Luana Piccinato Stella Umbri

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L’obiettivo che ci si è posti attraverso questo progetto è quello di riscoprire un borgo antico, il suo fascino e il suo mistero attraverso le parole delle persone che ci abitano. La genuinità degli abitanti di Montegiardino è raccolta in una serie di brevi filmati che illustrano la realtà di un piccolo paese, con la naturalezza e la spontaneità che contraddistingue le persone del luogo. Le storie sono tratte dalla realtà quotidiana, scorci di vite vissute che permettono di immaginare questi suggestivi paesaggi ancora da scoprire. I video sono stati poi pubblicati sui social network come Facebook e Youtube.

The objective that we gave ourselves in this project was to rediscover an ancient town, its charm and its mystery, in the words of the people who live there. The friendliness of the people in Montegiardino is documented in a series of short films that illustrate the reality of a small town, with the natural and spontaneous quality that distinguishes its people. The videos were posted on social networks such as Facebook and Youtube.


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orientarsi è difficile orientation is difficult

Stefano Rovai con with Tarek Gerpe ChĂĄvez


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Orientarsi è difficile e la segnaletica è uno strumento per non perdersi, ma non solo, il suo importante compito è quello di dar voce alla città e farla dialogare con le persone. Per questo deve essere semplice e diretta, deve esprimere i valori del territorio e rendere la città più fruibile, costruendo relazioni di qualità tra spazi e abitanti, facendoli interagire. Ma la segnaletica deve assolvere tutti questi compiti senza diventare invadente, senza urlare la propria presenza. Una buona informazione e una buona segnaletica è, quindi, quella che nasce sul filo del rasoio tra invisibilità e visibilità. Deve essere funzionale, non una struttura definitiva ma un sistema dinamico e adattabile. Per questo i principi-chiave che ci hanno guidato nel nostro comune cammino per dare un nuovo volto a Montegiardino sono stati la chiarezza, la versatilità, la funzionalità e, naturalmente, la sobrietà.

Orientation is difficult and signage is the tool that helps to avoid getting lost, and much more; its most important responsibility is to express the voice of the city and let it dialogue with people. This is why it must be simple and direct, it must convey the values of the territory and make the city easier to enjoy, building quality relationships between the spaces and the inhabitants, allowing them to interact. But the signage must serve all these purposes without becoming invasive, without being blaring. Good information and good signage are therefore generated on the fine line between invisibility and visibility. They must be functional, not a permanent structure but a dynamic and adaptable system. For this reason the key principles that have guided our common process to bring a new look to Montegiardino have been clarity, versatility, functionality and, naturally, sobriety.


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Instradare il caos Elisa Canini Anna Scagnellato Laura Tentoni Luna Valentini Giammarco Viterbo Perfino in un borgo così piccolo è difficile creare ordine tra le varie informazioni necessarie agli abitanti ed ai visitatori. È stato indispensabile calarsi a fondo nello spirito di questa piccola comunità abbracciata dal verde, scoprirne gli angoli più nascosti e conoscerne la storia, per carpirne a fondo l’essenza. Fin da subito ci è parso molto importante il legame del castello con il passato e la tradi-

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zione, ma allo stesso tempo abbiamo percepito chiaramente una volontà di volgersi verso il futuro, verso i giovani. Abbiamo appreso che uno dei simboli del borgo era l’albero di olmo, posto a fianco della piazza della pace, un punto d’aggregazione, di riposo, di scambio di idee e durante il Rinascimento usato come una sorta di moderna bacheca informazioni, a cui erano affisse le “grida” del Signore di Rimini. Nel corso dei secoli l’olmo è andato perdendo parte della sua importanza, e la sua storia sembrava finita nel 1938, quando l’albero, malato e cadente è stato abbattuto. Ma ci è parso estremamente significativo il fatto non era stato dimenticato. Siamo partiti da qui, dunque, dal bagolaro, dalla sua foglia per “instradare il caos” e creare la nostra segnaletica.

Abbiamo osservato la sua forma, il suo colore, le sue venature e abbiamo iniziato ad intraprendere vari percorsi interpretativi, arrivando a ottenere un segno sintetico ed espressivo che rimandava tanto all’albero quanto alla venatura di una foglia. Questo era il sapore che volevamo dare alla nostra comunicazione, un sapore di tradizione e modernità insieme; a nostro parere l’olmo era un simbolo sufficientemente pregnante per quanto riguardava la tradizione quindi abbiamo optato per un materiale moderno ed elegante: l’acciaio spazzolato. Pian piano abbiamo delineato il nostro progetto che consisteva in un intervento sulle indicazioni delle vie, sui numeri civici, sul cartello di benvenuto, su un totem informativo e delle targhe identificative


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il tutto unificato da un linguaggio sobrio ed elegante. Successivamente abbiamo deciso di progettare anche un’installazione permanente da porre sul pavé del belvedere dei lavoratori. Orientarsi è difficile ma non impossibile. Even in a town as small as this one, it was hard to order all the information necessary to residents and visitors. We had to plunge deep into the spirit of this community surrounded by green space, to discover its most hidden corners and understand its history, to fully capture its essence. From the very beginning, we perceived the castello’s bond with the past and tradition to be very important, yet we also clearly understood their desire to look to the future, to young people. We learned that one of the symbols of the town

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was the elm tree, standing next to the Piazza della Pace, and that this tree represented a gathering point, a place to sit, to exchange ideas, and that in the Renaissance era its trunk was used as a sort of modern bulletin board, on which the “edicts” by the Lord of Rimini were posted. Over the centuries, the elm tree began to lose its importance, and its history apparently ended in 1938, when the diseased unstable tree was finally cut down. But we found it very significant that this fact had not been forgotten. So that was where we started, from the hackberry elm, from its leaf to “channel chaos” and create our signage. We observed its form, colour, veins and began to explore various strategies of interpretation, until we achieved a synthetic and expres-

sive sign that referred to both the tree and the veins of a leaf. This was the flavour we wanted to give our communication, the flavour of tradition and modernity at the same time; in our opinion the elm tree was a sufficiently meaningful symbol as far as tradition was concerned, so we selected an elegant modern material: brushed steel. Little by little we delineated our project which included interventions on street signs, house numbers, on the welcome sign, on an information column and on identifying plaques, all united by a sober and elegant design language. We later decided to design a permanent installation as well, to locate on the paving of the Belvedere dei Lavoratori. To find one’s orientation is difficult but not impossible.


