Stadium n. 1/2008

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• Lo sport nella costituzione • Olimpiadi e diritti umani • Sport a Scuola • Campionati nazionali 2009

Il magazine di chi ama lo sport pulito

Fondato nel 1906 - N. 1 Ottobre 2008

DOPO PECHINO OLIMPIADI E DIRITTI UMANI GIANNI PETRUCCI IL FUTURO È NELLO SPOR T A SCUOLA

ALEX SCHWAZER

UN RAGAZZO D’ORO

LO SPOR T NELLA COSTITUZIONE: UN TRAGUARDO POSSIBILE

Due differenti d.d.l. costituzionali finalizzati ad inserire ricono scimento del ruolo educativo e sociale dello sport all'interno della Costituzione sono stati depositati in Parlamento nelle ulti me settimane. V ediamo con quali prospettive.


PAROLA DI PRESIDENTE

Massimo Achini Presidente nazionale CSI

Stadium On Line Un cuore antico in un corpo nuovo La nostra, la vostra rivista on line è un cantiere aperto, e soprattutto non è la Pravda, sigillata nella missione di diffondere una verità ufficiale: il suo progetto di far lievitare e diffondere la cultura associativa ha bisogno, per riuscire, dell'apporto di tutti coloro che sono l'associazione sul campo.

on questo primo numero di Stadium on line il Centro Sportivo Italiano riacquista la voce che l'ha accompagnato per oltre cento anni, da quando fu fondato come Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane. Una scelta, quella di dotare la neonata associazione di un organo di stampa ufficiale, che rispecchiava la duplice necessità di tenere i collegamenti tra le varie società sportive, e tra queste e il centro decisionale, e di fare circolare in ogni dove la visione dello sport cristianamente ispirato.

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La premessa è importante, perché serve a capire la scelta di oggi. Nulla è cambiato rispetto a quel doppio motivo, anzi: da poche decine le società sportive sono diventate tante migliaia, con evidente difficoltà di mantenere tra di esse efficaci linee di collegamento e scambio, mentre l'affermarsi delle comunicazioni di massa legate alle cronache dello sport tende a soffocare la voglia di approfondimento. Sono del tutto diverse, invece, le condizioni dettate dalla modernità. La carta, che tra l'altro distrugge gli alberi e viaggia a rilento, è stata soppiantata da Internet. Perché non tenerne conto, sfruttandone le potenzialità per alzare il volume e la qualità della comunicazione associativa?È nato così il progetto di Stadium on line, un involucro nuovo, fatto di bit, che racchiude un cuore antico, che batte sui ritmi di uno sport orientato ai valori etici fondanti, al rispetto della dignità della persona, alla voglia di fare educazione. Le pagine che potete leggere sul monitor sono solo un inizio, l'avvio di un programma che ha bisogno di rodaggio, uno strumento che nei prossimi mesi deve crescere insieme all'associazione. Va perciò "sfogliato" con indulgenza e amorevole attenzione, senza però mettere nel cassetto la critica costruttiva. La nostra, la vostra rivista on line è un cantiere aperto, e soprattutto non è la Pravda, sigillata nella missione di diffondere una verità ufficiale: il suo progetto di far lievitare e diffondere la cultura associativa ha bisogno, per riuscire, dell'apporto di tutti coloro che sono l'associazione sul campo. Vorremmo che si sentissero non utenti ma protagonisti di questa avventura editoriale, comunicando alla redazione idee per costruire servizi, dibattiti, rubriche. Il bello di Internet è proprio nella sua possibilità di legare con un filo diretto e immediato persone e situazioni geograficamente lontane, consentendo un dialogo in tempo reale. Approfittiamone, e avremo un CSI più ricco e moderno. 2


ANGELI & DEMONI

mons. Claudio Paganini Consulente Ecclesiastico Nazionale CSI

Cento anni dopo, tutto è ancora freschezza Proprio cento anno fa, era il 27 settembre 1908, Papa Pio X salutava i ginnasti della FASCI, presenti a Roma per il Concorso Internazionale di Ginnastica e Sport. Difficile ritenere che a qualcuno possa interessare questa ricorrenza. La FASCI non esiste più e le olimpiadi hanno assorbito ogni interesse mediatico sportivo.

onostante ciò è saggio fermarsi un attimo e riprendere quell'antico discorso del Santo Padre. Sia per ricordare che la storia è maestra di vita, ma soprattutto per constatare come i richiami della Chiesa in ambito sportivo hanno sempre avuto il valore della profezia e la tragicità del restare lettera morta.

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Ecco alcuni interessanti passaggi del discorso di Pio X. "Faccio voti perché la vostra confederazione si estenda quanto è estesa la Chiesa Cattolica, sicché tutti siano uniti in un solo spirito e in un sol cuore e in una medesima azione." La presenza dei cattolici nel movimento sportivo certamente si è molto diffusa in questi anni ed anche la chiesa non ha mancato di creare uffici per la promozione ed il coordinamento. Ciò nonostante resta uno scandalo la divi-

sione in tante associazioni che si rifanno agli stessi principi evangelici ma non sanno collaborare su progetti comuni al servizio dell'educazione delle giovani generazioni. E pensare che tantissime associazioni sono nate dopo che il Santo Padre ha auspicato "un solo spirito e in un sol cuore e in una medesima azione". Resta le speranza che l'anno paolino apra alcuni cuori e progetti. " Io vi lodo, vi ammiro e vi benedico, benedico tutti i vostri giochi ginnastici e i vostri esercizi, il podismo, l'alpinismo e altri di simile impegno …". Lode, ammirazione e benedizione (inteso come dire bene) sono gli atteggiamenti auspicati per chi, sportivo, si accosta a discipline particolarmente impegnative. Tutto il contrario di chi affronta queste discipline con la scorciatoia del doping, del sotterfugio e della violenza. "Vi raccomando dunque moderazione perché nei sollievi (dello sport) non dimentichiate i vostri studi, le vostre incombenze e i vostri lavori." Certamente lo sport prelude a forti passioni ed emozioni, ma non esclude a gerarchie di valori. Anzi, alla luce dei soliti tristi fatti di cronaca sulle trasferte degli "ultrà" è lecito chiedersi se qualcuno ha mai educato questa gente a ritenere il lavoro, lo studio e le proprie incombenze come prioritari sulle passioni sportive. La domanda potrebbe essere: ma c'è qualcuno che educa le tifoserie? Ed ancora conclude Papa Pio X: "

Mi sanguina il cuore nel vedere specialmente i giovani non solo indifferenti dinanzi alle pratiche di pietà, ma anche dimentichi dei principi naturali … .. Perché tutto questo male? Perché tutto questo disordine? Perché non si vuol tener conto della religione. Anche i pagani non sarebbero stati seguaci delle virtù naturali se non avessero seguito le pratiche della loro religione". Pratica religiosa e principi naturali. Già cento anni fa erano temi per superare l'emergenza educativa che oggi andiamo proclamando solennemente. Cento anni dopo non sembra siano cambiate molte cose. Forse un pochino peggiorate nel contesto sociale sportivo, questo si. Resta una conclusione finale: per chi lo desidera, per chi uomo di sport e di buona volontà, c'è ancora molto spazio per impegnarsi. Sia per recuperare il tempo perso, come per ricordare che ai cattolici son chiari i percorsi ed i traguardi di uno sport a dimensione umana.

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SOMMARIO

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PAROLA DI PRESIDENTE

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Stadium on line:

un ragazzo d’oro

PROTAGONISTI

Alex Schwazer:

un cuore antico in un corpo nuovo

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ANGELI E DEMONI Cento anni dopo, tutto è ancora freschezza

L’INTERVISTA A

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POLITICA SPOR TIVA

PRIMO PIANO

Olimpiadi e diritti umani

L’INTERVISTA A

don Mario Lusek

FISCALNEWS

Cinque per mille

zione: un traguardo

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Direttore responsabile Claudio Paganini claudio.paganini@csi-net.it

APPUNTAMENTO

Il CSI torna ad Assisi

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EVENTI

Il CSI vuole crescere

VITACSI

Una stagione tutta d’un fiato

Mensile del Centro Sportivo Italiano www.csi-net.it

2009: si!

