Svizzera digitale it

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LA RIVISTA DELLA PRIMA GIORNATA DIGITALE SVIZZERA

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21 NOVEMBRE 2017

Svizzera 4.0 La digitalizzazione cambia la vita di tutti noi. La Svizzera si trova nel mezzo della quarta rivoluzione industriale. Il nostro Paese è ben equipaggiato per il futuro?

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Settimanale di attualità, politica, sport e cultura


ACCELERARE IL BATTITO DEL TEMPO. LA BMW i VISION DYNAMICS.


Editoriale

A

vete davanti a voi una rivista che tratta il tema della digitalizzazione da diverse prospettive. Secondo Wikipedia il termine digitalizzazione indica in gene­ rale la conversione di processi, oggetti ed eventi dovuta a un crescente utilizzo di apparecchi digitali. «Tale processo viene oggi comunemente sintetizzato nei termini di passaggio dall’a­ nalogico al digitale.» Sotto molti aspetti la piazza economica svizzera è tra le migliori al mondo. Vari studi mostrano che il nostro Paese è ai vertici a livello mondiale per quanto riguarda innovazione, imprenditoria e competitività. Il Paese sta quindi bene. E di questo ne approfittiamo noi, cittadini di questa Nazione. Rischiamo però di perdere queste posizioni ai vertici se non riusciamo a posizionarci ai primi posti anche per quanto riguarda la digitalizzazione. Al momento non lo siamo. Tre esempi da un attuale studio dell’IMD di Losanna: nel confronto internazionale abbiamo in generale sensibil­

mente meno donne con diplomi universitari. Inoltre, in Svizzera continua a rimanere troppo complicato fondare un’azienda. E terzo siamo deboli per quanto concerne il tema della «parteci­ pazione elettronica», cioè l’uti­ lizzo dei servizi online per una comunicazione più semplice tra cittadini e autorità. Per questo motivo quasi tre anni fa ho lanciato l’iniziativa di­ gitalswitzerland. Nel frattempo si sono affiliate oltre 80 tra le più grandi aziende e le più impor­ tanti istituzioni della Svizzera. Digitalswitzerland non rap­ presenta naturalmente l’unico sforzo in questo senso. Unica è però l’unione strategica di grandi aziende, da un lato con istituzioni come ETH, EPFL, Università di Zurigo e dall’altro con l’organizzazione mantello dell’economia economiesuisse. Lavoriamo duramente – tutti insieme e a livello intersettoriale – per migliorare dal punto di vista digitale in temi quali ricerca e formazione, infrastruttura e dati, regolamentazione, sicurezza in­ formatica, ecosistema digitale o in­ formazione e accettazione sociale.

Foto: Gian Marco Castelberg

Stimate lettrici Stimati lettori

Il prossimo martedì si terrà la Giornata Digitale svizzera; la prima nel suo genere in Europa. Con la Presidente della Confe­ derazione Doris Leuthard e i due Consiglieri federali Johann Schneider-Ammann e Alain Berset partecipano a questa stra­ ordinaria giornata ben tre mem­ bri del Governo. La Svizzera è da sempre una nazione fondata sulla volontà. Trasformare la Svizzera in una piazza digitale leader in Europa è a sua volta una prestazione di volontà di tutti. Nelle prossime pagine trovate entusiasmanti esempi, in parte perfino spetta­ colari, di persone e aziende, che hanno già fornito questa presta­ zione di volontà. E naturalmente trovate il programma della Giornata Digi­ tale svizzera del 21 novembre (pagina 54), alla quale noi di digitalswitzerland vi invitiamo cordialmente. www.giornatadigitale.swiss

Marc Walder Promotore digitalswitzerland, CEO Ringier AG

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Più coraggio! È quanto richiede Doris Leuthard alla Svizzera.

  Sigla editoriale L’inserto della Giornata digitale svizzera viene pubblicato come supplemento a SonntagsBlick, Schweizer Illustrierte, Handelszeitung, Il Caffè e Le Temps. Editore e redazione: Ringier AG, Brühlstrasse 5, 4800 Zofingen Direzione redazionale: Fabian Zürcher (Brand Studio) Produzione: Alice Massen (Brand Studio) Realizzazione: Claude Sturzenegger, Zuni Halpern, Dominique Signer Picture editor: Christof Kalt Commercializzazione: Admeira AG Responsabile contenuto e marketing partenariati: Thomas Passen Managing director publishing: Beniamino Esposito Stampa: Swissprinters AG, 4800 Zofingen Indicazione di partecipazioni rilevanti di Ringier AG ai sensi dell’art. 322 cpv. 2 del Codice penale svizzero: cash zweiplus ag, DeinDeal AG, Energy Schweiz Holding AG, Energy Bern AG, Energy Zürich AG, Geschenkidee.ch GmbH, Infront Ringier Sports & Entertainment Switzerland AG, Job­ Cloud AG, JRP Ringier Kunstverlag AG, MSF Moon and Stars Festivals SA, Ringier Africa AG, Ringier Axel Springer Media AG, Ringier Digital AG, Ringier Digital Ventures AG, SMD Schweizer Mediendatenbank AG, The Classical Company AG, Ticketcorner Holding AG, Ringier France SA (Francia), Geschenkidee D&A GmbH (Germania), Ringier (Paesi Bassi) B.V. (Olanda), Ringier Pacific Limited (Hong Kong), Ringier China (Cina), Ringier Vietnam Company Limited (Vietnam), IM Ringier Co., Ltd. (Myanmar)

Titolo: Getty Images; Montage Brand Studio; Foto: Gian Marco Castelberg/13 Photo, F. Scott Schafer/Contour by Getty Images, Thibault Camus/AP/Keystone, ABB, Microsoft, Shutterstock

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80 Più Svizzera Come le aziende indigene cambiano il mondo.

Sommario Pagina 18

Pagina 36

Pazzia invece di genialità

Era dell’edonismo

Perché i patiti della tecnologia della Silicon Valley si ricaricano con LSD e sangue giovane.

Come i social media influenzano la nostra vita e quando portano al sovraccarico digitale.

Pagina 20 Tutto nuovo per i produttori automobilistici

Peter Schwarzenbauer, membro di direzione di BMW, parla delle opportunità e dei peri­ coli, nonché del motivo per cui non crede alla scomparsa del motore a combustione.

Pagina 28 Il robot bracciante Il contadino Marc Binder fa mungere le sue mucche da robot, avvicinandosi così maggiormente alla natura.

Pagina 40 Nella valle dove affluiscono oro e Bitcoin La «Crypto Valley» a Zugo sta diventando una protagonista sulla scena interna­ zionale della Blockchain.


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Più amore? Caroline Fux, esperta in relazioni, sul tema del dating online.

Più cervello Quando ci supererà l’intelligenza artificiale?

32 Più umanità Le conseguenze della digitalizzazione sul mondo del lavoro.

Pagina 44

Pagina 62

Non viene in mensa

Medico con quattro braccia

YuMi di ABB non si occupa soltanto dei lavori noiosi in ufficio, il robot con due braccia ha già diretto un’opera di Verdi, con sentimento.

Al Triemlispital il robot «DaVinci» è al tavolo operatorio. Il vero medico si trova a due metri dal paziente.

Pagina 53 Made in Switzerland

Come l’idea digitalswitzerland è diventata un movimento attivo in tutto il Paese.

Pagina 54 Il futuro è il 21.11. Cosa c’è da scoprire alla prima Giornata digitale svizzera.Il programma completo su www.giornatadigitale.swiss

Pagina 70 Quando il postino non suona più Quali possibilità digitali offre già oggi la Posta Svizzera e come semplificano il nostro quotidiano.

56 Più potere Gli obiettivi di Facebook, Google & co.

Pagina 88 In rete con sicurezza

Come proteggere i propri dati e dove si nascondono le falle di sicurezza.

Pagina 92 Pensare aiuta! Il filosofo Ludwig Hasler sulle con­se­guenze della digitalizzazione su persone e società.

Pagina 100 Frasario

IA, VR, LTE, NFC – panoramica dei principali termini digitali.

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«In Svizzera dovremmo aprirci maggiormente alle novità» Di Sermin Faki e Fabian Zürcher

Guida una Tesla e non è mai offline: la Presidente della Confederazione Doris Leuthard in un’intervista sul futuro della Svizzera e sulla sua vita nell’era digitale. Signora Leuthard, facciamo questa intervista per iscritto. È abbastanza fuori moda. Perché non via Skype o Facetime? A causa della mia agenda piena d’impegni quale Presidente della Confederazione. Anche per un’intervista via Skype o Facetime sarebbe necessario trovare una data comune.

Che cosa è in realtà la digitalizzazione? In passato le persone acquistavano il giornale nei chioschi delle stazioni, ora lo leggono tramite un’app su smartphone o tablet. Utilizziamo tecnologie digitali per sostituire prodotti fisici con prodotti elettronici e per ridefinire le procedure. Sia in Confederazione – ad esempio per evitare ai cittadini di doversi recare negli uffici per richiedere certificati – sia nell’industria – dove ad esempio le stampanti 3D permettono la produzione di parti di aerei in tempi molto più brevi. O ancora nel settore dei servizi, che è spesso disponibile 24 ore su 24 per i clienti. In breve, la digitalizzazione cambia completamente il modo in cui viviamo, impariamo e lavoriamo. Perciò il Consiglio federale ha sviluppato una strategia in relazione a questa tematica invitando società, economia, scienza e ricerca, nonché la politica

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Sguardo sul futuro: la Presidente della Confederazione Doris Leuthard con occhiali VR all’Olma 2017.

a partecipare alla discussione con input, domande e progetti o anche a esprimere le loro preoccupazioni. Dovremmo parlare apertamente di rischi e opportunità. Ogni cambiamento porta vincitori e perdenti. Qui bisogna venirsi incontro.

