Professione sceneggiatore. Strutture e strumenti per scrivere storie

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PROFESSIONE SCENEGGIATORE

STRUTTURE E STRUMENTI PER SCRIVERE STORIE

prefazione di Sandrone Dazieri

NUOVA EDIZIONE AMPLIATA

INDICE

PREFAZIONE di Sandrone Dazieri, 5

1. IL LINGUAGGIO DELLE STORIE, 7

2. IL PRINCIPIO, 11

3. IL TACCUINO DELLE IDEE, 17

3.1. Le fasi della narrazione scritta, 17 | 3.2 La documentazione, 23 | 3.3 Il What if…?, 24

4. PERSONAGGI, 27

4.1 Caratteristiche, 28 | 4.2 Gli archetipi, 35 |4.3 L’uovo e la gallina, 43 | 4.4 L’antefatto (backstory), 44 | 4.5 L’iceberg di Hemingway, 47

INTERMEZZO: L ’ EDITOR E L ’ AGENTE LETTERARIO, 49

5. SOGGETTO E SINOSSI, 53

5.1 Il tema, 56 | 5.2 Il tono, 59 | 5.3 Struttura in tre atti della trama, 63 | 5.4 La struttura a radice quadrata, 67 | 5.5 Il paradigma di Syd Field, 68 | 5.6 Il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler, 72 | 5.7 La scaletta, 85 | 5.8 Il titolo, 89 | 5.9 Praticamente… la stesura, 89 | 5.10 Il concept, 93 | 5.11 Il trattamento, 98 | 5.12 Soggetti e sinossi esempio, 103

6. LA SCENEGGIATURA, 119

6.1 Sceneggiatura per il fumetto, 119 | 6.1.1 Numerazione, 121 | 6.1.2 Regia, 123 | 6.1.3 Dialoghi, 128 130 | 6.1.5 Questione di metodo, 130 | 6.1.6 Ordine, 131 | 6.1.7 Esempi, 131 | 6.2 La striscia e la tavola autoconclusiva, 135 | 6.3 Il paradigma nel fumetto, 141 | 6.4 La gabbia (o griglia) libera, 142 | 6.5

| 6.6 Composizione, 154 | 6.6.1 Inizio (o incipit), 159 | 6.6.2 Svolgimento (o corpo), 160 | 6.6.3 Finale, 164

7. LA NARRATIVA, 169

7.1 Il punto di vista, 170 | 7.1.1 Prima Persona Singola, 170 | 7.1.2 Prima Persona Multipla, 172 | 7.1.3 Prima Persona con Stile Epistolare, 172 | 7.1.4 Prima Persona

Inattendibile, 174 | 7.1.5 Prima Persona Periferica o Secondaria, 175 | 7.1.6 Terza Persona Singola, 176 | 7.1.7 Terza Persona Multipla, 177 | 7.1.8 Terza Persona Onnisciente, 178 | 7.1.9 Terza Persona Oggettiva, 181 | 7.1.10 Seconda Persona, 182 | 7.2 Il tempo verbale, 183 | 7.3 Il paradigma e la narrativa, 185 | 7.4 Stesura e montaggio: cosa mostrare, 186 | 7.5 Show, don’t tell, 187 | 7.6 Descrizioni, 189 | 7.7 Dialoghi, 192 | 7.8 Stile e voce, 195

8. PER CONCLUDERE (E PER COMINCIARE), 197

RINGRAZIAMENTI, 199

PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE di Sergio Bonelli, 201

PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE di Maurizio Nichetti, 203

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI, 205

PREFAZIONE

DI SANDRONE DAZIERI1

Voglio cominciare con una domanda seria: siete davvero convinti di voler fare gli sceneggiatori in Italia?

Nel nostro Paese, la sceneggiatura è teorizzata e amata, ma nel pratico è considerata un lavoro ancillare, secondario, trascurabile. Chiedete ai vostri amici chi abbia scritto l’ultimo film che hanno visto e, a parte i cinefili, faranno tutti scena muta. Ma se gli chiederete chi l’abbia diretto o interpretato, quasi tutti risponderanno correttamente.

