Stadium n. 5-6/2007

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OÌ|| SPORTIVO Il magazine di chi ama lo sport pulito Fondato nel 1906 - Nuova serie - 2,50 euro Anno 2 - N. 5/6 - Maggio/Giugno 2007 P.I. SPA ■ S.A.P. - D.l. 353/2003 - L. 27/02/04 N. 46 - a.1 c.1 DCB/CN w . ■ «

•Milano: società a confronto •Foggia: calcio in carcere •Imperia: Vento Solidale •Bologna: IncontriamoCsi

DIBATTITO

LÌrJUOVE A PRESIDENTE: W FACCIAMÌ A PUGNI CON LA VIOLENZA

GP CAMPESTRE BMW»

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VITA CSI

GALLINARI

1 ?JFLi HOPJ ;\C CrUJ D/\Lb\ CLrPJCUC CU?

MO MILANO L’AMERICA PUÒ ASPETTARE : «tma^lAlèo

DOSSIER DOPINGlErFEN l

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ffle spingono per vendere Intervista-denuncia a Sa «Le case [armac itichi jotizia fi Keport 2006 dell'istituto i farmaci anche alle peraseme sanSjJna >1 Intra la: positivUeliE iti n ali Enti di promozione Superiore di Sanità norù sì risccBMino


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PAROLA DI PRESIDENTE

Edio Costantini Presidente CSI

Sport sociale, arriva la riforma a novità è di quelle epocali. Il ministro

L

Da questa

impostazione deriverebbero altre

novità: l'istituzione di un osservatorio naziona­ e il sottosegretario allo sport e alle le dello sport di cittadinanza; il sostegno pub­ politiche giovanili, gli onorevoli Giovanna blico alle associazioni nazionali dello sport di Melandri e Giovanni Lolli, hanno aperto un cittadinanza, con regole certe, ma stringenti e percorso che, a breve, dovrebbe cambiare il severe; il sostegno alle società sportive affiliate quadro dello sport sociale. È stato infatti isti­ a queste associazioni, con benefici fiscali e tuito un tavolo di lavoro con gli Enti di promo­ contributivi, purché le società stiano in uno zione che ha il compito di definire una propo­ standard certif¡cabile con una sorta di "bollino sta di riforma da inserire nella Finanziaria di qualità", svolgendo attività sportive qualifi­ 2008, imperniata concettualmente sulla distin­ zione

tra

sport

propriamente

agonistico

e

sport di cittadinanza. Per l'associazionismo si aprirebbe di fatto una doppia possibilità: le associazioni che propon­ gono sport agonistico e hanno i requisiti per stare nel Coni, continueranno a starci e le loro società sportive continueranno ad essere rico­ nosciute dal Coni come associazioni sportive dilettantistiche, con tutti i benefici di legge già in vigore. Le associazioni che propongono sport di citta­ dinanza, cioè a carattere sociale, che si confi­ gura appunto come diritto dei cittadini e parte

di un nuovo welfare, godranno invece di un riconoscimento ministeriale, concesso tramite un ente certificatore, che avrà il compito di verificare, riconoscere e controllare. Se poi un'associazione propone entrambe le forme di

cabili per interesse giovanile, formativo o sociale; infine, l'introduzione della figura del "lavoratore sportivo", che toglierebbe dal limbo professionale un bel po' di operatori. È un progetto innovativo e coraggioso, che risponde in pieno alle aspettative che il CSI col­ tiva da tempo. Distinguere tra natura, limiti e responsabilità dello sport a prevalenti finalità agonistiche e quello a prevalenti finalità socia­

li è cosa su cui l'associazione ha molto insistito negli ultimi anni, ritenendola la premessa per togliere l'ingessatura al sistema sportivo italia­ no e mettere le ali allo sport educativo e socia­ le. Condurre in porto la riforma entro il 2007 sarebbe, poi, un successo formidabile. Per questo, plaudendo all'iniziativa coraggiosa del ministro e del sottosegretario, il CSI assicura a

entrambi piena e aperta collaborazione.

sport, e lo desidera, potrà avere il doppio rico­ noscimento.

Edio Costantini

5


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GIULIANI


EDITORIALE

Gianni Visnadi Direttore di Stadium

Continuiamo la lotta agli spacciatori di sogni l monito che Sandro Donati lancia

I

mento: il rischio doping è concreto an­ che nello sport per tutti, perché oltre le nella bella intervista realizzata da statistiche c'è una realtà sommersa e Andrea De Pascalis («difendiamo i gio ­ preoccupante che occorre combattere vani dall'illusione») smorza l'ottimismo alla radice. Si tratta di costruire una nuo­ che nascerebbe alla semplice lettura dei va cultura, quella di cui parla Sandro Do­ dati raccolti nel Report 2006 dell'istitu­

Nel frattempo, il calcio professio­ nistico ha fatto un altro passo im­ portante nel suo inarrestabile processo di restaurazione e autoriproduzione.

to Superiore di Sanità: gli Enti di promo­ zione sportiva, testati per la prima volta, non contribuiscono ad aggravare le sta­

nati. La sua denuncia è chiara e colpisce tutti: istituzioni politiche e sportive, ca­ se farmaceutiche, società e atleti e ci ri­

tistiche sulle positività degli atleti. Non bastassero le parole di Donati, un'auto­ rità nella lotta al doping, ecco una notiziola di poche righe, riportata da non tutti i quotidiani: 3 ciclisti ex dilettanti, età da 40 a 47 anni, oggi amatori nella

corda la necessità di non abbassare la

Giancarlo Abete è il nuovo presidente della Figc. Ha 57 anni, da 19 è dirigente federale ad alto livello, per 8 è stato par­ lamentare della Democrazia Cristiana,

Uisp, sono stati scoperti, bloccati e de­ nunciati al via di una prova del campio­ nato italiano, in provincia di Pistoia, mentre spacciavano anabolizzanti ed

efedrina ad altri concorrenti. La conferma di quanto molti lettori, sportivi praticanti, ci hanno scritto il me­ se scorso nel Forum dedicato all'argo­

guardia. Anzi. Certamente, una lezione bella e impor­

tante può arrivare dal giovanissimo e brillante Danilo Gallinari, l'ultimo pro­ dotto del florido vivaio cestistico italia­ no. Ha 18 anni, studia e gioca a Milano e in Nazionale e non ha alcuna fretta di volare in America, per affrettare l'ora dei guadagni. Sa che quello è il destino fi­ nale della sua parabola sportiva e non fa nulla per accelerarla. Sono molti quelli che avrebbero molto da imparare da un

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posto in prima fila. L'impresa più diffici­ le è fare rientrare nel calcio Luciano Moggi: c'è chi pensa che non ne sia mai

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che Carrara, già adeguatamente ripuli­ tosi dagli schizzi di Calciopoli: appena gli Europei 2012 saranno assegnati al­ l'Italia, vedrete che anche lui troverà un

ragazzo sano come lui.

^filmili Piazza San Paolo 12

ha diretto la Lega di Serie C ed è stato vice di Luciano Nizzola e Franco Carrara in via Allegri. Insomma: il vecchio che avanza. A questo punto, aspettiamo an­

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7


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ANGELI & DEMONI

don Claudio Paganini Consulente Ecclesiastico Nazionale CSI

Contro la violenza di certi cori a volte basterebbe provarci Il canto, i cori, anche le urla, fanno parte da sempre del cerimoniale di guerra e anche del gioco sportivo. L'urlo è aggregante, rincuorante e liberatorio. Lo è in se, indipenden­ temente dalle parole che gli danno corpo e vita. A meno che non si ar­ rivi alla bestemmia, che non ha nessun valore ma anzi, il valore lo sottrae, a tutti: vincitori e vinti, at­ tori e spettatori gni evento sportivo è facilmen­

O

Una curva, quella del Lecce, contesta la società: una scena consueta negli stadi italiani di vittoria del popolo ebreo: Alleluia! Al­

leluia! Alleluia! Afferma la Bibbia che durante la conqui­ scorciare il ritmo di "poo po po po po po sta di Gerico il popolo ebreo fece sette poo" che ha accompagnato le fasi della giri attorno alle mura nemiche suonando vittoria dell'Italia ai Campionati del Mon­ il corno, e al grido di guerra le mura crol­ do di Calcio 2006. Come scordare le te associabile a un canto. Come

"notti magiche inseguendo un gol" del

Campionato del Mondo del 1990? O, cambiando sport, quanta suggestione nella famosa "danza di guerra Maori" che anticipa le partite della nazionale di rugby australiana. Parole e gesti sono gri­ dati per caricare se stessi e intimorire l'av­ versario. Raccolto in un cerchio, meno canoro ma ugualmente aggregante, esplode il grido delle squadre di pallavo­ lo e di pallacanestro che precede le par­ tire. E durante le gare calcistiche della Clericus Cup (con sacerdoti e seminaristi in campo) una strofa dell'antico inno missionario riecheggia: "Per i miseri im­ plora perdona, per i deboli implora pie­ tà". Ciascuno ha le sue armi e scaraman­

zie! Nel canto gridato a squarciagola ciascu­ no esprime la propria passione sportiva. Comunica quello che ha dentro, i deside­ ri sopiti dell'agonismo e dell'anima, la voglia di buttar fuori stanchezze e fati­

che, l'ardore nell'aggredire l'avversario e il futuro. Nella Bibbia è riportato il canto

larono. Alleluia! In quel tempo era il Signore a far vincere o perdere le guerre, e se il popo­ lo peccava contro Dio, la guerra era per­

sa. Un po' di quel credo è rimasto in mol­ te gare sportive. Alleluia! È il canto per eccellenza perché, da canto di guerra di un popolo in cam­ mino verso la terra promessa, diventa canto di gioia per i prodigi compiuti dal Signore che ti mette nelle mani il nemi­ co. Infine, dopo molti anni, l'Alleluia!, di­ venta il canto della Chiesa che esprime la gioia della Resurrezione. Anche Gesù ha "vinto" la sua personale partita contro la morte. Alleluia! È veramente Risorto! Si impongono alcune considerazioni sui

le urla dei mister, le parolacce dei calcia­ tori, i commenti degli arbitri ai giocatori

e dei giornalisti al pubblico via etere - la stessa tristezza si respira quando la tifo­ seria "contesta" la propria società (è un eufemismo per definire cori da denuncia penale), lancia insulti razzisti verso gli av­ versari e canta le prodezze sessuali di chi in curva riceve prestazioni in qualità e quantità. E quanta tristezza quando il co­ ro per auspicare la vittoria è una bestem­ mia corale con 8000 voci compiacenti! Perché non sia solo una condanna steri­

le, bisogna fare la propria parte, lo ci ho provato. Ho chiesto a una curva di non bestemmiare "coralmente" giacché la bestemmia non è un canto di vittoria nè di propiziazione, non è tifo, non è corret­

ta ne civile. Non è. Alleluia! Devo dire che mi hanno ascol­ tato e hanno retto. Ma forse anche altri possono osare e chiedere maggior ri­

cori che accompagnano le manifestazio­ ni sportive. Slogan, frasi fatte, melodie

spetto a chi guida e prepara i cori ed i canti alle diverse manifestazioni. Questa norma non è prevista nel pacchetto an­

da canzonette, volgarità: sono lo stan­ dard per molte tifoserie. Difficilmente

tiviolenza del governo, ma provateci an­ che voi. Non sono poi "demoni" quelli

sentirete qualcuno che canta [Alleluia! per la propria squadra. E se una profon­ da tristezza pervade chi assiste ad una

che frequentano gli stadi. A volte basta chiedere civilmente, per favore. Basta

partita a porte chiuse - si sentono tutte

Claudio Paganini

provarci!

ÌkTÌRO

9



APPI

iGGI

Il doping

non abita qui

di Tito Della Torre

Falcinelli: Facciamo a pugni con la violenza

di Fabio Pizzul

Pastore:

Il gioiellino di Faenza ha cominciato in oratorio

Non spegniamo i riflettori accesi dalla Clericus Cup

di Felice Alborghetti

di Massimo Achini e Marcello Sala

60 APPUNTAMENTI

Sandro Donati:

Difendiamo i giovani dall'illusione

di Andrea De Pascalis

Le nuove professioni

nello sport per tutti

di Andrea De Pascalis

Gallinari: Amo Milano l'America può aspettare

di Marco Bernardini

danno spettacolo

La filosofia del CSI fa rima con 3 aziende vincenti

di Felice Alborghetti

di Danilo Vico .

Lombardia e Veneto

L'Italia baby fa sognare

Il CSI sceglie

di Omar Bonino

di Felice Alborghetti

i suoi campioni


DOSSIER

Report 2006: risultati confortanti

Il doping non abita qui Per la prima volta anche lo sport per tutti è stato oggetto dell'indagine effettuata dall'istituto Superiore di Sanità: nessuna positività riscontrata. Nell'insieme i dati evidenziano che nello sport di base il ricorso a sostanze nocive per la salute è un dato stabile e fortunatamente ancora piuttosto basso di Tito Della Torre el 2006 è stato ancora il fumo

N

Il campione del Report 2006

della cannabis il maggior moti­ vo di positività ai controlli della CVD, la Commissione Vigilanza e controllo sul 1600 Doping. Il numero di positività totali è leggermente aumentato rispetto al 2005 ma si mantiene a livelli sostanzial­ mente bassi, mentre gli Enti di promo­ 1200 zione sembrano tuttora estranei al fe­ .« 1000 nomeno doping. Sono queste alcune w delle conclusioni contenute nel Repor­ ai 800 ting System Doping Antidoping per il E 2006, presentato il 3 aprile dall'istituto Superiore di Sanità e dal Ministero del­ la Salute. Va precisato che per quanto riguarda l'attività ordinaria di controllo, la Com­ missione ha rivolto l'attenzione a quei settori del mondo sportivo meno con­ trollati. In particolare i settori giovanili, dilettantistici, le serie minori, ovvero al­

cune discipline sportive sulle quali, per mancanza di fondi, si svolgono un nu­ mero limitato di controlli. Tale scelta è

dettata anche dalle finalità, che la vigen-

12

c

■ Eventi

■ Atleti

600

400

337

Federazioni

Discipline Associate

Enti di promozione sportiva

Fonte: Elaborazione ISS su dati CVD Gli atleti controllati sono stati in totale 1511, in 363 manifestazioni sportive. Di queste: 337 (92,8%) erano eventi delle Federazioni Sportive Nazionali, 4 (1,1%) sulle discipline associate e 22 (6,1%) sugli Enti di promozione sportiva.


Le principali cause di positività

Classi di sostanze

2003

2004 ■ 2005 ■ 2006

Fonte: Elaborazione ISS su dati CVD I cannabinoidi restano la prima ragione di positività, anche se dopo un bien­ nio di aumenti, i casi riscontrati sono in diminuzione. Notare la costante dimi­ nuzione di positività da stimolanti.

te legge antidoping ha voluto perseguire

con l'attività di controllo, che non sono solo quelle di garantire la regolarità delle competizioni, quanto piuttosto di tutela­ re la salute dei praticanti l'attività sporti­

va. Per la prima volta lo scorso anno i con­ trolli hanno riguardato anche gli Enti di promozione sportiva, oltre che le Federa­ zioni e le Discipline Associate. Nell'anno in questione la CVD ha preso a campione per questo Report 1758 con­ trolli, relativi a 417 eventi. Dei 417 even­

ti previsti, però, solo in 363 è stato possi­ bile prelevare i campioni e inviarli al labo­ ratorio antidoping per le analisi, mentre nei restanti 54 eventi non è stato possibi­ le effettuare il prelievo. La discrepanza nel numero dei controlli è attribuita in parte all'impossibilità di testare gli sportivi nel­ le manifestazioni non andate a buon fine, in parte al fatto che in alcune gare il nu­ mero degli iscritti era inferiore a quelli da

controllare e in ultimo al fatto che ci so­ no stati dei casi di rifiuto ai controlli. Gli atleti effettivamente controllati sono sta-

Indagine orientata a settori finora poco controllati: settori giovanili, serie minori, discipline meno diffuse

le Federazioni Sportive Nazionali. Considerando che gli Enti di promozione,

ti 1511. Non sono numeri grandissimi in

gera, pallamano, pallavolo, nuoto, cicli­

rapporto ad un movimento sportivo che conta milioni di atleti e centinaia di mi­ gliaia di tornei, cosicché le conclusioni del Report vanno considerate indicative e

smo, sport del ghiaccio, baseball e softball, rugby, canottaggio, tennis, pesi e cultura fisica, sport equestri, tiro con l'ar­

non esaustive. Dai risultati delle analisi di laboratorio è

thlon, golf, bocce e motonautica. Il rugby, la pallavolo ed il ciclismo sono gli sport con valori più elevati di positività,

emerso che dei 1511 atleti controllati so­ lo 37 sono risultati positivi ai test antido­ ping, pari al 2,4% del campione esamina­ to. Tutti gli atleti positivi appartengono al­

secondo i dati presi in esame dalla CVD, hanno più tesserati delle Federazioni (3.134.992 tesserati delle Federazioni a fronte dei 3.929.267 degli Enti) bisogne­ rebbe guardare con ottimismo al dato per

cui la percentuale di positività che presso le Federazioni è del 2,6%, scende allo 0,0% tra gli Enti e nelle Discipline Asso­

ciate. In 21 delle 33 Federazioni esaminate so­ no stati riscontrati atleti positivi e precisamente: calcio, pallacanestro, atletica leg­

co, hockey e pattinaggio, scherma, tria­

seguono poi la pallacanestro, il calcio ed

il nuoto. Se si considera invece la percen­ tuale di atleti controllati rispetto al nume-


DOSSIER

Il campione tatistico rende le clusioni del eport indicative e ìion esaustive

ro dei tesserati, risulta che il triathlon, la

strogeni (2,5%).

motonautica, il canottaggio e il rugby so­ no gli sport con percentuali di positività

Esaminando ora l'uso di tali sostanze in funzione dello sport praticato si osserva che gli stimolanti sono presenti nella pal­ lacanestro, nel nuoto, negli sport eque­ stri, nell'hockey e pattinaggio, nell'atle­ tica leggera, nel triathlon e nel rugby; gli anabolizzanti nel triathlon e nel nuoto; i diuretici nel calcio, nella pallacanestro, nell'handball, nel tennis, nella motonau­ tica e nella scherma. L'uso di sostanze at­ tive sul sistema ormonale e di antiestrogeni è stato riscontrato solo nel ciclismo mentre i corticosteroidi sono stati rileva­ ti nella pallavolo e negli sport equestri. La maggior parte delle positività è co­ munque dovuta al fumo della cannabis, che è sostanza proibita, dannosa ma non vero doping.

più elevate. Quanto alle classi di sostanze proibite ri­ scontrate, la più diffusa è rappresentata dai cannabinoidi (32,5%), seguono gli stimolanti ed i diuretici (20%), i cortico­ steroidi (10%), gli anabolizzanti (7,5%), le sostanze attive sul sistema ormonale (5%) ed infine i beta-bloccanti e gli antie-

Rapporto atleti controllati e positivi Organismo sportivo Federazioni Sportive Nazionali

Discipline Associate Enti di promozione sportiva

(Totale

Tesserati

Atleti controllati

% dei controllati

Atleti positivi

3.134.992

1.407

0,045

37

2,6

16.270

16

0,098

0

0,0

3.929.267

88

0,002

0

0,0

7.080.529

1.511

0,021

37

2,4

% positività

Fonte: Elaborazione ISS su dati CVD È interessante notare che il numero degli atleti delle FSN e degli Enti di promozione è sostanzialmente simile. Purtroppo, nell'indagine il numero di controlli è invece non in proporzione e questo rende difficile un valido confronto di risultati.

14

JírTíñO

Infine, confrontando ora i dati relativi al­ le percentuali di positività riscontrate per gli anni dal 2003 al 2006 risulta che

nonostante il numero dei controlli sia più che raddoppiata i valori percentuali di positività sono rimasti pressoché inal­ terati: si passa dal 2,7% del 2003 al 2,4% del 2006. ■


I più eclatanti casi di positività nel 2006

ATLETA

Jonathan Bachini

Floyd Landis

Justin Gatlin

SPORT

Zinaida Stahurskaya

CONTROLLO

SQUALIFICA

SOSTANZA testosterone

Justin Gatlin

atletica

Aprile 2006

8 anni/4 anni

Floyd Landis

ciclismo

Luglio 2006

2 anni

testosterone

Jonathan Bachini

calcio

Dicembre 2005*

a vita

cocaina

Luca Savoldi

calcio

Febbraio 2006

24 mesi

cocaina

Olga Pyleva

biathlon

Febbraio 2006

24 mesi

carfedone

atletica

Settembre 2006

24 mesi

steroide anabolizzante

Giugno 2006

6 mesi

eptaminolo

stanozololo

Lyubov Ivanova Tristan Valentin

ciclismo

Alex Flavio Longhi

ciclismo

Settembre 2006

30 mesi

Carmelo Panto

ciclismo

Settembre 2006

24 mesi

norandrosterone

Antonio Di Lorenzo

ciclismo

Marzo 2006

n.d.

gonadotropina

Marco Bordello

calcio

Novembre 2006

3 mesi

prednison

Walter Bressan

calcio

Maggio 2006

12 mesi

finasteride

Bryan Berard

hockey ghiaccio

Gennaio 2006

24 mesi

norandrosterone

Geneviève Jeanson

ciclismo

Giugno 2006

a vita

eritropoietina

prednisolone

Zach Lund

skeleton

Febbraio 2006

12 mesi

finasteride

Zinaida Stahurskaya

ciclismo

Luglio 2006

24 mesi

stanozololo, testosterone

calcio

Marzo 2006

12 mesi

metabolita del THC

calcio

Dicembre 2005*

Felice Dario Nappi Nicola Visentin

12 mesi

acetazolamide testosterone

Sasha Urweider

ciclismo

Febbraio 2006

24 mesi

Tim Lenard Pickett

basket

Febbraio 2006

sospensione cautelativa

metabolita del THC

Alessio Ognibene

ciclismo

Luglio 2006

n.d.

Norandrosterone

Giulia Casoni

tennis

Luglio 2006

n.d.

formoterolo

deltaplano

Agosto 2006

n.d.

idrodorotiazide

Luglio 2006

n.d.

idrodorotiazide

Edoardo Giudiceandrea Stefano Palazzi

vela

Nove pesisti iraniani

peso

Settembre 2006

24 mesi

testosterone

Luca Michieletto

tiro alla fune

Agosto 2006

n.d.

cocaina

Natalia Sadova

atletica

Maggio 2006

24 mesi

anabolizzante

tennis

Giugno 2005*

24 mesi

norandrosterone

Sesil Karatancheva

* Confermata nel 2006 In questa tabella vengono riportati anche atleti non tesserati per enti sportivi italiani, atleti non controllati dal Coni e/o dalle FSN e DSA, atleti sottoposti a controlli e a procedimenti disciplinari da Organi Antidoping o di Giustizia non del Coni e/o delle FSN e DSA.

^TifETI


DOSSIER_ _ _ _ _ _ _

Intervista-denuncia di Sandro Donati, alfiere della lotta al doping

«Difendiamo

i giovani dall'illusione» Al di là delle statistiche, come sta cambiando l'uso delle sostanze proibite? Quali le emergenze? Quale l'incidenza del "doping ambientale" e dell'uso dei medicinali facili anche fuori dallo sport? Lo abbiamo chiesto allo scienziato che più di chiunque altro in Italia da vent'anni è impegnato in prima linea di Andrea De Pascalis rofessor Donati: la sua lotta al

P

ritrovai quasi solo. Tutti, giornalisti in te­ doping comincia negli anni Ot­ sta, erano impegnati ad adulare Nebiolo tanta. Nei due decenni sin qui trascor e qualsiasi ­ denuncia veniva messa a tace­ re. Ben presto dovetti accorgermi che si, cosa è cambiato? Trova che ci si sia molte altre specialità sportive, con il coor­ impegnati abbastanza per contrasta­ dinamento del Coni, avevano scelto la re il fenomeno? Cosa resta da fare? strada dell'istituto di Biochimica del pro­ «Quando, nei primi anni Ottanta, tentai fessor Concom per cercare di conquistare di oppormi al doping dilagante nella più medaglie nelle competizioni interna­ squadra nazionale di atletica leggera, mi

«Io denunciavo, ma all'epoca i giornalisti si preoccupavano solo di adulare Primo Nebiolo»

«Nei primi anni '80 tentai di oppormi al doping dilagante nella Nazionale di atletica» L'atletica sotto sospetto

is JHìIWiI

zionali. Uno fra i tanti giornalisti celebratori giunse perfino a proporre il professo­ re ferrarese per il Nobel. Già in quel pe­ riodo molti atleti azzurri gareggiavano per le squadre militari ed ebbi chiaro co­ sa significasse la pratica del doping di Sta­ to con il consenso dell'intero Paese. La mia lotta al doping cominciò a prendere una piega diversa a metà degli anni No-

Primo Nebiolo


vanta, allorché riuscii a documentare in un dossier la diffusione dell'eritropoietina nel ciclismo professionistico e il ruolo cen­ trale dei medici di Ferrara nella gestione di numerosi corridori. Quel dossier provo­ cò poi l'indagine della magistratura nei confronti del Coni e del professor Concom che si è conclusa, per entrambe le par­ ti, con l'archiviazione per prescrizione ac­ compagnata da pesanti addebiti di do­ ping contro i quali sia il Coni sia il profes­ sor Concom hanno accuratamente evita­ to di ricorrere... Ora c'è maggiore sensibilità, soprattutto rispetto al rischio diffusivo tra i praticanti amatoriali, mentre il doping degli atleti di vertice, grazie alla complicità del mondo politico e dei media, dietro ad un pesan­ te strato di cerone, continua ad essere un problema irrisolto ed irrisolvibile. L'obiet­ tivo più importante del momento è quel-

lo di sottrarre al doping il numero mag­ giore possibile di giovani, organizzando a tappeto, in tutte le scuole italiane, dall'ul­ timo biennio delle elementari fino alle su­ periori, un efficace piano di educazione alla prevenzione. Ma non solo del doping, anche della droga, dell'alcol e dell'uso non terapeutico degli psicofarmaci». Secondo alcuni il doping chimico nel­ lo sport è una risultante del doping ambientale, inteso come insieme di pressioni che l'ambiente (organizza­ zioni sportive, sponsor, media, tifosi) esercita sull'atleta per il raggiungi­ mento del risultato a qualsiasi costo. E se non si contrasta il doping am­

bientale, non si può vincere il doping

«È evidente che il doping non è un prodotto esclusivo del mondo dello sport» chimico. Cosa ne pensa? «Penso anch'io che nell'espansione del doping sia determinante il peso negativo dell'ambiente. Su questa tendenza le massime istituzioni sportive dovrebbero riflettere, ma non credo che lo faranno, prese come sono dall'affarismo e dal car­ rierismo degli inamovibili dirigenti che le guidano. E allora la riflessione deve ri­ guardare altri soggetti, tra i quali gli Enti di promozione sportiva, in particolare

quelli con una lunga storia di attenzione alla persona. La riflessione deve, a mio pa­ rere, vertere su un punto nodale: quali so­ no le condizioni necessarie affinché lo sport possa esercitare tutto il proprio, enorme, potenziale rispetto all'educazio­ ne dei bambini e dei preadolescenti? Può darsi che si giunga alla conclusione che lo sport ad impronta adulta organizzato dal­ le Federazioni sportive non abbia mai ma­ nifestato questa propensione e, con i gio­ vanissimi, si sia limitato a concepirli come terreno di ricerca dei talenti. Potrei io stes­ so spendermi per portare avanti l'idea di una organizzazione dello sport giovanile,

«Un mio documento sull'uso di Epo nel ciclismo fece intervenire la magistratura»

UNA VITA CONTRO IL DOPING Maestro dello sport, laureato in scienze dell'allenamento a Lione, a lungo responsabile di alcuni settori della Nazionale di atletica, Sandro Donati ha sviluppato il suo impegno contro il doping a partire dai primi anni Ottanta, quando allenava alcuni grandi dell'atletica azzurra (tra questi il campione d'Europa Stefano Mei, nella foto) anche con prese di posizione pubbliche e coraggiose denunce dei compromessi e delle irregolarità che si andavano sviluppando nel mondo dello sport di vertice. Resistendo a tentativi di ridurlo al silenzio, Donati ha continuato ininterrottamente la sua battaglia, diventando nel frattempo un sicuro punto di riferimento per ('Agenzia Mondiale Antidoping (Wada).

«C'era chi proponeva il professor Conconi per il Premio Nobel» ihTRO

17


DOSSIER

Uso (e abuso) di farmaci negli atleti controllati Distribuzioni degli atleti secondo dichiarazioni di prodotti farmaceutici e/o salutistici * e per sesso

<Le case armaceutiche spingono per rendere i farmaci inche alle persone sane» fino alla preadolescenza, autonoma e af­ fidata a educatori e insegnanti, ma prefe­ risco limitarmi a proporla, per vedere se viene recepita. Altrimenti, vorrà dire che ci terremo lo sport giovanile che ci men­ tiamo. Il plurale è del tutto retorico, visto che la pratica sportiva monodisciplinare dovranno farsela andare bene i bambini». Dal dossier "L'affare doping: nelle mani delle mafie internazionali", che lei ha appena realizzato per "Libera", l'associazione fondata da don Ciotti, emerge un doping che ormai esce dai confini dello sport e diventa un fatto­ re presente nella vita quotidiana. Quale dimensione e quale valore ha questo fenomeno? «Si, è evidente che il doping non è un pro­ dotto esclusivo del mondo dello sport. Di­ ciamo pure che l'intensificazione della pratica agonistica e l'educazione dei pra­

Assunzione

Non assunzione

18

ShTìW!

Uomini

Donne

n.

%

n.

%

n.

%

960

63,5

634

60,6

326

70,3

551

1.511

|Totale

36,5 100

413

1.047

39,4 100

138

464

29,7

100

★vitamine, sali minerali, prodotti nutrizionali e/o fitoterapici (in associazione e non) Fonte: Elaborazione /SS su dati CVD

Dal Reporting System Doping Antidoping 2006 risulta che 960 atleti sui 1511 (64%) controllati hanno dichiarato di aver assunto prodotti farmaceutici (omeo­ patici compresi) e prodotti salutistici (vitamine, sali minerali, prodotti nutrizionali e/o fitoterapici) nelle 2 settimane precedenti il prelievo.

ticanti sportivi ridotta a una ricerca osses­ siva e alienante del successo ha mobilita­ to il peggio dell'essere umano tra cui il ri­ corso al doping. Ma al di fuori dello sport le cose tendono ad andare in maniera del tutto simile: il palestrato asservito al ri­ gonfiamento dei muscoli, il comune citta­ dino che sniffa la cocaina per apparire più brillante, la donna che ingurgita anfeta­ mine per accelerare la perdita di peso, so­ no tutti replicanti dello stesso refrain. Ap­ parire, tentare di apparire. Oggi nel mon­ do le industrie farmaceutiche, dopo aver maturato l'incredibile scoperta che i far­ maci possono essere venduti anche ai sa­ ni, pigiano sull'acceleratore e, nei modi più striscianti, prospettano a tutti ringio­ vanimenti, vigore sessuale e migliora­ menti estetici». L'uso distorto, improprio, dei farma­ ci da parte di persone sane, che pen­

«Occorre organizzare lo sport giovanile, affidandolo a educatori e insegnanti» Una Corsa camprestre

Totale

Atleti dichiaranti

sano così di "stare meglio" e di "ap­ parire meglio", evidenzia una cultu­ ra generale che non considera "pec­ cato" l'aiutino chimico. E le aziende farmaceutiche ne approfittano. Co­ me è possibile smontare questa spi­ rale?

«Tutto potrebbe iniziare da una doman­ da: è razionale che le industrie farmaceu­

tiche seguano le stesse regole del resto dell'industria o è assurdo aumentare an­ nualmente le quantità di farmaci prodot­ te che poi, inevitabilmente, finiranno per ridurre a consumatori un numero sempre più crescente di persone? Mi rendo ben conto che a questa domanda ne segui­ rebbe un'altra: chi controlla la produzio­ ne farmaceutica mondiale? Poi ne segui­ rebbero altre ancora, molte delle quali ruotanti intorno al ruolo di importanti istituzioni pubbliche internazionali». K

Iti

Gianni Petrucci

«Le istituzioni sportive dovrebbero riflettere sulle cause del doping, ma non lo faranno»


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DIBATTITO

L'Italia deve imparare dal resto d'Europa

Le nuove professioni nello sport per tutti Figure di operatori specializzati sono sempre più necessarie anche all'attività non profit. In particolare, lo sviluppo dello sport di base apre le porte a ruoli gestionali innovativi, che lasciano intravedere la possibilità di un interessante mercato del lavoro. Per capirlo è sufficiente fare uno studio su quanto già avviene all'estero di Andrea De Pascalis

c

i moltiplica nelle università italia«taaX ne, pubbliche e private, l'offerta di corsi di laurea e di master per la forma­ zione di particolari figure di operatori con competenze specifiche nella gestio­ ne di un club sportivo. Anche gli IUSM e la Scuola dello Sport concorrono alla for­ mazione dell'offerta. Tuttavia, la quasi totalità dei corsi riguarda lo sport busi­ ness, inteso sia come insieme dei club professionistici sia come area dei club fit­ ness profit. In definitiva, l'interesse è puntato sui processi di aziendalizzazione delle organizzazioni sportive, che gene­ rano e reinvestono profitti, con poca o nessuna propensione a valutare i bisogni formativi e gestionali delle società spor­ tive non profit. È un difetto di valutazio­ ne tutto italiano, poiché altrove il setto­ re cosiddetto del leisure, educational and recreation management, ovvero della gestione dello sport di tempo libe­ ro, educativo e ricreativo, è ritenuto co­ munque interessato ad avere, per un buon funzionamento, la disponibilità di alcune figure di operatori professionali. Noi di Stadium, e ovviamente il CSI pri­ ma di noi, siamo così convinti dell'im­

portanza della professionalità e mana­

20

gerialità nello sport da aver deciso di af­ fidare una rubrica di "Istruzioni per l'Uso" a un esperto del settore. Nel pri­ mo appuntamento (Stadium 1-2/2007) Barbara Ricci, consulente di marketing sportivo e autrice di pubblicazioni sul­ l'argomento, ha spiegato la comple­ mentarietà dei ruoli manageriali con quelli occupati dai volontari, proprio fa­ cendo riferimento allo sport di base. Nello scorso numero, sempre nella ru­

brica "Il Manager dello Sport", abbiamo dato conto anche dei principali corsi, universitari e non, per chi decide di fare dello sport la propria professione. Certo, i problemi di una società sportiva di quartiere o di parrocchia non sono gli stessi di un club dal budget elevato, in grado di ricorrere all'impiego in pianta stabile, pagandoli secondo mercato, di professionisti della gestione sportiva. Eppure anche la piccola società sportiva


In Italia per la gestione dello "sport del tempo libero" non è considerato fondamentale disporre di operatori protessionan

1 un difetto di alutazione pensare he nello sport di iase non siano lecessarie figure irofessionistiche non profit richiederebbe ormai una cul­ tura organizzativa e stili di conduzione basati su competenze in alcune aree di primaria importanza. Spazi per nuove fi­ gure professionali, magari con il ricorso

al part time, si vanno già profilando nei seguenti settori: area giuridica e legislativa: per l'analisi delle leggi e dei regolamenti che riguar­ dano le organizzazioni sportive in Italia,

gli aspetti civilistici e penali, le responsa­ bilità del dirigente in materia sanitaria e di sicurezza degli atleti e dei soci; area fiscale: con competenze circa il trat­ tamento fiscale di una società sportiva,

le facilitazioni di legge, gli obblighi di

sostenibilità economica e finanziaria del­

scritture contabili, la modulistica; area della gestione impiantistica : per

le cause sociali dell'associazione, della ri­ cerca di sponsorizzazzioni per il club in

l'analisi delle convenzioni tra la società sportiva, gli enti territoriali e le istituzio­ ni pubbliche, metodi gestionali e di con­

sé o per singoli eventi. Questo schema non è completo. Soprat­ tutto non tiene conto delle ulteriori figu­ re professionali che potrebbero rendersi

trollo del budget; area del management vero e proprio: analisi della domanda e dell'offerta, pro­ grammazione e pianificazione delle atti­ vità, moduli organizzativi di eventi, rea­

necessarie nel quadro di un forte impul­ so al settore dello sport per tutti, una volta che la sua rilevanza sociale fosse ri­ conosciuta in Italia, e le istituzioni e le

lizzazione di un sistema di qualità; area della comunicazione e della promo­ zione associativa: per i rapporti con i me­ dia sportivi e non, per la promozione del­ le attività e del club presso le istituzioni

comunità locali se ne facessero carico. Programmi pubblici orientati allo svilup­

e la comunità locale, per le pubbliche re­ lazioni, per gli scambi con le altre com­

ro che a questo punto si estenderebbe dall'impiego nelle fila dell'associazioni­

ponenti sportive; area della gestione delle risorse umane: utilizzo razionale e intelligente del vo­ lontariato, cura del rapporto tra volon­ tariato e figure professionali, cura del rapporto tra i diversi bacini di operatori

smo non profit a quello alle dipendenze di organizzazioni pubbliche (agenzie e

(dirigenti, tecnici, personale interno); area del fund raising e dello sponsoring: applicazione di un insieme di tecniche di

può trovare accesso nei servizi della sa­

raccolta fondi (anche come contributi di enti e istituzioni), di studio di strategie di

po dello sport per tutti offrirebbero in­ fatti ulteriori opportunità di impiego professionale, con un mercato del lavo­

settori di servizi). È quanto già avviene, ad esempio, nel campo delle ginnastiche di riabilitazione, dove lo specialista for­ mato per l'impiego in campo sportivo nità pubblica. Le prospettive sono interessanti, se guar­ diamo a quanto già avviene altrove. Ba­

sta gettare uno sguardo ad alcuni siti In-

WMS

21


DIBATTITO

In ritardo triturale frena 'uscita dalla irecarietà dello port non profit ternet inglesi (ad esempio: www.leisureopDortunities.co.uk) specializzati nel pubblicare offerte di lavoro nel campo dello sport di tempo libero, che propon­ gono possibilità di impiego per figure particolari di operatori, finora impensa­ bili dalle nostre parti: coordinatore dello sviluppo sportivo per conto dell'Ente lo­ cale (pianifica e sviluppa progetti per promuovere lo sport sul territorio); ma­ nager dei servizi sportivi pubblici; mana­ ger o coordinatore dei programmi pub­ blici di benessere varati dalla comunità; consigliere per le politiche pubbliche di fitness; promotore dello sviluppo sporti­ vo sul territorio e così via. Sia detto per inciso, si tratta di opportunità di lavoro non trascurabili sotto il profilo finanzia­ rio, con stipendi annui che variano dalle 12.000 alle 45.000 sterline (la lira sterli­

na che al cambio vale oggi circa 1,4 eu­ ro). Gli indicatori, in definitiva, evidenziano che il comparto dello sport per tutti è davvero in grado di offrire a breve buo­ ne opportunità di lavoro, dentro e fuori

In Inghilterra si sono sviluppate professioni legate allo sport di base con interessanti opportunità e stipendi che possono arrivare anche a 45 mila sterline dell'associazionismo, per nuove figure professionali, così come previsto da tan­ ti studi di settore a livello continentale. Resta da capire guanto tempo occorrerà per superare i tre fattori frenanti che per ora sembrano impedire al settore di de­ collare anche in Italia: il ritardo culturale mostrato dall'associa­ zionismo non profit nel cercare di uscire dall'improvvisazione per entrare nell'era

delle gestioni professionali; lo sbilanciamento dello sport italiano a favore dello sport competitivo, che im­ pedisce il pieno riconoscimento della pubblica utilità dello sport per tutti e del­ la sua promozione; la mancanza di politiche pubbliche, na­ zionali e locali, che si facciano carico del­ lo sviluppo dello sport per tutti i cittadi­ ni e del suo finanziamento. ■

Ma l'occupazione sportiva non cresce come potrebbe Sul numero di marzo Stadium, prendendo le mosse dal Rapporto Biennale sul Volontariato, ha mes­ so in luce come il comparto del­ l'associazionismo di volontariato sportivo in Italia generi pochi po­ sti di lavoro in rapporto a quanto avviene in altri settori del volon­

tariato nazionale, per quanto quest'ultimo offra esso stesso

22

"ÍTÍIWÍ

percentuali di occupazione più basse ri­ spetto al conte­ sto europeo. Lo sport non profit, insomma, fanalino di coda quanto a offerta di occupazione. Il dibattito lanciato da Stadium su questo te-

ma puntò l'indice, per spie­ gare il fenomeno, soprattut­ to sulla scarsa capacità pro­ gettuale dell'associazioni­ smo sportivo non profit, in­

capace di "vendere" profi­ cuamente il suo "prodotto" e poco coraggioso nel presen­ tare alle istituzioni progetti con­ creti e innovativi.