Lo sport nella costitupossibile

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Gianni Petrucci

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ancora

Hanno collaborato a questo numero Felice Alborghetti, Andrea De Pascalis, Massimo Achini, Mauro Stefani, Claudio Paganini Redazione: stampa@csi-net.it Tel. 06 68404592/93 Fax 06 68802940


PRIMO PIANO

Dopo Pechino

Olimpiadi e diritti umani Al termine dei Giochi olimpici di Pechino, Amnesty International ha accusato le autorità cinesi di aver preferito badare all'immagine rispetto alla sostanza e di aver continuato a perseguitare e punire attivisti e giornalisti durante le Olimpiadi.

organizzazione ha inoltre criticato il Comitato internazionale olimpico (Cio) per aver macchiato l'eredità dei Giochi in tema di diritti umani, chiudendo un occhio sulle violazioni commesse.

Si tratta di una

"Le Olimpiadi sono state uno spettacolare evento sportivo, ma si sono svolte in un contesto di violazione dei diritti umani: agli attivisti è stato impedito di esprimere le proprie idee pacifiche e molti di essi sono stati imprigionati senza aver commesso alcun reato", ha dichiarato da Hong Kong Roseanne Rife, vicedirettrice del Programma AsiaPacifico di Amnesty International. "Le autorità cinesi e il Cio avevano l'opportunità di mostrare che il rispetto dei diritti umani fosse migliorato ma hanno ampiamente fallito: sfratti forzati, arresti di attivisti e restrizioni ai danni dei giornalisti non dovranno caratterizzare un'altra Olimpiade".

del calcio

L'

La dichiarazione di Amnesty International è giunta poco dopo quella di Jacques Rogge, presidente del Cio, che durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Pechino ha detto: "Questi sono stati Giochi davvero eccezionali". Nel corso dei Giochi olimpici, Amnesty International ha documentato una serie

proposta rivolta all’intero mondo

professionistico italiano di violazioni dei diritti umani nei confronti di attivisti pacifici e giornalisti, tra cui: • l'arresto e la condanna, anche alla "rieducazione attraverso il lavoro", di attivisti che avevano chiesto di svolgere manifestazioni nelle "zone delle proteste", istituite dal governo in alcuni parchi della capitale; • la perdurante detenzione o l'arresto arbitrario di giornalisti e attivisti che avevano cercato di denunciare le violazioni dei diritti umani in corso; • il divieto di manifestare pacificamente nelle "zone delle proteste": il 18 agosto, dopo ripetute insistenze dei giornalisti, le autorità hanno comunicato che avevano ricevuto 77 richieste di manifestazioni da parte di 149 persone ma che 74 erano state "ritirate", due "sospese"

e una "sottoposta a veto". "È davvero giunto il momento che il Cio metta in pratica i propri valori-chiave della 'dignità umana' e dei 'principi etici universali e fondamentali', facendo dei diritti umani un nuovo pilastro dei Giochi olimpici", ha affermato Rife. Amnesty International chiede al Cio di imparare la lezione di Pechino, includendo chiari e misurabili indicatori dell'impatto sui diritti umani in tutte le future valutazioni di candidature all'assegnazione delle Olimpiadi e nei contratti con le città ospitanti. Amnesty International ha riconosciuto che le autorità hanno preso alcuni provvedimenti positivi, come lo sblocco di alcuni siti internazionali (tra cui lo stesso www.amnesty.org ) in risposta alle forti proteste dell'opinione pubblica espresse dai giornalisti a Pechino prima dell'inizio dei Giochi. Tuttavia, l'organizzazione per i diritti umani sollecita il governo cinese a estendere completamente il libero accesso a Internet e a rendere permanenti le regole temporanee introdotte in favore dei giornalisti stranieri in Cina alla vigilia delle Olimpiadi, assicurando che siano applicate davvero e in modo uniforme. 5


ATLETICA

ALEX SCHWAZER

Alex Schwazer: Un ragazzo d'oro PROTAGONISTI

Alex Schwazer, oro olimpico a Pechino nella 50 km di marcia racconta a Stadium di aver mosso i primi passi nel Csi, della sua fede, e del suo amore per l'atletica, la famiglia e… il nonno scomparso cui ha dedicato la medaglia. Ma quale extraterrestre… di Felice Alborghetti L'oro di Pechino, il record olimpico e tutto ciò che hai vissuto nell'agosto scorso sono un bel tatuaggio nella tua storia, meglio leggenda. Cosa scriverai adesso sul tuo sito personale? Pechino e le emozioni che sono legate al ricordo di questa città rimarranno per sempre dentro il mio cuore, un segno indelebile che niente e nessuno potrà mai cancellare. Ma sul mio corpo c'è posto anche per altri "tatuaggi"…spero che le recenti Olimpiadi siano solo l'inizio di una bellissima storia. Passo dopo passo, metafore a parte, nel tuo sport si costruiscono le vittorie. Ma il successo e la gloria sono più lunghi di 50 km? Quante ore ti alleni? Quanta strada hai dovuto percorrere? L'oro di Pechino è figlio di un anno intero di lavoro. La gara si vince o si perde durante l'anno, in base a come la prepari, non durante gli ultimi 50 km. Io mi alleno 6/7 ore al giorno e in vista delle Olimpiadi ho percorso 8.000 Km. Praticamente è come se fossi andato a piedi fino a Pechino a prendermi la medaglia... per poi tornare in aereo però! Quali sport hai praticato nel tuo crescere? Quali e cosa è stato a farti decidere alla fine per la marcia? Avevi delle per-

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plessità su questa disciplina? Come tutti i ragazzi dell'Alto Adige ho praticato lo sci alpino, poi ho cominciato a giocare a hockey su ghiaccio da attaccante, arrivando anche alla nazionale under 16. L'atletica l'ho scoperta a 15 anni come mezzofondista, poi sono passato alla marcia ma ho avuto una crisi di rigetto e mi sono dedicato al ciclismo, prima mountain bike e poi su strada. Ma alla fine ho capito che "camminare" anzi marciare per le mie bellissime terre era una delle cose che più mi rendevano felice e appagato! E a quanto pare ho fatto la scelta giusta… Nella tua specialità oltre la tecnica conta molto il controllo la gestione dell'io e della propria persona. Che messaggio puoi dare ai tanti ragazzi squilibrati che magari non praticano alcuno sport? Io dico solo che non riuscirei a vivere senza lo sport. Lo sport è prima di tutto una palestra di vita, è un mondo che rispecchia in tante cose la vita di tutti i giorni. I valori che si acquisiscono praticando con impegno e dedizione una disciplina sportiva sono gli stessi che poi ti fanno raggiungere traguardi importanti nella vita, nella scuola e nel lavoro.