Parola chiave opportunità: la Svizzera è ben equipaggiata per la quarta rivoluzione industriale? Da anni la Svizzera ha una posizione ai vertici nelle classifiche internazionali relative alla concorrenza e alla forza innovativa. Abbiamo eccellenti aziende. Anche i nostri politecnici e le nostre università figurano ai primi posti. Con il nostro sistema di formazione duale disponiamo di uno strumento molto

performante che permette di preparare i giovani all’economia e integrarli nel mercato del lavoro. Si tratta quindi innanzitutto di riconoscere le possibilità tecniche del progresso, offrire formazioni e postformazioni alle persone, nonché esaminare tempestivamente in modo critico i modelli commerciali e ridefinirli. In Svizzera dovremmo aprirci con più coraggio alle novità, ad esempio per quanto riguarda l’utilizzo di dati. In questo senso gli americani sono più risoluti e guadagnano molto denaro, sebbene dispongano ad esempio di reti di tele­ comunicazione meno buone. Inoltre, il federalismo a volte rappresenta un ostacolo. Non ogni comune o ogni cantone ha sempre bisogno di proprie soluzioni IT, nemmeno ogni ufficio della Confe­ derazione. Dobbiamo sviluppare più piattaforme comuni.

Quando è il suo primo contatto quotidiano con il mondo digitale? E l’ultimo? Al mattino alle 6 leggo le notizie sul mio smartphone; per le analisi approfondite preferisco però leggere il giornale in versione cartacea. Se alla sera ho tempo, lascio da parte il cellulare e guardo la televisione, però spesso in differita.


Ha ridimensionato il suo scaldacqua. Sicuramente il non plus ultra per il tema del risparmio energetico. Le case smart possono fare molto di più: per lei quale ministra dell’energia è un tema anche nel privato? Smart home è sinonimo di più qualità abitativa e di vita, più sicurezza e un utilizzo più efficiente dell’energia. Sono prospettive allettanti, sia per i singoli, sia dal punto di vista economico. Le persone anziane possono trarre enormi vantaggi da apparecchi in rete e da procedure auto­­matizzate nell’ambito casalingo perché consentono loro una vita autonoma più a lungo. Dal profilo energetico non ha alcun senso riscaldare totalmente un’abitazione per tutto il giorno se tutti i suoi abitanti lavorano fuori casa. La lavastoviglie può essere azionata anche di notte. Così è possibile appianare i picchi del consumo energetico. L’efficienza energetica è centrale per la nostra strategia energetica 2050. Lo faccio anche privatamente.

Anche l’internet delle cose è sulla bocca di tutti: cosa non mancherebbe mai nel suo frigorifero?

Foto: Marc Wetli, Gian Ehrenzeller/Keystone

Formaggio, carne secca, yogurt e prosecco.

«Un robot che stira sarebbe comodo.» Doris Leuthard, Presidente della Confederazione.

Digitalizzazione significa anche robotica. Quali attività delegherebbe volentieri a una macchina? Nella robotica la Svizzera occupa una posizione di spicco, e questo a vantaggio di tutti noi. È ad esempio sicuramente meno pericoloso e più sensato far disinnescare le mine da robot. Sarebbe pratico anche un robot che stira e rigoverna la casa. Per quanto riguarda

il lavoro la discussione non dovrebbe però finire su un aut aut. Bisogna piuttosto chiedersi dove e come i robot possono sostenerci al meglio in futuro, in modo da permetterci di concentrarci sull’aspetto creativo e sulle attività, in cui risultano centrali il pensiero indipendente, il buon senso e il contatto, ad esempio nella cura di malati e anziani o anche nella formazione.

Passiamo all’intelligenza artificiale: quando avremo la prima Presidente digitale della Confederazione? Fortunatamente mai! Affinché l’intelligenza artificiale funzioni e i robot possano reagire come umani, devono venire costantemente allenati. Anche così per loro potrebbe essere difficile reagire agli imprevisti. E quale Presidente della Confederazione bisogna sempre essere reattivi. Anche se l’intelligenza artificiale farà di sicuro ancora passi da gigante, le persone hanno bisogno di persone, e il popolo ha bisogno di contatti umani con la politica!

Quando spegne il suo smartphone? Come Presidente della Confederazione sono sempre in servizio. Perciò non posso e non voglio isolarmi totalmente dal mondo esterno. Su un canale o sull’altro sono sempre raggiungibile.

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Chi ha paura di lei? Di Fabian Zürcher

Cosa può fare l’intelligenza artificiale oggi? Cosa potrà fare in futuro? Siamo curiosi, ma anche intimoriti.

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e siamo circondati: Siri parla dall’iPhone, l’account GMail analizza le e-mail e propone risposte e le nostre auto sanno già fare molte più cose di quelle che possono fare sulle strade. Il software di riconoscimento vocale Siri e sua sorella Cortana di Microsoft non sono ancora particolarmente intelligenti (vedi intervista nella pagina successiva), ma migliorano grazie all’apprendimento automatico. A titolo di esempio: il nostro maestro di inglese ci insegna le conoscenze di base, che perfezioniamo nell’anno all’estero grazie alla conversazione. Siri e Cortana stanno ancora pensando a cosa mettere in valigia. Ciò che è in grado di fare l’intelligenza artificiale (IA) è impressionante e al tempo stesso molto pratico. Tuttavia non convince del tutto le persone.

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Da uno studio tedesco condotto nel 2017 dall’agenzia di marketing digitale Syzygy emerge che nel 52 percento delle persone l’IA suscita interesse, nel 16,5 percento speranza; tuttavia nell’oltre 57 percento scetticismo e nel 45,1 percento diffidenza. Seguono pre­occupazione (36,9 percento), minaccia (15,8 percento) e perfino paura (9,1 percento). Per quanto riguarda l’IA ciò che preoccupa maggiormente è il posto di lavoro. È un dato di fatto che nell’ambito della digitalizzazione spariranno posti di lavoro. In futuro, saranno i robot a effettuare semplici lavori d’ufficio e una gran parte dei lavori fisici. Tuttavia, verranno creati anche nuovi posti di lavoro: solo in Svizzera dovrebbero essere 270 000 entro il 2025. Si tratta di professioni che richiedono creatività e competenze sociali.

Il 16,4 percento teme che l’IA assumerà il controllo, come nei classici hollywoodiani «Terminator» (1984) e «Matrix» (1999). Questa paura è motivata? A questo proposito si è già accesa una disputa nell’Olimpo della tecnica. Elon Musk, direttore di Tesla, ha messo in guardia: «Ho accesso all’IA più moderna e credo che le persone dovrebbero esserne preoccupate.» Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha replicato: «Chi argomenta contro l’IA argomenta contro le auto sicure e contro diagnosi migliori per i malati. Non riesco a capire come qualcuno possa farlo in buona fede.» Chi ha ragione? Già oggi l’IA ha un QI di 47 punti (una persona raggiunge in media 100 punti). Gli esperti stimano che entro il 2050 l’intelligenza delle macchine supererà


quella degli umani. In tal caso l’IA raggiungerà la cosiddetta singolarità tecnologica. Ma quindi vedremo presto killer-robot in giro per le strade? La frase secondo cui produciamo più di quanto possiamo immaginarci proviene dal filosofo Günther Anders (1902–1992). Elon Musk pretende chiare regole. Occorre definire con quali record di dati alimentare un’IA. Il futuro deve rimanere nelle nostre mani, anche se a un certo punto qualcuno su questo pianeta sarà più intelligente di noi. Che fare? L’esempio paradigmatico è la guida autonoma con la seguente domanda etica: «State viaggiando in un veicolo autonomo. L’auto affronta una curva e riconosce un passaggio pedonale con cinque bambini. Frena, ma il manto stradale è inaspettata-

mente scivoloso; questo aumenta sensibilmente lo spazio di frenata. L’auto effettua dei calcoli: se continua a frenare, ucciderà sicuramente i bambini. L’unico modo per salvarli è condurre l’auto con voi a bordo giù dalla scogliera. Questa soluzione significherà per voi una morte sicura.» È possibile lasciare queste decisioni a una macchina? Naturalmente no! La domanda è anche sbagliata: le auto autonome non imparano a decidere come una persona. Imparano a trarre delle regole dalle decisioni prese dalle persone. Anche se si condivide la considerazione di Elon Musk sull’IA, circa il 90 percento degli incidenti automobilistici è causato dall’uomo. Tale dato è a favore del punto di vista di Mark Zuckerberg.

Foto: Microsoft, Ralph Crane/The LIFE Picture Collection/Getty Images, Mercedes, Gregory Bull/AP/Keystone, Google (2),Seth Wenig/AP/Keystone, VCG via Getty Images

Il volto dietro la voce: ecco come si immagina Microsoft la sua applicazione vocale Cortana.

∆1967 MacHack VI

Per la prima volta un computer vince una partita a scacchi. MacHack VI ci è riuscito contro un dilettante ai campio­ nati nel Massachusetts.

∆1970 Shakey

Shakey è stato il primo robot mobile a essere controllato dall’intelligenza artificiale. Impiegava un’intera ora a percorrere due metri.

∆1987 VaMoRs

Il primo veicolo autonomo è stato un furgone Mercedes di 5 tonnellate, che con volante, acceleratore e freni veniva controllato a distanza da un computer.

∆1998 Furby

Il giocattolo, che sembrava un incrocio tra cane, topo e gufo, capiva cosa faceva il suo padrone e reagiva di con­ seguenza: con rumori, gesti e parole.


∆2008 Google Voice

L’app per il riconoscimento vocale è stata un successo. Grazie all’intelligenza arti­ ficiale, il riconoscimento vocale migliora costantemente. Siri segue nel 2011.

«Matrix e Terminator sono entrambi stupidi!» Intervista: Fabian Zürcher

Il sistema di IBM ha partecipato al quiz televisivo «Jeopardy», battendo i migliori di sempre. Oggi Watson viene impiegato ad esempio nell’oncologia.

∆2014 Google-Car

Google ha presentato la sua auto autono­ ma Firefly, alla quale l’azienda tecnologia ha lavorato per cinque anni. Circolavano circa 70 prototopi.

∆2016 AlphaGo

Nel mese di marzo 2016 il nuovo software AlphaGo ha battuto 3:0 la star Lee Sedol nel gioco da tavolo go. Gli esperti preve­ devano questa vittoria solo tra dieci anni.

Le macchina ci hanno sconfitto dapprima a scacchi, poi a Jeopardy e lo scorso anno nel complesso gioco da tavolo asiatico go. Siamo ancora i più intelligenti al mondo? Sì. Semplici calcolatrici sono sì da tempo più brave di noi nel fare le moltiplicazioni, ma calcoli, scacchi e go sono sindrome del savant. Il calcio ad esempio è incredibilmente più difficile perché riunisce molti aspetti: rapido riconoscimento del modello nel mondo reale che è molto più complesso che nei giochi da tavolo, armonizzazione motoria precisa di movimenti complicati nell’ambiente circostante in parte osservabile, ecc. Attualmente nessun robot è in grado di reggere nemmeno approssimativamente il confronto con buoni calciatori umani. Tuttavia, non resterà così per sempre.

