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Una rara ALFA 6

SSiamo nel luglio 1983 e l’Alfa Romeo presenta alla stampa la gamma completamente rinnovata della sua ammiraglia, l’Alfa 6 nata quattro anni prima. Nella nuova famiglia, oltre alla 2500 sei cilindri a benzina, arrivano la 2000 sei cilindri – che allora gode di Iva al 18% rispetto al 38% della 2500 – e la 2500 Turbodiesel, mossa da un moderno e brillante motore VM a cinque cilindri.

Da quest’ultima versione un impresario funebre decisamente originale commissiona alla carrozzeria Grazia di Bologna la sua personale autofunebre, che probabilmente viene realizzata in uno o due esemplari. Curiosa la scelta dell’Alfa 6 come base per un’autofunebre all’interno di un panorama di offerte sicuramente ampio che spazia dalla classica e diffusa Mercedes W123, normale e lunga, alla Volvo 244 e 245 fino alla Opel Rekord, alla Citroen CX, alle rarissime Audi 100 o Bmw 520 e alla nazionale e ben nota Fiat Argenta.

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Oltre a queste berline l’impresario può scegliere tra furgoni vetrati, allora ancora molto diffusi, come il Fiat 238 o il Fiat Ducato e gli Alfa Romeo F 12, soprattutto per servizi comunali. Dunque, chi opta per questa vettura dev’essere un vero appassionato dei modelli del “Biscione”.

Bisogna sottolineare il fatto che, all’epoca, l’Alfa 6 godeva di un’ottima immagine al punto tale che veniva utilizzata, in versione blindata, dal Presidente Pertini e da Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita a Milano nel 1983. In genere le uniche Alfa Romeo funebri di cui si abbia certezza sono i furgoni Romeo e F 12, nonché qualche rara 6c 2500 utilizzata nel dopoguerra. Si può quindi affermare che è davvero raro e curioso trovarsi di fronte a un’Alfa così! La carrozzeria Grazia, nel corso della sua storia, ha maturato una grande esperienza in questo settore spaziando dal modesto Fiat 600T ai monumentali carri napoletani su Fiat 615. Per quanto riguarda il caso specifico, questa auto- funebre è realizzata totalmente in lamiera, elegante e funzionale, con interni in acciaio inox e cielo in tessuto viola. Sviluppata allungando lo sbalzo posteriore, come consuetudine, è completata con decori, lampade e tende viola e bianche che, nel 1983, sono ancora abbastanza diffuse. Oggi tutto ciò è alleggerito sui modelli moderni, con minimi richiami ai decori classici.

Anche il portellone posteriore, che ingloba i fari originali, mantiene la stessa linea, pur nel rispetto delle necessità relative alla specifica trasformazione. A questo proposito, è possibile notare come il terminale di scarico, pur rimanendo quello di serie, sia angolato lateralmente, in virtù delle esigenze dovute al corteo funebre.

È presente anche il riduttore al cambio, essendo l’Alfa 6 Turbodiesel disponibile solo con quello manuale. Nel complesso, una speciale Alfa Ro meo per un impresario altrettanto speciale!

Desidero ringraziare per la collaborazione e per le immagini Franco Grazia, ricordando ai let tori di contattarmi nel caso avessero noti zie da aggiungere o, meglio ancora, fos sero a conoscenza dell’esistenza attuale di questa Alfa 6.

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle autofunebri utilizzate in passato dagli impresari italiani. In ogni numero vi presentiamo alcuni modelli grazie all’analisi

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