Quali i percorsi didattici e gli sbocchi professionali

Serve un salto di qualità per migliorare la formazione In Italia è in grande crescita lo sport per tutti, ma la preparazione manageriale finora ha riguardato soltanto il professionismo. Approfondiamo l'argomento con il professor Sergio Cherubini, direttore del corso Master dello Sport di Tor Vergata di Andrea De Pascalis n Italia la domanda sportiva si

I

domanda che meritano prestazioni di

qualità anche, per esempio, a partire dall' accessibilità agli impianti (trasporti, sport per tutti. Per poter rispondere parcheggi, segnaletica, ecc.) per prose­ a questa crescita, c'è necessità di fi­ guire con i servizi complementari quali gure professionali e manageriali ge­ l'accoglienza, gli spogliatoi, il ristoro, nerate da una formazione di livello l'igiene, l'informazione, ecc. medio-alto, o sono sufficienti opera­ In un'ottica così allargata è evidente che tori forniti di preparazione generica? nella dirigenza non è più sufficiente una «L'attuale sviluppo dello sport, come competenza essenzialmente tecnica e pratica funzionale al benessere psico-fi­ centrata sulla disciplina sportiva, ma si sico delle persone, è sotto gli occhi di rende necessario comprendere aspetti tutti, ma non sempre vi è una coerente relazionali, economici, finanziari, infor­ offerta di servizi idonei a soddisfare i li­

indirizza soprattutto verso lo

velli di aspettative di molti segmenti di

matici, giuridici, tipici di un manager di

risorse che, essendo onerose, richiedono di saper produrre benefi­

ci comparabili ai costi, anche quando si tratti di organizzazioni no

profit. Si impone quindi, un Prof. Cherubini salto di qualità rispettoso di questa nuova complessità che la gestione sportiva è chiamata ad affron­ tare». La formazione manageriale oggi è ri­ volta quasi esclusivamente allo sport professionistico. Perché, come accade in altri paesi, i centri formati­ vi non pensano a preparare profes­ sionalità anche per l'associazioni­ smo di sport per tutti, che pure con­

ta un bacino di molte decine di mi­ gliaia di società sportive? «Effettivamente esiste un pesante defi­ cit formativo dovuto al fatto che si ritie­ ne difficilmente recuperabile in ambito non professionistico l'investimento da sostenere per la formazione. Oggi assi­ stiamo però ad una inversione di ten­ denza: in tutti i settori, investire nel "ca­ pitale umano" viene considerato ad alta redditività in conseguenza dello diffusa

concorrenza. Occorre fare molta atten-

<fhTlÌWÌt

23


DIBATTITO

È il momento di utilizzare gli impianti sportivi come luoghi di socializzazione e benessere anche nell'attività dilettantistica

«L'investimento per la formazione ne considerato difficile da Recuperare» zione però: non è raro il caso di fallimen­ to, totale o parziale, di centri sportivi che hanno richiesto investimenti rilevanti e che devono funzionare per un elevato numero di anni se si vogliono rientrare di tali investimenti. È un problema economico, culturale

o cos'altro? Sicuramente, all'aspetto economico si aggiunge, così come in altri settori di at­ tività, una forte carenza culturale che in­

duce a ritenere teoria poco utile ciò che si apprende nei corsi, dimenticando un detto anglosassone "se non hai fiducia nell'istruzione, prova con l'ignoranza!''.

24

JHlÌWl

Dall'insieme di queste considerazioni emerge che taluni centri di formazione sarebbero sicuramente desiderosi di atti­ vare dei corsi su queste tematiche ma non trovano una risposta che permetta un minimo di equilibrio economico». Promoter associativi, addetti alla co­ municazione, specialisti della gestio­ ne di impiantistica... Quali nuove fi­ gure professionali ritiene possano diventare importanti nell'organizza­ zione dello sport per tutti? «Le necessità sono numerose e certa­ mente partono dalla gestione evoluta degli impianti sportivi visti come luoghi

di socializzazione, divertimento e benes­ sere e non come semplici dotazioni fisi­ che. A queste nuove esigenze vanno ag­ giunte quelle relative alla comunicazio­ ne e alla gestione aziendale: saranno

sempre più richiesti gli esperti in organiz­ zazione di eventi, in marketing relazio­ nale, in comunicazione esterna ed inter­ na, in gestori di network e partnership,

in controllo di gestione». In altri Paesi europei lo sport genera

nuovi ruoli lavorativi anche nel com­ parto delle politiche pubbliche per il benessere e la salute dei cittadini. Lo ritiene un orizzonte plausibile anche per il nostro Paese? «Certamente. Anzi queste figure po­ trebbero avere una funzione essenziale di stimolo, ma anche di controllo, per i processi innovativi nel management del­ lo sport dove ormai, come detto, la com­ plessità è rilevante ed è necessario di­ sporre di un bagaglio professionale che non ha nulla da invidiare ai dirigenti di attività produttive anche manifatturiere. Pertanto deve essere sviluppato, incenti­ vato, selezionato (magari anche con al­

bi), aggiornato, valutato nell'ambito di un processo teso al miglioramento con­ tinuo per il vantaggio della collettività, dello sport ed anche, naturalmente, del­ lo stesso personale che lavora in questi centri e che può sentirsi in stato d'infe­ riorità rispetto ad altri settori produttivi a meno che il suo status professionale si qualifichi e venga riconosciuto in modo specifico». ■


Oggi Rigoni di Asiago affianca il WWF per proteggere le Alpi, una delle ultime regioni naturali dell'Europa centrale: uno scrigno di biodiversità che ospita 30.000 specie animali e 13.000 specie vegetali Giorno dopo giorno il WWF si impegna a proteggere l'orso bruno, il lupo, la lince, lo stambecco, l’aquila reale e specie vegetali uniche come la stella alpina. La missione del WWF è costruire un mondo in cui l'uomo possa vivere in armonia con la Natura, conservare i sistemi naturali in Italia e nel mondo e promuovere uno sviluppo sostenibile. Rigoni di Asiago ha scelto di condividere questo sogno, sostenendo con il proprio impegno il Programma Ecoregione Alpi. WWF ”a,ia ONG-onius Nutrire l’amore per t. la natura con le scelte di ogni giorno. Quando acquisti il Miele Italiano Biologico Rigo2?^ ni di Asiago aiuti la natura. Le api sono indispensabili alla protezione dell’ambiente perché mantengono la biodiversità di fiori e piante e favoriscono la conservazione deH'habitat necessario agli animali selvatici. Il Miele del bosco, una delle 15 pre­ giate varietà di Rigoni di Asiago, è il prezioso regalo delle api che mantie­ ne la purezza e i meravigliosi profumi

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L'INTERVISTA ▼

Intervista a Franco Falcinelli, presidente della FPI

«Facciamo a pugni con la violenza» Il CSI ha appena stretto un accordo di collaborazione con la Federazione Pugilistica Italiana. Entusiasta il presidente: «Vogliamo rivalutare il ruolo educativo della boxe a livello giovanile. Per noi è una battaglia culturale che si vuole aggiungere alla grande battaglia morale varata con il Società patto per lo sport proposto ad Assisi Comitati Regionali da Edio Costantini»

e

Piemonte-Valle d'Ao

di Fabio Pizzul

I

48

375

32

404 205

Emilia Romagna

32

Liguria

27

226

40

327

Lazio

81

216

■ n attesa dell'incontro con Franco ■m Falcinelli, presidente della Federa­ zione Pugilistica Italiana, il mio pensiero va subito a ganci, allunghi e uppercut. La

ti. Il filosofo Mas­ simo Cacciari, che è anche un otti­ mo politico, defi­

Toscana

Marche

17

103

Umbria-Abruzzo-Molise

35

262

chiacchierata smentisce tutto: poco dopo ci troveremo a citare San Paolo, Carlo Bo

nisce la boxe co­ me l'ultima forma di leale duello tra gli uomini. Dob­ biamo riscoprire questi valori e ri­ proporli come de­

Campania

27

220

Puglia-Basilicata

23

130

Calabria

11

62

Sicilia

34

276

Sardegna

28

159

472

3190

e Socrate. Sorprese dello sport e di uno sport, come il pugilato, a torto considera­ to come pura e semplice espressione di violenza. Falcinelli lo precisa fin dalle pri­ me battute, lui che fino al 1996 era l'ap­ prezzato selezionatore della Nazionale azzurra e che dal 2001 è presidente della federazione. «La gente purtroppo ha sempre considerato il pugilato come sino­ nimo di violenza, di aggressione, di mez­ zo per fare del male all'avversario. In real­ tà è tutto il contrario. Socrate diceva: se sei aggredito, difenditi, ma alla maniera dei forti, con le mani nudi, le armi dei for-

26

Lombardia

Triveneto

ÌTkTiRTTìTB

Totale

cisivi anche nell'ottica di rivedere un po' i sistemi educativi dei nostri giova­ ni, anche attraverso lo sport». Immagino facciate un po' fatica ad uscire da questi schemi che vi si sono incrostati addosso.

«Sì ed è per questo che facciamo molta fatica a promuovere la boxe e i suoi vaio-

ri. Ecco perché ci siamo rivolti a un Ente di promo­ zione sportiva come il CSI che per tradizione,

coerenza ideolo­ gia e finalità operative ormai consolidate sul territorio ci può

dare una mano a proporre questo sport da combattimento che a nostro pa­ rere per i contenuti che non ha nulla da invidiare ad altre discipline. Basti pensare a quanto diceva San Paolo, che nella se­

conda lettera ai Corinti esalta addirittura il ruolo spirituale della pratica pugilistica. Diceva San Paolo: faccio il pugilato non


CHIESA, PUGILATO E MORALE NUOVE INTERPRETAZIONI di Claudio Paganini*

l giudizio morale della Chiesa sul pugi­ lato è risuonato più volte in modo ine­ quivocabile: «La vittoria per knock out

è fortemente condannato dalla morale. Il pugilato di palestra è soggetto a un giu­ dizio morale completamente diverso. È in­

o ai punti è il frutto di lesioni talvolta mor­ tali o di danni gravi inflitti al cervello. Ciò significa che il pugilato professionistico è una forma di tentato omicidio legalizzato,

fatti un puro esercizio di muscoli, che si mi­ sura con i pugni muniti di guantoni, ma avendo il viso e il capo coperti da un casco e con la proibizione di colpire alcune par­ ti del corpo dell'avversario. Si svolge sotto la vigilanza di un maestro e ha come sco­ po sia il rafforzamento muscolare sia lo svi­

I

a breve o a lunga scadenza, nel senso che quando il pugile sconfitto non muore nei giorni successivi al combattimento, porta per tutta la vita segni di morte nel suo fi­ sico e, soprattutto, nel suo spirito» (da "Civiltà Cattolica" 2005 pag.107-112 quaderno 3728). Ma sono possibili dei distinguo, accettati

in tal modo guadagnare il titolo in palio: tale vittoria comporta vantaggi economici notevoli e fama in campo atletico. Perciò i due avversari combattono con tutte le lo­ ro forze, usando tutta l'astuzia di cui sono capaci. La vittoria è assegnata dall'arbitro e da una giuria al pugile che ha consegui­ to un punteggio più alto. Il punteggio è deciso in base ai diversi fattori: efficacia

requieti e violenti al quale il Centro Spor­ tivo Italiano guarda con interesse. Esisto­ no numerose esperienze che il CSI sta monitorando e vagliando con attenzione pri­ ma di promuovere questa disciplina ai suoi

dei colpi arrivati a bersaglio; maggiore ag­ gressività negli attacchi conclusivi; mag­ giore capacità di evitare o parare i colpi av­ versari; abilità nella lotta, condotta delle proprie forze con intelligenza, tattica ed economia. Questo tipo di pratica sportiva

tesserati. Tra queste, e ha dell'incredibile, il corso di pugilato proposto in seminario

carriera. Sul ring i due rivali combattono con lo scopo di sconfiggere l'avversario e

come chi batte l'aria, ma per sottoporre il mio corpo in schiavitù, grazie ai sacrifici,

alle privazioni, alle rinunce. Il parallelo con la situazione odierna è immediato: il pugile, per rientrare nei limiti di peso, de­ ve privarsi del cibo, rinunciare a mangia­ re in una società consumistica così scon­ siderata come quella attuale, deve talvol­ ta rinunciare all'acqua per evitare che die­ ci grammi possano toglierlo di mezzo al

momento della verifica del peso. Insomma, sono tutti elementi che credo potreb-

prevalente dell'esercizio atletico è quindi la formazione psico-fisica del soggetto

che avviene in apposite palestre e non comporta titoli né carriere. Quanto al giu­ dizio morale che si può dare di esso, è con­ diviso da tutti gli studiosi che, «se si man­ tiene nei limiti di un combattimento inof­ fensivo, che per sua natura non compor­ ta rischi di mutilazione o di perdita della coscienza, non è moralmente condanna­ bile, anzi può essere utile» (dalla sopracci­ tata "Civiltà Cattolica"). Sopratutto in campo educativo, il pugilato di palestra, si è rivelato un prezioso strumento per il re­ cupero di quei giovani particolarmente ir­

anche dagli stessi moralisti cattolici tra il pugilato di palestra e il pugilato del ring. Il pugilato del ring, distinto a sua volta in dilettantistico e professionistico, ha un de­ nominatore comune: accentuare l'agoni­ smo e la vittoria per promuovere la propria

Il CSI ci può lutare a far capire he la boxe non è no sport violento»

luppo della prontezza dei riflessi e della ca­ pacità di sopportare il dolore. Obiettivo

a Bergamo, ai futuri sacerdoti. E se lo pra­ ticano loro...

* Consulente Ecclesiastico Nazionale del CSI

redazione@stadiumcsi.it

^iffO 27


L'INTERVISTA

Olimpionico Patrizio Oliva, campione olimpico a Mosca '80 è stato uno degli ultimi grandi campioni della boxe italiana. Eccolo mentre, nel 1986, conquista a Montecarlo il titolo mondiale dei welters jr, contro l'argentino Ubaldo Sacco. Nella pagina di apertura, Franco Falcinelli con Edio Costantini, presidente nazionale del CSI

«Faremo dei corsi per formare degli istruttori-educatori; non solo allenatori, ina soprattutto insegnanti»

bero essere trasmessi da personale più qualificato di quello che abbiamo nelle nostre palestre. Ecco perché con il Centro Sportivo Italiano faremo dei corsi specia­ lizzati per formare degli istruttori-educa­ tori, non solo allenatori, ma soprattutto insegnanti, maestri di pugilato. Questi dovrebbero completare non solo il profi­ lo tecnico, ma la personalità dell'atleta». A partire da queste affinità di fondo, che cosa si attende dalla collaborazio­ ne con il CSI?

«Noi ci attendiamo che venga rivalutato il ruolo educativo del pugilato a livello giovanile. Non vogliamo creare campioni per andare all'olimpiade o vincere il tito­ lo mondiale dei professionisti. Se ne arri­ va qualcuno non ci dispiace di certo, ma vogliamo puntare su un'educazione at­ traverso lo sport, cosa che il pugilato può garantire. Per noi è una battaglia cultura­

L'attività professionistica nel 2006/07

Gli atleti che puntano a Pechino

«Visto dal punto di vista dei tesserati e de­ gli affiliati, il movimento pugilistico è in ottima salute. Una recente indagine del Coni ci dava in crescita del 108% rispet­ to a quale anno fa. Dal punto di vista del­ l'aspetto spettacolare, cioè dei campioni, che in tempi passati potevano essere Ar­ care Benvenuti, Loi o i più recenti Oliva e

Società

13

Atleti

159

Arbitri/giudici

32

Dirigenti

32

Manifestazioni nazionali Incontri in italia

78’-66 359

Ine. in italia tra pug. str.

21

Titoli italiani

53

’Organizzate da società prof. Organizzate da società dii. con pugili prof.

28

le che si vuole aggiungere alla grande battaglia morale del CSI, varata con il pat­ to per lo sport proposto ad Assisi da Edio Costantini». Come sta il pugilato italiano?

ALFONSO PINTO

48 KG

VINCENZO PICARDI

51 KG

VITTORIO PARRINELLO

54 KG

DOMENICO VALENTINO

60 KG

CARMINE CIRILLO

64 KG

IVANO DEL MONTE

75 KG

CLEMENTE RUSSO

91 KG

«Questa storia del traino dei campioni non è sempre vera. Non sempre il grande risultato sportivo porta sui campi di gara,

ROBERTO CAMMARELLE

+91KG

e nel nostro caso nelle palestre, un nume­ ro maggiore di praticanti. Il mondo del

Rosi, siamo invece in una situazione di se­ mi oscurità». Come spiega allora questa crescita del movimento senza il traino dei per­ sonaggi di vertice?


professionismo è un mondo estremamente piacevole per chi ama la lotta, tal­

volta anche in forma estrema, ma questa passione non sempre si concilia con la pratica comune di questo sport. Tanti am­ mirano il grandissimo campione, ma da­ to che riesce a fare cose quasi impossibi­ li, è difficile da emulare e non rappresen­ ta uno stimolo alla pratica del pugilato. I grandi campioni del ring sono grandi per­ sonaggi, dei supermen, dal punto di vista della prestazione, del coraggio, delle ca­ pacità muscolari, dello spirito di sacrifi­

cio». Che cosa fate per promuovere la vo­ stra disciplina? «La spinta determinante viene dallo sport

amatoriale, dal "fisical fitness" e, soprat­ tutto, dalla diffusione della pratica tra le donne. Abbiamo abbattuto il tabù che

precludeva il pugilato alle donne, ovvero il rischio della salute, l'idea di uscire dal ring con le ossa rotte. Ora, se lo fanno le donne, i maschietti non possono essere da meno. Questo ha dato un impulso de­

cisivo ai praticanti». E sui giovani quali strategie avete? «Puntiamo soprattutto a differenziare il pugilato spettacolare, professionistico, da quello olimpico. Abbiamo anche isti­ tuito una sezione di sport educativo che

in Francia e in altri paesi è ormai consoli­ data da tanti anni. È un'opportunità per

gli operatori delle scuole perché grazie al­ la pratica della boxe in qualche modo si può migliorare la formazione del caratte-

Anti-bullismo

ne di autocontrollo oggi potrebbe essere un elemento importante anche per com­

Carlo Bo

battere le forme di bullismo che tanto in­ teressano le nostre scuole e la nostra gio­

ventù». Sul piano agonistico sportivo, che co­ sa attende la sua federazione nel

«Il pugilato non esalta la violenza, ma al contrario tende a esaltare la ragione sulla violenza, il controllo sulla forza bruta»: il pensiero dell'intellettuale morto nel 2001 potrebbe essere attualizzato contro il budismo giovanile re e della personalità, attraverso una pra­ tica che insegna le regole, che educa al coraggio, che diminuisce e canalizza l'ag­ gressività. Un grande uomo di cultura co­ me Carlo Bo affermò che il pugilato non esalta la violenza, ma, al contrario, tende ad esaltare la ragione sulla violenza, il

controllo sulla forza bruta. Questa funzio­

prossimo futuro? «Stiamo fortemente puntando ai Giochi Olimpici di Pechino. Vorremmo davvero fare bella figura. Per questo abbiamo af­ fidato la metodologia della preparazione tecnica a al professor Vasilij Filimonov che è un grande esperto dell'ex Unione Sovie­ tica. Il professore nasce da quella cultura scientifica, che per tanti anni fu persegui­ ta dall'URSS, creando una cultura sporti­ va impareggiabile in quel periodo. I pugi­ li sovietici, che per anni hanno fatto solo dilettantismo, sono espressione di finissi­

ma tecnica, di grande capacità tattica, di grande temperamento e forza psicologi­ ca. Pensiamo, senza nulla togliere ai no­ stri tecnici, che ci hanno portato ad esse­ re la quarta federazione più medagliata del Coni, di poter davvero migliorare in vi­

sta di Un'Olimpiade difficilissima come

quella di Pechino». Per chiudere, le offro l'opportunità di un un piccolo spazio, quasi uno slo­ gan per convincere un giovane a pra­ ticare il pugilato. «Ripeto volentieri un'espressione che ha usato don Claudio Paganini, consulente

ecclesiastico del CSI: facciamo a pugni con la violenza».

Anna Oliverio Ferraris

Violenza e bullismo a scuola Il valore educativo della boxe nei confronti della violenza giovanile è ben descritto da Anna Oliverio Ferrarsis, psicoioga e psicoterapeuta, docente di

ché dietro la loro violenza c'è sempre un messag­ gio da decifrare. Agli adulti il compito di leggere e tradurre questi segnali "in codice". E, missione an­

Psicologia dell'età evolutiva alla Sapienza, nel suo ultimo saggio Piccoli bulli crescono. Come impedire

cora più ardua, di trovare risposte e soluzioni. La boxe viene citata proprio come uno degli strumen­ ti in più per comprendere e intervenire, insieme al­

che la violenza rovini la vita ai nostri figli (Rizzoli)

PICCOLI BULLI CRESCONO

lo sport tutto, alla musica, all'arte, tutte risorse per

L

'aggressività fa parte della natura umana, ma la violenza può essere tenuta sotto controllo fin dall'infanzia. È questa la tesi

da cui parte Anna Oliverio Ferraris per affrontare il tema del

stimolare nei bambini l'amore di sé, il piacere del­ la sfida, il rispetto degli altri. «La boxe educativa (basata più sullo schivare I colpi che sul darli) può trasformare l'odio, la paura, il

e la violenza in rispetto, rigore, onestà e coraggio. Un ra­ bullismo giovanile, un fenomeno tornato con prepotenza alla rirancore ­ balta per la sua crescente diffusione. Che si tratti di ragazzini cre­ gazzo che ha bisogno di dare una direzionalità alle proprie ener­ sciuti in quartieri degradati, o in famiglie problematiche, o con dif­ gie o di incanalare la propria rabbia, può (...) integrare la sua ag­ ficoltà di apprendimento, la società intera non può ignorarli per­ gressività in modo accettabile nella sua esistenza».

SàlllllllK 29


«AMO MILANO L'AMERICA PUÒ ASPETTARE»


A18 anni è considerato il nuovo Bargnani e l'NBA gli ha già messo gli occhi addosso. «Ho due anni di contratto con l'olimpia e intendo rki^grli: voglio crescere in pace e fare esperienza». Figlio d'arte, suo paffflKporio è stato un grande degli anni '80 e '90. «Vorrei vincere quefflfte ha vintcjlui, per mostrare i trofei ai miei figli. Proprio come lui faSL me». Studente modello, senza fidanzata, con un mito: il coaifflmpssina. «Per lavorare con lui andrei anche a Mosca» di Ma^^rernardini FotosSfflffi di Andrea Raso/LAPRESSE

g. & °


PRIMO PIANO

anilo Gallinari, le piace la

D

musica?

«L'adoro. Vivrei con le cuffiette dello ste­ reo sempre infilate nelle orecchie. Ma perché me lo chiede?». Vede, lei non era ancora nato quan­ do Rita Pavone cantava di quanto e di come fosse difficile avere diciotto anni. E questo accadeva mezzo seco­ lo fa. Lei, appunto, è un diciottenne passeggero in un'epoca nella quale tantissimi giovani vengono sorpresi

SO297

Ria

con disegnata sul volto l'espressione stranita di coloro che non sanno come affrontare la vita. «Mi rendo conto anche io dell'esistenza di questo fenomeno. Il guaio della mia generazione è, principalmente, quello di possedere pochi punti di riferimento dai quali partire. Si tratta di un discorso molto complicato per la cui discussione non

Parola di papà Gallinari

|

Speranze

Danilo Gallinari compirà 19 anni il prossimo 8 agosto. In alto, eccolo in azione contro la Fortitudo Bologna. Quindi, il suo coach Djordevic dà indicazioni al play Garris. Finalista due anni fa, ¡'Olimpia Milano crede in un grande play-off

«Ancora due anni e anche Danilo sarà pronto per gli Usa» Ieri campione, oggi manager, parla di suo figlio: «Ha grandi

potenzialità, ma deve fare esperienza. La pallacanestro di oggi

è più fisica, il basket della mia generazione era più tattico»

di Luca Tommasini

basterebbero centinaia di pagine. Per quel che mi riguarda, però, la questione mi è abbastanza sconosciuta. Per mia grande fortuna, infatti, fin da piccolissimo ho imparato a riconoscere quelli che dovreb­ bero essere i valori essenziali per l'esisten­ za di un uomo. Merito dei miei genitori, naturalmente. Con in più un optional assolutamente fondamentale per quella che ho voluto fosse la mia professione. Dico del basket e di mio padre Vittorio il quale, come ex campione, mi ha permes­ so di crescere respirando l'aria che mi avrebbe permesso di coronare un sogno. Quello di essere giocatore come lui». Lui fu un campione assoluto. Lei... «lo, ogni volta che vado a trovarlo a casa, mi piazzo davanti a tutti i trofei che ha vinto lui e mi lascio trasportare dalla fantasia. Magari, un giorno, potessi far vedere a mio figlio lo stesso numero di

ittorio Gallinari è stato uno dei miglio­ ri difensori italiani di sempre. Bandiera dell'olimpia dell'era Peterson, ha vinto

V

tutto: quattro scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa Korac e una Coppa

Italia. Ora fa l'agente di giocatori ed è il papà di una delle più grandi promesse del basket italiano. Papà Vittorio, dica la verità, si aspetta­ va di vedere giocare Danilo a questi livelli? «Devo dire che la sua stagione è più che positiva fino ad ora. Considerando che è il suo primo anno di Serie A, credo che sia andato al di là di ogni aspettativa» Quanto ci vorrà per raggiungere Bargnani in America?

«Ancora è presto per pensare all'NBA, anche se Danilo ha già ricevuto pressioni importanti. Credo che prima di fare quel salto debba accumulare un'esperienza

32

5TkTìNTTnlí


medaglie e di Coppe che ha conquistato

mio papà». Danilo, si offende se le dico che la sua storia e quella della sua famiglia mi ricorda molto da vicino quella della tribù Maldini, Cesare il padre e Paolo il figlio i quali hanno scritto pagine memorabili per il grande

esami"? «Un piccolo vuoto che voglio colmare in questi giorni. Però conosco la trama. Si tratta di un inno all'amicizia tra giovani. Bello». E lei che rapporto ha con i suoi com­ pagni di classe? Non è che per caso il fatto di essere già un campione la

romanzo del Milan? «Offendermi, io? Al contrario. A parte il

porta a tirarsela un poco? «Figuriamoci! Mi prenderebbero

fatto che il mio cuore di tifoso del pallo­ ne è totalmente rossonero, sarebbe meraviglioso se riuscissi a realizzare tutto

schiaffi e farebbero bene. Poi, guardi, non potrebbe accadere mai una cosa del genere. Il mio liceo è frequentato da un sacco di giovani che, come me, fanno sport quasi a livello professionale. Molti dei miei compagni giocano nelle giovani­

ciò che di stupendo ha fatto Paolo nel calcio, portando avanti l'eredità che gli aveva trasmesso suo padre Cesare. Magari andasse in questo modo!». Lei è anche studente, mi pare. «Ultimo anno di liceo Scientifico, quindi sul trampolino per l'esame di maturità». Ha visto il film "La notte prima degli

maggiore in serie A e in Eurolega. È molto

importante che l'anno prossimo si abitui al ritmo delle due partite settimanali. Non dimentichiamo che in America si gioca molto di più. Ancora un paio d'anni a que­ sto livello e Danilo sarà pronto» Le chiede consigli prima delle partite? «A volte capita, ma per gli aspetti tecnici ci

sono gli allenatori. Come padre, devo aiu­ tare mio figlio a crescere caratterialmente

e mentalmente» Un pregio e un difetto di Danilo. «Partiamo dalla cosa più importante: va bene a scuola. Quest'anno frequenta il quinto anno di liceo scientifico ed è sem­ pre stato promosso senza mai un debito. Questa per me è una grande soddisfazio­ ne, perché non è facile per un giovane stu­ diare ed allenarsi. Di sicuro il suo pregio è la tranquillità, in campo e fuori. Non si

lascia intimorire, gioca una finale con lo

a

li dell'lnter e del Milan. La questione del­ l'immagine non si pone». Come si chiama il suo Liceo? «Si chiama "Studium" ed è privato, sep­

FARA' TANTA STRADA PAROLA DI CT RECALCATI Convocato dal et Carlo Recalcati (nella foto) per l'ultimo All Star Game, disputato a Torino, Danilo Gallinari si è aggiudicato la gara di tiro da 3 punti battendo in finale Michael Jordan di Cantèi (solo un omonimo, ovviamente) con un ottimo 14/25, a fronte dell'8/25 dell'avversario. La giovane ala dell'olimpia Milano rappresenta il futuro del nostro basket, come sottolinea il et azzurro: «Danilo Gallinari è attualmente il giocatore italiano più completo in attività nel nostro campionato: farà tanta strada, ne sono certo». E in preparazione all'olimpiade di Pechino 2008, l'Europeo di settembre in Spagna è il più attendibile dei test (a pagina 36, nello Speciale Basket).

pure parificato».

stesso stato d'animo con cui affronta l'ul­ tima in classifica. Sotto questo aspetto mi

si cura molto l'aspetto atletico. Una volta si dedicava più tempo alla tecnica. Direi

rivedo in lui: anche io in campo riuscivo ad essere calmo, ma allo stesso tempo deter­ minato e sempre presente in ogni azione.

che la pallacanestro di

Quanto ai difetti, posso dire che non è un grande giocatore di carte perché lo batto sempre... A parte gli scherzi, direi che potrebbe imparare a curare con più atten­ zione qualche particolare della sua prepa­

razione» L'ultima sfida con suo figlio sotto canestro? «Non ne parliamo. Dopo la batosta che ho preso l'anno scorso al campetto che c'è sotto casa, ho deciso di smettere perché non mi piace perdere...» Che differenza c'è tra il basket di oggi

e quello della sua generazione? «Vedo che Danilo passa ore in palestra

con i pesi, e che negli allenamenti adesso

oggi è più fisica, men­ tre il basket della mia generazione era più

tattico».

HA SMESSO NEL 1994 Vittorio Gallinari è nato a Sant'Angelo Lodigiano il 22 ottobre del 1958. Ha legato il suo nome all'olimpia Milano (11 campionati, 349 presenze, quarto di sempre), con cui ha esordito in Serie A nel 1976 e di cui è stato eletto miglior "sesto uomo" di sempre in occasione dei 70 anni del club, ma ha giocato anche per l'Annabella Pavia, la Virtus Bologna, la Glaxo Verona e la Baker Livorno. Ha lasciato la Serie A nel 1994, chiudendo la carriera nei campionati minori.

SkTiITO 33


primo piano ■

«Da milanista mi piacerebbe se la mia storia si ispirasse a quella della famiglia Maldini» IM

Nome: Danilo Gallinari Soprannome: Gallo Nato a: Sant'Angelo Lodigiano II: 8 agosto 1988 Altezza: 206 erri Peso: 95 kg Ruolo: guardia, ala Squadra: Armani Jeans Milano Numero di maglia: 8

Squadre in carriera: Assigeco Casalpusterlengo (B1, 2004-05); Edimes Pavia (Legadue, 2005-06, in prestito dall'olimpia Milano); Olimpia Milano (A1, 2006-07)

Una scelta per faticare di meno? «Assolutamente no. Soltanto perchè in una scuola del genere si riescono a coniugare meglio gli impegni culturali con quelli agonistici». Quanto è stata determinante la pre­ senza di suo padre per la sua scalata vincente nel mondo del basket? «Zero, a livello di raccomandazione o di privilegi particolari. Dieci, sul piano della conoscenza e dei consigli, talvolta anche tecnici». Oltre la siepe della pallacanestro, cosa altro c'è per lei?