E non è un problema solo del pubblico. Anche gli addetti ai lavori considerano spesso gli sceneggiatori come dei manovali che costruiscono canovacci dove il regista può esercitare il suo estro. Ho visto serie televisive diventare incomprensibili a causa dei cambiamenti fatti per i intera di sceneggiatori che si erano rotti la testa per anni. Ho assistito ameno invitati o menzionati nel comunicato. Ma di chi è la colpa di questa perdita di prestigio del lavoro che fu di la coincidenza della crisi del cinema italiano con la nascita delle televinon fossero d’autore – dove l’autore è necessariamente il regista – o

1 Sandrone Dazieri è nato a Cremona nel 1964 ed è uno dei più apprezzati scrittori e sceneggiatori italiani. Nel 1999 è uscito il suo primo romanzo, Attenti al gorilla (Mondadori), cui hanno fatto seguito numerosi altri, tra cui La cura del gorilla (Einaudi, 2001, dal quale è stato tratto l’omonimo film con Claudio Bisio) e La danza del Gorilla (Rizzoli, 2019). Come sceneggiatore e headwriter ha curato alcune serie di straordinaria popolarità tra le quali Squadra Antimafia, Intelligence e R.I.S. Roma. Nel 2014 ha pubblicato per Mondadori il thriller Uccidi il Padre, tradotto in molte lingue e accolto ovunque da un grandissimo successo di pubblico e critica, seguito da L’Angelo (Mondadori, 2016) e Il re di denari (Mondadori, 2018).

medesimo modello basato su corna e scontro Nord-Sud.

avrebbe potuto portare, e in certi casi ha portato, alla creazione di grandi prodotti. Ma c’era un problema, la maggior parte di quegli sceneggiatori odiava la televisione, non la capiva, e la considerava un ripiego rispetto al grande schermo.

Ma adesso le cose stanno cambiando. C’è una nuova generazione di autori che è cresciuta amando il cinema classico ma anche le nuove for-

coreani e serie israeliane, a leggere classici e fumetti, a cercare di capire come stesse cambiando il mondo attorno a loro. E grazie alle nuove piattaforme digitali, grazie al nuovo mercato, hanno trovato degli sbocchi internazionali prima impensabili.

to il mondo, sceneggiati dai più grandi autori contemporanei. Quindi, se puntate a diventare il nuovo Aaron Sorkin, Charlie Kaufman, Paolo Sorrentino o Paolo Virzì (citazioni assolutamente casuali) vi conviene cominciare a studiare, sapendo che dovrete studiare tutta la vita. Ma avete preso in mano questo manuale, quindi state cominciando bene. In bocca al lupo.

1. IL LINGUAGGIO

DELLE STORIE

Da piccolo giocavi con i pupazzetti o con le bambole e inventavi storie che duravano ore? Ognuno dei tuoi soldatini aveva, oltre che un nome, puntata delle tue serie TV preferite? Non sali mai su un autobus o su un treno senza qualcosa da leggere? Allora forse sei uno scrittore o uno sceneggiatore, e chissà, magari, dentro di te si annida un potenziale narratore.

Ed è proprio a te che questo libro si rivolge, a te che vuoi avere le basi e qualche dritta per quello che speri possa essere il tuo futuro mestiere,

Ma può un manuale di scrittura e sceneggiatura essere davvero utile a un aspirante narratore?

La risposta è sì: chi comincia un percorso per diventare scrittore, sceneggiatore o, più in generale, autore di testi, ha bisogno di essere indirizzato. Gli serve una guida, o anche più di una. Lo so perché, prima di scrivere per mestiere, ho cercato anch’io i miei maestri, e, per fortuna, li ho trovati: sia in alcune aule di scrittura creativa, sia fuori. Senza i loro insegnamenti, senza le letture da loro suggerite, senza alcuni consigli e lavate di capo, forse mi sarei smarrito per strada e non avrei conseguito l’obiettivo che agognavo: fare della mia passione per le storie un lavoro vero. Se mi fossi limitato a seguire la sola strada dell’autodidatta avrei impiegato il doppio, magari anche il triplo del tempo che mi è stato invece necessario.