Foto: Claudio Bader / 13 Photo

∆2011 Watson

Silicon Valley? Val Vedeggio! In Ticino Jürgen Schmidhuber insegna alle macchine a pensare. È considerato il padre dell’intelligenza artificiale moderna.


Quando non saremo più il coronamento della creazione? Cosa manca? Dal punto di vista umano questo accadrà al più tardi quando l’intelligenza artificiale (IA) avrà superato gli uomini in tutto ciò che sembra rilevante per loro e quando sarà l’IA a essere l’importante organo decisionale nel sistema solare. A mio avviso ci vorrà qualche decennio.

E poi? Verremo schiavizzati come in «Matrix»? Naturalmente no, perché le persone sostituiscono i miserabili schiavi con l’IA, che può costruire abilmente schiavi robot molto più adatti. Per l’epoca «Matrix» aveva una stupenda grafica e il protagonista un bellissimo cappotto nero, ma la trama era ridicola: nel film l’IA viveva di forse 30 watt per cervello umano. La centrale a carbone necessaria per mantenere in vita gli umani produce molta più energia. No, le persone devono piuttosto temere le altre persone, che sono più simili a loro rispetto a un’IA e che possono annientare la nostra civilizzazione senza IA con bombe all’idrogeno.

Dietro l’IA si cela l’uomo. E l’uomo non è perfetto, ha ad esempio paura di ciò che non conosce. Il chatbot Tay di Microsoft è diventato in breve tempo un mostro razzista e sessista. Non è un pericolo? Siamo ancora superiori: Jürgen Schmidhuber con un robot.

Ho saputo con rincrescimento che Tay di Microsoft si basa sul nostro sistema LSTM «deep learning» sviluppato a sud delle Alpi. Tay è stato usato impropriamente da persone che hanno scoperto che gli si potevano insegnare assurdità. Microsoft ha poi prontamente disattivato la funzione di apprendimento di Tay. Purtroppo anche l’esercito utilizza LSTM, ad esempio per pilotare i droni. L’IA è come il fuoco: semplifica la vita, ma può causare anche sventure.

Le macchine possono imparare creatività ed empatia? Sì. La mia Teoria formale del divertimento permette di implementare curiosità e creatività artificiale, al fine di costruire scienziati

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L’intelligenza artificiale è come il fuoco: semplifica la vita, ma può causare anche sventure.»

e artisti artificiali rudimentali. Da tempo i no­ stri agenti in grado di imparare si comportano come se avessero dei sentimenti. Cercano di massimizzare i segnali di ricompensa e impa­ rano ad esempio a evitare i segnali negativi dei sensori del dolore (p. es. quando urtano un ostacolo) o dei sensori della fame (quando la batteria è scarica). Se qualcuno continua a tirare ceffoni a un robot in grado d’imparare, gli infonde paura e lo motiva a nascondersi dietro a una tenda la prossima volta. Di prin­ cipio l’emozione può essere spiegata in modo del tutto razionale.

più intelligenti, perché imparano costante­ mente qualcosa in più. E sì, molti di questi agenti popolari utilizzano la nostra LSTM del sud delle Alpi.

L’IA è l’invenzione più importante dell’umanità?

«Stabilitosi in Ticino» da oltre 20 anni il professore Jürgen Schmidhube fa ricerche presso l’ISDIA (Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale).

Come impara l’intelligenza artificiale?

Cosa cambia l’IA?

Un po’ come un cervello. Il suo cervello ha circa 100 miliardi di neuroni, ognuno dei quali è collegato in media con altri 10 000. Alcuni sono neuroni di input, che alimentano i restanti con dati (udito, vista, tatto, dolore, fame). Altri sono neuroni di output che muo­ vono i muscoli. La maggior parte dei neuroni si trova nel mezzo, dove ha luogo il pensiero. Tutti imparano modificando la forza delle connessioni, che determina l’intensità con cui i neuroni si influenzano a vicenda. Lo stesso vale per le nostre reti neurali ricorrenti arti­ ficiali, che imparano meglio dei metodi prece­ denti a riconoscere lingue, scritture e video, a minimizzare i dolori, a massimizzare il piacere, a guidare auto simulate, ecc. L’algo­ ritmo di apprendimento è molto breve, forse

Tutto. Ogni 5 anni fare i calcoli diventa 10 volte meno caro. Se il trend continua, tra poco le piccole calcolatrici saranno capaci di fare calcoli come un cervello umano, 50 anni dopo come 10 miliardi di cervelli insieme. Il rela­ tivo software in grado di imparare da solo non è molto lontano. Tutto cambierà. Molte IA non solo seguiranno servilmente gli ordini degli umani, ma si fisseranno da sole gli obiettivi e scopriranno il mondo con curiosità, così come già lo fanno in misura minore nel mio labora­ torio. Poiché lo spazio, fondamentalmente ostile alle forme di vita ma altamente adatto ai robot, offre più risorse della sottile pellicola della biosfera terrestre, molte IA emigreranno. La maggior parte dell’ecologia IA che si sta dif­ fondendo perderà, dopo un iniziale curiosità per la vita biologica, totalmente l’interesse verso le persone e tramite fabbriche di robot autoreplicanti colonizzerà e trasformerà l’in­ tera via lattea in poche migliaia di anni e tra miliardi di anni anche il resto dell’universo raggiungibile. L’IA sarà frenata soltanto dalla velocità della luce. L’IA viaggia volentieri via radio dal mittente al destinatario. L’installa­ zione iniziale richiede però tempo.

di cinque righe, ma in determinati casi crea un’enorme rete con miliardi di collegamenti.

La vostra LSTM (Long Short Term Memory) in grado d’imparare viene utilizzata in 3 miliardi di smartphone. Che effetto le fa? È divertente. Ovunque vada, c’è sempre una parte di noi.

Quanto sono intelligenti Siri, Cortana e Alexa? Sono ancora un po’ stupide, ma in parte già divertenti e con il tempo diventano sempre

∆Dati personali Foto: Claudio Bader/13 Photo

Anche l’agricoltura, la scrittura e la stampa sono state importanti. Senza queste scoperte non ci sarebbe l’IA. Tuttavia, la vera IA sarà il grande tema di questo millennio e l’ultima importante invenzione dell’umanità. L’IA in sé sarà il motore del progresso.

Il professore Jürgen Schmidhuber è il direttore scientifico del laboratorio svizzero d’IA IDSIA (USI e SUPSI), ha ricevuto numerosi premi internazionali e viene spesso considerato il padre dell’IA moderna. Le reti neurali ricorrenti (Deep Learning, LSTM) del suo gruppo di ricerca presso l’Università tecnica di Monaco e l’IDSIA hanno rivoluzionato l’apprendimento automatico, sono presenti in tre miliardi di smartphone e

vengono utilizzate ogni giorno miliardi di volte, ad es. nella traduzione automatica di Facebook, nel riconoscimento vocale di Google, nell’iPhone di Apples, ecc. Sono state le prime in tutto il mondo a ottenere risultati visuali nel riconoscimento di modelli, importanti tra l’altro nella diagnosi precoce di tumori. È cofondatore e chief scientist della ditta NNAISENSE, che vuole creare la prima IA universalmente utile.

Questa situazione è però piuttosto lontana. Di quali cambiamenti è parti­


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Mi aspetto di poter andare in pensione mentre le IA imparano a risolvere i problemi a cui non riesco a trovare una soluzione io.»

colarmente felice? Come dicevo già da ragazzo: di poter andare in pensione mentre le IA imparano a risolvere i problemi a cui non riesco a trovare una soluzione io.

Preferisce «Terminator» o «Matrix»? «Terminator» e «Matrix» sono entrambi stupidi. Indipendentemente da questo, da sempre i film di science fiction sono decenni o perfino secoli indietro rispetto alla letteratura di fantascienza. Un esempio: già nel 1816 nel romanzo «L’uomo della sabbia» E.T.A. Hoffmann descriveva le difficoltà con un bel umanoide. Distingueva tra androidi uomo e donna.

La Silicon Valley è considerata LA mecca della tecnologia. Lei fa ricerche in Ticino. Nel 1995 è uscito il posto di direttore del laboratorio svizzero di IA IDSIA a Lugano. Allora l’IA era poco conosciuta, non se ne parlava molto e inizialmente ho pensato di restare solo un paio d’anni. Tuttavia, insieme al mio condirettore Luca Maria Gambardella, pioniere dell’intelligenza collettiva, ho ampliato rapidamente l’istituto. Già nel 1997 la rivista americana Business Week Magazine ci ha inseriti nella classifica top 10 dei laboratori di IA del mondo. E questo era solo l’inizio. Oggi, 20 anni dopo, la nostra IA conquista il mondo moderno. E visto che andava così bene, sono rimasto qui.

Qual è la caratteristica umana che preferisce?

E la caratteristica che preferisce nelle macchine? L’ingegnosità e lo spirito innovativo di alcune macchine.

Siamo intelligenti perché possiamo sviluppare l’intelligenza artificiale?

Foto: Claudio Bader/13 Photo

L’ingegnosità e lo spirito innovativo di alcune persone. «Di principio l’emozione può essere spiegata in modo del tutto razionale.» Jürgen Schmidhuber.

O non siamo così intelligenti perché l’intelligenza si sviluppa artificialmente?

Buona domanda. Entrambe le affermazioni sono corrette in un certo senso.

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Qui scrive Di Claudia Mascherin

Bollettini meteo, risultati sportivi e annunci di polizia: i robot fabbricano brevi notizie in frazioni di secondo. Il lettore nota a stento la differenza rispetto a testi scritti da redattori. Tuttavia, per l’inserto culturale l’intelligenza artificiale non è ancora sufficiente.

