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Cammini d’Italia

100 SPETTACOLARI ITINERARI A PIEDI

a cura di Monica Nanetti

In copertina:

vista sul Medio Campidano foto di Michela Medda

© 2024 Cart’Armata edizioni Srl Terre di mezzo Editore via Calatafimi 10, 20122 Milano Tel. 02-83.24.24.26

e-mail percorsi@terre.it terre.it percorsi.it

Direzione editoriale: Miriam Giovanzana

Coordinamento editoriale: Luca Dei Cas

Editing: Chiara Seminari

Contributo ai testi: Elena Parasiliti

Progetto grafico: Carola Fumagalli

Impaginazione e grafica: Mirco Bompignano

Prima edizione italiana: marzo 2024

Stampato da MIG Moderna Industrie Grafiche –Bologna

Questo prodotto è composto da materiale che proviene da foreste ben gestite, da foreste certificate FSC® e da altre fonti controllate.

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Viaggi di scoperta a passo lento

Abbiamo cominciato a parlare di cammini più di venticinque anni fa. Pochi, allora, avrebbero scommesso che quel mondo, fatto di gente strana, capace di percorrere a piedi decine di chilometri per più giorni, dormire in sacco a pelo su brande improvvisate nelle parrocchie o in spazi messi a disposizione dai Comuni, si sarebbe ritagliato un ruolo così importante nella vita di tanti.

Oggi il turismo lento è una realtà affermata e dall’entusiasmo dei pionieri è fiorito un altro mondo: sono nate associazioni, molti sentieri sono segnati e mantenuti, i territori e le istituzioni hanno iniziato a investire risorse e i camminatori crescono, anno dopo anno.

Con il nostro lavoro, e in particolare con questo libro, segniamo una nuova tappa e proviamo a offrire una prima mappa per orientarsi. Per questo motivo Cammini d’Italia è un mosaico: ricco, vario, colorato e il più possibile esaustivo, per quanto inevitabilmente parziale. Non vuole soltanto appagare la curiosità di chi già ama il viaggio lento ma punta a far appassionare nuovi camminatori.

Un atlante in divenire, senza classifiche, ordine geografico o divisioni tematiche, perché quello che ci sta più a cuore è restituire un segno concreto: il mondo dei cammini si è fatto grande ed è pronto a uscire dalla nicchia di appassionati per diventare patrimonio di tutti.

È a loro, a chi si affaccia per la prima volta a questo mondo, che chiediamo: prendetevene cura!, come chi vi accoglie alla fine di una lunga tappa.

A chi c’è stato dall’inizio, invece, diciamo: non smettete di raccontare e di diffondere la cultura del cammino. Una cultura che sa includere, rallentare e andare al passo del più lento, ascolta i luoghi e le persone e ne racconta il volto migliore.

In queste pagine ogni escursionista, pellegrino, viandante o camminatore può trovare l’ispirazione per partire e affrontare la sua piccola o grande avventura.

Bastano delle buone scarpe, uno zaino non troppo pesante e la voglia di lasciarsi stupire: al resto penserà la magia del cammino.

Miriam Giovanzana, Luca Dei Cas Terre di mezzo Editore

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Due partenze, un cammino

Cammini d’Italia è un progetto nato nel 2017, quasi per gioco, che si è poi sviluppato giorno dopo giorno insieme a una crescente passione per i viaggi a piedi e la voglia di condividere la cultura dei cammini, del trekking e dell’escursionismo. Attraverso l’apertura di una pagina Facebook, che ha permesso la nascita di una vera e propria community di appassionati, abbiamo dato modo a camminatori come noi – dai più ai meno esperti –di trovare informazioni, condividere esperienze e scambiarsi suggerimenti per affrontare un percorso a piedi di più giorni in piena consapevolezza. Parallelamente alla crescita della pagina Facebook Cammini d’Italia e alla nostra comparsa sui maggiori canali social, è nato il portale www. camminiditalia.org dove abbiamo raccolto le informazioni ufficiali di tantissimi cammini italiani, con le relative tracce e le schede tecniche fornite direttamente dalle associazioni, dai promotori o dagli enti gestori dei percorsi. Negli anni successivi, il progetto si è sempre più strutturato, diversificando le attività sia online che offline. Nel 2022 abbiamo lanciato l’app Cammini d’Italia, che permette di pianificare un cammino e navigare anche in modalità offline e da febbraio 2023 la realtà di Cammini d’Italia è diventata una vera e propria azienda, trasformando una semplice passione per il trekking e l’escursionismo in un lavoro a tutti gli effetti.

Questo libro è il frutto di anni di esperienze digital e non, di sentieri percorsi, incontri e collaborazioni: un supporto e una guida per chi si avvicina per la prima volta al cammino e non sa da quale itinerario partire, ma anche uno spunto in costante aggiornamento per far conoscere qualcosa di nuovo a chi pensa di aver già raggiunto tutte le mete possibili.

Davide, Francesco e Vincenzo Cammini d’Italia

Ho iniziato a rallentare dopo i 50 anni di età: per la precisione quando decisi di provare qualcosa di mai fatto prima, partendo con una buona dose di incoscienza e impreparazione per un lungo viaggio in bicicletta sulla Via Francigena. Fu la nascita di un grande amore – quello per gli itinerari lenti, per il gusto del vagabondaggio, per la libertà di non essere tenuta a risultati o prestazioni – che mi ha portato a viaggiare (e a scriverne) un po’ per tutta Europa.

Ma la lentezza non è mai abbastanza, quando si inizia ad assaporarne il piacere e la bellezza. E così, poco tempo dopo, decisi di rallentare ancora, alla scoperta del viaggio a piedi incontrando, inevitabilmente, il vasto mondo dei cammini.

