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Telepass

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Giochi di prestigio a Palazzo

Le prospettive di traffico pubblicate dal Consiglio federale lasciano perplessi: di fronte alla crescita demografica del 21 percento prevista entro il 2050, un aumento di appena l’11 percento dei trasporti in termini complessivi e del 3 percento di quello motorizzato individuale (TIM) appare illusorio. L’ennesimo approccio dettato più da considerazioni ideologiche che da pragmatismo ed obiettivi di efficienza.

«La mobilità non deve essere impedita, bensì impostata in maniera efficiente e sostenibile»

Come interpretare le suddette cifre? Innanzitutto dobbiamo ritornare alle Prospettive 2040 in materia di traffico presentate nel 2016 in cui la Confederazione prevedeva per il periodo 2010–2040 un aumento molto più realistico del 51 per cento per il trasporto pubblico e del 18 per cento per il TIM.

Vien da chiedersi se da allora il mondo sia completamene cambiato? Nient’affatto, anzi. L’evoluzione demografica, e di pari passo la mobilità, si è ulteriormente accelerata tanto che retrospettivamente le stime per il 2040 si sono rivelate anche troppo caute.

Detto ciò l’unica cosa ad essere cambiata sembrerebbe lo spirito che pervade gli uffici federali, in primis quello preposto allo sviluppo del territorio responsabile dell’elaborazione del Piano settoriale dei trasporti. Gli strateghi di Berna vi delineano, anzi definiscono a tavolino la mobilità futura in un’ottica ideologica e lontana dalla realtà basandosi essenzialmente sulle seguenti ipotesi: limitazione del traffico individuale motorizzato, ribaltamento forzato dello split modale a favore del TP e spettacolare crescita del traffico lento. I calcoli del DATEC trascurano la trasformazione o meglio rivoluzione in atto nel traffico individuale motorizzato, cioè l’elettrificazione ed automatizzazione dei veicoli a beneficio di riflessioni aprioristiche e faziose che esaltano il TP. Viceversa si sminuisce l’importanza del TIM ignorando in maniera grossolana fatti noti manifestatisi con particolare evidenza durante la crisi del Covid oltre che dai problemi infrastrutturali che affliggono notoriamente i trasporti pubblici. Invece di agevolare e garantire la mobilità della popolazione mediante una combinazione intelligente di tutti i mezzi di trasporto si tenta di frenare il trasporto individuale motorizzato attraverso divieti e tasse vieppiù alte – finendo per compromettere la mobilità nel suo insieme. Invece di puntare su soluzioni efficaci e sostenibili tramite un’analisi seria dei pro e contro, attuali e futuri, dei vari mezzi di trasporto, ci si lascia guidare da idee obsolete quanto dottrinarie.

Scoperti gli altarini

E non è tutto: come se non bastasse, documenti e direttive dell’amministrazione federale non vengono sottoposti al vaglio del Parlamento e non hanno quindi alcuna legittimazione democratica! E dire che il Piano settoriale dei trasporti fornisce un quadro vincolante per le autorità. Sono la base di riferimento a lungo termine per lo sviluppo del sistema globale dei trasporti in Svizzera, a tutti i livelli: dalla Confederazione ai comuni, come pure per la costruzione o l’ampliamento della rete ferroviaria e stradale, per i programmi di agglomerato o lo sviluppo dell’infrastruttura cantonale e comunale. Non è che l’esecutivo stia tentando, con questo colpo di mano, di afferrare il potere e sottrarlo al popolo sovrano? Dal canto nostro abbiamo scoperto il -piano e ci opporremo decisamente all’attuazione di visioni e progetti intrisi di ideologia. La mobilità non deve essere impedita, bensì impostata in maniera efficiente e sostenibile. E ciò tenendo conto dei vantaggi e svantaggi delle diverse modalità di trasporto. Il traffico individuale motorizzato vi rientra a pieno titolo e rimane irrinunciabile, specie alla luce del processo di elettrificazione e automatizzazione. La mobilità di domani è multimodale, e il traffico individuale motorizzato continuerà ad assumervi un ruolo nodale. •

stasse, documenti e direttive dell’amministrazione federale non vengono sottoposti al vaglio del Parlamento e non hanno quindi alcuna legittimazione democratica! E dire che il Piano settoriale dei trasporti fornisce un quadro vincolante per le automento a lungo termine per lo sviluppo del sistema gloConfederazione ai comuni, rare il potere e sottrarlo al popolo sovrano? Dal canto nostro abbiamo scoperto il «La mobilità non deve essere impedita, bensì impostata in maniera efficiente e sostenibile»

Peter Goetschi, presidente centrale del TCS presidente centrale del TCS

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