Lectio Magistralis L’Europa che vorremmo: quella della cultura INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2016-2017
Prof. Philippe Daverio Università degli Studi di Palermo
22
Signor Presidente della Repubblica, signor Presidente della Regione Lombardia, signor Sindaco, purtroppo Sua Eccellenza Reverendissima ci ha abbandonato perché correva a preparare l’arrivo del Presidente della Repubblica nelle aree di sua competenza ecclesiale. Signor Sindaco, ma soprattutto tutti i colleghi professori e, soprattutto ancora, tutta questa energia studentesca giovanile nella quale noi anziani andiamo a vedere quell’energia che in noi stessi sta calando. La cosa più bella dell’insegnamento universitario è questo rapporto di didattica da un lato e in un qualche modo di elegante vampirismo esistenziale dall’altro, perché dal rapporto con i più giovani noi traiamo gran parte delle energie che ci spingono a non invecchiare troppo precocemente. Quindi ringrazio proprio gli studenti per l’energia che ci trasmettono. E sono molto onorato oggi di essere qui di fronte al Presidente della Repubblica, perché è la seconda volta che mi capita di partecipare all’Inaugurazione di un Anno Accademico in Sua presenza. L’ultima volta fu a Palermo, questa volta è a Bergamo. Appare quasi che l’Italia sia unita, passando da una parte all’altra. E però in tutti e due i casi si riscontra questa stessa formidabile energia dei giovani che si preparano ad essere pronti per un’esistenza di competizione e in ognuna delle occasioni mi viene anche un attimo di risentimento quando penso alle diversità proporzionali fra i nostri iscritti e il resto della comunità d’Europa. Cioè in fondo noi portiamo all’università e laureiamo circa il 7% delle generazioni, i tedeschi il 21%. È vero come nelle antiche barzellette che per fare un
italiano sveglio ci vogliono almeno tre tedeschi ma non sappiamo se questa visione ironica possa essere anche una certezza per il nostro futuro e soprattutto per il nostro futuro all’interno della comunità allargata del mondo.
― Storico d’Arte Prof. Philippe Daverio. Bergamo, Inaugurazione A.A. 2016-2017.
Comunque essere qua è straordinario anche per un altro motivo: perché qui sia il Rettore che l’Università sono nati nello stesso anno. Sono due figli del ’68, cioè sono due figli del momento nel quale in Italia ci fu una sorta di sussulto, e spesso, ed è anche oggi – questo non ve l’avevo preparato – io vengo a fare dei discorsi agli universitari nei quali li incito alla rivoluzione. È necessaria la ribellione dei ventenni. L’Europa ha proceduto, dalla rivoluzione francese in avanti, offrendo ad ognuna delle generazioni: nel 1789, nel 1805, nel ‘14, nel ‘30 in Italia con la carboneria, nel ‘48 con i motti rivoluzionari, nel ‘60 quando i bergamaschi parteciparono tutti con la camicia rossa al primo rapporto tra Bergamo e Palermo, non quello che citavo io, quello che formò l’Italia. Ogni generazione ha avuto il diritto alla sua esplosione, poi purtroppo ci hanno tirato giù il muro di Berlino e abbiamo cessato di credere nella dialettica storica. Quindi, quando posso tento di incitare, ovviamente non alla presa delle armi, delle bombe o dei fucili, ma tento di incitare le generazioni giovani a riprendere in mano con coraggio il momento storico che a loro compete e a dare una spinta sulle loro barchette o sulle loro barcone all’onda della storia che procede.
― Il Prof. Philippe Daverio e il Rettore, Prof. Remo Morzenti Pellegrini. Bergamo, Inaugurazione A.A. 2016-2017.
23