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Lasciati Guidare Serena Bartorelli Alice Fedele Marianna Lani Ambra Mainardi Francesca Merciari

“Lasciati guidare” nasce dall’idea di restituire una nuova identità all’antico borgo di Montegiardino passando per la progettazione di un sistema di segnaletica efficiente e funzionale. Passato, presente e futuro si fondono in un progetto di estrema semplicità e sintesi degli elementi più significativi del borgo medievale: i tre ingressi, il verde, la pietra e il ferro. L’idea è quella di guidare il visitatore attraverso nuove indicazioni ben visibili nell’attento rispetto dell’ambiente circostante.

Let us guide you: “Lasciati guidare” is based on the idea of providing a new identity to the ancient town of Montegiardino, by designing a functional and efficient signage system. Past, present and future blend together in an extremely simple project, a synthesis of the most significant elements in the Medieval town: the three entrances, the vegetation, the stone and the iron. The idea was to guide the visitor by means of highly visible new street signs that duly respect the surrounding environment.


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Scusi dov’è il giardino? Excuse me, where is the garden?

Serena Cesari Carlotta Cisterni Arianna Di Betta Ylenia Luca Emanuele Lumini “Scusi, dov’è il giardino?” – Da una domanda banale, ma che spesso ricorre nella richiesta di un’informazione, prende forma il progetto di una segnaletica puntuale ed essenziale, fortemente radicata nel luogo per cui è stata pensata: il Castello di Montegiardino. Dalla forma particolare della strada principale, via del Dragone, è stata ricavata una linea sinuosa utilizzata come modulo standard per la creazione dei pannelli informativi posti in maniera mirata sul territorio, a formare un percorso lineare e funzionale per le vie del paese. Iniziando il percorso dal pannello che annuncia l’entrata in Montegiardino – il giardino della storia – il visitatore è indirizzato al punto in80

formativo principale, nel quale è presente una mappa che riporta, attraverso l’uso di un codice cromatico, tutte le indicazioni guida alla scoperta del luogo. Il materiale utilizzato da supporto, lamina di acciaio satinato, caratterizza fortemente l’identità della segnaletica in quanto elemento legato alla modernità ma allo stesso tempo si fonde con lo spazio in modo elegante e poco invasivo. Un ulteriore elemento che interviene nel rendere coerente ed immediatamente riconoscibile tutto il progetto di segnaletica, è il logo, in cui è racchiusa l’essenza del territorio: una M stilizzata ottenuta ripetendo per 3 volte (tre come le piazze previste, le finestre della chiesa, le rose sullo stemma, gli ingressi al castello, le vie interne al borgo...) la silhouette in prospettiva di Montegiardino. “Excuse me, where is the garden?” – This simple, but often-heard request for information, was the starting point for the design of a clear and essential system of signage, rooted in the place it was conceived for: the Castello di Montegiardino. The particular shape of the main street, Via del Dragone, inspired a wavy line used as a stan-

dard module for the creation of information panels positioned in key locations throughout the territory, to create a functional linear walk through the streets of the town. As he starts his itinerary from the panel that announces the entrance to Montegiardino – the garden of history – the visitor is led to the main information point, where he will find a colour-coded map that provides all the information to guide him through his discovery of the town. The material used as a support, brushed laminated steel, strongly characterizes the signage as an element of modernity, yet at the same time it blends elegantly and discreetly into the space. A further element that contributes to making the entire signage project coherent and immediately recognizable is the logo, which contains the essence of the territory: a stylized M created by repeating 3 times (three like the number of city squares in the project, the windows on the church, the roses on the coat-of-arms, the entrances to the castello, the streets inside the town...), the perspective profile of Montegiardino.


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Voi siete qui Matteo Di Iorio Claudio Fabbro Silvia Mancini Tommaso Priore Stefania Tonelli

di Fiorentino e Faetano e con i comuni italiani di Sassofeltrio (PU) e Monte Grimano (PU). Con Fiorentino, Faetano e Serravalle, era uno dei “Castra Subdita”, ex castelli malatestiani entrati a far parte del territorio sammarinese nel 1463 e da allora “soggetti” alle leggi della Repubblica. Per sottrarlo ai soldati dei Malatesta, gli abitanti di San Marino, alleati con le truppe del Montefeltro, dovettero assediare le sue mura a lungo, finché, su ordine di Federico d’Urbino, il castello venne smantellato. I suoi ruderi furono recuperati quasi due secoli più tardi, nel 1647, dal rettore della chiesa vicina che si trovava fuori dalle mura. È infine sede del Dipartimento di Economia e Tecnologia dell’Università di San Marino. Montegiardino is the smallest of all the castelli in San Marino. It has only 918 inhabitants distributed over an area of 3.31 sq.km. It

shares its borders with the castelli of Fiorentino and Faetano and with the Italian cities of Sassofeltrio (PU) and Monte Grimano (PU). With Fiorentino, Faetano and Serravalle, it was one of the “Castra Subdita”, former castles belonging the Malatesta family that became part of the territory of San Marino in 1463 and has since then been “subject” to the laws of the Republilc. To win it from Malatesta’s soldiers, the inhabitants of San Marino, allied with the troops of Montefeltro, set siege to its walls at length, until, by order of Federico d’Urbino, the castle was dismantled. Its ruins were recovered only two centuries later, in 1647, by the rector of the nearby church which was located outside the walls. It has now become a campus for the Department of Economics and Technology of the University of San Marino.

