i prootemi o problemi aetto dello sport * 8
Stadium TI primo passo é fatto; I la Consulta Nazionale di Studio si è regolarmente tenuta a Roma nei giorni 5 e 6 marzo. Regolarmen te e vorremmo aggiunge re felicemente, poiché rin contro, a testimonianza degli intervenuti, ha so stanzialmente conseguito quanto si era proposto. si trattava di una Con sulta di studio — è bene sottolinearlo — che dove va indagare sulla « natu ra e finalità defila società sportiva del CSI », e ci sembra che questo com pito l’abbia ampiamente assolto. In questa sede non pos siamo sintetizzare i risul tati dei due giorni di la voro; neppure vorremmo tentarlo perché il mate riale scaturito dalla Con sulta dovrà essere anco ra ripensato, elaborato, si stemato ed anche, per certi aspetti, tradotto in un linguaggio facilmente accessibile a tutti. Ci li miteremo pertanto a dare una semplice cronaca del lo svolgimento dei lavori? Come é noto, erano stati chiamati a studiare l’ar gomento i Consiglieri Na zionali, i Presidenti e i Consulenti Ecclesiastici Regionali, insomma il ver tice dirigenziale dell’orga nizzazione, come primo gradino di quella discesa graduale che ha per ter mine tutti i dirigenti del le nostre società sportive. All’inizio dei lavori, il Presidente Nazionale prof. Notarid ha presentato ai convenuti, in forma breve e sistematica, i principi base che hanno guidato il CSI fino ad oggi nel promuovere e organizzare l'attività sportiva. Ha ri cordato, in particolare, il valore educativo dello sport evidenziato inces santemente dai Sommi Pontefici, l’atteggiamento di « servizio» del C.S.I. nei confronti dello sport in quanto valore da stimare, promuovere, rispettare e animare cristianamente; nei confronti dei giovani da garantire nel loro di ritto ad una pratica spor tiva; nei confronti dello sport ufficiale e dell’auto rità pubblica per aiutarli a realizzare una possibili tà di sano sport per tutta la gioventù italiana. In questo impegno il CSI ha
consulta di studio il primo passo e fatto costantemente cercato di allacciare con tutte le for ze che operano nello sport un dialogo aperto e sin cero, premessa indispen sabile ad una proficua col laborazione, e di fondare il proprio lavoro su una precisa competenza tecni ca dei suoi quadri dirigen ti, garanzia di uno sport seriamente praticato da parte dei suoi atleti. A questo punto, Mons. Filippo Franceschi, Assi stente Centrale della GIAC, ha prospettato ai presenti quale « ruolo » si configura per la società sportiva del CSI nel dise gno pastorale della Chie
sa, alla luce particolar mente del Concilio Vati cano II. Premesse alcune considerazioni generali sul mistero della Chiesa co me Corpo di Cristo e Po polo di Dio, egli ha messo in rilievo l’interesse della Chiesa per i problemi e le attività del « tempo li bero » in ordine alla ric chezza di valori umani che emergono particolar mente dal fatto sportivo: valori umani ma suscetti bili di avere un significa to cristiano o quanto me no di aprirsi a prospetti ve cristiane. E’ necessario per questo che ci siano delle organiz
zazioni a chiara ispirazio ne'cristiana? A questo de licato e importante inter rogativo Mons. Franceschi ha risposto un chiaro e motivato sì, considerando la Chiesa nel suo conte sto sociale, storico, nel suo modo di porsi verso il mondo contemporaneo. Ciò ad alcune condizioni: che l’organizzazione — nel , caso la nostra, il CSI — conservi e garantisca uno spirito di servizio verso 1 giovani, assolva al suo im pegno con precisa competenza tecmpirjllriiuuu nel suo><8inpo e nei con- '"s fronti/con le sQre Qcceija
V ARCHIVIO STORICO