UNIVERSITÀ ONLINE
La web-lezione dal rifugio alpino Manca il contatto diretto con gli studenti, ma anche con le lezioni a distanza da un rifugio alpino c'è molta soddisfazione. a pagina 7 Bravini
Lezione web dai monti innevati «Ore 9.30, UniBg non si ferma» L'ATENEO di Franco Bravini
La prima cosa che faccio appena mi alzo è spalare la neve. Siamo a 1.700 metri e nella notte ne è caduto mezzo metro. Con l'arrivo delle notizie sul Coronavirus la vacanza di Carnevale coi bambini si è trasformata in un ritiro alpino e ora, chiuse scuole e università, isolati nella nostra casa, sperimentiamo uno strano survival tra la neve. Ho ripensato spesso alla Montagna magica di Thomas Mann, con quella vita rarefatta sulle montagne svizzere, mentre lontane si addensano le minacce della storia. Certo con tre bambini di vacanze non se ne parla: a mia moglie spettano la corvée dei compiti e l'ordine pubblico, a me la corrispondenza con gli studenti dell'università di Bergamo e l'avvio delle lezioni a distanza. Mi barrico in un piccolo studio e accendo il portatile. Il via libera è giunto da un What's App degli studenti: hanno visto l'annuncio sul sito di Unibg e la pagina Facebook del corso di Letteratura 8, il nostro tam tam interno, lo ha
Manca il contatto diretto con gli studenti ma allafinec'è molta soddisfazione E viaWhalsApp arriva un pollice alzato
rilanciato a tutti i ragazzi. Si comincia alle 9.30. Ieri sera ho lavorato fino a tardi per organizzare la piattaforma messa a disposizione dall'università. Molti docenti stanno cominciando le lezioni a distanza e immagino che come me abbiano ingaggiato fieri corpo a corpo con l'interfaccia Microsoft, non proprio user friendly. Il problema nell'e-learning è che si parla a uno schermo che rimanda la tua immagine mentre parli, in una sorta di mise en ahimè che non aiuta. Manca il feedback degli studenti e non bastano le domande e le risposte scritte dell'interfaccia. Quando fai lezione guardi i ragazzi dritti negli occhi e senti subito se stai andando bene o se li stai annoiando. Mi garantisco un piccolo paracadute: una studentessa mi manderà un sms se qualcosa non va. 9.28. Fuori continua a nevicare, sembra Natale. Lo schermo del portatile è sollevato, il segnale wi-fi è pieno, l'interfaccia di Teams attivata. Dietro la porta Vittorio, il neonato, strilla, Giacomo ruba le matite colorate a Elia. Con i
UNIVERSITÀ DI BERGAMO
suoi 4 anni è esentato dalla valanga di compiti, che toccano invece a Elia, in seconda elementare. Mia moglie cerca di ammansire le belve, ma ha meno successo di Orfeo. Per fortuna il filtro sonoro delle porte di noce è buono. 9.30. Eccomi inquadrato nello schermo. Dico qualcosa come Buongiorno ragazzi, anche per me è la prima volta, vedete che gli esami non finiscono mai. Spero che avrete pazienza. Mi mancano le nostre lezioni, ma meglio essere prudenti, abbiate cura di voi. Poi parto con la lezione di letteratura: la solitudine della condizione urbana nella metropoli dell'Ottocento. Dopo una mezz'ora sento la porta che si apre alle mie spalle, per un istante una schiena si inquadra nella parte bassa dello schermo. Penso a un bambino e invece vedo mia moglie che, per, sfuggire alla telecamera, striscia guardinga come un marine, trascinandosi dietro la cartella dei quaderni di scuola come fosse un compagno ferito in battaglia. Ottima prestazione: siamo meno invasivi che a ca-
1