Unitrè Arquata Grondona - Corso Divina Commedia - PurgATORIO - XVII

Page 1

PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO

• • •


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO Ricorditi, lettor, se mai ne l’alpe ti colse nebbia per la qual vedessi non altrimenti che per pelle talpe,3

Ricorda, lettore, se mai ti ha sorpreso la nebbia in montagna così da non farti vedere nulla come una talpa con gli occhi coperti dalla pelle,

come, quando i vapori umidi e spessi a diradar cominciansi, la spera del sol debilemente entra per essi;6

ricorda come il sole penetra debolmente attraverso i vapori umidi e spessi quando questi iniziano a diradarsi;

e fia la tua imagine leggera in giugnere a veder com’io rividi lo sole in pria, che già nel corcar era.9

e la tua immaginazione potrà facilmente comprendere come io rividi all'inizio il sole, che era ormai vicino al tramonto.

Sì, pareggiando i miei co’ passi fidi del mio maestro, usci’ fuor di tal nube ai raggi morti già ne’ bassi lidi.12

Per modo che, conformando i miei ai passi fidati del mio maestro (la cui sagoma ormai doveva cominciare a travedersi), uscii dal banco di nebbia agli ultimi raggi del sole, morti già ne’ bassi lidi (che, insomma, contro la base del monte eran già spenti).


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO O imaginativa che ne rube talvolta sì di fuor, ch’om non s’accorge perché dintorno suonin mille tube, 15

O immaginazione, che talvolta ci estrani da quello che ci accade intorno al punto che uno non si accorge neppure che suonano mille trombe,

chi move te, se ‘l senso non ti porge? Moveti lume che nel ciel s’informa, per sé o per voler che giù lo scorge. 18

chi ti genera se non trai origine da una sensazione? Ti genera una luce che nasce nel Cielo, di per sé o per la volontà divina che la porta verso la Terra.

De l’empiezza di lei che mutò forma ne l’uccel ch’a cantar più si diletta, ne l’imagine mia apparve l’orma; 21

Nella mia immaginazione apparve la figura di colei (Progne), empia, che si trasformò nell'uccello che più si diletta a cantare (usignolo);

e qui fu la mia mente sì ristretta dentro da sé, che di fuor non venìa cosa che fosse allor da lei ricetta. 24

e qui la mia mente si concentrò a tal punto che dall'esterno non proveniva nulla che fosse in grado di distogliermi.


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO Poi piovve dentro a l’alta fantasia un crucifisso, dispettoso e fero ne la sua vista, e cotal si moria;27

Poi nella mia profonda fantasia vidi un uomo crocifisso (Aman), con aspetto pieno di amaro disdegno, che moriva in questo modo;

intorno ad esso era il grande Assüero, Estèr sua sposa e ’l giusto Mardoceo, che fu al dire e al far così intero.30

intorno a lui c'era il grande re Assuero, sua moglie Ester e il giusto Mardocheo, che fu così integro nelle parole e nelle azioni.

E come questa imagine rompeo sé per sé stessa, a guisa d’una bulla cui manca l’acqua sotto qual si feo,33

E non appena questa immagine svanì di per sé stessa, come una bolla che viene meno perché sotto di essa non c'è più acqua,

surse in mia visïone una fanciulla piangendo forte, e dicea: "O regina, perché per ira hai voluto esser nulla?36

apparve nella mia mente una fanciulla che piangeva disperata, e diceva: «O regina (Amata), perché a causa della tua ira hai voluto distruggerti?


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO Ancisa t’ hai per non perder Lavina; or m’ hai perduta! Io son essa che lutto, madre, a la tua pria ch’a l’altrui ruina".39

Ti sei suicidata per non perdere Lavinia; ora mi hai davvero perduta! Io sono qui che mi addoloro, madre, per la tua rovina prima che per quella di altri».