Fin dalla prima edizione, l’obiettivo di Professione sceneggiatore è stato questo: trasmettere i consigli indispensabili a partire. Non soltanto il primo tra i suggerimenti per l’aspirante scrittore (“leggi molto”),

e nemmeno altri dal sapore zen (“sii umile”): mi interessavano anche i suggerimenti pratici, le indicazioni concrete, da manuale di “fai da te”. Leggere molto è fondamentale se si vuole scrivere: i due concetti sono TV…)

e più il “linguaggio delle storie” ti entrerà nelle orecchie e diventerà per te qualcosa di familiare, esattamente come un musicista ha bisogno di un’educazione all’ascolto per sviluppare un proprio orecchio musicale.

Se nel frattempo avrai sottomano una bussola per capire, interpretare e orientarti tra quanto stai leggendo e vedendo, riuscirai anche a guadagnare tempo. Professione sceneggiatore sarà questa guida: un navigatore che ti permetterà di comprendere ed esaminare le storie che sfoglierai e guarderai. Decifrare le narrazioni altrui è un passaggio indispensabile per riconoscere e analizzare quelle che hai in mente e che scriverai tu: è per questo che, ancor più che nelle edizioni passate, hovisive. Se, quindi, a mano a mano che la lettura procede, dovessi accorgerti che c’è qualcosa che non conosci, compila una lista e completa la lettura e la visione delle opere che ti mancano.

Nel 2007, quando uscì la prima edizione di questo libro, scrivevo soprattutto fumetti per la Disney italiana, avevo iniziato a mia volta a insegnare sceneggiatura (da tre anni), e in quel piccolo libro oggi fuori catalogo volli inserire tutto ciò che ritenevo utile (perché lo era stato per me) che un aspirante sceneggiatore di fumetti dovesse conoscere. Per il 2012 l’editore mi chiese una nuova edizione ampliata. A cinque dato che avevo iniziato a percorrere nuove strade, tra cui il lavoro per Sergio Bonelli Editore e quelli per l’animazione televisiva. Avevo inoltre appena cominciato a esplorare un territorio che oggi frequento più assiduamente, quello della narrativa, e avevo anche dato il via a StudioStorie, la mia scuola di scrittura. Nei corsi già sentivo impellente la necessità di trasmettere un concetto oggi sdoganato, ma all’epoca tutt’altro che scontato: quello delle forme di narrazione come vasi comunicanti, in continuo contatto una con l’altra, in un travaso costante di forme, stili, linguaggi, suggestioni. Feci di questo concetto un principio e lo trasformai nel motivo portante della seconda edizione di Professione sceneggiatore.

Oggi, a nove anni di distanza dalla seconda edizione e a quattordici dalla prima, il panorama è ancora mutato. Due lustri fa esplodevanon tenerne conto.

Di contro il fumetto italiano, con le roccaforti Disney/Bonelli per anni quasi unico riferimento della Nona Arte nel nostro Paese, ha attraversato una mutazione proprio nella sua identità seriale e ha cercato di rinnovarsi e di adeguarsi mentre anche da noi molte case editrici – tra cui la Tunué – investivano sempre più nel fumetto da libreria. Quest’ultimo, il cosiddetto “romanzo a fumetti”, è invece per natura non serialemente considerare.

Nel 2018 ho avuto poi occasione di fondere i concetti sviluppati nelle prime due versioni di questo libro con quanto elaborato nel frattempo sul mondo della narrativa: la casa editrice Zanichelli mi propose un volumetto sulla “scrittura creativa” da abbinare a un loro testo scolastico.2

In questa terza edizione di Professione sceneggiatore ho voluto integrare alcuni esempi e concetti di quanto, in quel libro, scrissi a propostito del racconto e del romanzo, per dedicare alla prosa letteraria un

Questa necessità è dettata dal fatto che le storie, oggi, sono dappertutto. Lo storytelling è diventato una vera e propria strategia comunicativa, nel marketing e nella pubblicità, senza contare tutti i mass media – ne esamineremo diversi – che prevedono, come caratteristica del loro stesso essere, la narrazione di una storia. A tutti piacciono le storie, tutti amiamo leggerle, ascoltarle e farcele raccontare: padroneggiare i meccanismi narrativi vuol dire comprendere qualcosa in più della società che ci circonda e in cui viviamo, del nostro passato (si pensi alle decine di racconti, mitologici e non, comuni alle varie civiltà) e, di conseguenza, conoscere qualche elemento in più di noi stessi. Le storie sono meta-

2 Marzia Fontana, Laura Forte, Maria Teresa Talice, Una vita da lettori, I testi e la scrittura, Bologna, Zanichelli, 2018.

