Catalina González
Un amico tira l’altro

Illustrazioni di Toni Galmés
Traduzione di Luigi Cojazzi




Illustrazioni di Toni Galmés
Traduzione di Luigi Cojazzi
O li vide cadere il primo fiocco, bianco e soffice come la sua coda. Capì allora che era l’inizio di ciò che lei e i suoi fratelli, Tom e Lena, attendevano da tanto tempo.
Tuttavia non disse nulla e rimase tranquilla accanto alla finestra. Era ancora molto presto e a casa Mirtillo dormivano tutti. I barattoli di rosmarino, camomilla, lavanda e timo sprigionavano delicate fragranze dagli scaffali, e nel camino ardevano ancora un po’ di braci che riscaldavano l’aria. Oli si accorse di quanto le piacesse starsene lì da sola con Orecchiotta, a contemplare il risveglio della valle.
La quiete, però, non durò a lungo.
“Olivia Mirtillo! Si può sapere cosa ci fai in piedi a quest’ora?”
Oli si girò e vide sua madre che la osservava dalla porta con espressione stupita. Le rispose con un gran sorriso. Sapeva di avere una notizia troppo straordinaria perché mamma si arrabbiasse.
“Nevica.”
Con gli occhi che brillavano, Mirna si precipitò alla finestra accanto alla figlia. In quel momento la somiglianza tra loro divenne ancora più evidente: avevano entrambe il manto di un caldo color nocciola, sebbene quello di Oli fosse più screziato.
“Nevica”, sussurrò Mirna emozionata. “Anche quando siamo arrivati nella valle, quasi un anno fa, nevicava.”
Guardò la figlia con dolcezza. Oli si accoccolò trepidante, pronta a rivivere insieme a lei quel ricordo.
Ne avevano parlato mille volte con il resto della
famiglia, ma sarebbe stato meraviglioso rievocarlo sola con sua madre, mentre gli altri ancora dormivano.
“Nevica!”
L’urlo entusiasta di Tom, accompagnato dal tamburellare delle sue agili zampette sulle scale, infranse le speranze di Oli. In compenso la cucina si riempì di brio ed energia.
“Perché non mi avete svegliato?” esclamò il fratello, facendosi spazio accanto a loro. “È da molto che nevica? I fiocchi sono grandi! Sono grandi, vero, mamma? Per quanto tempo nevicherà? Si coprirà tutto di bianco?”
Tom sparava domande a raffica con il nasino schiacciato contro il vetro gelido. Fuori un leggero strato di neve cominciava ad accumularsi sui rami della grande quercia che ospitava la loro casa. In lontananza, la valle spolverata di bianco assumeva un aspetto misterioso. Lo sguardo di Tom si trattenne sul vecchio ceppo di frassino e le sue orecchie si drizzarono di colpo.
“Devo andare da Alex! Forse ancora non sa della neve!”
Stava per balzare giù dalla panca e scappare via, ma la madre lo trattenne con fermezza.
“Tom, è ancora troppo presto per andare a casa della gente.”
Quasi a contraddirla, proprio in quel momento suonò il campanello della porta d’ingresso.
“Accipicchia!” esclamò Mirna. “Chi sarà così di buon’ora?”
“Vado io!” disse una voce profonda e assonnata proveniente dalla scala che portava alle camere da letto.
Il signor Mirtillo passò davanti alla porta della cucina avvolto nella sua vestaglia blu, con gli occhi ancora socchiusi. Tutti sapevano quanto gli piacesse dormire, ma con quel baccano era impossibile rimanere a letto.
Oli e Tom tesero le orecchie per capire chi fosse.
“Lena?” sentirono dire al padre, giù al piano di sotto. “Da dove vieni?”
Oli e Tom si scambiarono uno sguardo perplesso. Erano convinti che loro sorella Lena stesse ancora dormendo sotto le coperte del suo letto, ma nessuno dei due aveva controllato prima di scende-
re. In un lampo uscirono dalla cucina e schizzarono di sotto seguiti da Mirna, pronti a scoprire cosa fosse successo.
Trovarono il signor Mirtillo e Lena nell’ ingresso, con la porta ancora aperta. Loro sorella, con il pelo umido e il respiro affannato per la corsa, stava mostrando al padre un fiocco di neve appena afferrato.
“Sapevi che i fiocchi sono fatti di stelle di ghiaccio? E che ogni stella ha una forma diversa?”
Il signor Mirtillo, ancora mezzo addormentato, scosse la testa e si chinò per guardare meglio, ma invece del fiocco vide solo qualche goccia d’acqua.
“Fa troppo caldo in casa!” si lamentò Lena, girandosi per uscire di nuovo.
“Ferma lì, signorina!” Il padre l’afferrò per il cappuccio e richiuse con dolcezza la porta. “Direi che per ora hai avuto neve a sufficienza.”
“Dopo avrete tutto il tempo per guardare i fiocchi”, disse la madre, sospingendoli delicatamente
verso le scale. “Prima questa famiglia deve fare una colazione come si deve.”
Li osservò pensierosa mentre salivano. Oli era la più piccola dei tre, benché al momento della nascita fosse la più grande. Tom cercava di salire i gradini due alla volta. Lena era ancora bagnata fradicia dall’escursione. I tre gemelli stavano crescendo in fretta, ma avevano ancora molto da imparare.
Mentre Mirna prendeva un telo per asciugare bene Lena, il signor Mirtillo mise su l’acqua per il
tè e iniziò a preparare la colazione. Era di ottimo umore e apriva e chiudeva gli armadietti a raffica, facendo un po’ di baccano. Tirò fuori il miele, il burro e ciò che restava della torta ai semi di papavero. Tom e Oli prepararono le tazze, i piatti, le posate e i tovaglioli, poi si sedettero sulla panca sotto la finestra. Da lì osservarono il padre che prendeva uno dei suoi barattoli di marmellata fatta in casa.
“Io e mamma stavamo parlando di quando siamo arrivati nella valle”, disse Oli.
“È passato quasi un anno!” esclamò Tom. “Vi ricordate che lunga camminata da Pietre Bianche?”
Lena farfugliò qualcosa ma nessuno la capì, perché la madre la stava strofinando così vigorosamente con l’asciugamano che si vedevano spuntare solo le orecchie.
“Siamo partiti tutti insieme, perché io potessi iniziare a lavorare al giornale!” disse il padre con aria fiera, mentre metteva a tostare alcune grosse fette di pane.
Lena riuscì finalmente a sporgere il muso.
“Tom però non voleva venire!”
Il signor Mirtillo scoppiò a ridere.
“Hai ragione, Tom non era affatto convinto di questo trasloco.”
“E vi ricordate quando siamo arrivati in casa?”
intervenne Oli, coprendosi gli occhi in modo teatrale.
“Ce lo ricordiamo eccome!” risposero gli altri in coro.
“Quasi un anno fa!” sospirò Mirna, guardandosi intorno. “E sembra passata una vita.”
Oli, Tom e Lena annuirono e si sistemarono sulla panca. Era piacevole starsene lì, con il fuoco acceso e la neve che cadeva sempre più fitta oltre i
vetri, mentre i ricordi andavano e venivano, come se tutto stesse accadendo di nuovo davanti ai loro occhi…