Una raccolta di storie condivise da bambine e bambini irlandesi e italiani
Semi di Storie
Una
Raccolta di Storie
Condivise da Bambine e Bambini
Irlandesi e Italiani


Introduzione
Con questa raccolta di storie, che unisce bambine e bambini, insegnanti e comunità attraverso il potere della narrazione, siamo felici di presentarvi i risultati del progetto CESDA – Creative Education for Primary Schools in Disadvantaged Areas, nato dalla collaborazione tra Fighting Words di Dublino e La Grande Fabbrica delle Parole di Milano e finanziato dall’Unione Europea.
Il progetto è nato dal desiderio condiviso sia da Fighting Words sia da La Grande Fabbrica delle Parole di imparare l’una dall’altra in quanto organizzazioni con obiettivi e ideali comuni e di farlo attraverso l’uso della scrittura creativa come strumento in grado di creare equità, inclusione e connessioni tra le persone.
Nel corso dell’anno, le due organizzazioni si sono scambiate buone pratiche che mettono bambine e bambini al centro: Fighting Words ha condiviso Story Seeds, un modello di scrittura creativa che aiuta bambine e bambini a riflettere sul proprio quartiere e sulla propria identità attraverso la narrazione, mentre La Grande Fabbrica delle Parole ha condiviso Nessuno Escluso, il metodo ideato da Francesca Frediani perché ogni bambina e ogni bambino si senta valorizzato e ascoltato. L’unione di questi due strumenti ha accesso l’immaginazione di giovani scrittrici e giovani scrittori dall’Irlanda all’Italia.
Da questo scambio è nato un progetto di scrittura condivisa di racconti in cui, nell’arco di 10 mesi, oltre 500 bambine e bambini provenienti da scuole primarie situate in aree socio-economicamente svantaggiate hanno co-scritto le storie che formano questa raccolta: ogni storia è stata iniziata da una classe, raccontando la propria comunità locale, ha viaggiato superando i confini geografici e linguistici e ha raggiunto un’altra classe, che ha continuato la storia aggiungendo la propria voce e il proprio punto di vista, creando in questo modo una narrazione condivisa tra classi e culture.
Durante l’intero progetto, le nostre giovani scrittrici e i nostri giovani scrittori non hanno mai smesso di stupirci e di ispirarci: in questo libro vi imbatterete in battaglie contro mostri viola, viaggi spaziali, voli in mongolfiera, mummie in fuga da criminali e polizia e molto altro. Nonostante bambine e bambini parlino lingue diverse e vivano in Stati diversi, creatività e curiosità non solo hanno permesso loro di conoscere
i luoghi e l’immaginario altrui, ma anche di diventare narratrici e narratori di una storia condivisa.
Inoltre, queste storie hanno dato vita anche a un podcast, in cui bambine e bambini hanno prestato le loro voci per narrare le storie di cui sono autrici e autori, e a una Guida di Buone Pratiche, pensata per ispirare insegnanti, educatrici e educatori in tutta Europa a dare maggior spazio alla scrittura creativa nelle loro classi, in particolare nelle aree che potrebbero averne maggiormente bisogno.
Cogliamo l’occasione anche per ringraziare tutte e tutti coloro che hanno contribuito al successo di questo progetto:
Illustrazione – Philip Elliott, Chris Meehan e Tony Lawless Revisione – Lucy Taylor, Katie O Neill, Maraikel Gualandris
Registrazione podcast – Colm Querney, Dario Paladini, Marianna Parise Conduzione dei laboratori – Pierina Campbell, Mark Davidson, Giulia Maia, Alessandra Venezia, Louise Melinn, Sara Bennett
Traduzione – Maraikel Gualandris
Un grande ringraziamento va inoltre alle e agli insegnanti delle 16 scuole partecipanti, che hanno reso possibile questo progetto.
Desideriamo ringraziare anche l’Unione Europea per il generoso sostegno finanziario che ha reso possibile questa ricca e creativa collaborazione transnazionale.
Infine, il nostro più grande ringraziamento va alle nostre giovani autrici e ai nostri giovani autori. La vostra creatività è ciò che rende questo libro così speciale, ricordandoci che le storie non hanno confini e che le voci di bambine e bambini meritano di essere ascoltate.
E ora non rimane che voltare pagina e viaggiare con noi!
Buon viaggio, dall’Irlanda all’Italia e ritorno!
Nóra e Maraikel
Semi di Storie
RACCONTO UNO 7
La Pietra Lunare Perduta
Classe 4B, De Nicola 2, I.C. Sant’Ambrogio
5th Class, Scoil Mhichíl Naofa, Athy
Classe 4A, De Nicola 40, I.C. Sant’Ambrogio
5th Class, Our Lady of Victories BNS, Glasnevin
Illustratore: Tony Lawless
RACCONTO DUE 17
Il Sovraccarico della Mummia
Classe 4A, Ferraris, I.C. Sant’Ambrogio
5th Class, St. Brendan’s BNS, Artane
Classe 4A, De Nicola 2, I.C. Sant’Ambrogio
5th Class, St. Bernadette’s SNS, Clondalkin
Illustratore: Chris Meehan
RACCONTO TRE 27
Lo Schianto di Aerei e Navicelle Spaziali
3rd Class, Solas Chríost National School, Tallaght, Dublin 24
Classe 3A, De Nicola 40, I.C. Sant’Ambrogio
Classe 3B, De Nicola 2, I.C. Sant’Ambrogio
2nd Class, Knockmore Junior School, Tallaght, Dublin 24
Illustratore: Philip Elliott
RACCONTO QUATTRO
Le Avventure di Derek e Sammy
5th Class, Scoil Phádraig Naofa, Tullow, Co. Carlow
4th Class, Stanhope Street Primary School, Dublin 7
Classe 5B, Don Gnocchi, I.C. San Giuseppe Calasanzio
Classe 5A, Don Gnocchi, I.C. San Giuseppe Calasanzio
Illustratore: Tony Lawless
42
RACCONTO CINQUE 55
Il Segreto degli Alieni e della Luna
Classe 3A, Ferraris, I.C. Sant’Ambrogio
4th Class, Scoil Aoife Community National School,
Dublin 24
Classe 5D, Don Gnocchi, I.C. San Giuseppe Calasanzio
1st Class, St. Joseph’s National School, Dún Laoghaire, Dublin
Illustratore: Chris Meehan
RACCONTO SEI 71
Inseguimento Felino: Missione Golosa
Classe 3A, De Nicola 2, I.C. Sant’Ambrogio
6th Class, O’Connell Primary School, Dublin 1
5th Class, St Brigid’s Senior Girls School, Finglas
Classe 5C, Don Gnocchi, I.C. San Giuseppe Calasanzio
Illustratore: Philip Elliott

La Pietra Lunare Perduta
1
Omar e il Mostro Viola dei
Navigli
Classe 4B, De Nicola 2, I.C. Sant’Ambrogio
C’era una volta un bambino di nome Omar, che trascorreva molto tempo con i suoi aiutanti della classe 4B della scuola De Nicola 2 di Milano. Ad Omar piaceva molto passeggiare lungo il Naviglio Grande e, quel giorno, voleva scattare delle bellissime foto ai Navigli: sperava di riuscire a catturare tutti i colori del tramonto.
Purtroppo, quel giorno c’era anche un mostro viola che sputava un orribile fuoco viola. Il mostro era uscito da un pacchetto di figurine che si chiamavano Nemokon ed erano molto pericolose.
Per fortuna, Omar sapeva perfettamente come sconfiggere il temibile mostro viola…
Paddy lo Scienziato di Athy
5th Class, Scoil Mhichíl Naofa, Athy
Omar aveva ben chiaro come sconfiggere il mostro viola, perché era scritto sul retro della carta Nemokon: “Debolezza: Paddy lo Scienziato” e “Luogo: Athy, Irlanda”.
Nel frattempo, il mostro viola stava cercando di infettare il Naviglio attraverso le tossine che gocciolavano dal suo corpo mentre usciva dall’acqua.
Omar si voltò e corse verso una barca che si trovava lì vicino. Salpò a 999.999.999 nodi in direzione di Athy, nella Contea irlandese di Kildare, alla ricerca Paddy lo Scienziato. Navigò attraverso il Mar Mediterraneo e poi nell’Oceano Atlantico, dirigendosi verso nord. Lungo la strada vide delfini, balene e cuccioli di mostri viola, a cui scattò delle foto.
Navigò per due ore e poi, finalmente, attraccò a Galway Bay. Nel parcheggio del porto salì su una Lamborghini e partì dritto verso Athy.
Appena arrivato, Omar vide un altro mostro viola. Il mostro si schiantò contro Winkles, poi su Mr. Price e infine atterrò sul negozio Lidl. Omar era scioccato ed esausto, le sue spalle si abbassarono, si sentiva sempre più debole.

