Rivista "Tradizione Famiglia Proprietà", dicembre 2000

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Con 20 libri, 2.500 saggi ed articoli e più di 20.000 conferenze riportate in oltre un milione di pagine, Plinio Correa de Oliveira è stato senz'altro uno degli autori cattolici più prolifici dei nostri tempi. Perché non facciamo quest'anno un regalo di Natale diverso, offrendo ai nostri familiari e conoscenti una di queste luminose opere? Eccone un elenco di quelle disponibili in italiano presso l'Associazione Tradizione Famiglia Proprietà.

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Rivoluzione e ControRivoluzione, Luci sull ' Est, Roma, 1997, 196 pp., volume rilegato Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuz ioni di Pio Xfl al Patriziato ed alla Nobiltà romana, Marzorati, M ilano, 1993 , 23 8 pp. più 36 pp. a colori, volume rilegato con impressio111 111 oro

Via Crucis, Luci sull'Est, Roma, 1998, 62 pp. a col01i

Il p ensiero di Plinio Corréa de Oliveira, fasc i-

Noie sul conce/lo di Cristianità. Caraffere spirituale e sacrale della società temporale e sua "ministerialità", Thule, Palermo, 1998, 57 pp.

Su Plinio Corn~a de Oliveira: Roberto de Mattei, Il Crociato del secolo XX, Plinio Corréa de Oliveira, Piemme, Casale Monfenato, 1996, 3 79 pp., illustrato, volume rilegato

li socialismo autogestionario: rispetto al comunismo, barriera o testa di ponte?, 198 1

Per richieste o informazioni, rivolgersi a:

La libertà della Chiesa nello Stato Comunista , Cristianità, Piacenza, 1978, 68 pp. Trasbordo ideologico inavvertito e dialogo, Edizioni de 1'Alfiere, Napo li , 1970, l 15pp.

Il crepuscolo artificiale del Cile cattolico Cristianità, Piacenza, 1973, 206 pp.

coli trimestrali allegati al periodico Tradizione Famiglia Proprietà

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Tradizione Famiglia Proprietà Via Castellini, 33 00197 ROMA Tel. 0618072024. Fax. 06/8073478. ) e-mail: tfp@iol.it~


Una meditazione di Natale

Il Regno di Cristo Plinio Corrèa de Oliveira

a un punto di vista sto rico, il Santo N ata le è s t a to il primo g iorno di vi ta d e lla Civiltà Cristiana. Era senz'altro una v ita ancora in nuce, incipiente come i primi b a gliori di un sol e c he spunta, m a che già conteneva in sé tutti gli aspetti, immensamente ricchi, de lla m aturità a lla qua le era destinata.

È ve ro c he la civiltà è un fatto sociale e che quindi per esistere in qua nto ta le non si può limitare ad un pugno di persone, m a d eve inte r essare tutta un a società. In questo senso, non poss iam o dir e c h e l ' a mbi e nte di unz ione soprannatura le che promanava dal presepio di Betlemme desse vita propria m e nte a un a civiltà con le persone che lo c ircondavano. D ' altro canto, però, considerando che tutte le ri cchezze della C iviltà Cristiana erano racchiuse n e l D ivin B ambino com e ne lla loro so rgente , unica e infinita mente perfetta, e che la luce che d a B etle mme era cominc iata a ris plendere s ull ' umanità doveva in seguito diffo ndersi fi no ad illum inare l ' in tero orbe terracqueo , trasforman do le m en tali tà, abolendo ce1t i costum i ed istituendone a ltri , infondendo uno s piri to nu ovo ne lle cu ltu re , unendo ed e levando ad un li vello super io re tutte le c iv iltà, possiamo dire che il prim o g io rn o d i C r is to s ull a Te rra fu a nc he il pr imo g iorn o d' una nuova era sto rica .

C hi l 'avrebbe mai de tto? Non c ' è essere umano più debole di un bambino. Non c ' è dimora più povera di una grotta. Non c ' è culla più rudimentale di una mangiatoia. Eppure que l Bambino, in quella grotta , su quella mangia toia, avrebbe modificato il corso della storia. Ecco me ! Eg li ha compiuto la più difficile delle trasformazioni. Si trattava, infatti, non di continua re o di a ccelerare il corso degli avvenimenti , ma di indirizzare gli uomini in un senso fondamenta lmente oppos to a lle loro inc linazio ni : ve rso un a v ita di austerità, di sacrificio e di amore a lla C roce. Si trattava di richiamare alla Fede un m o ndo corrotto da lla superstizione, dal sincretismo religioso e da un completo scettic ismo. Si trattava di richiamare alla giusti z ia un ' umanità in ba lì a di ogni sorta d ' iniquità: del dispotismo dei forti a scapito dei deboli, de lle masse in spregio alle élite, della plutocrazia ( che concentrava in sé tutti i difetti de lle altre) nei confronti delle masse stesse. S i trattava di invitare alla di saffez io n e p e r il p eccato un mondo che adorava il piacere in tutte le sue fo rme. Si trattava di a ttrarre a ll a purezza un m ondo n e l qua le t utte le d epravaz io ni era n o conosc iute, p rat icat e , approva te. E ra c h iaram e nte u n com pito impossibi le, m a c he il Div in Bambino comi nc iò a realizzare fin dal s uo primo mo mento di v ita s u ll a Te rra , e c he né l'odio del Sinedrio, né lo stra po-

tere roma no, né la forza della passioni umane potevano ormai arrestare.