E proprio osservandolo mi sono resa conto che un libro come questo può rispondere alle domande ed esigenze di chi, come me, ne è rimasto affascinato: quella di fornire una visione globale –per quanto inevitabilmente incompleta –della ricchissima offerta di itinerari disponibili in tutte le regioni d’Italia; quella di incoraggiare chi non si è mai cimentato in questa attività a sperimentare una nuova esperienza, individuando percorsi adatti alle proprie caratteristiche; quella di suggerire ai camminatori più esperti nuovi spunti e nuove idee, al di là delle vie più conosciute e frequentate. Ma, soprattutto, l’ambizione è quella di fornire un assaggio delle emozioni, delle storie e delle sorprendenti meraviglie nascoste in luoghi tanto vicini quando troppo spesso sconosciuti: in altri termini, di far venire al lettore la voglia di posare il libro, allacciarsi gli scarponcini e uscire di casa seduta stante. Buon cammino!

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L’Alta Via delle Grazie

Un viaggio in terre di devozioni e tradizioni tra la natura mozzafiato delle Prealpi Orobiche, nell’abbraccio di un’ospitalità genuinamente pellegrina

La zona, l’operoso Nord lombardo, evoca immagini di capannoni, fabbriche, autostrade; il punto di partenza e di arrivo sono in piena città, nel centro di Bergamo. Ce ne sarebbe abbastanza per farsi un’idea dell’Alta Via delle Grazie come di un cammino in scenari suburbani e industrializzati. Niente di più sbagliato: il percorso ad anello è invece un itinerario profondamente immerso nella natura, che si snoda in

gran parte nello scenario tipicamente alpino della val Seriana, tra borghi, passi, fiumi e cascate, circondato da alcune delle cime più spettacolari della zona. E che prosegue poi attraverso l’Alto Sebino, con un intermezzo “acquatico” nel bel mezzo del lago d’Iseo. Si tratta, insomma, di un lungo affascinante viaggio nel verde, che pur non presentando particolari difficoltà tecnicoalpinistiche risulta adatto a persone

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Gandino
Fiobbio
Bergamo Bassa Partenza Arrivo
Novazza Parre Vertova Selvino 1 2 3 4 5 7 6 8 9 11 10 12 13 Santuario della Madonna del Frassino LOVERE 208 m MONTE FARNO 1.485 m PASSO DELLA MANINA 1.796 m PASSO DI ZAMBLA 1.264 m BERGAMO CITTÀ BASSA 249 m
CITTÀ ALTA 370 m
Peschiera Maraglio Carzano Bergamo Alta Lovere Castione della Presolana Ardesio Lizzola
BERGAMO
NORD TAPPE 13 KM 270
REGIONI Lombardia DISLIVELLO 9.486 m 9.370 m
Lago d’Iseo

con un buon livello di allenamento e abituate a camminare in montagna. A rendere del tutto particolare questo Cammino, però, è anche un’altra caratteristica: quella della componente spirituale del percorso, che traspare già dal nome. Le “Grazie” di cui si parla sono infatti le molte bellezze offerte non solo dall’ambiente, ma anche dall’arte, dalla fede, dal silenzio della natura e dalle molte accoglienze pellegrine disseminate lungo il percorso, che contribuiscono a rendere questo viaggio un’esperienza tanto fisica quanto interiore.

La genesi di questo tracciato, del resto, è significativa: l’Alta Via delle Grazie nasce da un progetto di due camminatori che si sono ispirati ai Cammini di Santiago per realizzare, nelle vicinanze della propria casa, un

itinerario di ricerca interiore e di fede. A fare da filo conduttore dell’intero percorso, infatti, sono gli incontri con testimonianze religiose di vario tipo: dai 18 santuari mariani più importanti delle Orobie bergamasche fino alle innumerevoli “santelle” e “tribuline”, le edicole votive edificate nei secoli dalla gente del posto e sparse lungo strade e sentieri. Il percorso completo prevede 13 tappe per oltre 270 chilometri di lunghezza, ma è anche possibile una versione ridotta, di 7 tappe e circa 160 chilometri, che rinuncia ai rami più esterni della valle. Partendo dal cuore della città, il percorso si dirige sui colli della bassa val Seriana per poi inoltrarsi in un territorio assai più

Bus: collegamenti Flixbus da/per Bergamo con le principali località italiane.

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Treno: stazione Fs a Bergamo con treni regionali e alta velocità. ↑ Maslana. Contrada Piccinella, un tuffo nel passato camminando tra case in pietra dai tetti in ardesia, ai piedi delle cime orobiche.

remoto e poco conosciuto: dalla val de Gru alla val Vertova con le sue spettacolari cascate e pozze d’acqua, dalla val del Riso con i resti delle sue miniere dismesse ai pascoli e boschi della Valcanale, continuando a risalire fino al passo della Manina e al punto più alto del Cammino: la Sella dell’Asta, a 1.968 metri di quota. Da qui, il sentiero scende attraverso i verdissimi scenari della val Sedornia, della val di Tede e della val Borlezza fino ad affacciarsi su un panorama del tutto diverso: quello del lago d’Iseo, con un trasferimento in traghetto per l’attraversamento del suggestivo Monte Isola. Ancora poche tappe tra castagneti e campi coltivati per tornare infine, seguendo il fiume Serio, a Bergamo. Il periodo migliore per percorrere l’Alta Via delle Grazie va da aprile a

ottobre, quando le giornate sono più lunghe e la manutenzione dei sentieri è ottimale; senza contare che, nei mesi estivi, alla frescura offerta dai tratti più elevati del percorso si aggiunge la possibilità di una pausa balneare e di un tuffo ristoratore una volta scesi sulle sponde del lago d’Iseo. Resta, comunque, la possibilità di scegliere la stagione invernale, limitatamente alle parti a quote più basse e facendo comunque molta attenzione al meteo per evitare eventuali situazioni di forte innevamento.

per approfondire: L’Alta Via delle Grazie di Gabriella Castelli e Umberto Gallo, Terre di mezzo Editore.

