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syndicom | N. 12 | 18 dicembre 2015

storie di confine Mario Mascet ti

“Il Vacallo”, la riscoperta di un architetto transfrontaliere Tra le numerose figure vissute a cavallo del confine, nel secondo Cinquecento spicca l’architetto Gian Antonio Piotti, detto “il Vacallo”, per esser nato, circa nel 1529, nel paese elvetico, in pieve di Balerna, ma vissuto dal 1558 a Como e qui morto nell’aprile del 1596.  Mario Mascetti Si tratta di un personaggio che la critica storica ha sottovalutato fino a pochi decenni fa, essendo ricordato solamente come ingegnere idraulico e militare. In effetti egli si occupò, con altri ingegneri della Camera ducale milanese, dei lavori al ponte di Lecco, per evitare le esondazioni a Como, e dei progetti di navigabilità dell’Adda. Ma sono diversi gli interventi anche sugli alvei dei corsi d’acqua minori, come il torrente Valduce a Como. Per dirimere una controversia tra il cardinal Gallio, commendatario dell’abbazia dell’Acquafredda (e come tale padrone a Monticello e Bulgarograsso) e i Padri di S. Simpliciano (padroni a Lurate Caccivio) “il Vacallo” si occupò nel 1576 delle derivazioni dell’acqua del torrente Lura. Tra l’altro, tracciò il “fossato” di confine tra Lurate Caccivio e Maccio-Civello, tuttora esistente. Fu ancora lui a progettare nel 1577 la deviazione dell’alveo della Faloppia, al confine tra Ronago e Chiasso, spostandolo ai piedi del Penzo, perché in tempo di piena straripava sul mulino della Ressiga di Novazzano e rovinava la strada maestra che da Chiasso portava ad Uggiate. Fu altresì ingegnere delle Fortezze dello Stato di Milano sotto Filippo II di Spagna; mentre suo figlio Giuseppe si sarebbe occupato della costruzione del Forte di Fuentes, eretto sul Montecchio di Colico all’imbocco della Valtellina e della Valchiavenna nei primi anni del Seicento. Dal 1574, il nome di Antonio Piotti compare iscritto al Collegio degli ingegneri e architetti di Milano, dove aveva acquistato da G.B. Maderno una casa in parrocchia di S. Protaso in Campo. La sua attività si svolse soprattutto a Como, dove abitava, e dove sono documentati i suoi cambi di residenza, con gli atti di compravendita di una casa o dell’altra in città, dove il 22 febbraio 1579 sposa Elisabetta Sangiuliani, vedova di Nicolò Cernezzi.

Chiese e palazzi, di qua e di là dal confine Gli studi più recenti hanno rimesso in luce la sua attività di progettista, come ingegnere civile e architetto. La critica è venuta a riconoscergli la paternità di opere, già erroneamente attribuite al suo contemporaneo architetto valsoldese Pellegrino Pellegrini (o Tibaldi), attivo a Milano al tempo di S. Carlo Borromeo. Così è per la chiesa di S. Croce a Riva S. Vitale, commissionatagli dal canonico Giovanni Andrea Della Croce, grazie alle corpose entrate che gli derivavano dalla commenda della prevostura degli Umiliati di Santa Maria di Vico, che aveva estese e redditizie proprietà fondiarie a Fenegrò e a Lurago Marinone. Per lo stesso egli eseguì interventi anche sull’abbazia in Borgo Vico a Como (non più esistente). Così per il Palazzo Gallio di Gravedona, costruito nel 1586 per il cardinal Tolomeo Gallio, per conto del quale aveva pure progettato l’involtatura della basilica di

Laureato in Lettere, è stato insegnante di scuola media e assessore alla Cultura della provincia di Como. È inoltre autore di diversi volumi di storia locale.

S. Abbondio (demolita con i restauri ottocenteschi), nonché la ristrutturazione degli altari. Analoga opera di involtatura aveva eseguito nella basilica di S. Carpoforo. Presumibilmente, si deve ancora a lui il progetto della chiesa del Gesù, edificata nel 1576, ed altresì dell’arretramento e rifacimento della facciata di S. Giacomo nel 1585. Innumerevoli sono le sue consulenze di stima di immobili e di lavori, tra cui quelli per la nuova chiesa di S. Cecilia. Anche la prima sede del Collegio Gallio e relativa cappella (più volte rimaneggiate in seguito) con ristrutturazione della originaria “Casa di Rondineto” e relative masserie, furono progettate da lui, eseguite tra il 1583 e il 1589.

Un personaggio di “imbarazzante normalità” Tra gli edifici civili sul Lago di Como, gli va attribuita anche la Villa Pliniana di Torno, commissionatagli dal governatore spagnolo di Milano, il conte Anguissola; mentre in città ristruttura il palazzo Natta e il palazzo Cernezzi (allora dei Cemmo), da lui acquistato nel 1594. Tra i suoi interventi in provincia, va citata l’involtatura della chiesa romanica dell’XI secolo dei Santi Ippolito e Cassiano in Olgiate Comasco (demolita nel 1895) e presumibilmente l’erezione del maestoso campanile (ricostruito e sopraelevato nel 1947), come sembra desumersi da una nota del 1592 delle Monache di Cernobbio, padrone di quella chiesa parrocchiale, in cui tra l’altro si registrano vetture di 200 carri di sabbia e acquisto di 3’000 mattoni, insieme con pagamenti fatti al Piotti. Per almeno un ventennio, dal 1575 alla morte (3 aprile 1596), si prestò gratuitamente a dirigere i lavori della Fabbrica del Duomo, con vari interventi di sistemazione degli altari e un progetto di cupola. A lui si deve il disegno del tempietto del battistero, realizzato intorno al 1590, già attribuito per anni al Bramante, quindi a Leonardo da Carona. Stefano Della Torre, che ha dedicato vari studi alla figura del Vacallo, lo definisce “un personaggio di imbarazzante normalità, uno regolare”: “Previdente padre di famiglia, costruttore di buon senso, perito onesto e pragmatico (…). Un uomo tenacemente legato alla famiglia, al villaggio, ai beni immobili accuratamente amministrati”. Oltre alle proprietà nel paese natio di Vacallo, lo si trova a comprare la cascina di Bissago e altri beni in quel di Lomazzo. Partecipe della vita comunitaria di Vacallo, nel 1573 viene eletto come delegato a chiedere al vescovo la separazione da Balerna e il riconoscimento dell’autonomia parrocchiale della chiesa del suo paese, come già nel 1572 per quelle di Morbio Superiore e Inferiore. Un uomo che al suo tempo ha scritto capitoli non secondari di “storie di confine”.

nelle immagini In alto: • La chiesa di Santa Croce a Riva S. Vitale. Qui da sinistra • Il campanile di Olgiate Comasco, eretto dal Piotti nel 1592 (eccetto l’alzata ottagonale secentesca in sommità) in una foto del 1890 circa. La chiesa romanica è stata abbattuta per far posto all’attuale. Il campanile è stato ricostruito sulla medesima base e sopralzato nel 1947. • Palazzo Natta, a Como • Battistero presso il Duomo

Fotografie: Mario Mascetti


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