Marco Bagnoli alla Certosa di Capri

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1 Noli me tangere su mandala di tutte le direzioni, 1997 (2018) ceramica bianca, formelle di ceramica smaltata verde, blu, bianco, giallo, rosso, arancio

198 x 168 x 168 cm

2 Sonovasoro, 1997 (2012) alabastro

94.5 x 36 Ø cm

3 Il Cielo copre, la Terra sostiene, 2023 bambù, ferro, corda, resina

580 x 440 cm

4 Quincunx, 1997 (2007)

72 elementi in porcellana bianca opaca e lucida dimensioni ambientali

5 Goccia, 2024

bambù, vetro smaltato a terzo fuoco

207 x 85 x 85 cm

6 Aleph, 1975 (2023)

64 elementi stampati su carta poliestere

130 Ø cm

7 Eccetto un punto, 2006 legno trattato, vetro specchiato 100 x 100 x 40 cm

8 E di Delphi, 2001 legno, bronzo, acciaio, parabola 212 x 100 x 26 cm

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LOCUS SOLUS/SOLIS

Luce Fuoco Volo

Marina Guida

«Qui presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei, / ferma la nave, la nostra voce a sentire. / Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera, / se prima non sente, suono di miele, dal labbro nostro la voce; / poi pieno di gioia riparte, e conoscendo più cose. / Noi tutto sappiamo, quanto all’ampia terra di Troia / Argivi e Teucri, patirono per volere dei numi; / tutto sappiamo quello che avviene sulla terra nutrice»

(Omero, Odissea, XII, vv. 184-191).

La mostra dell’artista Marco Bagnoli si connota per la sua capacità di stabilire una connessione metafisica tra la chiesa della Certosa di San Giacomo di Capri e le opere selezionate per questo progetto.

Attraverso una sensibilità spaziale puntuale, l’artista sembra plasmare la navata unica della chiesa certosina, trasformandola in un’estensione delle sue opere. Ogni installazione pare dialogare con l’architettura e l’atmosfera mistica della sede, creando un’esperienza immersiva ed ipnotica. La cura nel posizionamento delle forme scultoree all’interno dello spazio evidenzia un approccio che va oltre la mera esposizione, perché immerge lo spettatore in un dispositivo polisemantico complesso.

I concetti chiave quali, la metafisica dell’Essere, il fuoco, il volo, la luce, l’espansione della capacità di percezione; possono in qualche modo “antropomorfizzare” lo spazio. Un luogo isolato solitario e misterioso. Quasi si trattasse della metafora dell’essere umano, del suo compiersi singolarmente, a volte in piena solitudine ma, al contempo, in un’inevitabile quanto mai necessaria e connaturata relazione/connessione con il Sé profondo, con l’altro da sé, con le leggi del Cosmo. Il fuoco è il cardine simbolico della mostra. Elemento alchemico per eccellenza, in quanto riscalda, arde, distrugge, ma al tempo stesso purifica, sospingere verso l’alto della dimensione celeste. Trasmuta.

Attraverso l’immagine evocativa di una mongolfiera che si innalza verso il cielo, la mostra suggerisce una prospettiva affascinante: il fuoco non solo come elemento distruttivo, ma soprattutto come motore di elevazione e trasformazione, elemento spirituale della consapevolezza e della conoscenza. La mongolfiera sospinta dall’energia del fuoco verso l’alto diventa così il simbolo tangibile di questa forza. Il suo movimento libero nel cielo implica uno spostamento della prospettiva. Nell’esperienza del volo, tutto si trasforma in luce. Dall’alto, la capacità di visione si espande su panorami senza confini, e ogni cosa sembra rifulgere di una luminosità adamantina e purificatrice. È come se il fuoco, attraverso il suo potere di sollevare e trasformare, aprisse una nuova dimensione della percezione. Trasmutando, la visione accede al “Corpo di Luce” un’esperienza luminosa e liberatoria.

Nel varcare la soglia della chiesa, l’occhio intercetta uno spazio in penombra, misterioso, coglie un gioco di forme, di profili che tendono verso l’alto susseguendosi nella navata in una prosecuzione senza soluzione di continuità. Un sentiero enigmatico in bilico tra visibile ed invisibile, immanenza e trascendenza, piano fisico e metafisico.

C’è armonia fra contenuto e contenitore, l’uno non prescinde dall’altro, insieme si completano e si compenetrano. L’artista è capace di far rimembrare il fascino esercitato da quest’incredibile luogo su coloro che ne scrissero in passato; e allo stesso modo egli ne riscrive le componenti che si rinnovano, pertanto, alla luce dei pur immortali concetti di spazio e tempo, che pongono l’essere umano in una perenne condizione fra assoluto e relativismo.

