Sul Romanzo, Anno 4 n. 2, sett. 2014

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cinema fotografia Letteratura Ritratto fotografico di Giorgio Scerbanenco

tardi, Agatha Christie sono da sempre gli esempi più sfruttati per convalidare un paradigma indiziario del “giallo”, per quanto con denominatore comune ridotto rispetto al nominatore e dunque matematicamente improprio. Scritti tutti tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del XX secolo, i romanzi “gialli” di Giorgio Scerbanenco (Kiev 1911 – Milano 1969) rappresentano la verifica di una possibile via italiana al poliziesco, sollecitando, al contempo, la coscienza del lettore con un sentimento di triste disinganno: «Ma lo rivelavano le mie novelle, i miei romanzi, dove nessun protagonista era un ricco o un aristocratico, dove nessuno era superbo o grandioso nel vivere. Tutti i miei personaggi erano gente modesta, spesso anche umile, che pensava solo a vivere, oscuramente, e oscuramente soffriva o era felice». Sembra quasi una dichiarazione programmatica in cui la resa alla realtà appare incondizionata, una realtà fatta più di vittime che di eroi. Nessun investigatore superuomo, nessun poliziotto senza macchia e senza paura. I personaggi di Scerbanenco sono uomini e donne nudi e crudi, attraversati da tormenti e demoni eppure intrisi da un insolito umanesimo, un umanesimo etico, schivo. Duca n° 2 • Settembre 2014

Lamberti è un ex-medico radiato dall’Ordine per aver praticato l’eutanasia su un’anziana paziente e che per la stessa ragione ha scontato tre anni di galera; a tratti si dimostra sensibile e tragico, ma anche «assolutamente problematico e moderno», «capace di perdere il sonno perché è stata picchiata e ammazzata una giovane ritardata […] capace di fare le tre di mattina in Questura, di mettere a rischio la sua storia con Livia […], di non darsi pace fino a che gli uccisori non saranno individuati», che «sente profondamente i problemi sociali in cui si imbatte a causa del suo mestiere». Non molto diverso è l’agente della scientifica Alberto Missaglia (La sabbia non ricorda), brusco, tenace, con un che di enigmatico e romantico insieme, o forse solo malinconico. C’è, nella costruzione di questi personaggi, il feedback del Scerbanenco scrittore (anche) di romanzi rosa, una peculiare sintonia con gli elementi più sensibili della psicologia maschile e femminile, capace di dare spessore, arricchire di sfumature, in sostanza di fare la differenza. Pure Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston, per quanto rientri, insieme alla costruzione delle trame del ciclo omonimo, nella fascinazione del giallo problematico (atmosfere rarefatte, deduttivismo ferreo, la presenza di una coppia SUL

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