Tanta passione, tanto lavoro, determinazione, tenacia, e un pizzico di fortuna, mescolate bene e il sudore si trasforma in oro Cosa ricordi dell'Olimpiade, oltre alle tue gare? Quale altro oro o quale altre gara ti ha più impressionato? Dell'Olimpiade probabilmente avete visto più voi da casa perché io ero molto preso dalla mia preparazione e non seguivo tantissimo le altre discipline. Ho visto i strepitosi risultati ottenuti da Phelps e Bolt che mi hanno impressionato e poi mi ha piacevolmente sorpreso il bronzo della mia collega Elisa Rigaudo. Il sudore in oro. Come lo si trasforma? Non c'è una formula chimica…sarebbe troppo facile! Tanta passione, tanto


Il Presidente della Repubblica mi ha ringraziato a nome dell'Italia. Lì mi sono sentito davvero importante per il mio Paese.

lavoro, determinazione, tenacia, e un pizzico di fortuna, mescolate bene e il sudore si trasforma in oro… Un atleta così determinato come tu appari, in che modo accetta il momento della sconfitta o del ritiro? Non si può certo mica sempre vincere? Nello sport come nella vita bisogna essere equilibrati, non esaltarsi troppo dopo una vittoria e non abbattersi dopo una sconfitta. Io penso che nella sconfitta si possa crescere, perché si analizza con più attenzione gara ed errori, per migliorarsi. Quindi vincere è bello ma la sconfitta va accettata e sfruttata per crescere e diventare ancora più forti. Io cerco sempre di dare il massimo, se c'è qualcuno che va più forte di me gli stringo la mano e gli faccio i complimenti. Quanto conta per te la fede? Ci sono momenti in cui ti aiuta? Io sono credente. Sono convinto che dietro ai miei successi, oltre al tanto allenamento, c'è sicuramente qualcuno o qualcosa che mi vuole bene e che nei momenti difficili mi dà la forza per non mollare e la serenità per essere felice. Il ricordo del tuo nonno lo hai mostrato con il bacio al lutto che portavi nella gara iridata. Quanto è importante per te

la tua famiglia? Importantissima. Io sono molto legato alle mie origini e alla mia famiglia. Ho sofferto molto per la scomparsa del nonno e sono sicuro che da lassù mi è stato vicino per tutti i 50 Km. E' per questo che dedico a lui la vittoria. Segui poco il calcio, niente tv, 28 battiti al minuto a riposo: sei proprio un extraterrestre? No, sono un marciatore bradicardico. Non provengo da un altro pianeta, sono un terrestre che ha le sue passioni e le sue abitudini che possono anche non coincidere con quelle della maggioranza. Ognuno è fatto a modo suo e io sono contento di quello che sono. Quanto incide il riposo atletico nella tua preparazione e quale è il tuo allenamento in vista di un evento importante? L'allenamento prevede momenti di carico e di scarico. Anche il riposo è importante, il corpo non è una macchina e va rispettato perché altrimenti si "rompe". Quando si è lontani dall'evento si carica di più facendo allenamenti più intensi per mettere benzina nei muscoli, quando ci si avvicina alla gara bisogna mantenere lo stato di forma raggiunto calibrando il dispendio di energie e portan-

do la muscolatura alle condizioni ottimali per il momento della gara. Conosci il CSI? Ricordi qualche gara di questo ente cui hai partecipato? Conosco il CSI, vi ho gareggiato e mosso i primi passi. Non cito una gara in particolare perché tutte mi ricordano qualcosa. Quali i tuoi prossimi obiettivi... Prima cosa riposare, poi Berlino 2009. Ci tengo a riconfermarmi ai Mondiali. Ci proverò anche se non sarà così semplice. Le emozioni provate a colloquio con il presidente Napolitano. E' stato emozionante. Mi ha ringraziato a nome dell'Italia e lì un atleta si sente davvero importante per il proprio Paese. Non ti senti più il solo ad aver vinto ma è la nazione che rappresenti ad aver ottenuto la vittoria. Infine lancia uno spot in favore dell'atletica per tutti i nostri lettori L'atletica è lo sport con la S maiuscola, è quella che ti permette di sfidare e superare il limite umano, di resistenza, di velocità, di salto. E' una sfida prima di tutto con se stessi e in questo stà la bellezza dell'atletica.

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MONDO SPORT

RISPONDE GIANNI PETRUCCI

Il futuro è nello sport a scuola PROTAGONISTI

Intervista a tutto campo su problemi e prospettive dello sport italiano con il presidente del Coni.

di Felice Alborghetti

Presidente, da Pechino si torna con medaglie e con una profonda crisi degli sport di squadra. Con l'aggravante che i nostri giovani al vertice non trovano sbocchi, come testimoniano lo scudetto di Siena, conquistato senza quasi un italiano sul parquet, o il tricolore dell'Internazionale… di nome e di fatto. Che fare? La mancanza dei risultati degli sport di squadra deriva da molti aspetti. Bisogna dire che sono migliorate le altre nazioni, ma anche che il problema dei troppi stranieri ci sta toccando. Non posso dire che un risultato negativo dipende solo da questo, ma certamente, analizzando le ultime qualificazioni agli europei di basket, dove nel quintetto azzurro giocavano ragazzi con poco minutaggio in campionato, viene da pensare… Lei appoggia dunque la proposta antiBosman di Blatter? Il fatto che noi crediamo in questa politica della specificità dello sport, che non è una definizione di principio fine sa se stessa, ma che si sta tramandando da 8

molti governi attraverso i diversi presidenti, fa ben sperare. Io credo che riguardo al calcio, la posizione di Blatter (debb ono poter scendere in campo, almeno cinque giocatori su undici, potenzialmente utilizzabili dalle nazionali del paese in cui si disputa il campionato ndr) sia una posizione giusta pur sapendo che oggi le regole europee non la permettono, ma si deve lottare, anche a costo di prendere porte in faccia. Non si può dire che il commercio o l'industria sia come un'attività sportiva professionistica. Esiste invece una specificità dello sport, e ci faremo sentire e valere nel nostro diritto. Oppure si deve dire che le Nazionali dei singoli paesi non sono più competitive e comporre magari una Nazionale europea ed un'altra degli altri continenti. Dobbiamo avere fiducia, credo che i risultati ci daranno ragione. A proposito di Nazionali, quella del Vaticano come la giudicherebbe? L'ho detto subito, sono sempre stato favorevole. Sin dal primo incontro che ho

"La realtà ci dice che se non si potenzia l'attività sportiva scolastica, dagli istituti primari, alle università e ai college, lo sport italiano potrà mantenere questo livello internazionale, ma non migliorarlo"


avuto con il Cardinale Bertone l'ho affermato . Mi auguro che ci sia. Non è facile, ma coltivare questo sogno non è affatto impossibile. Dai dati Istat risulta che sotto i 16 anni un italiano su due pratica sport. Giriamo il bicchiere da mezzo pieno a mezzo vuoto: dove lo sport deve lavorare per conquistare anche l'altro giovane? "Deve lavorare nella scuola. L'ho ricordato a Berlusconi e a Napolitano nei recenti incontri avuti. Lo sport azzurro ha fatto tanti risultati in varie discipline, a differenza di altre nazioni che magari ci precedono nel medagliere olimpico ma che hanno conquistato anche otto medaglie nel solo ciclismo su pista . La realtà ci dice che se non si potenzia l'attività sportiva scolastica, dagli istituti primari, alle università e ai college, lo sport italiano potrà sì mantenere questo livello internazionale, ma non migliorarlo. Non bastano i soldi". A che punto sono i GDG? Il progetto Giochi della Gioventù sta

andando avanti, ha già trovato consensi da parte della nostra periferia. Possiamo concordare il progetto con il Ministero della Pubblica Istruzione ed incrementarlo anche con i Giochi Sportivi Studenteschi. Occorre però incontrarsi con la Pubblica Istruzione. So che in questo momento hanno molti problemi da risolvere, per cui lo sport non è al primo posto, però penso che se si facesse sport tanti problemi in futuro verrebbero meno. Torniamo al sedicenne e parliamo di abbandono precoce nello sport. Cosa pensa a riguardo il Coni? E' un problema serio, che è sempre esistito. Anche quando ero fanciullo io . Nella pallacanestro si chiamava "operazione passerella", si lasciava dopo una certa età. Capita più diffusamente nello sport al femminile, anche se poi le donne in questi anni hanno dimostrato di sapersi affermare ai vertici dello sport. Però è un problema che ci preoccupa perché accade in ogni sport. Credo che ogni federazione debba analizzarlo con la lente d'ingrandimento, perché ogni singola disciplina nasconde una peculiarità differente Lo sport può entrare nella Costituzione. Quale la sua opinione? Ovviamente favorevole. Se dovesse passare sarei molto contento. Ci sono varie indicazioni sul banco, bipartisan. Ricordo che la prima proposta concreta di inserire lo sport nella Costituzione fu fatta da Gianfranco Fini. Le ombre cinesi a Pechino si sono dileguate in un battibaleno, a quanto abbiamo visto. Vero o no? Vero. Proprio così. Gli atleti sono stati liberi di esprimersi, non c'è stata nessuna sensazione né segno tangibile di