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Montegiardino è il più piccolo tra i Castelli di San Marino. Conta 918 abitanti distribuiti su un territorio di 3,31 km2. Confina con i Castelli

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le vie del gesso the chalk routes

Pedro Ernesto GarcĂ­a-Espinosa Carrasco con with Andrea Bastianelli


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Il funzionamento basilare di un workshop implica l’ottenimento di un risultato altamente creativo in breve tempo. Nel caso del disegno industriale, il cui spazio d’intervento rende possibile la comunione tra pensiero e azione, si richiede il massimo delle potenzialità mentali e fisiche di coloro che lavorano alla ricerca di un concept progettuale. Uno degli obiettivi principali di questo tipo di laboratorio è quello di sviluppare soluzioni adeguate alle richieste della progettazione. Ammesso che queste siano soddisfatte, è necessario, in seguito, coordinare metodologicamente il processo di progettazione, al fine di sviluppare i concetti rilevanti. Un workshop deve “proporre un senso” a molte delle cose che viviamo ogni giorno, e forse questo è uno dei suoi più importanti contributi. Il nostro laboratorio ha avuto il compito di progettare un sistema di comunicazione per la promozione e la valorizzazione dell’itinerario Le vie del gesso a Montegiardino, una suggestiva località della Repubblica di San Marino, ancora poco conosciuta al flusso di turisti. Per svolgere questo compito sono stati istituiti cinque gruppi di lavoro. Ciascun gruppo ha affrontato il tema attraverso una ricerca di base sul percorso, approfondendo, nello specifico, le potenzialità dei servizi del luogo e modellando un sistema di soluzioni per i tre mezzi principali di comunicazione: stampa, digitale e fisica (segnaletica). Progettare per questi media garantisce, in linea di principio, la copertura dell’intera gamma d’informazione accessibile al vivere odierno: leggere testi, interagire nello spazio digitale della rete internet e percorrere visivamente i diversi supporti espositivi che variano a seconda delle distanze. I gruppi hanno svolto il loro lavoro e sono riusciti a delineare soluzioni progettuali estremamente coerenti con le esigenze di comunicazione e culturali di Montegiardino. I risultati riflettono un elevato rendimento comunicativo espresso attraverso l’uso di linguaggi e di stili visivi diversificati, che hanno permesso la realizzazioni di soluzioni diverse.

The basic purpose of a workshop is to achieve a highly creative result in the short space of time that is allotted. In the case of industrial design, in which the field of intervention makes it possible to achieve a communion of intent between thought and action, it requires a peak of mental and physical potential in those working towards the development of a design concept. One of the main objectives of this sort of workshop is to develop solutions that respond to the demands of design; and if they are satisfied, it is important to coordinate the keys to the design process from a methodological point of view, in order to develop relevant concepts. A workshop gives meaning to many of the things that we experience every day, perhaps this is one of its most important contributions. Our workshop was assigned the task of designing a communication system for the promotion and enhancement of the “Chalk Routes” at Montegiardino. A suggestive location in the Republic of San Marino, which offers areas for activities that are still rather unfamiliar to the public. Five teams were instituted to develop this assignment. They addressed the theme after a basic research study of the trails, exploring the specific potential of the services in the area and shaping a system of solutions for each of the three major means of communication: print, digital and physical (street signs). Designing for these media generally guarantees coverage of the entire range of information involving the routine of contemporary life: reading texts, interacting within the digital space of internet and visually processing the various exposition supports that vary depending on the distance. The teams completed their work and were successful in delineating design solutions that were extremely coherent with the communication and cultural needs of Montegiardino. The results reflect an excellent communicative impact expressed in the use of different visual languages and styles, which therefore made it possible to create a variety of solutions.


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Castori Valentina Cherubini Giulia Faini Giulio Mancini Valentina Sabino Il logo progettato richiama la forma geometrica del gesso e quella stilizzata del fiore, simbolo presente nello stemma di Montegiardino. La proposta grafica cerca di rappresentare, attraverso l’utilizzo di triangoli, il paesaggio collinare che circonda il paese di Montegiardino. Nel logo definitivo si è scelto di utilizzare la trasparenza per ricordare l’effetto cristallino che la pietra, semigrezza del gesso, assume alla luce. I colori scelti sono quelli più presenti in natura e ad ogni colore è stato associato uno sport. Il formato della brochure da stampare è stato progettato utilizzando lo stesso modulo del logo. Richiamando la forma del depliant si sono ideati possibili stickers (adesivi) rappresentanti i pittogrammi degli sport praticabili all’interno del parco. Inoltre si è realizzato un contenitore porta stickers. Per promuovere l’immagine di Montegiardino si è deciso di adottare una campagna pubblicitaria non convenzionale. Questa strategia 84