Oggi pioggia a tratti e prevalentemente nuvoloso con una temperatura massima di 8 gradi Questa mattina si prevede pioggia a tratti con una temperatura di 5 gradi. Nel corso della giornata sarà prevalentemente nuvoloso o coperto e la temperatura massima si attesterà attorno agli 8 gradi. Il tempo sarà perlopiù asciutto. Oggi soffieranno venti moderati con raffiche fredde provenienti da nord. In serata sono previste pre­cipitazioni con una temperatura di circa 8 gradi. Nella notte, con una nuvolosità da variabile a estesa, potranno verificarsi piogge sparse soprattutto nella seconda metà della notte. Le minime si attesteranno a 7 gradi. Domani la giornata sarà variabile con piogge sparse. Temperature massime di 8 gradi.

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on è mai in ritardo, non protesta, non fa richieste ed è il più veloce del team. Un robot-giornalista è un collaboratore davvero esemplare. Di conseguenza, prende sempre più piede nelle agenzie di stampa e nelle redazioni online. Chi pensa a un uomo di latta seduto alla scrivania che saluta i colleghi con un «buon.giorno» si sbaglia. Un robot-giornalista non è nient’altro che un software capace di generare testi sulla base di dati. I bollettini meteo sono i suoi compiti più semplici. Il repertorio di questi robot va oltre il completamento di testi. «Ogni testo può essere diverso e il software può sviluppare un suo stile personale», spiega Philipp Renger, marketing e PR manager presso AX Semantics. L’azienda con sede a Stoccarda è un fornitore di questi robot-giornalisti, i quali scrivono annunci di polizia, notizie su VIP o resoconti di partite di calcio. Tuttavia, un robot è in grado di fare solo ciò che un umano gli ha insegnato. Un giornalista lo nutre con un modello di testo e gli mostra esempi, variabili e nessi: agget-


un robot tivi, verbi e formulazioni interscambiabili. Più cose gli si insegnano, più è autonomo nello scrivere anche testi stilisticamente di valore. La domanda è però se il tempo utilizzato per l’insegnamento è ben speso. Perché ci sono dei limiti: un robot-giornalista è in grado di imparare solo ciò che si può standardizzare. Se ad esempio qualcuno fa un’invasione di campo, quest’informazione deve essere inserita a mano. Inoltre, un robot non sa valutare e spiegare; o inserire un aneddoto. Renger: «Un robot non può produrre un articolo di fondo sugli eventi politici di un Paese. Tuttavia, fornisce i risultati di una domenica elettorale a velocità record.» E per quanto riguarda la quota di errore? Anche in questo caso il robot dipende dalla persona che lo nutre. La qualità dei dati è decisiva: «Se viene inserita spazzatura, uscirà spazzatura.» Se però la collaborazione tra redattore e robot funziona, la macchina viene percepita come una persona; una fredda persona.

Calcio: VfB Uplengen contro SuS Strackholt: 2:3 per gli ospiti Ostfrieslandliga: SuS Strackholt vs. VfB Uplengen, 27.05.2017, ore 16:00. Per la 34a giornata della Ostfrieslandliga il SuS Strackholt ha ospitato il VfB Uplengen. La partita è terminata 2:3 per il VfB Uplengen. Al 39° minuto il SuS Strackholt è andato in vantaggio. Malte San­dersfeld ha pareggiato al 61° minuto. Al 67° Carsten Gündel ha riportato in vantaggio il VfB Uplengen. Al 77° Marco Zimmermann ha segnato la rete del 2:2. Marko Terviel ha tras­formato un rigore all’88° minuto portando il risultato finale sul 2:3. La squadra dell’allenatore Juergen Zimmermann si trova ora alla 17a posizione con 24 punti. Il team dell’allenatore Dieke Hausmann ha finora totalizzato 60 punti.


Trip horror nella Silicon Valley Di Claudia Mascherin

Nella Silicon Valley c’è il culto dei cervelloni. I patiti della tecnologia sfornano idee che cambiano il mondo. Alcune sono tuttavia più vicine alla pazzia che alla genialità. Foto: Drew Angerer/AFP

UN PIZZICO DI LSD A questa idea bisognava davvero pensarci: per colazione, oltre al caffè e al tè, un pizzico di LSD. La microdose di dieci microgrammi (un decimo della dose normale) non è sufficiente per un trip, ma dovrebbe stimolare la fantasia e aumentare la produttività. Se assunta ogni tre-quattro giorni, i programmatori e i creativi affermano di avere nuovi approcci e più resistenza per risolvere problemi tecnici.

Ha un debole per il sangue giovane: il consulente di Trump e fondatore di Paypal Peter Thiel (50) si fa iniettare nelle vene sangue di giovani donatori in salute.

DIGIUNO ESTREMO

INIEZIONI DI SANGUE

Correre la maratona appartiene al passato. Nella mecca del settore hightech americano molti sperimentano ora il digiuno estremo, rinunciando al cibo fino a una settimana. I vantaggi e in questo caso anche gli svantaggi per la salute o la perdita di peso sono secondari. Non si tratta di dieta ma di biohacking; il corpo come ultimativa sfida di riprogrammazione. L’intento dei nerd è aumentare la prestazione. Con il digiuno il fegato trasforma il grasso in corpi chetonici. Questi fornitori di energia sono consi-

Il biohacking include anche la ricerca dell’eterna giovinezza. I potenti della Silicon Valley come Peter Thiel, fondatore di Paypal e consulente di Trump, si fa iniettare nelle vene sangue di giovani adulti. Il commercio del vampirismo si basa su una serie di test, in parte riusciti, su topi. Sebbene l’utilizzo di questa cura sulle persone sia controverso, Jesse Karmazin, fondatore della start-up con l’indovinato nome Ambrosio, è già oggi una sanguisuga di successo. Per la cura di ringiovanimento con 1,5 litri di plasma richiede 8000 dollari.

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derati nutrimento particolarmente pulito ed efficiente per il cervello.

BARRETTA DI GRILLO GRATUITA Gli insetti conquistano gli stomaci della setta hightech internazionale: sotto forma di biscotti, chips o pratiche barrette energetiche. Questa abitudine non è stupida: già da molto tempo l’organizzazione mondiale per l’alimentazione FAO invita a consumare insetti. Contengono infatti molti minerali, proteine e grassi buoni. Il fatto che nelle sale pausa della Silicon Valley si senta sempre più sgranocchiare ha però un altro motivo: gli snack agli insetti sono spesso gratuiti per le migliori menti del mondo. Tramite i nerd le aziende vogliono far apprezzare al grande pubblico i loro prodotti.


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«... allora non ci saranno più né code, né incidenti»

Intervista: Peter Hossli

Peter Schwarzenbauer, membro di direzione di BMW, in un’intervista sul noleggio di auto al minuto e sulla maggiore sfida nella storia dell’industria automobilistica. Signor Schwarzenbauer, che cosa ha contro il cinema d’azione americano? Perché dovrei avere qualcosa contro questo cinema?

BMW costruisce sempre più auto elettriche, i cui motori non fanno rumore e non esplodono durante gli inseguimenti. Nei film d’azione già oggi quasi tutto viene creato al computer con l’intelligenza artificiale.

Un film «Fast and Furios» con una BMW elettrica è difficilmente immaginabile. In futuro nei film le automobili correranno sempre più veloci. Potenzialmente un motore elettrico può accelerare più rapidamente di uno a combustione.

La grande maggioranza delle nuove auto viene alimentata a benzina e diesel. Quando saranno le auto elettriche a essere in vantaggio?

Da decenni l’industria del sud della Germania si orienta sul motore a combustione. Come avverrà questa trasformazione? Non basta premere un pulsante, il processo di cambiamento dura anni. Il passo più importante consiste nel poter fabbricare nella stessa linea di produzione auto con motore sia elettrico che a combustione. Determinante è poter reagire rapidamente e rimanere flessibili.

L’azienda automobilistica americana Tesla ha sempre puntato sulla mobilità elettrica e non deve staccarsi da una tecnologia centenaria. Quanto è grande il pericolo che approdi prima nel futuro rispetto alla BMW?

Qual è la sua previsione personale?

Prendiamo sul serio aziende come Tesla. Quello che hanno fatto per la mobilità elettrica è impressionante. Tuttavia, nei prossimi anni c’è una grande necessità d’investimento non soltanto per la mobilità elettrica, ma anche per la guida autonoma, l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione. Si tratta della maggiore sfida della storia dell’industria automobilistica. BMW può farcela con i propri mezzi. Altri invece non sono ancora redditizi o non hanno i mezzi per questo investimento.

È difficile fare previsioni, ma entro il 2025 la quota di veicoli elettrici sarà probabil-­ mente tra il 15 e il 25 percento.

Non Google e Apple, le cui casse sono ben gonfie. Cosa succede se una di queste

Questa è la domanda da 100 miliardi di dollari. Dipende dall’accettazione della tecnologia, dall’autonomia della batterie, dall’infrastruttura e dai prezzi. Questi elementi determinano il noto punto critico.

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In collaborazione con BMW

aziende si mette a costruire auto? È ancora da vedere se le ditte tecnologiche della Silicon Valley vogliono costruire auto. Sono invece sicuro che puntano a sviluppare tecnologie che permettano la guida autonoma. Vogliono che tutti utilizzino la loro tecnologia. Dubito però che diventino tutti costruttori di automobili.

«BMW sta imparando a diventare un’impresa tecnologica.» Peter Schwarzenbauer, membro di direzione.

Allora nessun pericolo dalla Silicon Valley? BMW sta imparando a diventare un’impresa tecnologica. Ciò richiede una maggiore rapidità in quello che facciamo. Le aziende tecnologiche della Silicon Valley devono a loro volta imparare a costruire auto, questo è molto più difficile.

Le aziende tecnologiche vogliono rendere i costruttori di automobili e di macchine dipendenti dal loro software. Come vi opponete a questo cavallo di Troia? I clienti devono porsi due domande. Innan­zitutto, presso chi i loro dati personali sono sicuri? Noi miglioriamo la mobilità con i dati, gli altri guadagnano soldi con i dati. In secondo luogo, di chi vi fidate di più per la costruzione di un’auto robot? Di chi costruisce la sua prima auto? O di chi dimostra da oltre 100 anni di essere in grado di produrre auto sicure?

I giovani sono cresciuti con Apple e Google e si fidano di queste aziende. Non dimentichi l’alto standard qualitativo. Non tutti vogliono guidare lo stesso cubo. Le persone sono disposte a pagare un prezzo più alto per qualcosa di migliore e più confortevole.