restrizione, anche perché i Giochi si sono svolti davvero in un clima di grande serenità Il debutto dell'azzurro don Lusek, come è andato? Tra i migliori. È stato bravo, gli ho fatto i complimenti. Non era facile sostituire don Carlo Mazza, dopo tanti anni. Don Mario é davvero una bella persona Sulla detassazione dei premi olimpici, che dice? Non sono favorevole, tutti debbono pagare le tasse, tutti devono osservare le leggi che esistono. Poi, se viene approvata una norma diversa, è indubbio che l'accetterei. Ma non sarà certo il Coni a chiederla. Gli atleti, prima di Pechino, sapevano che questi erano i premi ed essendo i premi più alti di tutto il mondo, credo pagheranno regolarmente la loro quota di tasse. Il Csi come il Coni riparte per una nuova stagione. Che messaggio vuole lanciare da Stadium? Anzitutto, un grande saluto alla nuova presidenza del CSI, alla partenza di questa nuova stagione. Io sono nato nel campionato del CSI, dove giocavo a calcio e pallacanestro, quindi mi lega al CSI un particolare affetto. E' un ente serio, concreto, con un gran passato e con dei numeri veri. Unisce l'etica all'attività sportiva. Perciò auguro al Csi tante soddisfazioni sportive, rispettando le regole, perché esiste il diritto alla cultura della sconfitta. So della campagna lanciata dal presidente Achini del 10% in più nei tesserati in un anno. Anche noi la appoggiamo. Siamo vicini a questa iniziativa perché dieci per cento in più nel Csi equivale ad un incremento di tutto lo sport italiano. 9


POLITICA SPOR TIVA

di Andrea De Pascalis

Lo sport nella costituzione: un traguardo possibile Due differenti d.d.l. costituzionali finalizzati ad inserire riconoscimento del ruolo educativo e sociale dello sport all'interno della Costituzione sono stati depositati in Parlamento nelle ultime settimane. Vediamo con quali prospettive.

a tutela dello sport nella Costituzione? È un'ipotesi credibile dopo la presentazione di due proposte di modica costituzionale a firma rispettivamente dell'on. Manuela Di Centa, del centrodestra, e dell'on. Donato Mosella, del centrosinistra. Proprio la doppia matrice potrebbe spianare la via ad una riunificazione dei due d.d.l. in un unico testo, con un possibile sostegno da parte dell'intero arco parlamentare, tanto più che così facendo si verrebbe a colmare una lacuna nazionale: dal 2004 riconoscimento e tutela dello sport sono entrati a far parte della Costituzione europea (art. III-282) ma non sono ancora presenti nella Costituzione italiana. Entrambe le proposte presentate prevedono di inserire nell'art. 33 della Costituzione, dopo l'ultimo comma, un ulteriore breve comma relativo alla funzione dello sport e alla sua tutela. Queste le due formulazioni: "La Repubblica promuove e valorizza lo sport in tutte le sue manifestazioni, tenendo conto delle varie discipline, delle strutture in cui si articola e in particolare di quelle fondate sul volontariato, nella sua funzione civile, sociale, educativa e di tutela della salute" (proposta Di Centa). "La Repubblica riconosce nell'attività sportiva uno strumento primario di educazione, di tutela della salute, di aggre-

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Dal 2004 riconoscimento e tutela dello sport sono entrati a far parte della Costituzione europea, ma non sono ancora presenti nella Costituzione italiana gazione e di integrazione sociale. Pertanto ne incoraggia la diffusione, in ogni forma, tra tutti gli individui, nel rispetto delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno" (proposta Mosella). Nell'uno e nell'altro caso l'obiettivo è più ambizioso di un semplice riconoscimento di principio. Spiega l'on. Di Centa: "Già nella commissione Cultura ho fatto presente l' importanza che la Costituzione riconosca il ruolo dello sport. Lo sport è uno strumento di integrazione tra i popoli, di dialogo, quindi di pace…Il riconoscimento nella Costituzione comporta anche un riconoscimento operativo della funzione,

che non è solo sportiva- agonistica ma è anche sociale ed educativa. Questa aggiunta, che riconosce allo sport "la funzione civile, sociale educativa e di tutela della salute", fatalmente, comporterà nell' era del doping, un'attenzione a tutte le problematiche del fair play e della salute sportiva". Per l'on. Mosella il nuovo dettato costituzionale sarebbe la premessa per avviare il ricnoscimento dello sport per tutti: "La domanda di sport è cambiata. Accanto allo sport orientato alla prestazione, ha preso forza e si è affermato lo sport per tutti, inteso come sport accessibile a tutte e a tutti, a misura dei bisogni di ogni individuo. Riconoscere questa molteplicità di forme sportive nella loro pari dignità costituisce un passaggio importante per tutelare la funzione sociale dello sport. La mia proposta intende precisare le principali e più urgenti funzioni sociali dello sport; mette su un piano paritario, quanto al profilo di utilità sociale, le diverse forme di sport; sottolinea il principio che lo sport è di tutti gli individui e, nel rispetto delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno, deve essere a misura di ogni persona e non escludere nessuno; assegna, infine, allo Stato il compito di incoraggiare ogni forma di sport come mezzo per promuovere il benessere fisico e psichico dei cittadini".


VITA CSI

Una stagione tutta d'un fiato Finali nazionali 2009: apertura alla metà di marzo, con il Gran Premio di Sci, chiusura ai primi di settembre con l'atletica leggera. Nel mezzo altri undici grandi eventi per dare conclusione a Campionati e Gran premi. efinito il calendario degli eventi sportivi nazionali 2009 del CSI. Punte di diamante dell'attività saranno, come sempre, le finali nazionali di Gran Premi e Campionati, che nelle discipline fondamentali sigilleranno i circuiti delle decine di migliaia di gare e tornei che si stanno mettendo in movimento in queste settimane, e di qui a primavera si snoderanno dalle fasi locali a quelle provinciali e regionali, per approdare appunto alle gare deputate ad assegnare i titoli tricolore. Capofila degli appuntamenti nazionali due appuntamenti di marzo, in Veneto: il Gran Premio di sci, a metà mese, e a

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seguire il Gran Premio di corsa campestre. Dopo Pasqua toccherà quindi alle racchette del tennistavolo. Finali di Gran Premi e Campionati riguarderanno anche le arti marziali (judo e karate) in maggio, poi a giugno nuoto e ginnastica, ciclismo e mountain bike; infine atletica leggera, attività under 14 e sport di squadra (calcio, basket, pallavolo). Altri appuntamenti di rilievo riguarderanno le "attività a progetto". L'obiettivo, come sempre, è cercare di migliorare i numeri della stagione precedente. Traguardo non facile, visto che il CSI, nel consuntivo del 2007-2008, appena stilato, ha fatto registrare già

numeri record, con 757.734 tesserati e 12.237 società sportive. Proprio l'aumento del numero delle società sportive, nell'ordine del 5-10%, costituisce il target primario della nuova presidenza guidata da Massimo Achini. Un obiettivo di carattere strategico, poiché la società sportiva è l'elemento chiave del progetto culturale e sportivo del CSI, il luogo in cui esso si concretizza. Un'ulteriore disseminazione di società sportive sul territorio costituisce dunque il lasciapassare più valido per fare arrivare e far crescere lo sport educativo lì dove è necessario.