* * * Duemila anni dopo la nascita di Cristo, sembra di essere tornati al punto di partenza. Il culto d e l d e n a ro , la di v inizza z io n e delle masse, l' eccesso dei piaceri più bassi, il dominio dispotic o della forza, le superstizioni, il sincretismo religioso , lo scetticismo, in poche parole il neopaganesimo in tutti i s uoi a s p e tti dilaga di nuovo nel m ondo.

Bes te mmie re bbe c ontro Nostro Sig nore G esù C ris to chi affermasse che questo inferno di confusione, corruzione, ribellione e violenza che abbiamo davanti ai nostri occhi è la C iv iltà Cristiana, è il regno di Cris to s ulla Terra. De ll 'antica Cristianità resistono a m a lapena alcuni tratti , oscurati dal m ondo moderno. Ma nella sua rea ltà piena e g loba le, la C iv iltà C ristia na ha cessato di esistere . Di quella grande luce soprannaturale che cominc iò a risplendere a Be tle mme, restano pochi ra ggi che a malapena riescono ancora a ge ttare qua lche b a rlum e s ulle leggi, i costumi, le istituz io ni e la cultura de l secolo XX. Com e s i è g iunti a q uesta situazio ne? Si può dire che l ' az ione di Gesù Cristo - tanto presente nei tabernaco li delle nostre chiese quanto ne lla grotta di Betlemme - ab bi a perso la s u a efficac ia ? Ovviamente no .

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Ma se la causa non sta né può stare in Lui, allora va ricercata negli uomini. Nel mondo antico, anche se profondamente corrotto, Nostro Signore e dopo di Lui la Chiesa nascente trovarono comunque anime aperte alla predicazione del Vangelo . Oggi questa parola si fa sentire in tutto il mondo. Ma cresce paurosamente il numero di coloro che si rifiutano ostinatamente di accoglierla, collocandosi perciò, a causa delle loro idee o delle loro abitudini, agli antipodi della Chiesa. Diceva il Discepolo amato: Lux in tenebris luce!, et tenebrae eam non comprehenderunt. (1) In questo, e soltanto in questo, si trova la causa della rovina della Civiltà Cristiana. Se gli uomini non sono e non vogliono più essere cattolici, come potrebbe mai essere cristiana una civiltà che nasca dalle loro mani?

ste ll e" in unione con tu tto il popolo fedele. Dobbiamo puntare alla nostra conversione interna e a quella de l prossimo perc hé la crisi contemporanea venga sconfitta, perché la luce di Betlemme po ssa nu ovamente tornare a risplendere su tutta la Terra. *

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Ma come riusc irc i? Dove sono i nostri mezzi di comunica-

Con gli occhi fissi a Maria, uniti a Lei, per mezzo di Lei, chiediamo in questo Natale l'unica grazia che veramente conta:

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Desta stupore il numero di persone che si domandano quale sia la causa della trem e nda crisi che sc uot e il mondo co nte mporaneo. Basterebbe, infatti, immaginare un ' umanità che si conformasse alla Legge di Dio, per capire che ipso facto la crisi sarebbe finita. Il problema sta du nque in noi. Il problema s ta n e l nostro libero arbitrio, sta nella nostra intelligenza quando s i chiude alla verità, sta nella nostra volontà quando, lusinga ta dalle passioni, si rifiuta di fare il bene. La conversione dell' uomo stesso è la condizione essenziale e indispensabile per ri solvere la crisi. Avvenuta qu es ta convers ione tutto sarà risolto. Senza di essa' invece, qua lunque azione sarà vana. Ecco la grande verità c he dobbiamo meditare in qu esto Nata le. No n basta inc hinars i davanti a Gesù Bambino nel presepio, cantando "Tu scendi dalle

il Regno di Dio in

noi e intorno a noi, ossia la Civiltà Cristiana. Tutto il resto ci verrà dato in .' sovrappzu zione , radio e giornali, le nostre organizzaz ioni ? Dove sono le nostre bombe atomiche, i nostri carri armat i, i no s tri eserciti? Dove sono le nostre banche, i nostri tesori, le nostre ricchezze? Come possiam o lottare co ntro tutto il mondo? La domanda è ingenua. La nostra vittoria verrà essenzialmente e soprattutto da Nostro S igno re Gesù Cris to. Banche , radio, organizzazioni, tutto ciò è eccellente e abbiamo l'obbligo di se r v ircene pe r la c resc ita del Regno di Dio. Ma niente di ciò è

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indispensabile. In altre parole, se la causa cattolica non può contare oggi su queste risorse, non per n eg li ge nza, p igri z ia o co lpa nostra, il Divino Salvatore farà in modo di farci vincere senza questi elementi. Abbiamo l'esempio dei primi secoli della Chiesa: non è vero che essa ha vinto, nonostante si fossero coalizzate contro di lei tutte le forze della Terra? Fiducia in Nostro Signore Gesù Cristo, fiducia nel soprannaturale, ecco un' altra preziosa lezione del Santo Natale.