Premi: Miglior giocatore italiano della Legadue (2005-06) In Nazionale: medaglia di bronzo con l'Under 18 agli Europei di Belgrado 2005 Squadra preferita NBA: Detroit

Pistons Giocatore preferito NBA: Richard Hamilton Idolo: Michael Jordan Studi: frequenta il quinto anno di Liceo Scientifico a Milano Interessi: psicologia e sociologia Letture: libri gialli

«La play station, la musica, il telefoni­ no». Non mi dica che anche lei è un ragaz­ zino virtuale! «Per la carità. La play è quella vecchia, prima maniera. È uscita la terza edizione, ma manco ci penso a comprarla. La musica è vita. In quanto al telefonino, beh con quello confesso di esagerare un poco. Sono un maniaco degli SMS». Come dire, sempre in contatto con la fidanzata.

Miti e modelli

«Che non esiste, purtroppo». Meglio dire "ancora", anziché "pur­ troppo", visto che oltre a essere un gran bravo giocatore lei è anche un bel ragazzo.

Tifoso milanista e figlio di un campione, Danilo Gallinari spera di ripetere la parabola sportiva di Paolo e Cesare Maldini. Ettore Messina, a fianco, attuale coacb del CSKA Mosca, in passato ha allenato anche papà Vittorio. Forse è per questo che Gallinari jr spera di lavorare con lui. Nell'altra pagina, Michael Jordan, il mito di sempre, e Richard Hamilton, in basso, l'idolo di oggi

«Mah, di tifose ne ho tante. Ma propo­ ste serie per il momento nessuna». Probabilmente quando tornerà dagli Stati Uniti ne riceverà un sacco. «Scusi, perchè dovrei tornare dagli Stati Uniti?». Perchè Bargnani ci è andato e per­ ché, a quanto si dice, quelli della NBA adesso vorrebbero anche lei. «lo ho due anni di contratto qui a Milano

SI PUÒ DIVENTARE CAMPIONI SENZA ABBANDONARE LA SCUOLA Sono tanti gli adolescenti come Danilo Gallinari che praticano sport ad alto livello e che si trovano nella non facile situazione di dover conciliare gli allenamenti con lo studio. Danilo, che frequenta il quinto anno di liceo scientifico, ha aderito al Progetto Sport del Coni, iscrivendosi al Liceo Studium (nella foto, l'ingresso). Si tratta di un istituto creato appositamente per rimuovere quegli ostacoli organizzativi, psicologici e di approccio che spesso impongono all'adolescente una scelta tra sport e scuola. Il metodo prevede piani di studio personalizzati, elasticità di orari e tutor a disposizione di ogni studente.


Il denaro serve er vivere meglio non deve essere punto cardine ella vita»

e non intendo disattendere questo impe­

Se ho ben capito, l'America può

gno». Ma come? Tutti i giocatori di basket

attendere. «Per almeno due o tre anni, sì. 0, forse, addirittura per sempre. Vede, io amo il basket italiano e mi dispiace vederlo andare avanti privo di quella che riten­ go essere l'elemento essenziale per la

sognano gli Usa... «Un sogno, appunto. Ma non è detto che per diventare veramente grandi uno debba necessariamente lasciare l'Italia o perlomeno l'Europa. Se dovessi scegliere,

in questo momento io per esempio

andrei a Mosca». A fare che cosa, mi scusi? «A giocare nel CSKA, la squadra allena­ ta da quel grandissimo maestro che si

chiama Ettore Messina che, a suo tempo fu anche il coach di mio padre Vittorio. In ogni caso mi va benissimo l'Italia dove il livello qualitativo del basket non è poi così inferiore a quello americano come

pensa qualcuno». Negli Usa guadagnerebbe di più. «Il denaro serve per vivere meglio, non deve rappresentare il cardine della vita». Nei campus universitari americani, studio e gioco vanno a braccetto. «A Milano esistono due ottime Università per le facoltà che vorrei fare

io: sociologia oppure psicologia».

vita di qualunque sport. Intendo quella che si chiama identità di squadra. Troppi stranieri che vanno e che vengo­ no in virtù di quella Legge Bosman che deve essere sicuramente modificata. Due elementi stranieri per squadra

devono bastare e avanzare. Ecco, se così fosse anche il mio amico Bargnani potrebbe tranquillamente tornare a casa» Vede che non sbagliavo paragonan­

do la sua storia a quella di Paolo Maldini: lui non ha mai tradito il suo Milan. «Senza bandiere non si arriva da nessu­ na parte. Oggi ce ne sono così poche in giro. E forse è per questo che tanti gio­ vani della mia età si osservano intorno con l'espressione di chi non sa più in che cosa o a chi credere veramente» ■

COACH DJORDJEVIC: COSÌ SI FA MATURARE UN TALENTO Non basta avere tra le mani un talento, bisogna anche saperlo fare crescere. Una bella responsabilità per Sasha Djordjevic: «La prima cosa da non dimenticare mai - spiega l'allenatore dell'olimpia Milano - è che "Gallo" sta crescendo in mezzo a 8 americani, e che si è dovuto creare una forte credibilità, per evitare forme di rigetto. Cosa non da poco, alla sua età. Per questo cerco di non stressarlo con troppe urla. Già di suo poi, il ragazzo, è abbastanza autocritico. Credo che possa migliorare ancora molto nei rimbalzi offensivi»

NBA: JORDAN IL MITO HAMILTON L'IDOLO DI OGGI Il grande Michael Jordan è il campione all time che Danilo Gallinari mette sopra ogni altro. Il giocatore preferito di oggi è invece Richard Hamilton, "centro piccolo" e tiratore scelto dei Detroit Pistons. Hamilton, 29 anni, 2.01, tra l'altro ha un fisico "umano": pesa solo 88 kg, quasi una piuma tra tanti colossi. Tra un paio d'anni Danilo potrà misurarsi anche con lui.


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A settembre gli Europei in Spagna

L'Italia baby fa sognare

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We Are Basketball

Gli azzurri di Recalcati sono stati inseriti nel Gruppo D, con Francia, Slovenia e Polonia. Bargnani, Belinelli e Gallinari per la prima volta insieme. È giusto coltivare ambizioni di vertice, ma il et avverte: «Non carichiamoli di troppe responsabilità» di Omar Bonino con la Croazia nella seconda fase e deci­ edici squadre, 4 gironi, le prime 3 di mo posto finale) e più del Mondiale in ciascun gruppo passano alla seconda fase, dove le 12 qualificate saranno divise Giappone dello scorso, dove l'Italia fu in base ai piazzamenti in due gironi da 6 nona. squadre, da cui usciranno le migliori 8 per Le premesse per fare bella figura ci sono tutte. La Nazionale è stata ringiovanita e i quarti di finale, quindi semifinali e finale soprattutto rinforzata: ci sarà Bargnani il 16 settembre. Semplice la formula del (assente in Giappone) e ci saranno 35° campionato europeo di basket cui Gallinari e Belinelli, gli altri due boys terri­ l'Italia si avvicina con rinnovate e giustifica­

S

te ambizioni. L'appuntamento è in Spagna, dal prossimo 3 settembre. Azzurri inseriti nel Gruppo D, con Francia, Polonia e Slovenia. Debutto ad Alicante (3 settem­ bre) proprio contro gli sloveni. Quindi Francia (presumibilmente i rivali più temi­ bili) e Polonia nei giorni immediatamente successivi, sempre ad Alicante. Il et Carlo Recalcati ha le idee chiare e del resto l'obiettivo dichiarato è semplice: tor­ nare ai fasti di Atene 2004, dove l'Italia fu seconda, e dimenticare rapidamente le brutte pagine dell'Euro 2005 (sconfitta

bili del basket azzurro. Obiettivo minimo: le semifinali. «Spero davvero che possa esserci anche Bargnani, molto dipenderà da quando finirà la sua attività negli Stati Uniti: io, ovviamente, spero il prima possi­ bile...», racconta Recalcati. «Il nostro viva­ io sta fornendo ottimi giocatori, abbiamo ragazzi dell'89-90-91 molto interessanti e se vogliamo parlare di giocatori top a livel­ lo internazionale ne abbiamo tre di gran­ dissimo livello. L'unico problema, se così vogliamo dire è che Bargnani, Belinelli e

Gallinari sono ragazzi di vent'anni: tutti si

RECALCATI CT DA 6 ANNI ARGENTO OLIMPICO NEL 2004 Carlo Recalcati, classe 1945, è stato uno dei più grandi campioni del basket italiano (166 presenze in Nazionale) e ha contribuito a scrivere la storia di Cantù, di cui è stato capitano negli anni '60 e '70. Per lui, 2 scudetti (1968 e 1975), 3 Coppe Korac (1973, 1974 e 1975), 3 Coppe delle Coppe (1977, 1978 e 1979) e una Coppa Intercontinentale (1975). Nel 1981 smette di giocare (era a Parma, in Serie B) e diventa allenatore: Bergamo, Cantù, Reggio Calabria, Milano, Varese, Bologna, Siena, fino alla Nazionale, che diventa sua nel 2001. L'argento olimpico ad Atene il risultato più bello finora conseguito sulla panchi­ na azzurra. In Spagna cercherà di rifarsi delle delusioni dell'ultimo Mondiale.

36

stadium

aspettano da loro grandi cose ma non sempre è facile ottenerle. Belinelli ai Mondiali ha fatto una grande prestazione contro gli Stati Uniti, segnando 28 e acqui­ stando così grande credibilità anche per /'NBA, ma purtroppo dopo quella grande

partita non è più riuscito a ripetersi agli stessi livelli nelle gare successive. È il rischio dell'età. Erano 5 anni che aspettavo di avere talenti come questi: il mio compito è fare sì che diventino giocatori maturi e punti fermi della Nazionale. Il nostro, indubbiamente, è un movimento in ripre­ sa, ma avremo risolto i nostri problemi solo quando potremmo disporre di più di tre giocatori super. Pensiamo solo che se Bargnani non c'è, il suo sostituto è Malanda, che ha dieci anni più di lui... Avere Belinelli, Bargnani e Gallinari è

importantissimo anche per mandare mes­ saggi positivi all'esterno, ma guai a caricar­

li d troppe responsabilità».


Azzurrissimi

|TALl||ï

Andrea Bargnani ha sfondato al primo anno nell'NBA, portando Toronto ai play-off. Nella foto grande Andrea Belinelli, Taltra grande speranza del basket azzurro: anche per lui l'America è vicina. Sotto, Matteo Soragna, uno dei veterani azzurri

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DUE TITOLI NELLA STORIA AZZURRA LA GRECIA È CAMPIONE IN CARICA L'Italia ha vinto 2 delle precedenti 34 edizioni dei campionati europei di basket, entrambe disputate in Francia ed entrambe in finale sulla Spagna: nel 1983 con Sandro Gamba in panchina e nel 1999 a Parigi con Bogdan Tanjevic et. Gli azzurri, già con Carlo Recalcati in panchina, sono invece finiti al terzo posto in Svezia nel 2003, mentre hanno deluso profondamente a Belgrado, nel 2005, eliminati prema­ turamente (decimo posto finale) nel torneo dominato dalla Grecia (nella foto). In assoluto, sono l'Unione Sovietica con 14 titoli e la Jugoslavia con 8 i Paesi che hanno conquistato più volte il titolo europeo. Tra le Nazionali invece ancora esistenti, il primato è della Lituania (con 3 titoli) davanti proprio a Italia e Grecia con 2.


PALLACANESTRO

CHIARA PASTORE

Il gioiellino di Faenza ha cominciato gérmanq zana

i n oratorio A 20 anni è una delle più grandi speranze del basket femminile italiano, miglior giovane dell'ultima Coppa Italia, vinta dalla sua squadra, la Germano Zama Faenza. «Sono un'istintiva, forse troppo. Papà è stato il mio primo allenatore: ho cominciato da bambina, nella palestra della mia parrocchia, al Vomero. E non ho più smesso» di Felice Alborghetti

orridono i suoi 20 anni. Chiara Pastore, playmaker della Ger­

mano Zama Faenza, è un peperino, dal­ l'ottimo ball handing, veloce in penetra­ zione e anche a giocare nel "traffico". Cocchina implacabile nei tiri liberi, un po' meno dai 6,25. In difesa non molla mai. Il suo punto forte? Il palleggio. Il punto debole? Il tiro da fuori. È stata votata migliore giovane giocatrice dell'ultima Coppa Italia, il primo trofeo vinto da Faenza nella storia del basket. Azzurra under 20, sogna gli Europei di Chieti a settembre e ripensa al recente passato nel

Centro Sportivo Italiano.

Chiara: cosa significa essere MVP gio­ vane della Coppa Italia ? «Non mi aspettavo un simile riconosci­ mento. Nelle quattro squadre finaliste c'erano molte giovani ragazze che gioca­ vano più minuti di me. Una buona semifi­ nale la mia, in finale sono andata un po' meno bene. Comunque una vittoria nella vittoria più grande di questa Coppa Italia. L'avevamo sfiorata un anno fa e c'era

rimasta in gola la sconfitta in finale». Ora, l'appetito vien mangiando? «Siamo messe bene in campionato, natu­ rale e normale pensare allo scudetto, sarebbe una fantastica doppietta per que-


«Dalla Pro Cangiani li Napoli alla Serie l: tutto merito del ¡entro Sportivo Italiano» sta città che prima non aveva mai vinto

niente». Come è il pubblico di Faenza? «Fantastico. È il nostro sesto uomo, sem­ pre. Le aspettative prima del mio arrivo erano molte, il pubblico mi ha sostenuta da subito senza sottopormi a pressioni e tensioni, giocare con questo tipo di pub­ blico è bellissimo, mi sono trovata a mio agio da subito perché ho trovato un clima accogliente e disteso. Mi hanno accolto da beniamma». Che cosa è invece stato il CSI per te e per la tua crescita? «La mia famiglia sportiva. Sono nata e cresciuta nel Centro Sportivo Italiano: per

me era sempre casa e chiesa. Abitavo a Napoli, sopra la palestra dell'oratorio, al Vomero. Mio padre è tuttora dirigente

della Pro Cangiani. Ho cominciato tirando un po' a canestro con i maschi, poi in palestra mi piaceva la ginnastica artistica, facevo la trave e il corpo libero. Mi diver­ tivo anche nell'atletica, correvo tante campestri. Per me lo sport è stato subito importante ed incisivo nella mia vita». Come è iniziata la tua carriera? «Mio padre ha formato la squadra di basket femminile, dove giocava anche

mia sorella Maria Cristina. Dalla Pro Cangiani mi ha chiamato Pozzuoli. Quindi è arrivata l'offerta di Faenza, per giocare in Serie A». A quale allenatore sei più riconoscen­

te? «Ogni allenatore mi ha insegnato qualco­ sa, a partire da mio padre Piero, perché è con lui che ho cominciato. Poi Pietro Santi, Cangiani e Palombo, oggi Paolo Rossi. Sono loro che mi hanno seguito prima del mio ingresso in Nazionale, devo

FAENZA SOGNA IL GRANDE SLAM Ci sono tutte le premesse per un finale di stagione trionfale. La Germano Zama Faenza si presenterà ai playoff scudetto, in programma da mercoledì 25 aprile, dopo un dominio assoluto nella regular season, con la Coppa Italia 2007 già in bacheca e uno stupendo cammino in Europa. Insomma: è già una stagione da incorniciare per una società restata sempre lontano dai grandi traguardi, ma il sogno di strappare il titolo alle campionesse in carica della Famila Schio (nella foto, Federica Ciampoli, ala pivot vicentina e capitana della Nazionale) comincia a non sembrare più irraggiungibile.

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PALLACANESTRO

<Da piccola io praticato ginnastica e nilotica: alla fine ■orò ha vinto 1 basket»

molto a tutti. Sono ancora in contatto anche con le ragazze della mia vecchia squadra e quando sono a Napoli, se tro­ viamo il tempo ci vediamo sempre». Secondo te quali sono le doti più importanti per un playmaker? «Sicuramente il cervello: è necessario pen­ sare molto, bisogna saper interpretare anche le compagne. Poi ovviamente ser­ vono anche le doti fisiche, lo sono un'istintiva, forse troppo. Devo essere più razionale, per gestire tatticamente al meglio le azioni, chiamare lo schema migliore in ogni momento».

Hai giocato con Adriana Moises Pinto e adesso con la rivelazione della sta­ gione, la serba croata Marija Eric. Cosa rappresentano per te? «Due grandi amiche, prima di tutto. Fortissime. Adriana è un mito. Mi ha sem­ pre seguito, dandomi suggerimenti importanti. Allenandoci insieme ho sem­ pre ascoltato i suoi consigli per poi met­ terli in pratica. Maria è diversa. È una tosta, straordinaria giocatnce. E non dimentico nemmeno la mitica Simona Ballardini: non si nasconde mai. Può sba­ gliare l'ultimo tiro, ma di sicuro si prende

A SETTEMBRE L'ITALIA SFIDA A CHIETI LE GRANDI D'EUROPA Chieti ospiterà dal 24 settembre al 7 ottobre la fase finale dell'Europeo di basket femminile e l'Italia ha ottenuto il diritto di partecipare proprio in qualità di Paese organizzatore. Ciò non è però servito alle azzurre per ottenere un girone "semplice", anzi. Le ragazze di Gianni Lambruschi (a destra nella foto, con il presidente federale Fausto Maifredi) dovranno infatti confrontarsi con Russia, Grecia e Francia, da affrontare nell'ordine dal 24 al 26 settembre. Le prime 3 classificate accedono alla seconda fase. Oltre che a Chieti, le partite dell'Europeo si disputeranno a Lanciano, Ortona e Vasto. Questi i 4 gruppi eliminatori: Girone A: Repubblica Ceca, Turchia, Lettonia e una squadra ancora da qualificare. Girone B: Lituania, Romania, Germania e Belgio. Girone C: Russia, Francia, Grecia e Italia. Girone D: Spagna, Serbia, Croazia e Bielorussia. Nella seconda fase, due gruppi da 6 squadre, da cui parte la fase a eliminazione diretta: quarti di finale il 4 e il 5 ottobre, semifinali il 6 e finale il 7 ottobre.

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carta d identità

Nome: Chiara Pastore Soprannome: Chiaretta

Nata a: Napoli II: 4 agosto 1986 Altezza: 172 cm Ruolo: Playmaker Squadra: Germano Zama Faenza Scadenza contratto: 2008 Numero di maglia: 6 Squadre in carriera: Pro Cangiani

(C, 2001-02); Pozzuoli (A2, 2002-05);

Faenza (A1, dal 2005) Palmares: Vittoria della Coppa Italia

Ieri e oggi

2007 con Faenza Premi: Miglior giovane della Coppa Italia 2007 In nazionale: sesto posto agli Europei di Brno con la Nazionale

Chiara Pastore, giovanissima, impegnata in un esercizio di ginnastica nella palestra della Pro Cangiani all'oratorio della Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli, a Napoli. A fianco, la ragazza oggi, con la maglia della Nazionale di basket Under 20

Under 20 Film preferito: Tre metri sopra il cielo Piatto preferito: lasagne Hobby: discoteca

la responsabilità di farlo. Davvero una fuo­

Sogno gli Europei i settembre, ma orse arrivano coppo presto: ci ono giocatrici più sperte di me»

riclasse». Il rapporto con la Nazionale? «Ho fatto parte dell'Under 20 e per ades­ so va bene così. Per la Nazionale A c'è tempo. Ci sono tante giocatrici brave, con molta esperienza più di me ed è giusto che vengano convocate loro. Spero ovvia­ mente in una maglia azzurra per gli Europei di Chieti a settembre, ma proba­

bilmente sarà troppo presto». E il rapporto con la fede e la religio­

ne? «Ottimo, fin da piccola ho frequentato la

La Polisportiva Pro Cangiani

Dal 1971 un simbolo di sport ed educazione La Polisportiva Pro Cangiani di Napoli è stata fondata nel 1971 ed è affiliata al Centro Sportivo Italiano e alla Federazione Italiana Pallacanestro. La sede sociale e il campo sportivo sono situati presso la Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli a Cappella Cangiani. Il campo di pallacane­ stro, costruito proprio nel 1971, ha subito nel corso degli anni molteplici interventi di miglioramento: dalla copertura (1986) alla pavimentazione in gomma (2000). Pienamente

mia parrocchia Santa Maria di Costan­ tinopoli ed è proprio sul campetto di quel­ l'oratorio che è sbocciata la mia passione per lo sport, dopo l'ora di catechismo». Cosa pensi dello sport al femminile? «Mi piacerebbe che lo sport delle donne, penso soprattutto al basket, riscuotesse un'attenzione pari di quello degli uomini. Più che altro vorrei che si trattasse di un'attenzione più uniforme a livello geo­

grafico: oggi la nostra A1 va fortissimo, ma solo nelle città dove si gioca. Vorrei che il basket femminile diventasse una questione nazionale». K

inserita nelle attività pastorali della parrocchia, la polisporti­ va rappresenta un ambito privilegiato dove promuovere la

crescita dei giovani e un'enorme risorsa di evangelizzazione attraverso lo sport. Tutto possibile grazie all'entusiasmo dei tanti collaboratori della società, sempre incoraggiati e soste­ nuti dal parroco mons. Raffaele Ponte. Nella stagione 200607, la Polisportiva Pro Cangiani partecipa presso la Fip a tutti i campionati giovanili maschili e femminili, al Gran Premio di

Minibasket, alla Serie D maschile e alla Serie C femminile. Con il Centro Sportivo Italiano, invece, la Pro Cangiani svolge un'intesa attività di ginnastica artistica, pallavolo, ginnastica per anziani e ovviamente pallacanestro.

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Oltre 1.200 partecipanti a Cavriana e Sirmione

Festival lombardo-veneto nel decennale del cross Emozioni, agonismo, divertimento e storie bellissime da conoscere e raccontare: non è mancato nulla all'appuntamento clou della stagione invernale di corsa campestre. Nelle prove individuale 24 medaglie al Veneto, 20 alla Lombardia e 11 al Trentino. La Cortenova Lecco migliore società. In gara 1258 atleti provenienti da 15 regioni di Felice Alborghetti n giorno di novembre aveva corso a Pavia la sua prima prova di cam­ pestre regionale lombarda. A Cavriana indossa scarpe arancio in con la maglia della Santi Nuova Olonio (SO) il 14enne Moumcn Abdclhak, nati­ vo di Aindorbane, vicino Casablanca, in Marocco, e dal sorriso contagioso. È il

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nuovo campione dei Cadetti classe '93 e ha parole belle e veloci come il suo scat­ to decisivo in gara. «Mi sono divertito tanto - esordisce rapido - sono partito

calmo con gli altri poi sono andato via in progressione, il mio pezzo forte». E pen­ sare che sei mesi fa aveva ai piedi i tac­ chetti degli scarpini da calciatore. «Face­ tinta vo calcio, poi con la scuola ho iniziato a correre ed il mio attuale tecnico mi ha visto. A Pavia un guarto posto la mia prima gara, ma perché ho dato retta all'allenatore, che mi aveva consigliato di non strafare e andar piano». Anche qui ha rallentato nel finale per scambiare prima del traguardo un "five" con cia­

scuno dei suoi due tecnici CSI, Adriano Santi e Adenzio Maestrelli, quindi il defatigamento, il tifo per i compagni di squa­ dra e ancora tante ambizioni: «Non lascerei mai l'atletica adesso, vedendo che anche i miei genitori sono soddisfat­ ti per guello che sto facendo e ciò mi fa enorme piacere». Moumcn nel 2007, aveva già vinto le altre due campestri regionali ed è stato secondo agli Studen­ teschi di Viterbo. Bella storia la sua, così come quella di un

I CROSSISTI OSPITI DELLA FONDAZIONE EXODUS Il CSI rinnova ne "La casa di Beniamino" di Cavriana il connubio tra sport e sociale. Le gare individuali si sono svolte tra le colline del parco della Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi, a pochi chilometri da Mantova e dal Lago di Garda, dove una serie di strutture ospitano ex tossicodipendenti. «Siamo stati molto felici di ospitare un numero cosi elevato di ragazzi - spiega il responsabile della "Casa", Giovanni Mazzi che corrono, si divertono e cercano di vincere, perché per noi l'obiettivo è cercare di vincere nella vita. Don Antonio ci chiede da anni di lavorare non solo sul fronte del recupero, ma anche su quello della prevenzione attraverso attività giovanili come sport, musica, teatro e volontariato».

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altro lombardo, Michele Fontana del Cortenova Lecco al suo terzo titolo con­ secutivo nel CSI, quest'anno nei Cadetti, pronto ad abbracciare un commosso Francesco Peyronel (Morbegno), 10 secondi dietro di lui, ma euforico per l'argento, «Lo conosco bene - dice il biondo Fontana, con un bel gruppetto di ragazze a fargli i complimenti e non solo - sono felice perché quest'anno non era andato un granché e merita questo piazzamento. La gara? Li ho

Moumcn Abdelhak, primo tra i Cadetti '93

staccati all'inizio del secondo giro. Sono contento per questa riconferma. Per me però é importante andare forte più avanti». Insieme a lui bissano il titolo conquistato un anno fa nell'Appennino

reggiano la vicentina della Poi. Dueville Chiara Renso, in gara nelle Allieve, ed il veronese della Diasi Biasin, Emanuele

Piubelli, di Cellore, oro tra i Ragazzi. Torna al successo nei Seniores il fortissi­ mo padano Alessio Rinaldi, maglia verde della Marca Trevisana, nuovamente nel

giro della Nazionale di corsa in monta­ gna, con cui in passato aveva conquista­ to 4 volte la Coppa del Mondo (l'ultima nel 2005 in Nuova Zelanda). Tra le medaglie più emozionanti lo storico oro umbro, conquistato nella categoria Ragazzi (nati nel 1994) da Nicola Baldoni (Asai Foligno). «Lascerò II calcio per l'atletica», dichiara soddisfatto il 1 Benne umbro, che adesso gioca nei Giovanissimi del Foligno. «La gara è stata bellissima, inizialmente non mi

DA PADOVA E COSENZA I FEDELISSIMI DEL GRAN PREMIO DI CORSA CAMPESTRE De Coubertain avrebbe premiato loro due: Alessio Piovanello (Usma Padova, nella foto) ed Enzo Gigliotti (Santomarco Cosenza). Avrebbe così consegnato loro la simbolica stelletta del decennale del Gran Premio di cross. Erano infatti in riva al Garda, così come nel '98 accanto ai trulli di Alberobello, per la prima finale nazionale. I soli a gareggiare in tutte le edizioni. Il primo ama i numeri, e menziona uno ad uno tutti i piazza­ menti ottenuti: «Ventiduesimo in Puglia da Allievo, 13° da Juniores a Darfo Boario '99, 17° l'anno dopo, da Seniores. E poi: 33° e 31° a Rocca di Papa nelle edizioni 2001 e 2002, quindi 37° a Paestum, 77° a Castion 2004, 61° a Loreto e un anno fa 57° a Castelnovo Monti. Oggi 67°, sempre tra i Seniores». Alessio è onorato per aver segnato un record davvero incancellabile. L'altro affezionato crossista ciessino, Enzo Gigliotti, figura in Lombardia come unico atleta calabrese. Sogna una finale nella sua terra e degli anni addietro ricorda alcune emo­ zioni. «Incredibile fu la neve a Castion, nel Bellunese. Aveva sommerso il nostro pulmi­ no tra lo stupore dei ragazzi, e quella ancor più anomala nello Staffettone di Frascati, a due passi dalla capitale; poi lo splendido sole del Circo Massimo, il paesaggio tem­ plare a Paestum, la pioggia lauretana, dopo la morte di Papa Wojtyla».

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Il podio della categoria Ragazzi '94

sentivo di gareggiare, poi le gambe andavano ed in volata è arrivata al vitto­ ria. Non avrei mai pensato di poter con­ quistare l'oro». Nel medagliere finale il maggior numero di podi sono del Veneto (24), con 9 ori conquistati rispettivamente dagli atleti di Treviso (1), Feltre (2), Verona (4), Belluno (1) e Vicenza (2). La Lombardia conta 20 medaglie in totale, di cui 7 del metallo più pregiato: 4 a Lecco e 3 a Sondrio. Segue nel medagliere il Trentino con 11 podi e tre ori al Comitato di Trento. Sono 5 le medaglie individuali finite in Emilia Romagna, 4 in Molise (due argen­

A SIRMIONE UNA VITTORIA CHE VALE PIÙ DEL TRICOLORE Nel corso della celebrazione eucaristica della Domenica delle Palme, don Claudio Paganini, Consulente Ecclesiastico del CSI, ha lanciato una proposta: ((Poiché il tema dell'anno associativo del Centro Sportivo è "Quando lo sport mette in gioco la famiglia ", provochiamo la nostra famiglia spor­ tiva occupandoci anche dei figli non nostri. Adottiamo un bambino a distanza!». Ne è scaturita, inattesa e prodigiosa, una colletta spontanea tra adolescenti e giovani, dirigenti e accompagnatori. Da tute e calzoncini sono uscite tantissime monete da 1 euro e da 50 centesimi. Prontamente contat­ tata, l'associazione Mosaico EuroAfricano onlus di Varese, che da anni opera in Botswana, ci ha subito fatto conoscere il frutto dei nostri sforzi «Il bimbo adottato a distanza si chiama Sam e ha 4 anni anni. È orfano di mamma e papà. Quando è arrivato al nostro centro era malnutrito e infatti aveva una pancia molto grande. Era anche pieno di parassiti della pelle, chiamati “ringworm". Ma poiché Sam è un bambino molto forte, si è ripreso in breve tempo. Grazie a voi pos­ siamo aiutarlo a crescere sano e forte». Questa adozione è un piccolo segno di spe­ ranza di cui tutti abbiamo bisogno. Ci ricorda Teresa di Calcutta: ciò che possiamo fare è solo una goccia d'acqua nell'oceano, ma certamente da senso alla nostra vita.

ti e due bronzi) ed un oro a testa per Umbria e Friuli. La speciale classifica per società, che pondera le 18 graduatone per singole categorie, ha visto trionfare la CSC Cortenova di Lecco con 450 punti totali. Alle spalle si è piazzato il GS CSI Morbegno (SO) con 419 punti, quindi la Poi. Dueville di Vicenza, staccata di soli 3 punti. Lo Staffettone delle Regioni, che in riva al lago a Desenzano del Garda ha concluso il decimo Gran Premio, ha pre­ miato 2 quintetti veneti (assoluta maschile e giovanile femminile), 1 lom­ bardo (la Virtus Calco nella assoluta fem­

Quando la corsa campestre è una questione di famiglia Le società sportive nel CSI sono spesso gran­ di famiglie. Nell'anno in cui lo sport dell'as­ sociazione "mette in gioco la famiglia" sono moltissime quelle che hanno risposto pre­ sente all'appuntamento della campestre. Vincono le due sorelle Bortolotti della Trilacum Vicolo Baselga: la piccola Desirè campionessa nelle esordienti, mentre Hilary è nel quintetto primo nella Staffetta. Di Cellore (VR) è la famiglia Piubelli, papà Bruno allenatore e tifoso dei due figli Isacco ed Emanuele. Il più grande finisce 12° nei Seniores, mentre il piccolo Emanuele, classe '95 bissa il successo di un anno fa a Castelnovo Monti e si regala l'oro nei Ragazzi

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minile) e 1 trentino (giovanile maschile). Rispettato ancora nel CSI il predominio lombardo-trentmo-veneto, facilmente pronosticabile in partenza, avendo le tre regioni assieme quasi mille atleti al via. Trentanove i Comitati presenti, per 15 regioni, con la delegazione di Trento più nutrita (203 crosser), seguita da quella di Vicenza (186), Sondrio (119) e Lecco (109). Quaranta atleti in riva al Garda dalla Sardegna, 21 dalla Sicilia, i più a sud i 9 partiti da Ragusa. Undici atleti dall'Aquila, 24 da Albenga, 14 da Foligno, 7 da Pistoia, 4 da Avellino e ben 43 provenienti da Campobasso. K

(nella foto, il podio). La famiglia Prestipino di Trezzano Rosa, un centro tra Milano e Bergamo, vive di atletica: papà Paolo insegna a scuola educazione fisica e tra salto in lungo, maratona, trainer dei non vedenti, ha sempre vissuto di corsa. La moglie, Laura Vanzulli, giocava a softball, poi «da quando siamo insieme abbiamo iniziato a sudare insieme». Sorridono entrambi nonostante Maddalena, la figlia più grande, sia arrivata tardi alla sua partenza. «Ha perso il bus», la spiegazione. Intanto allenano il secondogenito Manuele, 5 anni, che ancora non può gareggiare, men­ tre la piccola Maria Petra, 5 mesi "corre" con la mamma nel passeggino. Il papà saluta Stadium spiegando: «La soddisfazione è vedere i miei ragazzi interessati a qual­ cosa. Che si divertono per una cosa che li appassiona. Il risultato? Può far piacere, se viene». Ma non è tutto.


UNA DOMENICA DELLE PALME A PASSO DI CORSA E PREGHIERA

LA BANDIERA DEL CSI SCENDE DAL CIELO COL PARACADUTE

L'ispirazione cristiana, prerogativa storica del CSI e della sua attività sportiva, si è resa ben evidente nel corso di questo Gran Premio. Il primo aprile, i chiodi delle scarpe da cross non hanno dimenticato quelli della crocifissione di Cristo, la Passione sportiva ha accompagnato quella di Gesù nella domenica delle Palme, stavolta non soltanto quelle dei migliori crosser per categoria, ma presente nei ramoscelli di ulivo distribuiti a tutti i presenti alla Messa celebrata dal Consulente Ecclesiastico don Claudio Paganini.

"LEGGERA L'ATLETICA" PER CAPIRE LO SPORT

Viene dal cielo la bandiera del CSI. Prima dell'inno italiano e della sfilata dei partecipanti, applauditissimo a Cavriana

Avere l'esatta cognizione di ciò che siamo e come siamo. Lo sport moderno, generato dalla primiti­ va necessità di sopravvivenza, si

lo spettacolare volo dei 9 paracadutisti della sezione di Mantova e della Scuola di Verona, che ha aperto la cerimo­ nia inaugurale del Gran Premio di corsa campestre. Dalla quota di 1500 metri, a causa delle cattive condizioni meteorologiche, si sono lanciati in successione: Alessio Elevati, Andrea Pierobon, Valentino Boiocchi, Attilio

è elevato a metafora della sfida incessante con i limiti del tempo,

Traverso, Antonio Francesca, Walter Alberti, Corrado Magoga, Alberto Bauchal e l'organizzatore dell'evento,

dello spazio, della forza di gravi­ tà. L'atletica leggera rappresenta questa metafora, abbracciando gran parte degli elementi formativi della personalità: consapevolezza della fatica,

Fausto Belletti, al suo millesimo volo, sceso come gli altri al centro del percorso del cross, con una bandiera del CSI in evidenza. «Una bella e variopinta nuvola di gente», così dall'alto gli è apparsa la marea dei 1500 ciessini. «Dodici anni fa il mio primo volo, poi tante collaborazioni con il

del dolore, della forza, della velocità e della resistenza espressi e li rapporta senza tentennamenti al tempo, allo spazio e alla forza di gravità. Prove individuali che pongo­ no l'uomo di fronte a se stesso ancor prima che contro l'altro. Questo il condensato della presentazione del libro "Leggera l'Atletica" edito dalla Meridiana, nel corso della Festa delle Regioni, il tradizionale e gustoso appun­ tamento associativo che il CSI propone in molti dei suoi eventi nazionali. A presentarlo al Garda Village c'erano i due autori e docenti CSI Renato Marino e Fabio Sebastiani

R. Marino e F. Sebastiani

"LEGGERA L'ATLETICA" Manuale per l'allenamento educativo Meridiana Pagg. 120, euro 16

CSI, con cui è sempre bello stare insieme».

PER RENDERE SOLENNE L'EVENTO C'È ANCHE L'ANNULLO UFFICIALE DELLE POSTE Su richiesta del CSI lombardo, le Poste Italiane hanno realizzato un annullo speciale per ricordare la manifestazione mantovana. «È il primo evento ^\\Z.20o/% sportivo dell'anno. Le ultime piastrine, a Mantova le avevamo prodotte per grandi eventi quali il centenario della morte di Andrea Mantegna e del 200esimo anno dalla nascita di Giuseppe Garibaldi», hanno spiegato orgogliose le responsabile dello stand allestito a Cavriana da Poste Italiane.