CAMPIONATI E GRAN PREMI NAZIONALI 2009 Alleghe

12/15 Marzo 2009

11° Gran Premio Nazionale di Sci

Padova

27/29 Marzo 2009

12° Gran Premio Nazionale di Corsa Campestre

Lignano Sabbiadoro

16/19 Aprile 2009

9° Gran Premio Nazionale di Tennistavolo

Chianciano Terme

1/3 Maggio 2009

Stage Nazionale Arbitri

Lignano Sabbiadoro

15/17 Maggio 2009

Lignano Sabbiadoro

4/7 Giugno 2009

Finali Campionati Nazionali Under 14

6/7 Giugno 2009

Gran Premio Nazionale di Ciclismo e Mountain Bike

Lignano Sabbiadoro

11/14 Giugno 2009

7° Gran Premio Nazionale di Judo e Karate

7° Gran Premio Nazionale di Nuoto 7° Gran Premio Nazionale di Ginnastica Artistica 4° Gran Premio Nazionale di Ginnastica Ritmica

Lignano Sabbiadoro

21/28 Giugno 2009

Finali Campionati Nazionali Sport di Squadra Allievi - Juniores

Chianciano Terme

1/5 Luglio 2009

Finali Campionati Nazionali Sport di Squadra Top Junior - Open

Calstenovo ne' Monti

3/6 Settembre 2009

12° Gran Premio Nazionale di Atletica Leggera


MONDO SPORT

L'azzurro Lusek confessa a Stadium le sue giornate pechinesi.

PROTAGONISTI

Le medaglie di don Mario Di ritorno dalla sua prima esperienza olimpica il cappellano del Team Italia in Cina, racconta aneddoti, episodi ed emozioni a cinque cerchi.

di Felice Alborghetti Don Mario quanta emozione ha avuto al suo "battesimo" azzurro? Grandissima. In particolare i giorni trascorsi nel Villaggio olimpico, una vera oasi, dove eravamo prigionieri della nostra libertà. Con i tanti varchi ed i controlli della sicurezza poteva infatti sembrare un campo chiuso, invece il Villaggio era l'icona tangibile del vero 12

spirito olimpico: la convivialità, la reciprocità l'incontro tra differenze di razza, di cultura,di religione. Una gioventù bella. Si respirava sempre questa diversità culturale ed esperienziale: tutto si armonizzava con lo spazio, i luoghi, le persone favorendo i rapporti interpersonali. Lì scomparivano i divi, i campioni. C'era la persona, l'uomo e quindi si

manifestava la spontaneità tipica della Vita di quartiere Come era il Villaggio? Conteneva 17000 abitanti, a piedi si percorreva facilmente; c'erano case, palazzine di circa nove piani - tre o quattro per contingente - con una grande cura del verde, degli spazi comuni. Ricordo la mensa soprattutto, luogo


della convivialità diffusa, della fraternità amicale. Nessun super-uomo, si viveva alla pari sia chi era atleta sia chi era li per altri motivi, come me, prete o come i tanti volontari cinesi intenti a svolgere servizi di accoglienza. Più fratellanza che business insomma in questa Olimpiade? Non c'è dubbio che intorno all'Olimpiade ruotino interessi consolidati, e diffusi, ma questa è risultata un'esperienza di grande spessore umano, specie per come è stata vissuta dalla popolazione di Pechino che vi si è identificata totalmente con l'evento e ha sperimentato un incontro di rottura, rispetto alla distanza dal resto del mondo. Gli abitanti erano tutti coinvolti emotivamente e ciò testimonia che lo spirito olimpico di fratellanza esiste ancora. Anche se dietro le quinte si sono manifestate attività dell'uomo contrassegnate da ambiguità e disvalori. La giornata tipo del cappellano azzurro, quale era? Per me il Villaggio era una grande parrocchia, e quindi come in ogni parrocchia la giornata era in altalena tra routine ed incontri forti. Incontravi la perso-

na motivata che ricercava l'incontro con il sacerdote, e quella che pur non cercandomi non era però indifferente alla mia figura, anzi ne coglieva alcuni segni significativi: ascolto, dialogo, celebrare insieme, festa, condivisione di emozioni. Lì la mobilità era continua, con gare a ripetizione, e quindi le celebrazioni e la mia presenza andavano incastontate tra gli allenamenti, le gare,i pasti, i momenti ufficiali. Ci incontravamo negli ascensori, a prendere l'autobus, in fila alla mensa.Ho seguito i ragazzi anche in gara Hai dunque frequentato i palazzetti?

"Mi è dispiaciuto per Cassina ed Howe, ho gioito per la Vezzali ed ho apprezzato le tante testimonianze di fede manifestate dagli atleti nel corso dei Giochi

Accipicchia! Non potevo mica aspettareil ritorno del guerriero…Ho seguitomaggiormente nuoto, scherma, ginnastica,atletica, gli stadi cioè più vicini.Sono poi andato a far visita agli atletilontani dal Villaggio 30-40 km, specialmentei canottieri e i canoisti. Con loroho celebrato messe particolari, tuttemolto partecipate. Allora, senza medaglie, vogliamo comporre un podio dei migliori chierichetti? Antonio Rossi, l'alfiere olimpico è un chierichetto modello, una persona molto motivata dal punto di vista religioso, d'una religiosità pulita, semplice e immediata, percepibile nei suoi gesti. Leggeva le letture, ha partecipato; ci ha accolto, ci ha invitato a celebrare. La Messa più particolare? Proprio quella con i canoisti e i canottieri è stata la più toccante, perché avvenuta all'interno in una stanza d'albergo, piena di ragazzi, in cui con una familiarità immediata, coinvolgente, si percepiva all'istante il senso dell'Eucaristia, il rendimento di grazie. Le altre Messe? All'interno del Villaggio c'era il Centro Multireligioso, ma era molto periferico,

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MONDO SPORT

PROTAGONISTI

distante dalle palazzine dove risiedevamo noi azzurri. Allora abbiamo preferito celebrare all'interno dei nostri luoghi, dove c'era maggior transito e possibilità di aggregazione. Eravamo al piano terra della palazzina 1 (delle tre italiane) dove c'era il centro di aggregazione, essendoci le postazioni video per seguire le tante gare in contemporanea. Celebravo solo nei giorni festivi, era la regola imposta, di cui non volevo abusare, ed i dirigenti del Comitato olimpico, Petrucci e Pagnozzi in primis, sono sempre venuti. Poi partecipavano anche molti dei volontari cinesi, alla fine riaffermando la loro fede cattolica. Non capivano nulla d'italiano ma percepivano il mistero. Mi hanno colpito di questi volontari che parlavano con fatica l'italiano, la ricerca religiosa forte non generica, e il desiderio di Cristianesimo e di Cattolicesimo in particolare. Ragazzi affascinati dal Papa, che leggono la Bibbia, vogliono approfondirla. Svanite le ombre cinesi? Devo dire che non mi hanno perquisito nulla. Ho portato molti opuscoli dall'Italia. Se avessi portato più Bibbie non sarebbe successo nulla, anzi. Al Centro multireligioso venivano distribuite, su accordo con il Comitato olimpico cinese, copie del Vangelo tradotte in inglese ed in cinese. Abbiamo anche diffuso all'interno del Villaggio del materiale di fraternità e di amicizia, prodotto dalla diocesi di Macerata, inerente Matteo Ricci, il missionario italiano, nei cui confronti la Cina ha un debito incredibile. I cinesi prestano grande attenzione alla vita e all'opera di questo gesuita. I depliant sono stati accolti con favore anche da tutte le componenti anche della cosiddetta "chiesa patriottica". Una religiosità diffusa anche in gara, a quanto abbiamo visto… La testimonianza religiosa è stata un fenomeno diffusissimo anche tra gli atleti in gara e mai in maniera scaramantica, come si evinceva dai gesti che facevano. Penso al keniano Samuel Wanjiru, vincitore della maratona, in ginocchio al traguardo a pregare e ringraziare. C'è un vissuto interiore forte che non è scaramantico ma è dettato da una gratitudine e da una richiesta di accompagnamento e di protezione tangibile. Poi la nostra Giulia Quintavalle 14