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Non possiamo concludere ques to artico lo senza un ' ul tim a lezione, do lce come un favo di miele. Sì , abbiamo peccato. Sì, è vero che le difficoltà davanti a noi sono eno1111i. Sì, è vero che le nostre colpe e le nostre infedeltà hanno atti rato su di noi, meritatam ente, la col lera di Di o. Ma presso il prese pio abbia mo una Mediatrice c le-

mentissima che non è giudice ma avvocata, e che nutre nei nostri confronti tutta la compassione , tutta la tenerezza, tutta l' indulgenza della più perfetta delle Madri. Con g li occh i fi ssi a Maria, uniti a Lei, per mezzo di Le i, chiediamo in questo Nata le l ' u ni ca g ra z ia c he veramente conta: il Regno di Dio in noi e intorno a noi. Tutto il res to ci verrà dato in sovrappiù! •

Catolicismo, 11° 24, dicembre 1952. Titolo orig inal e: Et vocabitur pri11ceps Pacis, cujus Reg11i 11011 eri! jì11is. Questo testo è parte d' una raccolta di articoli del prof. Plinio Correa de O li ve ira s ul Natale. La raccolta è disponibile ciclostila ta presso l'Assoc iazione Tradi zione Famiglia Proprietà. nell'originale portoghese. ( 1) ··La luce risplende fra le tenebre, ma le tenebre non !"hanno ricevuta... Gv. 1.5.


"Nobiltà ed élites tradizionali analoghe"

Di fronte alla crisi contemporanea: un appello alle é lite s

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abato 25 novembre si è svo lto a Roma il ·convegno annuale di

Noblesse et Tradi tion , un'associazione

internazionale nata il 19 marzo .1997 , "festa di San Giuseppe Princ ipe della Casa di David", come leggiamo nel preambolo dei suoi statuti. Lo scopo de ll'associazione è " la difesa dei valori nobiliari trad iziona li nel campo culturale e soc iale, a lla luce dei principi esposti nel libro del prof. Plinio Correa de O li veira, Nobiltà ed

élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII( ... ) nel conv incimento che a ll e é lites spetti, oggi più che mai, un ruolo importante e particolare da svolgere".

li convegno si è tenuto nel palazzo della principessa Elvina Pallavicini, di fronte al Quirinale, ed è stato presieduto da S.A.I.R. il Principe Luiz de Orleans e Braganza, Capo della Casa Imperiale del Brasile ed eminente membro della TFP di quel paese. Dopo una colazione a l Circolo della Caccia offerta dal marchese Luigi Coda Nunziante e la successiva Santa Messa celebrata dal cardinale A lfons Maria Stickler a lla c hi esa di Santo Spirito in Sassia, l'appuntamento romano dei convegnisti si è concluso con la visita giubilare alla Basilica di S. Pietro.

Nobiltà ed élites tradizionali analoghe Questo convegno segna un' altra pietra miliare nel meritevole lavo ro apostolico svolto da espo nenti di spicco del la nobiltà

Il duca Amedeo d'Aosta (a sin.) e il principe Luiz d'Orleans a Braganza durante il convegno a palazzo Pallavicini.

europea sulla scia dell'opera del prof. Plinio Correa de Oliveira Nobiltà ed élites tradizionali ana-

loghe nelle allocuzioni di Pio XII alla Nobiltà ed al Patriziato romano. Scritta due anni prima della sua scomparsa, quest'opera costitu isce, in un certo senso, il culmine della vita intellettuale e della m ilitanza catto li ca di Plinio Correa de Oliveira. Padre Anastasio G utiérrez, uno dei più insigni professori dei pontifici atenei romani, così commentava: "Da questo lavoro traspare una maturità e un equilibrio diffic ilmente raggiung ibili da tanti altri libri, magari ottimi, ma privi di ciò che possiamo denominare carisma della scienza e dell 'esperienza di un grande pensatore". In questo libro, il pensatore brasiliano ricorda un aspetto spesso trascurato del Magistero de lla Chiesa: la legittimità, anzi la fondamentale sacralità di una società ge r archicame nte cos tituita .

L'opera intende riscoprire la missione delle élites alla luce della dottrina cattolica, infondendogli il coraggio di riappropriarsi del loro tradi ziona le ruolo d' influenza, tanto più necessario in un mondo come quello odierno, preda di un caos sempre maggiore.

Il crollo delle ideologie rivoluzionarie Questo ruolo era stato denigrato, ostacolato e pe rfino soppresso con viole nza da que lle ideologie rivolu z ionarie c h e h anno dominato p er olt re due secoli la scena mondiale. A lla base di queste ideologie trov iamo , infatti, un odio distruttore contro le élites, frutto d ' una concezione ugualitaria dell' universo che si pone in diametrale antitesi con quella cattolica. San Tommaso insegna che la diversità delle creature e la loro disposizione gerarchica sono un bene in sé, poic hé in tal modo

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senza che nella maggior parte dei casi né genitori, né insegnanti possano fare nulla, proprio perché la loro autorità è stata minata dal processo di decadenza generale. Anche nei confronti dei giovani occorre dunque una special e attenzione, che li preservi da questi pericoli e li faccia progredire nella virtù.