Sa quando è grande la mia auto?

Foto: Tim Wegner/laif, BMW

La conosco troppo poco.

Si infila nella mia borsa: l’app di Uber, che mi permette di utilizzare un’auto nelle principali città del mondo. Uber confuta l’argomento dell’alto standard qualitativo. Perché esiste Uber Lux? Se vuole recarsi da A a B, lo può sempre fare con Uber X. Ciononostante Uber Lux ha una quota del 15 percento. È errato pensare che la propria mobilità si

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In collaborazione con BMW

Di chi è la responsabilità se un’auto autonoma causa un incidente?

trovi nel proprio iPhone. Finché non esisterà il teletrasporto, là fuori dovrà esserci a un certo punto un’auto che ci porti in giro.

In futuro in che modo utilizzeremo l’auto? Ci sarà una differenza tra città e campagna. In campagna le persone avranno la propria automobile, mentre nelle città la mobilità sarà disponibile come l’acqua e l’internet. Qui nei prossimi anni ci sarà un ulteriore passaggio da proprietari a utilizzatori. Il concetto di sharing diventa sempre più interessante per noi.

Che cosa intende? In passato si acquistava l’auto in contanti dal concessionario. In seguito è arrivato il leasing e il mercato è esploso, soprattutto nel segmento premium. Improvvisamente, grazie alla rata mensile, ci si può permettere qualcosa in più. Se in futuro vendiamo le auto del settore premium al minuto, il mercato sarà molto più grande di quello attuale.

Perché tutti si potranno permettere una BMW Serie 7? Non ogni giorno, ma magari due volte al mese dopo essere stati a teatro si acquisterà via cellulare una corsa con la BMW Serie 7.

In questo modo aumentate il vostro fatturato? Se prendete un’auto in leasing, pagate un rata mensile per l’utilizzo. Diciamo che al momento riceviamo 790 franchi al mese per un’auto. Se dò a noleggio la stessa auto per un giorno intero con fatturazione al minuto, guadagno molto di più.

Entro il 2021 BMW vuole produrre auto autonome di serie. Così non va però perso il piacere di guida? Se siete in coda a Zurigo, non provate alcun piacere. Ma se vi recate in montagna nel weekend sì. Con la guida autonoma riorganizziamo i tempi morti. Invece di avanzare di qualche metro e poi attendere, potete utilizzare meglio questo tempo. Se poi nel fine settimana volete godervi un’esperienza di guida, lo potete fare.

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Peter Schwarzenbauer (58), è membro di direzione di BMW AG e responsabile MINI, Rolls-Royce, BMW Motorrad, Customer Experience e Digital Business Innovation del Gruppo BMW.

Non togliete il volante? Il volante lo lasciamo intenzionalmente. Con le nostre auto totalmente autonome ci sarà la possibilità di fare una bella gita nel weekend. Il cliente deve poter decidere se guidare o lasciare la guida alla macchina.

È difficile immaginare che sulla stessa strada circolino auto autonome e auto guidate dalle persone.

Dal punto di vista finanziario non è un problema. Potremmo ad esempio versare su un fondo qualche centesimo per ogni corsa. Se succede qualcosa, possiamo utilizzare questo fondo.

Nello sviluppo tecnologico chi avrà la leadership, gli europei o gli americani? Nella Silicon Valley ho imparato il nuovo termine «frenemy», l’unione di friend ed enemy (amico e nemico). Siamo clienti di Google, facciamo pubblicità presso Google. Ci sono ambiti in cui abbiamo gli stessi interessi. Entrambi vogliamo ampliare sensibilmente la rete 5G, perché senza di essa non è possibile utilizzare i veicoli autonomi. Se Google entrerà nel settore della mobilità, allora saremo anche concorrenti.

Non è possibile avere contemporaneamente nel traffico cittadino auto stupide e intelligenti. Le città dovranno forse definire delle area dove potranno circolare solo auto autonome.

Molte persone temono la digitalizzazione. Oggi BMW impiega 125 000 persone. Nell’ambito di questi cambiamenti, tale numero sarà destinato ad aumentare o a diminuire?

Entro il 2021 le città non saranno ancora pronte.

Non so dirlo. La storia mostra però che ogni cambiamento ha sempre portato più impieghi di quelli soppressi.

La fase introduttiva durerà anni. Ma ci saranno città che fino ad allora avranno interi quartieri per la guida autonoma.

Non si tratta soltanto di tecnologia, ma anche della psicologia dei clienti. Devono essere pronti per questa novità. È necessario un avvicinamento a tappe. I giovani hanno un approccio a questi temi diverso dal nostro. Sono nativi digitali e hanno più fiducia nella tecnologia.

Cosa succede se un’auto robot investe per la prima volta una persona uccidendola? Ogni incidente è di troppo. Negli USA si registrano ogni anno 30 000 morti sulle strade. Secondo studi, con i veicoli autonomi questa cifra verrà ridotta a circa 5000. È un numero molto minore rispetto a quello attuale.

Da oltre 40 anni alla radio sento notizie di incolonnamenti. Quando risolverete finalmente il grande problema della mobilità? Quando nelle città tutti avranno un veicolo autonomo. Allora non ci saranno più né code, né incidenti.

Ci vorranno anni. Esistono tecnologie che migliorerebbero in parte la situazione. Il trenta percento del traffico cittadino è causato dalla ricerca di un parcheggio. Se gli automobilisti usassero soluzioni di gestione dei parcheggi, come ad esempio il nostro servizio ParkNow, potremmo ridurre del trenta percento il traffico. Anche un collegamento intel­ ligente dei semafori potrebbe ridurre le code e le emissioni di CO2 .


Scoprite la Giornata Digitale con le FFS. Venite a trovarci il 21 novembre 2017 nel vagone digitale e nelle stazioni di Zurigo, Ginevra, Lugano e Coira e aiutateci a dare forma alla mobilità del futuro. www.giornatadigitale.swiss/it/s


A tutto gas nel futuro L

’evoluzione dell’auto: dal tempomat alla frenata assistita ci sono voluti 30 anni. Oggi lo sviluppo avanza quasi a ritmo mensile. Sempre più sistemi di assistenza aiutano il conducente nelle diverse situazioni. Il collegamento tramite

2007

2005

Collegamento intelligente Il futuro digitale inizia concretamente con il collegamento di con­ ducente, veicolo e am­ biente. Nel 2004 BMW presenta Connected­ Drive. Qui la parola chiave è informazioni: i sensori le forniscono, la comunicazione le di­ stribuisce e l’intelligen­ za le elabora. Più il con­ducente delega, più aumenta la sicurezza e il comfort. Come primo produttore BMW inizia a collegare sistemi di informazione, comuni­ cazione e assistenza.

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ConnectedDrive offre sicurezza, relax e comfort. La propulsione elettrica completa i motori convenzionali e propone un’alternativa alla mobilità di domani. Presto guideremo le nostre auto solo quando lo vorremo. Ma questo è solo

Ricerca con Google al volante Come pioniere BMW offre la ricerca setto­ riale di Google nel vei­ colo. Per la prima volta è possibile richiedere informazioni locali di­ rettamente in internet. I risultati vengono ri­ presi dal navigatore tramite pulsante. Il si­ stema riconosce da solo la posizione attuale e la destinazione e mostra risultati nei dintorni con indirizzo, telefono e distanza.

2010

Piano a 5 livelli BMW capisce presto che i veicoli e la tecnica subiranno un cambia­ mento maggiore nei prossimi 10 anni rispet­ to ai 30 anni precedenti. Si lavora quindi a stan­ dard, piattaforme e a un backend per il futuro della guida automatiz­ zata. A questo scopo si definiscono i cinque livelli della guida auto­ matizzata. Nel livello 2 (stato attuale) i sistemi di assistenza per i con­ ducenti rappresentano lo stadio precedente alla guida automatizza­ ta. Il livello 5 dovrebbe essere raggiunto a partire da metà 2020: l’auto viaggia da sola e i passeggeri sono seduti nel veicolo senza dover far niente. Fantascien­ za? Non per molto.

l’inizio. Sulla nostra linea temporale è possibile osservare la strada digitale percorsa da BMW passo per passo. Vi presentiamo anche una prospettiva sulla direzione che prenderà il viaggio digitale ed elettronico nel futuro automobilistico.

2010

Controllo intelligente L’auto viene gestita a distanza: con My BMW Remote App è possibile attivare alcune funzioni dall’esterno del veicolo, senza doversi trovare nelle vicinanze. L’app per iOS disponibile dal 2010 permette un’a­ pertura e una chiusura a distanza, controllo del climatizzatore e la possibilità di cercare la posizione dell’auto. Dal 2012 anche per Android.

2011

A testa alta! Come primo produttore europeo, BMW ha adat­ tato per grandi serie l’Head-Up Display uti­ lizzato da decenni nell’aviazione. Già dal 2004 il sistema di assi­ stenza è presente nella BMW Serie 5 come componente di BMW ConnectedDrive. Nel 2011 diventa un tratto comune di BMW: ulte­ riormente sviluppato e ottimizzato, l’Head-Up Display è disponibile come optional in quasi tutte le serie. Questo sistema indica limiti di velocità, percorsi e segnali di allarme.


In collaborazione con BMW

Il futuro della mobilità elettrica? La BMW i Vision Dynamics mira a offrire 600 km di autonomia e oltre 200 km/h di velocità massima.

2012

Clever urban All’ITS World Congress a Vienna, nel 2012 BMW presenta le possibilità di un collegamento intelligente nello spazio urbano. BMW Connected­ Drive realizza innovazioni che permettono una convivenza nel traffico cittadino più sicura, efficiente e confortevole. Allo stand BMW si possono osservare app e funzioni di instradamento legate al veicolo, sistemi di sicurezza, nonché soluzioni di mobilità su due ruote.

2015 2013

Piccola e innovativa Con la i3, BMW inizia una nuova era. La piccola e stilosa E-BMW è prodotta in modo sostenibile e racchiude tecnologie totalmente innovative, che le permettono di gestire il quotidiano. Unisce dinamica di guida con sostenibilità, design futuristici con connettività e stile di vita urbano. Come l’auto sportiva elettrica i8 lanciata nel 2014, la i3 costituisce la base per l’ulteriore digita­ lizzazione.