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La Virus Calco vince la Staffetta Le ragazze della Virtus Calco, vincitrici della Staffetta assoluta femminile. Da sinistra, Silvia Airoldi, Elena Fustella, Monica Cagliani, Fiorangela Fumagalli, Filomena Furlan e hanno in braccio il piccolo Filippo Colombo, figlio del loro allenatore Oscar

I VINCITORI DEL GRAN PREMIO NAZIONALE 2007 DI CORSA CAMPESTRE CATEGORIA

ESORDIENTI F ESORDIENTI IVI 97 ESORDIENTI M 96 RAGAZZE 95 RAGAZZE 94 RAGAZZI 95 RAGAZZI 94 CADETTE CADETTI 93 CADETTI 92 ALLIEVE ALLIEVI JUNIORES F JUNIORES IVI SENIORES F SENIORES IVI AMATORIA F AMATORIA M AMATORI B F AMATORI B M VETERANE VETERANI

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ATLETA

SOCIETÀ

COMITATO

Desirè Bortolotti

Trilacum Vigolo Baselga

Trento

Edoardo Franceschi!!

Astra

Belluno

Daniele Manini

Atletica Cast. Monti

Reggio Emilia

Marta Redaelli

Pusiano

Lecco

Samantha Bottega

Sci Club Feltre

Feltre

Emanuele Piubelli

Biasin Diasi

Verona

Nicola Baldoni

Asai Foligno

Foligno

Chiara Zaetta

Virtus Nemeggio

Feltre

Abdelhak Moumcn

Santi Nuova Olonio

Sondrio

Paolo Cazzola

Valgerola

Sondrio

Chiara Renso

Polisportiva Dueville

Vicenza

Michele Fontana

Cortenova

Lecco

Anneke Malpaga

Polisportiva Oltrefersina

Trento

Emanuele Rampa

Centro Olimpia Piateda

Sondrio

Ilaria Benetti

Valpolicella

Verona

Alessio Rinaldi

Poi. Padana

Treviso

Valentina Bonanni

Brugnera Friulintagli

Udine

Angelo Bonelli

Cermis

Trento

Paola Angela Fedeli

Atletica Malo

Vicenza

Ivano Arduini

Lupatotina

Verona

Giovanna Spinelli

Corno Marco Italia

Lecco

Eligio Melesi

Cortenova

Lecco


photo: Claudio Vi

“Tempo fa, in occasione di iuta tuia test imottianza itfavore della ricerca sul cavaro,

ito pensato: i ricercatori/ italiani sono co rete tuta seputdra di calcio,

uut purtroppo io non posso incidere sul loro lavoro come sotto abituato afare optapicrico con i miei calciatori. Qpstndo ito deciso difare testamento, me sono ricordato di questa rfLessio ne

e ito scelto di scendere in campo con i ricercatori disponendo un piccolo Lascito afavore delict Fondazione Italiana per La Riserca sul Canoro.

Cosi ilp torno della Littoria potrò dire che cero anobio.”

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a Pagina 92 SPECIALE turismo

tignano 5______ A tignano il 7° Gran Premio Nazionale

Il tennistavolo

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sceglie i suoi campioni Dal 22 al 25 aprile oltre 500 pongisti si batteranno per gli scudetti del CSI. In programma gare di Singolare e a Squadre. Novità tecniche e informatiche per spettacolarizzare la competizione di Felice Alborghetti

IL PROGRAMMA DELLA 4 GIORNI DI UGNANO

alle rappresentative di Comitato. La i svolgerà per la prima volta in presenza di oltre 500 atleti provenienti Friuli, a Ugnano Sabbiadoro dal da tutte le regioni d'Italia, porta la 22 al 25 aprile, il Gran Premio manifestazione, dal punto di vista Nazionale di Tennistavolo. La formula numerico, ai vertici del Tennistavolo prevede la disputa di gare di Singolo, italiano. Anche il livello tecnico sarà di nelle quali gli atleti saranno suddivisi in assoluta eccellenza, con l'apertura alle categorie differenziate per sesso, età e categorie dei classificati Fitet (A e B), i livello tecnico, in modo da creare grup­ quali garantiranno al torneo un livello pi il più possibile omogenei. Nell'ambi­ di alta spettacolarità, gradita non solo to del Gran Premio si svolgerà inoltre al pubblico presente ma anche ai tanti un campionato a squadre, riservato

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LA FORMULA DELLE GARE Gara di singolare: gli atleti saranno divisi in gironi all'italiana da 3 o 4 partecipanti; i primi 2 classificati di ogni girone si qualificheranno per il tabellone a eliminazione diretta. Gara a squadre: verrà utilizzata, come negli anni precedenti, la "formula Coppa Davis", che, a seconda del numero degli iscritti, e quindi del tempo a disposizione, potrà essere del tipo completo (4 singoli e un doppio) o ridotto (2 singoli e un doppio) e prevede la partecipazione di un minimo di 3 atleti per squadra.

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DOMENICA 22 APRILE

ore 18.00 ore 21.00 ore 22.00

Arrivi delle delegazioni a tignano Celebrazione Eucaristica Riunione tecnica con i responsabili delle Società

LUNEDÌ 23 APRILE

ore 08.30 ore 09.00

ore 14.30

Cerimonia d'apertura Gare a Squadre Girone d i qualificazione Singolo: Giovanissimi/e, Ragazzi/e, Allievi/e Girone di qualificazione Singolo: Juniores, Under 21, Seniores, Veterani, FITeT

MARTEDÌ 24 APRILE ore 09.00 ore 14.30 ore 21.00 MERCOLEDÌ ore 09.00 ore 11.00

Gara a Squadre: finali Gare di Singolo: eliminatorie Festa delle Regioni

25 APRILE Singolo: finali Premiazioni e saluti


La promessa del campione uscente Nardini

«Reggio Emilia ancora protagonista» È tra i 60 migliori giocatori italiani, ma arriverà a Ugnano solo in extremis. «Il giorno prima sarò a Terni con i miei allievi per I tricoli federali, ma non voglio mancare l'appuntamento col CSI. La nostra società è pronta alla sfida» Nazionale, e punta di diamante nella squadra CSI che ha partecipato ai ultimi campionati europei FICEP, trascorre la sua vita sui tavoli. «Mi dedico soprattutto ad ting di Ischia 2006. L'atleta del TT Reggio allenare i ragazzi nella parte tecnica e Emilia, figura tra i primi 60 pongisti italia­ nella tattica: è importante conoscere gli ni. «L'unico problema è dovuto alla quasi avversari, studiarli nelle situazioni di concomitanza con i campionati giovanili amuele Nardini ha promesso che sarà a Lignano. È lui il campione in carica, il vincitore assoluto del mee­

Gli atleti dovranno avere sulla maglietta il numero di gara, collegato al sistema informatico giovani pongisti, che in questo appun­ tamento nazionale possono ammirare e studiare scambi e colpi da maestro. Novità 2007: la Commissione Tecnica Nazionale Tennistavolo (composta da Pietro Guarino, Claudio Doldo, Gianfranco Griffi, Alessia Morocutti e Nicola Trezza, cui saranno affiancati nell'occasione 15 giudici arbitri) ha previsto varie innovazioni, quali l'obbli­ go per ogni atleta di apporre un nume­ ro di gara sulla maglietta, che, collega­ to al sistema informatico di gestione

delle gare, permetterà un agevole rico­ noscimento in ogni momento della

S

nazionali della federazione, dove come allenatore seguirò i miei ragazzi, lo Junior Alessandro Campisi e la Ragazza Erica Maseroli. Le loro gare terminano il 21 di

dettaglio può fare la differenza».

aprile. C'è margine per partire da Terni e arrivare in tempo utile a Lignano. Faremo il possibile per esserci. E una volta lì, se vengo, è naturale che giocherò per difendere il titolo. In ogni caso il TT Reggio Emilia, anche se mancherà il campione Allievi in carica, Noè Bonini, infortunato,

porterà in finale dai 15 ai 20 atleti. Sono esperienze impor­ tanti cui bisogna assolutamente partecipare». Lo scorso anno la società reggia­ na portò a casa 4 medaglie in­

Samuele Nardini, vincitore del Gran Premio 2006

dividuali, di cui 3 d'oro. Nardini spiega le sue ambizioni. «Puntiamo a confermarci, pur

manifestazione. Inoltre sarà permesso l'accesso ai tavoli solo agli atleti impe­ gnati nelle partite e ai tecnici autoriz­ zati, mentre tutti gli altri dovranno sostare nelle tribune. Infine, è stato deciso di eliminare ogni forma di chia­ mata "a voce" per gli atleti impegnati

senza Noè e un altro ragazzo, che si sposa in quei giorni. Speriamo di arrivare a 5 meda­

negli incontri, i quali dovranno recarsi

non ci scappi qualcosa nel tor­ neo a squadre...». L'atleta tos­ cano, pluricampione nelle scor­

ai tavoli seguendo un programma ora­ rio specifico appositamente predispo­ sto. B

gioco, se è mancino, se gioca con una gomma puntinata, se è bravo in difesa. Il nostro è uno sport in cui anche il minimo

glie, per fargli così un bel rega­ lo di nozze. Abbiamo quest'an­ no anche una buona squadra femminile e non è detto che

se edizioni del Gran Premio

Alessandro Bisi, secondo lo scorso anno a Ischia

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VITA CSI

I GRANDI EVENTI DELL'ASSOCIAZIONE Il proficuo rapporto che lega il Centro Sportivo Italiano con Volkswagen, Danone e Avon produce manifestazioni di coinvolgi­ mento emotivo e popolare, con finalità educative e benefiche di Danilo Vico

NON SPEGNIAMO I RIFLETTORI DELLA CLERICUS Zj ™=|

È risaputo che il torneo dei seminaristi ha riscosso un grandissimo interesse in tutto il mondo, mentre forse è un po' meno immediato

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pensare a quanto se ne è riversato sullo sport svolto in parrocchia di Massimo Achini e Marcello Sala

COME FARE CRESCERE LA BASE Grandi testimonial come Ancelotti e Recalcati hanno parte­ cipato alla convention del CSI milanese, al centro della quale è stato inserito un dibattito sulla forma­ zione di allenatori e dirigenti di Lucia Teormino

REALTÀ REGIONALI A CONFRONTO Si è svolto a Roma l'annuale incontro dei consiglieri spiri­ tuali del CSI, un appuntamen­ to sempre atteso, un'occasio­ ne per stare insieme e condivi­ dere la realtà regionale e il cammino associativo dei rispettivi Comitati di Luca Meacci

e ancora:

FOGGIA UNA PARTITA SPECIALE PER RIFLETTERE E CAMBIARE

SOFFIA FORTE IL VENTO SOLIDALE Il 26 e 27 maggio a Imperia si disputa una regata velica di solida­ rietà, cui il CSI affianca la sua tradizionale attivi­ tà sportiva per l'intratte­ nimento dei partecipanti e del pubblico presente sulla banchina di Mario Coli

FELTRE LO SCI CLUB LENTIAI DOMINA IL CIRCUITO LATTEBUSCHE

CENTO NUOTO E CARNEVALE È SEMPRE FESTA

JiTifflTiìl si


Il successo del torneo porta alla ribalta anche lo sport dell oratono

Non spegniamo i riflettori

accesi dalla Clericus Cup È risaputo che il torneo ha riscosso un grande interesse nel mondo, mentre forse è un po' meno immediato pensare a quanto se ne è riversato sullo sport praticato in parrocchia di Massimo Achini Fotoservizio Catholic Press Photo riflettori sono ancora accesi. Questo è un dato di fatto. La speranza a questo punto è quella che continuino a illu­ minare il "mondiale del Vaticano" con una luce talmente forte da far uscire dalla penombra tutto lo sport d'oratorio. Chiariamo meglio: alla conferenza stam­ pa di presentazione della prima edizione

I

della Clericus Cup, circa un mese fa, hanno presenziato oltre 100 giornalisti provenienti da tutto il mondo. Grande attenzione dei media, tanti servizi in tv e tanta curiosità per questa manifestazione assolutamente inedita. Si è corso il rischio che, iniziata la manifestazione, la curiosi­

tà lasciasse il posto all'indifferenza e tutto ripiombasse quindi nell'anonimato.

Ma non è andata così. La Clericus è cre­ sciuta giorno per giorno. Nelle fasi elimi­ natorie le varie squadre hanno dato spet­ tacolo in tutti i sensi. Decisamente buono il livello tecnico delle partite, ma soprat­ tutto tante sono state le testimonianze di chi crede nello sport come strumento di educazione alla vita. L'attenzione intorno alla Clericus è in costante crescita e ormai non sorpren­ dono più nemmeno

i servizi dedicati da Domenica In o dalle lene. Mentre si avvicinano

52

ÌkTÌIWII

IL TOP 11 DELLA CLERICUS Guliti (Divino Amore) Secci (Seminario Maggiore) M'Moo (Mater Ecdesiae) Guerrero (Tiberino) Bosnjakovic (Croati) Tumiel (Lateranense) Boakye (Collegio Urbano) Tisato (Redemptoris Mater) Ugbomah (Sant'Agostino) Gii (North American) Pena (Sedes Sapientiae)

Emozioni Le partite della Clericus sono seguite in tribuna da un pubblico appassionato e rumoroso. In basso, i seminaristi del PSG in piazza San Pietro: per loro la Coppa resterà un sogno. Nell'altra pagina, fasi di gioco del torneo. In alto: Divino Amore-Seminario Maggiore; in basso a sinistra, CapranicaSant'Agostino; a destra, Tiberino-North American


Lo sport in oratorio è sempre attuale e rappresenta il presente e il futuro del sistema sportivo italiano le finali - c'è grande curiosità - è tempo di

guardare al futuro. Con entusiasmo prendiamo atto del fatto che la Clericus ha illuminato anche l'attivi­ tà dello sport in oratorio: e questa è una vera "benedizione"! Quante volte, con mille fatiche, abbiamo provato a far usci­ re dalla penombra le migliaia di partite che ogni settimana si giocano in tutta

Italia in parrocchia? Lo sport in Oratorio non rappresenta il passato, ma il presente e, soprattutto, il futuro del sistema sportivo italiano. Può sembrare strano, ma far comprendere questo al contesto sportivo e sociale di oggi e tutt'altro che facile. La verità è che la Clericus ci sta dando una grande mano. Non a caso il CSI ha già messo in cantiere una grande manifestazione che inizierà

tembre, a Loreto, durante l'incontro con il Santo Padre. Stiamo parlando della prima edizione nazionale dell'oratorio Cup che

nel mese di giugno e si concluderà in set-

diocesi italiane.

vedrà al via le squadre giovanili di 100

Nel frattempo, non ci resta che seguire con grande attenzione le fasi finali della Clericus Cup per vedere quale sarà la prima squadra a cucirsi lo scudetto sulla tonaca. Pardon sulla maglia. K

Dopo la sosta di Pasqua volata per i quarti di finale

ne, la prendono evangelicamente rispondendo in coro: «Ricordate: gli ultimi saranno i primi, è scritto!». Ma il

In concomitanza con la Pasqua, la

babili promosse ai quarti di finale sono

Clericus Cup si è fermata. Dopo la sosta, staremo a vedere se i francesi del PSG risorgeranno, come hanno scherzosamente promesso. Nessuno

Croati, Mater Ecdesiae e North American College nel girone A, con Collegio Urbano e Tiberino (ha il calen­

pare intenzionato a regalarsi qualche "colpo" di mercato. Vedremo alla ripre­ sa se ci saranno novità e sorprese. « Nessun acquisto, stiamo bene così », dicono quelli del Caprinica, così come gli oblati del Divino Amore insieme con quelli della Madonna Incoronata (OMI

Team) e del Seminario Gallico. A zero punti, ormai fuori da qualsiasi ambizio­

regolamento non cambierà e di fatto queste 4 squadre sono già eliminate. Facendo invece dei pronostici, le 8 pro­

dario più insidioso) che si giocheranno il quarto posto utile nello scontro diret­

to del 28 aprile. Nel girone B, Lateranense e Redemptoris Mater sicu­ re, così come il Sedes Sapientiae, che

finirà presumibilmente al terzo posto. Per il quarto posto, Seminario

Maggiore favorito Sull'Ordine Sant'Agostino, avendo vinto lo scontro diretto. Staremo a vedere.

Mllllllili 53


ATTUALITÀ'

Il Mondiale del Vaticano ha i suoi protagonisti

I

Assitalii’

Il Red Mat vede la finale Stadium è entrata nel seminario di una delle squadre protagoniste della Clericus Cup per raccontare la vita, tra sport, studio e preghiera, di questi giovani speciali. Sono 80, provengono da ogni parte del mondo e, in tanti, anche da Roma di Marcello Sala - Fotoservìzio Catholic Press Photo l seminario diocesano-missionario Re­

Esultanza / ragazzi del Redemptoris Mater viaggiano a ritmo di gol e vittorie verso la finale dello Stadio Olimpico. Sotto, l'esultanza di Davide Tisato, forse il miglior talento visto in campo nella Clericus Cup. Nell'altra pagina, il grande seguito della squadra di Simone Biondi, futuro sacerdote, unico allenatore espulso nel torneo

I

demptoris Mater si trova a Roma, tra i quartieri Casalotti e Boccea. Ci siamo entrati per raccontare ai lettori di Stadium un po' della vita dei seminaristi. Qui vivono circa 80 ragazzi, cui il rettore, Mons. Claudiano Strazzani, consiglia vivamente almeno un'ora di sport al gior­ no. "Mens sana in corpore sano" è il motto del vice rettore don Gianvito Sanfilippo, sempre presente al seguito della squadra, spiegandoci che oltre al calcio, in questo periodo di gran moda, solitamente trovano spazio anche basket

e pallavolo. La Clericus Cup - per noi tutti una piacevole sorpresa che ha favorito scambi tra i collegi e incontri di amicizia ha creato molto interesse intorno alla squadra. «Attraverso i siti internet, seguono le nostre gare da tutti i nostri 64 seminari nel mondo. In Italia ve ne sono

4 oltre al nostro, a Macerata, a Cosenza, a Firenze e Pinerolo, più uno in pectore, a Venezia. Abbiamo cambiato qualche abitudine negli orari del seminario per favorire i nostri giocatori. Non possiamo proprio deludere i nostri supporterà. La

tifoseria gialloblu del Red Mat, così chia­ mano la squadra i propri fan, è tra le più festose del torneo, con tamburi, maracas e striscioni al seguito e tanto di bandierone con su stampato lo stemma del semi­ nario. Come in ogni curva, non può mancare il capo ultrà, megafono alla mano è Francesco "Chicco" Fabris, cari­ smatico neocatecumenale. Tifo in grande per grandi traguardi. Il Redemptoris Mater appare oggi tra le favorite al titolo, con 12 punti su 12 alla pausa pasquale: il 16 aprile - giorno del compleanno di papa Ratzinger, signifi­ cherà qualcosa? - ha incontrato la Lateranense, in una delle più attese sfide della Clericus Cup, visto che le due squa­ dre sono quelle che stanno dominando il girone B.


Ècaricatissimo il mister, Simone Biondi, tifoso della Lazio, un passato da arbitro prima di entrare al Redemptoris Mater,

quindi un anno e mezzo in missione a Tortu in Estonia, 6 mesi in Argentina, al nord nella regione di Tucuman. Dicono i suoi colleghi che in seminario sia il più accreditato a essere ordinato sacerdote, pur essendo stato il primo e unico mister in questo torneo a essere espulso dall'as­ sistente per proteste. «Ho chiesto scusa al termine all'arbitro della gara, perché ho esagerato», confessò quel giorno a fine gara, ricevendo l'assoluzione dal fischietto ciessino. Qualcuno sorridendo vocifera che l'ordinazione arriverà maga­ ri con la vittoria della Clericus. Lui, più seriamente e per scaramanzia, risponde: «Spero bene non derivi da guesto». Poi spazio ad altri racconti alternandosi nei

suoi due ruoli. Da seminarista con voca­ zione neocatecumenale ci spiega l'impe­

gno di ogni domenica. «In Quaresima siamo andati ad annunciare la nostra esperienza e l'amore di Cristo. Sono stato a predicare tra i barboni alla stazione Ostiense e comunque a chi è disposto ad ascoltarci. Il nostro "cammino" è riscopri­ re da adulti il senso del battesimo. Viviamo attraverso la comunità l'ascolto della Parola, la Liturgia, ¡'Eucaristia». Il

"cammino" verso la Clericus invece lo

rende più incerto nel rispondere. «Il nostro obiettivo è la finale, non ci nascondiamo. Temo i croati ed i nordame­ ricani, e la Laternanense. Per ora siamo contenti di aver battuto tutti gli altri collegi da dove fuoriescono i sacer­ doti per la diocesi di Roma (Capranica, Seminario Mag­

giore e Divino Amore, ndr)». Rivalità clericali. Poi Simone ci presenta i

suoi convocati. «La nostra rosa è nella stragrande mag­ gioranza formata da ragazzi italiani, e soprattutto romani. Abbiamo 7 stranie­ ri, dal bomber ivoriano "Willy" Gboko, il nuovo Drogba (lo dico ad alta voce così

gli avversari ci credono e si spaventano) al duttile polacco Michal Wisniewski, per finire in Sud America con Juan Pablo Fernandez (Ecuador), Isaac Caballero (Perù), Leonel Torres (Cile) e il "misericor­ dioso" - fa troppa beneficenza in attacco - Pedro Ugalde (Costa Rica)». C'è anche un po' d'Asia nel Red Mat, con il filippino, di nascita, Davide Lanzani, il più giovane della squadra. E

anche molta Italia: gli altri "innamorati di Cristo" e del pallone sono infatti il triesti­ no Carlo Zornada e il veronese Davide Tisato, faro e punta di diamante della

squadra. A seguire, un plotone capitoli­

no. Spiega Biondi: «Si comincia dai Castelli, da dove provengono Simone Pegoraro e Francesco Voltaggio; all'inter­

no del raccordo troviamo invece Emanuele Grisantl, tornato quest'anno dal Brasile dove speriamo abbia impara­ to qualcosa! I fratelli Itta da Tor Sapienza, Paolo, il capitano, e Andrea,

l'uomo dai mille infortuni (ancora ci chie­ diamo come si regga in piedi...); Emanuele Carbone, se non è la prima scelta per l'undici titolare sicuramente

sarà fondamentale con le sue doti cano­ re a cantare l'inno». Completano la rosa l'inflessibile dirigen­ te accompagnatore Juan Antonio

Castello, ùn carattere di ferro, e (a mascotte Giorgio Mattiocco, idolo della tifoseria. Ogni volta che entra in campo, scatta il coro «Gioca bene o gioca male, lo vogliamo cardinale!».

stadiiim

55


ATTUALITÀ'

Convention del CSI milanese con grandi testimonial

Come fare crescere allenatori e dirigenti Ancelotti, Recalcati e Ricci, coach della Sparkling Milano, hanno portato la loro voce di sportivi di successo partiti da piccole esperienze. «Ricordo con nostalgia i miei pomeriggi in oratorio», ha detto il tecnico del Milan di Lucia Teormino

Massimo Achini premia Carlo Ancelotti

riera, mi manca però la gioia che nasce dall'allenare le sguadre giovanili. Mi piacerebbe molto farlo». Daniele Ricci (coach della Sparkling Milano, Serie A2 una società sportiva CSI»: con queste si pallavolo maschile) ha ringraziato i parole, Carlo Ancelotti ha aperto la giovani dell'associazione per il grande convention del Comitato di Milano, sostegno e affetto dimostrato nei con­ svoltasi in una sede ovviamente molto

icordo con grande nostal­ gia i pomeriggi trascorsi in oratorio e i miei esordi in

R

cara all'allenatore del Milan: lo stadio Meazza. Ancelotti era uno degli ospiti d'onore e dei premiati dell'intensa mat­ tinata, cui hanno preso parte oltre 400 dirigenti delle società milanesi. Di rilie­ vo anche la testimonianza di Carlo Recalcati (allenatore della Nazionale di

basket), altro grande protagonista dello sport nato in casa CSI: «Ho provato molte gratificazioni nella mia lunga car­

fronti della sua squadra. Davvero significativa la presenza di mons. Gianni Zappa (Moderator Curie della Diocesi di Milano): «Sono molto felice di essere con voi e desidero dirvi che la Diocesi è un vostro alleato dispo­ sto a sostenervi in tutte le fatiche edu­ cative». Tra i tanti ospiti illustri anche

l'Assessore allo sport del Comune Giovanni Terzi e Costanzo Ariazzi in

rappresentanza della Provincia di Milano. A tutti è stato consegnato il

premio "Gente di sport". I lavori veri e propri della convention hanno poi ruotato su una tavola roton­ da che ha visto protagoniste le società, "Far crescere allenatori e dirigenti", cui hanno partecipato 4 presidenti e un tecnico e da cui sono nati spunti impor­ tanti per il successivo dibattito aperto

al pubblico. A tutti i presenti è stata poi distribuita una scheda-lavoro, i cui dati, sintetizza­ ti ed elaborati, serviranno quale punto di partenza per ulteriori percorsi forma­ tivi, indirizzati proprio a dirigenti spor­ tivi e allenatori. E

PREMIO ALLA MEMORIA DI ERMANNO LICURSI Il momento di maggiore commozione della mattinata ciessina a San Siro si è vissuto quando organizzatori e partecipanti hanno ricordato Ermanno Licursi, dirigente di un club dilettantistico calabrese, morto a fine gennaio in conseguenza di una rissa scop­ piata a margine di una partita di calcio. Il CSI milanese ha consegnato a suo fratello Osvaldo (nella foto con Giancarlo Valeri, vicepresidente CSI Milano) una targa com­ memorativa, un gesto simbolico accompa­ gnato dal lunghissimo applauso di tutti i

presenti.

56 filili!


ATTUALITÀ’

A Foggia una giornata da ricordare per tutti

Una partita speciale per riflettere e cambiare Dalla collaborazione tra il CSI pugliese e i dirigenti del carcere nasceranno iniziative di grande valore. Nel secondo anniversario della morte di Papa Giovanni Paolo II, il Consulente Ecclesiastico Nazionale ha guidato una selezione dell'associazione all'interno della struttura per un'amichevole con i detenuti. Che hanno stravinto di Claudio Paganini

G

iunto davanti all'alta cancellata della Casa Circondariale di Foggia, o più comunemente par­

Puglia e con Antonio Anzivino, commis­ sario a Foggia, preludono certamente a

nuove e interessanti sinergie. Torna alla mente quanto Giovanni Paolo lando: della prigione, ho quasi rivissuto Il disse ai detenuti di Rebibbia, nel 2000: le sensazioni provate andando a vedere «La pena e la prigione hanno senso se, una partita di calcio giocata a porte mentre affermano le esigenze della giu­ chiuse. La trafila burocratica è simile: stizia e scoraggiano il crimine, servono al richiesta di accredito, dati personali,

iscrizione a una lista, con­ trollo dei documenti e accesso a luogo protetto con cancellate e filo spina­

rinnovamento dell'uomo, offrendo a chi ha sbagliato la possibilità di riflettere e cambiare vita, per reinserirsi a pieno tito­ lo nella società. (...) Le stesse persone a cui avete causato dolore sentiranno forse di aver avuto più giustizia guardando al vostro cambiamento interiore che al semplice scotto penale da voi pagato». Dopo una preghiera sul campo, comincia la partita di calcio a 5. Tre tempi divertenti su un terreno in erba sintetica, ma senza pathos agonistico, tanto è netto il risultato finale: Detenuti-CSI 15-0 (zero!). La vittoria schiacciante lascia spa­ zio a qualche battutina: «Don

to. In verità, ho subito tre controlli allo stadio e due in prigione. È il volto sorriden­ te e la voce affabile di Luca Zizzari, giovane laureato e collaboratore del CSI fog­ giano, a riportarmi alla realtà: «A due anni dalla scomparsa di Giovanni Paolo II, che alcuni amano

La delegazione del CSI con i responsabili del carcere ricordare come il "Papa dei detenuti", vogliamo vivere un incontro dalla valenza sportiva e E OGNI LUNEDÌ SI STUDIA attraverso questa, di promozione umana DA ALLENATORI E DA ARBITRI Luca Zizzarri sta curando per il CSI il e sociale». L'accoglienza cordiale del corso di formazione per allenatori e direttore del carcere, Davide Di Fiorio, e arbitri, con lezioni ogni lunedì dell'educatrice responsabile dei servizi all'interno del carcere di Foggia. sociali, Eleonora Arena, testimoniano il L'iniziativa ha lo scopo di occupare il desiderio di trovare collaborazione col tempo dei detenuti, affinché lo mondo esterno per sostenere progetti utilizzino per imparare e per offrire a rieducativi e sociali. Il loro incontro con loro volta un servizio e un impegno sportivo ai compagni della struttura. Serafina Grandolfo, presidente del CSI

Claudio, la prossima volta si presenti con giocatori più gio­ vani!». È una gioia dettata da un pomeriggio sereno, all'aria

aperta. Sono volti di giovani abituati a rispettare le regole

senza discutere (nessuna parolaccia in campo) e a sperare in un futuro migliore. «Vorremmo uscire per ricominciare diversamente». Lasciando la Casa Circondariale guardo il cielo: senza grate alle finestre, è più azzurro. E fuori non ci sono poliziotti sul

piede di guerra. Fosse così anche quan­ do si esce dagli stadi: nessun rancore coi vincitori ed un cuore aperto alla spe­ ranza.

filili

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Si è svolto a Roma l'annuale incontro dei sacerdoti CSI

L'esperienza vincente dei Consulenti Ecclesiastici Un appuntamento sempre atteso, un'occasione per stare insieme e condividere la realtà regionale e il cammino associativo dei rispettivi Comitati. Don Luca Meacci ci racconta questa straordinaria esperienza pastorale e di sport di Luca Meacci* testimonianza cristiana dei dirigenti del parlato anche di Statuto e del ruolo del CSI: l'essere accanto a loro per condivi­ Consulente, ribadendo la necessità di dere il loro impegno e per collaborare una presenza reale e attiva nei vari livelli nella formazione, umana e cristiana, di associativi, fino alla società sportiva. Nei pas­ tutti gli associati e nel promuovere un'at­ Consulenti, c'è il desiderio di essere tività sportiva che risponda all'emergen­ protagonisti nell'attività sportiva di tanti za educativa che sta vivendo il atleti e tecnici, per aiutarli a nostro Paese. "Quando l'uo­ leggere come la fatica e l'im­ Una presenza mo organizza lo sport per II pegno sono necessari per reale e viva guadagno, tende allo spetta­ conseguire il premio; inoltre colo; quando in funzione dei ai vari l'attività sportiva diventa trofei, mira alla vittoria; quan­ parabola della vita, quindi livelli do in funzione educativa, diventa urgente che qualcu­ associativi pensa alla persona. " (Sport e no, in questo caso il Vita Cristiana n. 35). Resta Consulente, sappia far coglie­ però primario quel compito specifico del re all'atleta l'importanza di "mettere il Consulente che è quello della celebrazio­ relazione la pratica sportiva e la vita cri­ ne dei sacramenti, affinché tutto quello stiana" (Sport e vita cristiana n. 34). però nel rispetto della laicità del CSI. Si è che di bello facciamo, sia associato al Inoltre la presenza rendimento di grazie che si celebra sul­ all'interno dei l'altare: "Questi sacerdoti, comunque Comitati, a fianco dei L'ATTIVA PARTECIPAZIONE qualificati, trovano nella presidenza del­ dirigenti, non vuole DEI SACERDOTI ALLA VITA DEL CSI l'assemblea eucaristica il momento più Per sostenere la "valenza pastorale" della essere una sorta di pratica sportiva, il Centro Sportivo "legale rappresentan­ alto della loro azione pastorale". E anco­ italiano si avvale della collaborazione di ra: "Impegnarsi affinché il CSI resti fede­ te" dell'autorità molti sacerdoti. Incaricati specificatamen­ le alla propria storia e all'ispirazione cri­ ecclesiastica, quanto te dai rispettivi Vescovi, vediamo quanti stiana della proposta educativa non è piuttosto un prete che sono e quali ruoli ricoprono: infatti compito esclusivo del Consulente, mette a disposizione • 1 Consulente Ecclesiastico Nazionale ma di chiunque voglia assumere degli altri la propria (don Claudio Paganini, nella foto) • 18 Consulenti Ecclesiastici Regionali nell'Assoclazione ruoli dirigenziali e di esperienza, il suo • 131 Consulenti Ecclesiastici Provinciali animazione" (Vademecum del cammino spirituale e il A queste figure, vanno aggiunti almeno 2.500 presbi­ Consulente Eccl. Parte Seconda). K ministero pastorale di teri che in tutta Italia, nelle singole società, nelle par­ cui è investito. Un rocchie e negli oratori, accompagnano la crescita dei * Consulente Ecclesiastico ruolo che vuole dare giovani, gli allenatori e i dirigenti attraverso proposte Regionale della Toscana autorevolezza alla di formazione umana e spirituale.

al tenore degli interventi dei Consulenti Ecclesiastici Regionali, riuniti a Roma a fine marzo, si comprende come ci sia in loro una sione, non solo per il CSI, ma proprio per lo sport, per quello che esso rappresenta nella vita di tante persone, in modo par­ ticolare nei giovani. Quel raccontare le proprie esperienze, le difficoltà incontra­ te, ma anche il riferire le cose belle che vengono organizzate nei Comitati Regionali, mette in evidenza un ruolo specifico del Consulente che è quello di accompagnare la fatica e la gioia di esse­ re CSI di tanti laici impegnati, sia come dirigenti, tecnici o atleti. Una presenza che vuole essere dentro l'associazione,

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APPUNTAMENTI

Appuntamento per ¡1 26 e 27 maggio

Soffia forte il Vento Solidale di Imperia Molte novità nell'edizione 2007, cominciando dal regolamento stile Coppa America. Il CSI affianca l'iniziativa organizzando in banchina tornei di Calcio a 5, pallavolo e calciobalilla umano. Prevista la partecipazione di Nave Italia, il brigantino più grande del mondo di Mario Coli banchina, in collaborazione con il Comitato di Imperia del Centro Sportivo Italiano. Durante la mattina e il pomerig­ gio si svolgeranno tornei di Calcio a 5, pallavolo e calcio­ La regata balilla umano, che vedranno tra Capo la partecipazione di squadre con ragazzi disabili o social­ Berta e mente svantaggiati. In più ci Borgo Prino saranno dimostrazioni di stre­

abato 26 e domenica 27 maggio si svolgerà a Imperia "Vento Soli­ dale", una manifestazione nata

borazione tra lo Yacht Club Italiano e la Marina Militare ed entrata a far parte

Calata G.B. Cuneo) fino alla prevista par­ tecipazione di Nave Italia (il brigantino più grande del mondo) appartenente alla Fondazione onlus "Tender to Nave Italia", costituita a febbraio dalla colla­

Tennis di Cervo). Sabato, oltre che per l'arrivo delle imbar­ cazioni, l'attenzione sarà rivolta a una

rotelle su altrettanti campi e percorsi posizionati sulla Calata che verranno

sene di discipline sportive che avranno spazio in apposite strutture allestite sulla

aperti al pubblico. Nel tardo pomeriggio, le premiazioni dei

S

dell'unione Vela Solidale. Proseguendo con le novità, con intenti benefici che ha via via assun ­ venerdì 25 sarà organizzata una to una connotazione diversa e ben preci­ serata di anteprima della mani­ sa, quella cioè di una festa della "vela festazione, intitolata "Aspet­ solidale". L'appuntamento di quest'anno tando Vento Solidale", con il riserverà numerose sorprese a iniziare concerto de "La Combriccola" dalla diversa localizzazione, strettamente (e il contributo del Circolo del collegata con il tessuto urbano (zona

NAVE ITALIA: UN'UNIVERSITÀ GALLEGGIANTE Tender To Nave Italia è una fondazione onlus costituita dallo Yacht Club Italiano e dalla Marina Militare. Il cuore della Fondazione batte a bordo di Nave Italia (nella foto), il più grande brigantino a vela del mondo, lunga 61 metri e capace di alloggiare più di 30 ospiti oltre l'equipaggio (della Marina Militare). Nave Italia non è un albergo galleggiante, ma un luogo dove si realizzano progetti di ricerca, educazione, formazione e terapia, oltre che la formazione di chi opera a contatto con il disagio. Una "università corsara", finanziariamente autonoma, che si affianca alle strutture esistenti per essere punto di incontro e scambio di esperienze diverse ed internazionali: un ambasciatore dell'Italia educante, formativa e solidale nei mari del mondo.

et-basket e di pattinaggio a

tornei e la sera la tradizionale "Cena in banchina", prima dello spettacolo musi­ cale organizzato dall'ISAH in collabora­ zione con l'Associazione Globalart. La

domenica mattina, dopo le fasi di imbar­ co, partirà l'attesa "Veleggiata", che si svilupperà nello specchio d'acqua com­ preso tra Capo Berta e Borgo Pnno. L'evento si concluderà nel pomeriggio, con i giochi nautici e la premiazioni fina­ le, che riserva la più ghiotta delle novità,

ovvero l'istituzione del Solidale". Sullo stile

"Trofeo Vento della Coppa

America, ogni anno il trofeo verrà messo in palio dal vincitore, con la speranza che

possa diventare l'emblema non solo della vela ma di tutti gli sport solidali. R

ShTÌÌO 59


APPUNTAMENTI

Tre straordinarie kermesse a livello nazionale

La filosofia del CSI fa rima con tre aziende vincenti Il proficuo rapporto che lega l'associazione con Volkswagen, Danone e Avon produce manifestazioni di grande coinvolgimento emotivo e popolare, con finalità educative e benefiche. Occasioni importanti grazie alle quali il Centro Sportivo Italiano allarga il proprio orizzonte di Danilo Vico la supporti applicandovi il proprio marchio. Nel caso, invece, le tre manifestazioni sono nate già proget­ tualmente da uno specifico rappor­ ne di essere tre grandi manifestazio ­ ni sportive "straordinarie", promosse to di cooperazione. Ciò ha consenti­ sul territorio nazionale dal CSI in to al CSI di "cucire" tre eventi di ampio respiro, in cui il rap­ cooperazione con tre porto con il grande mar­ grandi aziende di rilevan­ Progetti di chio reca funzionalmente za internazionale. In que­

olkswagen

V

Junior

Master,

Danone Nations Cup e Avon Runnìng Tour hanno in comu­

sti eventi bisogna vedere qualcosa di più e di diver­

collaborazione che ogni anno vengono intensificati

so da un semplice rap­ porto di sponsorizzazio­ ne. Nell'usuale attività di sponsoring, la parte sportiva elabora per proprio conto un progetto e poi ricerca un'azienda qualsiasi che

visibilità alla propria pro­ posta. Si riesce così a pro­ muovere formule di tornei "anomale" rispetto alle attività istituzionali del CSI, ma che recano un

alto profilo promozionale, riuscendo ad allargare il tradizionale bacino di utenza dell'associazione. K

/ ragazzi della Cisco, nel 2006 vinsero la Danone Nation Cup superando in finale gli emiliani della Reggio Calcio

LA REGINA ELETTA A COVERCIANO Queste le 12 squadre che hanno vinto le fasi regionali del torneo Volkswagen Junior Master 2007 e hanno partecipato alla finale

di Coverciano del 15 aprile.

