Stadium n. 37/1966

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i problemi dello sport ★ 37

Stadium il Presidente Nazionale :

“i giovani sono protagonisti In pedagogia si dice che il sog­ getto dell’educazione è l’allievo non il maestro. L’educatore è colui che conduce per mano ma chi cammi­ na è il ragazzo. E’ saggio l’educato­ re che sa scomparire. Quando im­ paravo ad andare in bicicletta mio padre mi correva dietro tenendomi per il sellino: io non lo vedevo e mi sentivo padrone del mezzo che guidavo e ricordo la felicità del momento in cui mi gridò « vai: ce la fai da solo » dandomi una spinta e lanciandomi alla conqui­ sta delle strade. Non è saggio l’educatore pater­ nalista (aggettivo che ha tutt’altro significato da paterno) colui cioè che ha la verità nel taschino (o meglio presume di averla) e ri­ tiene che le scelte vere siano le sue e le impone. Il fenomeno anticonformista gio­ vanile, che è sempre stato legato a tutte le generazioni di tutti i tem­ pi e che oggi si esplica in forme strane, è una reazione a questo mo­ do di pensare. Giovani e anziani sono divisi dal diaframma dell’in­ comprensione: i primi sentono di essere i protagonisti del domani e

quindi responsabili delle scelte che fanno oggi, i secondi pensano che il mondo costruito da loro sia un modello di perfezione o quasi e quindi pretendono che la costru­ zione sia continuata. Molto bello a questo proposito il messaggio finale del Concilio che è rivolto ai giovani in termini di umiltà e di saggezza: « Siete voi (giovani del mondo intero) che vi accingete a ricevere la fiaccola dalle mani dei vostri maggiori e a vivere nel mondo nel momento delle più gigantesche tra­ sformazioni della sua storia. Siete voi che, raccogliendo il meglio del­ l’esempio e dell’insegnamento dei vostri genitori e dei vostri maestri, vi preparate a formare la società di domani: voi vi salverete o peri­ rete con Lei ». Quando noi anziani parliamo dì « piano della scuola » decidiamo il domani dei nostri figli, cosi quando parliamo di « piano per lo sport » decidiamo su una scelta dei giova­ ni, e così dicasi per altre manife­ stazioni sociali. Penso che l’incomprensione che ci divide dai giovani sarebbe in

parte risolta se noi li considerassi­ mo « protagonisti ». E’ quanto tenta di fare il CSI fa­ cendo il discorso sulla « Società Sportiva ». E’ una comunità giovanile in cui loro sono 1 principali protagonisti: gli attori sono loro, noi gli spet­ tatori. Il CSI sono loro non noi. E’ con questo atteggiamento di umiltà che noi andiamo al nostro Convegno. Il sacco della posta, con dentro le tessere sempre più numerose, che giunge ogni mattina in Presi­ denza Nazionale, mi rende trepi­ dante: questi giovani che vengono al CSI attendono da noi una ri­ sposta; non vogliono solo un cam­ po ed un pallone ma molto di più: un’interpretazione della vita che li frastorna, della società che noi grandi abbiamo costruito e che li sconvolge. Al Convegno di Rocca di Papa il CSI si ferma e ripensa alla ve­ rifica dei suoi motivi di fondo: al­ trimenti a che servirebbe mettere insieme tante squadre di calcio! ALDO NOTARIO

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il tenia del Convegno Nazionale

LA SOCIETÀ­ SPORTIVA DEI C. S. I

dal 3 al 6 novembre a Roma - Rocca di Papa

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C. S. f. PRESIOEKZA «AZJJWALc ARCHIVIO sro» J


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