Il prof. Plinio Corréa de Oliveira (a sin.) con il principe Luiz de Orleans e Braganza in una conferenza di 1992 a San Paolo del Brasile. Il prof. de Oliveira era pronipote dell'ultimo Primo Ministro dell'Impero.

meglio risplendono le perfezioni del Creatore nella creazione 1• E di ce che, tanto tra g li ange li 2 quanto tra gli uomini, nel paradiso terrestre come in questa terra d'esilio 3, la Provvidenza ha stabilito la disuguaglianza. Per questo, un universo di creature uguali equivarrebbe a cancellare, in tutta la misura possibile, la somiglianza tra le creature e il Creatore. Quindi odiare, per principio, ogni e qualsiasi disuguaglianza equivale ad avversare metafisicamente tutti i caratteri di mi g li ore somiglianza tra il Creatore e la creazione, significa in ultima analisi odiare Dio stesso. Fu proprio ques to odio ugualitario a dar vita alle ideologie che confluirono nella Ri voluzione franc ese e, successivamente, raggiunsero il loro apice col comunismo, giudicato dal cardinale Ratzinger "la vergogna del nostro tempo" 4 . Ma già dalla metà del secolo queste ideologie avevano cominciato ad appassire, perdendo gradualmente influenza su ll 'o pinione pubbli ca. Pari passu, anche l'acrimonia contro le élites andava attenuandosi. Nel 1993, il prof. Confa de Oliveira ritenne che fosse giunto il mome n to di ri cordare il Magistero della Chi esa in merito

alla missione delle élites di fronte a lla crisi contemporanea, prendendo s punto dalle mag istrali allocuzioni di Papa Pio XII alla Nobiltà e al Patriziato romano. Ne è nato il vo lume sopra menzionato che, con 9 edizioni in 5 lingue diffu se in 27 pa esi, si è imposto come uno dei supremi sforzi in signo crucis in difesa della periclitante civiltà cristiana.

"Opzione preferenziale per i nobili" Quando nel 1980 Giovanni Pao lo li utili zzò la formu la "opzione preferenziale per i poveri", poi completata con I'"opzione preferenziale per i giovani", tutti hanno facilmente capito l'importanza di uno spec iale impegno apostolico e caritatevole a benefic io di qu es te due categori e. I poveri sono, per definizione, i più esposti a ll e asprezze dell a vita. Spesso manca no di ri sorse per fare fronte anche alle carenze più e le me ntar i. Di co nseg ue nza, un 'opzione prefere nz ia le c he vada incontro alle loro necessità può essere una meritoria opera di giustizia. Da parte loro, i giovani sono la speranza del futuro , ma anche i più esposti a ll e ondate d ' immoralità e di degradazione che investono la società moderna,

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Ma secondo quanto insegna lo stesso Pontefice, queste opzioni non possono essere "esclusive o escludenti, perché il messaggio de ll a sa lvezza è de stin ato a tutti"s. Per il prof. Plinio Corrèa de Oliveira, ad esse ne andrebbe affiancata anche un 'altra: l'opzione preferenziale per i nobili , intendendo questo vocabolo non solo nel senso stretto della nobiltà stori ca, ma co mpre nde ndov i anche quelle che Pio XII chiamava "élites analoghe", cioè quanti ri vestono una pos izione o una funzione di spicco nella società. Anche queste classi andrebbero tutelate con un 'azione apostolica mirata, anzitutto in quanto più esposte ai pericoli d 'una certa mondanità di sp irito libertario . Una fanciulla in questa situazione, per esempio, è naturalmente più esposta ai richiami dello stile di vita dissoluto del cosiddetto jet set. Ed è quindi più bisognosa di comprensione e di aiuto spirituale per perserverare nella virtù. D' a ltro canto, un ' opzione preferenziale per queste categorie è tanto più necessaria in quanto è dal loro esempio che dipende il destino spirituale di molti. Le persone altolocate per la loro visibilità, naturale prestigio o popolarità, sono in grado di influenzare non so lo i s ingoli , ma perfino interi settori dell 'opinione pubbl ica , orientandoli sui sentieri della virtù oppure del vizio. L'opzione preferenziale per i nobili e quella per i poveri non si escludono fra loro, e ancor meno si contrappongono, come insegna G iovan ni Pao lo Il. In qu este d iverse opzioni si mani festa il senso di giustizia o di cari tà cristiana , affrate ll at i nel servi zio all'unico signore, (a pag. I O --,) )


cristiana ell'Buropa in pericolo

s

i dic e che la verità spesso sia dolorosa, molto dolorosa, specialmente per coloro che hanno fatto dell' inganno e della menzogna sistemati ca quas i uno stile di vita. Forse si spiega anche così il putiferio scatenato d a l card in a le Giacomo Biffi , arcivescovo di Bo logna, con le sue coraggiose dichi arazioni c irca la min accia che l'immigrazione musulmana rappresenta per l' identità cattolica del! ' Italia. Il presule romagnolo si è visto oggetto dell ' ira furibonda dei pontefi ci del "multiculturalis mo ", c he a l bece ro g rido di "osc urantista", "m iope", "decadente" e simili , hanno cercato di sq ualifi ca re chi osava sfidare i sacri dogmi del "politically correct".

Una invasione pacifica Ne ll a lettera pastora le " La città di san Petronio nel terzo millennio", a proposito delle "sfide del nostro tempo", il cardmale ha preso atto che "il fenomeno una mass iccia immigrazione , soprattutto musu lmana , è ormai diventata un flusso inarrestabile che ''/w eolio un po· tulti di sorpresa ( ... ) lo Stato e anche le com unirà cristiane ".