"Mi è dispiaciuto per Cassina ed Howe, ho gioito per la Vezzali ed ho apprezzato le tante testimonianze di fede manifestate dagli atleti nel corso dei Giochi" che a venti secondi dall'oro, in una pausa di azione sul tatami si fa la croce: è una ragazza di una dolcezza incredibile, di una umiltà unica. Anche i giornalisti presenti hanno colto questi aspetti religiosi, così profondi e non banali. Il mio ricordo va ai tanti atleti prima sconosciuti che a Pechino hanno espresso il meglio di sé ponendosi come modelli di umanità, come persone capaci di trasmettere non solo la gioia per una vittoria, ma anche i valori che le stanno dietro, come la fatica, il sudore l'impegno. Una bella gioventù. Quale il confessionale più intenso? Ovviamente per il segreto sacramentale non vi faccio i nomi. Ma ho trovato genericamente in tutti un approccio rivolto molto alla ricerca di sé. Questi giovani atleti hanno tensioni molto forti, persino pensieri di abbandono e rinuncia non solo all'avventura olimpica e sportiva per una serie di vicende. Collego tutto al bisogno di trovare un senso al loro essere atleti, all'essere giovani con la prospettiva di successo alle porte. Qualche altro aneddoto? Parlavo con Valentina Vezzali, la mattina prima che vincesse la sua medaglia d'oro, mi sembrava andasse quasi alla ricerca di una traccia divina nella sua dimensione corporea. Era nervosissima, perché aveva tutti i fari puntati su di sé. Alla fine nello sciogliersi, ha voluto ringraziare i suoi due padri, il papà ed il Signore, quindi i due legami affettivi ed i valori più vivi dentro di lei. Torniamo al podio dell'altare. Dunque Rossi, Quintavalle e poi? Giovanni Pellielo, non si può non mettere. E'un uomo di una religiosità autenti-

ca e profonda, connaturata al suo essere. E' dentro di sé, è patrimonio genetico della sua vita, per lui è naturale essere credente. Il campione del tiro a volo è davvero un testimone capace di trasmettere con i suoi modi, con il suo porsi, valori altissimi. Sui calciatori? Ho parlato solo con Rocchi, che si era infortunato, un breve incontro di cordialità, di stimolo a superare quei momenti di sofferenza. E dei pugili? Eravamo fianco a fianco. Simpatici e giocherelloni. Facevano spesso allenamenti in mezzo al villaggio, all'aperto, per molti divenivano luoghi di incontri, appuntamenti da non mancare, così divertenti. Tutti simpatici, specialmente l'allenatore Damiani, una persona carismatica, un padre, un trascinatore, una persona di grande umanità coinvolgente che riesce a farti ammirare uno sport che sembra violento ma che possiede una naturalezza, una spontaneità. Quella semplicità che fa bellezza anche al modo di boxare. Il dispiacere più grande ? Per Igor Cassina, un ragazzo squisito. Sono andato a vederlo e posso dire che ha avuto sfortuna. Mi piace la ginnastica perché lega benissimo l'armonia, la forza e la bellezza. Poi mi dispiace anche per le sue colleghe della ritmica, trattate maluccio. Ma si deve perdonare tutto, anche ai giudici che a volte sbagliano, come nel loro caso. E i più delusi a fine gara? Due marchigiani, miei conterranei, la mia Clarissa Claretti e Filippo Magnini. Lei sperava di più e si è sentita di aver tradito le attese, forse per la tensione troppo forte. E poi Andrew Howe, anche per lui la tensione dell'attenzione altrui é stata superiore. Il passaggio di testimone con don Carlo Mazza. Vi siete mai sentiti? Ci siamo sentiti prima di partire. Mi dede un consiglio: il significato del cappellano è nell'esserci. Ed io ho svolto il mio ruolo, cercando di essere una presenza amica, che non voleva sconfinare nel campo di nessuno, che non voleva farsi protagonista ma che rappresentava la presenza e la certezza della Chiesa. Farsi amico, stando al proprio posto.


"Il mio podio per i chierichetti? Antonio Rossi, Giulia Quintavalle e Giovanni Pellielo"

Paralimpiadi a settembre. Diversamente abili e diversamente trattati. Perché non un cappellano a Pechino anche per loro? Al ritorno ci siamo fatti questa domanda con mons. Betori. È stata la mia prima considerazione del post Olimpiadi. È certamente un discorso da avviare, un'occasione per farlo, non c'era tradizione nell'ufficio Cei a riguardo. Va affrontato. Abbiamo un bel sogno con l'Unitalsi della mia terra e speriamo che

vada in porto un progetto speciale. Sono veramente dispiaciuto, ma non abbiamo affrontato con determinazione la questione. Ci si deve lavorare. È un mondo di grandi valori. I ragazzi con diverse abilità hanno un vissuto umano ricchissimo. Trasmettono forza, volontà, coraggio, altruismo, generosità, valori che un normodotato non riesce spesso a dare. Londra 2012 : troppo presto per vedere

sfilare la bandiera del Vaticano alle Olimpiadi? Il Vaticano negli organismi internazionali è sempre osservatore. E' presente con la sua forza morale, etica e di spiritualità. Sfilare no, ma partecipare sì. In fondo la cerimonia di apertura, a guardare bene è di una ritualità sconvolgente. C'è un rischio che lo stesso olimpismo si trasformi in una specie di religione laica, con i suoi riti con le sue divinità e ritualità. Non vedrei male un segno ecumenico interreligioso all'interno delle Olimpiadi. Ci sono tante cerimonie di accoglienza e di apertura che si fanno alle Olimpiadi, ma forse manca un occasione in cui le religioni possano esprimere la presenza e la loro vicinanza. Cosa resta di un'Olimpiade? Chiudo con la cerimonia di apertura. Ero alla sfilata. Emozione indicibile. L'Italia è stata travolta da un'ovazione fragorosa entrando nello stadio. Coinvolgente. La bellezza ti trascinava in una dimensione alta. Mi ha colpito il larvato riferimento che il presidente cinese ha fatto ai valori della trascendenza. Ho trovato nella cerimonia una dimensione culturale molto vicina al nostro sentire, la ricchezza di un'identità, di una storia e di una tradizione che non è ostile alla fede. Anzi. La cultura cinese è impregnata di religiosità e credo che questa tensione che hanno verso il Cristianesimo sia frutto di questa sensibilità interiore che si portano dentro. D'altronde il Confucianesimo, che è molto diffuso, è una religione senza Dio e questo Dio va indicato e va incontrato. Credo anche che la strada dell'evangelizzazione passi soprattutto attraverso la comprensione e l'incontro con la cultura tradizionale cinese. 15


FISCALNEWS

di Francesco Tramaglino Confermato l'accesso alle ASD tra nuovi dubbi e antiche incertezze.

Cinque per mille 2009: sì! Sono trascorsi appena 6 mesi dalla procedura di iscrizione nelle liste del 2008 (redditi 2007) e ancor di meno dalla riammissione, in via retroattiva, delle ASD alle precedenti edizioni 2007 e 2006 ma il cinque per mille continua ancora a far parlare di sé, soprattutto in quel mondo dello sport dilettantistico che in un primo momento ne era stato tagliato fuori e che adesso ne è divenuto, almeno numericamente, il maggior fruitore. a prima novità è senz'altro positiva: anche per il 2009 ci sarà il cinque per mille e anche per l'anno a venire sarà data possibilità alle ASD di partecipare alla procedura di riparto. Lo stabilisce l'art. 63 bis della legge 133 del 2008 e si tratta, per il mondo del privato sociale di una vittoria non banale né trascurabile poiché di norma, in tempi di ristrettezze, il terzo settore è il primo comparto a farne le spese nei capitoli dei bilanci pubblici. Se per un verso occorre riconoscere che il Governo ha dimostrato rinnovata sensibilità nei confronti dei sodalizi sportivi e del non profit in generale dall'altro aggiungere qualche buco alla cintura sarà necessario ed inevitabile.