Il logo del percorso è composto da un cerchio blu, simbolo di perfezione, serenità e pace, che contiene dodici stelle come la corona sul capo di Maria. Nel cerchio è inserito un quadrato di colore giallo come il Sole, che racchiude un quadrifoglio come simbolo di unicità, rarità, fortuna, bellezza.

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↑ Bergamo Alta. Piazza Vecchia è lo storico centro della città. ↗ Monte Farno. Il grande roccolo in un verdeggiante altopiano.

NON FARTI SFUGGIRE… La selvaggia val de Gru e l’incontro con gli eremiti che ancora la abitano. L’atmosfera mistica del monastero di clausura a Lovere. Il tipico roccolo sul monte Farno, spettacolare struttura di fronde intrecciate un tempo adibita alla cattura degli uccelli. I tipici “capù”, involtini di verza bolliti in brodo di carne.

CREDENZIALE

Per il ritiro della credenziale ci si può rivolgere alla chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie in viale Papa Giovanni XXIII 13, a Bergamo (punto di partenza della Via). È anche possibile richiederla per posta, inviando una mail ad altaviadellegrazie@ gmail.com. Al termine del Cammino, ogni pellegrino che abbia percorso l’Alta Via delle Grazie animato da motivi religiosi o spirituali può ricevere la Grazia, attestato consegnato dal priore della basilica di Santa Maria Maggiore di Città alta, a Bergamo.

Dormire da pellegrini

Ostelli, case parrocchiali, seminari, accoglienze in famiglia o addirittura santuari: la matrice spirituale del percorso fa sì che, in aggiunta ai normali hotel, pensioni e b&b, lungo l’intero tracciato sia possibile sperimentare una grande quantità di strutture di autentica ospitalità pellegrina, sia per quanto riguarda il pernottamento che per la ristorazione. Si tratta di sistemazioni semplici e talvolta spartane, capaci però di regalare un contatto intenso e diretto con persone, luoghi, storie; in altre parole, di dare un valore e un significato ancor più profondo all’intera esperienza. Molte di queste strutture – in particolare quelle a donativo, cioè a offerta libera – dispongono di un numero limitato di posti: per questo motivo durante la stagione estiva è consigliabile prenotare con un certo anticipo. Anche in inverno è comunque consigliabile verificare preventivamente la disponibilità delle strutture, dal momento che molte di loro possono risultare chiuse durante la bassa stagione.

Abbondante, precisa e ben posizionata, la segnaletica è costituita da frecce di vernice blu, da cartelli che riportano brevi pensieri, da frecce direzionali in legno e da adesivi su fondo giallo con freccia blu e logo del Cammino.

11 L’A LtA V IA de LL e Gr A z I e
→ Monte Corangera. I torrioni e le pareti verticali di bianca roccia calcarea.

Il Cammino di Dante

Un viaggio sui passi del poeta Dante Alighieri, attraverso i percorsi e le vie medievali che, oggi come allora, collegano Romagna e Toscana

REGIONI

Emilia-Romagna, Toscana

DISLIVELLO

9.197 m 9.197 m

Quale modo migliore per omaggiare il padre della letteratura italiana nonché autore di un capolavoro in cui il cammino è metafora della vita? Nonostante siano passati 700 anni, ancora oggi la sua opera non è solo oggetto di studi in tutto il mondo ma anche punto di partenza anche per chi ha costruito questo itinerario. L’idea del Cammino di Dante nasce nel 2011 dall’iniziativa di Giordano Bezzi, studioso e appassionato della vita e delle opere del grande poeta, ed è

stata sviluppata nell’arco di cinque anni con il coinvolgimento di storici, dantisti, esperti di viabilità medievale. Il risultato è un percorso ad anello che si snoda in 20 tappe per un totale di 380 chilometri, da Ravenna a Firenze e ritorno, collegando i luoghi di nascita e di morte di Dante Alighieri e ripercorrendo – almeno per sommi capi, dal momento che non esistono certezze storiche circa i suoi precisi spostamenti – molti degli abitati e dei sentieri che videro il

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Passo Vico Brisighella Forlì Oriolo dei Fichi Monte Romano Marradi Dovadola Portico di Romagna San Benedetto in Alpe Premilcuore San Godenzo Passo della Calla Casalino Prato di Strada Dicomano Pontassieve Firenze Pieve a Pitiana Partenza / Arrivo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 RAVENNA 4 m RAVENNA 4 m MARRADI 328 m FIRENZE 50 m MONTE FALCO 1.647 m PORTICO DI ROMAGNA 309 m
Ravenna
NORD CENTRO TAPPE 20 KM 380

passaggio del poeta durante il suo lungo esilio da Firenze. Luoghi attraversati e raccontati da Dante, di cui si trovano riferimenti nella biografia o all’interno delle sue opere in un gioco di rimandi tra realtà e narrazione, che consentono di scoprire una molteplicità di ambienti: dalle città d’arte alla natura “selvaggia e aspra” dei boschi dell’Appennino (incluso un Parco nazionale, quello delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna); dagli antichi eremi, borghi e castelli ai fiumi che attraversano il territorio creando cascate, piscine naturali, fonti termali. E se non bastassero le innumerevoli attrattive letterarie, storiche e naturalistiche, c’è anche l’elemento enogastronomico ad aggiungere fascino al percorso: dalle specialità romagnole (piadina e crescione, ma anche i meno noti i passatelli con il formaggio di grotta) fino alle eccellenze della cucina toscana come

le carni bovine, il prosciutto Grigio del Casentino, le patate rosse di Cetica. Partendo da Ravenna, dove Dante approdò nel 1318, si segue il corso del fiume Montone arrivando con la terza tappa a Brisighella (passando anche da Faenza se si segue la variante); da qui si procede lungo i sentieri appenninici a cavallo tra Emilia-Romagna e Toscana fino alla cascata dell’Acquacheta. Altro importante e suggestivo luogo dantesco è l’abbazia di San Gaudenzio, dove nel 1302 si tenne un importante incontro tra guelfi bianchi e ghibellini a cui partecipò lo stesso poeta. Da qui inizia la discesa nella valle dell’Arno, verso Firenze e il museo Casa di Dante, che si raggiungono nella tappa 10. Il ritorno a Ravenna passa invece per la valle dell’Arno toccando i luoghi della

Treno: stazione Fs di Ravenna.