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Seco ndo un doss ier de ll a Caritas di Roma, gli immigrati mus ulmani a lla fin e de l 1999 erano circa 430.000, ai quali anelavano aggiunti almeno 70.000 iITegolari e I O mila conve11iti. Questi numeri tendono ad aumentare in modo esponenziale, sia per I' incremento de i fluss i che per l' alto indice di natalità, configurando ciò che più di un commentatore ha definito una " invasione pacifica". Crescendo di numero, i musulmani diventano anche più visibili , incidendo sempre di più sulla vita quotidiana degli italiani, come le recenti polemiche intorno ali ' inaugurazione de lla mosc hea di Milano e Lodi hanno dimostrato. Questa visibilità è tanto più invadente in quanto i musulmani non sono intenzionati a fars i integrare nella cultura europea. A diffe re nza di a ltre immi graz ioni , quella musulmana tende invece a formare una minoranza impermeabi le all ' interno del Paese, ed anzi in netto contrasto con le sue trad izion i. I musu lm a ni so no profondamente di versi da noi e non intendono affatto cambiare. Secondo il cardinal e Biffi: " I musulmani hanno u11a forma di alimentazione di versa (e jìn qui poco male). un diverso giorno fesrivo. un dirirto di famiglia incompatihile con il 11ostm. una

co11cezio11e della do1111a lo11ta11issi111a dalla 11ostra (fì110 ad a111111etrere e praticare la poligamia). Soprattutto han11 0 1111a visio11 e rigorosamente integralista della vita pubblica (...) co11 la pe1fetta f usione tra religione e politica ". Per i musulmani, lo Stato e la soc ie tà s i d evo no rego la1·e strettamente con la sharia, cioè la legge del Corano.

Il vero volto dell 'Islam E questa legge è durissima net confronti dei cristiani. Nei Paes i musulmani , ai cristian i è negato ogni diritto a praticare la propria Fede. Usare una croce al collo, portare un Rosario in tasca o avere una Bibbia in casa è un reato. In diversi paesi musulmani, la conversione al cristianes imo v iene ipso facto punita con la morte per decapitazione, che può essere eseguita non solo da llo Stato, ma anche da un privato. In Mauritania, addirittura, è punibile con la morte chi si ostina a non frequentare la preghiera rituale in moschea dopo il terzo richiamo. La costruzione di chi ese è severamen te v ietata ne i Paesi musulmani . Secondo l' interpretazione più diffusa della leooe isla. bb mica , qual s ia si luo boo dove un musulmano abbia pregato diventa

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UHllah annienterai i ·nazareni!,, Ecco alcuni brani del Corano riguardanti la guerra santa contro i "miscredenti". Le "sure" sono i capitoli del libro:

* Hanno preso il Messia figlio di Maria, come signore all'infuori di Allah. (...) I nazareni dicono: "li Messia è figlio di Allah". Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah! (Sura 9, 30);

* O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi (Sura 9, 123); * Uccideteli [i miscredenti) ovunque li incontriate (Sura 2, 191); * Uccidete questi [miscredenti] ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati (Sura 9, 5); * Vi è stato ordinato di combattere, anche se non lo gradite (Sura 2, 216);

* Combattete coloro che

non credono in Allah (...) che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati (Sura 9, 29);

* Combatteteli finché Allah li castighi per mano vostra, li copra di ignominia, vi dia la vittoria su di loro (Sura 9, 14);

* Se non vi lancerete nella lotta, [Allah) vi castigherà con doloroso castigo (Sura 9, 39). " terra sacra", da difendere anche co n le a rmi , e cad e ipso fac to sotto l'autorità religiosa e c iv ile de lla comunità islamica. In q uesto m odo, tutto il territorio naziona le viene cons iderato "sacro" e quind i no n può essere "profanato" con l'erezione d 'una chiesa, né con la pubblica ostentazione di simboli cristiani. Durante la guerra del Golfo, per esempio, i contingenti dei Paesi di tradiz ione cristiana erano spesso costretti a nascondere le croci di emblem i e bandie r e per non "profana re " l' Arabia Saudita. I musulmani, continua il cardina le Biffi, non solo non voglio-

no di ve n ta r e come n o i, m a vogliono addirittura fa rci diventare come loro: "Nella stragrande

maggioranza i musulmani vengono da noi risoluti a restare estranei alla nostra umanità, [dunque} ben decisi a restare sostanzialmente diversi in attesa di farc i diventare sostanzialmente come loro ". Q u esto attegg ia m e n to , improntato a l p r ose li tis m o e imperi a lis m o più spin to, deriva dalle loro concezioni religiose, di cui fa parte la guerra santa contrò i cristian i, la c os iddetta jihad. Mo lti cristian i ignorano il ve ro volto dell ' Islam, e tendono a pen-

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sare che il fo ndam entalis m o sia a ppa nnaggio a ppena di a lcune frange radicali. Niente affatto. La jihad è elemento essenziale della religione musulmana, basata integralmente sul Corano, la "parola div ina" rivelata a Mao m etto. E cosa dice il Coran o in m erito? Nel riquadro a sinistra riportiamo qualche brano.

È ne l! ' ottica d i questi testi c he si può coglie r e la portat a delle parole del pres idente egiziano Gam e! Nasser ne l 1962, alla commemorazio ne della sconfitta di S. Luigi IX a Mansurah:

"La Mezzaluna ha trascinato la Croce nel fango (. . .) Soltanto una cavalcata musulmana potrà restituire la gloria dei tempi antichi. Questa gloria sarà riconquistata soltanto quando i cavalieri di Allah avranno calcato S. Pietro e No tre Dam e d i Parigi" 1•

L'identità cattolica dell'Italia Q uesta esp an sio ne musulm a n a, seco n do il cardi nal e Giacomo B iffi, potrà anche arriva re fi n o a l punto di m ettere a rischio la stessa identità cattolica de ll ' Ita lia e quindi la sopravvivenza in Europa di una civ iltà di m atrice cristiana. A nche se il catto li ces imo

"non è piiì la religione ufficiale dello Stato, rimane nondimeno la religione storica della nazione italiana, oltre che la fonte precipua della sua identità e l'ispirazione determinante delle nostre più autentiche grandezze ". In q uesta situazione, "[dobbiamo] salvare l'identità della Nazione [dal!'] annichilimento dei piLì alti valori della nostra civiltà ".