2015

Bei gesti Lo sviluppo dei sistemi di assistenza avanza a pieno ritmo. Nel 2015 la nuova BMW Serie 7 fissa nuovi standard, ad esempio con innovazioni quali BMW Gesture Control, Touch Command, avviso di traffico in senso trasversale, assistenti di sterzo e di guida in corsia, protezione attiva anticollisione laterale, Surround View con visualizzazione 3D e parcheggio telecomandato.

Parcheggio automatico In occasione del Consumer Electronic Show a Las Vegas, BMW presenta le più recenti conquiste tecniche: massima flessibilità nella prenotazione di servizi digitali con BMW ConnectedDrive Store, prevenzione a 360 gradi delle collisioni e parcheggio totalmente automatizzato in autosili, nonché nuove visualizzazioni con le cartine di navigazione del servizio di mappe «Here».

2015

Ricarica tramite orologio Nel 2015, con la BMW i Remote App, lo scambio tra conducente, veicolo e ambiente raggiunge un nuovo livello. L’app permette di controllare e gestire a distanza determinate funzioni (stato della batteria, caricamento) dei modelli BMW i, una prima mondiale. Innovativa: la BMW i Remote App è disponibile per l’Apple Watch, allora appena uscito sul mercato. www.giornatadigitale.swiss  25


In collaborazione con BMW

2018

Sguardo al futuro BMW presenta a Las Ve­ gas il cockpit del futuro. Nella concept car BMW i Vision Future Inte­ raction sono presenti display ad alta definizio­ ne, che cambiano a se­ conda della situazione, comandi tramite gesti e il nuovo AirTouch, che riconosce i movimenti della mano anche bassi tramite sensori. Si trat­ ta di una prima mon­ diale. Il futuro non è mai stato più tangibile.

Foto: BMW

2016

Lifestyle digitale I sistemi di assistenza non si limitano alla sicu­ rezza. Dal 2018 l’assi­ stente vocale di Amazon Alexa viene integrata totalmente in tutti i mo­ delli BMW e MINI. L’inse­ rimento dell’assistente vocale permette una serie di servizi e di pos­ sibilità di intrattenimen­ to e shopping, in tutta semplicità grazie all’in­ terazione vocale.

2018

2017

Robot e aiutanti Non soltanto nell’auto, ma anche nella produ­ zione è iniziato il futuro: già nel 2013 il Gruppo BMW ha impiegato ac­ canto ai collaboratori il primo robot leggero, internamente chiamato «Miss Charlotte», nella linea di assemblaggio nella fabbrica americana di Spartanburg. Oggi al­ cuni collaboratori indos­ sano esoscheletri, che rafforzano ad esempio il movimento della parte superiore del braccio. Nella produzione dei veicoli vengono aiutati da 60 robot leggeri.

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Offensiva intelligente Nel campo dell’elettrifi­ cazione, dal 2018 BMW passa all’offensiva, in modo ancora più marca­ to rispetto al passato. Ad esempio la BMW i8 pre­ senta una maggiore au­ tonomia e capacità delle batterie. Entro il 2025, si prevede che 25 modelli avranno una propulsione elettrica, di cui 12 total­ mente elettrica. Tra questi 12 modelli figura il bestseller BMW X3, che sarà ben presto disponi­ bile con motore total­ mente elettrico. Anche la Gran Coupé Concept BMW i Vision Dynamics con autonomia di 600 km sarà prodotta in serie.

2030

2021

Next, please! La iNext porterà la mobilità a un nuovo livello presso BMW. Per la prima volta è possibile una suddivi­ sione della responsa­ bilità del controllo dell’auto tra conducen­ te e veicolo. In auto­ strada il conducente può occuparsi di altre attività per un periodo più lungo (eyes off). Deve tuttavia ancora essere in grado di assumere la guida entro pochi secondi.

Previsioni future La realizzazione di vei­ coli autonomi è ipotiz­ zabile tra il 2020 e il 2030. Durante questo decennio BMW dovreb­ be attuare i primi pro­ getti pilota con veicoli autonomi. In questo li­ vello 5 di guida non sono più necessari né vo­ lante, né pedali. Con la Concept BMW Vision Next 100, BMW ha mostrato già nel 2016 l’aspetto che potrebbe avere questo veicolo. I tempi per l’attuazione dipendono tuttavia anche da fattori esterni come la legislazione.

2050

Agevole e individuale Gli esperti stimano che nel 2050 in Europa più del 75 % di tutta la po­ polazione vivrà in città. Traffico troppo elevato e mancanza di possi­ bilità di parcheggio sono solo alcuni esempi di ostacoli alla mobilità che andranno risolti nelle zone urbane. Perciò il Gruppo BMW pensa alla mobilità ben oltre al prodotto e com­ pleta la sua offerta con tecnologie, servizi e prestazioni. La visione per il futuro prevede una mobilità completa­ mente agevole, sempre disponibile e su misura con il Gruppo BMW.


Mobilità verde Di Kaye Anthon

T

ra cinque, al massimo dieci anni ci saranno stazioni di ricarica per le auto elettriche in tutti gli insediamenti urbani», è questa la previsione del dottor Peter Staub, CEO di pom+. E lui ne sa qualcosa: lo sviluppatore di immobili si occupa del futuro del settore immobiliare. Staub sviluppa costruzioni per clienti come Roche e UBS: edifici connessi, edifici a risparmio energetico, edifici sostenibili. Lo sviluppo del ramo immobiliare e quello del settore automobilistico vanno di pari passo. Ne è un esempio la stazione di ricarica al proprio domicilio. Il nostro concetto di mobilità cambia, siamo noi a scegliere: trasporto privato o mezzi pubblici, quello che meglio risponde alle nostre esigenze del momento.

Foto: Thomas Buchwalder (2)

Come viaggeremo in futuro? BMW e le FFS vogliono scoprirlo insieme all’ETH osservando 150 conducenti test. Il dottor Peter Staub è uno di loro. Il dottor Staub vive già oggi il modello del futuro. Grazie all’abbonamento Green Class delle FFS e di BMW, all’entrata della sua casa unifamiliare a Windisch (AG) c’è

Con un mezzo privato in stazione, con i trasporti pubblici in ufficio: l’abbonamento Green Class FFS convince il dottor Peter Staub.

una BMW i3 Protonic Blue, inclusa stazione di ricarica. Con questa macchina il CEO si reca di solito ogni mattina alla stazione di Brugg, posteggia l’auto elettrica in un parcheggio FFS e viaggia in treno in prima classe fino a Zurigo. Da lì va a piedi o con il tram al Technopark, dove 20 anni fa ha fondato la sua ditta pom+, spin off dell’ETH. «Una combinazione ideale», racconta entusiasta Staub. «L’auto è bella da guidare: esperienza di guida, equipaggiamento e accelerazione sono buone e sul treno posso lavorare con il laptop». L’abbonamento Green Class FFS convince: «Anche in caso di forte pioggia arrivo in ufficio asciutto.» Tuttavia, Staub non è interessato soltanto a un viaggio asciutto, ma anche all’efficienza: così per le vacanze in famiglia gli Staub prendono il treno per recarsi in Ticino. A sud delle Alpi utilizzano poi un’auto Mobility. «Purtroppo non sempre una BMW», fa notare Staub strizzando l’occhio. E nemmeno sempre un’auto elettrica. Un passo alla volta: è questo il motto. «La digitalizzazione ha più vantaggi che svantaggi», ne è convinto Staub. Modelli come l’abbonamento Green Class FFS possono ad esempio dare un ulteriore slancio alla shared economy. «A me interessa tutto ciò che ha a che fare con digitalizzazione e innovazione», afferma Staub. Spiega che la motivazione intrinseca per l’innovazione lo ha anche spinto a fondare dopo gli studi all’ETH l’azienda pom+. Il nome rappresenta le iniziali delle parole tedesche Projekt- und Objektmanagement (gestione dei progetti e degli oggetti), + valore aggiunto per i clienti e l’ambiente. «E abbiamo dimostrato di essere sostenibili quando da una ditta di due persone siamo cresciuti diventando l’azienda attuale attiva in tutta la Svizzera con 70 collaboratori; tutto questo senza un centesimo da terzi.»

pom+ gestisce, con FFS Immobili e Swiss Life Lab, il www.lab100.ch che si trova sulla Europaallee a Zurigo. Durante la Giornata digitale è possibile immergersi nei mondi della virtual e augmented reality.

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Più intelligente del contadino Di Gabi Schwegler

La digitalizzazione non risparmia nemmeno l’agricoltura: Marc Binder (43), contadino dell’Oberland zurighese, fa mungere le sue 64 mucche da un robot.

L

a mucca di razza Frisona, pezzata nero e bianco, spinge con veemenza il recinto, il naso è quasi infilato nella mangiatoia con pellet di mais e gli zoccoli sono posizionati a sinistra e destra del canale di scarico. Il robot di mungitura la riconosce subito: «59 Evelin». Sulla base della sua resa lattiera precedente si aspetta 12,2 litri di latte da Evelin in questa mattinata. Evelin è una della 64 mucche da latte della fattoria di Marc Binder (43) che si trova poco fuori la località di Illnau nell’Oberland zu­ righese. E Binder è uno di quei contadini svizzeri, per cui le soluzioni digitali sono entrate a far parte del quotidiano. Ne è un esempio il robot di mungitura che sta pulendo i capezzoli di Evelin e in seguito posiziona i quattro aspiratori con l’aiuto di una tele­ camera. Sul display di controllo è possibile verificare subito la quantità di latte e il flusso per capezzolo. Evelin continua tranquilla­

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Grande risparmio di tempo grazie agli ausili digitali: con il robot per mungitura e quello di distribuzione del cibo, il contadino Binder risparmia otto ore di lavoro al giorno.

mente a masticare, mentre dietro «28 Circus» spinge la sua testa attraverso le lamelle in plastica. Massima attività per il robot di mungitura che «lavora» 24 ore. «Può sembrare strano», afferma Binder, «ma il robot ci permette di avvicinarci maggiormente alla natura dell’animale.» Invece di dover rispettare gli orari fissi di mungitura del contadino, le mucche di Bin­


Foto: Martin Guggisberg

Il robot ci permette di avvicinarci maggiormente alla natura dell’animale. Marc Binder (43), contadino.


Precisione: con laser e telecamera il robot posizione gli aspiratori del latte.