L’elemento sonoro, così importante per la pienezza del progetto, ne completa il percorso a cui lo spettatore prende parte come elemento centrale inserendosi in una mostra che si profila esattamente come un itinerario fra il reale e l’immaginario, un attraversamento randomico tra segni e dimensioni, un tracciato enigmatico che conduce ad una condizione di sospensione temporale, mediante la fruizione delle opere quali strumenti necessari per la realizzazione dell’esperienza dell’altrove

Ogni mostra apre, di per sé, ad una fruizione collettiva, ma è in questa capillarità di emozioni talora contrastanti che si realizza l’intimismo di ogni singolo approccio. E a darci il primo indizio è esattamente il titolo: mentre il Locus Solus è ispirato al libro dell’autore Raymond Russel, che significa nella triplice accezione “luogo solitario”, “luogo singolare” o “luogo unico” il Solis si riferisce ad un luogo di ricerca interiore e di illuminazione spirituale, un’indicazione di quella Porta-del-Sole di cui scrisse Ananda K. Coomaraswamy nel suo saggio “The “E”at Delphi” ¹

L’idea è associata a un luogo straordinario o fantastico, un ambiente che è altro rispetto alla realtà quotidiana. Questo concetto si lega all’idea di altrove, un territorio diverso e remoto, misterico e silente, al quale si accede dal varco metafisico che invita a esplorare nuovi orizzonti concettuali e a sfidare i confini convenzionali della percezione e della comprensione dei piani di esistenza. Marco Bagnoli, riesce a trasmettere un senso di spaesamento e di enigma attraverso opere che si fondono armoniosamente con l’essenza mistica del luogo. Un viaggio affascinante nel mistero e nel silenzio, che riporta alla mente la suggestiva memoria della Grotta Oscura oramai andata perduta, sulla quale fu edificata la Certosa di Capri, la quale porta con sé il sintomo dell’introspezione, del raccoglimento, come confà ad un recinto isolato nel significato originario della parola Certosa. Un luogo di meditazione e preghiera. Una porta di luce. Un vaso alchemico di trasmutazione dell’anima. Mirabile teatro in cui la Grande Opera si compie.

¹ Pier Luigi Tazzi, Locus Solis, 2021: Per Bagnoli il titolo è anche un’indicazione di quella Porta-del-Sole di cui parla Ananda K.Coomaraswamy nel suo saggio “The “E”at Delphi”. Il passaggio da Porta-del-Sole a Janua Solis a Locus Solis ricalca il processo tropologico rilevato da Foucault nel Locus Solus di Roussel. Il vaso è un Sonovasoro, creato da Bagnoli nel 1997 e apparso per la prima volta nell’ipogeo del Castello di Santa Maria Novella a Fiano l’anno successivo. A sua volta Sonovasoro deriva da Torso, una scultura concepita a partire dal profilo di un kouros greco, che compare per la prima lta in una personale di Bagnoli pre sso lo Studio Trisorio di Napoli nel 1995.

Organizzazione: Studio Trisorio, Galleria Giorgio Persano, IOXTE

In collaborazione con la Direzione Regionale Musei Campania Con il Patrocinio della Città di Capri

Ufficio stampa: AnnaChiara Della Corte acdellacorte@gmail.com tel. +39 3338659479

Inaugurazione 27 aprile 2024 ore 12.00

Fino al 7 giugno 2024

Certosa di San Giacomo, Capri

Orari:

Martedì – domenica, 10.00 – 16.00

Lunedì chiuso

1 Noli me tangere su mandala di tutte le direzioni, 1997 (2018) white ceramic, green, blue, white, yellow, red, orange glazed ceramic tiles

198 x 168 x 168 cm

2 Sonovasoro, 1997 (2012) alabaster

94.5 x 36 Ø cm

3 Il Cielo copre, la Terra sostiene, 2023 bamboo, iron, rope, resin

580 x 440 cm

4 Quincunx, 1997 (2007)

72 elements in matt and glossy white porcelain environmental dimensions

5 Goccia, 2024

bamboo, third-fire enamelled glass

207 x 85 x 85 cm

6 Aleph, 1975 (2023)

64 elements printed on polyester paper

130 Ø cm

7 Eccetto un punto, 2006 treated wood, mirrored glass 100 x 100 x 40 cm

8 E di Delphi, 2001 wood, bronze, steel, parable 212 x 100 x 26 cm

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LOCUS SOLUS/SOLIS

Light, Fire, Light

Marina Guida

“‘Come here,’ they sang, ‘renowned Ulysses, honour to the Achaean name, and listen to our two voices. No one ever sailed past us without staying to hear the enchanting sweetness of our song—and he who listens will go on his way not only charmed, but wiser, for we know all the ills that the gods laid upon the Argives and Trojans before Troy, and can tell you everything that is going to happen over the whole world.’”

(Homer, Odyssey, Book XII, lines 184-191).

The exhibition of Marco Bagnoli is characterised by its ability to establish a metaphysical connection between the church of the Certosa di San Giacomo in Capri and the works selected for this project.