Atteggiamento cieco e cedevole Davanti a i musulman i che cominciano a popolare la nostra t e rra , ammoni sce il c ard i nale Biffi, il cattolico non può tradire


la sua Fede, venendo meno alla sua miss ione evangelizzatrice: "Non bisogna p oi dimenticare che l'azione evangelizzatrice è di sua natura universale e non tollera deliberate esclusioni di destinatari: 'Predicate il Vangelo a ogni creatura' (Mc. 16, 15), ci ha detto il Risorto. Non è mai giustificata una rassegnata rinuncia a questo proposito. (. .. ) [Questa missione} è una indeclinabile resp o nsabilità c h e i c ristian i hanno n e i confron ti di tutti i nuovi arri vali, musulm ani compresi".

Precisando il suo pensiero, il pres ul e ha poi dichiar~to ~li ~ sta mpa: " li mio compi~ ~ ed'. evangelizzare i musul!nam . Egl~ ha me sso in guardia contro 1 "molti cattolici tentati, in nome d el semplice dialogo ad ogni costo, di rinunciare al! 'evangelizzazione . Un g ravissim o errore, perché il Signore 11011 ci ha dello 'Predicate il Vangelo ad ogni creatura tranne i musulma11i, gli ebrei e il Da/ai Lama'".

Ma è propri o in questo campo che un ce110 cattolicesimo "aggiornato" mostra tutte le sue crepe. " Io non ho nessuna paura del! 'Islam - continua il presule ho paura della straordinaria imprevidenza dei responsabili della nostra vita pubblica. Ho paura d e l! 'inconsistenza d e i nostri opinionisti. (. . .) Sorprendente che gli opinionisti laici non si accorgano di questi pericoli. (...) Ho paura soprattutto del! 'ins ipienza di molti cattolici. (. . .) I cristiani devono piantarla di dire che bisogna andare d 'accordo con tutte le idee".

Il cardina le non ha dubbi nell ' imputare questa situazione ad un certo "buonismo" cedevole e " di a logante", che p_urtrop_p? infetta 110 11 solo gli amb1ent1 late~, ma anche certi ambienti cattoltc1. Il vero pericolo per la Chiesa e per la civiltà cri sti ana, insom,~1a: non viene tanto dagl i immigrati dt altre fedi ma da quei cristiani che rinuncia~o a ll a pro pri a identità " preparando la loro estinzione":

"Questa cultura del niente non sarà in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam, che non mancherà. Solo la riscoperta dell'avvenimento cristiano come unica salvezza per l'uomo - e quindi solo una decisa resurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto".

"Oggi è in atto una delle piiì gravi e ampie aggressioni al cris tianesimo che la storia ricordi. Tutta l'eredità del Vangelo viene progressivamente ripudiata dalle legislazioni, irrisa dai 'signori dell'opinione·, scalzata dalle coscienze specialmente giovanili. Di tale ostilità, a volte violenta a volte subdola , non abbiamo ragio11e di stupirc i n é di aver troppa paura, dal momento che il Signore e i suoi apostoli ce l'han110 ripetutamente prea1111u11ziata: 'Non m eravigliatevi se il mondo vi odia' (]Gv. 1, 26). Ci si può meravigliare invece degli uo111i11i d i Chiesa che 11011 sa11 110 o 11011 vogliono prenderne atto".

"O l'Europa ridiventerà cristiana, o l'I slam vincerà" Questo quindi il problema cruciale che si intravede ali ' orizzonte : la civiltà crist iana, come essa è storicamente esistita, avrà i giorni contati? Conc ludendo la lettera pastorale, il cardinale Biffi risponde: "in un 'intervista di una diecina di anni fa, mi fu chiesto con molto candore e con invidiabile ottimismo: 'Ritiene anche lei che l'Europa o sarà cristiana o non sarà?'. Mi pare che la mia risposta di allora possa ben servire alla conclusione del mio intervento di oggi. lo penso - dicevo - che l 'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la 'cultura del niente', della lib ertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquis ta intellettuale, che sembra esse-

re l 'a tteaaiam ento largamente, 00 domina11te nei popoli europei, piu o meno tutti ricchi di m ezzi e poveri di verità. "Questa cultura del niente 11011 sarà in grado di reggere ali 'assalto ideologico del! 'Islam, che 11011 mancherà. Solo la riscoperta del 'avvenimento cristiano come unica salvezza per l'uomo e quindi solo 1111a decisa resurrez io n e del! 'a ntica anima del 'Europa - potrà offrire 1111 esito diverso a ques to inevitabile confronto. Purtroppo né i 'laici' né i 'cattolici' pare si siano resi conto del dramma che si sta profilando. I 'laic i ·. osteggiando in tutti i modi la Chiesa, 11011 si acco1go110 di combattere l'ispiratrice pitì forte e la dife sa p itì valida della civiltà occidentale e dei s uoi valori di raz ionalità e d i libertà: potrebbero acco,gersene troppo tardi. I 'cattolici·. lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta e sostituendo al 'ansia apostolica il puro e semplice 'dialogo' ad ogni costo, inconsciamente preparano (umanamente parlando) fa propria estinzione. "La speranza è che la gravità della situazione possa a un certo momento portare a un efficace risveglio s ia della ragione c he dell'antica .fède. È il nostro augurio, il nostro impegno, fa nostra preghiera".