Percorreremo, fase dopo fase, l’intero processo creativo d’ideazione di una storia e della sua declinazione attraverso vari mezzi di comunicazione: vedremo come, dallo spunto iniziale, si arrivi alla sceneggiatura esura di un soggetto. Da qui, poi, mi auguro che tu decida di approfondire leggendo i saggi e i manuali di Christopher Vogler, di Robert McKee, di Syd Field, di Will Eisner e di Scott McCloud, ma, anche e soprattutto, di metterti d’impegno e dedicarti agli anni di pratica necessari per diventare professionista.

Un mestiere s’impara ponendosi al servizio di determinate regole – le vedremo tutte – che, una volta metabolizzate, consentono poi di guardare verso altri lidi creativi e magari di migrarvi. È mia intenzione, in questa sede, discostarmi da tutto quanto non possa essere realizzato da un volonteroso e talentuoso dilettante: ti racconterò in che cosa consista il mestiere del narratore – inteso come autore di testi e scrittore – da un punto di vista esclusivamente pratico e professionale.

Non voglio sembrare troppo severo, ma sarà un percorso duro e faticoso. Non desidero alimentare false promesse, ma farti vedere com’è questo lavoro dal punto di vista di chi davvero lo svolge, perciò àrmati di pazienza: quando sarai arrivato in fondo al libro, probabilmente non sarai ancora uno sceneggiatore, uno scrittore, né tanto meno un soggettista professionista.

Ma sarai un passo avanti nella giusta direzione.

2. IL PRINCIPIO

Fino a non troppo tempo fa i vari ambiti creativi che prevedono la presenza di narrazione e di scrittura erano considerati per lo più a compartimenti stagni: da una parte la letteratura e la narrativa, dall’altra la sceneggiatura per il cinema e per l’animazione; da un lato la scrittura radiofonica, dall’altro quella teatrale; di qua la sceneggiatura per il fumetto, di là quella per la televisione. Non solo: spot pubblicitari, videogiochi, giochi di ruolo, eccetera. Ognuno di questi ambiti ha un proprio preciso linguaggio (alcuni peraltro molto simili tra loro), ma c’è un elemento che li accomuna tutti: le storie. La presenza di una storia, l’esistenza di una trama, è trasversale, interdisciplinare, e costituisce il fondamento di ciascuna forma di scrittura narrativa e di sceneggiatura. Per questo primo capitolo ho scelto il termine principio a causa della sua doppia valenza. Quella di “inizio”, perché ogni tipo di scrittura creativa si basa sull’ideazione di una storia, e quella di “regola”, perché alla base dello studio della narrazione, a prescindere da quale sia la forma che più ci interessa, c’è la fondamentale comprensione di questo metodo: una volta concepita una storia convincente (tranquillo: vedremo come) potremo più facilmente declinarla tramite il mass medium che più ci è congeniale o di cui in quel momento siamo al servizio, proprio come in un sistema di vasi comunicanti.

Il metodo migliore per comprendere e assimilare il Principio è un approccio “da sceneggiatore”. Mi spiego: fra tutti i tipi di scrittura creativa, la sceneggiatura è quella che prevede una maggiore presenza di sintesi, e la sintesi è l’ingrediente essenziale per scrivere bene, per far emergere le storie, per esaltare la trama.

Certo, la trama in una storia (romanzo o sceneggiatura che sia) non è tutto, ma, come vedremo tra poco, è un ingrediente essenziale per la costruzione di una narrazione solida.