Bus: Flixbus per collegamenti da fuori regione per Ravenna; linee di autobus Start Romagna dalle principali località emiliane e romagnole.

↓ Brisighella. La torre dell’Orologio costruita su uno dei tre pinnacoli gessosi che dominano il borgo è uno dei simboli della cittadina romagnola.

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→ Dovadola. Nelle campagne che salgono verso l’Appennino tosco-romagnolo il percorso si snoda su sentieri e strade bianche.

battaglia di Campaldino che vide schierato in campo anche l’Alighieri, dopodiché si risale in Appennino e si rientra in territorio romagnolo dove si trovano altri luoghi danteschi, da Poppi (lungo una variante di tappa 13) all’eremo di Camaldoli alle sorgenti dell’Arno.

Una volta giunti a destinazione, c’è anche la possibilità di una tappa supplementare con un breve itinerario ad anello che passa dalla pineta di Classe fino al mare, a Lido di Dante, e ritorna poi a Ravenna. Il fatto che sia un cammino letterario non significa che sia semplice: è un percorso che si snoda prevalentemente lungo sentieri e strade sterrate, tra boschi, valli e creste con dislivelli in alcuni casi piuttosto netti, quindi è abbastanza impegnativo: richiede buon allenamento e abitudine a camminare su percorsi con sensibili dislivelli e su terreno a volte sconnesso; tuttavia è possibile spezzare il percorso, ad esempio suddividendo l’anello in due tranche di 10 tappe da Ravenna a Firenze e viceversa; oppure si può approfittare della ferrovia Faentina, quasi una sorta di “treno dantesco” che tocca varie tappe del tracciato tra Ravenna e Firenze.

Gran parte dell’itinerario si svolge in un contesto ambientale di media montagna, percorribile in linea di massima da marzo a novembre, salvo particolari situazioni di innevamento; i mesi più consigliati sono maggio, giugno, settembre e ottobre.

per approfondire: Il Cammino di Dante di Marcello Bezzi, Silvia Rossetti e Massimiliano Venturelli, Terre di mezzo Editore.

IL MINI-VULCANO Si trova nei pressi di Tredozio quello che a lungo è stato considerato “il vulcano più piccolo del mondo”. In realtà non si tratta di un’eruzione lavica, ma dell’emanazione di idrocarburi gassosi che a contatto con l’aria creano una “fontana ardente”. Il “vulcano”, alto un paio di metri, è attivo fin dal XV secolo.

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→ La cascata dell’Acquacheta. Il fiume, affluente del Montone, compie un salto di oltre 70 metri.

↙ Firenze. La statua di Dante in piazza Santa Croce.

La segnaletica è costituita da adesivi tondi, rossi, con il profilo di Dante e la sigla “CD”; nei boschi sono state posizionate frecce di legno o, sugli alberi, dei tondi rossi in vernice con la scritta “CD” in bianco.

La cascata dell’Acquacheta

La sesta tappa del Cammino, da Marradi a San Benedetto in Alpe, è una delle più impegnative di tutto il percorso, con lunghe e ripide salite sui sentieri appenninici al confine tra Romagna e Toscana. Al suo interno, però, nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi si trova uno dei punti più spettacolari e memorabili dell’intero tracciato: la splendida cascata dell’Acquacheta, creata dall’omonimo corso d’acqua affluente del fiume Montone, che in questo punto compie un salto di oltre 70 metri.

L’immagine simbolo del Cammino è l’inconfondibile profilo del Sommo Poeta con la veste rossa, il berretto frigio e la corona di alloro sul capo, inserito in un bollo circolare a fondo bianco.

CREDENZIALE

È possibile richiedere la credenziale del Cammino sul sito www.ilcamminodidante.it, per poi farsela spedire o passare a ritirarla presso l’ufficio Iat di Ravenna in piazza San Francesco 7. A coloro che abbiano completato l’intero percorso e che siano in grado di recitare almeno due terzine della Divina Commedia davanti alla tomba di Dante a Ravenna, viene conferita la Dantesca: una pergamena nominativa che attesta il compimento del Cammino. Per riceverla è necessario scrivere una mail qualche giorno prima dell’arrivo a Ravenna a ilcamminodidante@yahoo.it.

Uno spettacolo naturale ben conosciuto da Dante, che passò per questi luoghi durante il suo esilio da Firenze, tra la primavera del 1302 e quella del 1303, trovando rifugio nel vicino eremo dei Romiti, sopraelevato su una piana a 250 metri dalla cascata. Tanto da descrivere la cascata che “rimbomba là sovra San Benedetto de l’Alpe” nel canto XVI dell’Inferno, dove paragona il fragore delle acque al frastuono del Flegetonte, il fiume di fuoco che scorre nell’Ade e ne rappresenta la parte più tenebrosa.