Parole pesanti che meritano una profonda riflessione. •

Note: I. No11ve/les Chré1i1111es. N° 362. 13-09-62.

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Anche uno studioso laicista come Giovanni Sartori, mette in guardia sui rischi che comporta per la società europea la penetrazione islamica con la sua identificazione tra sfera religiosa e sfera civile. Infatti, molti laicisti sembrano non accorgersi che una forte presenza islamica in Occidente potrebbe vanificare i loro lunghi e tenaci sforzi di "secolarizzazione" sociale, illudendosi, forse, di poter strumentalizzare le sure coraniche per spegnere ogni influenza cristiana. Si tratta quindi di una stranissima s imbiosi fra una certa sinistra laicista e settori del fondamentalismo islamico. Un lucido approfondimento circa questa tematica si deve ad un saggio dell'intellettuale cattolico Giovanni Cantoni, fondatore e dirigente di Alleanza Cattolica: Aspetti in ombra della legge sociale

dell'Islam - Per una critica della vulgata "islamicamente corretta ". Nella affollata conferenza di presentazione a Roma il 22 novembre scorso, l'autore ha dimostrato con un' abbondanza di argomenti che l' ambito religioso e quello politico non trovano nessuna distinzione nell'Islam. Nel mondo occidentale, anche in epoche passate, le due sfere erano chiaramente differenziate. Invece nell ' Islam troviamo una sovrappos izione totale, essendo la conquista del potere causa e non condizione della santificazione dei cittadini. Una visione del genere, secondo l'autore, non si è mai vista nel mondo cristiano, forse (•

con l' unica eccezione della teologia della liberazione. Gli addetti al dialogo interreligioso dovrebbero sapere che gli interlocutori islamici non distinguono i due ambiti e, quindi, il dialogo ha per loro anche una valenza politica, strumentale, cioè finalizzata pure alla conquista e conseguente asservimento dei non islamici. Che non si tratti solo di una preoccupazione italiana, ma europea ed internazionale, lo dimostrano per esempio le motivazioni con cui la maggioranza degli elettori danesi hanno detto no all' adesione all' euro, sconfessando praticamente l'intero establishment politico, economico, sindacale e massmediatico, che hanno cercato in tutti i modi di convincere i votanti che il pronunciamento verteva su una questione puramente economica. Tra le tante dichiarazioni raccolte, particolarmente significativa quella di un sostenitore del partito del no, e che la dice lunga sui timori del danese medio: "Abbiamo un grande problema con i musulmani. Loro non vengono qui per diventare cristiani danesi, ma per islamizzare la Danimarca". Il fronte del no era guidato dal partito del popolo danese, nato appena 5 anni e già attorno al 15% dei consensi, che ha fondato le sue fortune elettorali proprio sul collegamento della graduale integrazione nell' unione europea con l ' aumento della immigraz ione, di cui l' Islam è componente non secondaria.

da pag. 6)

Ges ù Cristo, che fu mode llo de i nobili e dei poveri.

Un appello alle élites nel tramonto del secolo XX li libro s i conclude con un pressante appello alla nobiltà ed alle é lites analog he a ffinché, illuminate dalla Fed e e per il be ne della C hiesa e della civiltà cristiana, riprendano il loro molo direttivo nella società: " Qu es t o qu a dro [c ritic o d e lla s o c ie tà co nte mporan ea ] potrebbe essere scoraggiante per tutti coloro che non hanno Fede. A l c o ntra rio , p e r coloro c h e hanno Fede, dal fo ndo di questo oscu ro orizzonte torvo e confuso s i fa_ udire un a' vo ce ca pace di s ~sc 1t_a r e la più inc oragg ia nte f1du c 1a: I nfi n e il mio Cu o re

Immacolato trionferà! " Qu a le fidu c ia r ipo rre in questa voce? La risposta, che essa stessa ci dà , s ta in una sola frase:

Vengo dal Cielo.

"Abbiamo quindi ragioni per s p e r a r e. Sperare in cos a ? Nell 'aiuto della Provviden za per quals ias i fatica intrapresa con lung imiranza, rigore e metodo, al fine di a llontanare d a l mondo le minacc e che , come altrettante spade di D amoc le, sono so spese sug li uomini. " Bis o g na dunque preg are, a ffid a r s i a lla Provv ide n za ed agire . Per svolgere ques ta azione, è estremamente con ve ni e nte ricordare alla nobiltà ed a lle élites ana loghe la missione specia le - e primari a - che spe tta lo ro ne lle attuali c ircostanze. Voglia Nostra Sig nora di Fatima, ecce lsa padrona di questo agitato mondo contemporaneo, a iutare la nobiltà e le é lites ana loghe a prende re nella do v uta cons id e ra z ion e i sagg i insegnamenti lasciati da Pio X II. Qu es ti insegn a m e nti i n di c an o lo ro un co mpito qu a lifi c at o esp ress i vame nte da Pa p a Benedetto XV come 'sacerdozio della nobiltà'. " •

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l . San Tommaso, S11111111a contra genti/es, li, 45. Idem Summa Theologiae, I, q. 50, a. 4. 2. Idem, S11111111a Theologiae, I., q. 50, a. 4. 3. Idem, op. cii. , I, q. 96, a. 3 e 4. 4 . S ac ra Co ng regazione per la Dottrina della Fede, Istruzione s11 alc11ni aspelli della Teologia della Liberaz ione, 1984. 5. Ad Patres Cardina les et Curieae Pontifìcalisq11e Do111 11s Prelatos, i111111ine11te Nativitate Domini coram admissos, 2 1/12/84, Acta Apostolicae Sed is, Typis Po lyglotis Yaticanis, 1985, voi LXXVII, Il. 5, p. 5 11.