promozionale cerca, attraverso l’utilizzo creativo di mezzi e strumenti, di “colpire” in modo aggressivo l’immaginario e la psicologia degli utenti. Gli strumenti utilizzati per attirare la maggior attenzione possibile nel minor tempo, sono stati i pittogrammi creati appositamente per i nostri adesivi. L’idea iniziale era quella di destare curiosità verso una zona poco conosciuta focalizzando l’attenzione sulle occasioni sportive e rivoluzionando quindi, l’immagine tradizionale del paese. L’incontro/scontro con i pittogrammi, rappresentativi dei principali quattro sport praticabili all’interno del parco (softair, trekking, tiro con l’arco e trial), spingerà l’osservatore ad entrare in questo spazio verde situato fuori dal centro storico di San Marino. Il sito internet è stato strutturato in modo da dare ampio spazio alle immagini. The logo in the design refers to the geometric form of chalk and the stylized form of a flower, a symbol that appears on the coatof-arms of Montegiardino. The graphic design uses triangles to represent the hilly landscape surrounding the town of Montegiardino. In the final logo, it was decided to rely on transparency to evoke the crystalline effect that the semi-rough chalk mineral ac-

quires in the light. The colours we chose are the ones that appear most frequently in nature and each colour was associated to a sport. The format of the printed booklet was designed using the same module as the logo. A number of possible stickers were conceived, recalling the form of the booklet, to represent the pictograms of the sports that take can be practiced in the park. A sticker pack was also created. To promote the image of Montegiardino, a non-conventional advertising campaign was chosen. This promotional strategy uses creative means and tools to aggressively capture the imagination and psychology of the users. The tools used to attract maximum attention in the shortest amount of time were the pictograms created for our stickers. The initial idea was to arouse curiosity about this little-known area by focusing attention on the sporting opportunities and thereby revolutionizing the traditional image of the town. Seeing the pictograms that represent the four main sports that are practiced in the park (softair, trekking, archery and trial), will attract the observer to this green space located outside the historic city centre of San Marino. The website was structured to give maximum space to the images.


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Boscaioli Giacomo Bracci Gloria Galli Giulia Gentili Nunzia Ponsillo Il progetto ha lo scopo di valorizzare il percorso e il suo territorio attraverso quattro tematiche principali: le cave di gesso, il tiro con l’arco, la flora e la fauna. Il logo è stato realizzato partendo dalla progettazione di un’immagine coordinata, ed è composto da una parte statica che presenta il nome della località (Montegiardino, Le vie del gesso) e da un’altra formata da icone che cambiano a seconda della tematica affrontata: il disegno di un cristallo

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stilizzato per il gesso, una freccia per raffigurare il tiro con l’arco, una foglia per la flora e l’impronta di un animale per la fauna. Le icone sono state disegnate sulla forma base di un ovale, così da avere lo stesso ingombro massimo e un’omogeneità formale. I colori scelti sono stati invece il verde per la flora, il marrone per la fauna, il rosso per il tiro con l’arco e il grigio per il gesso. Completata la palette colori e il logo, si è proceduto con la progettazione della promozione dell’itinerario attraverso tre forme: stampata, digitale e fisica. The purpose of the project is to publicize this trail and the surrounding territory by focusing on four primary themes: the chalk caves, the archery, the flora, the fauna. The logo was created starting

with the design of a coordinated image, and is composed of a static part that announces the name of the place (Montegiardino, the Chalk Routes) and another part made of icons that change depending on the theme under consideration: the design of a stylized crystal for the chalk, an arrow to represent archery, a leaf for the flora and an animal footprint for the fauna. The icons were designed on an oval base, so that they would all have the same overall size and formal homogeneity. The colours we chose were green for the flora, brown for the fauna, red for archery and grey for the chalk. Once the colour palette and logo were completed, we proceeded to design the tools for promoting the trails in three forms: printed, digital and physical.


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Suricati Rocco Leggeri Giulia Campello Roberta Tamburini Enrico Bozzato Il logo ideato è composto da una forma geometrica, che ricorda il modulo del cristallo, ed una forma ellittica, che simboleggia il percorso de Le vie del gesso. In seguito alla prova colore, si è deciso di 86

usare un grigio per il riempimento della pietra. Le soluzioni con il colore sono state, poi, utilizzate per la realizzazione degli stickers. Il carattere utilizzato è il Candara, scelto per le sue caratteristiche che richiamano la geometricità del gesso e la forma curvilinea dell’ellisse. Per la realizzazione del sito web si sono create alcune icone riprendendo la forma e le tracce di quelle usate nella brochure. Nella home page sono state distribuite, su uno sfondo in bianco e nero rappresentante cristalli di gesso, sei icone, riguardanti i quattro sport, la storia di Montegiardino, della cava e le informazioni utili. Il totem presente nella piazza del borgo assume una funzione puramente monumentale. Il totem è stato pensato in plexiglas, per la parte superiore, dove è incisa la frase e in acciaio cromato per la parte sottostante. The logo we designed is composed of a geometric form reminiscent of the crystal, and an ellipse that

symbolizes the trails along the Chalk Routes. After experimenting for a while with colour, we decided to use grey to fill in the stone. The solutions with colour were later used to make the stickers. We chose to use the Candara typeface, which was selected for its characteristics, reminiscent of the geometry of chalk and the curved shape of the ellipse. In designing the website we created several icons based on the shape and outlines of the icons used for the booklet. We distributed six icons across the home page, against a black and white background that represented chalk crystals: they refer to the four sports, the history of Montegiardino, of the quarry, and useful information. The information column in the main square of the town has a purely monumental function. The column was conceived to be built out of plexiglas for the top part, on which the sentence is etched, and chrome-plated steel for the bottom part.