60

AS Figline - Firenze

Junior Jesina - Ancona

SC Damiano Promotion - Napoli

Arci S.Antonio - Catania

Piergiorgio Frassati - Torino

AC Montichiari - Bergamo

Polisportiva S. Marco - Milano

FC Carpi 1909 - Bologna

UC Montecchio - Verona

Poi. Stella San Giovanni - Rimini

Ligorna - Genova

Foligno Calcio - Terni

mTiÍÍO

La Piergiorgio Frassati ha vinto il concentramento regionale di Torino del Volkswagen Junior Master 2007


AVON RUNNING

DANONE NATION CUP OBIETTIVO LIONE

AVON RUNNING TOUR LA CORSA DELLE DONNE

La Danone Nations Cup, una delle più importanti manifestazioni cal­

Avon Running Tour 2007 scatta 1'11 marzo, a Bari, in piazza Ferrarese, con al via circa 2.000 delle 2.700 donne iscritte. Grande entusiasmo e ricavato della giornata destinato alla LILT (Lega Italiana Lotta al Tumore)

cistiche internazionali per ragazzi di 11 e i 12 anni, giunge quest'an­ no all'ottava edizione italiana. Il torneo di calcio "nove contro nove" è da sempre regolamentato secondo la carta dei valori fissati

nel Progetto Culturale Sportivo

del CSI. Le fasi regionali si disputeranno durante due weekend contempo­ raneamente in Lombardia e Puglia, nel Lazio e in Emilia Romagna: il 12-13 e il 19-20 mag­ gio. La squadra vincitrice delle fasi regionali approderanno alla finale nazionale, in programma a Lignano Sabbiadoro il 2 e 3 giu­ gno. Come di consueto, chi vince­

Seconda prova a Napoli, con par­ tenza in piazza Trento e Trieste, il 25 marzo. La pioggia ostacola la manifestazione, ma non smorza la passione delle circa 700 podiste che si sono presentate al via, tra

cui il sindaco Rosa Russo lervolino, con il pettorale numero 1. L'ente beneficiario della tappa è stato ALTS (Associazione per la Lotta ai Tumori del Seno), cui sono andati i 7.000 euro raccolti. Prima al traguardo nella corsa agonistica Bruna Santelia

rà il titolo italiano volerà a Lione per vestire la maglia azzurra e rappresenterà l'Italia alla Finale

dell'idea Atletica

Internazionale.

QUESTO IL PROGRAMMA FASI REGIONALI 12-13 MAGGIO Reggio Emilia - Campi Oratorio, via Mogadiscio 42 Bergamo - Azzano San Paolo, via Stezzano 33

19-20 MAGGIO Bari - Istituto di Cagno Abbrescia, corso Alcide De Gasperi 230 Roma - Centro Sportivo 'Francesca Gianni', via Casale San Basilio 292 FINALE NAZIONALE 2-3 GIUGNO Lignono Sabbiadoro (Udine) Centro GeTur, viale Centrale 29 Per informazioni: 0668404528 www.danonecup.com/it

Terza prova a Catania, il 1° aprile. Splendida giornata di sole e le oltre 500 donne alla partenza. L'ente bene­ ficiario della tappa catanese è stata la delegazione cittadina dell'AlRC

(Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), cui a fine gara è stato consegna­ to l'assegno di 4.400 euro che servirà a finanziare una borsa di studio per la

ricerca. Vincitrice della corsa agonistica è stata Sofia Biancarosa, della Genesis Catania, campionessa italiana Promesse di mezza maratona, che ha chiusa in 14'52". Dopo di lei, Giulia Serio e Maria

Cristina Petraia. Al via anche un centina­ io di rappresentanti della base america­ na di Sigonella, capitanate da Michelle Bezinet, responsabile fitness. Le ultime due prove sono in programma a Roma (22 aprile) e Milano (6 maggio)

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GUBBIO - I! Bar Sport Gandino vince il Calcetto in Rosa 2007 Ancora una grande festa dello sport al femminile. Il Comitato di Gubbio del CSI ha voluto rendere omaggio anche quest'an­ no alle donne appassio­ nate di calcio, organiz­ zando la 10a edizione del "Calcetto in Rosa", tor­

neo interregionale di Calcio a 5, un appuntamento singolare e unico nel suo genere. Per due giorni (10 e 11 marzo) squadre arrivate da ogni parte d'Italia si sono affrontate nelle palestre di Gubbio. E in finale si sono ritrovate il Bar Sport Gandino, del Co­ mitato di Bergamo e la Imolese (ex Cesena Calcio a 5), già più volte presente e anche vittoriosa sul campi eugubini. Stavolta hanno avuto la meglio le ragazze di Gandino, che si sono im­ poste 4-2, al termine di una finale combattuta e molto corret­ ta. Nella classifica finale, al terzo posto la Riviera Calcio Impe­ ria, vittoriosa ai rigori sulla Megauto di Messina. Poi, nell'ordi­ ne: New Sport Milano Marittima, A-Team Colonnella, Polispor­ tiva Osservanza di Cesena (sempre presente nei dieci anni del torneo), Polisportiva Ponte Dazzio Imperia, Valsteria, Cervo, Atletico Ravenna, Asd Sampor di Savona, Portone Senigallia e, a chiudere, due umbre: le eugubine del Padule e le umbertidesi di Agape 2000, entrambe formazioni parrocchiali.

NAPOLI - Lo Sporting Club Flegreo leader del Gran Premio campano di nuoto Si è svolta domenica 18 marzo presso la piscina comunale di Monteruscello, a Pozzuoli, la se­ conda prova del Gran Premio Re­ gionale campano di nuoto. Circa 350 gli atleti in vasca con 9 socie­ tà in rappresentanza dei Comita­ ti di Ariano, Caserta, Napoli e Sa­ lerno. Lo Sporting Club Flegreo è passato al comando della clas­ sifica per club. A bordo piscina, 15 cronometristi, 5 giudici e 10 operatori del CSI Campania. La terza prova (prima delle finali na­ zionali previste in Friuli dal 14 al 17 giugno), è fissata per il 29 aprile presso lo Stadio del nuoto di Caserta.

BOLOGNA - Festival della ginnastica per i 600 giovani di "IncontriamoCsi" Record di presenze alla 16a edizione di "IncontriamoCsi", mani­ festazione di ginnastica artistica, ritmica, aerobica e danza che, sugli spalti del PalaSavena di San Lazzaro, ha richiamato oltre 2.500 spettatori e quasi 600 giovani atleti, in rappresentanza di 13 società del CSI Bologna (AICS Ozzano, Yuppies, U.S. Zmella

SkTÌÌWÌI

CSI, Virtus, Antal Pallavicni, Energym, Welcome, A.G. D. Budno, Crazy Sport Ozzano "Pazzamente Insieme", Poi. Riale, Scoiattoli, Scuola I. T. Fantini, Scuola Media Gessi di Pieve di Centoed). La kermesse, con esibizioni e coreografie ma senza classifiche, è sta­ ta organizzata dalla Commissione Ginnastica del CSI felsineo, co­ ordinata dalla presidente Loredana Negnni, coadiuvata in partico­ lare da Elena Fabbri, Angela Bizzarri e Barbara Zini.

FELTRE - Lo Sci Club Lentiai domina il Circuito Lattebusche

Si è concluso il Circuito della neve Lattebusche del CSI feltrino. La quinta e decisiva prova si è disputata a metà marzo sulla pista Le Coste di Cima Uomo, a San Pellegrino, con l'organizzazione dallo Sci Club Lentiai. Ben 187 i concorrenti al via, col dominio degli atle­ ti di casa. Lo Sci Club Lentiai ha infatti vinto il trofeo a squadre, con 2259 punti, davanti allo Sci Club Villabruna (1525) e al Team Del Poi (1467). A seguire: Sci Cub Feltre, Taibon, Carive, Limana ed Alleghe. Daniele Peloso, in rappresentanza dell'azienda Lattebusche, sponsor ufficiale del Circuito della neve CSI, ha premiato i ragazzi, ringraziandoli tutti e dando loro appuntamento al prossimo anno.

TRENTO - Il Cross Valle dei Laghi assegna i titoli provinciali di campestre Grande successo di partecipazione per la 23a edizione del Cross Valle dei Laghi, svoltosi a Vigolo Baselga, in provincia di Trento. Sono stati in­ fatti oltre 500 i partecipanti alla manifestazione allestita dal Gruppo Sportivo Trilacum, che assegnava i titoli provinciali di specialità del Centro Sportivo Italiano. Risultati significativi in tutte le cate­ gorie: dai successi di Francesco Nadalini ed Elisabetta Tecchio (entrambi dell'US 5 Stelle) nella categoria Senior, a quelli di Touka Fatima (Oltrefersma) e Stefano Grimaz (Villazzano) fra gli Juniores, fino alle vittorie della campionessa italiana dei 1500 Veronica Bonardi (GS Bondo) e di Luca Baldessari (GS Trilacum) negli Allievi. Fra le società dominio degli organizza­ tori del Trilacum.


CAGLIARI - Anche gli Special Olympics al Gran Premio Regionale di Tennistavolo in

II Comitato Regionale della Sarde­ gna ha organizzato, con la collaborazione del Comitato Provinciale di Cagliari, la fase Regionale del 7° Gran Premio Nazionale di Tennistavolo. La manifestazione si è svolta il 18 marzo a Nulvi (Sassari). Tra le

13 categorie individuali (maschili e femminili, dai Giovanissimi ai Fitet A) c'erano gli Special Olympics, consolidando il forte lega­ me con il CSI isolano. I premi, consegnati dal Responsabile tec­ nico regionale Roberto Lindori, sono andati a Giuseppe Zanda (5° liv), Matteo Puddu (4° liv.), Stefano Cani (3° liv.) e Mauro Vargiolu (2° liv.).

TRAPANI -1 titoli siciliani di campestre assegnati tra i templi di Selinunte

ROMA - Judo Giardinetti campione regionale già prepara la trasferta di Lignano Ben 176 atleti hanno partecipato presso presso il Palamontona di Roma al Campio­ nato Regionale di Judo del CSI, ri­ servato agli agonisti (Esordienti B, Cadetti, Juniores e Seniores) e per la prima volta anche agli Esordienti A. In palio la qualificazione al Campionato nazionale di Ju­ do in programma il 12 e 13 maggio a Lignano Sabbiadoro. Tre i tatami utilizzati, 11 i giudici di gara, tante emozioni e pronostici rispettati: Judo Giardinetti del maestro Eros Spi­ netti davanti a tutti nella classifica per società. Dietro, il CSI Roma Est guidato dal maestro Umberto Foglia. Quindi: CSCR Piergiorgio Frassati, A.S. Albatros, A.S Busen Net­ tuno, Klan Arashi S. Cesareo. Individualmente si sono se­ gnalati Marta Perrillo, Jessica D'Angelo, Emanuele e Emi­ liano De Pietro, Flavio Graziano, Kevin Ippoliti, Federico Scipioni, Damiano Mazzei, Giorgia Catalano, Davide Cellamare e David Chicchiam.

FERRARA - Memorial Manservisi e Circuito Master: a Cento la festa del nuoto Uno scenario d'eccezione ha fatto da cornice, alla decima edi­ zione del Gran Premio Regionale di corsa campestre sicula, per la prima volta organizzato nella Sicilia occidentale, all'in­ terno del parco archeologico di Selinunte. Oltre 250 presen­ ti, con atleti dei Comitati di Milazzo Patti, Catania, Noto, Enna, Ragusa, Agrigento, Trapani, Palermo, Caltagirone e Alto Platani. Il percorso, un circuito disegnato in mezzo ai templi, era molto impegnativo per due strappi in salita e ha permes­

È giunto all'8a edizione il Trofeo Cento Carnevale d'Europa Memorial Viviana Manservisi, gara che la società Acqua Time organizza presso la Piscina di Cento con il patrocinio del Co­ mune, del Comitato di Ferrara del CSI e dei gestori dell'im­ pianto Nuova Sportiva. La chiave ispiratrice della manifestazio­ ne è il gemellaggio tra una gara agonistica e una grandiosa sfilata di Carnevale, nella quale gli atleti vengono coinvolti co­ me attori. Acqua Time tra l'altro ha poi organizzato la 3a prova del Circuito Master, cui hanno partecipato 16 società.

so una buona selezione. Le maglie giallorosse di campione siciliano CSI sono state con­ segnate dal vicepresidente nazionale Santo Gagliano, dal pre­ sidente regionale Salvo Russo e dal presidente del CSI Trapa­ ni, Rosario Muro. Questi i vincitori: Cinzia Emmanuele e Ayed Moese (Esordienti), Erika Lumie e Hassen Chouari (Ragazzi), Nastassia Farina e Carmelo Di Stefano (Cadetti), Simona e Al­ berto Doriore (Allievi), Vitalba Mandará e Antonino Tortorici (Júniores), Fiorinda Augello e Angelo Portelli (Seniores), Heidi Stettler e Francesco Catalfamo (Veterani), Giuseppe Fiam­ mante (Amatori). Nella classifica a sguadre, vittoria del Drago Team Alto Platani, poi Indomita Milazzo Patti e Sport & Vita

Catania.

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L'AGORÀ DEI GIOVANI E LA NAZIONALE CANTANTI GIOCANO PER NAPOLI L'Agorà dei Giovani e la Nazionale Cantanti scendono in campo per Napoli. La squadra di Gianni Morandi (nella foto con il capitano An­ drea Mingardi) affronterà il team dell'Agorà mercoledì 25 aprile al­ lo Stadio Del Conero di Ancona. L'incasso servirà a finanziare l'ac­ quisto di un camper per la formazione di animatori di strada sulla legalità. Ai nomi dei grandi artisti della Nazionale Cantanti, la squa­ dra dell'Agorà risponderà con quelli dei responsabili diocesani di pastorale giovanile, membri di associazioni e movimenti e persona­ lità delle istituzioni delle Marche, regione che il 1° e il 2 settembre ospiterà a Loreto l'incontro dei giovani con Benedetto XVI. La manifestazione è organizzata dalla pastorale giovanile e dello sport della Regione Ecclesiastica marchigiana e dalle Diocesi di Ancona-Osimo, Loreto, lesi e Senigallia in collaborazione con il Cen­ tro Sportivo Italiano, la Regione Marche e il Comune di Ancona.

0^0°’“'

AGENDA CSI DI MAGGIO 1 maggio Cava de' Tirreni (SA) 37a Scetajorde

Cantù (CO) 7° Trofeo Lombardia di Nuoto

Imperia Finale 8° Top Italy Beach Volley Città d'Imperia Finale Regionali Beach Handball

5 e 6 Maggio

19-20 maggio

Celle Ligure (SV) 7° Trofeo Città di Celle Ligure torneo interregionale di Calcio femminile a 7

Lignano Sabbiadoro (UD) 5° Gran Premio Nazionale di Judo, Karaté, Wu Shu

6 maggio Milano Avon Running Tour 5a e ultima tappa

11 maggio Roma

3 maggio

Seminario Nazionale

Roma

"Sport e Scuola"

Oratorio S. Pietro Convegno

Lo sport è di casa nella chiesa

11-13 maggio Napoli Convego CEI

5 maggio

sul Volontario

Bellano (LC) 4° Trofeo corsa su strada

il

12-13 maggio

Bari - Roma Danone Nations Cup 2° weekend

20 maggio Palermo Meeting Regionale di Nuoto

Cassano d'Adda (MI) 22° Trofeo di Atletica Leggera su pista

27 maggio Trapani Meeting Regionale Ginnastica e Aerobica

Reggio Emilia - Bergamo

26-27 maggio

4-6 maggio

Danone Nations Cup

Roma

1° weekend

Verona La Grande Sfida - 12a edizione

Scuole Cattoliche

13 maggio

31 maggio-3 giugno

Catania

Chianciano Terme

Meeting Regionale

Stage Nazionale Arbitrale

di Atletica Leggera

Lignano Sabbiadoro (UD) Finali Campionati Giovanili Under 13

Maratona di Primavera

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stadium ì


ürüillllnt ALLENARE LA TATTICA INDIVIDUALE Una volta fatti propri i sette gesti tecnici fondamentali, i giovani cal­ ciatori sono pronti per apprendere la tecnica applicata. L'età giusta è a partire dagli 11-12 anni, ma l'al­ lenatore deve essere in grado di intuire le diverse abilità e grado di maturazione del soggetto di Filippo Galli

ISTRUZIONI PER L’USO

g UGNANO, PICCOLA FLORIDA Fu Hemingway a definirla così, a metà del secolo scorso, nel momento del suo massimo sviluppo urbanistico. Le spiagge contrassegnate da sabbia finissima, l'arte e la cultura culinaria ne fano una capitale del divertimento. Comincia col tennistavo­ lo (22-25 aprile) il festival di finali nazionali ospitate dal centro

turistico dell'Alto Adriatico. di Massimo Carboni

IL CAPITANO, UN VERO LEADER È il ruolo più delicato. Chi lo riveste, può esse­ re nominato secondo diverse logiche tutte con un comune deno­ minatore: il prescelto deve essere riconosciu­ to dalla squadra, deve rappresentarla per stile e personalità di Mauro Berruto

ATTENTI: LO SPORT PUÒ FARE MALE L'anticipo della pratica sportiva in età sempre più acerba, ha prodotto un aumento di traumi all'apparato scheletrico dei gio­ vani atleti. Molteplici le cause e diverse anche le attenzioni che possono essere prestate per prevenire questo tipo di lesioni di Piero Volpi

e ancora:

L’ARBITRO ARRIVARE IN SERIE A SOGNO DA COSTRUIRE di Massimo Chiesa

IL MANAGER DELLO SPORT COME CURARE IL TIFO VIOLENTO La violenza negli stadi, che riguarda anche lo sport a livel­ lo non professionistico, è un problema complesso e ancora lontano dalla soluzione. Le reazioni sono emotivamente forti e originano riflessioni che arrivano a mettere in discus­ sione il sano valore dello sport di Giovanni Pasculli

LE SPONSORIZZAZIONI OPPORTUNITÀ E LEGGI di Barbara Ricci

LIBRI CALCIO, SHOAH AMORE E AMICIZIA di Massimiliano Castellani

WEBSPORT CUNEGO IN RETE È GIÀ MAGLIA ROSA di Luca Palmieri

STTìlWi ss


Acauisita la tecnica di base, i ragazzi sono pronti

QUANDO ALLENARE LA TATTICA INDIVIDUALE

di Filippo Galli Allenatore

Una volta fatti propri i sette gesti tecnici fondamentali, i giovani calciatori sono pronti per apprendere la tecnica applicata. L'età giusta è a partire dagli 11-12 anni, ma l'allenatore deve essere in grado di intuire le diverse abilità e grado di maturazione del soggetto er tattica individuale o tecnica applicata s'in­ tendono tutti quei iro­

nica di base (calciare, colpo di testa, stop, guida della palla, contrasto, rimessa laterale e

vimenti o accorgimenti che un giocatore applica nelle va­ rie situazioni di gioco, nelle

tecnica del portiere) un giova­ ne calciatore è pronto per af­ frontare gli argomenti della tattica individuale o tecnica

P

due fasi di una partita (di pos­ sesso palla o non possesso palla, di attacco o difesa) af­ finché la propria prestazione risulti utile, redditizia ed eco­

nomica. Dalla definizione si evince che il giocatore deve operare in due fasi di gioco ben distinte e che il suo operato e le sue scelte non sono più fini a se stesse, ma influenzano e sono influenzate dal contesto e quindi da compagni e avver­ sari. Imparati i sette gesti della tec­

goli giocatori. È immediato capire che chi non è in grado di calciare correttamente (tec­ nica di base), ad esempio, applicata. avrà enormi difficoltà a ese­ Generalmente gli aspetti di guire passaggi (tat­ tattica individuale so­ tica individuale in Sono due no sviluppati dall'al­ fase di possesso lenatore dal secondo e distinte palla) precisi. Tutto anno della categoria le fasi ciò potrebbe far esordienti per poi sorgere nei calciato­ di gioco trovare totale appli­ ri sconforto e insod­ cazione nella catego­ da allenare disfazione. L'allena­ ria giovanissimi ed tore pertanto, deve essere continuamen­ te rivisti e rafforzati nelle cate­ gorie maggiori. Naturalmen­ te, tutto è assolutamente rela­ tivo alle reali capacità dei sin-

osservare con attenzione ogni giocatore per valutare le sin­ gole qualità e capire il tipo di esercitazione da proporre, con l'opportuno grado di dif­

re che esiste una fase di pos­ sesso palla (attacco) e una fa­ se di non possesso palla (dife­ sa), senza però ridurre queste due situazioni ad una distin­ zione di ruoli tra attaccanti e difensori, che risulterebbe scorretta e fuorviante rispetto agli insegnamenti tecnico tat­

tici da fornire ai giovani calcia­ tori. Nello specifico, per en­ trambe le fasi, ci sono cinque tematiche a cui educare i gio­

vani calciatori.

ficoltà e il giusto tipo di obiet­ tivo da perseguire, indipen­ dentemente dalla categoria. In caso di disomogeneità di

FASE DI POSSESSO PALLA

capacità tecniche tra i compo­ nenti di una squadra, può es­ sere utile lavorare con sotto­ gruppi o facendo esercitazio­

della palla • Passaggio • Finta e dribbling

ni specifiche, prima o dopo l'allenamento, per i giocatori con maggiori difficoltà per provare a rendere il gruppo il più omogeneo possibile. Come detto, la tattica appli­

cata si divide in due parti rife­

STkTìWI

rite alle due situazioni di gio­ co in cui un giocatore si può trovare durante una partita. Sinteticamente potremmo di­

• Smarcamento • Controllo e difesa

• Tiro in porta FASE DI NON POSSESSO PALLA

• Marcatura • Presa di posizione • Intercettamento


• Contrasto • Difesa della porta Dal punto di vista tecnico, il giovane calciatore che sa eseguire i gesti della tecnica di base con abilità è agevola­ to nell'affrontare i temi di tattica individuale; basti pen­ sare, per esempio, al legame stretto tra il calciare, gesto fondamentale della tecnica

di base, e il passaggio; o, an­ cora, tra lo stop e il controllo e la difesa della palla. È op­ portuno pertanto, che le pro­ poste dell'allenatore tenga­ no sempre conto delle risorse a disposizione e, quindi, del­ le reali capacità dei singoli calciatori. Dall'elenco degli argomenti della tecnica ap­ plicata visti sopra, è chiaro che oltre alle necessarie ca­ pacità tecniche, è opportuno che il giocatore abbia dei re­ quisiti motori, delle capacità cognitive e di apprendimento

decidere quanto tempo dedicare a ognuno di essi e con quali modalità. Ricordiamo che ogni propo­ sta ed esercitazione deve es­

quello della fase di non possesso palla dovrebbero avere uguale importanze e presu­ mibilmente anche medesimo tempo dedicato. Osservando

sere adatta alle qualità, alle conoscenze e alle capacità dei singoli calciatori. Può venire spontaneo inter­

però il risultato finale delle gare si evince che, in genere, la squadra cha ha per più tempo, durante una partita,

rogarsi su quanto spazio si debba dare all'al­ lenamento delle dere coscienza e L'allenamento tematiche in fase quindi "fare pro­ di possesso palla e prio" l'insegna­ deve essere quanto a quelle in mento. L'età ideale condizionato fase di non posses­ per iniziare ad edu­ dalle capacità so palla. care i ragazzi alla Le statistiche delle tattica individuale dei ragazzi partite di calcio, a è 11- 12 anni, te­ ogni livello e categoria, dico­ nendo sempre conto di alcu­ no che, nella maggior parte ni aspetti cognitivi e motori dei casi, la percentuale può che devono essere presenti e variare dal 45% al 55% per che non tutti i ragazzi svilup­ una o per l'altra fase. Questo pano in ugual modo. ci porta a concludere quindi, Determinati i temi da tra­ che sia l'allenamento della smettere ai giovani calciatori, fase di possesso palla che l'allenatore ha il problema di

il possesso della palla risulta alla fine vincente. Ciò ci fa concludere che, probabil­ mente, dedicare più tempo agli aspetti della fase di pos­ sesso palla potrebbe avere conseguenze migliori. Inoltre studi sulle capacità di ap­ prendimento e attenzione dei giovani calciatori eviden­

di un certo tipo per comprendere e affrontare in modo proficuo gli argomenti tattici. Ecco perché l'insegnamento della tattica individuale è op­ portuno non inizi con calcia­ tori troppo giovani, i quali si limiterebbero, nei casi mi­ gliori, a ripetere quanto ri­ chiesto o mostrato dall'alle­ natore senza pren­

ziano che questi si divertono di più quando sono in posses­ so di palla. Questa breve sintesi di una più ampia analisi di studi e considerazioni in merito, ci porta a concludere che nella

programmazione annuale si possa dedicare un tempo, relativamen­ te maggiore, alla fa­ se di possesso palla. Voglio comunque ri­

badire che tutto è estremamente con­ dizionato dalle risor­ se umane a disposi­ zione di ogni allena­

tore e cioè i calciato­ ri, con le loro capaci­ tà e abilità. K

Tecnica e passione È importante che l'istruttore sappia farsi ascoltare dai ragazzi, motivandoli e facendo crescere dentro di loro l’amore per lo sport

ShTiBlll 67


L'ALLENAI ORE-CALCIO

rnNTRASTO E MARCATURA IN FASE DI NON POSSESSO

ISTRUZIONI PER L'USO

Sono due aspetti molto importanti quando si gioca senza la palla. Analizziamoli nello loro diverse tipologie e modalità di allenamento per conoscerli e insegnarli al meglio. Alcuni suggerimenti da dare ai giocatori per la loro corretta esecuzione bbiamo trattato pre­ cedentemente gli aspetti di tecnica e tat­

L'obiettivo del contrasto è uni­ co: togliere la palla all'avversa­

Il contrasto è l'abilità tecnica, o

la palla in modo pericoloso Il principio generale

A

rio. è l'abilità tattica tica individuale in fase di La posmarcatura ­ individuale che consiste nel to­ sesso palla, vediamo, di segui­ gliere libertà all'avversario, limi­ to due aspetti in fase di non tando lo spazio di manovra e la possesso palla : il contrasto e la possibilità di ricevere o giocare marcatura. tattica individuale, della marcatura è che consente di al­ Il giocatore considerare e cono­ lontanare la palla deve saper scere le qualità degli dall'avversario, o di scegliere avversari e le posizioni toglierla nel caso ne degli stessi, sia diretti il tipo fosse in possesso. che indiretti, rispetto Questo gesto tecni­ di contrasto alla palla e alla porta. co fa parte sia dei più adatto Quindi una buona sette gesti fonda­ marcatura scaturisce mentali della tecnica dalla lettura corretta e imme­ calcistica che degli aspetti di tat­ diata di alcuni aspetti che pos­ tica individuale in fase di non siamo chiamare coordinate del­ possesso palla. Questo fa capi­ re l'importanza del contrasto, che troppo spesso non viene al­ lenato, ma lasciato all'istinto del giocatore. I tipi di contrasto so­ no: frontale, laterale e scivola­ to. Identificati i tipi di contrasto possibili è facile capire il perché esso sia compreso nella tecnica di base e nella tattica individua­ le. È infatti importante che tec­ nicamente un giocatore cono­ sca e sappia eseguire correttamente un contrasto ma è fon­ damentale che sappia scegliere

il tipo più opportuno in funzio­ ne della situazione di gioco da affrontare.

siiti in'il!

la marcatura che sono: caratte­ ristiche e posizione dell'avversa­ rio diretto (con o senza palla), posizione della palla, posizione della porta da difendere e posi­ zione sul terreno di gioco di se

e dell'avversario. L'avversano diretto può essere o meno in possesso di palla. Nel primo caso le scelte tattiche possibili sono: temporeggiare e indirizzare o contrastare l'avver­

sario. Nel secondo caso, il difen­ dente deve essere pronto all'an­ ticipo o a una corretta presa di posizione per impedire che l'at­ taccante si metta in condizione

Ibrahimovic e Zauri in agguato: il pallone sta di ricevere la palla. Gli obiettivi della marcatura so­ no: 1) chiudere la palla, che si­ gnifica impedire le possibili gio­ cate ponendosi correttamente con il corpo; 2) rallentare l'avan­ zamento; 3) impedire la conqui­ sta della profondità; 4) impedi­ re la conclusione a rete; 5) con­

quistare la palla. Per una marcatura corretta ed efficace è importante l'orienta­ mento e la posizione del corpo in riferimento alle coordinate della marcatura. Ecco alcune in­ dicazioni da dare ai giocatori nell'educazione alla marcatura:

• la schiena del difensore non deve mai essere parallela alla li­ nea di porta • il baricentro leggermente ab­ bassato • i piedi non devono essere pa­ ralleli • l'orientamento del corpo de­

ve "invitare" l'attaccante ad al­ lontanarsi da centro della porta. Va ricordato inoltre che il piede più avanzato del difensore de­ termina il lato debole dello stes­ so. Altrettanto importante è l'orientamento e la posizione ri­ spetto alla palla, all'avversario e

alla porta da difendere. In que­ sto caso le indicazioni da dare al difensore sono: • vedere la palla • vedere e/o toccare l'avversario • sapere dov'è la porta da difen­ dere Data ('imprevedibilità assoluta che determina ogni azione di

gioco, tutte le indicazioni di cui sopra possono rendere più o me­ no efficace un difensore in rela­ zione alle scelte e al tempo delle stesse che il giocatore fa. ■ Ha collaborato

Angelo Castellazzi



Una scelta importante e non sempre facile

di Mauro Berruto C.T. Nazionale Finlandese

È il ruolo più delicato. Chi lo riveste, può essere nominato secondo diverse logiche tutte con un comune denominatore: il prescelto deve essere riconosciuto leader dagli altri. Ed essere un vero esempio per tutti n ogni gruppo (sportivo e non) ciascuno tende ad occupare ruoli precisi e

I

e non se ne parla più. Tutte queste valutazioni sono sensa­

te, nessuna ideale dato che, quella ideale, non può che ri­ funzionali rispetto alla vita del ferirsi alla specificità del pro­ gruppo stesso. Leader, giullari, prio spogliatoio. Doug Beai, capri espiatori...tutti sono ne­ allenatore della selezione Usa cessari. Proviamo ad appro­ che vinse la medaglia d'oro ai fondire una di gueste figure: Giochi Olimpici di Seul, faceva quella del capitano. scegliere, con una democrati­ Il capitano deve essere in gra­ ca elezione, il capi­ do di rappresentare tano alla squadra ri­ la squadra nello stile, li capitano servando però a sé nella determinazio­ rappresenta un voto che...valeva ne, nella personalità.

Ma forse è ancora più preciso affermare

la squadra per stile e personalità

che è la squadra che deve riconoscersi nel suo capitano, riu­ scendo a vedere in lui un esempio vivente. L'unica cosa di cui non troverete traccia in questo articolo sarà del più classico dei suoi compiti: il rap­ porto con gli arbitri durante il match. Nella scelta del capita­ no quella è la cosa meno im­

portante! Parliamo, appunto, della scel­

ta del capitano. C'è il metodo democratico: il capitano deve

essere scelto dalla squadra. C'è il metodo anagrafico: il ca­ pitano deve essere l'atleta più vecchio. Qualcuno crede che il capitano deve essere l'atleta che da più tempo veste la ma­ glia della squadra, per altri il capitano lo sceglie l'allenatore

JTfTiÌWÌi

doppio! Personalmente, ri­ tengo importante coinvolgere la squa­

dra nella scelta: sa­ rebbe un errore grave puntare

su un atleta al quale, per qual­ che motivo, non venga ricono­ sciuta una leadership. Si può proporre la compilazione di questionari, dai quali costruire semplici sociogrammi, con do­

mande come: «Con quali dei tuoi compagni vorresti dispu­

tare il tie-break di un'impor­ tante finale?» (scelta tecnica). «Con chi vorresti uscire a bere una birra dopo un match?» (scelta sociale). «A quale dei tuoi compagni confideresti un

tuo

problema

personale?»