39 I L C A mm I no d I dA nte

Un coast to coast nell’entroterra siciliano alla scoperta di bellezze artistiche e naturali, tra storia e architettura normanna

La Magna Via Francigena

Il nome non deve trarre in inganno: quello della Magna Via Francigena non è un percorso alternativo al grande Cammino di pellegrinaggio diretto a Roma (e, più oltre, alle coste pugliesi per l’imbarco alla volta della Terra Santa). Il termine Francigena, in questo caso, ha una diversa origine e si deve al fatto che le vie storiche della Sicilia, un tempo sotto controllo romano, passarono nel tempo di mano in mano fino a diventare il

cardine del sistema di viabilità normanno. L’espressione via francigena (attestata in una donazione in greco del 1096 come uno dei confini lungo cui correva la diocesi normanna di Messina) sottolineava quindi il potere di controllo, amministrativo e politico, esercitato dai franchi. La Magna Via Francigena percorre dunque più di 190 chilometri tra Palermo e Agrigento, attraversando tutta la REGIONI

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Partenza Arrivo
Sicilia
Giancaxio
Grotte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 CAMMARATA / SAN GIOVANNI GEMINI 678 m
528 m
968 m
547 m PALERMO 14 m
Santa
Cristina Gela Palermo Prizzi Corleone Castronovo di
Cammaratai Sutera Joppolo
Agrigento
GROTTE
PRIZZI
CORLEONE
230 m
tirreno
AGRIGENTO
mar
mar mediterraneo
ISOLE TAPPE 9 KM 190
m 5.193 m
Sicilia DISLIVELLO 5.488

Sicilia da un mare all’altro, in 9 tappe, lungo strade asfaltate a bassa percorrenza e soprattutto su sterrate e regie trazzere (antiche vie di comunicazione che collegano i centri maggiori con gli innumerevoli borghi dell’entroterra).

Un percorso ricco di innumerevoli suggestioni, alla scoperta di una Sicilia pressoché sconosciuta e talvolta sorprendente. Dalla Palermo arabo-normanna, con le ricche chiese bizantine e arabeggianti, nella prima tappa si supera la Conca d’Oro – la valle di giardini che un tempo circondava la capitale, oggi purtroppo soffocata dal cemento – per giungere a Monreale con il suo duomo ricamato d’oro e mosaici, e ad Altofonte, parco da caccia dei

normanni. Superata la linea di colline si cambia cultura e si incontrano i discendenti delle genti greco albanesi, fuggite nel

XV secolo all’avanzata ottomana: le comunità arbëreshë di Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela, con la loro isola linguistica, miscuglio di culture e di popoli, e con eccellenze gastronomiche come i tradizionali cannoli alla ricotta. La seconda tappa porta nell’entroterra, nella Corleone dalle molteplici facce: città delle cento chiese, delle due cascate nel centro urbano, del miliario romano, dell’impegno sociale e del Cidma, il centro documentale sulla mafia e sull’antimafia, luogo custode degli atti del maxi processo voluto dai giudici Falcone e Borsellino.

Treno andata: stazione Fs di Palermo Centrale. Treno ritorno: stazione Fs di Agrigento Centrale.

Bus andata: linee per Palermo di Autoservizi Cuffaro dal resto della Sicilia e Flixbus dalle principali città italiane. Bus ritorno: da Agrigento linee Autoservizi Cuffaro con il resto della Sicilia e Flixbus con le principali città italiane.

Aereo andata: l’aeroporto Falcone e Borsellino si trova a circa 35 chilometri da Palermo ed è connesso con la città tramite un treno locale.

Aereo ritorno: l’aeroporto di Catania Fontanarossa è collegato direttamente ad Agrigento con bus delle linee Sais Trasporti.

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↑ Tra Santa Cristina Gela e Corleone, il Cammino si snoda lungo le regie trazzere.

Lasciata la valle del Belìce si entra poi nella zona dei Sicani, tra Prizzi, Castronovo, cuore della via, Cammarata e San Giovanni Gemini, dove la tradizione dell’ospitalità cammina di pari passo con la restanza, la voglia dei giovani di non mollare, di rimanere e provare a cambiare il contesto, che ben si sposa con il motto delle Vie Francigene di Sicilia: mettici manu, sporcati, impegnati, sogna.

La sesta e settima tappa vedono l’attraversamento del fiume Platani per un’incursione nel territorio nisseno, da Acquaviva Platani a Sutera, da Campofranco a Milena: luoghi iconici del Cammino, paesaggi agresti e pastorali con campi a perdita d’occhio che evocano le colline toscane e atmosfere irlandesi.

La tappa successiva porta invece nella

terra degli scrittori: nella Racalmuto di Sciascia e nell’agrigentino delle miniere di Comitini, Grotte e Aragona, terre delle zolfare narrate da Pirandello e degli umili descritti nei romanzi di Camilleri. Questo memorabile viaggio da mare a mare si conclude con il passaggio da Joppolo, ospitale borgo agricolo dove la serata si arricchisce dell’incontro con le persone del posto e con la loro tradizione di accoglienza. Fino all’emozionante arrivo alla rocca di Agrigento, con la vista della costa e l’imperdibile Valle dei Templi.

per approfondire: La Magna Via Francigena. Sicilia a piedi da mare a mare di Davide Comunale, Terre di mezzo Editore.

Il logo del percorso somma le suggestioni dello stile architettonico chiaramontano e della storia siciliana del XII-XIII secolo. In esso è richiamata la particolare modanatura degli archi a sesto acuto di molti edifici storici; l’immagine di una bifora si trasforma in capolettera, unendo l’antico al moderno.

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Monreale. Il Cristo Pantocratore nella cattedrale di
Maria
↑ Palermo. La fontana Pretoria.
Sutera. →
Santa
Nuova.

L’EREMO DI SANTA ROSALIA Tra la quinta e la sesta tappa è possibile percorrere una variante che in due ulteriori giornate di cammino connette la Magna Via con il punto d’arrivo dell’Itinerarium Rosaliae: l’eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, immerso nei boschi della Riserva naturale di Monte Cammarata, tra pini d’Aleppo e faggete.