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Formiche Margherita Barnabè Giacomo Drudi Valeria Fiorenzola Matteo Leone Il logo “Le vie del gesso” è il prodotto finale di un’attenta analisi del territorio di Montegiardino. È una proposta finalizzata a garantire una maggiore visibilità turistica e a potenziare l’identità di questo borgo antico e lungimirante. In evidenza, in primo luogo, il gesso, minerale copioso nella zona, prezioso sia per il lavoro degli abitanti locali che per lo spettacolo naturalistico che può offrire a qualunque visitatore. E poi il paesaggio intorno al paese, teatro di manifestazioni di numerose discipline sportive, tra le quali, la più famosa è il tiro istintivo con l’arco. L’itinerario nel parco è caratterizzato da una vegetazione varia e rigo-

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gliosa di siepi di biancospino e sanguinello, contrastata dalla presenza di numerosi cristalli di gesso. Grazie al lavoro della Compagnia dei lunghi archi, appassionati arcieri del tiro istintivo con l’arco, il parco è, spesso, palcoscenico di eventi sportivi mozzafiato, quali softair, trial e tiro con l’arco. Per promuovere queste caratteristiche sono stati ideati tre manifesti, riguardanti il tema del gesso, della natura e dello sport. La struttura del sito web rispecchia la semplicità e le caratteristiche dell’intero progetto grazie alla ripartizione delle informazioni nelle tre categorie principali che contraddistinguono il parco. The logo “Le vie del gesso” is the final product of a meticulous analysis of the territory surrounding Montegiardino. It is a project whose purpose is to guarantee greater tourist visibility and reinforce the identity of this ancient yet forward-looking town. The most important feature is chalk, a mineral that is abundant in this

area, and a precious resource for the work of the local inhabitants and for the panorama of natural beauty that it can offer every visitor. And the landscape around the town, which provides the fields for many different sporting events, the most famous of which is instinctive archery. The itinerary through the park features a thick and varied vegetation of hawthorn and dogwood shrubs, contrasting with the many chalk crystals. Thanks to the efforts of the Compagnia dei Lunghi Archi, and their passion for instinctive archery, the park is often the theater for breathtaking sporting events, such as softair, trial and archery. To promote all of these characteristics, we developed three posters focused on the themes of chalk, nature and sports. The website structure reflects the simplicity and characteristics of the entire project: the information is divided into the three main categories that distinguish the park.


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Linci Letizia Bartoloni Alessandro Pazzini Camilla Rossi Giulia Siboni Il logo “Montegiardino, le vie del gesso”, nasce dall’unione dei quattro elementi che caratterizzano il Castello: la cava di gesso, la flora, la fauna e le attività praticate nel territorio del parco. I colori scelti rispecchiano i cromatismi degli elementi naturali presenti all’interno del bosco, quali il torrente, la vegetazione e le suggestive grotte di gesso. Il pieghevole promozionale del parco dispone delle informazioni per raggiungere il luogo e altre informazioni utili. Presenta, inoltre, una breve storia del Castello ed una sintesi degli aspetti fondamentali del parco, richiamando cromaticamente i quattro elementi simbolici. Sarà disponibile

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presso i centri d’informazioni e in tutte le manifestazioni che promuoveranno il borgo. La campagna promozionale prevede la divulgazione delle brochure e la costruzione di un sito web completamente dedicato al Castello. I turisti potranno reperire tali materiali e riconoscere i quatto simboli ricorrenti (cristallo del gesso, foglia, impronta e punta di freccia) applicati su un totem segnalatore e depositario della brochure al suo interno. Il progetto del totem, a struttura prismatica quadrilatera, prende spunto dai quattro elementi principali del progetto, le cui sagome sono segnate a traforo nei pannelli. The logo for “Montegiardino, le vie del gesso”, arose from the union of the four elements that characterize the Castello: the chalk quarry, the flora, the fauna and the many activities that take place inside the park. The colours we chose respect the chromatic range of the natural elements in the forest, such as the

torrent, the vegetation, and the suggestive chalk caves. The promotional booklet for the park presents all the information required to reach the location, and other useful information. It also features a brief history of the Castello and a synthesis of the fundamental features of the park, with a chromatic reference to the four symbolic elements. It will be distributed by the information centers and at all events that promote the town. The advertising campaign also includes the distribution of the booklets and the construction of a website dedicated exclusively to the Castello. The tourists can find the material and recognize the four recurring symbols (chalk crystals, leaf, paw print and arrowhead) applied onto the information column, which also contains the booklets inside. The design of the column, a four-sided prismatic structure, is derived from the four main elements of the proje ct, the shapes of which are cut out of the panels.


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designers


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tutor tutors Giulia Balzi Andrea Bastianelli Francesco Codicè Flavia Ferri Silvia Gasparotto Tarek Gerpe Chávez Federico Paternò Daniela Pedoni

studenti students Matteo Agostini Martina Amadio Michela Andrini Valerio Baldisserra Davide Balestrieri Mila Balzani Margherita Barnabè Letizia Bartoloni Serena Bartorelli Talisa Bassi Giulia Bertani Matteo Boscarato Enrico Bozzato Giacomo Bracci Emanuele Bruscoli Nicolas Burioni Jessica Busca Silvia Camboni Laura Camillucci Daniele Campanozzi Giulia Campello Elisa Canini Francesca Canosa Anna Cantamessa Federica Capotosti Andrea Ceccaroni Filippo Ceroni Serena Cesari Claudia Checcaglini Valentina Cherubini Carlotta Cisterni Mattia Ciucciarelli Ramona Clementi Valentina Croci Ilaria Cudicio Riccardo D’Amato Ezio d’Onghia Giovani De Luca Giacomo Delfini Arianna Di Betta Matteo Di Iorio Denis Di Luca Jacopo Dibonaventura 93