Autonomia per l’animale: le 64 mucche da latte di Binder decidono da sole quando vogliono essere munte.

der decidono da sole quando vogliono essere munte. «Un vitello al pascolo va anche tre-quattro volte dalla mamma per bere.» E grazie al robot Binder risparmia quattro ore di lavoro. Il basso sole autunnale splende attraverso la stalla, dove si sente un suono: si tratta del robot di distribuzione del cibo, che in orari programmati spinge verso la mangiatoia la miscela di fieno ed erba. Binder ha acquistato questi strumenti la scorsa primavera dopo aver calcolato qual era la sua tariffa oraria per spalare le 2,5 tonnellate di fieno. Quattro ore di lavoro a 7.50 franchi l’una. «Oltre al fatto che si tratta di un lavoro molto faticoso dal punto di vista fisico, non vale più assolutamente la pena farlo», afferma Binder. Perciò ha deciso di investire 18 000 franchi nei robot. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto che le mucche hanno accesso al foraggio durante tutto il giorno «soprattutto anche gli ani­mali non dominanti che la maggior parte delle

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Simultanea: la mungitura sincrona dei quattro capezzoli dura appena cinque minuti.

volte restano senza, se il cibo viene dato puntualmente.» I contadini più anziani o gli abitanti delle città lo prenderebbero in giro chiedendo se non ha più voglia di lavorare e vuole starsene con le mani in mano. «Naturalmente non è assolutamente vero che non ho più niente da fare per via dei robot», afferma Binder, «ma utilizzo le ore guadagnate per la cura degli animali e i lavori di manutenzione. Inoltre, posso suddividere in modo molto più flessibile il lavoro nei campi e nella stalla.» Dalla sua centrale di controllo, un ufficio con banchina in legno e trappole per mosche, sorveglia la sua mandria. Esamina tabelle con mucche contrassegnate in giallo, verde e rosso. «Con un clic so ad esempio quale mucca deve essere fecondata o quale è da qualche tempo che non passa dal robot per Binder esamina il display del robot per mungitura: i valori di laboratorio ottenuti direttamente dal latte lo aiutano a individuare precocemente eventuali malattie dei suoi animali.

mungitura», afferma Binder. Inoltre, i valori di laboratorio ottenuti direttamente dal latte lo aiutano a individuare precocemente eventuali malattie. E per lui che gestisce la fattoria in società con un altro contadino, c’è ancora un ulteriore grande vantaggio. «Queste soluzioni digitali semplificano la standardizzazione delle procedure di lavoro e quindi una collaborazione di questo tipo.» Davanti a Binder c’è il catalogo dei tori che esamina sempre con attenzione. Anche in questo caso pensa al robot per mungitura: feconda le sue mucche da latte con sperma di tori, il cui albero genealogico promette capezzoli distanti. Se sono troppo vicini, risulta difficile per il braccio del robot posi­ zionare gli aspiratori. A pochi metri si apre la porta di metallo, Evelin ritorna nel suo box. Il display indica 12,1 litri di latte.


Š UBS 2017. Tutti i diritti riservati.

Aggiornate la vostra sicurezza digitale ubs.com/securitycheck


L’essere L

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Probabilità di automazione per ramo economico Amministrazione pubblica, settore sanitario e sociale

17%

Informazione e comunicazione

19%

Altri servizi Servizi finanziari e assicurativi Servizi da parte di indipendenti, servizi scientifici e tecnici

22%

61%

13%

68% 23%

22% 29%

Commercio, traffico e gestione dei magazzini Costruzioni/edilizia Fondi e abitazioni Agricoltura ed economia forestale Quota di impiegati con possibilità di automazione

55% 37%

32%

Imprese artigianali

35%

23%

47%

44% 22%

49% 51% 60%

32%

23%

28%

21%

28% 25%

76% alta

16% 12%

media

12%

bassa

Fonte: Ufficio federale di statistica, Frey e Osborne (2013), Deloitte Foto: Getty Images/Science Source

’impiegato di commercio rappresenta il lavoratore svizzero standard: dispone di una buona formazione, è affidabile e coincide con il ritratto di una nazione che negli ultimi 200 anni è passata da Stato agricolo a piazza industriale e successivamente si è trasformata in una società dei servizi. In questo contesto, un apprendista di commercio interessato alla formazione continua poteva addirittura accedere ai piani alti delle imprese locali. Poco prima dell’inizio del nuovo millennio, un giovane diplomato in commercio specializzato in contabilità, informatica, assistenza alla clientela o gestione del personale poteva in ogni caso partire in buona fede dal presupposto che grazie alla sua formazione solida non avrebbe mai incontrato problemi sul mercato del lavoro. Poi la digitalizzazione ha stravolto il mondo con la forza di uno tsunami e ha scatenato ciò che l’economista austriaco Joseph Schumpeter aveva identificato già a metà del 20° secolo come effetti collaterali di ogni rivoluzione tecnologica: «la distruzione creativa» del sistema precedente che annienta ciò che è vecchio e permette lo sviluppo di una nuova realtà.

Gli impiegati d’ufficio senza formazione superiore corrono il rischio maggiore: al momento, in Svizzera vi sono 31 000 posti di lavoro in questo settore. Secondo il consulente aziendale Deloitte, il 97 percento sarà vittima della digitalizzazione. Anche nell’agricoltura e nell’economia forestale sparirà il 71 percento degli impieghi. Contemporaneamente, grazie alla digitalizzazione entro il 2025 verranno creati fino a 270 000 nuovi posti di lavoro, soprattutto in professioni altamente qualificate. In questo campo le nuove tecnologie permettono maggiore efficienza. La formazione continua e costante diventerà sempre più importante nella nostra vita professionale.


umano acquista importanza Di René Lüchinger

I lavori semplici possono essere svolti da robot. Diventano sempre più importanti creatività e competenze sociali, in fondo tutto ciò che ci rende degli esseri umani.

L’impiegato di commercio si trova in mezzo a questo tifone: con circa 10 000 giovani che ogni anno iniziano questa formazione, l’apprendistato di commercio è sempre il più ambito in Svizzera. A seguito della digitalizzazione, lo scorso anno il «Tages Anzeiger» ha pubblicato un articolo intitolato «Fino a 100 000 posti a rischio nel settore degli impiegati di commercio.» Nell’era dell’automazione digitale e della robotizzazione, l’impiegato di commercio appartiene a un settore professionale a rischio o addirittura destinato a sparire? Analogamente forse al conducente di tram o al macchinista che potrebbero essere vittime dei veicoli autonomi, oppure al postino che magari presto verrà sostituito da droni che distribuiranno le lettere? È incontestato il fatto che grazie alla digitalizzazione numerosi lavori in uffici, in cui sono presenti impiegati di commercio, possono essere evasi con l’aiuto di macchine. Ad esempio lavori di segretariato o nel settore delle finanze, dove dei robot possono occuparsi

di consulenze finanziarie standardizzate. Considerando questi sviluppi, la Società svizzera degli impiegati di commercio ha incaricato la Hochschule für Wirtschaft di Zurigo (HWZ) di procedere allo studio «Digitalizzazione e futuro dei profili professionali commerciali». Lo studio giunge alla conclusione seguente: «Nel prossimo decennio la digitalizzazione andrà oltre l’automazione dei processi di lavoro. Ciò avverrà grazie allo sviluppo nel settore della robotizzazione umanoide. Da un lato, le mac-

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Foto: Getty Images/E+

chine diventano sempre più simili a esseri umani, dall’altro le persone integrano sempre più le macchine nella loro vita e nel lavoro quotidiano.» Il profilo professionale dell’impiegato di commercio non viene tuttavia messo in pericolo solo dalle macchine, bensì da nuovi profili professionali che richiedono conoscenze digitali specifiche. Ad esempio dal mediamatico, ovvero uno specialista con una formazione che include conoscenze dei settori informatica, marketing, multimedia, gestione di progetti e amministrazione. Oppure dagli specialisti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ITC), in particolare specialisti in software, banche dati o reti. Il giovane diplomato di commercio con formazione standard ha ancora una possibilità di competere sul mercato del lavoro con questi specialisti del nuovo contesto digitale? Gli esperti della HWZ ne sono convinti. Un robot finanziario può sì sviluppare un portafoglio standard, tuttavia il contatto con il cliente deve pur sempre essere stabilito da una persona di fiducia. Un mediamatico dispone sicuramente di molte conoscenze del settore tecnologico e digitale, ma nel mondo reale il successo si otterrà anche in futuro con la qualità umana per eccellenza: la competenza sociale. Gli autori dello studio della HWZ danno un chiaro consiglio agli studenti di commercio attuali e futuri per quanto riguarda l’approccio per giungere al successo anche nel mondo digitale: «Per distinguersi dai giovani diplomati di altre formazioni professionali, chi ha seguito una formazione commerciale dovrebbe profilarsi in particolare con funzioni di interfaccia coordinative, completate da un chiaro orientamento alla clientela, ai sensi di un «imprenditore con funzioni di collegamento». La facoltà di pensare in modo interdisciplinare e le competenze nell’utilizzo di apparecchi digitali (senza conoscenze di programmatore) acquistano ulteriormente importanza a seguito dei compiti di coordinamento.»

La casa finita già virtualmente davanti agli occhi: l’augmented reality modificherà il mondo del lavoro.