Al giorno d’oggi, sommersi come siamo dalle modalità più disparate di raccontare una storia (narrativa, cinema, televisione, videogiochi, radio, teatro, fumetto, musica, eccetera), abituati a nuovi linguaggi e forme di comunicazione (internet e social network in testa), nel momento -

zione”, è impensabile indirizzarsi subito verso un linguaggio narrativo

Le sopraccitate forme di narrazione, oggi più che mai, comunicano tra loro: “si parlano”. Il cinema parla al fumetto; la narrativa parla al cinema; i videogame parlano alla TV: tutti questi modi, molto diversi, anche se non ce ne rendiamo conto perché ormai il meccanismo è automatico, siamo abituati a fruire di più storie, anche contemporaneamente, passando da un linguaggio a un altro con disinvoltura. Termini come crossmediale (una stessa storia può essere raccontata attraverso forme narrative diverse) e transmediale (raccontare una storia servendosi di -

rebbe un errore non tenerli in considerazione.

Tutto questo per dirti che, se per esempio vuoi scrivere narrativa – o capire come la narrativa venga scritta – è utile e indispensabile non -

rie televisive, leggere fumetti, comprendere la struttura di alcuni spot pubblicitari e videogiochi, capire come un cantautore sintetizzi storie e personaggi nel testo di una canzone. Se desideri essere un narratore professionalmente competitivo – e quindi collocato con consapevolezza all’interno dell’epoca in cui stai vivendo – devi cercare di trarre esperienza da ogni forma di comunicazione basata sulla presenza di una storia. Non la Storia con la “S” maiuscola che si studia a scuola, relativache se vedremo come la documentazione giochi un ruolo fondamentale all’interno delle competenze di chi racconta scrivendo – ma quella forse più modesta, con la “s” minuscola, intesa come trama o sequenza immaginaria degli eventi che occupano lo spazio di una narrazione.

In sintesi: se sarai in grado di scrivere storie per mezzi di comunicazione diversi, il tuo percorso professionale ne trarrà vantaggio. Questo di contatto che vedremo, e saper passare con disinvoltura da uno all’altro.

Un giovanissimo

Steven Spielberg (al centro) dirige Lukas

Haas (a sinistra) e Roberts Blossom in Il treno fantasma (Ghost Train USA 1985), primo episodio della serie antologica

Storie incredibili. © 2009 Universal Pictures International.

o di fumetti, di videogiochi o di serie televisive. Faremo riferimento a essi chiamandoli con il nome che, alla radice, li accomuna tutti: storie.

ascoltavano intorno al fuoco, nelle caverne, narrate dagli anziani delle tribù preistoriche.3 La rappresentazione di scene di caccia e di altri rac-

derna scrittura. L’esperienza più simile a quella del racconto intorno al fuoco che l’uomo evoluto può oggi vivere è quella dello spettacolo -

professionale moderna che ha ereditato il ruolo che fu dell’antico depositario di saperi narrativi, dell’anziano saggio narratore, è perciò quella dello sceneggiatore, in grado di rivolgersi, con le sue storie, simultaneamente a una platea eterogenea.

Anche se il tuo obiettivo è la narrativa, giungere a questo tipo di scrittura tramite l’apprendimento dei principi della sceneggiatura (in par-

3 Concetto trasmesso da Steven Spielberg fin dalle prime immagini della sigla di testa della serie televisiva Storie Incredibili (Amazing Stories), da lui prodotta dal 1985 al 1987. Il regista scrisse e diresse in prima persona numerosi episodi della serie.