CREDENZIALE

La credenziale per la Magna Via Francigena viene rilasciata dall’associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia e consente di accedere alle strutture, convenzionate con l’associazione, disposte ad accogliere i pellegrini; si può richiedere compilando un modulo sul sito ufficiale. Il Testimonium spetta a chi giunga ad Agrigento o a Palermo avendo percorso almeno 100 chilometri a piedi o 130 chilometri in bici e viene rilasciato presso l’Ufficio del Pellegrino e la parrocchia di Santa Maria dei Greci, ad Agrigento; in alternativa è possibile riceverlo per posta, scrivendo a magnaviafrancigena@gmail.com.

Alla scoperta delle robbe

La settima tappa, da Sutera a Grotte attraverso le province di Caltanissetta e Agrigento, è un vero e proprio concentrato di punti di interesse. A partire dal guado del fiume Gallo d’Oro, lungo il quale è anche possibile ammirare lo storico ponte di Campofranco, la cui struttura seicentesca poggiava su preesistenti basi medievali che lasciano presupporre origini ancora più antiche, probabilmente romane; restaurato più volte dopo varie alluvioni, nel luglio del 1980 è però crollato, lasciando visibili solo le spalle del ponte da una parte e dall’altra del fiume. Altro punto forte della tappa è Milena, una delle zone archeologicamente più importanti del percorso nonché terra di robbe: piccoli nuclei abitativi contadini costruiti in passato lungo le regie trazzere, che ora rivivono qui come polo museale diffuso. Il lungo percorso della giornata offre anche il passaggio da Racalmuto, paese di miniere, di sacrifici e di impegno civile: come testimonia uno dei suoi figli più illustri, Leonardo Sciascia, che qui nacque, crebbe e lavorò come maestro.

La Via è tracciata con la segnaletica

convenzionale europea (palette e frecce biancorosse) accompagnata dall’immagine dei caratteristici viandanti delle Vie Francigene di Sicilia, in colore verde.

151 L A mAG n A V IA Fr A n CIG en A

Il Grande giro del Garda

Un appassionante trekking che ripercorre l’intero perimetro del più grande lago d’Italia, a cavallo tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige

REGIONI

Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige

DISLIVELLO

5.088 m 5.088 m

Tra tutti i grandi laghi alpini, il Garda è un mondo a sé. Non solo per le dimensioni, che ne fanno il più esteso lago d’Italia, ma anche per un mix irripetibile di molti altri fattori: il clima mite e le numerose spiagge che in molti tratti gli conferiscono un’atmosfera più marinara che lacustre; le tre diverse regioni che vi si affacciano, ciascuna dotata di proprie peculiari caratteristiche; il patrimonio artistico e gli importanti siti

archeologici; i personaggi illustri che vi hanno soggiornato; le cime montane che lo circondano senza opprimerlo. Tutti elementi che si ritrovano nei cammini che attraversano queste zone: a partire dall’itinerario A piedi per i santuari del lago di Garda, che collega i principali punti di riferimento religioso, fino al più recente Grande giro del Garda, un cammino ad anello di 190 chilometri e 12 tappe che

152 Garda
di Brenzone Navene
del Garda Limone sul Garda Campione del Garda Gargnano Gardone Riviera Manerba del Garda Desenzano del Garda Sirmione Peschiera del Garda Partenza / Arrivo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 GARGNANO 69 m CIMA MUGHERA 1.152 m NAVENE 71 m PESCHIERA DEL GARDA 68 m MANERBA DEL GARDA 129 m Lago di Garda PESCHIERA DEL GARDA 68 m
Castelletto
Riva
NORD TAPPE 12 KM 190

compie, in senso antiorario, l’intero periplo del grande specchio d’acqua. Proprio perché circolare, questo percorso può essere iniziato da qualsiasi punto, anche se la soluzione più comoda è in genere quella di mettersi in cammino da Peschiera del Garda, facilmente raggiungibile con vari mezzi. La prima parte si svolge in pianura, percorrendo soprattutto tratti di lungolago e spiagge intercalate da canneti, incontrando i porticcioli di alcuni pittoreschi centri costieri come Lazise, Bardolino, Garda. Uno scenario che si trasforma nelle due tappe seguenti, prettamente collinari, che si snodano tra faggete e ampi uliveti; il saliscendi è privo di dislivelli impegnativi e può essere un utile rodaggio per le più dure salite dei tratti successivi. Dopo Navene

infatti, entrati in territorio trentino, il bacino lacustre presenta il suo punto più stretto: con l’eccezione del lungolago tra Torbole e Riva del Garda, i monti circostanti si tuffano quasi a picco nell’acqua, costringendo la strada statale in lunghe e strette gallerie. Per evitare questo tratto pericoloso per i camminatori, il percorso si distacca dal bordo lago e sale per sentieri e mulattiere, attraversando boschi di conifere e regalando eccezionali viste panoramiche insieme alla possibilità di visitare fortificazioni della Grande guerra, marmitte glaciali, musei, chiese e bastioni.

Con l’ingresso in Lombardia i saliscendi si fanno meno ripidi; da Limone sul Garda, con le sue

Treno: stazione Fs di Peschiera del Garda.

Bus: autobus Atv, linea 164 Verona-Peschiera del Garda.

↓ Monte Brione. All’estremità settentrionale del lago, offre uno splendido panorama sullo specchio d’acqua.

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→ Sirmione.

Sull’estremità della penisola si trovano le grotte di Catullo, resti di un’antica villa romana.

splendide limonaie, si transita per Tremosine e le sue terrazze panoramiche, ci si addentra nella gola del torrente San Michele, si attraversa Campione del Garda e si sale sul monte Cas, con il suo stupendo santuario di Montecastello, per scendere poi a Gargnano, terra della famiglia Feltrinelli che qui ha iniziato a costruire la sua fortuna. Le tappe successive conducono a Gardone Riviera, reso celebre da Gabriele D’Annunzio con il Vittoriale degli italiani, la sua dimora-museo, per poi rientrare in territorio veronese; Salò, la rocca di Manerba, le spiagge di Padenghe, il porticciolo di Moniga, le città di Desenzano e Sirmione sono i punti principali toccati dall’itinerario insieme a numerosi castelli, siti archeologici, oltre a invitanti terme dove concedersi una pausa di relax.