(scelta affettiva). Il numero di scelte (o di rifiuti nel caso in cui le domande vertano su scelte negative, cosa da proporsi so­

lo a gruppi molto stabili e con rapporti davvero solidi) chiari­ ranno le dinamiche interne. Scontato dire che il capitano

ideale è quello che emerge dalle scelte in tutti e tre gli am­ biti. Il rapporto tra allenatore e ca­ pitano deve essere sempre molto chiaro e fondato su sti­ ma, sincerità e fiducia recipro­ ca. Allenatore e capitano esprimono due leadership molto forti che, qualora en­ trassero in conflitto, rappre­

senterebbero un problema molto serio. È importante so­ prattutto che la squadra rico­ nosca nel proprio capitano una persona capace di parlare all'allenatore e di trasmettere a lui le sensazioni di tutti. Il rapporto fra allenatore e capi­ tano deve poi essere pensato e "tarato" soprattutto per i mo­ menti di crisi. Le sconfitte, la stanchezza, la lunghezza e le

pressioni di una stagione, gli inevitabili cedimenti: questi sono i momenti in cui il dialo-


DARSI IN PASTO ALLA SQUADRA

Grinta da capitano Simona Rinieri (n. 2) é da anni la riconosciuta capitana della Nazionale femminile di volley, accanto a lei Manuela Leggeri. Nell'altra pagina, Valerio Vermiglio, uomo di riferimento in campo del et azzurro Gian Paolo Montali go fra allenatore e capitano non solo non deve venir meno, ma deve qualificarsi. La ten­ denza, quando le cose non vanno bene, è quella di pensa­ re individualmente. Allora an­ che il custode della palestra può venirti a spiegare chi deve giocare, che cosa bisognava fare prima, che cosa occorre fare adesso. Nei momenti di crisi si tende a estraniarsi dal contesto, pensando esclusivamente a sé stessi, chiudendosi nelle proprie sicurezze senza condividerle con gli altri. Tutte

Un bravo capitano ha molti più doveri che diritti. Pensate ai grandi capitani che la naziona­

le italiana ha avuto nel corso della sua storia: atleti come Lucchetta, Giani, Gardini (nella fo­ to) sono stati capaci di lasciare il segno perché disponevano di

le squadre, e più in generale, tutti i gruppi di persone, han­ no momenti di crisi. Ma una cosa è essere in crisi, altro è crollare. E la possibilità di non

bravo capitano paga doppie le sue multe e magari convince tutti che il denaro raccolto lo si devolverà in beneficenza. Il ca­ pitano deve rappresentare an­ che (anzi, soprattutto) i valori morali di un gruppo, perché saranno pro­ In ogni prio quei valori a es­ sere punti cardinali gruppo

crollare passa anche attraverso i segnali che allenatore e capi­ tano danno quotidianamente a tutti gli altri. Un allenatore e un capitano nervosi e pessimi­

sti non trasmettono altro che nervosismo e pessimismo. Un buon capitano, per il cammino di come un buon mana­ ciascuno una squadra nei mo­ ger, deve saper dele­ menti difficili. gare alcune sue fun­ occupa Di solito è questo zioni, non può pensa­ un ruolo l'aspetto che gli atleti re di poter fare tutto preciso utilizzano maggior­ da solo. Sceglierà allo­ mente per valutare il ra un vice-capitano che insieme a lui amministrerà proprio capitano. Se è il primo le sanzioni per il mancato ri­ ad arrivare in palestra e l'ultimo ad andare via, se si tuffa su tut­ spetto delle regole del gruppo. ti i palloni, se incoraggia co­ Per esempio l'abbigliamento stantemente i suoi compagni, è sbagliato, le penalità per i ri­

tardi, uno squillo di troppo di

un telefonino, un servizio sot­ to alla rete in allenamento. Un

un capitano "normale". Ma la considerazione che i compagni di squadra hanno del loro capi­

tano cresce enormemente se questi sentono di poter essere rappresentati in maniera forte e coraggiosa nel rapporto con l'allenatore e con la società. Il capitano deve avere la forza di difendere il gruppo quando at­ taccato, di richiedere e ottene­ re per sé e per i propri compa­ gni le condizioni logistiche e or­ ganizzative per poter svolgere al meglio ogni singola seduta di allenamento. In questo senso il

capitano dispone di una specie di mandato da parte dei suoi compagni, che deve esercita­ re riuscendo a ottenere ascol­ to ed essendo anche pronto a lottare e, se necessario, a ri­ schiare personalmente. D'al­

tra parte (e questo vale per tutti i capitani) se un uomo

non sa rischiare, o le sue idee non valgono nulla o non vale nulla lui.

una grande qualità: essere esempio vivente di regole "sem­ plici", come la puntualità, così come di valori complessi, come la generosità, lo spirito di sacri­ ficio. Ecco il modo di essere ca­

pitano: conquistarsi la propria leadership non attraverso le pa­ role, ma con la somma di picco­ li atteggiamenti quotidiani. C'è un film che racconta la storia, tragicamente vera, di una squa­ dra di rugby coinvolta in un in­ cidente aereo sulle Ande che,

nell'attesa dei soccorsi e allo stremo delle forze, è costretta a cibarsi della carne umana dei

cadaveri. Il capitano della squa­ dra, in una intensa scena, si pre­ senta ai suoi compagni e sempli­

cemente dice: «Volevo comuni­ carvi che, se dovessi morire, avete il mio permesso per mangiar­ mi». Insomma, se vi ciberete di me vi trasmetterò, nell'ultimo modo possibile, la mia forza. Antropologicamente da ap­ plausi, pur nella speranza che il "cannibalismo da spogliatoio" resti... rituale.

stailhim

71


Arrivare a dirigere il campionato più importante è il massimo obiettivo di qualsiasi giovane che sceglie di fare l'arbitro. Tappe obbligate, tempi lunghi, regolamenti, fortuna e capacità personali concorrono al risultato finale vano NAGC o Piccoli Azzurri. Dopo alcune esperienze in campo per saggiare le proprie genti, giocatori, allena­ attitudini, peraltro verificate tori) hanno idea di guanto tem ­

orse non tutti gli sporti­ vi e addetti ai lavori (diri­

F

po può impiegare un arbitro (molto bravo ed anche fortu­ nato) ad arrivare a dirigere in

attraverso le "visionature'' da parte degli Osservatori, un tempo i Commissari, iniziano i

Serie A. La questione potrebbe sem­ brare legata semplicemente a fattori temporali, tuttavia, spesso gli sportivi, e anche i ra­ gazzi che si avvicinano al mon­ do arbitrale, non hanno le idee chiare, specialmente ri­ guardo al percorso che atten­ de un giovane che spontanea­ mente intraprende questa

passaggi a direzioni più impe­ gnative, Terza Categoria in ambito Regionale, Seconda Categoria e Prima sino alla Promozione, sempre in ambi­

carriera. Iniziando con lo sfatare il luo­ go comune che chi arbitra è sempre e comunque qualcuno

che non è riuscito ad emerge­ re giocando, ci sono altre

componenti da analizzare e magari

anche la volontà o la preferenza per un

to Regionale. Coloro che a giudizio dell'Organo Tecnico sembrano più meritevoli e promettenti acce­ dono poi al Campionato di Ec­ cellenza che rappresenta il ver­ tice Regionale ed è indubbia­ mente prodromico all'impiego

dei migliori e più promettenti che verranno selezionati per il campionato Nazionale Dilet­

tanti (Serie D). In Sene D la cosa inizia a essere inte­ L'arbitro ressante: si comin­ non è uno cia a viaggiare per che non l'Italia facendo esperienze anche in riesce situazioni ambien­

ruolo singolo nel­ l'ambito di uno sport di squadra a emergere tali estremamente Dopo il Corso Orga­ da giocatore diverse da quelle di nizzato dai Comita­ origine. Per esem­ ti Regionali Arbitra­ pio, per un arbitro del Nord, li e veicolato dalle Sezioni Ar­ andare a dirigere partite nel bitri Provinciali, della durata di Sud Italia rappresenta indub­ circa 3 mesi, si iniziano a diri­ biamente un banco di prova gere le prime gare dei ragazzi­ importantissimo per verificar­ ni delle scuole di addestra­

mento: ai mie tempi si chiama­

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ne le competenze, la persona-

lità, l'autorevolezza e anche le prospettive. Esistono poi le classiche gra­ duatorie di merito stilate sulla scorta dei rapporti ricevuti dal­ le visionature degli Osservato­ ri: normalmente un arbitro medio rimane 3 anni in Sene D, a maturare, viaggiando per l'Italia calcistica. Alla fine del terzo anno di appartenenza al-

l'Organo Tecnico si entra in graduatoria per la promozione al successivo Organo Tecnico (in questo caso CAN C che comprende C1 e C2. Nel re­ cente passato si sono verifica­ te alcune eccezioni di arbitri

3 a 5 anni. Se nel periodo dei 5 anni pre­ visti, non emerge la potenziali­ tà del soggetto, alla fine del quinto anno lo stesso viene di­ smesso non avendo i requisiti per proseguire a più alto livel­ lo. I dismessi possono far do­ manda per poter essere am­ messi come Assistenti alla CAN

A/B assieme a chi ha iniziato la camera dalla Serie D direttamente come Assistente, se vo­

gliamo un piccolo (ma giusto) privilegio a patto che vengano svestiti immediatamente i pan­ ni e, soprattutto, la mentalità

che dopo due anni sono riusci­

dell'arbitro. In Serie D le situazioni che pos­

ti a essere promossi. Alla CAN C si può rimanere da

sono verificarsi, sono le più di­ sparate e pericolose; per prima


GLI ATTI VIOLENTI VANNO SANZIONATI

Giovani ed esperti lo sguardo "feroce " di Sefano Farina, 45 anni, uno dei più esperti arbitri italiani. Nell'altra pagina, il giovane Oberdan Pantana, 32 anni, ammonisce Lucarelli, capitano del Livorno

Ci tocca sempre più spesso di assistere a episodi ben lungi dal rappresentare un buon esem­ pio. Risse alla fine di partite in­ ternazionali con conseguente caccia all'uomo (anche se detta­ ta da evidente provocazione),

ma prudenza quando alla fine cosa non esistono terne fisse e della gara si deve andare a normalmente l'arbitro trova prendere un aereo. Per tutti collaboratori della regione in questi motivi, sarebbe impor­ cui è stato designato, ne con­ tante la collaborazione dei di­ segue un affiatamento prati­ rigenti della squadra ospitan­ camente inesistente e anche una limitata fiducia, se non al­ te. Alcune volte, quan­ tro in prima battuta. do la gara non si è Nei campionati re­ La carriera dipanata secondo i gionali, invece, mol­ di un arbitro dettami o meglio i to spesso gli arbitri desideri di qualcu­ usufruiscono della è lunga e no, si rischia di ri­ collaborazione di as­ può essere manere isolati in sistenti di parte, ov­ travagliata cittadine lontane vero dirigenti delle dagli aeroporti e due sguadre che in­

dubitabilmente possono crea­ re discrasie, vuoi perchè non adeguatamente preparati, vuoi perchè di parte. In questo caso la fiducia risulta molto li­

mitata e l'aiuto stesso non sempre conforme alle reali ne­ cessità. Non bisogna dimenticare poi che andando ad arbitrare, an­ che in Serie D, spesso si viene riconosciuti al momento del­ l'arrivo nel paese o cittadina, ne consegue un'azione di mi­

magari, come mi è capitato al­ cune volte, di rientrare il lune­ dì successivo in quanto nessu­ no si è preoccupato di accom­ pagnarti all'aeroporto. Vale anche la pena di menzio­ nare il fatto che gli arbitri, pur

andando a fare il proprio dove­ re, anticipano di tasca loro le spese di trasferta, e a volte, si possono anche trovare in diffi­ coltà, oltre che sul piano per­ sonale, anche sotto il profilo del lavoro. Stiamo parlando,

metizzazione che non sempre riesce; a volte c'è bisogno an­ che di nascondere l'auto, spes­ so oggetto di ritorsioni, e so­

ovviamente, di categorie infe­ riori.

prattutto c'è necessità di estre­

una marcata crisi di "vocazio­

Forse sono anche tutti questi fattori che contribuiscono a

ni": il percorso è molto artico­ lato, lungo e alcune volte an­ che pericoloso. Talvolta basta una partita andata male, un'invasione, un tentativo di aggressione, per perdere un potenziale grande arbitro in prospettiva. Proprio per questi motivi la Federazione e l'Associazione Italiana Arbitri (AIA) dovrebbero vigilare e monito­ rare con estrema sensibilità tutte le vicende legate alla ma­ turazione di un arbitro pro­

mettente. Finalmente la Serie A: dalla CAN C vengono promossi ogni anno 5 arbitri. Appare eviden­ te le la piramide è durissima da

scalare. Va detto che soltanto lo 0,1 % dell'intero movimento riesce a coronare il sogno: alla CAN A e B arrivano 40 arbitri su

40.000; soltanto 25 arbitrano stabilmente in A; mentre solo 10 ottengono la qualifica di In­

ternazionale. Per un arbitro la carriera è lun­ ga e travagliata : quando uno è veramente in gamba, può arri­ vare in Sene A attorno ai tren­ ta anni. In Italia, quindi, per

"fare" un arbitro occorrono mediamente 15 anni. BS

tentativi di farsi giustizia in proprio, in barba a televisioni, fair play e correttezza. Direi che la misura è sufficientemente piena. Siamo stufi di assi­ stere ai dibattiti dietrologie! su comportamenti, sulle implicazio­

ni, sulle azioni da intraprendere senza che nessuno faccia real­ mente qualcosa affinché tutto

ciò abbia termine. Per non essere frainteso, aggiun­ go che non mi riferisco soltanto a squadre italiane, ma anche a vergognose rappresentazioni

date da blasonati club inglesi, scazzottature epiche anche nel "profondo" nord Europa, per fi­ nire con calciatori che prendono a testate donne arbitro. Occorrono sanzioni durissime

sia per i dirigenti, sia per i cal­ ciatori. Non vendette e non squallide giustificazioni che mi­ stificano la realtà, ma calciatori

da punire, sia disciplinarmente, sia pecuniariamente. Lo stesso vale per quegli allenatori che si travestono da censori, non avendo migliori esempi da mo­ strare, dopo aver totalmente equivocate le reali dimensioni di un accadimento.

Per non parlare dei dirigenti sempre pronti a difendere i loro errori attaccando qualsiasi or­ gano, ente o federazione provi a fare qualcosa che viene sem­ pre vissuta come un "complot­ to" ai danni dei loro giocattoli.

stadhim

73


IL PREPARATORE

Per oqni disciplina c'è un metodo differente

COME FAR DURARE DI PIU' LA FORZA

di Marco Manzotti Docente Coni e CSI

ISTRUZIONI PER L'USO

Torniamo a parlare di resistenza in una delle sue declinazioni/ tutte ugualmente importanti. Anche questo tipo di capacità può essere adeguatamente allenata/ con le dovute attenzioni e differenze tra caso e caso e per sport praticato infatti non può essere trascu­ rato l'aspetto del gesto ese­ cutivo; inteso come coordina­ intermuscolare. Questa lito, è evidente la necessità zione di si esprime attraverso l'intermantenere elevato l'utilizzo correlazione dei muscoli agodella forza. La complessità nisti e antagonisti che produ­ del concetto della forza nasce cono la coordinazione di un dall'interrelazione delle sue dato movimento. forme principali, ossia forza La resistenza alla forza si massimale, forza rapida e re­ esprime in modi e forme sistenza alla forza (vedi fig. completamente di­ 1). In base alle loro

I

n quasi tutti gli sport, dove il confronto avvie­ ne in un tempo prestabi­

combinazioni,

la

forza si può pre­ sentare suddivisa in diverse sottocate­ gorie e presentarsi con varie forme di manifestazione

la resistenza alla forza si esprime in modi diversi anche

versi anche in base alla diversità delle discipline sportive. Harre, nel 1976, la definì come la ca­ pacità dell'organi­

La scherma è una disciplina in cui è fondamentale la capacita di portare colpi rapidi e potenti

del suo sviluppo e migliora­

gara; 3) gli stimoli di allena­ mento dovranno essere ripe­

in base agli sport

smo di opporsi al­ l'affaticamento in prestazioni di forza

mento, il lavoro specifico do­ vrà tener conto dei seguenti criteri fondamentali: 1) un al­ lenamento efficace deve ga­ rantire uno sviluppo differen­ ziato delle capacità di forza specifiche della disciplina praticata; 2) l'allenamento

tuti più volte al fine di un so­ lido adattamento alle richie­ ste delle specifiche del lavoro stesso; 4) le forme di allena­ mento dovranno essere simili e/o uguali a quelle di gara; 5) i mezzi di allenamento do­ vranno permettere di operare

dovrà essere impostato su re­

sui muscoli agonisti ed anta-

(vedi fig. 2). Nel­ l'attività sportiva, la forza non si pre­ senta mai in una forma pura, ma sempre in combinazione con i fattori coordinativi, con­ dizionali e tecnico-tattici del­ la stessa prestazione fisica;

di

lunga

durata.

Tale resistenza è determinata da due criteri, quali l'intensi­ tà, in rapporto alla percen­ tuale di forza massimale ap­ plicata, e il volume dello sti­

molo, ossia la somma delle esecuzioni-ripetizioni. Al fine

sistenze maggiori a quelle di

RESISTENZA ALLA FORZA

RESISTENZA ALLA FORZA MASSIMALE

Il FORZA ESPLOSIVA

FORZA MASSIMALE

RESISTENZA ALLA FORZA RAPIDA

II FORZA RAPIDA

FORZA INIZIALE

Fig. 1: le interrelazioni tra le forme principali della forza

STTifflìTS


FORZA

----- "ì RESISTENZA ALLA FORZA

FORZA RAPIDA

FORZA MASSIMALE STATICA

DINAMICA

____

I

I

Forza di Lancio

Forza Statica

Forza di Sprint

Resistenza alla Forza di Sprint

Forza di Spinta

Forza di Trazione

Forza di Salto

Resistenza alla Forza di Salto

Forza di Trazione

Forza di Pressione

Forza di Spinta

Resistenza alla Forza di Spinta

Fig. 2: La forza, le diverse capacità di forza e le loro forme di manifestazione

gonisti principali in funzione della prestazione di gara. Durante la fase di periodizzazione e programmazione del­ la stagione sportiva, dovran­ no essere inserite delle unità di lavoro che consentano lo sviluppo e il consolidamento della resistenza alla forza. Al fine dell'ottimizzazione delle

procedure d'allenamento, dovranno essere tenuti pre­ senti i seguenti criteri: a) le

Forza di Lancio

Resistenza alla Forza di Lancio

Forza di Trazione

Resistenza alla Forza di Trazione

Forza di Colpo

Resistenza alla Forza di Colpo

capacità di forze specifiche di uno sport devono essere svi­ luppate e stabilizzate per un

lungo periodo fino ad un mo­ mento relativamente vicino al periodo di gara; b) al fine di mantenere l'efficacia del la­ voro vanno inseriti momenti di richiamo sistematico; c) lo sviluppo o il richiamo della re­ sistenza alla forza deve coin­ cidere con l'obiettivo princi­ pale del microciclo e/o del

mesociclo; d) lo stato d'effi­ cacia della forza specifica de­ ve essere controllata regolar­ mente attraverso semplici

esercizi mirati. In ambito sportivo tale resi­ stenza si esprime in modi e forme completamente diver­ se. Ad esempio nel canottag­ gio, dove si evidenzia la ritmi­ cità e la costante successione del gesto nel tempo-gara, e nella pallavolo, dove l'esecu­ zione di un gesto di forza, co­ me la schiacciata, viene ese­ guito singolarmente, ma ri­ petuto innumerevoli volte nella disputa della gara. Risul­ ta, quindi, determinante defi­ nire la tipologia della resi­

stenza alla forza che si inten­ de sviluppare. Di notevole ri­ lievo è la seconda forma che viene definita come resisten­ za alla forza rapida e risulta particolarmente importante in tutti gli sport nei quali

l'esecuzione di gesti rapidi e potenti è determinante, co­ me avviene non solo negli sport di squadra, ma anche nella scherma, nel pugilato e

nel pattinaggio su ghiaccio di velocità e di figura. Questa si

esprime attraverso la capaci­ tà di resistenza alla forza di sprint, di salto, di spinta, di lancio, di trazione e di colpo. Tale resistenza dipende fon­ damentalmente dalla capaci­ tà dei gruppi muscolari inte­ ressati di recuperare veloce­ mente e quindi dalla capacità di resistenza generale e loca­ le aerobica ed anaerobica ben sviluppata. Al fine di ot­ timizzare l'allenamento in funzione della tipologia del gesto di forza, si distinguono quattro tipologie di lavoro muscolare: superante, ceden­

te, statico e combinato. La prima, che è presente nella maggior parte dei processi motori sportivi permette di spostare il peso corporeo pro­ prio o di altri atleti o di vince­ re resistenze al movimento; la seconda di ammortizzare la

ricaduta dei salti o dei movi­ menti di caricamento; la ter­ za di fissare la postura ed è caratterizzata dalla contra­ zione senza accorciamento

del muscolo; infine l'ultima che si esprime come le possi­ bili combinazioni delle prece­ denti.

"inizili 75


Contenuti e metodi

ALLENARE LA FORZA COL METODO

PIRAMIDALE Prevede l'utilizzo di macchinari e pesiz con un certo numero di serie e ripetizioni per ogni esercizio e gruppo muscolare. Si parte con una percentuale di carico bassa o media fino a terminare con carichi medio-alti o massimali di forza non si può escludere il riferimento estremo con della forza mas­ ruolo importante, perché rapl'espressione ­ perché risulta essere il presenta un fattore determisimale, ­ riferimento dei lavori in per­ nante della prestazione. Per­ centuale che permettono lo tanto, il suo miglioramento, sviluppo delle altre tipologie attraverso le varie espressioni, d'attuazione. Di conseguen­ risulta fondamentale al fine llo sviluppo specifico del­ la forza va attribuito un

A

dell'incremento delle capacità specifiche della prestazione sportiva. Il suo miglioramento permette di elevare la forma di prevenzione per l'apparato locomotore e di sostegno, ri­ ducendo il rischio attraverso: a) una maggior azione am­ mortizzante nei confronti del­ le capsule articolari e dei lega­ menti, b) un miglioramento della muscolatura del tronco, riducendo le possibili cause dettate dalle cattive abitudini

posturali e dai sempre più lun­ ghi periodi di attività sedenta­ ria e ipocmetica. Quando si imposta un pro­ gramma d'allenamento per lo

sviluppo di un particolare tipo

di squadra con confronto a tempo e tenendo presente che deve esserci una forte corrispondenza tra l'allena­

mento e la gara, si può foca­ lizzare l'attenzione sul meto­ do dell'allenamento dinami­

co, che si suddivide in positi­ vo (superante, concentrico, con accorciamento, accele­ rante) e negativo (cedente, eccentri­ Necessario co, frenante, ral­

za, anche se non si lavora di­ rettamente sull'espressione

massimale, questa deve essere testata regolarmente al fi­ ne di riadattare le tabelle d'allena­

aumentare la forza per migliorare la prestazione

mento. Nell'articolo pre­ cedente sono sta­ te messe in luce le due tipologie della resistenza

alla forza, che si esprimono attraverso il movimento cicli­ co o con l'esecuzione di mo­ vimenti di forza rapida nel contesto di una competizio­ ne di tempo prolungato. Avendo come riferimento le attività sportive individuali e

alti o massimali. La salita del carico al variare della serie aumenta del 5% rispetto al massimale. A seconda delle sue modalità di organizzazio­ ne ed esecuzione si possono ottenere risultati diversi: a) la forma piramidale stretta, con ripetizioni da cinque a una e intensità elevata tra il 75% e il 100%, sviluppa la forza massima; b) l'allenamento di costruzione, con ripetizioni

lentante). Tra le svariate for­ me possibili, po­ niamo l'attenzione

da dodici a otto e intensità media tra il 40% ed il 60%, sviluppa un aumento della forza massima, attraverso

sul metodo pirami­

l'aumento della massa mu­ scolare; c) la forma piramida­ le larga, con un numero mol­ to elevato di ripetizioni da

dale, che si usa ne­ gli esercizi con l'utilizzo di macchinari e pesi, prevede

un certo numero di serie e ri­ petizioni per ogni esercizio e

quindici in avanti e intensità

gruppo muscolare. Si effet­ tuano in salita, ovvero par­ tendo da una percentuale di

scarsa tra il 20% e il 40%, sviluppa la resistenza alla for­ za. L'esecuzione dell'eserci­ zio in forma esplosiva per­

carico bassa o media fino a terminare con carichi medio­

mette di allenare la forza ra­ pida. K


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C'è il rischio di danni scheletrici nei ragazzi

E FAR MALE!

11

1/anticipo della pratica sportiva in età sempre più acerba, ha prodotto un aumento di traumi alfapparato scheletrico dei giovani atleti. Molteplici le cause e diverse anche le attenzioni per prevenire questo tipo di lesioni a diffusione delle prati­ che sportive in età ado­ lescenziale è un feno­

meno in crescita; infatti nu­ merosi sono i giovani in età a volte pre-adolescenziale che vengono avviati ad attività sportive agonistiche o ricrea­ tive con impegni sempre più

intensi e sollecitanti. Nei bambini lo scheletro è la struttura più debole, mentre

l'apparato muscolotendmeo è più re­ sistente e le forze in gioco sono netta­ mente inferiori ri­ spetto

all'adulto.

scelta dello sport più adatto alle caratteristiche individuali, la necessaria prudenza nella pianificazione delle sedute di allenamento, la prevalenza dell'aspetto ludico rispetto a quello agonistico, costitui­ scono linee guida prioritarie a cui attenersi. Fra le molte patologie trau­ matiche dell'età adolescen­

ziale, i distacchi apofisari del bacino rappresen­ tano un tipico Lo scheletro esempio. Infatti si è la parte manifestano con

più debole dei bambini

Molti e svariati sono i rischi che possono determinare l'insorgere di pa­ tologie traumatiche acute o microtraumatiche da sovrac­ carico durante l'esercizio fisi­ co. L'equilibrio fra gli impegni scolastici e quelli sportivi, la

Diffuso tra i giovani IL MORBO DI OSGOOD SCHLATTER

relativa frequenza a carico di giovani sportivi, prevalen­ temente maschi,

fra i 12 e i 16 anni, che praticano il calcio, il rugby, l'atleti­ ca leggera. Una lesione cau­ sata da una avulsione apofisaria deve essere considerata come una frattura e non co-

me una lesione o un dolore muscolare da sport, patologie che oltretutto soprattutto ne­

gli adolescenti vengono spes­ so sottovalutate. Le localizzazioni principali ri­

guardano la spina iliaca ante­ re-superiore (SIAS) dove si in­ seriscono il muscolo sartorio e il tensore della fascia lata, la

di Piero Volpi Medico sportivo Consulente A.I.C.

sto di quanto si verifica nel­ l'adulto. La sintomatologia è caratterizzata da un dolore acuto e repentino durante il gesto sportivo (scatto, calcio, salto); impotenza funzionale, impossibilità di continuare l'attività sportiva e soffusione ematica locale completano il quadro clinico. La palpazione in sede del distac­

spina iliaca antere co, così come le inferiore (SIAI) do­ Molti fattori manovre contrasta­ ve si inserisce il te, evocano una tendine diretto del causano marcata dolenzia; retto anteriore, la l'insorgenza la deambulazione tuberosità ischiati­ di patologie spesso è impossibi­ ca dove si inseri­ le senza l'aiuto di scono i muscoli traumatiche due stampelle. In ischio-crurali, il bi­ presenza di un sospetto clinicipite femorale, il semitendico di un distacco ipofisario, noso e il semimembranoso. va richiesto un esame radiolo­ Una sollecitazione muscolare gico accurato e se necessario improvvisa e violenta preveun'ecografia dell'inserzione lentemente eccentrica, in

muscoli lunghi e biarticolari, esercitata durante l'attività fi­ sica, in un'area di particolare fragilità quali sono i nuclei di accrescimento dell'ala iliaca e

della tuberosità ischiatica, rappresentano i fattori causa­ li del distacco traumatico. In­

fatti la forza muscolotendi­ nea è superiore a quella del­ l'osso, esattamente all'oppo­

i I morbo di Osgood-Schlatter è una affezione I molto frequente negli adolescenti che prati­ cano sport, circa il 10-15% delle gonalgie an­ teriori fra i 10 e i 16 anni. Riguarda i giovani, quasi esclusivamente di sesso maschile, che praticano sport di corsa e salto (calcio, basket, volley). Le sollecitazioni microtraumatiche in trazione da parte dell'apparato estensore, in particolare il tratto distale del tendine rotuleo, sul nucleo di accrescimento dell'apofisi tibiale anteriore, rappresentano la causa scatenante di questa forma dolorosa. È comunque una

tendinea. Se il frammento non è particolarmente dislo­ cato il trattamento è conser­ vativo e consiste nel riposo con l'arto in scarico, nel posi­ zionare un cuscino sotto la coscia (nelle avulsioni ante­ riori) per mantenere l'anca in flessione e rilassare la musco­ latura, nell'applicazione della borsa del ghiaccio; nei casi


Scrivetegli a:

medico@stadiumcsi.it

/ giovani che praticano calcio, rugby e atletica leggera possono subire distacchi apofisari del bacino più severi, là dove l'inserzione muscolotendmea allontana il frammento osseo dalla sua sede, si opta per l'intervento chirurgico di riduzione e sin­

deve essere affrettata (impor­

tante effettuare un controllo radiologico che assicuri la

buona saldatura del distacco osseo), ma concessa dopo un periodo non inferiore ai due

tesi con punti transossei o con mezzi di sintesi metallici (vite). Il trattamento postope­ ratorio prevede la deambula­ zione con due stampelle per un mese, quindi una fase ria­ bilitativa preferibilmente in

mesi nei casi lievi e ai quattro, cinque mesi nei casi più gra­ vi. Soprattutto il ritorno in campo e la ripresa della ge­ stualità specifica devono es­ sere seguiti con attenzione

acqua per almeno uno, due mesi. La ripresa sportiva non

dall'allenatore, dall'istruttore o dal preparatore fisico, in

malattia benigna, a volte bilaterale, che si risol­ ve da sola in tempi non sempre brevi. La sinto­ matologia è prevalentemente dolorosa sull'apofisi tibiale anteriore che si risveglia duran­ te l'attività sportiva, la salita e la discesa dalle scale, la corsa, i salti. Si osserva una tumefazio­ ne più o meno evidente con dolenzia marcata alla pressione sull'apofisi tibiale anteriore; la cute può essere calda e arrossata; la radiogra­ fia in laterale delle due ginocchia consente di

stabilire il quadro di sofferenza e di frammen­ tazione del nucleo di accrescimento e poter

quanto gli adolescenti spesso non sanno regolare l'intensi­ tà e la quantità dell'esercizio fisico e sportivo. Se queste le­ sioni vengono non diagnosti­ cate o trascurate possono da­ re adito a sindromi croniche dolorose di difficile risoluzio­ ne con deficit funzionali inva­ lidanti o spesso con presenza di calcificazioni nel tessuto muscolo tendineo di ripara­ zione, quale esito del distac­

co osseo.

prevedere i tempi di guarigione. Il trattamento consiste nel riposo sportivo (da uno a tre mesi), la crioterapia locale, eventual­ mente il ricorso a un'attività sportiva a basso impegno per gli arti inferiori come il nuoto leg­

Caro Dott. Volpi, sono un lettore 43enne, mi di­ letto con la corsa e da un paio d'anni ho "scoperto" le lunghe distanze. Il mio obiettivo sareb­ be arrivare a correre e finire una maratona. Mi alleno tutto l'anno da 3 a 5 giorni la setti­ mana, seguendo tabelle e con­ sigli di podisti più esperti. A gennaio ho avuto una polmoni­ te, abbastanza seria, cui è se­ guita, appena ripresi gli allena­ menti, una ricaduta dopo circa 45 giorni. Adesso ho abbastan­ za timore a riprendere i miei ritmi anche se vorrei riuscire a giugno a correre la maratona di Pisa. Cosa mi consiglia: ci provo o lascio perdere e preparo quel­

la di Milano in autunno? Carlo, Massa Carrara

La prima cosa da fare è sicura­ mente quella di farsi valutare da un pneumologo per garan­ tire una corretta funzionalità

polmonare. Gent. Dott. Volpi, anni fa mi sono lesionato i le­ gamenti di una caviglia. Nessu­ na rottura, ma distorsione di terzo grado con sfilacciamento di qualche fibra. Adesso sto be­ nissimo e corro per passione.

Ho 39 anni e vorrei giocare a calcetto con gli amici. Rischio molto? Vittorio, Mestre

gero. Può essere presente una ipotrofia musco­ lare quadncipitale. Raramente si verificano

La prevenzione di nuovi traumi distorsivi di caviglia si avvale di

complicanze, però ad accrescimento comple­ tato, qualora esitasse una ossificazione esube­ rante e fastidiosa nel contesto del tendine ro­

ginnastica propriocettiva, un plantare sportivo ed eventual­

tuleo, si provvederà all'asportazione dell'ossi-

culo ripulendo il tendine stesso.

un programma di rinforzo con

mente confezionare un taping prima dell'attività sportiva.

Stadium f

STADIUM RISPONDE

In questo spazio, ogni me­ se il dottor Volpi risponde alle vostre domande sulla medicina sportiva.