Decise di fare un salto al supermercato Aldi per una pausa e un drink. Qui incontrò una ragazza di nome Jane. Omar notò che Jane indossava un badge con lo stesso cognome di Paddy lo Scienziato. Il cognome di Paddy era O’Neill.
Omar si avvicinò a Jane e finse di urtarla. «Oh, scusa», disse Omar. «Domanda a caso: conosci Paddy lo Scienziato?».
«Sì, a dire il vero. È mio nonno» rispose Jane, confusa, con un sopracciglio alzato.
Proprio in quel momento un mostro viola si precipitò dritto nel supermercato e andò a schiantarsi sul fondo, travolgendo tutte le corsie…
Pozioni Speciali
Classe 4A, De Nicola 40, I.C. Sant’Ambrogio
Omar e Jane raggiunsero il mostro, ma prima si fermarono nella corsia delle spezie e presero del peperoncino. Poi, si fermarono nel reparto della frutta e della verdura e comprarono delle banane.
Omar e Jane avevano già un piano in mente e lo misero in atto: mangiarono le banane e usarono le bucce per far scivolare il mostro. Poi, per essere sicuri, Omar e Jane lanciarono il peperoncino negli occhi del mostro. In questo modo ebbero il tempo di scappare: uscirono dal supermercato e salirono su una barca. Iniziarono a navigare, mentre il mostro li inseguiva dalla costa con un’auto.
Durante la navigazione, Jane affidò il timone ad Omar per poter chiamare il nonno al telefono. Dopo pochi squilli, il nonno rispose. Jane gli spiegò cos’era successo e il nonno propose di risolvere la situazione preparando non una, ma ben due pozioni speciali!
La prima pozione creata dal nonno serviva a rafforzare Omar e Jane, mentre la seconda a sconfiggere il mostro. Omar e Jane raggiunsero il nonno e presero le due pozioni.
Anche se avevano ascoltato le indicazioni

del nonno, quando vennero raggiunti dal mostro Omar e Jane si confusero e lanciarono contro il mostro la pozione rafforzatrice. Il mostro allora si moltiplicò proprio grazie alla pozione rafforzatrice del nonno.
Anche se spaventati, Omar e Jane pensarono velocemente a una soluzione e chiesero al nonno di creare una nuova pozione. Il nonno, però, non aveva più gli ingredienti che gli servivano e chiese a Omar e Jane di aiutarlo a cercarli: alcuni ingredienti si trovavano nella foresta, altri nella fattoria.
Per aiutare Omar e Jane a ricordare tutto, il nonno preparò loro una lista della spesa: cetrioli
1 verme aceto
1 fiore rosa
1 peperoncino
8 bucce di banana
16 trifogli
1 roccia lunare
1 pezzo di vetro perché porta sfortuna
pupù di cane
pupù di capra fango
1 chilo di sale rami di spine
7 aghi
fragole
Omar e Jane riuscirono, a fatica, a trovare quasi tutto: quello che mancava loro era la roccia lunare, che non sapevano proprio dove trovare…
5th Class, Our Lady of Victories BNS, Glasnevin
Con sorpresa, Jane e Omar si ritrovarono a Finglas: avevano viaggiato molto velocemente. All’improvviso venne loro fame: desideravano ardentemente una spice bag, un tipico pasto da

fast food irlandese. Trovarono una bici elettrica e sfrecciarono verso Ballymun. Trovarono un posto chiamato Wun Loy e un alieno preparò loro una spice bag. Mentre l’alieno preparava la spice bag, una pietra lunare gli cadde dalla tasca, finendo proprio dentro la spice bag di Omar e Jane.
Usciti dal negozio e tornati in strada, Omar e Jane furono investiti da un’auto e la pietra lunare cadde dentro l’auto stessa. Allora l’alieno uscì da Wun Loy e disse: «C’era una pietra lunare in quella spice bag!».
«Era una pietra verde?» chiese Omar.
«Sì, sì, sì!» rispose l’alieno. «Quella macchina

sta andando a Coultry».
Jane e Omar videro i ragazzi di Shangan1 che andavano in giro su scooter e motorini elettrici.
Omar gridò: «Posso fare un giro sul tuo Surron?». «No, l’ho comprato io, trovati il tuo» gli rispose uno. Così, Jane e Omar andarono in giro per tutta la città a cercare un altro mezzo di trasporto.
Alla fine, dovettero lottare con uno dei ragazzi di Shangan per lo scooter e si diressero a Coultry per chiedere aiuto ai Coultry Mad Lads2 per recuperare la pietra lunare.
I Coultry Mad Lads dissero: «Vi prepareremo un fuoco d’artificio in modo che possiate lanciare la pozione contro il mostro viola».
1 Gruppo di ragazzi di Shangan, complesso residenziale nella zona nord di Dublino
2 Gruppo di ragazzi di Coultry, un altro complesso residenziale nella zona nord di Dublino
Omar e Jane si diressero verso il mostro viola sullo scooter elettrico, ma l’acceleratore si bloccò e non riuscirono a fermarsi. Quindi, non riuscendo a fermarsi, si schiantarono contro l’auto di prima, saltarono sul sedile posteriore e afferrarono la pietra lunare.
Finalmente, con la pietra lunare in mano, tornarono di corsa da Paddy lo Scienziato, che nel frattempo aveva preparato la pozione.
Allora Omar sparò il fuoco d’artificio con la pozione contro il mostro, che si trovava sul Tomato Bridge. Il fuoco d’artificio però mancò il bersaglio e atterrò sul braccio del mostro.
Così, Omar dovette andare a riaccenderlo manualmente. Omar sbagliò di nuovo e colpì accidentalmente la faccia del mostro.
Il mostro prese fuoco e Omar lo spinse in acqua, dove rimase bloccato. L’acqua gli entrò in bocca, impedendogli di sputare fuoco viola, poi gli caddero tutti i capelli. E fu così che il mostro fu sconfitto!
In seguito, si scoprì che il mostro viola era solo un cucciolo di un anno.
Jane e Omar se ne andarono insieme verso il tramonto su uno scooter elettrico.
– Fine –

Il Sovraccarico della Mummia
1
Penny e il Pennarello Magico
Classe 4A, Ferraris, I.C. Sant’Ambrogio
C’era una volta una ragazza che si chiamava
Penny. Penny si trovava in un cimitero, e cercava un pennarello magico che funzionasse, perché voleva disegnare dei fiori. Infatti nel cimitero non c’erano fiori, ma il pennarello magico faceva diventare reali le cose che disegnava. All’improvviso però tutto si mise a tremare, e Penny non riusciva più a disegnare! Lì vicino una mummia stava usando un martello pneumatico, scuotendo tutto il cimitero… 2
Alla Scoperta di Artane, Dublin
5th class, St. Brendan’s BNS, Artane
Penny continuò a disegnare fiori e la mummia ben presto lo scoprì: a Penny però non importava
e continuò a disegnarne di nuovi, ancora più grandi, per poi mostrarli alla mummia.
La mummia era allergica ai fiori. I fiori di Penny rendevano il mondo più luminoso, ma tutti, tranne lei, erano allergici ai fiori. Penny aveva fame e voleva un panino con filetti di pollo, ma li avevano solo a Dublino, al negozio Centra di Artane. Penny, inoltre, non aveva più fogli su cui disegnare, quindi per prima cosa andò dal giornalaio per comprarne altri. La mummia, però, la inseguì e Penny disegnò una spada di fiori per difendersi.
Tornata a casa, Penny pensò a come raggiungere Dublino. Così, con il suo pennarello magico, disegnò una slitta: iniziò il suo viaggio verso Dublino in slitta. Mentre Penny stava decollando, la mummia si appese alla parte inferiore della slitta per poterla seguire.
Arrivata a Dublino, Penny scappò dalla mummia ed entrò in una casa ad Artane, Dublino, scoprendo che era la casa del padre che aveva perso da tempo. Insieme, il papà e Penny combatterono per allontanare la mummia.
Il martello pneumatico volò verso Penny e suo padre si parò davanti a lei, per poi attaccare la mummia. La mummia cadde a terra ed ebbe una reazione allergica ai fiori.
La mummia urlò: «Penny, sono la tua mamma!».