Tradizione Famiglia Proprietà Anno VI, n. 4 -

Dicembre 2000

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LA TFP BRASILIANA COMMEMORA IL TRENTESIMO ANNIVERSARIO DEL SUO ORATORIO

Nella notte del 30 giugno 1969 la TFP brasiliana subiva un attentato terroristico : una bomba di grande potenza sventrava la sua sede di via Martim Francisco, a San Paolo. Per un vero miracolo, l'o rdigno causò solo ingenti danni materiali, ma nessuna vittima. Fra le macerie fu ritrovata un ' immagine della Madonna dell ' Immacolata Concezione parzialmente carbonizzata e col volto sfigurato dalla violenta esplosione. L'edificio fu rimesso a nuovo e nell 'angolo dove era stata collocata la bomba fu eretto un oratorio pubblico in onore di questa Madonna subito ribattezzata dalla pietà ' popolare " Nostra Signora della Concezione, Vittima dei Te1TOri sti " . L'oratorio fu solennemente inaugurato da un vescovo il 18 novembre 1969.

li 1 magg io 197 0 ebb e ini z io una veglia di preghiera permanente assai particol are : in ginocchiati sul marciapiede di fronte alla vetrina che racchiude l' inrn1agine, a turno due volontari della TFP dalle 18 alle 8 del mattino dopo pregano ad alta voce il rosario e le litanie per la Santa Chiesa, perché la Pro vv idenza la liberi da ogni male; per la Civil tà Cristiana, perché torni nuovamente a fiorire; per il Brasile, perché venga preservato dal comunismo; per tu tti coloro che, nell 'oscurità di quella notte, vacillano fra la virtù e il peccato, perché la Madonna li sostenga e li aiuti a scegliere il bene.

Soci e cooperatori delle TFP hanno partecipato alla solenne consacrazione della cattedrale del Cuore Immacolato di Maria nella città di lrkurstk, capitale della Siberia Orientale, 5.000 km. a est di Mosca. Alla cerimonia, presieduta dal Cardinale Jan P. Schotte, hanno preso parte più di 3 mila fedeli.

Nella foto , Juan Miguel Montes, della TFP di Roma, e Slawomir Olejniczak, della TFP di Cracovia, tengono lo estendardo _delle TFP davanti al lago Ba1kal, il più grande del mondo. TRADIZIONE FAM IGLIA PROPRI ETÀ / DICEMBRE 2000 - 11


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i domandano perché ho scelto come simbo lo della TFP uno stendardo rosso con il leone rampante dorato. Ho sce lto il leone come simbolo araldico della TFP perché il leone mi ha sempre rievocato un principio che mi sta molto a cuore, e del quale cerco di essere un meticoloso osservante in ogni campo: il principio della legittimità. In poche parole, possiamo definirlo il principio per il quale il potere, l'influenza, la sapienza, la g loria appartengono a chi ne ha diritto.

La rosa, reg ina dei fiori Nel regno animale il leone è ciò che la rosa è tra i fiori. La rosa è natural me n te una regina. Provate a col locare una rosa vera men te bel la in mezzo ad altri fiori, perfino .a splendi?~ orchi_d ee. La rosa primeggerà su tutti. La rosa e tndubb1amcntc superiore.

Si collochi un leone in mezzo ad altri animali. Questi si ecl isseranno ... L'elefante è senza dubbio più g ra nd e, ma ... che massa informe! II camme llo cammina di più, ma avanza con passo pesante, non ha la marcia gagliarda del leone. li leone marc ia, s fila. li cammello a pp ena cammina ... ç:onsideriamo la volpe. E più scaltra del leone ma è delicata. Quancl~ con la sua furbizia non riesce a trarsi d ' impacc io, la vo lpe è perduta ...

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vero re! Eg li gode di ques t a so rta di diritto di essere re: egli comanda, eg li ha la grinta di un re, egli impera! Era altrcsì naturale che avesse il colore di un re. li colore proprio dei simboli regali è quell o dell 'oro. Un Icone cl 'argento. che insulsagg in e! Un leon e d'oro, nulla di più naturale!

11 rosso, simbolo della lotta

II leone, re degli animali

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Potremmo cos ì cons ide ra re tutti g l i animal i. Ognuno ha una qualità emi nente, ma nessuno presenta quell'insieme di qualità che fa del

Ma su quale sfondo colorato collocare un Icone dorato? Confesso che inizialmente ero incerto tra il blu e il rosso. Ma il dubbio non è durato molto. Dal punto di v ista artistico, il dorato sta meglio su uno sfondo blu. Considerando un blu e un dorato di alta qua lità, la combinazione è magnifica. Ma, a chi lo osserva, il blu fa l'effetto di riposare sulla vivacità del rosso. Ed io non volevo il riposo sul nostro stendardo. lo vo levo la lotta ! Allora, ho scelto il rosso. Ecco Io stenda rdo de lla TFP!

Da una conferenza, senza revisione dell'autore, per soci e cooperat~ri de lla TFP brasiliana, 7 febbraio 1987.

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