2. CENNI STORICI L’utilizzo di compositi ibridi è un'idea che nacque negli anni 50, nei Paesi Bassi. Solo in seguito, verso la fine degli anni 70, tali materiali vennero utilizzati nell’industria aeronautica dalla tedesca Fokker, che, pur ottenendo buoni risultati nelle prove a fatica effettuate in laboratorio, fu costretta ad abbandonare la sperimentazione, a causa dell’insuccesso ottenuto nelle prove di volo. Negli anni seguenti, gli studi su questa tipologia di materiale furono effettuati dalla Delft University of Technology (Olanda), la quale lavorò molto sullo studio degli spessori adeguati e della tipologia di matrice da utilizzare al fine di garantire un'adesione corretta fra metallo e composito. Il primo FML storicamente utilizzato fu l'ARALL, impiegato in un pannello ventrale d'ala del Fokker F-27 (vedi figura 1). Questa soluzione garantì un risparmio del 25% in peso del componente rispetto alla soluzione in alluminio[1]. Lo sviluppo dell'ARALL fu poi interrotto a causa della sua scarsa resistenza a compressione ed incapacità di resistere a carichi fuori dell'asse delle fibre.
Figura 1 - Produzione di un pannello per F-27 in ARALL con foro centrale[1] La seconda generazione di FML, il GLARE (GLAss REinforced alluminum), fu introdotta nel 1987 dalla AKZO[1]. Introducendo fibre in più direzioni, si fece in maniera tale che Il GLARE sopportasse meglio i carichi biassiali, e si migliorò il comportamento a compressione dell'FML, poiché le fibre di vetro hanno una resistenza migliore, sottoposte a compressione, rispetto alle fibre aramidiche. Tra gli FML di nuova concezione possiamo citare due materiali basati su leghe leggere rinforzate con strati di composito in fibra di carbonio: il CARALL (CArbon Reinforced ALLuminum) che consiste in lamine di alluminio intervallate da strati di materiale composito in fibra di carbonio, e il Ti-Gr (Titanium Graphite), sviluppato dalla Boeing, che consiste in lamine di titanio alternate a lamine di materiale composito in fibra di carbonio. Questo tipo di FML permettono di migliorare la resistenza a fatica ad alti cicli rispetto a quelli visti in precedenza (soprattutto rispetto agli ARALL, che invece hanno una miglior resistenza a fatica a bassi cicli).