L’interrogatorio della Mummia
Classe 4A, De Nicola 2, I.C. Sant’Ambrogio
Penny però era molto sospettosa e non era sicura che quella mummia fosse davvero la sua mamma. Penny decise allora di farle delle domande, un vero e proprio interrogatorio, per capire se la mummia fosse davvero la sua mamma oppure no.
Penny chiese per prima cosa: «Se sei davvero la mia mamma, qual è il tuo nome?».
«Giulia».
«Quale è il tuo cognome?».
«Brambilla».
«Quando sei nata?».
«Nel 1989».
«Quando è il mio compleanno, mamma?».
«Il 9 gennaio del 2015».
«Quale è il tuo colore preferito?».
«Rosa».
«Quale è il tuo animale preferito?».
«Il cane».
«Quale è il tuo cibo preferito?». «Sushi».
«Quale è il mio luogo preferito?»
«Ti piace passare tanto tempo al ristorante di sushi, sia Eat sia quello in viale Famagosta. Ti
piace anche stare in casa, in via di Rudinì. Oppure al McDonald’s. E nel fine settimana vai al museo in Piazza Duomo, ma il tuo posto preferito è La Grande Fabbrica delle Parole, sui Navigli!». «Quanti anni hai?». «58!».
«Ah-ah!», disse Penny, «Questa non è l’età della mia mamma! La mia mamma ha 36 anni!».
Essendo stata scoperta, la mummia decise di rubare il pennarello magico. Con il pennarello, la mummia disegnò una bacchetta magica e la usò per fare un incantesimo che fece innamorare di lei il papà di Penny.
La mummia, allora, minacciò Penny: «Se non scambi il tuo corpo con il mio, non ti restituirò mai più il tuo papà!».
4
Il Coinvolgimento della Gardaì
5th Class, St. Bernadette’s SNS, Clondalkin
Penny cercò di riprendersi il pennarello, ma la mummia lo aveva messo in un vaso di fiori su uno scaffale molto alto.
Penny allora si impossessò della bacchetta magica e congelò la mummia. Più velocemente che poté, liberò il padre dell’incantesimo e,

insieme a lui, corse verso il Centra per comprare il panino con i filetti di pollo.
Ordinarono due panini con i filetti di pollo: uno con pollo piccante e uno non piccante, con formaggio, lattuga e salsa taco.
Mentre tornavano a casa di suo padre, si gustarono i loro panini.
«È delizioso» disse Penny.
«È stato sublime» aggiunse suo padre.
Nel frattempo, il ghiaccio che intrappolava la mummia si sciolse e ben presto lei si liberò. Rubò il pennarello di Penny e se la diede a gambe.
La mummia decise di incastrare Penny e suo padre disegnando un esercito di mummie in grado di mangiare tutti i panini con filetti di pollo in Irlanda. La mummia poi andò dalla Gardaí, la polizia irlandese.
All’improvviso, La Gardaì si fermò accanto a Penny e suo padre, prima che i due potessero raggiungere la casa Poiché erano confusi, quando videro degli scooter da cross ci saltarono sopra.
Sfrecciarono sulla M50 e uscirono a Liffey Valley.
La Gardaí li raggiunse e invece di cercare di scappare, Penny e suo padre offrirono loro un caffè. Andarono da Starbucks e, usando la bacchetta magica, Penny lanciò un incantesimo per ipnotizzare la Gardaí.

Spiegarono ai poliziotti che c’era la mummia
dietro alla storia dell’esercito e insieme elaborarono un piano per sconfiggerla.
La prima fase consisteva nell’attirare la mummia perché li raggiungesse. Travestiti anche loro da mummie, Penny e il suo papà andarono in giro per la città a cercarla. Quando la trovarono, Penny lanciò un altro incantesimo che li teletrasportò alla Biblioteca di North Clondalkin.
Penny e suo padre atterrarono sul tetto della biblioteca. Con una rete, saltarono giù e catturarono la mummia.
«Liberatemi!» urlò la mummia.
Penny disegnò una rosa e la infilò tra le bende della mummia.
La mummia strillò: «Vi prenderò la prossima volta!».
Penny gettò le bende in un vicino bidone della spazzatura e, un secondo dopo, i bidoni furono portati via.
Non appena la mummia fu sconfitta, le altre mummie si sbriciolarono in cenere.
Penny e suo padre andarono da Finches a festeggiare prima che Penny volasse di nuovo a casa sua a Milano.
– Fine –

Lo Schianto di Aerei e Navicelle Spaziali!
1
L’inizio dell’Avventura
3rd Class, Solas Chríost National School, Tallaght, Dublin 24
L’astronave di Michael l’Astronauta atterrò di schianto in un campo alla periferia di Tallaght, nella contea di Dublino, in Irlanda. In scivolata, giunse fino a una tenuta chiamata Belgard Heights, dove demolì la casa in cui viveva Timmy il Chihuahua.
Timmy il Chihuahua stava facendo il bagno, sgranocchiando bocconcini, proprio nel momento in cui l’astronave di Michael l’Astronauta gli distrusse la casa.
«Ciao, fra’» disse Timmy, rimanendo nella vasca da bagno.
Michael sapeva che i cani terrestri non potevano parlare e questo poteva significare solo una cosa: Timmy non era un terrestre, ma un alieno!
Michael si bloccò per la paura. Aveva il terrore degli alieni.
«AAAAAAGGGGHHHHH!» urlò Michael.
«Non ti preoccupare,» rispose Timmy. «Sono gentile e non faccio del male agli umani».
Michael decise di affrontare la sua paura e fare amicizia con Timmy.
La casa di Timmy prese improvvisamente fuoco, perciò i due amici se ne andarono. Mentre camminavano verso Tallaght Square, videro Bob il Pompiere avvicinarsi alla casa con il suo camion dei pompieri.
«Allora, come sei arrivato sulla Terra?» chiese Michael.
«Ero un alieno, ma poi sono atterrato in un campo e mi sono trasformato in una mucca», disse Timmy. «Ho vissuto come una mucca per un po’, finché non ho capito di trovarmi a Tallaght.
Ci sono un sacco di cani qui, perciò mi sono trasformato in un chihuahua!».
Camminarono finché raggiunsero il Burger King di Tallaght Square. Michael ordinò un hamburger con patatine e Timmy ordinò l’opzione per animali dal menù.
Mentre mangiavano, Michael raccontò a Timmy del suo più grande desiderio e di dove stava andando prima di schiantarsi su Tallaght. «Voglio diventare un astronauta leggendario
ed entrare nella Hall of Fame degli astronauti! Per questo sono in viaggio, per ricevere la mia candidatura. Pensi di potermi aiutare a raggiungere la Hall of Fame?».
«Sì!» Timmy scodinzolò. «La United States Astronaut Hall of Fame è in Florida, dobbiamo prendere un volo dall’aeroporto di Dublino».
A Michael erano rimasti pochi soldi, quindi decisero di andare non all’aeroporto di Dublino, ma a quello di Baldonnel, una base aerea militare irlandese, dove speravano che qualcuno potesse dare loro un passaggio. Per raggiungere Baldonnel presero un taxi, spendendo gli ultimi soldi che Michael aveva con sé. Non dimenticarono però di lasciare una mancia di dieci euro all’autista.
Fortunatamente, Michael incontrò la donna più ricca del mondo, proprietaria di molte aziende di abbigliamento di design. Una volta che la donna ebbe ascoltato la storia di Michael, decise di aiutarlo regalandogli 500€!
Con quei soldi, Michael comprò un jet privato e partì per la Florida con Timmy il chihuahua. All’improvviso, durante il volo, si formò un tornado, dal quale partì un fulmine che colpì il jet e costrinse Michael ad atterrare di nuovo, questa volta in Groenlandia. Lì, Michael e Timmy impararono a pescare, così da poter vendere pesce

e risparmiare soldi per un volo che li portasse lontani dalla Groenlandia.
Un giorno, Michael catturò lo Squalo Re della Groenlandia e lo vendette per 21 milioni di euro.
Presero il primo volo disponibile per la Hall of Fame in Florida, ma…
2
La Sfortuna di Michael e Timmy
Classe 3A, De Nicola 40, I.C. Sant’Ambrogio
Presero il primo volo per la Hall of Fame in Florida, ma sfortunatamente l’aereo esplose.
Michael e Timmy avevano però dei paracadute e li usarono per lasciare l’aereo prima che fosse troppo tardi. I due caddero in mare ma, grazie ai salvagente integrati nei paracadute, rimasero a galla. L’oceano era molto freddo e per scaldarsi nuotarono, nuotarono e nuotarono, passarono persino attraverso un banco di squali, fino a raggiungere una spiaggia.
Michael e Timmy si guardarono intorno e capirono di essere su un’isola deserta. Per un po’ si chiesero cosa fare, fino a quando non notarono a terra un cellulare tutto d’oro. Con quello mandarono un messaggio, chiedendo aiuto:
«SOS!», scrissero sul telefono.
Timmy il Chihuahua usò il suo fiuto da cane (e il suo metal detector tascabile) per esplorare l’isola. Annusa e annusa, gira e gira e alla fine trovarono un tesoro!
Timmy e Michael però non erano interessati solo al tesoro, che si misero in tasca, ma anche alla scatola di legno in cui era custodito. Usarono le assi della scatola per costruire una zattera: non era molto solida, ma era ciò che di meglio potevano fare in quel momento.
Navigarono, aiutandosi anche con delle assi di legno che usarono come remi, in direzione della United State Hall of Fame, in Florida, ma le correnti li portarono sulle coste di un altro Stato dove decisero, per raggiungere la Florida più velocemente, di prendere un aereo. Timmy e Michael però erano un po’ sbadati e sbagliarono aereo. Finirono dritti dritti ai Navigli, a Milano, in Italia, davanti alla Grande Fabbrica delle Parole. Fortunatamente, trovarono un razzo che era parcheggiato lì vicino. Michael e Timmy notarono che il razzo aveva la porta aperta, vi entrarono per provarlo e la porta si chiuse alle loro spalle, con un rumore spaventoso. Timmy e Michael provarono ad aprire la porta, ma questa non si mosse.
Allora si misero ad urlare, battendo i pugni
sugli oblò per chiedere aiuto. Per fortuna, alla Grande Fabbrica delle Parole quel giorno c’era la 3A della scuola San Paolino.
Le bambine e i bambini li sentirono e gli dissero il segreto per aprire la porta: serve una parola magica!
Tutti insieme, bambine e bambini si misero ad urlare: «Abracadabra-apriti-sesamo-per-favore!».
La ripeterono altre due volte, perché Timmy and Michael non riuscivano a sentirli bene. Alla fine, Michael e Timmy capirono la parola magica, la urlarono a loro volta e la porta si aprì!
Michael e Timmy ringraziarono i bambini della 3A San Paolino: ora potevano entrare e uscire dal razzo. Purtroppo, però, si accorsero che non c’era il carburante!
Usarono il tesoro per comprarlo in un negozio lì vicino e, finalmente, riuscirono a ripartire: dopo pochissimo tempo, però, si accorsero di essere fuori rotta. Si erano schiantati di nuovo, questa volta su Marte!