Giuseppe Digeronimo Giacomo Drudi Mario F. Purrone Claudio Fabbro Giulia Faini Ezio Falconi Alice Fedele Francesca Ferretti Ilenia Ferri Valeria Fiorenzola Filippo Fiumani Augusto Fontana Alan Francisconi Virginia Fraternali Federica Gagliotta Marianna Galeazzi Gloria Galli Silvia Gardini Pietro Garofalo Giulia Gentili Elisa Ghigi Federico Ghignoni Lara Gioppato Riccardo Guidi Eleonora Iezzi Alberto Laghi Marianna Lani Rocco Leggeri Matteo Leone Giorgio Losi Ylenia Luca Emanuele Lumini Federico Magli Ambra Mainardi Andrea Malpezzi Giulio Mancini Mattia Mancini Silvia Mancini Sebastiano Mandruzzato Andrea Marchesani Paolo Martini Juri Massari Giulio Mazzanti Martina Mazzetti Andrea Menegale Francesca Merciari Jacopo Molandini Teresa Monaldi Eva Mondaini Laura Monetini Mirko Montanari Marta Montesi Andrea Morandini Andi Mullai

Giovanni Murolo Alessandra Neri Francesca Occhi Marina Pace Valerio Palmerini Roberto Panici Alessandro Pazzini Silvia Peduto Marco Petrini Luana Piccinato Mirko Pierini Hernando Samuel Pinzon Holguin Nico Polidori Nunzia Ponsillo Ioana Popescu Tommaso Priore Niccolò Raimondi Cristina Ramadori Valentina Reggiani Nicolas Ricci Giulia Righi Marco Rosignoli Camilla Rossi Ilaria Ruggeri Valentina Sabino Raffaella Sacco Giovanni Sali Andrea Santicchia Anna Scagnellato Mario Scairato Lorenzo Scodeller Viviana Scutari Claudia Segato Federico Selva Giulia Siboni Mauro Sorrentino Alessandro Spagna Michele Talozzi Roberta Tamburini Laura Tentoni Chiara Tombesi Stefania Tonelli Mattia Tonucci Martina Torsani Stella Umbri Alessandro Valenti Luna Valentini Carlo Vecchiola Ilaria Ventrucci Emanuele Vincenzi Giammarco Viterbo Michele Volpinari Caterina Vrabec


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Gaetano Ceschia

Davide Crippa

Pedro E. GarcíaEspinosa Carrasco

Laureato in architettura all’Università Iuav di Venezia, nel 1998 fonda con Federico Mentil lo studio Ceschia&Mentil architetti associati. Si occupa di design, interni, architettura e progetti urbani. Le loro realizzazioni sono premiate in più occasioni, tra le quali: segnalazione Adi Design Index nel 2001, VII e VIII edizione del Premio Architettura Città di Oderzo, Premio europeo di architettura Luigi Cosenza 2002, con la Menzione speciale della giuria alla V edizione del Premio Marcello d’Olivo nel 2010. Nel 2008 è stato docente alla Facoltà di architettura dell’Università di Trieste.

Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano, nel 1998 fonda con Barbara Di Prete e Francesco Tosi il gruppo ghigos. Concepito come luogo di scambio di reciproche competenze, ha perseguito da allora l’interdisciplinarietà come occasione di riflessione critica e progettuale. Un approccio sperimentato con convinzione a più scale: dall’exhibit al visual design, dal product design all’architettura. Il gruppo ha realizzato mostre, installazioni e alcuni progetti sono segnalati in concorsi internazionali e pubblicati sulle principali realtà editoriali. Attualmente è docente alla Naba e al Politecnico di Milano.

Laureato all’Instituto Superior de Diseño Industrial (ISDI) a La Habana (Cuba), lavora all’Oficina Nacional de Diseño Industrial, inizialmente come designer, divenendo poi coordinatore dell’Unidad de Desarrollo del Diseño e direttore dell’indirizzo di laurea in Diseño Industrial dell’ISDI, istituto nel quale, fino al 2009, dirige l’indirizzo di Diseño de Comunicación Visual. Direttore generale dell’Oficina del Grupo Creativo del governo cubano fino al 2009, ha svolto attività professionale in Argentina, Germania, Brasile, Bolivia, Cuba, Cile, Cina, Colombia, Ecuador, Spagna e Venezuela.

A graduate in architecture from the Università Iuav di Venezia, in 1998, with Federico Mentil, he founded the firm Ceschia&Mentil architetti associati, working in the fields of design, interiors, architecture and city planning. Their projects have won many awards, including: honourable mention in the ADI Design Index in 2001, VII and VIII edition of the Premio Architettura Città di Oderzo, the European Architectural Award Luigi Cosenza 2002, with a Special Mention by the Jury at the Vth edition of the Premio Marcello d’Olivo in 2010. In 2008 he taught at the Faculty of Architecture at the University of Trieste.

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After graduating in architecture from the Politecnico in Milan, he founded the ghigos group in 1998 with Barbara Di Prete and Francesco Tosi. Conceived as a place for the exchange of reciprocal skills, ever since it has pursued an interdisciplinary approach which it considers as an opportunity for critical considerations on design and the design process. This approach has been convincingly tested at several scales: from exhibition to visual design, from product design to architecture. The group has held exhibitions, created installations and several of its projects have won mentions in international competitions and been published in major trade magazines. He currently teaches at the Naba and at the Politecnico in Milan.