Il particolare microclima del lago di Garda, mite e temperato, permette di effettuare il Cammino in qualsiasi stagione: i periodi più consigliati sono l’autunno e la primavera, mentre è preferibile evitare i mesi estivi per il notevole affollamento (e i conseguenti prezzi più elevati) delle varie località. L’intero percorso è ben servito dai mezzi pubblici, il che consente anche di ritagliarsi percorsi su misura, magari distribuiti in più weekend, sfruttando i numerosi autobus e la rete dei battelli.

per approfondire: Il Grande giro del Garda di Giorgio Barchiesi, Terre di mezzo Editore.

ANTICHITÀ

VISTA

LAGO All’estremo settentrionale della suggestiva penisola di Sirmione si trovano le grotte di Catullo, estese e affascinanti rovine di un’antica villa di epoca romana (I secolo a.C-II secolo d.C.) che occupa un’area di circa due ettari ed è circondata da uno storico uliveto composto da oltre 1.500 piante.

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→ Toscolano Maderno. La valle delle Cartiere, con il museo della Carta.

↙ Malcesine. Il delizioso borgo è dominato da un castello scaligero.

Non esiste una segnaletica specifica. Per orientarsi è necessario utilizzare la segnaletica Cai/Sat quando si cammina per sentieri, e la segnaletica stradale e la toponomastica delle vie lungo le strade e nelle zone urbane.

Le cartiere di Toscolano Maderno

Il percorso dell’ottava tappa passa attraverso la valle delle Cartiere, così chiamata perché proprio in questo luogo, a partire dal Trecento, una serie di piccole manifatture iniziarono a produrre carta sfruttando l’acqua del torrente Toscolano come materia prima e forza motrice. L’attività trovò progressivo impulso tra il XV e il XVI secolo, sotto la Repubblica di Venezia, grazie alla crescente domanda di carta. Dopo una pesante battuta d’arresto dovuta alla peste del 1630, la produzione riprese, fiorente, fino alla fine del Settecento,

IL PERCORSO DALL’ALTO Da Malcesine, una breve deviazione consente di raggiungere senza fatica uno straordinario punto panoramico. La funivia Malcesine-Monte Baldo permette infatti di superare i 1.700 metri di dislivello che separano dalla Colma di Malcesine, sulla dorsale del Baldo, offrendo una spettacolare visuale sull’intero lago.

CREDENZIALE

Realizzata su iniziativa dell’associazione Le Vie del Benaco, la credenziale del Cammino è stata progettata dall’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia ed è stampata da Toscolano Paper, su carta fatta a mano con canapa, lino e cotone, come nel XIV secolo, quando Toscolano Maderno ospitava numerosi opifici e riforniva di carta i dogi di Venezia. La credenziale e l’attestato di fine Cammino possono essere richiesti direttamente all’associazione (informazioni sul sito www.leviedelbenaco.it).

quando a partire dalla sconfitta definitiva della Serenissima da parte di Napoleone iniziò il declino. L’attività si spostò prima in aree limitrofe, poi sulle rive del lago, infine chiuse negli anni Sessanta del secolo scorso, vinta dalla concorrenza di altri impianti industriali più grandi e moderni. A Maina Inferiore, all’interno dell’ultimo edificio industriale della valle a cessare l’attività nel 1962 (considerato oggi uno dei siti di archeologia industriale più importanti del Nord Italia), è stato realizzato un interessante museo della Carta.

155 I L Gr A nde GI ro de L G A rdA

Verso la Finisterre d’Italia attraversando borghi ricchi di storia e tradizioni, accompagnati dallo splendido mare del sud della Puglia

Il Cammino del Salento

Arrivare dove non è più possibile andare oltre. Dove la terra finisce e ci si trova davanti solo il mare, al di là del quale si aprono altri mondi: è questo uno dei momenti più emozionanti che un camminatore può vivere, il segno tangibile di un percorso compiuto. La Finisterre d’Italia – e del sud dell’Europa – è facile da individuare anche a un veloce sguardo sull’atlante: il limite estremo del “tacco”, nel punto più

meridionale della Puglia, dove si trova Santa Maria di Leuca con la basilica-santuario di Santa Maria de Finibus Terrae, affacciata sul mare dove si incontrano le acque dello Ionio e quelle dell’Adriatico. È questa la meta finale del Cammino del Salento, itinerario che parte dallo splendido centro storico della città di Lecce e percorre l’estrema propaggine sud orientale del territorio italiano, offrendo nella prima parte

REGIONI Puglia

DISLIVELLO

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Foca
d’Otranto Sternatia Otranto
Lecce San
Corigliano
Santa Cesarea Terme Marina Serra
Partenza Arrivo 1 2 1 2 3 4 5 6
Adriatico
Ionio
Santa Maria di Leuca
mare
mare Adriatico mare
76 m
STERNATIA
100 m
15 m
CORIGLIANO D’OTRANTO
OTRANTO
22 m
69 m
49 m
SANTA
CESAREA TERME
MARINA SERRA
LECCE
DI
47 m
SANTA MARIA
LEUCA
SUD TAPPE 6 KM 130
1.020 m 1.004 m

dell’itinerario due differenti possibilità. La prima è quella della Via dei Borghi, ricchissima dal punto di vista culturale e artistico, lunga poco più di 130 chilometri suddivisi in 6 tappe; l’itinerario si snoda per i primi 3 giorni nell’entroterra, su strade vicinali di campagna tra muretti a secco e uliveti, passando per località ricche di tradizioni come Sternatia (termine della prima tappa), Galatina, Corigliano d’Otranto (seconda tappa), Melpignano, Giurdignano, fino ad affacciarsi sul mare, al termine del terzo giorno di cammino, nella bellissima Otranto