Il Viaggio di Michael e Timmy
Classe 3B, De Nicola 2, I.C. Sant’Ambrogio
Dopo un primo momento di disperazione, Michael l’astronauta e Timmy il chihuahua si fecero forza e decisero di trovare un modo per tornare sulla Terra. Mentre Michael si scervellava per trovare una soluzione, Timmy fece un giro e dopo un po’ tornò con un pezzo di legno in bocca. «Timmy!» esclamò Michael «Sei un genio!». Timmy non sapeva bene cosa avesse appena fatto, ma scodinzolò felice.
Michael trascorse tutta la notte a costruire una fionda, mentre Timmy cercò un sasso gigante.
All’alba, la fionda era pronta. Si infilarono al posto del sasso e grazie a un meccanismo di alta ingegneria riuscirono a catapultarsi, però… finirono su Saturno!
Qui, per fortuna, trovarono un’astronave mega-turbo che, a differenza delle altre astronavi, non funzionava con il carburante, ma con l’energia. Poiché di energia ne avevano parecchia, Michael e Timmy riuscirono finalmente a partire, direzione Terra! Prima però fecero una piccola sosta sulla Luna per fare scorta di soldi (che la Luna, si sa, è piena di monete e banconote).
Dopo un lungo viaggio l’astronave atterrò sulla Terra, di nuovo nella città di Milano. Michael e Timmy però non conoscevano affatto la città e la prima volta che erano arrivati lì da soli non era finita molto bene, quindi temevano di perdersi.
Poichè avevano paura di incamminarsi da soli, decisero allora di sistemarsi in un posto che amavano: il parco giochi. Qui incontrarono un bambino, Diego. Insieme giocarono a calcio, a basket, andarono sull’altalena e lì Diego, mentre faceva il giro della morte, scivolò e cadde, facendosi male. Per fortuna Michael e Timmy erano lì con lui e riuscirono a soccorrerlo subito. Diego, per sdebitarsi, esclamò: «Grazie mille!
Visto che siete stati così buoni con me ci tengo a farvi conoscere il mio quartiere, venite con me!».
Il quartiere era molto ampio.
Per prima cosa andarono a fare uno spuntino al Mcdonald’s di Assago.
Poi, dato che Michael e Timmy indossavano ancora la tuta da astronauti e davano un po’ troppo nell’occhio, andarono a fare shopping nel centro commerciale Fiordaliso e subito dopo a giocare un po’ a calcio al centro sportivo Lombardia 1.
«Ehi!», abbaiò Timmy, «Ma a Milano c’è un grandissimo stadio, vero?».
«Certo», disse Diego, «Venite, vi porto a San Siro!».
Dopo il giro allo stadio, presero delle patatine da KFC e proprio in quel momento a Diego venne in mente una cosa: «Ehi! Ma dobbiamo assolutamente andare al Duomo, il simbolo della città di Milano!». E così fecero. La vista della cattedrale li lasciò senza parole: «Wooow!».
Pian piano tornarono vicino alla scuola di Diego e si fermarono nel parco della fontana, che era proprio lì dietro. Che fantastica avventura avevano fatto! Quanti luoghi incredibili avevano visto!
Ora però bisognava continuare il viaggio per diventare astronauti leggendari…
4
Schianto di Razzi e Salsicciotti alla
Knockmore Junior School
2nd Class, Knockmore Junior School, Tallaght, Dublin 24
Diego decise di chiedere aiuto a suo cugino
Zlatan, attaccante dell’AC Milan, e li portò a San Siro per incontrarlo.
«Chi sei?» chiese Michael.
«Sono un calciatore», rispose Zlatan. «OMMIODDIO! Sei il vero Zlatan?» urlò
Timmy.
Zlatan ebbe un’idea su come aiutarli a raggiungere la Florida.
Per prima cosa, avvolse Michael e Timmy con un rotolo da imballaggio, poi li calciò come un pallone da calcio e i due volarono in aria a 1.000 miglia all’ora. I loro volti si allungarono all’indietro e iniziarono a gridare, la lingua di Timmy penzolava fuori dalle sue fauci e… Splish! Splash! Splosh!, atterrarono nel fiume Liffey.
Ben presto, si accorsero di essere tornati a Tallaght, perché riconobbero la casa esplosa di Timmy.
Mentre uscivano dal fiume, ancora avvolti nel rotolo da imballaggio, un polpo passò loro accanto e, con i suoi tentacoli, schiaffeggiò contemporaneamente Michael e Timmy. Così facendo, li spedì al Tallaght Stadium, interrompendo la partita tra Miami e Portogallo.
Messi pensò che Michael e Timmy fossero un pallone da calcio e li calciò fino alla scuola elementare Knockmore, facendoli atterrare nel cortile della scuola durante l’intervallo.
Lì incontrarono trentasei alunni della classe seconda.
«Vi comprerò tutti i salsicciotti di Timmy’s Newsagents se ci aiuterete ad arrivare alla Hall of Fame in Florida», disse Michael.

«Vi aiuteremo se ci porterete con voi!» rispose uno studente.
Con l’aiuto degli insegnanti, gli studenti presero un mucchio di cucchiai dalla sala professori e scavarono un’enorme buca nel cortile.
Volevano costruire un tunnel fino alla Florida!
Cinque o sei anni dopo, arrivarono finalmente alla Hall of Fame. Nel corso degli anni, gli insegnanti della scuola avevano fatto scivolare loro del cibo attraverso un tubo.
Per liberarsi delle ultime zolle di terra prima della superficie, gli studenti tirarono dei calci e, finalmente, videro la Hall of Fame.
Per lo stupore, la mascella di Michael si spalancò tanto che quasi toccò terra, i suoi occhi erano spalancati e brillavano. «Sono finalmente quiii!», urlò Michael, al colmo dell’entusiasmo.
«Salsicciottiii!» gridarono gli studenti, orgogliosi del loro lavoro.
Timmy scodinzolò.
Michael ricevette il suo premio alla Hall of Fame e il suo ritratto venne dipinto su ogni parete della struttura e Timmy, deciso a comparire nel ritratto con Michael, si trasformò in un essere umano per poi dipingersi da sé accanto al suo amico.
Poi, Michael e Timmy accompagnarono gli studenti a casa, scesero nuovamente nel tunnel
e, dopo un lungo cammino di sei mesi, eccoli di ritorno a scuola!
Per festeggiare, andarono da Timmy’s a prendere i salsicciotti prima di dirigersi al Kiltipper House e ordinare brownies per tutti. – Fine –
RACCONTO
Le Avventure di Derek e Sammy
1
La Giornataccia di Derek
5th Class, Scoil Phádraig Naofa, Tullow, Co. Carlow
Derek aveva appena finito il suo turno all’Aldi di Tullow, nella contea di Carlow, quando decise di andare verso il Tesco per fare la spesa. Aveva avuto una giornataccia.
Il figlio del suo capo, Michael, aveva urlato per quelle che a Derek erano sembrate ore, a causa di una bottiglia d’acqua caduta a terra. Michael aveva 13 anni e una gran paura dell’acqua. Non solo, ma quando Derek si era messo a pulire l’acqua, aveva notato un ragno enorme e, spaventato, si era allontanato di scatto, finendo con lo scivolare. Il capo di Derek e i clienti dell’Aldi lo avevano rimproverato. A quel punto, Michael si era messo a lanciare angurie ovunque e Derek aveva dovuto pulire anche quel disastro. Mentre faceva la spesa al Tesco, Derek trovò
una banconota da cinquanta euro nel reparto giocattoli e, con quelli, decise di comprare un biglietto della lotteria.
Dopo la spesa, Derek tornò a casa a Station Manor e accese la TV. Dopo un po’, il suo cane, Melvis, gli saltò addosso, il che significava che era ora di cena. Mentre Derek versava le crocchette nella ciotola di Melvis, i numeri vincenti della lotteria apparvero sullo schermo.
«47, 36, 89, 19, 9, 12, 20, 32», annunciò il presentatore. Derek lesse lentamente il suo biglietto della lotteria, controllando con attenzione ogni singolo numero. Sbiancò. E poi sorrise, non appena si rese conto di aver vinto.