ticolare per fumetti, ne vedremo i motivi) sarà vantaggioso. Lo sceneggiatore ha (o dovrebbe avere) il dono della sintesi nella sua scrittura. Sere. Senza sintesi si ha una scrittura prolissa, piena di orpelli, fronzoli e interessante, se non addirittura noiosa: una storia noiosa equivale al fallimento dello sceneggiatore, alla disfatta dello scrittore.re, unita all’emozione e alle tematiche che è riuscita a veicolare. Quanti tra i protagonisti), ma con sceneggiature impeccabili? Queste pellicole saranno ricordate, lasceranno un segno negli spettatori. Al contrario, se speciali, passato l’iniziale entusiasmo, l’opera sarà ben presto scordata. Stessa cosa in un fumetto: se trama e sceneggiatura sono forti e i disegni più deboli, l’opera sarà apprezzata e ricordata maggiormente che nel 4ra dello sceneggiatore a quella dell’autore di romanzi o di racconti: di fatto anche uno scrittore è uno sceneggiatore, nel senso che ha in mano una trama e, anziché sceneggiarla scrivendo un copione, lo fa descrivendo le scene attraverso la narrativa pura e semplice, per mezzo della prosa letla ripartizione in scene: lo sceneggiatore scrive per immagini (sapendo, cioè, che un altro professionista – disegnatore o regista – dovrà trasfor-clude nella sua scrittura l’evocazione di immagini a uso e consumo della fantasia del lettore. Entrambi, scrittore e sceneggiatore, devono confrontarsi con l’ideazione di una storia e con la necessità di ridurla in scene, in frammenti che mostrino soltanto gli aspetti della vita dei personaggi essenziali allo sviluppo coerente della trama, senza passaggi inutili.

4 “Una buona storia può salvare un’animazione povera, ma una storia povera non può essere salvata da una buona animazione” è una delle più note massime di Osamu Tezuka (1928-1989), uno dei più celebri fumettisti e animatori giapponesi, autore, tra le altre cose, di Kimba, il leone bianco e di Astroboy.

Perché, quindi, un approccio “da sceneggiatore” è da considerarsi, per cominciare questo percorso, un buon allenamento? Perché lo sceneggiatore è spesso costretto dai mezzi di comunicazione per cui lavora a condensare in un numero limitato di tempo (ore o minuti, se si tratta di script scrive fumetti) la narrazione che ha in mente. Un limite di questo tipo sintesi e non sempre uno scrittore di narrativa vi è soggetto: per la stesura di un romanzo quasi mai è imposto dall’editore un limite di battute,5 di parole o di pagine, mentre per un racconto di solito sì.

Per cui, se anche l’aspirante scrittore di narrativa avrà un approccio “da sceneggiatore”, i suoi romanzi si atterranno anzitutto alla trama, alle idee, ai personaggi, ai colpi di scena, ai contenuti, ai buoni dialoghi – insomma, a tutto ciò che fa sì che una buona storia sia ricordata dai lettori – ed eviteranno con cura le descrizioni inutili, l’utilizzo del bellonismo che fanno venir voglia di chiudere un romanzo ancor prima di averne ultimata la lettura. al cinema o in libreria) nella testa dei loro autori. Tutto comincia da albero robusto. Questo seme è l’idea.

5 Cioè di caratteri, lettere materialmente presenti sul foglio del programma di videoscrittura, spazi inclusi.

A quattordici anni dalla prima edizione, ProfessioneSceneggiatore è ormai un classico tra i manuali di sceneggiatura e di scrittura creativa. Sergio Badino introduce il lettore a un cammino impegnativo e non gli indora la pillola: gli dà consigli, «dritte» e insegnamenti in modo diretto e organico, dalle nozioni elementari ai trucchi del mestiere meno noti, in un «a tu per tu» fra autore e lettori che aspirino a ideare trame e poi a scriverle sotto formapagnano esempi pratici ed esercizi per cominciare un viaggio a trecentosessanta gradi tra fumetto, cinema, serialità televisiva e letteratura che evidenzia un «principio» per scrivere storie convincenti e declinarle poi tramite il mezzo di comunicazione più congeniale.

Lodato da Sergio Bonelli e da Maurizio Nichetti, autori delle prefazioni alle prime due edizioni, Professione Sceneggiatore è oggi introdotto dalle parole di Sandrone Dazieri e arricchito da un corposo capitolo conclusivo dedicato alla scrittura del racconto e del romanzo: un volume che non può mancare nella biblioteca degli aspiranti scrittori, in quella dei giovani autori e, perché no, in quella di appassionati e curiosi.

Sergio Badino (Genova, 1979). Sceneggiatore per Topolino, Martin Mystère e Dylan Dog; scrittore; autore di serie animate per Rai e Mediaset; docente di sceneggiatura e scrittura, nel 2012 fonda la scuola di narrazione StudioStorie (www.sergiobadino.com).

ISBN 978-88-6790-410-5

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