Affrontare e prevenire un disagio sempre più diffuso

IL TIFO VIOLENTO E LE POSSIBILI CURE

di Giovanni Pasculli Mediatore dei conflitti sett. giov. F.C. Internazionale

La violenza negli stadi, che riguarda anche lo sport non professionistico, è un problema complesso, lontano dalla soluzione. Le reazioni sono emotivamente forti e originano riflessioni che mettono in discussione il sano valore dello sport

che "agisce" concretamen­ te. Se prendiamo un qualsia­ si soggetto (dal dirigente, al ragazzo, al genitore) che vi­ ve lo sport a livello amatoria­ le e dilettantistico e gli chie­ diamo quale dovrebbe esse­ re lo spirito con cui affronta­ re quell'esperienza, la rispo­

problema riguarda anche lo sport a livello giovanile e non professionistico. Si tratta dello sport che coinvolge mi­ polizia Filippo Raciti e del di ­ gliaia di bambini e ragazzi, rigente della Sanmartinese dirigenti e allenatori, genito­ Ermanno Licursi, hanno pro­ ri e parenti che settimanal­ vocato sgomento e sconformente praticano o seguono to in chi, come noi, ancora l'attività con l'intento di di­ crede che lo sport sia un ot­ vertirsi e giocare nel modo timo veicolo educativo per i più sano possibile. giovani. Ma allora come si Questi eventi tragici Tentare di spiegano i ripetuti provocano reazioni riportare episodi di violenza, emotivamente forti di eccessiva aggres­ e originano riflessio­ lo sport ai sività che pervado­ ni, più o meno sen­ suoi valori no anche i campet­ sate, che mettono in essenziali ti sportivi di perifediscussione il sano

sta sarà sicura­ mente focalizzata

L

# incredibile sacrificio di vite umane, quel­ la dell'ispettore di

valore dello sport. Se è risaputa la difficoltà nel dare risposte, non solo re­ pressive, al complesso pro­ blema della violenza negli stadi, è evidente che tale

Gli strumenti AGGRESSIVITÀ

E TIFO SPORTIVO di Massimo Nantron Psicologo dello sport

SííTilWí

ria? Una possibile spiegazione sta nel fatto che è come se esistesse una scissione netta tra quello che ognuno "pensa" razionalmente e quello

sui sani valori del­ la lealtà, del puro divertimento, del rispetto dell'avver­ sario, del non ec­ cessivo interesse per il risultato,

da una parte più inconscia e latente del nostro intelletto,

difficile da riconoscere e da gestire: in situazioni del ge­ nere, può accadere che per­ dano il controllo anche per­ sone abitualmente non incli­

ni alla violenza. Il consiglio che può dare un mediatore del con­ flitto, soprattutto Lavorare alle società sporti­ per ve, è quello di "at­ migliorare trezzarsi" per af­ il dima e frontare un proble­

le relazioni all'interno della società

ecc... Il problema nasce nel momento in cui, coinvol­ ti nella situazione concreta, si è trascinati in un agonismo esasperato che spesso sfocia in una veemente e aggressi­ va conflittualità. Una vera e propria escalation che porta

quella stessa persona a ma­ nifestare atteggiamenti ag­ gressivi o violenti, verbali o

fisici . Quindi non è semplice tratta­ re il problema, perché riguar­

ma "serio", che può avere differenti origini, ma quasi sempre un solo ef­ fetto: quello di ren­

dere spiacevole o devastan­ te una situazione che do­ vrebbe essere solo di gioia e

passione. Ma vediamo cosa si intende per "attrezzarsi". Fonda­ mentalmente si tratta di la­ vorare affinché si migliorino il clima e le relazioni inter­ personali all'interno della so­ cietà sportiva stessa, in mo­ do da aumentare sia il livello di coinvolgimento dell'attivi-

possibile chiave di lettura del fenomeno ci arriva dagli studi di G. Finn, psicologo scozzese, che ha ti, senza l'eccitazione di parte l'incontro di la tendenza a commettere atti violenti sportivo perde forza drammatica e sapore emotianalizzato ­ gni spettatore è almeno un po' tifoso: infat­

O

nel contesto di una partita di calcio. vo. Il "vero tifoso" è innanzitutto un fedele che Secondo la sua interpretazione, il pensiero diffu­ so che giocare a calcio significhi anche essere

dà qualcosa di se stesso: è presente quando tut­ to va male, quando gli altri disertano, accetta di sfidare le pioggia e la mediocrità di una partita, traduce il suo impegno in azione. L'investimento in tempo, denaro, azioni, parole e pensieri, in que­

sto come in altri campi, è sicuramente la caratte­ ristica principale della militanza autentica, un "sa­ crificio piacevole". Purtroppo oggi si sente parla­ re di tifo principalmente dopo episodi di cronaca che hanno in primo piano gesti di violenza. Una

coinvolti in campo in atti di aggressività e violen­ za, porterebbe la maggior parte dei supporter a seguire con impeto aggressivo la propria squadra e a partecipare attivamente al gioco con manife­ stazioni di sostegno e protesta collettiva. La mas­ sima aspirazione è ovviamente vedere la propria squadra sconfiggere l'avversario e numerosi tifo­ si perciò appoggiano atti di aggressione e violen-


Violenze da stadio Scene purtroppo abbastanza frequenti sui nostri campi da calcio: spesso sono gli stessi giocatori che si impegnano per cercare di calmare I tifosi esagitati

Scrivetegli a:

redazione@stadiumcsi.it

tà sia il livello di "responsabi­ lizzazione" delle persone

genitori/responsabili con particolari attitudini (innate)

relazionali, che fungano da cuscinetto tra gli altri genito­ ri e la società; • coinvolgere maggiormente i genitori nell'attività dei fi­ gli, sia rispetto al comportamento Dall'agonismo dei ragazzi, sia ri­

che aderiscono a quella pro­ posta. Tradotto in pratica significa: • approfondire il livello di formazione relazionale ed educativa dei dirigenti/allenatori ampliando la loro sensibilità ai pro­ blemi giovanili,

esasperato si passa ad aggressività e conflitti

migliorando la ca­ pacità di "ascolto" delle persone, ac­ quisendo maggiori strumenti "educativi"; • sperimentare nuove man­ sioni e nuovi ruoli che affian­ chino e supportino il lavoro degli allenatori/dirigenti nel­ la parte extrasportiva, tipo

spetto al modo di vivere l'esperien­ za del genitore

stesso; • entrare nell'otti­ ca che l'attività

sportiva di un ragazzo è un'esperienza che coinvolge tutta la famiglia e in quanto tale può rivelarsi un'occasio­ ne di crescita globale; • istituire maggiori spazi e

za commessi dai propri giocatori sul campo. Per molti tifosi la squadra di calcio costituisce la più significativa espressione della comunità locale in opposizione ad altre comunità, una cultura di "quasi-violenza" visto che essi partecipano atti­ vamente (con canti di gioia, di scherno, incita­ menti e gestualità collettiva) alle aggressioni at­

momenti di confronto tra

tutte le figure che ruotano attorno alla società sportiva. Creare occasioni di riflessio­ ne sul significato più profon­ do del proprio impegno (an­ che attraverso temi come il sano agonismo, la lealtà, il valore del gruppo, ecc.). Tentare di riportare lo sport ai suoi valori essenziali po­ trebbe essere la ricetta mi­ gliore per curare un male che, ad oggi, appare irrever­ sibile. Per fare ciò è necessa­ rio uno sforzo comune, che parta dal basso e che coin­ volga tutti gli appassionati che con un profuso impegno

mandano avanti le moltepli­ ci, a volte controverse, realtà sportive. ■

("esperienza di punta") con i loro canti, le loro reazioni ai falli e alle decisioni arbitrali e natural­

mente con l'esultanza dopo il gol, che rende eu­ forici e soddisfatti. Per alcuni soggetti però que­ ste sensazioni non bastano per raggiungere e mantenere questa soddisfazione; quelle che per molti sono peak experiences per alcuni soggetti

tuate in campo. Questa identità con la squadra e i giocatori aiuta i tifosi a sentirsi importanti e an­ zi fondamentali per la vittoria finale. Ora, la mag­ gior parte dei tifosi interpreta questa sua impor­ tanza come derivante dal proprio sostegno alla

costituiscono le flow experiences ("esperienze fluttuanti", nel senso di normali), perché la loro indole più aggressiva, la loro storia, la loro perso­ nalità tende a spingerli oltre. L'hooligan non è né

squadra attraverso il tifo. Essi perciò raggiungo­ no quella che possiamo definire peak experience

è una persona che come le altre cerca un'espe­ rienza di punta che però non riesce ad ottenere.

una belva, né un disadattato o uno psicopatico,

Gentile dott. Pasculli, ho letto con interesse la sua rubri­ ca. Finalmente qualcuno che par­ la anche di aspetti non tecnici! Sono una ragazza di 17 anni e gioco a Volley (dopo la scuola). La nostra è una squadra che non ha ambizioni agonistiche: semplicemente ci teniamo in forma con uno sport che amiamo. Perlome­ no, questo è il mio atteggiamen­ to. La nostra capitana però non la pensa così. Sembra che la sua vita dipenda dai risultati. È ossessiva

STADIUM RISPONDE

In questo spazio, ogni me­ se Giovanni Pasculli risponI de alle vostre domande sul­ la mediazione del conflitto in ambito sportivo.

prima e dopo le partite. E, quello che è peggio, lo è anche durante le gare. Vuole dirigerci tutte a bacchetta. Sembra lei l'allenatore. Mi crede se le dico che mi mette addosso un'ansia che più volte mi ha portato a pensare di smettere? Però non voglio dargliela vinta... Annalisa, provincia di Padova

Cara Annalisa, Non stento a credere che l'atteg­ giamento della sua compagna le provochi ansia e ripensamenti. La pressione, che provenga da un allenatore o dalla società o da una compagna, è una causa ricorrente dei tanti abbandoni che si sono registrati in questi anni anche a livello giovanile. Da mediatore le direi che la "sento"preoccupata e molto in­ fastidita da questo comporta­ mento, che sta minando la sua sana voglia di sport. Sono altresì convinto che espri­ mere, come ha fatto, questo suo fastidio, possa esserle utile per ri­ trovare gli stimoli e magari pro­ vare ad affrontare la questione con la diretta interessata, così co­ me ha "coraggiosamente" fatto con noi.

stadium si


MANAGER DELLO SPORT

Analisi e sviluppo degli aspetti commerciali e legali

LE SPONSORIZZAZIONI OPPORTUNITÀ E LEGGI

ISTRUZIONI PER L'USO

I rapporti commerciali rappresentano una delle fonti più importanti di finanziamento dell'attività sportiva. Con i dovuti distinguo rispetto alle somme che alimentano lo sport di primo livello, si deve operare in modo ugualmente professionale anche tra i dilettanti

L

o sport, anche quello di base, necessita di inve­ stimenti sempre più al­

ARMANI JEANS

MILANO

traverso la propria capacità comunicativa il marchio dello

sponsor. Esistono varie forme di spon­ ti. Si tratta di un vero e proprio sorizzazione: libero mercato nel quale è im­ 1) di un team (o club, società, portante dimostrare di saper

essere competitivi non solo in

gara. Le attese dei pubblici di riferimento sono cambiate. Gli atleti vogliono strutture adeguate, attrezzature, spo­ gliatoi accoglienti. Gli spetta­ tori si attendono di poter ave­ re accesso a campi di gioco ben tenuti, con tribune acco­ glienti e, magari, comodi par­ cheggi. La gestione finanzia­ ria di una orga­ nizzazione sporti­

va è quindi affare sempre più com­ plesso. E onero­

so. Le sponsorizza­ zioni diventano

scuderia); 2) di singoli atleti (normal­ mente campioni di vertice); 3) di una manifestazione spor­ tiva Esistono poi altri accordi com­ merciali tra aziende e organiz­ zazioni sportive che assumono

forme diverse: a) Fornitore ufficiale: si trat­

ta di una forma particolare di sponsorizzazione do­

Le società devono cogliere l'opportunità degli sponsor

quindi una op­ portunità che le società spor­ tive devono essere in grado di

saper cogliere. Secondo una comune defini­ zione la sponsorizzazione

consiste nella concessione da parte dello sponsor di investi­ menti finanziari da destinare allo svolgimento dell'attività

82

À T AJ

di Barbara Ricci

ve al posto del dena­ ro (o in aggiunta a questo) l'azienda for­ nisce i propri prodot­ ti o servizi (attrezza­ ture per l'allenamen­ to, abbigliamento sportivo, assicurazio­

ni, manutenzione); b) Partner commerciale:

sfruttamento del marchio del­ l'organizzazione sportiva per

aziende "vicine" all'organiz­

la produzione e la commercia­ lizzazione di prodotti "ufficia­ li", riportanti cioè il nome e il logo del team, i colori, i simbo­ li e destinati al pubblico dei ti­

zazione sportiva, che finanzia­ no ottenendo in cambio non solo visibilità ma anche accor­ di di tipo commerciale (per esempio: agenzie di viaggi,

sportiva e nel conseguente

banche); c) Licenziatario: aziende che

obbligo da parte del soggetto sponsorizzato di veicolare at­

a fronte del pagamento di fee e royalty ottengono i diritti di

3 riti IH ili

fosi. Dal punto di vista giuridico i contratti di sponsorizzazione

vengono generalmente defini­ ti:

• atipici, in quanto non disci­ plinati dal legislatore; • onerosi e a prestazioni corri­

spettive, in quanto gli obblighi patrimoniali a carico delle par­ ti e i vantaggi che ne derivano, da ambo le parti, sono legati

da nesso di reciprocità; • consensuali perché si perfe­

zionano con il semplice con­ senso manifestato dalle parti; • commutativi dato che eia-


¡ecfKMA |2ER1AWEHZE Ulilf.F'»

GAUDI -*“* *• V ¿

jlmìlU Marketing Sono molti gli spazi utilizzati nello sport professionistico per la comunicazione. Dai tradizionali cartelloni pubblicitari a bordo campo ai programmi partita (a destra, guelli del Palermo Calcio) ai tabelloni backdrop delle sale interviste (nell'altra pagina, quelli dell'olimpia Basket). Esempi da cui anche lo sport dilettanistico può trarre profitto

____

Il contratto di sponsorizzazio­ ne si intende perfezionato at­ traverso lo scambio di lettere di proposta e di accettazione. tratto. Questa particolare forma scrit­ La disciplina da applicare è ta, invece di un'unica scrittura quella del contratto come di­ firmata da entrambi i contra­ sciplinato dal Codice Civile e, enti, ha il vantaggio di assoganche se la vera parte norma­ gettare il documento al paga­ tiva è costituita dall'autono­ mento dell'imposta di registro mia privata, le imprese e le so­ solo "in caso d'uso". Se le par­ cietà, o altri enti sportivi, non ti contraenti appartengono a potranno ovviamente godere stati diversi la prassi di illimitata auto­ prevede l'applica­ nomia negoziale. La gestione

scun contraente conosce il re­ ciproco sacrificio dal momen­ to della conclusione del con­

zione del diritto L'art. 1322 c.c. ri­ finanziaria svizzero dato che conosce infatti alle di un club proprio in Svizzera parti la libertà di hanno sede molte concludere con­ è sempre più federazioni sportive tratti al di fuori dei complessa internazionali. tipi contrattuali Nella fase di trattati­ previsti dall'ordmava e in quella successiva di ste­ mento, purché l'intento sia sura del contratto di sponso­ quello di realizzare interessi rizzazione è importante tene­ meritevoli di tutela secondo re conto degli obiettivi di en­ l'ordinamento giuridico. Ma trambe le parti. In particolare un rigido limite a questa liber­

tà concessa dall'ordinamento giuridico è posto dall'ordina­ mento sportivo con le norme imposte dalle singole federa­ zioni sportive nazionali. Altri li­ miti sono fissati anche dal co­ dice di autodisciplina pubblici­ taria (concorrenza, fumo, me­ dicinali). Nella stipula di un contratto di sponsorizzazione, tutte questi

limiti e vincoli, devono essere osservati dai contraenti per garantire sia l'aspetto econo-

mico-giundico, sia l'aspetto sportivo.

è bene tenere presente che il legame di sponsorizzazione (e anche quello di testimonial) offre indubbiamente molti vantaggi per l'azienda che de­ cide di sfruttare la notorietà e popolarità del team o del­ l'atleta cui ha deciso di legarsi ma, per contro, espone anche al rischio di cadute di popola-

opportunamente contenuti e, se possibile, annullati per evitare che possano ricadere sull'immagine dello sponsor.

Se si verifica un caso di que­ sto tipo, lo sponsor può re­ cedere unilateralmente. A questo proposito è interessante il caso della recente e inaspettata retrocessione in B della Juventus che ha provoca­ to una voragine finanziaria an-

che e soprattutto dovuta ai mancati incassi conseguiti al recesso anticipato o alla rine­ goziazione di molti dei con­ tratti commerciali e di sponso­

rizzazione. Questa garanzia può essere utilizzata anche a favore dello sponsorizzato per ipotesi di coinvolgimento dell'azienda sponsor in situazioni negative. Il contratto di sponsorizzazio­ ne a fronte di una prestazione

finanziaria, da parte dello sponsor, pre­ vede prestazioni di varia natura da par­ te dello sponsoriz­

zato: • visibilità del mar­ chio dello sponsor su vari mezzi e sup­

"«^program U s CÍTTÁ 01PAURMO

Aie horfntina

riguardano la vita della società sportiva; • presenza di rappresentanti e atleti del team sponsorizzato a

eventi dello sponsor. Nel contratto normalmente vengono inserite clausole di prelazione sul rinnovo succes­ sivo alla data di scadenza; clausole di esclusiva, di non concorrenza, oltre a quelle, già citate di salvaguardia del­

l'immagine. La prestazione finanziaria spesso è calcolata con un con­ tributo fisso e un adeguamen­

Sono varie le forme di accordi commerciali tra società e aziende

porti (devono essere

rità proprio in funzione di eventuali risultati o perfor­

specificate qualità e quantità di questi spazi); • biglietti per alcune gare del­

mance negative del soggetto sponsorizzato. Questi effetti

lo sponsorizzato (specificare quantità e, possibilmente, da­

negativi devono essere previsti contrattualmente per essere

te); • partecipazione ad eventi che

to a saldo da calco­ larsi sui risultati spor­ tivi raggiunti a fine stagione cui prece­

dentemente erano state abbinate delle somme, definite an­ che premi a vincere

o rappel. Questo meccanismo permette di calibrare

l'investimento sulla base degli effettivi risultati sportivi cui si

sottintendono correlati in mo­

do proporzionale anche gli obiettivi di comunicazione le­ gati alla sponsorizzazione. K

ÌkTÌWI

83


il calcio e la vita attraverso le atrocità del nazismo

CALCIO, SHOAH AMORE E AMICIZIA

di Massimiliano Castellani

Anche nel periodo più oscuro del secolo scorso, nel mezzo di un'Europa che cedeva alla violenza dei regimi totalitari e della guerra, il calcio è riuscito a segnare i suoi gol. Tre libri ci raccontano storie di straordinaria drammaticità e umanità // RI W orre' r'corc^are 1 9'orn' 'n cu' i'uo~ ww mo è divenuto co­

di calcio tra la formazione dei carcerieri dei lager, i Sonder­ kommando, contro i prigio­

sa agli occhi degli uomini... Vorrei credere gualcosa oltre, oltre che morte ti ha disfatta. Vorrei poter dire la forza con cui desiderammo allora. Noi già sommersi, di po­

nieri, le vittime della Shoah. Una partita che sa tanto di teatro dell'assurdo, ma la sto­

tere ancora una vol­ ta Insieme cammi­ nare liberi sotto il sole". Questo è il messaggio dispera­ to al popolo ebrai­

ria molto spesso si nutre di as­ surde contraddizioni. Così sot­ to il nazismo è ca­ pitato anche che Racconti mentre innocenti di calcio andavano incontro a margine al patibolo, nel campo a fianco al dello forno crematorio e sterminio alle fosse comuni si disputassero no­

SULLO SCAFFALE

co, colpito dall'olo­ causto, scritto da Primo Levi nella sua opera / sommersi e i salvati. In quel li­ bro Levi accenna a una partita

vanta mortali minuti di gioco. Niente a che vedere con il rac­ conto cinematografico a lieto

Franklin Foer

COME IL CALCIO

SPIEGA IL MONDO

Matteo Marani "Dallo scudetto ad Auschwitz" Aliberti Editore Pagg. 208, euro 14 www.alibertieditore.it

Franklin Foer "Come il calcio spiega il mondo" Baldini Castoldi Dalai Editore Pagg. 296, euro 17,00 www.bcdditore.it

fine "Fuga per la vittoria",

Weisz e Matthias Sindelar. L'austroungarico Weisz era

quello che è capitato ad alcu­ ni simboli del calcio in quel tempo buio e totalitario, do­ minato dalla macabra banalità del male. Due nomi per circo­ scrivere una tragedia all'inter­ no di uno steccato storico prettamente calcistico: Arpad

l'allenatore del Bologna con il quale aveva vinto due scudet­ ti consecutivi dal 1935 al '37.

Un nome, quello del primo tecnico straniero che era riu­ scito a vincere il nostro cam­ pionato (nella stagione 1929-

Leo Turrini "Pazza Inter" Mondatori - Pagg. 234, euro 17,50 www.mondadori.it

Bruno Bartolozzi-Marco Mensurati

Un libro per iniziati alla filosofia interista, que­ sto di Turrini, che omaggia la Beneamata e la sua storia ormai centenaria, innalzandola addi­ rittura a una "categoria dello spirito". Un affresco storico molto suggestivo che parte dal mito dell'Ambrosiana di Meazza per ar­ rivare ai giorni luminosi dell'lnter dei record di Mancini, mostran­ do come le vicende e le alterne fortune di questo glorioso club si intreccino da sempre con il costume e la cultura nazionalpopola­ re, coinvolgendo emotivamente con un tifo viscerale icone "ne­ razzurre" del calibro di Fiorello e Celentano, e autentici maestri

Indicativo il sottotitolo di questa inchiesta, scritta a quattro mani da Bartolozzi e Mensu­ rati, sui torbidi retroscena di Calciopoli: "Col­ lasso e restaurazione di un sistema corrotto". Sul collasso del nostro sistema-calcio, sul potere demiurgico e coercitivo eser­ citato da Luciano Moggi sapevamo e intuivamo già molto, an­ che prima della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. Ma questa inchiesta, giornalisticamente perfetta e soprattutto corretta, ha il merito di chiarirci le idee e di illuminare gli an­ fratti ancora oscuri in cui si annidavano i legami tra il Palazzo del calcio, la stampa e i poteri politici, vecchi e nuovi.

"Calciopoli" Baldini Castoldi Dalai Editore Pagg. 336 euro, 17,00 www.bcdeditore.it

BRUNO BARTOLOZZI MARCO MENSURATI

CALCIOPOLI COLLASSO E RESTAURAZIONE 01 UN SISTEMA CORROTTO

d'umanità come Gino Strada.

TikTÌÌO


30 quando allenava l'Ambrosiana) e una storia, caduta nel­ l'oblio della memoria. A ripor­

tarla a galla ci ha pensato Mat­ teo Marani nel suo libro-docu-

Nello Governato "La partita dell'addio" Mondadori Pagg. 218, euro 16,50 www.librimondadori.it

mento Dallo scudetto ad Au­ schwitz . Una testimonianza resa possibile anche dal ritro­ vamento di un personaggio che in questa storia recita il ruolo fondamentale dell'ami­ co ritrovato, Giovanni Savigni.

Questo signore era il compa­ gno di classe alle elementari di

Roberto Weisz, uno dei figli, oltre a Clara, di mister Arpad, che li aveva avuti dalla moglie, l'ebrea ungherese Elena. Un'amicizia, quella tra Rober­ to e Giovanni, che grazie allo scambio epistolare era riuscita a resistere anche alla fuga im­ provvisa della famiglia Weisz a Parigi, dopo che le leggi raz­

come racconta Frank Foer in Come il calcio spiega il mon­ do: l'Hakoah. Un club fondato nel 1909 in un circolo di gio­

ziali del '39 avevano impedito al tecnico del Bologna di con­ tinuare ad allenare in Italia. Una fuga amara, umiliante, ma a distanza l'ebreo errante Weisz potè almeno gioire per lo scudetto del '39 della squa­ dra rossoblù che aveva co­ struito e allenato a inizio sta­ gione. Poi venne l'altro triste

il titolo di campione d'Austria nella sta­ gione 1924-25. Un cammino entusia­ smante interrotto definitivamente

scudetto, quella stella di David cucita sul petto della divisa dei deportati ad Auschwitz, lì do­ ve Arpad, Elena, Roberto e

po nella fuga dall'Europa, altri finirono nelle maglie letali del­ la persecuzione nazista. Con l'annessione alla Germania si

Clara Weisz, sono morti il 31 gennaio del 1944. Un'intera famiglia sterminata: quattro dei 6 milioni di ebrei che non sono più tornati dai campi di concentramento. Un anno pri­

sciolse anche il mitico Wunderteam, la nazionale austria­

ma della fuga dall'Italia di Weisz, l'Austria celebrava l'Anschluss, l'annessione al Terzo Reich con l'ingresso a Vienna delle truppe naziste, avvenuto il 12 marzo del '38.

Fine dell'identità austriaca e di "una squadra spettacolare",

vani intellettuali ebrei e che ogni domenica si esibiva nel suo stadio (2° distretto di Vienna). Davanti ai suoi 18 mi­ la tifosi, tutti ebrei, quella squadra conquistò

no alla fine alla sua relazione pericolosa con un'insegnante ebrea, l'italiana Camilla Casta­ gnola. La partita dell'addio da cui prende il titolo questo libro è quella che Sindelar giocò al

Prater di Vienna il 3 aprile del 1938. Nel giorno in cui si cele­ brava il mesto epilogo del Wunderteam, Sin­

Quando Sindelar rifiutò di salutare Hitler

con l'Anschluss che costrinse allo scio­ glimento l'Hakoah. Alcuni dei suoi giocatori trovarono scam­

ca, la migliore selezione degli anni '30 dopo l'Italia due vol­

te campione del mondo nel '34 e nel '38. Un collettivo for­ tissimo capitanato dalla stella antinazista Matthias Sindelar, protagonista della struggente biografia romanzata di Nello Governato, La partita dell'ad­ dio. Un vero eroe del pallone Sindelar. Un uomo giusto e in­ namorato che non rinunciò fi­

delar disputò da "leone" il suo ad­ dio alla nazionale austriaca umiliando la Germania, scon­ fitta per 2-0 con un suo gol e poi con il "grande rifiuto".

Insieme a un compagno di

squadra si rifiutò di salutare con il braccio teso Hitler e tut­

ti i gerarchi nazisti che aveva­ no assistito alla partita in tribu­

na. Un gesto da dissidente che unito al grande amore per una donna ebrea gli costò una ta­ cita e misteriosa condanna a morte. "Il cattivo funziona­ mento della stufa a gas - scris­ sero - fu la causa della morte di Sindelar e della sua compa­ gna" . Ma guarda caso, il de­

cesso della coppia venne ac­ certato dopo l'irruzione della Gestapo. Un altro crimine contro la squadra dell'umani­ tà sommersa.

Luigi Bolognini "La squadra spezzata" Limma - Pagg. 156, euro 14,00 www.liminaedizioni.it

Alberto Brambilla "La coda del drago" Ediciclo - Pagg. 200 euro 14,00 www.ediciclo.it

Ci sono tante squadre che ormai fanno parte dell'albo ristretto delle formazioni leggendarie, una di queste è sicuramente Aranycsapat, ov­ vero la "squadra d'oro", l'Ungheria di Puskas e Hidegkuti. Bolo­ gnini rivisita una pagina di storia importante come quella della ri­ voluzione ungherese del 1956, narrando le aspettative disilluse di un Paese attraverso il giovane Gabor, il quale proietta nell'invinci­ bile Aranycsapat le speranze di un futuro di libertà. Un'Ungheria libera dal regime comunista che invece per Gabor si impossessò di Budapest già la notte in cui la nazionale di Puskas perse l'imbattibilità - dopo 50 partite - nella finale della Coppa Rimet.

Dalle annuali lezioni tenute all'università di Verona, sul rapporto tra "scrittura e la bici­ cletta", origina questo nuovo libro del prof. Brambilla, uno dei più attenti osservatori del rapporto tra let­ teratura e sport. Una breve "antologia" che avrebbe dovuto intitolarsi "Biciclette di carta e inchiostri colorati", in cui l'in­ chiostro è quello vergato sulla carta dalle penne dei grandi scrittori del nostro '900 (Campanile, Gatto, Bozzati, Pratolini, Testori, Ortese) e il colore è dato dal rosa della maglia del vin­ citore del Giro d'Italia e dei protagonisti della Corsa raccontati prima dell'avvento della televisione.

Afflili 85


I classici dello sport

IL GENIO DI GIANNI RIDERÀ RACCONTATO DA DEL ODONO Un libro che racconta non solo in campo, ma soprattutto fuori, il più grande calciatore italiano di sempre. Un racconto che fece entrare Oreste Del Buono in polemica feroce con Gianni Brera, che del Golden Boy era fiero oppositore ra. Su e con quello che per eniale, trasversale, eclet­ Gianni Brera era semplicemen­ tico. Tre termini per defi­ te I'"Abatino" ha scritto due nire un uomo che negli libri ambienti intellettuali era cono ­ biografici a distanza ravvi­ cinata: Un tocco in più (1966) sciuto e appellato anche sem­ e Dalla Corea al Quirinale plicemente con una sigla in tri­ (1968). Quel primo libro, Un pla: OdB, ovvero Oreste Del tocco in più ebbe un effetto di­ Buono. Tra le tante cose di cui rompente e suscitò anche una si è occupato fino a ottant'anvivace polemica con Brera, il m (è morto nel 2003) questo quale definì Del Buono un polivalente letterato dell'Elba « Patroclo che andava alla ten­ direttore indimenticabile della da di Achille-Rivera». Una sti­ rivista Linus - c'è stato anche il lettata che fece il solletico a un calcio. Una passione che con maestro della boutade come ironia da fuoriclasse ha scan­ OdB, il quale in un tempo in dagliato scegliendo come gui­ cui agli intellettuali con la "I" da virgiliana un giovane, il gol­ maiuscola era praticamente den boy per antonomasia del vietato manifestare pubblicapallone nazionale, Gianni Rive­

G

■Hl

i

mente la propria passione per il calcio, rispondeva con un li­ bro-intervista che non solo ren­ deva palese la sua cotta calci­ stica per il numero 10 del Mi­ lan, ma lo esaltava alla massi­ ma potenza, come principe dei pensatori, anche se con i piedi. Rivera all'epoca aveva soli 23 anni, ma già le idee molto chia­

HA FONDATO E DIRETTO LINUS Oreste Del Buono è morto il 20 settembre del 2003, aveva 80 ed era malato da tempo. Pochi mesi prima della morte, l'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi lo aveva nominato Grande Ufficiale. Oreste Del Buono, universalmente noto come OdB, era nato 1'8 marzo 1923 all'isola dell'Elba. Scrittore, giornalista, critico e consulente editoriale, Del Buono è stato l'intellettuale che ha fatto conoscere in Italia i fumetti dei Peanuts di Charles Schulz, attraverso la rivista Linus, di cui è stato fondatore e direttore. In seguito, ha collaborato con il Corriere della Sera, L'Espresso, Panorama, La Stampa, oltreché con la Gazzetta dello Sport, per la quale per molti anni ha tenuto una rubrica in cui mai ha nascosto le sue profonde simpatie milaniste. Le sue opere principali, dopo gli esordi di Racconto d'inverno (1945) e La parte difficile (1947), in cui affiorano i ricordi della guerra e della prigionia (2 anni in un lager austriaco), affrontano le inquietudini esistenziali del nostro tempo. Del Buono si è rivelato particolarmente attento a cogliere i più impercettibili movimenti della vita quotidiana. Tra i suoi libri principali: Facile da usare (1959), Né vivere né morire (1963), / peggiori anni della nostra vita (1971), Talpa di città (1984), Amori neri (1985), La nostra classe dirigente (1986), La debolezza di scrivere (1988), Amici, amici degli amici, maestri (1994).

ÌhTìfflÌlT

1

Rivera per vent'anni bandiera del Milan, oggi europarlamentare

re. Da questo confronto emer­ gono i primi segnali del futuro tribuno che non è arrivato al Quirinale, ma a Montecitorio sì. Il politico in erba che abita­ va in Rivera, fu una delle mol­ teplici intuizioni di OdB che in questo libro porta il suo eroe fuori dal rettangolo di gioco e lo pone già sul palco, pronto per il primo comizio al popolo degli stadi, al quale rimprovera di avere la "memoria corta". Difetto insanabile del tifoso di ogni epoca, sul quale OdB e Ri­ vera si interrogavano già qua­ rantanni fa con il Golden Boy che ammoniva: «£>/ colpo gli adoratori di sette giorni fa si trasformano in denigratori, in

nemici accaniti. La verità è che nessuno, neppure quelli che ti portano in trionfo, è mai dispo­

sto a perdonarti le somme che guadagni». K

Oreste Del Buono "Un tocco in più" Rizzoli (1966)


Programma Abbonamenti anno 2007

REGALA 0 REGALATI UN ANNO INSIEME A Passa anche tu un anno in compagnia di Stadium CENTRO o regala l'abbonamento SPORTIVO ad un amico che come te ama lo sport fatto con il cuore, quello pulito, che il CSI promuove con entusiasmo. Avrete tante notizie, x v informazioni, curiosità <" sugli sport che vi interessano e sarete aggiornati sul mondo CSI.

SOLO Il magatine di chi ama lo sport pulito Fondato nel 1906 - Nuova serie Anno 2-N. 4-Aprile 2007

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TAVECCHIO: «ELEZIONI E P(PI L'ACCORDO CON GLI ENTI» Il presidente della Lega Nazionale Dille' ¿tanti è molto chiaro: «Rappresentiamo il 34% della FedercalcioÉl' y Btr o noler li, il 2 aprile tutti dovranno parlare con noi, prima di prendere qualsiasi deck ione. Il nuovo Consiglio Federale dovrà lavorar à subito per risolvere I problemi» denunciati dal Centro Sportivo Italiano» r______________ _____________ [muti________

"FAGLIANDO DI ABBONAMENTO Da compilare, ritagliare e spedire in busta chiusa a: Stadium - Servizio Abbonamenti Piazza San Paolo 12 - 12051 Alba CN □

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Comincia la stagione dei grandi Giri di ciclismo

IL GIRO D'ITALIA ȣ E' BELLO ANCHE SUL WEB * I dati storici e statistici e le caratteristiche tecniche deiredizione 2007 sono on-line. Grande chiarezza e completezza di informazioni: per conoscere i corridori/ studiare i percorsi, confrontarsi col passato

La Gazze» dello Sport

grande chiarezza e comple­ tezza di dati, in anticipo sul via della manifestazione. I appassionati di ciclismo. dati Dal storici, ma anche le ca­ ratteristiche tecniche del­ 12 maggio al 3 giugno i tifo­ l'edizione 2007, sono pre­ si del pedale saranno tutti sentati in maniera impeccabi­ davanti alla televisione, pron­ le. Ecco così, oltre a una bre­ ti a sostenere i loro idoli, ma ve ma completa cronistoria e i più tecnologici potranno all'albo d'oro, la possibilità di servirsi anche di uno stru­ ricordare tutti i precedenti mento prezioso come Inter­

rende il via il Giro d'Italia e si accende la grande passione degli

P

nelle città del giro di que­ st'anno, con i vinci­ tori del passato nelle La maglia vane località di tap­ rosa pa. Puntuali e grafi­ camente ben svilup­ va al sito

III. PLANIMETRIA GENERALE

:t La storia

n La corsa

Girodltalia

H Le città del giro

■HI LE ALTIMETRIE IN DETTAGLIO ■Hi LE SALITE

:: I numeri del Giro

:: Cl piace ricordarli cosi io Albo d oro

n Il marketing e la comunicazione t: I partners :: Giro d'Italia Store

:: Giro d'Italia Fashion :: Moduli di prenotazione alberghiera

ti News

n Archivio

net per essere aggiornati su

tappe, curiosità e

personaggi. La maglia rosa del web, e non poteva essere altrimenti, va al sito ufficiale di

della Gazzetta

quella che è la ma­ nifestazione ciclisti­ ca più importante del nostro paese, http://giroditalia2007.gazzetta.it. Col­ legato alla home page della Gazzetta dello Sport, che da sempre organizza il giro e di cui riprende la veste grafica, il sito del Giro si presenta con

pati sono anche i da­ ti più tecnici, a parti­ re dal percorso 2007, su cui è possibile an­

che zoomare, per proseguire con l'altimetria delle varie tappe, con una sezione spe­ cifica dedicata alle salite. Le scalate sono infatti da sempre uno degli aspetti più affascinanti di uno sport che ha fatto della fatica il punto di massima esaltazione. In rete

è così possibile tro­ vare vasto materiale dedicato proprio al­ le salite, tra cui spic­ ca per completezza

('Archivio delle Sali­ te d'Europa www.salite.ch

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News

::

Archivia-------------------

Il primo Grò aitata si avvia i 13 magge 1909 aM 2.53 del mattino dai rondò di Loreto, a Mfiano Otto lo tappo per un totale di 2448 cMometn. o 127 । concorrenti, dei qua* solo 49 concludono la provo a Milano Ai seguito otto vetture quattro por le squadro, due per rorganizzazono e la giuria, duo per i gtornaksti. I corridori vengono fotografati uno per uno poma della partenza affinché non ci siano dubbi sola loro identità Le notaio dota corsa raggiungono g* appassionati o i curiosi mediante dispacci telegrafici che forganazazono appende dentro le vetrine data Lancia-Lyon Peugeot, m Piazza Castolo, mentre > pochi che possiedono i telefono possono riformarsi chiamando 133.68. A quella prima edizione partecipano Poter detto 'frou frou’. vrckoro del Tour 1906 o Troussebor, a segno neiedtzionfl 1905 della Grande Boucle Anche i celebro Potè Brolon ft a> via. ma si ritirerà por una caduta nata prima tappa la Miiano-Botogna II montepremi del Grò aro sordo è di 25 mia taro Luigi Ganna, 1 perno vincitore, guadagna 5 325 firn, fuittmo classificato 300 ire Una beta cifra dal momento che io stipendio di Armando Cougnet, Drettoro del Giro (oltre che amministratore dot giornale c caporedattore dota rubrica c eterno) ò di 120 tre menai Costamagna, il direttore do La Gazzetta dolo Sport, no guadagna 150 li giornale, noi 1909, costa 50 contee mi.

difficoltà e per ognuna è pre­ sente una vera e propria mappa, con tutti i punti del percorso e i vari gra­ di di pendenza. Rete Un'autentica bibbia

sito svizzero che riporta, con dovizia di particolari, tutti i percorsi più impegnativi per

ciclisti professionisti e non. In ben cinque ln lingue (italiano, fran­ per gli amanti della cese, inglese, spa­ ci sono fatica, insomma. gnolo e tedesco) so­ siti Ovviamente, non è no archiviate 9170 dedicati da meno di quello salite europee, 3480 del Giro, il sito del delle quali solamente alle salite Tour de France nel nostro paese. Le www.letour.fr la cui partenza scalate sono selezionabili per è prevista da Londra il prossicriteri geografici ma anche di


La home page del Giro d'Italia: http://giroditalia2007.gazzetta.it !

Sito non ufficiale ma ricco di notizie sul Giro: www.ilgiroditalia.it

Le parcours

mo 7 luglio. A dominare gra­ ficamente è il classico giallo che caratterizza la corsa cicli­

«medi 7 juütel 3007

La pagina del Tour de France: www.letour.fr

tundí S fülltet MOT

stica più famosa del mondo. E' già possibile consultare il percorso della prossima edi­ zione, con un'analisi tecnica delle varie tappe fatta da esperti del settore. Delle varie città che ospiteranno il Tour è poi presente una breve sche­ da geo-turistica. Nella sezio­ ne Rètro si può trovare tutto l'archivio storico della mani­ festazione, a partire dalla pri­ ma edizione datata 1903. Al sito del Tour è legata anche la pagina ufficiale di una delle più affascinanti grandi classi­ che del ciclismo, la Parigi Roubaix. A proposito di clas­

siche, sorprende la carenza di siti uffi­ ciali che, al contra­ rio, ben documen­ tano le principali corse a tappe. A fa­ re eccezione sono due classiche belghe, la Freccia Val­ lone www.rvv.be e

Awrocrr ■■ C c<rc*>rx rrwrcrwdl 11 julite» 2001 vawt-conttm > oocn jeudi 12 juiltet 2007

»amedl 14 juflM 2007 ecvrncnBtMR • Le G dimanche 15 |uUtei 201 u frrq&yryj - Tia kmdl 16 Mte< 2007

T-Shtrt Logo MHwdi 2! iwiltel 2007

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E di un'altra importantissima corsa a tappe elvetica: www.letourderomandie.ch

Malanni > Patwu Oe Btgt

Tutto sulla Freccia Vallone, grande classica: www.rw.be

Il sito di un'altra classica belga, la Gand Wevelgem: www.gent-wevelgem.be Un'altra grande corsa da un giorno, in Olanda: www.amstelgoldrace.nl

necessario consultare i siti specializzati, che in Italia sono numero­

mente interessante quest'ulti­ mo che, pur non sviluppatissi­ mo a livello grafico, presenta aggiornamenti continui su

si. Tra questi Ciclismo Online www.ciclismo-online.it, abba­ stanza basilare come

tutto quanto fa ciclismo e so­ prattutto dedica grande spa­ zio alla lotta al doping. Una battaglia condotta attraverso

impaginazione ma ricco di no­ tizie aggiornate, Ciclismo.it www.ciclismo.it e SportPro www.SDortpro.it. Particolar-

notizie continuamente ag­ giornate e anche approfondi­ ti studi specifici: davvero me­

non hanno pagine web all'altezza

entrambi i siti però non han­ no la completezza di quelli delle grandi corse a tappe, li-

Home page del giro di Svizzera: www.tds.ch/tourdesuisse

mardi 17 tuilte» 2007

mitandosi a news, percorsi, albo d'oro e lista partecipan­ ti senza grandi approfondi­ menti e comunque con una vesta grafica sempli­ ce e poco innovati­ Le grandi va. Per avere mag­ giori informazioni è classiche

la Gand Wevelgem www.gent-wevelgem.be:

E quella della Vuelta, il prestigioso Giro di Spagna: www.lavuelta.com

SCREENSAVER

™ Casquettes

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ritorio.