Per la sorpresa, Derek lasciò cadere il biglietto e Melvis lo rubò, per poi fuggire attraverso una piccola porticina per animali. «Torna subito qui!» urlò Derek.
«Cosa sta succedendo?!» domandò il suo coinquilino, Hogan, uscendo dal bagno.
«Ferma Melvis!» gli gridò Derek per tutta risposta, preoccupato che il cane si mangiasse il biglietto vincente.
Invece di mangiarselo, Melvis starnutì e il biglietto volò via. Hogan si chinò e lo raccolse. «Oh, mamma! Ho vinto!» esclamò Hogan, ballando per tutta la casa al colmo della felicità. Il volto di Derek si fece rosso per la rabbia. «Quello è il mio biglietto!» disse Derek a Hogan. Hogan corse fuori dalla porta e si diresse verso l’AIB, la Banca Irlandese, per riscuotere la vincita. Derek lo inseguì, con Melvis alle calcagna che cercava di mordergli le caviglie.
Tutti e tre corsero lungo Main Street, ma Hogan inciampò su una buccia di banana, che andò a coprire un cartello fuori dal bar Water Lillies, e fece cadere il biglietto vincente. Mentre si chinava per raccoglierlo, Derek gli sfrecciò accanto con la macchina, facendo volare il biglietto in aria.
«Quel biglietto è mio!» esclamò Derek. Il biglietto cadde nel tombino e andò a finire dritto dritto nel fiume Slaney…
2
Compagni di Cella
4th Class, Stanhope Street Primary School, Dublin 7
Galleggiando attraverso fiumi e canali, il biglietto della lotteria giunse fino a Dublino e venne trovato da un pescatore di nome Sammy, originario di Cabra.
Ma i numeri sul biglietto, a causa dell’acqua, erano ormai sbiaditi.
Sammy tornò a casa e poi portò il biglietto in una tabaccheria, per farsi aiutare nel decifrarlo, ma nemmeno così ci riuscì. Allora Derek, che aveva preso il treno per raggiungere Dublino,

entrò nella tabaccheria proprio mentre Sammy stava comprando un nuovo biglietto della lotteria. Sammy era sicuro che avrebbe vinto, ma
Derek disse: «Quello è il mio biglietto! I numeri erano 47, 36, 89, 19, 9, 12, 20, 32».
Il tabaccaio accese la TV e osservò: «Il vincitore della lotteria non ha ancora restituito il biglietto».
Sammy comprò un biglietto nuovo, grattò via i numeri con il sapone e una moneta e al loro posto vi scrisse quelli vincenti.
«Ma sono i miei numeri!» protestò Derek. «Me li hai rubati!».
Derek chiamò la Gardaì, la polizia irlandese, e Sammy finì in prigione. Desideroso di vendicarsi di Derek, Sammy rapì Melvis il cane, che stava masticando un osso.
Nel frattempo, Derek provò a incassare il biglietto falso al World of Wonder su Oliver Bond Street, ma fu arrestato per frode. Derek e Sammy furono portati entrambi alla stazione di polizia di Bridewell e messi nella stessa cella. Diventarono amici e, insieme, elaborarono un piano per procurarsi le chiavi della cella e scappare.
«Possiamo crearne una copia con l’argilla durante la lezione di ceramica» disse Derek.
Derek e Sammy si accorsero allora di avere lo stesso segno distintivo sulla pelle. Avendo

trovato un sacco di cotton fioc durante la lezione di ceramica, decisero di scappare e correre verso O’Devaney Gardens, per fare un test del DNA. I risultati del test confermarono che erano fratelli e perciò comprarono una casa a Cabra, dove vissero insieme a Melvis.
Vissero a Cabra per vent’anni, fino a quando i poliziotti bussarono alla loro porta. Derek, Melvis e Sammy scapparono dalla porta sul retro, presero la barca di Sammy e partirono per l’Italia…
Sacerdoti Sconcertati
Classe 5B, Don Gnocchi, I.C. San Giuseppe Calasanzio
Derek, Sammy e Melvis navigarono in direzione dell’Italia, fino a raggiungere la costa.
Lì, risalirono fiumi e canali fino a raggiungere Milano; alla fine abbandonarono la loro barca lungo i Navigli e iniziarono a camminare, camminare e camminare.
Raggiunsero un luogo indicato dal cartello come Piazza Axum e si accorsero di avere molta, molta fame. Pensarono di entrare in quello che sembrava un supermercato, chiamato Tigros, ma ben presto si accorsero che era chiuso. Persino la vicina Panetteria Pancaffè aveva il cartello Closed sulla porta.
Individuarono a quel punto uno stand che vendeva kebab, vicino a quello che sembrava uno stadio gigantesco, ma scoprirono che anche questo era chiuso.
Pensarono di chiedere aiuto a qualcuno, ma l’unica parola che conoscevano Derek e Sammy in italiano era Ciao, mentre Melvis non sapeva dire altro che Bau.
«Forse dovremmo pensare a come nasconderci dalla Gardaì, prima!» suggerì Sammy, anche se la sua pancia brontolava per la fame.

«Guarda lì!» fece Derek, «Possiamo rubare qualche vestito dalla lavanderia Il Faraone, magari un bel completo giacca e cravatta, per non farci riconoscere».
«E poi tingerci i capelli nel negozio da parrucchiere che c’è accanto!» aggiunse Sammy.
«Bau!» approvò Malvis.
Con non poca fatica, Derek, Sammy e Melvis riuscirono a entrare nella lavanderia, ma non ebbero molta fortuna e tutto quello che trovarono furono un paio di tonache da prete.
«Meglio di niente» commentò Sammy, stringendosi nelle spalle.
Indossarono le tonache, che calzavano a pennello su entrambi, per poi forzare anche l’entrata della parrucchiera lì accanto.
Osservarono le tinte a disposizione e, alla fine, dopo un lungo dibattito, Sammy scelse un bel verde acceso e Derek un blu elettrico.
«Forse forse questo travestimento potrebbe funzionare» rifletté Derek. «Dobbiamo solo trovare una chiesa e rimanere lì per sempre. In fondo è quello che vogliamo, non è vero? Una vita tranquilla e serena, dove la Gardaì non possa trovarci. E una chiesa forse è il posto giusto… La Gardaì non penserà mai di cercarci lì!»
«Ehi, guarda!» urlò Sammy, strattonando l’amico per la tonaca, «Una chiesa!»
«S-San Calasanzio» lesse Derek.
«Siamo proprio fortunati oggi!».
Raggiunsero la chiesa, ma non appena vi entrarono, vennero fermati da altri due preti, probabilmente veri, che parlarono loro in italiano tanto in fretta che Derek e Sammy non capirono nulla.
L’unico a rispondere fu Melvis: «Bau!», ma evidentemente i due preti italiani non parlavano la lingua di Melvis.
I due preti, che stavano chiedendo loro di fare da animatori presso l’oratorio in cui li stavano trascinando, si insospettirono. Li cacciarono dalla
chiesa e dall’oratorio, per poi iniziare a fare loro mille e mille domande.
Sammy, Derek e Melvis non sapevano più che pesci pigliare, quando fortunatamente giunse in loro aiuto un signore dal sorriso gentile.
«Salve. Sono il proprietario dello stand del kebab», disse. «Parlo tutte le lingue del mondo, sono un poliglotta! Non vedete che questi poveri preti appena arrivati non parlano italiano? E voi parlate loro con questo tono?!».
I due preti italiani si scusarono, mentre il nuovo arrivato spiegava la situazione in inglese a Derek e Sammy, coccolando Melvis dietro le orecchie.
«Grazie. Non vogliamo altro che trovare un posto tranquillo, dove vivere sereni. Siamo fratelli, sai?» disse Sammy.
«Ah. E entrambi siete diventati preti?».
«Diciamo così…» rispose Derek.
«Abbiamo anche qualche problema con la Gardaì, la polizia irlandese» aggiunse Sammy.
«Ah» commentò il nuovo arrivato.
«Non vorremmo essere arrestati ingiustamente. Puoi aiutarci?» chiese Derek.
«Sì, potresti aiutarci?» fece Sammy.
«Bau?» concluse Melvis.
Il nuovo arrivato rifletté per qualche secondo in silenzio.
«Anche io ho un grande segreto, che non voglio dire a nessuno. Ma voi mi sembrate brave persone. Oneste. Perciò ve lo dirò: vedete, io posso trasformarmi in qualsiasi animale, quando voglio».
Derek e Sammy sgranarono gli occhi per la sorpresa, Melvis inclinò la testolina a destra, per la curiosità.
«Facciamo così. Perché non venite con me, a casa mia? Abito in una cascina che si chiama Mare Culturale Urbano, poco distante da qui. Lì sarete al sicuro!».
Derek, Sammy e Melvis si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi annuirono tutti e tre e seguirono il loro nuovo amico a casa sua…
4
Ricercati dalla polizia per tutto il mondo
Classe 5A, Don Gnocchi, I.C. San Giuseppe Calasanzio
Derek, Sammy e Melvis seguirono il signore poliglotta, che prima di portarli a casa pensò che sarebbe stata una buona idea far vedere loro il centro di Milano. Visitarono il Duomo, ma vennero attaccati da uno stormo di piccioni e così cercarono rifugio presso la Scala.
Dopo qualche ora, decisero di uscire di nuovo per andare finalmente a casa, ma mentre attraversavano la strada, vennero investiti da un autobus.
I passanti chiamarono subito i soccorsi e l’ambulanza arrivò velocemente per portarli all’ospedale Don Gnocchi. Lì si presero cura di Derek, Sammy, il signore poliglotta e persino di Melvis e ben presto poterono ricevere visite.
Un giorno si presentò da loro la classe 5A della scuola San Giuseppe Calasanzio, svelando di essere quelli che stavano viaggiando sull’autobus che aveva investito i 4 amici. La classe era lì non solo per scusarsi, ma anche per invitarli a scuola.
Arrivati a scuola, Derek, Sammy, il signore poliglotta e il cane Melvis scoprirono di trovarsi proprio bene in quelle aule e decisero di diventare maestri.
Trascorsero gli anni e, grazie al loro duro lavoro da insegnanti, i quattro amici diventarono ricchi e decisero di andare in pensione.
Durante la pensione, decisero di voler ricominciare a viaggiare e così chiesero aiuto ai loro amici della classe 5A, che li aveva investiti, per costruire una mongolfiera con cui esplorare tutto il mondo.
La classe 5A costruì la mongolfiera in tempo record e ben presto Derek, Sammy, il signore