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La via che si è privilegiata è la più equa e coerente: smetterla con la retorica del "tutto a tutti" riservando le risorse solo alle associazioni che rispondono ad adeguati parametri di meritorietà e forniscono garanzie di un uso corretto dei finanziamenti. Pertanto il 5 per mille destinato alle ASD sarà concesso previa adozione di un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze che prevederà particolari modalità di accesso al contributo, di controllo e di rendicontazione, nonche' la limitazione dell'incentivo nei confronti delle sole associazioni sportive che 16

svolgono una rilevante attività di interesse sociale. Due gli elementi di rilievo: innanzitutto le modalità di controllo e rendicontazione che - immagino - ripercorreranno quelle già prescritte per le associazioni che effettuano raccolte fondi o godono della tassazioni dei due eventi annuali a carattere commerciale (legge 133/1999) e per le quali è prescritta la redazione di specifici bilanci separati entro il 30 aprile dell'anno successivo. Altro aspetto riguarda la limitazione del beneficio alle sole ASD che svolgono una rilevante attività sociale: una demarcazione che se da un lato assolve la funzione di indirizzare - come detto - le risorse a chi meglio sa usarle nell'interesse generale, lascia piuttosto perplessi sulle modalità con cui l'amministrazione dovrebbe tracciare il discrimine tra socialmente utile o meno. Perplessità a parte occorrerà attendere la pubblicazione del decreto ministeriale per comprendere termini e requisiti dei soggetti che potranno farsi avanti e chiedere il 5 per mille ai contribuenti italiani. La vicenda mi fornisce l'abbrivio, tuttavia, per una duplice riflessione sul mondo delle associazioni sportive e sulla netta virata che i governi - di centrodestra come di centrosinistra -

hanno da tempo imposto a un comparto che per sua natura aspira certo al vigore fisico e alla sana attività del corpo più che alle rugginose disquisizioni di segno amministrativo. La prima è che benefici fiscali e contributi in conto attività costituiscono la linfa necessaria per attività come quelle sportive che altrimenti non potrebbero esistere o esisterebbero in misura molto ridotta: se così è bisogna impegnarsi a rispettare puntualmente le norme contabili e di destinazione delle risorse poiché esse servono a dimostrare la buona fede e il corretto operato dei dirigenti. Una buona amministrazione che sa fornire un adeguato rendiconto delle proprie attività diventa essa stessa produttrice di valore e protegge l'associazione dalle pretese dei terzi e dai contenziosi sempre possibili anche a carattere fiscale. L'ultima considerazione riguarda il cinque per mille: se sono attese restrizioni sul versante delle ASD non bisogna dimenticare che l'affiliazione al CSI consente il godimento - ai soggetti che ne hanno i requisiti - dello status di APS (associazione di promozione sociale). Un appuntamento al quale la nostra associazione intende una volta ancora farsi trovare pronta nel rispetto primario delle norme di legge e dell'interesse delle associazioni affiliate.


VITACSI

L’APPUNTAMENTO

Il CSI torna ad Assisi Quadri dirigenti e tecnici territoriali a raccolta ad Assisi dal 6 all'8 dicembre, per un'occasione di dialogo e di confronto, con politica sportiva, attività sportiva e campionati, giustizia sportiva, arbitri, eventi e sicurezza dell'impiantistica al centro dell'attenzione.

di Andrea De Pascalis

Torna, dopo la pausa del 2007, il tradizionale incontro dei quadri dirigenti e tecnici che il CSI organizza ad Assisi ai primi di dicembre, nei giorni a cavallo della festività dell'Immacolata. L'appuntamento, dispiegato su tre giornate (da sabato 6 a lunedì 8), chiamerà a raccolta presidenti provinciali, coordinatori tecnici, responsabili di segreteria, responsabili di giustizia sportiva, responsabili arbitri e responsabili eventi e iniziative sportive. "Mi è sembrato naturale - ha spiegato il presidente nazionale Achini - reintrodurre subito l'incontro di Assisi. Incontrarci, confrontarci, stare insieme, aiutarci a crescere costituiscono un passaggio fondamentale e irrinunciabile del nostro fare CSI". L'evento, quindi, si colloca in quella linea di ascolto di dialogo con il territorio che costituisce uno dei pilastri programmatici della nuova presidenza associativa.

Il programma prevede un'apertura, il sabato pomeriggio, a carattere introduttivo, con una relazione del presidente Achini su "Migliorare e crescere: una sfida possibile" ed un'altra del vicepresidente Bosio su "Le tappe del quadriennio 2008-2012". In serata testimonianza su "Quando lo sport ti cambia la vita". Molto operativo il lavoro del giorno successivo, domenica 7, con mattina e pomeriggio impegnati nello svolgimento di cinque laboratori, rispettivamente dedicati a politica sportiva, attività sportiva e campionati, giustizia sportiva, arbitri, eventi e sicurezza dell'impiantistica sportiva. Seguirà un momento collettivo, finalizzato allo scambio delle esperienze più significative e innovative realizzate dai Comitati, e infine il pellegrinaggio che costituisce da sempre il momento più toccante degli incontri di Assisi. I lavori si chiuderanno nella mattinata di lunedì 8 con le conclusioni del presidente nazionale.

INFO Sede dei lavori La sede dei lavori e della segreteria organizzativa è: Cittadella di Assisi Via degli Ancaiani, 06081 Assisi Tel. 075 813.231 Fax 075 812.445 / 812.855 Invitati Presidente/vicepresidente provinciale, Coordinatore tecnico, Responsabile segreteria, Responsabile giustizia sportiva, Responsabile arbitri, Responsabile eventi e iniziative sportive Quote Fini a cinque delegati del Comitato: Euro 115,00; Extra: Euro 130 Iscrizioni on line http://csi.freesitespace.net

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VITACSI

EVENTI

Si riparte con un obiettivo preciso: incrementare società e tesserati del 10%

CONVENTION CSI

Il Csi vuole crescere ancora La Convention di Milano ha aperto la nuova stagione associativa. In una giornata senza precedenti, con ospiti d'eccezione, gli oltre 350 dirigenti radunatisi da tutta Italia all'ombra della Madonnina, hanno tributato un lungo applauso al presidente Achini, che ha illustrato le linee guida del prossimo quadriennio.

di Mauro Stefani

Sabato 20 settembre, la Convention di Milano, ha di fatto aperto il sipario sulla stagione associativa 2008-2009. Grandi numeri, oltre 350 dirigenti a gremire l'Auditorium a due passi dal Duomo, grandi nomi ad augurare al Csi un buon cammino: dal cardinale Tettamanzi, al presidente del Coni Petrucci, a don Mario Lusek, cappellano olimpico. Sul palco sfilano i giovani della Virtus Milano, gloriosa e centenaria società di calcio; quindi Alessandro Palazzotti presidente di Special Olympics, il mondo della disabilità intellettiva con cui il Csi collabora da anni. Tocca a Pier Gianni Prosperini assessore sport, giovani e turismo della Regione Lombardia, sostenere con forza il valore e l'importanza sul territorio dello sport cattolico e del Csi. Dall'alto gli occhi di Giacinto Facchetti filtrano la passione nerazzurra e guardano al mondo oratoriale. Il ricordo è del direttore generale dell'Inter Ernesto Paolillo, che rilancia il grande impegno della società morattiana profuso nell'Oratorio Cup, una manifestazione dal futuro sempre più roseo a 18


suo dire. Anche Bruno Pizzul è tra i giovani nati nei ricreatori, come li chiamano a Gorizia, e la sua voce cita aneddoti del dopoguerra, di un tempo passato, oggi forse rimpianto dal calcio ultramoderno. Chiude le testimonianze don Antonio Mazzi, che cita Mourinho prima dell'esortazione alla platea di tecnici a riscoprire il gioco e ancora l' importanza di saper convivere con le difficoltà, nella vita e nello sport. Quindi i riflettori vanno sul presidente nazionale Massimo Achini che torna sulle linee programmatiche del quadriennio 2008-2012, un percorso "da affrontare con determinazione, senza fretta, per lasciare il segno nel sistema sportivo italiano, nel sistema educativo nazionale, nella società civile, nella storia del nostro tempo e, soprattutto, nel cuore di ciascuno dei ragazzi che incontriamo". Come sempre, la sfida educativa rimane la mission del CSI, un ente che ha radici certe, in quanto affondano nella storia della Chiesa italiana, in una tensione che si mette al servizio della persona e cerca di trasformare l'utopia in realtà. Confermati gli obiettivi centrali della stagione appena inizia-