Sito sul ciclismo, con importanti approfon­ dimenti storici: www.grandeciclismo.net

Portale italiano sul mondo della bici: www.ciclismo.it Altro sito di grandi approfondimenti sul mondo del pedale: www.ciclismo-online.it

Pagine sul ciclismo, con grande attenzione al fenomeno doping: www.sportpro.it

L'Archivio delle Salite d'Europa: www.salite.ch La pagina ufficiale della Federazione Ita­ liana di Ciclismo: www.federciclismo.it

E quella della Federazione Internazionale: www.uci.ch Il sito del campione del mondo e olimpico: www.paolobettini.it

E quello del vincitore del Giro 2006: www.ivanbasso.it

stalium

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Il sito del mese: www.damianocunego.it

RICCO, ELEGANTE, COMPLETO: CUNEGO MAGLIA ROSA IN RETE Il sito ufficiale del campione veronese è alfaltezza delle sue ambizioni: mille informazioni e una veste grafica sopra la media, di facile accessibilità. Oltre a tutte le informazioni sul corridore, anche la squadra e il suo direttore sportivo dati biografici e agonistici, do­ amiano Cunego sogna ve alla voce segni particolari la stagione del riscatto e viene indicato un significativo lancia la volata proprio a aggettivo: vincente. Nella ras­ partire dal web www.damianosegna stampa, oltre agli artico­ cunego.it. Il sito ufficiale del ci­ li che ricordano le principali vit­ clista veneto, vincitore del giro torie di Cunego, merita una se­ 2004 a neanche ventiguattro gnalazione la sezio­ anni, si presenta in­ ne "Cover", che fatti all'altezza delle Una semplice comprende tutte le sue ambizioni. carta copertine delle rivi­ La home page di ste specializzate a lui Cunego è ricchissi­ d'identità

D

presenta dati dedicate. Siccome il ciclismo è ma ha anche il pre­ biografici e sport individuale in gio di una veste gra­ cui è fondamentale fica eccellente e su­ agonistici periore alla media. del campione il gioco di squadra, Cunego non dimen­ Impaginato in un tica i suoi compagni, elegante blu, il sito è cui nel sito dedica un'apposita di immediata accessibilità in sezione, con foto e biografie di tutte le sue sezioni. A presenta­ tutti i corridori del team Lamre subito la figura del ciclista ve­ pre. C'è spazio anche per il suo ronese una semplice e chiara scopritore e maestro, Giuseppe carta d'identità con i principali ma di informazioni

FOCUS CSI VERONA SI FA BELLA

Martinelli, responsabile tecnico della Lampre, che proprio sul si­ to racconta il suo rapporto con il campione. A livello di downlo­ ad mancano i video, ma sono parzialmente compensati dal

Pratico e ricco di informazioni, ecco il sito del­ la sezione veronese del Centro Sportivo Italia­ no (www.csiverona.it). Nella pagina iniziale

vengono infatti subito presentate tutte le no­ tizie, i regolamenti e i comunicati delle princi­ pali attività sportive del centro, in modo da

agevolarne la fruizione. Nella parte superiore della pagina, ecco inve­ ce le finestre, realizzate con grande accuratez­ za grafica, che permetto di accedere alle varie sezioni, con anche la possibilità di prenotazio­ ne dei campi, le notizie utili su Verona e una faq per aiutare i naviganti meno esperti.

ricco materiale fotografico che riguarda le principali tappe del­ la carriera. È anche possibile ri­ cevere, compilando un sempli­ ce formulario, la foto autogra­

fata del ciclista.

Grande rilievo viene poi dato alle iniziative specifiche del CSI veronese, a partire da Un pallone come il mondo, torneo calcistico riser­ vato alle rappresentative delle varie comuni­ tà nazionali presenti sul territorio; fino a quel­ lo che è oramai un appuntamento abituale del Centro Sportivo di Verona e prossimo alla nuova edizione: La grande sfida, manifesta­ zione che coinvolge ragazzi diversamente abili italiani ed europei in attività di cultura, gioco e sport, sui principali palcoscenici della città, a partire dall'Arena. L'edizione 2007 an­ drà in scena sabato 26 e domenica 27 maggio.


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Il GP di TennisTavolo sarà il primo di molti appuntamenti CSI

UGNANO SABBIABORO UNA PICCOLA FLORIBA

di Massimo Carboni

Fu Hemingway a definirla cosi a metà del 900/ nel momento del massimo sviluppo urbanistico. Le spiagge di sabbia finissima, Parte e la buona cucina ne fanno la capitale del divertimento, non solo estivo, del Nordest trionale del Golfo di Venezia. rnest Hemingway a È diventata, a partire dagli suo tempo la definì la anni 60, la capitale estiva del piccola Florida d'Italia. divertimento nel Nordest. Un accostamento suggesti ­ Ampia l'offerta di attrazioni e vo, probabilmente suggerito di occasioni di sva­ dagli oltre otto chi­ go, tra le quali si lometri di spiagge contano ben sei contrassegnate da C'è anche sabbia finissima un moderno parchi tematici di­

E

che ne incorniciano la fisionomia. Ugnano Sabbiado-

versi e il modernis­ simo Centro Ter­ male. E anche que­ st'anno, Lignano Sabbiadoro ospiterà molti appuntamenti agonistici del CSI a carattere nazionale. Si comincia dal 22 al 25 aprile con il Gran Premio di Tenni­

centro termale

ro sorge su una pe­ nisola disegnata dalla foce del fiume Tagliamento e dal­ la tessitura antica delle cor­ renti dell'Adriatico, tra il ma­ re aperto e la Laguna di Ma­ rano, nell'arco più setten-

stavolo.

Itinerario naturalistico con forme e colon sempre di­ e zone balneari del Friuli Ve­ versi ad ogni variare di marea, e nezia Giulia sono dei veri e propri paradisi naturali. A co­ presenta isolette, banchi sab­ minciare dalle lagune di Mara­ biosi, canali e fondali sommersi che affiorano in occasione di no e di Grado, un paradiso per basse maree. Osservando la ve­ gli amanti del birdwatching. Il getazione sugli argini si posso­ complesso lagunare di Grado e no riconoscere le celebri tame­ Marano si estende per circa

L

16.000 ettari tra la foce dell'Isonzo e quella del Tagliamen-

to; l'intero sistema si è formato fra il 400 e il 600, ed è protetto dal mare da un cordone di du­ ne più o meno coperto da una vegetazione di alberi, erbe e ar­ busti. Il paesaggio si presenta

flKlllllliil

rici, alberi dai rami sottili citati da D'Annunzio, nelle colorazio­ ni prevalentemente rosate, e

poi olmi, pioppi, pini e ginepri. Questo è il regno indiscusso di gabbiani reali, rondini di mare, aironi bianchi e cormorani. Per visitare le varie isole sabbiose

COME ARRIVARCI IN AUTO

A4 - Uscita Latìsana. Successi­ vamente proseguire sulla S.S. 354 (km 20). IN AEREO AEROPORTO DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA Ronchi dei Legionari

www.aeroporto.fvg.it Per Arrivare a tignano dall'Aeroporto del Friuli Venezia Giulia, percorrere l'Autostrada A4 in di­ rezione Venezia fino all'uscita di Latisana. Usciti dal Casello, proseguire per Ugnano per la S.S. 354. (74 km) AEROPORTO "MARCO POLO" - VENEZIA

www.veniceairport.it Per Arrivare a Ugnano dall'Aeroporto di Venezia, percorrere l'Autostrada A4 in direzione Udine-Trieste fino all'uscita di Latìsana.

Usciti dal Casello, proseguire per Ugnano per la S.S. 354. (93 km). IN TRENO

La stazione ferroviaria più vici­ na è quella di Latisana, un ser­ vizio di pullman collega la sta­ zione, alla località turistica.


metri che unisce Ugnano Sabbiadoro a Trieste, con un trac­ ciato prevalentemente asfalta­ to e in alcuni tratti sterrato. Dal­ le acque del fiume Tagliamento nella zona di Lignano si attra­ versa una fascia densa di riser­ ve e oasi protette (Isola della Cona, foci dell'lsonzo, Val Ca­ vanata, Valle Canal Nuovo, foci dello Stella). Dal mondo agreste della Bassa Friulana, con i suoi

mille corsi d'acqua, il percorso finisce nel bianco carso triesti­ no, non prima di aver toccato il Parco nella Val Rosandra, la Grotta Gigante, l'orto botanico "Carsiana" e il sentiero Rilke.

Itinerario enogastronomico che formano la laguna e ammi­ rare i lidi, i canali e gli specchi d'acqua che la compongono, è consigliabile un'escursione in motobarca, con partenze da Grado e Ugnano. La laguna di Grado rappresenta il tratto più orientale di quasi 9.000 ettari esteso dalla foce dell'Aussa fino all'lsonzo; si suddivide in tre sottobacini, corrispondenti alle

trovamenti risalenti all'epoca romana, la laguna di Marano è un bacino d'acqua salmastra si­ tuato tra la pianura friulana ed il mare Adriatico, che si è for­ mato in seguito al lento ma continuo innalzamento del li­

bocche lagunari di Porto Buso, di Grado-Morgo e di Primiero. Questo tratto di natura incon­ taminata è formato da canali e

una vegetazione di tipo palu­ stre: pini, olmi, tigli, platani e

specchi d'acqua che si intrecciano fra i dossi e piccoli isolot­ ti, da esplorare in barca o sul gommo­ ne alla scoperta dei

vello del mare e ai generosi de­ positi di terra proveniente dai fiumi. Il paesaggio delle zone circostanti è caratterizzato da

betulle; la fauna è ricca di spe­ cie anche rare, come l'airone rosso, che trovano in queste zone possibili­ Escursioni tà di rifugio, alimen­ tazione e riproduzio­ in barca ne. La laguna di Ma­ per visitare rano comprende due

l Friuli Venezia Giulia è un cro­ cevia di culture anche dal pun­ to di vista dell'enogastronomia. Dalle influenze mitteleuropee

I

dell'area triestina e goriziana, alla cucina povera e gustosa della Gamia e del Friuli, fino ai prodotti tipici più noti nel mon­ do: il prosciutto di San Daniele e il formaggio Montasio. Ma la regione esprime anche una particolarissima arte culinaria del pesce, che a Grado e a Lignano viene promossa da risto­ ranti e trattorie disseminate nei centri storici e sul lungomare,

forniti quotidianamente dai nu­ merosi allevamenti di pesce di valle presenti in regione. Il lito­ rale è ovviamente il contesto privilegiato per degustare parti­ colari piatti creati con il preliba­ to pescato del mare Adriatico. Tra i piatti più tipici c'è il boreto alla graisana, che fa parte della tradizione gradese. È una ricet­ ta molto particolare perché non è né un brodetto né una zuppa, ma una vera e propria pietanza che abbina al pesce una polen­ tina bianca. In tutta la regione si possono gustare branzini, orate, tonni, cozze, vongole e seppie appena pescati. Quest'anno, il 12-13 e 19-20 maggio il cortile interno di Villa Manin, a Passanano di Codroi-

po, si trasformerà in un'esposi­ zione a cielo aperto dell'enogastronomia regionale. È "Sapori Pro Loco", l'arte di degustare il Friuli Venezia Giulia, manifesta­ zione che propone oltre 100 ti­ pi di pietanze - dal frico alle frit­ tate, dal formaggio salato al cinghiale allo spiedo, dai cjalcions alla cubana, ai biscotti di mais. Il 27 maggio, inoltre, scat­ terà, in tutta la regione, "Can­ tine Aperte", evento dedicato

agli enotunsti che proprio nel­ l'ultima domenica di maggio potranno visitare vigneti e can­ tine, degustando i vini accom­ pagnati da assaggi dei prodotti

le isole

sottobacini: quello di caratteristici "caso­ della laguna Lignano e quello di S. ni", ma anche in Andrea, entrambi mountain bike lun­ corrispondenti alle relative boc­ go i sentieri che costeggiano le che lagunari; l'arco di isolotti e valli da pesca. La pescosità del­ di banchi sabbiosi sono attra­ le acque della laguna di Grado versati da una fitta rete di cana­ si deve ai bassi fondali e alle fa­ li. Per gli appassionati della bici vorevoli condizioni ambientali, da non perdere l'itinerario ciclo­ che permettono a vane specie

di vegetali, di pesci e di uccelli acquatici di trovare un habitat ideale. Popolata sin da tempi remoti, come dimostrano i ri­

turistico del mare Adriatico, parte integrante dell'itinerario europeo "Eurovelo". Un trac­ ciato pianeggiante di 172 chilo­

Il prosciutto di San Daniele è tra i più conosciuti e apprezzati al mondo

5ÌTlM!

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TURISMO

tipici regionali, come il Monta­ si© e il prosciutto San Daniele. Da segnalare la pedalata ciclo­ turistica "Cantine aperte Bike", attraverso i più famosi vigneti della regione, riservata a tutti gli appassionati della moun-

Modello da studiare La perfetta conservazione del sistema fortificato di Palmanova, rende la cittadina friulana unica in Europa

sterna fortificato ed urbanisti­ co, un esempio unico in ambi­ to europeo. Fu costruita, per volontà della Serenissima Re­ pubblica di Venezia nel 1593 a difesa dei suoi confini orientali in Friuli, contro le incursioni dei Palmanova fu dotata di tre cer­ Turchi e per arginare le mire e la natura risulta essere la ehie di fortificazioni: due furo­ espansionistiche territoriali de ­ grande protagonista di queno realizzate durante il dominio sta stretto lembo di terra, altret­ gli Arciducali. Per la realizzazio­ veneto, la terza fu invece ope­ tanto importanti sono le testi­ ne del progetto della città for­ ra dei Francesi. In seguito alla tezza, furono interpellati inge­ monianze storiche e artistiche caduta di Venezia gneri, trattatisti ed che contrassegnano il territorio (1797), la piazzafor­ esperti architetti mili­ circostante. Nelle immediate vi­ Palmanova te passò sotto il do­ tari dell'ufficio di For­ cinanze di Ugnano sono rinve­ esempio minio napoleonico, tificazioni di Venezia nibili alcune delle più significa­ quindi all'Austria, e tra cui primeggiava il tive rappresentazioni dell'arte urbanistico con il plebiscito del Soprintendente Ge­ in Friuli Venezia Giulia. unico 1866 si decise la sua nerale Giulio SavorTra i molti itinerari possibili, annessione al Regno gnan. Concepita co­ in Europa uno, particolarmente suggesti­ d'Italia. Nel 1960, me macchina da vo e ricco di storia, percorribile

tain-bike.

Itinerario artistico culturale

ISTRUZIONI PER L'USO

S

in macchina, collega idealmen­ te Palmanova a Grado lungo la

statale 352. Palmanova rimane ancora oggi per la conservazione del suo si-

CENNI STORICI I primi insediamenti alberghieri risalgono all'inizio del 1900 quando la penisola non era rag­ giungibile via terra, ma solo in barca attraverso la Laguna di Marano. A quel tempo, la peni­ sola lignanese era quasi intera­ mente ricoperta da una foresta di pini e gli unici insediamenti rurali erano situati lungo il lito­ rale della laguna. Nel 1903 fu­ rono costruiti il primo modesto impianto balneare e il primo al­ bergo. Tuttavia, a causa della malaria endemica nelle paludi adiacenti la penisola, lo svilup­ po della stessa si ebbe solo do­ po le opere di bonifica dei terri­ tori malsani. Nel 1926 fu aperta la prima

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guerra, la sua progettazione e quindi la sua forma di stella a nove punte, ben distinguibile dalle foto aeree, fu determina­ ta da motivi di ordine militare.

strada comunale di collegamen­ to con il comune di Latisana e nel 1931 si insediarono i primi abitanti. Nell'anno 1935 venne istituita un'azienda di soggior­ no e venne aggiunto il nome di Sabbiadoro a scopo promozio­ nale. Lo sviluppo vero e proprio della cittadina, così come è conosciu­ ta oggi, si attua però nei decen­ ni a cavallo della metà del seco­ lo quando l'architetto Marcello d'Olivo crea e sviluppa un origi­ nale progetto urbanistico per la rete viaria di quella che diven­ terà Ugnano Pineta. Nasce così la famosa chiocciola che si ri­ trova ancora nel simbolo del co­ mune della cittadina friulana. j

con Decreto del Presidente del­ la Repubblica, Palmanova è sta­ ta proclamata "Monumento Nazionale". Proseguendo lungo la statale

352 si arriva ad Aquileia, vera e propria metropoli dell'impero Romano, definita, proprio per la profonda identificazione con l'architettura imperiale, la se­

conda Roma. Aquileia, fondata nel 181 a. C., ha un'area archeologica di ec­ cezionale importanza, conside­ rata dall'Unesco Patrimonio dell'umanità. Gli scavi della ne­ cropoli, che si estende lungo la strada (una parallela della via Anma antica ) che lasciava la città in direzione Sud- Ovest, nei pressi del ('Anfiteatro, ven­ nero attuati fra il 1939 e il 1940. Questo è l'unico sepol­ creto visibile fra quelli usati per


la dislocazione di sepolture, se­ condo il costume romano. Miriadi di reperti, proprio del periodo romano (statue, mo­ saici, monete, vetri, terrecotte, urne, bronzi, un'imbarcazione

e il lapidario), sono raccolti nel Museo Archeologico Naziona­ le. Di grande rilievo la splendi­ da Basilica di S. Maria Assunta che fu eretta su un edificio del IV sec., a cui vennero annessi, nei secoli successivi, numerosi ampliamenti (poi in gran parte

distrutti durante le invasioni barbariche). Accanto alla basili­ ca si trovano la cosiddetta chie­ sa dei pagani e il battistero. Nel tempio si possono ammirare

COSA VEDERE Da non perdere la splendida Villa Manin, una delle più note ville vene­ te presenti sul territorio della Regio­ ne che si trova a Passariano Codroipo in provincia di Udine, a 38 chilo­ metri da tignano, raggiungibile at­ traverso la statale 354. Proprio qui Napoleone soggiornò e firmò lo sto­ rico Trattato di Campoformido. La villa è oggi sede del Centro Regiona­ le di Catalogazione e Restauro della Regione e degli uffici regionali del Turismo. Dal 2004 la Regione Friuli Venezia Giulia, tramite l'Assessorato alla Cultura e la neo costituita Azien­ da Speciale Villa Manin, ha promos­ so un nuovo corso espositivo del prestigioso complesso della Villa, fi­ nalizzato alla costituzione del Centro d'Arte Contemporanea Villa Manin. Il Centro d'Arte Contemporanea si caratterizza per una programmazio­ ne annuale che alterna mostre tema­ tiche, artisti provenienti da tutto il mondo, collaborazioni con importan­ ti musei internazionali, progetti di scultura nel parco della villa, esposi­ zioni dedicate ad artisti del territorio e vari eventi collaterali. L'intento del Centro è di far conosce­ re al pubblico l'arte contemporanea in modo eterogeneo e concentrico: sia per mezzo della presentazione di prestigiose collezioni museali, che

anzitutto i famosi Mosaici Pa­ leocristiani (IV sec.) che costitui­ scono una tappa fondamenta­ le nella storia dell'arte italiana. Sempre lungo la statale 352 si giunge infine a Grado, centro termale e di villeggiatura predi­ letto dagli imperatori austro­ ungarici. Di rilievo il suo Parco Termale Acquatico, vero gioiel­ lo del benessere con una pisci­ na ergonomica di 85 metri, do­ tata di idromassaggio, cascatelle d'acqua, vasche termali, trampolini e giochi. D'obbligo

una passeggiata nel fiabesco centro storico gradese, attra­ versato da una sene di strette

viuzze e calli.

spieghino il presente attraverso un percorso più "storico", sia tramite le opere di importanti artisti dei nostri giorni o delle mostre curate che si focalizzano su aspetti specifici del­ l'arte attuale. Nel parco antistante la villa, trova spazio l'esposizione denominata "Sculture nel Parco", un percorso ar­ tistico in continua evoluzione che al momento comprende otto sculture e che ogni anno viene arricchito da nuove opere commissionate e appo­ sitamente create in loco da artisti in­ ternazionali. INFORMAZIONI Agenzia Turismo

Friuli Venezia Giulia

info@turismo.fvg.it numero verde 800016044

Azienda Agrituristica Ca' Ospitale €

È una caratteristica casa rurale della campagna friulana, a 2 km da Aquileia e a 4 km da Grado. Dispone di 14 ca­ mere per 25 posti letto, tutte con ba­ gno, offerte con la prima colazione. via Beligna, 107 - 33051

Aquileia (Ud) Tel. 0431 917423

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Tel 0431 428743

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Lignano Sabbiadoro (Udine) Fax 0431 428743

DOVE MANGIARE Ristorante "Al Cason" €€

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È uno dei più rinomati locali di Ligna­ no Sabbiadoro. Qui è possibile degu­ stare specialità gastronomiche di an­ tica tradizione marinara secondo le ti­ piche usanze dei casoni lagunari. Corso dei Continenti, 167 presso

Ambiente rustico a conduzione fami­ liare. Tra le specialità: tagliata di ton­ no crudo, piovra con melograno e funghi, carpaccio di spada con melo­ ne bianco e ananas, linguine alla sco­ gliera.

Porticciolo di Marina Uno - 33054

Via Tarvisio,60

DOVE DORMIRE

Lignano Riviera (Ud)

Lignano Sabbiadoro (Udine)

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Vasta la scelta delle pietanze a base di pesce freschissimo accompagnato dai migliori vini locali e nazionali. Anche le carni sono presenti nel menu ma la parte del leone è affidata ai tantissimi antipasti, risotti e zuppe di pesce. A seguire branzini di varie versioni, an­ guilla allo spiedo, rombo in guazzetto.

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TŒIIlil 95


Meglio fare a meno di genitori saccenti, ingombranti, a volte maneschi no svedese entrato fra i padri della grande

fisiologia sportiva moderna, Per Olaf Astrand, quello della massima per cui «tra

U

stemazione di questi rapporti in un disegno go­ vernativo di vasta portata. L'immensa Cina si è af­

il facciata, ventanni fa, al grande sport con le sue fare male lo sport e il non farlo, è meglio farlo podiste da lunga distanza acquartierate in una sorta di monastero e sottomesse ai voleri ed alle male», diceva pure che «per diventare campione bisogna sapersi scegliere bene i genitori». Allude­ diete (sangue di tartaruga, si disse) di un allenato­ va soprattutto alle fibre bianche (velocità) o rosse

(resistenza), che o ci sono o non ci sono, e vengo­ no "decise" al momento del concepimento. Ci per­ mettiamo di completarlo: scegliersi bene i genito­ ri, e non solo per la faccenda delle fibre, per usar­ li al meglio e anche per saper fare a meno di loro

quando diventano invadenti, ingombranti, sac­ centi. E maneschi, potrebbe aggiungere qualcuno, spe­ cialmente dopo avere assistito alla rissa televisiva, durante i campionati mondiali di nuoto in Austra­ lia, tra l'allenatore di nuoto ucraino e la figlia non brava in vasca come il genitore si aspettava Lui che la schiaffeggia, lei che risponde più o meno usando le stesse armi. Lui arrestato, processato, assolto dalla giustizia ordinaria, anche perché la

figlia si è addossata le colpe della provocazione (un suo flirt sbagliato), però squalificato per sei

anni dalla giustizia sportiva. Al proposito, si è par­ lato di punta dell'iceberg (come si fa troppo spes­ so in mancanza di cifre e dati precisi), nel senso che tanti sarebbero i figli picchiati o comunque vessati dai genitori per inadempienze sul piano del rendimento sportivo. Ma si è parlato pure di situazioni ben più balorde, con schiavizzazione dei

pupi e delle pupe (specialmente in sport dove si è forti già in tenera età: nuoto, tuffi, ginnastica,

pattinaggio...) da parte di allenatori che sono an­ che carcerieri, torturatori, guru tremendi, vampiri. Bisogna dire che si tratta di discorsi vecchi, anche se non è ben chiara la valenza di questo aggettivo - vecchio - nello sport. Il padrone del corpo del­ l'atleta, sia un genitore sia un allenatore, è figura datatissima, basti pensare al film "Momenti di glo­ ria", con il tecnico che costruisce con ogni mezzo un campione per la corsa ai Giochi di Parigi 1924. Il doping di stato della Germania Est ha visto la si­

re folle e feroce. Negli ultimi tempi è intervenuto nello sport un elemento che ha cambiato in profondità ogni si­ tuazione, ogni rapporto, ogni valutazione. Molto

semplicemente, si è trattato del denaro. Fare sport significa ormai in tanti casi affacciarsi ad un me­ stiere: e se si promette bene, arriva presto lo sponsor a motivare materialmente. Si studia da campione di nuoto, da campionessa di pattinag­ gio. Come da ragioniere, da avvocatessa. I genitori

investono sul pupo: tirare su una figlia brava ten­ nista costa di più che tirarla su brava fisica nuclea­ re, ma in caso di successo rende infinitamente di

più. Investe anche l'allenatore, mette il suo tempo e la sua esperienza, sa che guadagna di più se il suo allievo vince. Un ragazzino pigro, che non esplora sino in fondo le sue possibilità di diventa­ re campione sportivo, è da trattare anche a ceffo­ ni, a punizioni, come un cattivo studente. E si de­ ve dire che rispetto alla chiarezza di certe situazio­ ni scolastiche, quando ad esempio si deve prende­

re atto, e abbastanza in fretta, che il ragazzo non è un genio, che non ce la fa proprio, nello sport c'è confusione: lo sviluppo fisico ad esempio può riservare repenti sorprese positive, e poi esiste sempre la "valvola" del doping. Se i genitori e gli

allenatori sanno di chimica, o sanno scegliere i medici "giusti", il potenziale del pupo può essere fatto crescere artificiosamente. Ci sono genitori felici e persino orgogliosi del fatto che il loro fi­ gliolo prende un po' di simpamina nei giorni in cui

deve stare sveglio per studiare, e dunque nessun problema se si dopa per vincere una gara. E c è or­ mai una vasta casistica, una letteratura sui padri che invitano i figli calciatori, eccitati e incitati, a spaccare le gambe agli avversari, oppure che li

guidano nella caccia all'arbitro.


Melbourne:

la sequenza che ha fatto discutere

La nuotatrice 18enne Kateryna Zubkova, campionessa europea a Vienna nel 2004, è sta­ ta protagonista col padre Mykhaylo, ex nuotatore e ora et della Nazionale ucraina, del­ l'episodio più discusso dell'intero Mondiale di Melbourne. Dopo l'esclusione dalla semi­ finale dei 50 dorso, il padre ha infatti strattonato e colpito ripetutamente la figlia, a sua volta pronta a reagire. Il litigio è stato ripreso dalle telecamere, all'insaputa dei prota­ gonisti, ed è costato a Mykhaylo Zubkov un processo per direttissima, il ritiro dell'accre­ dito, l'espulsione dal Mondiale e 6 anni di sospensione dalle gare per decisione della fe­ derazione internazionale. Solo la distensiva testimonianza della figlia ha evitato a papà Zubkov guai seri con la severa giustizia australiana.

Negli anni sessanta Helenio Herrera, allenatore di calcio, diceva rivoluzionariamente che i genitori dovevano decidere per tempo se far fare ai loro fi­ gli il mestiere di calciatore, e che non era neanche necessario pensare alla serie A, bastava la serie C e già era una situazione lavorativa assai migliore di quella di operaio, di impiegato. Adesso la televi­ sione ha creato per lo sport un'infinità di posti di

te situazioni, un copione sempre nuovo, tante luci, troppe denaro. Se la faccendaccia dell'allenatore ucraino desse la stura ad una seria discussione sul problema, lui sarebbe un protomartire benedetto

lavoro, con la spettacolarizzazione di tante discipli­ ne, di tante specialità. Fare "studiare" una ragazzi­ na da grande tennista si può, certo bisogna fare dei sacrifici, mandarla magari dalla natia Siberia ad una scuola in Florida. E se la ragazza poi non è ri­ conoscente ai genitori e ligia al guru della racchet­ ta sono, debbono essere anche schiaffoni. Quegli stessi schiaffoni che si vorrebbe che adesso i geni­

sportivamente imbecille, incapace di suo o se lo rimbecilliscono di attenzioni e comandamenti: c'è persino il "rischio" che preferisca allo sport la scuo­ la, più blanda, più comoda, fisicamente impegnati­

dello sport moderno. Invece ci dibattiamo fra mamme trepide e mamme ingombranti, padri se­ veri e padri maneschi, allenatori schiavisti e allena­

tori paternalisti. E il pupo non riesce a capire se è

va quel tanto che basta per schiacciare il tasto del telefonino e filmare la bella professoressa.

tori ripristinassero per i loro pupi che irridono alla scuola, trasformandola in palestra di bullismo e non solo: con il rischio però che i genitori siano maneschi verso i professori. Il diorama è vastissimo, con tanti personaggi, tan­

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Scrivete a redazione@stadiumcsi.it per esprimere la vostra opi­ nione sull’argomento del mese. In questo numero, le reazioni al Dibattito “L’integrazione è più facile se passa per lo sport”, pub­ blicato sullo scorso numero. A giugno, il Forum sarà aperto sul­ l’intervista a Franco Falcinelli, presidente della Federazione Pugi­ listica Italiana, pubblicata a pagina 24 di questo numero, sul te­ ma: la boxe può essere educativa?

Utilizziamo lo sport per evitare gli errori commessi dagli altri Avete scelto un tema in­ teressante, di stretta at­ tualità, per discutere e far­ ci riflettere. Complimenti,

FORUM

perché lo sport è anche questo e non solo profes­ sionismo o medaglie. 0 meglio: anche queste sono

medaglie. Parlando di immigrati e della loro integrazione, i nostri uomini politici devo­ no essere illuminati da quanto è accaduto in altri

Paesi, penso alla Francia e all'Inghilterra, cercando di

evitare gli errori che lì sono stati commessi e dei quali oggi pagano pesantemente le conseguenze. Chi prima di noi, per ragioni sociali e politiche, si è confrontato con l'immigrazione di gran­ di masse, ha pensato so­ prattutto a costruire quar­ tieri satelliti nelle grandi cit­ tà: se avesse sfruttato lo sport, anche lo sport per tutti, l'integrazione sarebbe

stata più semplice e oggi sarebbe completata. Inve­ ce, le periferie sono ancora sotto lo scacco dei violenti. Carlo, Milano

ne e l'inserimento nella vita so­ ciale italiana di chi italiano non è. Attenzione però a non sba­

sinceramente, mi pare che in oratorio, per lo meno nel no­ stro, l'integrazione sia un fatto compiuto. Ci sono molti figli di immigrati che da italiani gioca­ no con gli italiani. Voglio dirlo forte, perché episodi come quello denunciato nel Bergama­ sco (parlo del bambino brasilia­ no picchiato dai compagni e non difeso dal parroco, almeno così ci hanno raccontato) ri­ schiano di inquinare l'immagine dello sport in oratorio, che inve­ ce è benemerita e va sostenuta, perché sacerdoti e volontari da

to all'esempio che potrebbe na­ scere se in ogni città ci si con­ frontasse sportivamente su ogni

nazionalistiche, in piccole guerre di colore o di religione. Penso siano molto meglio le squadre miste, bianchi e neri

I GIOVANI IMMIGRATI AIUTANO A CRESCERE

decenni e in tutta Italia lavora­ no per sostenere la formazione

I NOSTRI FIGLI Complimenti perché ancora una volta vi distinguete per la profondità dei temi e per il mo­ do in cui vengono trattati: serio e semplice, di facile e immedia­ ta comprensione. I vostri edito­ riali alimentano le nostre serate in società e quello dell'integra­ zione è un problema che anche noi dirigenti di squadre CSI, nel nostro piccolo, affrontiamo quotidianamente. Penso che

dei nostri ragazzi. Matteo, Brescia

nella stessa squadra e non bianchi contro neri, italiani contro africani e via dicendo, perché sennò si rischia solo di alimentare il senso di divisione. Giuseppe, La Spezia

INTEGRAZIONE SÌ, MA SIANO GLI IMMIGRATI A INTEGRARSI Ho letto con grande interesse quanto ha scritto Andrea De

Pascalis sullo scorso numero. E penso che lui abbia ragio­ ne, anche col conforto delle statistiche: l'immigrazione è un fenomeno inarrestabile e ci si deve necessariamente confrontare. Mi fa piacere

NO ALLE SFIDE NAZIONALISTICHE Questo genere di discorsi

mi sta bene e mi stanno molto a cuore l'integrazio­

vello sportivo. Marcella, Verona

98 SrTifflTìil

E UN AIUTO PER TUTTI Ecco un'occasione per il calcio di essere finalmente educativo. Il calcio è giocato da tutti: bian­ chi, neri, asiatici, cristiani, mus­ sulmani. E il calcio proprio per­ ché è trasversale può essere un efficace strumento di integrazio­ ne. Penso ai tornei per dilettanti e amatori, ma penso soprattut­

gliare la misura: evitiamo di isolare anche nello sport chi non è italiano, perciò sì ai tor­ nei amatoriali multiculturali e multietmci, ma attenzione a non trasformarli in sfide troppo

che si dica che lo sport può essere collante e strumento di integrazione, però sono convinto che siano gli immi­ grati a doversi integrare, ac­ cettando quelle che sono le nostre tradizioni, anche a li­

Sì ALLE SQUADRE MISTE

DAL CALCIO POSSONO ARRIVARE UN ESEMPIO

aspetto della vita. Giuliana, Napoli

quando bussa alla nostra porta un ragazzo africano o un suda­ mericano, noi questa porta dobbiamo spalancargliela: per aiutare lui, anche economica­ mente, ma anche perché alla fi­ ne sarà lui ad aiutare noi e i no­ stri figli che conoscendolo me­ glio, conosceranno un'altra cul­

tura e cresceranno meglio. Luigi, Milano

ALL'ORATORIO L'INTEGRAZIONE ESISTE GIÀ

I miei due figli frequentano un oratorio, soprattutto d'estate, quando le scuole sono chiuse. E

A BERGAMO UN PICCOLO MONDIALE PER BAMBINI Sono un dirigente di una picco­ la società polisportiva di un ora­ torio del centro di Bergamo (US Nosari, circa un centinaio di atleti tesserati CSI). Sul numero di Aprile sono state giustamen­ te dedicate molte pagine a ini­ ziative che coinvolgono in mo­ do attivo e attraverso lo sport, le comunità di cittadini extraco­ munitari presenti sul nostro ter­ ritorio. Ci tenevo a segnalare che quest'anno si terrà la se­ conda edizione di un torneo (chiamiamolo pure "mondiale")

tra squadre di bambini (da 9 a 11 anni) di diversa nazionalità. L'anno scorso l'iniziativa si è ri­ velata una bellissima manifesta­ zione a mio parere ricca di tutti

i significati che stanno alla base dello sport in generale e proba­ bilmente ancora più basilari per una struttura come il CSI. Slmone, Bergamo


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