La seconda alternativa di itinerario del Cammino del Salento si chiama invece Via del Mare ed è leggermente più breve: circa 115 chilometri totali, per 5 tappe

complessive. In questo caso il tracciato da Lecce punta direttamente alla costa adriatica, che si segue per le prime due tappe; in alcuni tratti si cammina sulla spiaggia, in altri si attraversano pinete di pini di Aleppo, sempre immersi in panorami naturali straordinari. Il primo incontro con la costa è all’altezza della Riserva naturale delle Cesine; da qui si prosegue per San Foca, punto di arrivo della prima giornata; si continua poi tra spiagge, pinete, acque cristalline e spettacolari faraglioni (celebri quelli di Sant’Andrea, presso Torre dell’Orso) fino a Otranto. È qui che la Via dei Borghi e la Via del Mare si ricongiungono per le 3 tappe

Treno andata: stazione Fs di Lecce.

Treno ritorno: autobus delle linee Stp Lecce da Santa Maria di Leuca per Lecce; da qui collegamenti ferroviari con le principali città.

Bus andata: linee Flixbus per Lecce dalle principali località italiane.

Bus ritorno: autobus delle linee Stp Lecce da Santa Maria di Leuca per Lecce; da qui linee Flixbus per le principali città.

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↑ Santa Cesarea Terme. Tra le abitazioni spicca villa Sticchi, in stile moresco.

conclusive, non prima di una visita a una delle cittadine più belle della regione il cui borgo antico – oltre a essere stato inserito nel club dei Borghi più belli d’Italia – è stato anche riconosciuto come patrimonio culturale dell’Unesco.

Proseguendo nell’itinerario, la giornata di cammino tra Otranto e Santa Cesarea Terme consiste in un trekking costiero che porta a raggiungere luoghi affascinanti e molto diversi tra loro: la torre del Serpe, la masseria Orte, il laghetto ex cava di bauxite, il faro di Punta Palascìa (che segna il punto più a est dell’Italia), torre Sant’Emiliano, Porto Badisco, fino a Santa Cesarea. La penultima tappa, immersa nella natura, è caratterizzata da qualche tratto un po’ meno agevole: da Castro Marina, infatti, per alcuni

chilometri si prosegue direttamente sulla scogliera; in ogni caso, se il peso dello zaino rendesse il percorso troppo difficoltoso, è possibile spostarsi sulla parallela strada asfaltata. La giornata si conclude a Marina Serra, famosa per la sua bellissima piscina naturale. Da qui mancano solo 22 chilometri lungo un percorso a bordo mare, tra grotte e falesie, per l’arrivo alla meta finale del Cammino: i 284 gradini della scalinata monumentale di Santa Maria di Leuca, che conducono al grande piazzale antistante la cattedrale.

per approfondire: www.camminodelsalento.it.

IL TARANTISMO

Galatina, sulla Via dei Borghi, celebra la sua spettacolare festa patronale il 29 luglio. Qui è possibile assistere alla rievocazione storica dell’antico rito del tarantismo, in cui le cosiddette “tarantate” venivano portate a bere l’acqua del pozzo della cappella di San Paolo per trovare la guarigione.

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↑ Torre dell’Orso. Gli scogli delle Due Sorelle. ↗ Punta Palascia, il faro più a est d’Italia. → Otranto. Una piazzetta con la torre campanaria del XII secolo.

MARE & TERME Santa Cesarea Terme si sviluppa su una scogliera a picco sul mare, con scalette che collegano la parte bassa della città a quella più alta; qui si trova la chiesa madre del Sacro Cuore e una serie di belle ville e palazzine in stile liberty. La parte bassa, invece, è caratterizzata da apprezzati stabilimenti termali.

CREDENZIALE

Il Passaporto del Pellegrino dà diritto a sconti nelle strutture convenzionate e all’accesso gratuito sul sentiero della grotta della Poesia; il documento viene fornito insieme a un elenco di informazioni, oltre a una calamita ricordo e a un santino della Madonna Maris Stella. Può essere acquistato online sul sito ufficiale, oppure con ritiro a Lecce presso l’ostello Lobby Collective Hostel.

Cucina, storia e mito

Nella tappa da Otranto a Santa Cesarea Terme l’itinerario attraversa Porto Badisco, antico borgo di pescatori affacciato su una baia spettacolare. Tra gli elementi che rendono celebre questa località ci sono i ricci di mare, venduti sui banchetti dai pescatori e nelle trattorie tipiche, considerati un’eccellenza assoluta. Ma questo minuscolo paese vanta anche preziose testimonianze della sua lunghissima storia: qui, infatti, è stata effettuata una delle scoperte archeologiche più importanti di tutta Europa. Si tratta della grotta dei Cervi, una serie di caverne e cunicoli sotterranei risalenti al Neolitico le cui pitture sulle pareti sono tra le più suggestive mai ritrovate. La grotta non è visitabile per evitare di modificare le particolari condizioni climatiche presenti al suo interno, ma nello storico bar Da Carlo si possono vedere varie foto dell’interno della grotta realizzate dai primi scopritori negli anni Settanta. Senza contare l’elemento mitologico: secondo quanto racconta Virgilio nell’Eneide questo fu il primo approdo di Enea, dove l’eroe avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia.

Il Cammino è identificato da una segnaletica a basso impatto ambientale, composta da adesivi e frecce di color arancio realizzate a mano, oltre che da cartelli in legno con il simbolo e/o l’indicazione “CdS”

259 I L C A mm I no de L S AL ento
®

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