Eberhard Carl Klapp

Laureato alla Technische Hochschule di Monaco, dal 1987 collabora e poi insegna all’Università e alla Fachhochschule di Dortmund e partecipa ad alcuni workshop come Visiting allo IUAV di Venezia. Associato con Hans Busso Von Busse fino al 1997, poi con Brüning e Rein, viene premiato più volte, vincendo fra l’altro il concorso internazionale per la ristrutturazione a museo della Pescheria Vecchia di Trieste. Numerosi gli interventi per il pubblico: dal centro occupazionale per ipo e non vedenti a Soest, al ponte pedonale e centro culturale di Witten, dal museo archeologico della Westfalia a Herne alle strutture per il parco A graduate of the Istituto Su- Gruga a Essen. perior de Diseño Industrial (ISDI) in Havana (Cuba), he A graduate of the Technische worked at the Oficina Nacional Hochschule in Munich, since de Diseño Industrial, initially 1987 he has collaborated with as a designer, moving up to the and later taught at the Univerposition of coordinator of the sity and the Fachhochschule Unidad de Desarrollo del Dis- in Dortmund, participating in eño and director of the De- several workshops as a Visiting partment of Industrial Design Professor for the IUAV di at the ISDI, the institute in Venezia. As a partner with which, through the year 2009, Hans Busso Von Busse through he directed the Department of 1997, then with Brüning and Visual Communication. As the Rein, he has been the recipient Director General of the Oficina of several awards, and won the del Grupo Creativo of the international competition for Cuban government through the renovation of the old Fish 2009, he has worked profes- Market in Trieste into a musionally in Argentina, Germany, seum. He is responsible for Brazil, Bolivia, Cuba, Chile, many public projects: from the China, Colombia, Ecuador, employment centre for the visually impaired at Soest, to the Spain and Venezuela. pedestrian bridge and cultural centre in Witten, from the archaeological museum in Westfalia a Herne to the structures for the Gruga park in Essen.


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Alessandro Mininno

Franco Raggi

Stefano Rovai

Si occupa di branding, marketing, social media e web strategy. Attualmente consulente per Uncle Pear, ha collaborato con la Fondazione Venezia, Electa, Studio Camuffo, Valecon, One Day. Ha curato mostre, redatto articoli – per “Il Sole 24 Ore”, “La Repubblica”, “Corriere della sera”, “Subvertising” – scritto libri – l’ultimo Graffiti writing per Mondadori nel 2008 – gestito il sito FatBombers.com, organizzato manifestazioni culturali, come Bovisa In Linea, nella quale oltre 20 writer hanno dipinto il sottopasso che porta alla nuova sede della Triennale di Milano.

Laureato al Politecnico di Milano, partecipa attivamente al movimento Design Radicale italiano. Già redattore di “Casabella” e direttore di “Modo”, dagli anni settanta cura, organizza e realizza mostre di rilevanza internazionale, in particolare collaborando con La Triennale di Milano e la Biennale di Venezia. Oltre ad operare come architetto, ha progettato oggetti per varie aziende – fra le altre, Fontana Arte, Kartell, Barovier&Toso, Cappellini, Poltronova, Luceplan, Artemide, Danese, Zeus – e suoi progetti sono stati premiati ed esposti nelle maggiori rassegne e musei. Attualmente insegna all’Isia di Firenze.

Graphic designer. La sua presenza nello scenario internazionale è documentata, fra gli altri, da numerosi lavori, a partire dai manifesti per il bicentenario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo (Parigi, 1989) all’ex-libris su invito dell’Aiga per 100 International Contemporary Bookplates (1993) fino al catalogo della mostra A imagem do som de Caetano Veloso (Rio de Janeiro, 1998). Suoi progetti sono stati esposti in mostre e fanno parte delle collezioni dei maggiori musei mondiali, nonché pubblicati in riviste e volumi di editori internazionali.

He works in the fields of branding, marketing, social media and web strategy. Currently a consultant for Uncle Pear, he has collaborated with the Fondazione Venezia, Electa, Studio Camuffo, Valecon, One Day. He has curated exhibitions, written articles for “Il Sole 24 Ore”, “La Repubblica”, “Corriere della Sera”, “Subvertising”, and books – the most recent is Graffiti writing for Mondadori in 2008 – managed the website FatBombers.com, organized cultural events, such as Bovisa In Linea, in which over 20 writers painted the underpass that leads to the new building of the Triennale di Milano.

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A graduate of the Politecnico in Milan, he participated actively in the Italian Radical Design movement. As a past editor of “Casabella” and director of “Modo”, since the Seventies he has curated, organized and created international-level exhibitions, collaborating in particular with the Triennale di Milano and the Biennale di Venezia. In addition to his work as an architect, he has designed objects for many different companies, including Fontana Arte, Kartell, Barovier&Toso, Cappellini, Poltronova, Luceplan, Artemide, Danese, Zeus. His projects have won awards and been displayed in major exhibitions and museums. He currently teaches at the Isia in Florence.

Marcello Ziliani

Laureato al Politecnico di Milano, dopo tre anni di esperienza all’estero, rientrato in Italia, si dedica prevalentemente al design sviluppando progetti per settori d’arredamento, illuminazione, ufficio, oggettistica e prima infanzia, occupandosi inoltre di allestimenti, coreografie teatrali, art direction, design coordination, grafica e comunicazione. Ha ideato progetti per varie aziende, come Allibert, BBB, Casprini, Ciacci, Flos, Frascio, Geuther, Inglesina, Magis, Modo e Modo, Rapsel, Sintesi, Techimpex. Premiato più volte, ha tenuto conferenze, workshop, mostre e fatto parte di Graphic designer. His activity giurie. on the international scene is documented, among other A graduate of the Politecnico things, by his many projects, in Milan, upon returning to starting with the posters for Italy after three years of exthe bicentennial celebrations perience abroad, he dedicated of the Declaration of Human his work primarily to design, Rights (Paris, 1989) to the ex- developing projects for furnilibris designed upon invita- ture, lighting, office furniture, tion by Aiga for 100 Interna- accessories and design for chiltional Contemporary Book- dren; his projects also include plates (1993), through the cat- exhibition design, choreograalogue of the exhibition A im- phy for the theatre, art direcagem do som de Caetano Veloso tion, design coordination, (Rio de Janeiro, 1998). His graphic and communication projects have been displayed design. He has designed projin exhibitions and are included ects for many companies, such in the collections of major in- as Alibert, BBB, Casprini, Ciacternational museums; they ci, Flos, Frascio, Geuther, Inhave been published in maga- glesina, Magis, Modo e Modo, zines and books by interna- Rapsel, Sintesi, Techimpex. He has won several awards, tional editors. lectured, conducted workshops and held exhibitions, and been a member of many design juries.


