Stadium n. 8/1966

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i prootemi o problemi aetto dello sport * 8

Stadium TI primo passo é fatto; I la Consulta Nazionale di Studio si è regolarmente tenuta a Roma nei giorni 5 e 6 marzo. Regolarmen­ te e vorremmo aggiunge­ re felicemente, poiché rin­ contro, a testimonianza degli intervenuti, ha so­ stanzialmente conseguito quanto si era proposto. si trattava di una Con­ sulta di studio — è bene sottolinearlo — che dove­ va indagare sulla « natu­ ra e finalità defila società sportiva del CSI », e ci sembra che questo com­ pito l’abbia ampiamente assolto. In questa sede non pos­ siamo sintetizzare i risul­ tati dei due giorni di la­ voro; neppure vorremmo tentarlo perché il mate­ riale scaturito dalla Con­ sulta dovrà essere anco­ ra ripensato, elaborato, si­ stemato ed anche, per certi aspetti, tradotto in un linguaggio facilmente accessibile a tutti. Ci li­ miteremo pertanto a dare una semplice cronaca del­ lo svolgimento dei lavori? Come é noto, erano stati chiamati a studiare l’ar­ gomento i Consiglieri Na­ zionali, i Presidenti e i Consulenti Ecclesiastici Regionali, insomma il ver­ tice dirigenziale dell’orga­ nizzazione, come primo gradino di quella discesa graduale che ha per ter­ mine tutti i dirigenti del­ le nostre società sportive. All’inizio dei lavori, il Presidente Nazionale prof. Notarid ha presentato ai convenuti, in forma breve e sistematica, i principi base che hanno guidato il CSI fino ad oggi nel promuovere e organizzare l'attività sportiva. Ha ri­ cordato, in particolare, il valore educativo dello sport evidenziato inces­ santemente dai Sommi Pontefici, l’atteggiamento di « servizio» del C.S.I. nei confronti dello sport in quanto valore da stimare, promuovere, rispettare e animare cristianamente; nei confronti dei giovani da garantire nel loro di­ ritto ad una pratica spor­ tiva; nei confronti dello sport ufficiale e dell’auto­ rità pubblica per aiutarli a realizzare una possibili­ tà di sano sport per tutta la gioventù italiana. In questo impegno il CSI ha

consulta di studio il primo passo e fatto costantemente cercato di allacciare con tutte le for­ ze che operano nello sport un dialogo aperto e sin­ cero, premessa indispen­ sabile ad una proficua col­ laborazione, e di fondare il proprio lavoro su una precisa competenza tecni­ ca dei suoi quadri dirigen­ ti, garanzia di uno sport seriamente praticato da parte dei suoi atleti. A questo punto, Mons. Filippo Franceschi, Assi­ stente Centrale della GIAC, ha prospettato ai presenti quale « ruolo » si configura per la società sportiva del CSI nel dise­ gno pastorale della Chie­

sa, alla luce particolar­ mente del Concilio Vati­ cano II. Premesse alcune considerazioni generali sul mistero della Chiesa co­ me Corpo di Cristo e Po­ polo di Dio, egli ha messo in rilievo l’interesse della Chiesa per i problemi e le attività del « tempo li­ bero » in ordine alla ric­ chezza di valori umani che emergono particolar­ mente dal fatto sportivo: valori umani ma suscetti­ bili di avere un significa­ to cristiano o quanto me­ no di aprirsi a prospetti­ ve cristiane. E’ necessario per questo che ci siano delle organiz­

zazioni a chiara ispirazio­ ne'cristiana? A questo de­ licato e importante inter­ rogativo Mons. Franceschi ha risposto un chiaro e motivato sì, considerando la Chiesa nel suo conte­ sto sociale, storico, nel suo modo di porsi verso il mondo contemporaneo. Ciò ad alcune condizioni: che l’organizzazione — nel , caso la nostra, il CSI — conservi e garantisca uno spirito di servizio verso 1 giovani, assolva al suo im­ pegno con precisa competenza tecmpirjllriiuuu nel suo><8inpo e nei con- '"s fronti/con le sQre Qcceija

V ARCHIVIO STORICO


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