poliglotta e il cane Melvis presero a viaggiare in ogni continente, trascorrendo i loro ultimi anni felici e contenti.
– Fine –
RACCONTO CINQUE
Il Segreto degli Alieni e della Luna
1
La Luna di Formaggio
Classe 3A Ferraris, I.C. Sant’Ambrogio
Un bel giorno, una bambina grande ma bassa, che si chiamava Iris, e una bambina piccola ma alta, che si chiamava Isabella, decisero che volevano andare via da casa, a Milano, nel Quartiere Barona-Sant’Ambrogio, per scoprire se la Luna fosse fatta di formaggio: a guardarla dalla Terra, con tutti quei buchi, sembrava proprio fatta di formaggio!
Come mezzo di trasporto valutarono prima l’automobile, ma nessuna delle due aveva la patente. Pensarono poi al treno, ma si accorsero che tra la Terra e la Luna non c’era alcun binario su cui poter viaggiare. Alla fine, capirono che volare sarebbe stata la scelta migliore e presero una mongolfiera!
Partirono proprio dal cortile della loro scuola e si sollevarono, veloci veloci, con la loro mongolfiera. Dall’alto, poterono vedere la scuola
e il quartiere come mai prima d’ora: videro il cortile dove giocavano tutti i giorni, videro anche il Barrio’s1, l’oratorio e la chiesa!
Si avvicinarono alla Luna con la mongolfiera, piano piano. Evitarono anche una pioggia di meteoriti, ma all’improvviso si avvicinò a loro, con una navicella, un alieno. Il compito di questo alieno era di proteggere il segreto della Luna di formaggio e, per questo, l’alieno distrusse la loro mongolfiera, colpendola con i suoi cannoni laser…
2
L’Apocalisse di Formaggio
4th Class, Scoil Aoife Community National School, Dublin 24
La mongolfiera scoppiò con un rumore simile a uno pneumatico e cadde dal cielo.
Per fortuna, e con gran sollievo di Iris ed Isabella, la mongolfiera aveva un paracadute di emergenza: atterrarono in un campo appena fuori Tallaght, in Irlanda.
Isabella e Iris notarono una strana persona nascosta tra i cespugli e, decise a fare chiarezza a riguardo, scoprirono un alieno che le osservava.
1 Barrio’s: centro ricreativo culturale del quartiere Barona-Sant’Ambrogio.

«Ciao, chi sei?» chiese Iris.
«Mi chiamo Goobal».
«Conosci un posto dove possiamo trovare del cibo?» domandò Isabella.
Goobal rispose: «Certo, Perios Grill». Fortunatamente, trovarono una Lamborghini
blu e viola nascosta tra i cespugli. Goobal si mise al volante, Iris e Isabella si accomodarono sui sedili, poi tutti insieme sfrecciarono verso
Tallaght, passando davanti a The Square2, Domino’s e al Tallaght Leisure Centre3 .
Una volta trovato un tavolo libero, ordinarono ali di pollo ultra piccanti e sorrisero felici. Dopo il pasto, Goobal si intrufolò in cucina per rubare altro cibo. Iris e Isabella corrugarono la fronte con rabbia: quell’alieno non era così amichevole come avevano pensato.
Isabella e Iris scapparono furtivamente da Perios e si allontanarono in punta di piedi da Goobal, dirigendosi verso Jobstown House, senza accorgersi che Goobal le stava inseguendo.
«Conoscete qualcuno che possa costruire un’astronave per noi?» chiese Isabella, una volta che lei e Iris ebbero raggiunto Jobstown House. Volevano tornare sulla Luca di formaggio per scoprirne il segreto.
Lì vicino c’era un cane alieno che in qualche
2. The Square: centro commerciale di Tallaght.
3. Tallaght Leisure Centre: centro sportivo e benessere in cui è possibile svolgere varie attività sportive (es. nuoto) o rilassanti (es. sauna).
modo parlava inglese e li indirizzò verso Scoil Aoife4.
Mentre uscivano da Jobstown House, incontrarono un uomo che si offrì di portarle
alla Scoil Aoife Community National School e che, curiosamente, somigliava a Goobal. Ma non poteva essere lui: Goobal era un alieno, non un essere umano!
Quando arrivarono alla Scoil Aoife
Community National School, andarono nell’Aula 12 e incontrarono la classe 4a, che aveva già sentito qualche notizia circa due ragazze di Milano cadute dal cielo e, nella speranza che le ragazze arrivassero proprio nella loro classe, quella mattina erano andati a raccogliere pezzi di ricambio per l’astronave, per non farsi trovare impreparati.
Per prima cosa, infatti, avevano fatto tappa al Dunne’s Stores, nel Citywest Shopping Centre, per comprare un sacco di bottiglie d’acqua da 5 litri. Poi erano andati al McDonald’s a prendere 500 bustine di salsa rossa da usare come carburante. Infine, erano passati da un Circle K e avevano frugato nella spazzatura in cerca di pezzi di metallo.
Quando Iris e Isabella erano finalmente arrivate, la 4ª classe aveva già le colle sfoderate ed era pronta a costruire un’astronave, che fu pronta in un battibaleno!
4. La scuola elementare irlandese.
Poi, fu l’ora del decollo: la 4ª classe portò Iris ed Isabella nel cortile e gridò il conto alla rovescia: «5, 4, 3, 2, 1… Decollooo!»
L’astronave sfrecciòòò nel cielo.
Dopo 500 ore di viaggio, Iris e Isabella arrivarono sulla Luna di formaggio, dove Goobal le stava aspettando, bloccando loro l’entrata. Aveva solo finto di essere amichevole sulla Terra, perché in realtà era una spia aliena!
Prima che Iris e Isabella potessero farlo ragionare, ci fu un’esplosione e Goobal fluttuò via in luoghi sconosciuti.
Le ragazze approfittarono di questo colpo fortuito e si avventurarono sulla Luna di formaggio, ma un cane di formaggio le attaccò.
Per fortuna, Iris aveva un pezzo di metallo in tasca e lo trasformò magicamente in un martello di formaggio.
Il cane di formaggio era troppo ossessionato dal formaggio per resistere, perciò lo mangiò tutto, per poi scappare con la pancia piena. Iris e Isabella iniziarono a farsi domande su tutto quel formaggio. Perché tutti lo volevano?
Per cercare una risposta, ne presero un morso e scoprirono che conteneva antimateria, una sostanza capace di rendere più saggi.
Improvvisamente, apparve un esercito di alieni e uno di loro premette un pulsante su un telecomando.
Tutta la memoria di Iris e Isabella venne così
cancellata…
3
Un arrivo inaspettato: dalla Luna a Milano
Classe 5D Don Gnocchi, I.C. San Giuseppe Calasanzio
Iris e Isabella non ricordavano più niente, perché si trovavano lì? Come erano arrivate fin lassù? Quando la Luna era diventata commestibile?
Avevano con loro un kit che sembrava proprio quello di un agente segreto, erano forse due agenti segrete? Quante cose stavano scoprendo in così poco tempo!
Mentre decidevano che strumento usare tra tutti quelli che avevano, ad un tratto videro arrivare una figura conosciuta: «Ma quello è Goobal!» esclamarono e iniziarono a scappare per paura che volesse tradirle ancora.
In realtà Goobal era pieno di sensi di colpa: «Per favore! Perdonatemi, io non volevo davvero tradirvi, purtroppo sono stato obbligato. Ora sono qui per aiutarvi!».
Allora, Goobal svelò loro il segreto della
Luna di formaggio: «Questa Luna fu creata dalle
streghe per gli alieni che volevano conquistare la Terra. Ogni persona che riesce a raggiungere la Luna, infatti, non resistendo al profumo del suo formaggio, lo assaggia, avvisando gli alieni del loro arrivo. Gli alieni poi fanno perdere loro la memoria».
Iris e Isabella rimasero sconvolte da questa notizia e chiesero subito: «Come pensi di aiutarci? Noi siamo già pronte per tornare sulla Terra, abbiamo un kit con tutto quello che serve per lanciarci sulla città di Milano».
Goobal chiese: «Siete sicure? Con il vostro kit ci metterete tantissimo tempo a tornare ed è pericoloso, io ho qui la mia astronave e potrò portarvi sulla Terra in un battibaleno!».
Decisero di dare una seconda possibilità a Goobal, che questa volta sembrava davvero pentito e sincero.
Per fortuna, usando il formaggio come carburante, Iris e Isabella arrivarono sulla Terra, direttamente a Milano. Qui incontrarono i bambini della 5D che stavano giocando nel parco vicino alla scuola. Sempre qui, Iris e Isabella chiesero dove potessero andare a mangiare tutti insieme. I bambini della 5D le portano nella mensa della scuola, ma lì Iris ed Isabella non trovarono nulla di buono, perciò andarono al Pancaffè.