"il nostro sia sempre uno sport "vissuto", vale a dire praticato e non semplicemente tifato; uno sport "del cuore", e cioè uno sport in cui si ama colui con il quale si compete;

ta: far incrementare del 10% il numero delle società sportive e dei tesserati, valorizzare le risorse che il CSI ha sul territorio, rinsaldare la coesione associativa, essere soggetto di politica sportiva per il varo di una legge-quadro che riconosca e sostenga lo sport sociale. Sull'aumento numerico aggiunge Achini - "l'importante non è riuscirci ma provarci", perché, al di là dei numeri, la cosa più importante è che il CSI senta la spinta a crescere sempre, a non fermarsi, a non ripiegare sui successi ottenuti. Gravosa e faticosa anche la strategia per valorizzare il territorio: prevista una fase di "ascolto", con un tour nelle regioni che i vertici CSI effettueranno, una tappa dopo l'altra, da novembre a marzo (vedi pagina seguente), incontrando le strutture provinciali in modo che possano porgere suggerimenti e indicazioni progettuali per costruire insieme un rinnovato portafoglio di programmi associativi da fare decollare nel 2009-2010. Ma ogni volontà di fare meglio e di più si scontra - fa presente il presidente nazionale con un quadro normativo che, quanto allo sport sociale, è ancora confuso. Di qui la decisione di essere trainanti nel coagulare - all'interno del mondo politico, sportivo e culturale - consensi per la stesura e il varo di una legge-quadro. Contemporaneamente il CSI conta di essere presenza attiva nel CONI e di rinsaldare i suoi legami con le Federazioni, anche stilando convenzioni. Per concludere, galvanizzando la platea, una citazione doc, il salutotestamento, sempre attuale, rivolto al CSI dal fondatore, Luigi Gedda, nel 1994: "Vi auguro di passare dal ricordo di un passato glorioso ad un avvenire radioso, per il quale desidero lasciarvi, come fratello maggiore tre consegne: la prima è che il nostro sia sempre uno sport "vissuto", vale a dire praticato e non semplicemente tifato; la seconda è che quello del CSI sia uno sport "del cuore", e cioè uno sport in cui si ama colui con il quale si compete; la terza è che il nostro sport sia nella pienezza e nel suo splendore uno sport dell'anima". La giornata milanese si è conclusa con una suggestiva serata di gala tenutasi all'interno del Castello Sforzesco. 19


VITACSI

Titoli Csi: Modena e Bergamo promuovono Lombardia ed Emilia Romagna Modena e l'Emilia Romagna, Bergamo e la Lombardia. Sono questi i comitati e le regioni con più ori nel 2007-2008, rispettivamente nelle discipline a squadre ed individuali.

CONVENTION CSI

Premiati nel corso della Convention milanese i presidenti dei comitati e delle regioni con il maggior numero di titoli conquistati nella stagione 2007-2008. Dei 191 ori accaparrati dagli atleti lombardi, ben 63 sono stati ottenuti (in gran parte nelle arti marziali e nello sci) dal comitato bergamasco, leader innanza a quello capitolino (58 successi, moltissimi dei quali conquistati in piscina) ed a quello trentino (53 vittorie, specie nella campestre e nell' atletica ). Nel medagliere degli sport singolari la Lombardia sopravanza il Veneto (78) e l'Emilia Romagna, che per un oro in più (63 contro 62) sale sul podio, scalzando il

Lazio. Nelle squadre la pallavolo trascina Modena quale miglior provincia d'Italia. Dei quattro scudetti finiti al comitato emiliano, tre arrivano da sotto rete ed uno dal calcio a 5. Due scudetti a testa anche per Roma, entrambi nel basket, per Catania, entrambi nel volley, per Reggio Emilia nel calcio a e per Milano (calcio e pallavolo). Il medagliere regionale a squadre sorride dunque all'Emilia Romagna unica a saper vincere nove scudetti (oltre ai modenesi e ai reggiani è campione Bologna nel basket, Ravenna nella pallavolo femminile e Forlì nel calcetto). La Lombardia qui termina seconda (cinque scudetti;

TOUR NELLE REGIONI

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2008 10 novembre 11 novembre 14 novembre 15 novembre 13 dicembre

Liguria Piemonte - Valle d'Aosta Veneto - Friuli V.G - Trentino A.A. Emilia Romagna Lombardia

2009 19 gennaio 20 gennaio 21 gennaio 2 febbraio 3 febbraio 17 febbraio 18 febbraio 3 marzo 10 marzo 17 marzo

Toscana Umbria Lazio Marche Abruzzo - Molise Puglia - Basilicata Campania Calabria Sicilia Sardegna

Nella foto, da destra: Eugenio Taglietti (presidente Csi Lombardia), Stefano Gobbi, (presidente Csi Modena) e Lamberto Menozzi (presidente Csi Emilia Romagna)

Mantova, Como e Bergamo oltre al tandem milanese). Terza la Sicilia che al doppio successo etneo somma il tricolore finito ad Agrigento.


Hanno detto... Esprimere un parere su un evento eccezionale è troppo facile, è difficile immaginare il grande entusiasmo che tale evento ha suscitato. La domanda da farsi è invece perchè, e come mai il nostro presidente nazionale riesca in ogni frangente ad essere convincente e trascinante. Della mia regione eravamo presenti in 5, e quasi stupiti siamo rimasti in piedi ad applaudire il "Massimo" che oltre a darci la carica per dare più del dieci per cento, ci ha ospitati alla grande, e con il comitato di Milano, ha dimostrato che lavorando insieme, niente ci è precluso. Siamo una grande associazione, e gli attestati anche degli assenti l'hanno ribadito. Lorenzo Calia, presidente regionale CSI Basilicata.

*** È stata una giornata ricca di informazioni, densa di carica emotiva da dove traspariva il desiderio di collaborare con la base, i concetti erano espressi in forma chiara e comprensibile ora tocca alla base rispondere e testimoniare la propria volontà ad operare. Desideriamo esprimere un caloroso ringraziamento a quanti hanno lavorato per organizzare la convention. Paola Zelanda, presidente Comitato Regionale del Friuli Venezia Giulia

Patrocini, Master, borse di studio. Il Csi accelera Diverse le novità programmatiche emerse nel corso della Convention milanese. Oltre l'incontro dei quadri associativi ad Assisi il 6-8 dicembre 2008 sul tema dell'attività sportiva, la primavera 2009 vedrà nascere il "Master dei 100 presidenti", un ciclo di week end formativi full immersion circa il management nei comitati ( destinati ai presidenti provinciali) e da ultimo la conferenza dei presidenti del 23-24 maggio 2009. Altre innovazioni: il rinnovo della comunicazione, l'avvio dei "gemellaggi" fra

comitati, che proprio da Assisi prenderanno le mosse e la concessione da parte della presidenza nazionale di patrocini, alcuni dei quali con contributo economico, da assegnare in base ad appositi criteri a breve regolamentati. In ultimo per gli operatori ed i collaboratori under 30 dei comitati territoriali saranno proposte delle borse di studio associative: stages di tre settimane per approfondire alcune metodologie di lavoro presso gli uffici nazionali di Via della Conciliazione, 1. 21


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