Come si frange il sonno ove di butto nova luce percuote il viso chiuso, che fratto guizza pria che muoia tutto;42

Come il sonno si interrompe, quando d'improvviso una luce colpisce gli occhi chiusi, così che esso scompare gradualmente poco alla volta;

così la mia immaginazione cessò non così l’imaginar mio cadde giuso appena il viso fu colpito da una luce, tosto che lume il volto mi percosse, maggior assai che quel ch’è in nostro uso.45 assai più intensa di quella cui siamo abituati. I’ mi volgea per veder ov’io fosse, quando una voce disse "Qui si monta", che da ogne altro intento mi rimosse;48

Io mi giravo per vedere dove mi trovavo, quando una voce disse: «Qui si sale» ed essa mi distolse da ogni altro intento;


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO e fece la mia voglia tanto pronta e mi riempì di un tale desiderio di di riguardar chi era che parlava, guardare chi stesse parlando, che non si che mai non posa, se non si raffronta.51 sarebbe mai quietato senza soddisfarlo. Ma come al sol che nostra vista grava e per soverchio sua figura vela, così la mia virtù quivi mancava.54

Ma la mia facoltà visiva era insufficiente a questo, come lo sarebbe a guardare il sole che abbaglia i nostri occhi e non ci permette di vederlo per troppa luminosità.

"Questo è divino spirito, che ne la via da ir sù ne drizza sanza prego, e col suo lume sé medesmo cela.57

«Questo è uno spirito divino (un angelo), che senza bisogno di pregarlo ci indirizza sulla via per salire e col suo fulgore cela il proprio aspetto.

Sì fa con noi, come l’uom si fa sego; ché quale aspetta prego e l’uopo vede, malignamente già si mette al nego.60

Si comporta con noi come l'uomo fa con sé stesso; infatti, chi vede il bisogno e aspetta di essere pregato, si prepara malignamente a negare il suo aiuto.


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO Or accordiamo a tanto invito il piede; Ora affrettiamoci a raccogliere il suo procacciam di salir pria che s’abbui, invito; cerchiamo di salire prima che ché poi non si poria, se ’l dì non riede".63 faccia buio, poiché dopo sarebbe impossibile prima che il giorno ritorni». Così disse il mio duca, e io con lui volgemmo i nostri passi ad una scala; e tosto ch’io al primo grado fui,66

Così disse il mio maestro, e insieme a lui volsi i miei passi a una scala; e non appena fui sul primo gradino,

senti’ mi presso quasi un muover d’ala e ventarmi nel viso e dir: ’Beati pacifici, che son sanz’ira mala!’.69

sentii vicino al viso un battito d'ali e un soffio di vento, mentre una voce diceva: 'Beati i mansueti, che sono privi di ira malvagia!'.

Già eran sovra noi tanto levati li ultimi raggi che la notte segue, che le stelle apparivan da più lati.72

Gli ultimi raggi del sole che è seguito dalla notte erano tanto alti sopra di noi che le stelle apparivano da molti lati.


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO ’O virtù mia, perché sì ti dilegue?’, fra me stesso dicea, ché mi sentiva la possa de le gambe posta in triegue.75

Io dicevo fra me e me: 'O mia virtù, perché mi abbandoni così?', poiché mi sentivo venir meno la forza delle gambe.

Noi eravam dove più non saliva la scala sù, ed eravamo affissi, pur come nave ch’a la piaggia arriva.78

Noi eravamo là dove la scala non saliva oltre, ed eravamo fermi come una nave giunta all'approdo.

E io attesi un poco, s’io udissi alcuna cosa nel novo girone; poi mi volsi al maestro mio, e dissi:81

Io aspettai un poco, per sentire qualcosa di nuovo in quella Cornice; poi mi rivolsi indietro al mio maestro e dissi:

"Dolce mio padre, dì, quale offensione «Dolce padre mio, dimmi, quale colpa si purga qui nel giro dove semo? si sconta nella Cornice dove ci Se i piè si stanno, non stea tuo sermone".84 troviamo? Se i piedi stanno fermi, non cessi il tuo insegnamento».


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO Ed elli a me: "L’amor del bene, scemo del suo dover, quiritta si ristora; qui si ribatte il mal tardato remo.87

E lui a me: «Qui si espia l'amore del bene, quando è mancante del suo dovere; qui si ribatte il remo che fu troppo lento in vita.

Ma perché più aperto intendi ancora, Ma affinché tu comprenda ancora più volgi la mente a me, e prenderai chiaramente, rivolgi a me la tua alcun buon frutto di nostra dimora".90 attenzione e avrai qualche buon frutto dalla nostra sosta». "Né creator né creatura mai", cominciò el, "figliuol, fu sanza amore, o naturale o d’animo; e tu ’l sai.93

Cominciò: «Né il Creatore (Dio), né alcuna creatura, figliolo, fu mai senza amore, o naturale o d'elezione, e lo sai bene.