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Corso di laurea in Disegno industriale Undergraduate Programme in Industrial Design

Rettore Rector Giorgio Petroni

Docenti 2010-11 Lecturers 2010-11

Collaboratori alla didattica 2010-11 Research assistants 2010-11

Direttore del corso di laurea in Disegno industriale Director of the Undergraduate Programme in Industrial Design Alberto Bassi

Olga Barmine Alberto Bassi Riccardo Blumer Matteo Borghi Alessandra Bosco Massimo Brignoni Alison Rachel Bron Fiorella Bulegato Raffaele Cafarelli Cristina Chiappini Giovanna Cosenza Alberto De Simone Renzo di Renzo Alberto Ivo Dormio Patrizia Ferreri Roberto Groppetti Giulio Iacchetti Agnes Kohlmeyer Corrado Loschi Salvatore Luberto Giorgio Majno Luigi Mascheroni Francesco Meneghini Sergio Menichelli Marco Molteni Giuseppe Padula Piergiorgio Peruzzi Massimo Pitis Ramin Razani Stefano Rovai Maddalena Scimemi Dario Scodeller Gianni Sinni Francesco Tencalla Riccardo Varini Karen Venturini Omar Vulpinari Michele Zannoni Marcello Ziliani Alberto Zoni

Tommaso Alessandrini Massimo Barbierato Emanuele Basso Daniela Bigon Cosimo Bizzarri Sergio Brugiolo Mauro Cazzaro Luca Chiavegatti Pierluigi Colacino Pietro Costa Erika Cunico Donatello D’Angelo Vincenza De Nigris Davide di Gennaro Stefano Fariselli Marco Fornasier Silvia Gasparotto Angela Gennaretti Giovanni Gigante Sergio Giusti Tommaso Lucinato Francesco Mantovani Niccolò Mazzoni Claudio Melle Chiara Moreschi Annalisa Muccioli Anna Musiari Monica Pastore Manuela Picariello Michela Povoleri Leonie Spitzer Tommaso Tagliabue Alessandro Tunno Andrea Zannin

Vice direttore Assistant director Alessandra Bosco Coordinatore dipartimento Department coordinator Valeria Bronzetti Segreteria Administrative staff Maria Grazia Pasquinelli Responsabile laboratorio informatico I.T. Tutor Pietro Renzi Responsabile laboratorio modelli Model making lab tutor Tommaso Lucinato Responsabile stage Stage tutor Pietro Costa Ricercatori 2010-11 Research teachers 2010-11 Alessandra Bosco Fiorella Bulegato Riccardo Varini Karen Venturini Sede Campus Corso di laurea in Disegno industriale Antico Monastero Santa Chiara Contrada Omerelli, 20 47890 San Marino Città – RSM numero verde 800 411 314 disegnoindustriale@unirsm.sm www.unirsm.sm


AN MAR

S DI

A

C

Dottorato di ricerca in Ingegneria economico-gestionale Ph.D Programme in Economics and Management Engineering Dottorato di ricerca in Scienze storiche Ph.D Programme in Historical Sciences

Master Master Programmes Master in Comunicazione, Management e Nuovi media Master Programme in Communication, Management and New Media Master internazionale in Strategia e Pianificazione delle organizzazioni, degli eventi e degli impianti sportivi International Master Programme in the Strategy and Planning of Sports Organizations, Events and Facilities Master di I livello in Sicurezza e Qualità dell’alimentazione dei bambini in una società multietnica 1st level Master Programme in the Safety and Quality of Nutrition for Children in a Multiethnic Society

Master di II livello in Strategie per la promozione e la tutela della sicurezza e della qualità dell’alimentazione in età evolutiva 2nd level Master Programme in the Safety and Quality of Nutrition in the Developmental Years Master di II livello in Medicina e Chirurgia Estetica 2nd level Master Programme in Medicine and Aesthetic Plastic Surgery

San Marino University of Design

Master di I livello in Criminologia e Psichiatria forense 1st level Master Programme in Criminology and Forensic Psychiatry

REPUBBLI

Dottorati Ph.D Programmes

Montegiardino. Design per il borgo antico Design for the ancient town

Corsi di laurea triennale e magistrale in Ingegneria civile Undergraduate and Graduate Programmes in Civil Engineering

LA L

Corso di laurea in Disegno industriale Undergraduate Programme in Industrial Design

DE

Lauree Degree Programmes

San Marino Design Workshop 2010

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MONTEGIARDINO DESIGN PER IL BORGO ANTICO DESIGN FOR THE ANCIENT TOWN San Marino Design Workshop 2010

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Segreteria di Stato per l’Istruzione, la Cultura, l’Università e le Politiche Giovanili Secretary of State for Education, Culture, the University and Youth Policies Segreteria di Stato per l’Industria e il Commercio Secretary of State for Industry and Commerce Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ambiente, l’Agricoltura ed i Rapporti con l’A.A.S.P. Secretary of State for the Territory and the Environment, Agriculture and Relations with the A.A.S.P. Segreteria di Stato per il Turismo Secretary of State for Tourism

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Giunta di Castello di Montegiardino Council of the Castello di Montegiardino Capitano di Castello Captain of the Castello Marta Fabbri Segretario di Giunta Council Secretary Maria Katia Savoretti Membri di Giunta Members of the Council Iole Maria Gnesi Emanuela Morri Angelo Poggiali Simona Righi Sonia Toccaceli Umberto Toccaceli

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