Mentre mangiavano, la 5D propose a Iris, Isabella e Goobal di portare un po’ di antimateria della Luna nel laboratorio della scuola per analizzarla e svelare a tutto il mondo il segreto della Luna di formaggio!
Sembrava andare tutto bene, ma ad un certo punto Isabella e Iris sentirono un forte tonfo: «Goobal! che succede?».
Goobal era svenuto, non riusciva più a respirare. L’ossigeno sulla Terra non era come l’ossigeno che era abituato a respirare nel suo mondo alieno. Isabella, Iris e tutta la 5D erano molto preoccupati, non sapevano come fare, non volevano perdere il loro nuovo amico….
4
Isabella, Iris e Goobal fanno una festa da ballo sulla Luna
1st Class, St. Joseph’s National School, Dún Laoghaire, Dublin
Il tonfo della navicella spaziale fu così forte che gli studenti della classe 1ª della St. Josephs DL lo sentirono e uscirono fuori. Quando arrivarono nel cortile, videro la classe 5D insieme a Iris, Isabella e Goobal.

«Oh, ciao!» dissero tutti gli studenti della classe 1ª alla classe 5D.
«Abbiamo dovuto prendere un aereo per l’Irlanda, perché qui c’è qualche giorno in più di ossigeno alieno» spiegò Isabella.
«Abbiamo dovuto bussare a qualche casa in via Roseland e in via Culanor per farci aiutare a guidare fino a qui» aggiunse Iris.
Portarono Goobal da Teddy’s e gli comprarono un gelato Teddy’s Marshmello 99: glielo misero in bocca con forza e, all’inizio, non si sentì nulla. Poi, Iris udì un sussurro.
«Contate fino a dieci e mi sveglierò» disse Goobal.
Iniziarono a contare, ma, quando arrivarono al nove… BANG!
Corsero nella direzione da cui proveniva il rumore e raggiunsero il parco Culanor. Lì trovarono un mucchio di giocattoli dei negozi
SuperValu ed Eason’s che avevano preso vita e ora stavano già costruendo una navicella spaziale.
Tutti si misero all’opera e presto la navicella fu completata. Poi, saltarono a bordo e partirono alla volta della Luna, dove organizzarono una festa…
Caos!
1st Class, St. Joseph’s National School, Dún Laoghaire, Dublin
All’improvviso, gli alieni iniziarono a sparare raggi laser contro Iris, Isabella e Goobal. Proprio mentre i laser stavano per colpire la loro navicella, questa volò all’indietro e fu colpita da un altro raggio.
La navicella prese fuoco. Per fortuna, gli alieni spararono accidentalmente dentro il fuoco, raggiungendo la loro navicella, e la magia creò un’altra navicella. Tutti saltarono a bordo della nuova navicella e volarono di nuovo sulla Terra.
Si schiantarono su Killiney Hill. Poi, un altro alieno fu colpito da un altro laser e si schiantò vicino alla navicella di Isabella e Iris. Quando tutti uscirono, chiesero all’alieno:
«Stai bene?».
«No, sono ferito. Mi chiamo Giggly» rispose l’alieno.
Gli studenti della classe prima portarono Giggly alla farmacia McCabe’s. Dopo di che, andarono tutti da Domino’s, dove presero diecimila pizze con peperoni e formaggio.
Goobal e Giggly non sapevano cosa fosse la pizza, perché venivano dallo spazio.
«Possiamo avere dei vermi sulle nostre

pizze?» chiesero Goobal e Giggly.
«Sì!» risposero gli studenti.
Passarono davanti alla Biblioteca Lexicon
mentre si dirigevano al People’s Park per prendere dei vermi. Quando li trovarono, li misero sulla pizza e andarono nella Stanza 7 della St. Joseph’s National School per fare un Pizza Party!
Goobal e Giggly ebbero un’idea: volevano proteggere la Luna di formaggio affinché nessuno cercasse di mangiarla, allora perché non portarla sulla Terra?
Andarono da Eason’s, dove comprarono il loro fumetto preferito, che riguardava un Coniglio e una Scimmia: entrarono fisicamente nel fumetto, e chiesero alla Puzzola se fosse possibile prendere in prestito il suo Raggio Lunare.
Poi saltarono fuori dal fumetto e si diressero da Sports Direct. Da qui, spararono il raggio verso la Luna, ma non era abbastanza lungo. Così, attaccarono una corda e ci riprovarono.
Questa volta, ci riuscirono! Tirarono giù la Luna come se fosse un pesce all’amo e la misero al sicuro da Sports Direct.
Per festeggiare, tornarono a Killiney Hill e invitarono alcuni abitanti al loro Pizza Party. Ma non sapevano che i personaggi del loro fumetto preferito su una Scimmia e un Coniglio erano scappati sulla Terra…
DUN DUN DUNNN…

RACCONTO SEI
Inseguimento Felino: Missione Golosa
1
Cuia, Milo e la Loro Caccia al Tonno
Classe 3A De Nicola 2, I.C. Sant’Ambrogio
Cuia, una gatta molto vivace, tutta arancione e bianca, si trovava in strada, a Milano, in Italia, in una giornata fredda e piovosa, in compagnia del suo cucciolo, Milo.
Per ripararsi dalla pioggia, la gatta arancione e bianca decise di nascondersi nella scuola De Nicola 2 e cercare la mensa scolastica, dove sperava di trovare del cibo per lei e per il suo cucciolo.
Poi, pensò, una volta che lei e il suo cucciolo avessero avuto la pancia piena, si sarebbero potuti rifugiare nel laboratorio di musica, dove sicuramente avrebbero potuto trovare tanti tanti nascondigli, per stare al caldo e al sicuro.
Dopo essere entrata nella scuola, mentre annusava a destra e a sinistra per trovare la
mensa, alla gatta arancione e bianca sembrò di sentire un buon profumino di tonno e sperò davvero di trovarlo, per farlo assaggiare al suo cucciolo.
Ecco, finalmente, la mensa: fece per entrare quando, all’ultimo secondo, si accorse dei laser che impedivano l’entrata. Erano così tanti che formavano una rete ed era impossibile per loro entrare…
2
Cuia e Milo Raccolgono Fondi
6th Class, O’Connell Primary School, Dublin 1
I laser formavano una rete tanto fitta che per Cuia e Milo divenne impossibile entrare, ma loro ci provarono lo stesso: vennero rilevati dai laser, che avvisarono un gruppo di criminali che si mise sulle loro tracce.
«Ucci ucci sento odor di… pesciolucci!» disse Cuia.
«Coola Boola!1» rispose Milo. «Penso che venga dall’Irlanda» continuò Cuia. «È l’odore di un rotolo di filetto di pollo e tonno». Velocemente, fuggirono verso un jet da
1. Coola Boola: espressione del gergo irlandese usata con lo stesso significato di “cool”, può essere tradotto con “forte!”.
combattimento che li portò a Dublino, in Irlanda.
Atterrarono sul tetto degli appartamenti James Larkin. Iniziarono a tremare, ma saltarono comunque giù dal tetto, perché erano dei gatti e avevano nove vite. Salirono su un taxi e dissero: «Fa freddo qui!».
Il tassista rispose: «Ho un’idea perfetta per voi!».
Così, li portò da JD Sports. Lì, iniziarono a suonare il sassofono per raccogliere soldi così da comprarsi dei cappotti. Suonarono Careless Whisper di George Michael e Galway Girl, attirando una certa folla. Alcuni lasciarono qualche moneta nella loro scatoletta di tonno.
All’improvviso, un cane randagio chiamato Michael D. Higgins rubò la scatoletta di tonno piena di soldi. Ma la gente provò pena per loro e donò ancora più soldi. Una influencer di nome Nasti 2k diede loro una spice bag2, e RunWithChris, un altro influencer, regalò loro un sacco di soldi.
Dopo aver raccolto abbastanza denaro, comprarono vestiti da JD: due tute Monterax, due paia di Clouds e un cappotto Berghaus. Un gruppo di yup bros3 li scambiò per altri due yup
2. Spice bag: piatto irlandese da asporto, tipico dei fast food e ispirato alla cucina irlandese. Gli ingredienti base sono patatine fritte, pollo fritto, peperoncino, peperoni rossi e verdi, cipolle fritte e un mix di spezie.
3. Yup bros: un fenomeno culturale irlandese e giovanile, diventato popolare soprattutto grazie a TikTok. Si tratta di un gruppo di ragazzi che, solitamente, vestono con abiti sportivi e scarpe da ginnastica, sono appassionati di sport e, spesso, hanno monopattini elettrici.