Lo naturale è sempre sanza errore, L'amore naturale è sempre corretto, ma l’altro puote errar per malo obietto mentre l'altro può errare perché o per troppo o per poco di vigore.96 rivolto a un oggetto sbagliato, oppure per vigore scarso o eccessivo.


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO Mentre ch’elli è nel primo ben diretto, e ne’ secondi sé stesso misura, esser non può cagion di mal diletto;99

Finché l'amore è diretto verso il primo bene (Dio) ed è equilibrato verso gli altri (i beni terreni), non ci può essere alcun piacere peccaminoso;

ma quando al mal si torce, o con più cura o con men che non dee corre nel bene, contra ’l fattore adovra sua fattura.102

ma quando si indirizza al male o corre al bene con minore o maggiore

sollecitudine di quanto dovrebbe, allora la creatura opera contro il suo Creatore (pecca).

Quinci comprender puoi ch’esser convene Da ciò puoi capire che l'amore necessariamente in voi è causa di ogni amor sementa in voi d’ogne virtute virtù e di ogni azione meritevole di essere e d’ogne operazion che merta pene.105 punita. Or, perché mai non può da la salute amor del suo subietto volger viso, da l’odio proprio son le cose tute;108

Ora, poiché l'amore non può mai agire contro la salvezza del proprio soggetto, le creature sono sicure rispetto all'odio verso sé stesse;


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO e perché intender non si può diviso, e per sé stante, alcuno esser dal primo, da quello odiare ogne effetto è deciso.111

e poiché nessuna creatura può essere separata da Dio né stare per se stessa, è impossibile odiare Dio.

Resta, se dividendo bene stimo, che ’l mal che s’ama è del prossimo; ed esso amor nasce in tre modi in vostro limo.114

Resta, se la mia classificazione è esatta, che l'amore mal diretto vuole il male del prossimo; e questo amore nella vostra natura nasce in tre modi diversi.

È chi, per esser suo vicin soppresso, Vi è chi spera di primeggiare spera eccellenza, e sol per questo brama calpestando il suo vicino, e solo per ch’el sia di sua grandezza in basso messo;117 questo desidera che quello perda la sua grandezza; è chi podere, grazia, onore e fama teme di perder perch’altri sormonti, onde s’attrista sì che ’l contrario ama;120

vi è chi teme di perdere potere, favore, onore e fama se un altro lo supera, per cui si rattrista al punto da desiderare l'opposto;


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO ed è chi per ingiuria par ch’aonti, sì che si fa de la vendetta ghiotto, e tal convien che ’l male altrui impronti.123

e vi è chi sembra adombrarsi per aver ricevuto un'offesa al punto di desiderare la vendetta, e quindi predispone il male altrui.

Questo triforme amor qua giù di sotto si piange: or vo’ che tu de l’altro intende, che corre al ben con ordine corrotto.126

Questo triplice amore è punito nelle Cornici sottostanti; ora voglio che tu pensi all'altro, che corre al bene in modo sbagliato.

Ciascun confusamente un bene apprende nel qual si queti l'animo, e disira; per che di giugner lui ciascun contende.129

Ognuno concepisce in modo confuso un bene supremo, tale da soddisfare l'anima, e lo desidera; ognuno cerca quindi di raggiungerlo.

Se lento amore a lui veder vi tira o a lui acquistar, questa cornice, dopo giusto penter, ve ne martira.132

Se siete indotti a cercarlo o a raggiungerlo con un amore troppo debole, questa Cornice ve ne fa scontare la giusta pena, dopo il pentimento.


PURGATORIO CANTO XVII – PARAFRASI E COMMENTO Altro ben è che non fa l’uom felice; non è felicità, non è la buona essenza, d’ogne ben frutto e radice.135

Vi sono altri beni che non rendono felice l'uomo; non è la vera felicità, non è la buona essenza che è frutto e radice di ogni bene.

L’amor ch’ad esso troppo s’abbandona, di sovr’a noi si piange per tre cerchi; ma come tripartito si ragiona,138

L'amore che si abbandona eccessivamente a questi beni (terreni) è punito nelle tre Cornici soprastanti;

tacciolo, acciò che tu per te ne cerchi".

ma non ti dico in che modo esso è tripartito, in modo che tu lo ricerchi di tua iniziativa».


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.