Through a sharply perceived spatial sensitivity, the artist seems to shape the single nave of the Carthusian church, transforming it into an extension of his works. Each installation seems to dia-logue with the architecture and mystical atmosphere of the venue, creating an immersive and hyp-notic experience. The care in positioning the sculptural forms within the space highlights an approach that goes beyond mere exhibition, because it immerses the viewer in a complex polyseman-tic device.

The key concepts, such as the metaphysics of Being, fire, flight, light, the expansion of the percep-tual capacity, are able somehow to ‘anthropomorphize’ the space. A solitary and mysterious isolat-ed space. Almost as if it were a metaphor of the human being, of his individual fulfilment, sometimes in complete solitude but, at the same time, in an inevitable, more necessary and innate relation-ship/connection with the profound Self, with the other Self, with the laws of the Cosmos. Fire is the symbolic cornerstone of the exhibition. An alchemical element par excellence, as it heats, burns, destroys, but at the same time purifies, thrusting upwards towards the celestial dimension, trans-muting.

Through the evocative image of a hot air balloon rising into the sky, the exhibition suggests a fascinating perspective: fire not only as a destructive element, but above all as an engine of eleva-tion and transformation, a spiritual element of awareness and knowledge. The hot air balloon pushed upwards by the energy of fire thus becomes the tangible symbol of this force. Its free movement in the sky implies a shift in perspective. In the experience of flight, everything transforms into light. From above, the ability to see expands over boundless panoramas, and everything seems to shine with an adamantine and purifying brightness. It is as if fire, through its power to lift and transform, opens a new dimension of perception. By transmuting, the vision gains access to the Corpo di Luce – the ‘Body of Light’– a luminous and liberating experience.

When crossing the threshold of the church, the eye perceives a dark, mysterious space, capturing a play of shapes and profiles that tend upwards following one another in the nave in a seamless continuation. An enigmatic path poised between visible and invisible, immanence and transcend-ence, physical and metaphysical plane. There is harmony between content and container: one does not ignore the other, for together they complete and interpenetrate. The artist is capable of making people remember the fascination exercised by this incredible place on those who wrote about it in the past; and in the same way he rewrites its components which are therefore renewed in the light of the immortal concepts of space and time, which place the human being in a perennial condition between absolute and relativism.

The presence of sound, so important for the fullness of the project, completes the journey, with the spectator taking part as a central element: the exhibition offers an itinerary between the real and the imaginary, an enigmatic path that leads to a condition of temporal suspension, through the use of the works as necessary tools for the realisation of the experience of another dimension.

Every exhibition opens up, individually, to collective enjoyment, but it is in this capillarity of some-times contrasting emotions that the intimacy of each individual approach is realised. And what gives us the first clue is exactly the title: while the Locus Solus is inspired by Raymond Russel’s novel, in the triple meaning of ‘lonely place’, ‘singular place’ or ‘unique place’, Solis instead refers to a place of inner research and spiritual enlightenment, an indication of that Gate-of-the-Sun of which Ananda K. Coomaraswamy wrote in his essay “The ‘E’ at Delphi”¹.

This concept is linked to the idea of else-where, a different and remote, mysterious and silent territory which can be accessed from the met-aphysical gate inviting us to explore new conceptual horizons and to challenge the conventional boundaries of perception and understanding of the planes of existence. Marco Bagnoli manages to convey a sense of disorientation and enigma through works that blend harmoniously with the mysti-cal essence of the place. A fascinating journey into mystery and silence, which brings to mind the evocative memory of the now lost Grotta Oscura, on which the Certosa di Capri was built, recalling the state of introspection, of concentration, as befits an isolated enclosure in the original meaning of the word certosa. A place of meditation and prayer. A door of light. An alchemical vessel of trans-mutation of the soul. A wonderful theatre in which the Grande Opera takes place.

¹ Pier Luigi Tazzi, Locus Solis, 2021: For Bagnoli the title is also an indication of that Door-of-the-Sun that Ananda K. Coomaraswamy talks about in his essay “The ‘E’ at Delphi”. The passage from Gate-of-the-Sun to Janua Solis to Locus Solis follows the tropological process noted by Foucault in Roussel’s Locus Solus. The vase is a Sonovasoro, created by Bagnoli in 1997 and appeared for the first time in the hypogeum of the Castle of Santa Maria Novella in Fiano the following year. Sonovasoro in turn de-rives from Torso, a sculpture conceived starting from the profile of a Greek kouros, which appears for the first time in a solo exhibition by Bagnoli at the Studio Trisorio in Naples in 1995.

Organization: Studio Trisorio, Galleria Giorgio Persano, IOXTE

In collaboration with the Regional Direction of the Campania Museums

With the patronage of the City of Capri

Press Office: AnnaChiara Della Corte acdellacorte@gmail.com tel. +39 3338659479

Inauguration at 12 noon on 27 April, 2024

Open to the public until 7 June, 2024

Certosa di San Giacomo, Capri

Hours:

Tuesday – Sunday, 10 am – 4 pm Monday closed

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