bros e regalarono loro un monopattino Kugoo G2 Pro.
Il gruppo di criminali, che stava inseguendo Cuia e Milo con un jet da combattimento, li raggiunse presso gli appartamenti del Crescent.
Lì, Cuia e Milo furono costretti ad abbandonare il loro monopattino e a saltare oltre il muro nella zona di Summerhill.
Milo e Cuia usarono il loro puntatore laser per distrarre i criminali e, per fortuna, riuscirono a scappare…
3
L’ascesa dei Coniglietti di Polvere
5th Class, St Brigid’s Senior Girls School, Finglas
Cuia e Milo fuggirono dai criminali, andarono a Finglas e trovarono Rocket Park. Tuttavia, i criminali riuscirono a rintracciarli a Finglas, li seguirono fino al parco e chiesero loro: «Cosa state facendo qui?».
Cuia e Milo dovettero trovare un posto dove nascondersi, così si rifugiarono presso la sede degli sport Gaelici, la Erin’s Isle, e si nascosero nel bar. Ma i criminali riuscirono a trovarli anche
lì, così Cuia e Milo scapparono al KFC lì vicino e mangiarono tutto il pollo che riuscirono a trovare. Dopo essersi riempiti fino a scoppiare, venne loro un tremendo mal di pancia e, non potendo scappare, vennero catturati dai criminali. Cuia e Milo, però, riuscirono a fuggire di nuovo e si nascosero dietro la cassa del KFC. A quel punto, i gatti iniziarono a starnutire a causa della polvere: i criminali li sentirono.
Cuia e Milo restarono nascosti mentre la banda di criminali perlustrava tutto il KFC. Non avendo soldi, Cuia e Milo decisero di rubarli dalla cassa.
«Stiamo facendo la cosa giusta o la cosa sbagliata?» chiese però Milo, miagolando.
Si scoprì che la polvere non era proprio polvere, ma un gruppo di coniglietti di polvere che, con vocine squillanti, dissero: «State facendo la cosa giusta, ma anche noi. Siamo Pom Pom 1 e Pom Pom 2».
I coniglietti di polvere tirarono fuori le loro pistole di carote e stavano per consegnare Cuia e Milo alla banda di criminali quando i due gattini individuarono un’uscita di emergenza, riuscendo a scappare. Proprio in quel momento, Cuia si accorse che aveva ancora un localizzatore sul collare!
Dovevano trovare un modo per distruggerlo, così iniziarono a guardarsi tutt’attorno, per
strada: infine, trovarono un martello e ruppero il localizzatore.
«Ora che me lo sono tolto di dosso, ne ho abbastanza. Me ne vado da Ten Ten, il bar dell’açaí4» disse Cuia ad alta voce.

4. Açaí: bacche di una palma che cresce nelle foreste del Brasile.
Incontrarono però un piccolo problema. La banda di criminali li catturò di nuovo! I coniglietti di polvere erano infatti degli agenti segreti che lavoravano proprio per i criminali. I coniglietti portarono Cuia e Milo nella Caverna delle Carote e li chiusero in una cella.
Milo era infastidito perché Cuia aveva avuto una ciotola di açaí mentre lui non aveva ricevuto nulla, quindi voleva che Cuia lo portasse da Tesco a comprargli un barattolo di sottaceti.
Usarono una sega di carote per evadere dalla cella, ma poi iniziarono a farsi prendere dal panico, chiedendosi cosa sarebbe successo dopo.
Quando i criminali li raggiunsero, Cuia disse: «Prendete me, ma lasciate stare Milo!».
«Ma io muoio di fame, Ma! Ho bisogno del McDonald’s!» protestò Milo.
A quel punto, la banda di criminali prese Cuia con forza, la scaraventò dentro la loro macchina velocissima e sfrecciò via…
Puzzette Supersoniche, Sottomarini e Ping-Pong
Classe 5C Don Gnocchi, I.C. San Giuseppe Calasanzio
La macchina su cui viaggiava Cuia la condusse al porto. Qui, Cuia venne portata su un sottomarino supercorazzato dalla banda di criminali.
Il sottomarino, però, non aveva alcun motore. Per farlo funzionare, i coniglietti di polvere dovevano spingerlo con delle leve, che funzionavano proprio come quelle dei carrellini delle miniere. Il sottomarino si immerse velocemente e poi risalì nella Darsena di Milano, in Italia.
Nel frattempo Milo aveva trovato del cioccolato e lo aveva usato per segnarsi le guance con due linee da ciascun lato: era pronto a combattere per ritrovare la sua mamma.
In seguito, Milo tornò nel KFC, dove rubò una bottiglia di Pepsi e del peperoncino. Mangiò tutto il peperoncino in un soffio e bevve la Pepsi tutta d’un fiato.
Grazie alla Pepsi e al peperoncino, Milo riusciva ora a sputare fuoco e a fare puzzette supersoniche: sputando ora una piccola fiamma, facendo ora una puzzetta supersonica, Milo riuscì

a raggiungere Milano.
Con un’ultima puzzetta superpotente, Milo arrivò ad Acquatica Park, dove salì sul Kamikaze, lo scivolo più alto del parco. Da qui, grazie alla velocità di discesa dallo scivolo, arrivò fino allo stadio di San Siro dove, cadendo dall’alto come un proiettile, atterrò sopra Ronaldo, che lo scambiò per il pallone da calcio e lo tirò dritto dritto in rete, facendo goal!
La folla esultò con un boato potentissimo, che fece spaventare Milo così tanto da farlo schizzare di nuovo verso l’alto. Questa volta rimbalzò sulla
Cartoleria Il Punto Blu di via Mario Morgantini per poi atterrare nel Bowling Space lì vicino dove, di nuovo, venne scambiato per una palla, ma da bowling! Venne lanciato contro i birilli e fece persino strike.
Nel frattempo, il sottomarino di Cuia ebbe un malfunzionamento che i coniglietti di polvere non riuscirono a sistemare. Il sottomarino saltò in aria, dando giusto il tempo a Cuia di dare un veloce sguardo ai Navigli, prima di farla atterrare a City Life, insieme alla banda di criminali.
Per la banda di criminali fu una fortuna, perché era esattamente il luogo dove volevano andare: a City Life si trovava un loro complice, che gestiva un negozio di animali e a cui volevano vendere Cuia.
Cuia venne venduta dai criminali al negozio di animali, dove però passò ben poco tempo, perché una bambina che abitava a San Siro si trovava proprio quel giorno a City Life e decise di comprarla.
Anche se all’inizio Cuia non si fidava molto della bambina, ben presto capì che era molto gentile con lei. La bambina la portò a fare un giro per la città di Milano e le mostrò prima il Duomo e poi il Castello Sforzesco, dove Cuia incontrò molte altre gatte e molti altri gatti della colonia felina del Castello.
Arrivata sera, Cuia trovò il coraggio di parlare e confessò alla bambina di aver perso il proprio cucciolo, Milo. La bambina la consolò e poi le disse che quella sera, se le andava, sarebbero andate a una festa di compleanno presso il Bowling Space dopo aver mangiato una pizza presso la Pizzeria Pizzikotto: magari così avrebbe potuto distrarsi un po’ e, il giorno dopo, avrebbero pensato a un modo per tornare in Irlanda e cercare Milo.
Ma ecco che, non appena arrivarono al Bowling Space, Cuia sentì il profumo del suo piccolo Milo. Facendosi aiutare dalla bambina, perlustrò tutto lo spazio del Bowling, fino a quando, infine, tra i birilli, trovò proprio Milo!
La bambina adottò anche Milo: era felicissima di avere ben due gattini.
E i due gattini poterono visitare molti, molti altri posti in tutto il mondo, grazie ai viaggi della bambina, che era una campionessa di ping pong e viaggiava in tutto il mondo per partecipare a tantissimi tornei, che vinceva sempre.
– Fine –