della desertificazione dei pascoli nei principali Paesi produttori. “Brucare non bruciare©” è lo slogan (coperto da copyright) di questo nuovo sistema per tenere puliti i terreni, realizzando allo stesso tempo un prodotto ad alto valore aggiunto. Ora anche la Regione Toscana si è accorta delle potenzialità offerte dalle capre cashmere presenti sul suo territorio e le ha inserite nel piano di sviluppo e gestione delle risorse rurali. Per cominciare, una squadra di capre è stata “assunta”, con tanto di contratto, da un ente pubblico, un consorzio di bonifica che ha ingaggiato gli operai a quattro zampe per migliorare una serie di terreni marginali, dove sarebbe impossibile (oltre che più oneroso) intervenire con mezzi meccanici. E all’orizzonte si annunciano già analoghe richieste da parte delle Province di Siena, Arezzo, Firenze...
Effetto denim: un mondo in blu Il più globalizzato dei capi di abbigliamento è anche quello che richiede una delle produzioni tessili più inquinanti in assoluto. Come si sa, il tessuto jeans è composto da fili di catena (ordito) tinti in blu e fili di trama lasciati nel loro colore grezzo naturale. La tintura utilizzata è l’indaco (o, in inglese, indigo), che un tempo era ricavato da una pianta, la Indigofera, e oggi viene prodotto sinteticamente in laboratorio. Oltre alla particolarità della tessitura “bicolore”, c’è anche quella della tecnica di tintura che è completamente diversa da quella normale, perché i fili sono colorati solo all’esterno mentre l’interno, il cuore, resta grezzo: in campo tessile è chiamato effetto indigo o effetto denim. È questa caratteristica che permette ai blue jeans di invecchiare in modo naturale senza che le fibre perdano compattezza e resistenza, a differenza di altri tessuti che si stingono e mostrano evidenti segni di usura solo quando il materiale è ormai logoro, liso e inservibile. Questo risultato si ottiene praticando una tintura “per ossidazione”, vale a dire che i fili vengono fatti passare
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