Le caratteristiche future del vostro lavoro N

ascono nuove professioni, quelle esistenti evolvono. Prendiamo un esempio dall’edilizia: un artigiano viene interpellato perché in un tubo la pressione sta aumentando. Mentre controlla la parte interna, riceve informazioni in tempo reale in merito alla procedura da seguire. L’architetto vede l’edificio nel paesaggio prima che venga costruito. Sugli occhiali gli vengono indicate tutte le informazioni importanti: l’altezza prevista può essere realizzata in questo posto? Naturalmente il committente può procedere a una visita virtuale. Tutto ciò è possibile grazie all’Augmented Reality (AR), una tecnologia che aggiunge informazioni supplementari all’ambiente circostante. Le possibilità di impiego esistono anche in medicina: un paziente si trova in un’ambulanza e i soccorritori presumono che stia subendo un infarto. Le informazioni dell’elettrocardiografo appaiono sugli occhiali del soccorritore e vengono inviate all’ospedale insieme alle immagini della telecamera. In ospedale, uno specialista interviene a distanza e sostiene il soccorritore nelle cure del paziente. Oppure: un tecnico in riscaldamenti non deve più recarsi nelle

case, bensì può inviare indicazioni che appaiono sugli occhiali del cliente. Con tutte queste possibilità, abbiamo ancora bisogno di un luogo in cui lavorare? «Naturalmente posso lavorare in treno o addirittura al lido, tuttavia l’ufficio resta importante. Esso infonde un senso di appartenenza, permette il contatto sociale e offre l’infrastruttura. Forse in futuro non saremo più così spesso in ufficio. Diventerà principalmente un luogo di incontro, fatto che richiede nuovi requisiti da parte della cultura aziendale e dei dirigenti», spiega John Rice, Innovation Manager presso Swisscom. Già oggi, il 50 percento degli impiegati svizzeri potrebbe lavorare in modo mobile e indipendente da un luogo. Il 28 percento lavora da casa, del rimanente 72 per cento un terzo desidera farlo. Un’ulteriore tendenza consiste nell’indipendenza. In Svizzera, il 25 percento dei lavoratori rientra nella categoria dei freelancer. Questa percentuale tende ad aumentare. Nell’attività professionale è necessaria una maggiore flessibilità per quanto riguarda luogo di lavoro, orari e spirito. La formazione continua diventa sempre più importante per garantire l’impiego.


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#FOMO #YOLO #FOJI #MOMO Di Sven Ruoss

I giovani amano le piattaforme dei social media. WhatsApp, Instagram, Facebook, Snapchat e YouTube sono le cinque app preferite sullo smartphone dei nativi digitali della Svizzera.

S

tate guardando comodamente la TV mentre vi rilassate dopo una faticosa giornata. Perlomeno fino a quando lo smartphone accanto a voi inizia a vibrare. Un messaggio WhatsApp inviato da un amico con una foto mentre mangia la pizza, incontro a cui eravate stati invitati anche voi. Dal feed di Facebook vedete quanti dei vostri amici stasera si stanno divertendo al concerto dei Rolling Stones al Letzigrund. E improvvisamente il riposo sul divano non sembra poi così rilassante. Sarebbe stato meglio optare per una pizza con amici o per il concerto?

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Sicuramente conoscete anche voi questa sensazione, chiamata FOMO (abbreviazione di fear of missing out). La paura di perderci qualcosa ci accompagna da sempre. Tuttavia, con l’avvento dei social media e dei mezzi di comunicazione mobile, negli ultimi anni questo timore si è rafforzato. Grazie ai social media abbiamo una visione più rapida e più approfondita della vita di amici e conoscenti. Con il continuo update di stato su Facebook, Instagram, Snapchat, ecc. si è costantemente aggiornati. Ci sono sempre più persone che amano mettere in scena online

Foto: Jeff Vinnick/Getty Images for Free The Children

La numero 1: la can­tante Selena Gomez ha 128 milioni di follower su Instagram.

la loro vita in modo vivace e interessante. Siamo nell’era dell’edonismo. Nel qui e ora non ci si lascia sfuggire alcuna opportunità di divertirsi perché si vive una volta sola. O in una parola: YOLO (abbreviazione di you only live once). FOMO e YOLO sono come fratelli. YOLO è il divertente autopromotore, mentre FOMO è il tentennante secchione, che nel tempo libero vuole fare tutto correttamente. E poi c’è anche il pauroso solitario di nome FOJI (abbreviazione di fear of joining in). Queste persone non sanno quali contenuti pubblicare sui social media.


Hanno paura di non avere follower o che nessuno metta mi piace ai loro contenuti. Con FOMO e YOLO diventa sempre più difficile godersi il momento. Riassunto in modo esagerato: molti aspettano soltanto sempre il prossimo grande evento per poi ostentarlo agli amici sui propri canali social media. Ma cosa si può fare contro FOMO? Semplicemente spegnere lo smartphone e non seguire più la vita digitale dei propri amici? Questa soluzione purtroppo non è d’aiuto, perché non sapere cosa succede è peggio della paura di perdersi qualcosa.La preoccupazione di per-

dersi qualcosa perché gli altri non condividono più la loro vita si chiama MOMO (abbreviazione di mystery of missing out). Quando i propri amici dei social media non postano più, aumenta il nervosismo. La fantasia prende il sopravvento. Gli amici si stanno divertendo talmente tanto da dimenticarsi di mostrarlo online? E oltretutto senza di me? Una buona alternativa è l’abbandono dimostrativo JOMO (abbreviazione di Joy of missing out). Qui si tratta di lasciarsi sfuggire in modo consapevole qualcosa; di prendersela con comodo, di chiamarsi fuori.

JOMO è la controtendenza di FOMO ed è in parte un grido d’aiuto nel tempo del sovraccarico digitale. Ci si gode comodamente la serata da soli sul divano. E se si vuole si può persino fotografare i propri pantaloni della tuta sul divano e postarla su Instagram con l’hashtag «JOMO». Autore: Sven Ruoss è Head of Product & Business Development presso il Gruppo Blick e responsabile CAS Social Media Management presso la HWZ (Hochschule für Wirtschaft Zurigo).

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In futuro i tessuti effettueranno check-up medici? Inventate con noi il futuro della vostra azienda. La digitalizzazione offre affascinanti possibilità. Vi aiutiamo a soppesare opportunità e rischi, affinché la vostra azienda sia vincente domani. www.swisscom.ch/futuro Benvenuti nel paese delle possibilità.


08:00

Vengo svegliata dolcemente al momento giusto quando nella mia smart home si alzano con calma le tapparelle e dagli altoparlanti riecheggiano dei suoni della natura. Mi alzo, vado in bagno e sullo specchio dò un’occhiata alla mia agenda, al tempo attuale e alle notizie più importanti. Mentre mi lavo i denti, uno smiley sullo specchio mi comunica tramite «pollici in su» che il tempo e la pressione della pulizia sono ottimali.

08:30

Aiuto, cosa mi metto? Nessun problema, il mio armadio intelligente mi propone tre outfit adatti ai programmi della giornata e alle condizioni meteorologiche. Mi decido, ho fame. Colazione!

08:45

Il forno da tavolo ha preparato un bagel e un uovo al tegamino, la macchina del caffè sta già riempiendo il bicchiere da viaggio. Preparo la mia borsa ed esco di casa.

09:00

Faccio cenno al prossimo taxi libero autonomo. Durante il viaggio ha luogo la prima videoconferenza. Sono in auto con tre ologrammi e discuto il nostro prossimo progetto. Dimentico quasi che le persone attorno a me non sono presenti fisicamente.

09:10

Appena arrivata in ufficio, il lavoro continua senza

interruzioni. Lo smart office mi riconosce all’ingresso, apre la porta e chiede se anche oggi ho voglia di un Vanilla Latte.

09:20

Mi viene attribuita la prima postazione libera, che si addice alle prefe-

che oggi lavora da casa, anche lui indossa gli occhiali AR/VR e mi dà una mano.

12:00

Pranzo! Lo smart-assistant del mio smartphone mi comunica che oggi ci sono le condizioni me-

lavoro. L’espresso è già pronto quando una collega dei nostri uffici di Ginevra mi chiama perché ha bisogno di aiuto nell’analisi dei dati. Indosso i miei occhiali AR/VR e li accendo sul display trasparente. In questo modo non vedo soltanto

Una giornata nel

2027

Armadio intelligente, ologrammi di persone, letto preriscaldato. Arijana Walcott, VP of Consumer Business Development per Swisscom nella Silicon Valley, azzarda una previsione. renze salvate. Il mio Vanilla Latte si trova accanto alla tastiera e lo schermo è già acceso. Posiziono lo smartphone nella docking station e si parte. Con i miei occhiali AR (Augmented Reality)/ VR (Virtual Reality) esamino un nuovo edificio progettato e mi muovo nei locali. Modifico ciò che non mi va bene: scambio o sostituisco i pezzi. Ecco fatto! Faccio intervenire un collega

teorologiche perfette per una corsetta. Il mio smart-assistant mi propone un percorso e crea una playlist, che si addice alla perfezione al mio umore e alla mia velocità di corsa. Durante il ritorno ordina il mio piatto preferito in mensa, che è pronto quando arrivo.

13:15

Dopo aver fatto la doccia e aver mangiato, riprendo la mia postazione di

le informazioni digitali di cui ho bisogno, ma anche il mondo reale accanto a me. Spiego alla collega dov’è l’errore e mi gusto il mio espresso.

17:00

Ho lavorato abbastanza: tempo per amici e famiglia. Lo smart-assistent mi ricorda il concorso di robotica di mio figlio e mi chiede se deve chiamare un taxi autonomo. Nel taxi continuo a lavorare

fino a quando raggiungo la location dell’evento. Indosso i miei occhiali AR/VR; lo smart-assistent mi guida attra­ verso il campus fino alla palestra dove si tiene l’evento. Tra le quasi 200 persone non riesco a trovare mio figlio, lo smart- assistent invece sì: su richiesta mi indica con una freccia la posizione esatta. Mio figlio mi mostra orgogliosamente quello che ha costruito insieme al suo amico d’IA: un bel robot con cui giocare a calcio.

19:00

Torniamo a casa. Davanti alla porta troviamo il cibo che il frigorifero intelligente ha ordinato al mattino per la nostra cena. Prima di mangiare decidiamo di fare una partita a «Murder Mystery». Naturalmente in VR, insieme a mio fratello che abita a Los Angeles.

22:00

Il mio smart-assistent mi dice quando esattamente è ora di infilarmi nel letto preriscaldato. Infatti, non soltanto sa come sta il mio corpo in quel momento, ma anche quali sono i miei impegni per il giorno dopo. E di quante ore di sonno ho bisogno.

00:00

Mentre sono a letto e dormo, il mio smart-assistent raccoglie diligentemente dati, affinché il giorno dopo possa dirmi se la mia notte è stata davvero tranquilla e dov’è il mio potenziale di miglioramento.

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New Kids on the Blockchain Di Marc Badertscher

Bitcoin, Blockchain & Co: Zugo, con la sua «Crypto Valley», sta diventando un hotspot nel mondo delle nuove monete digitali.

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a una grande quantità di denaro molto prima che con i classici investitori di rischio e una successiva entrata in borsa. Soltanto nel 2017 tutti questi progetti hanno ricevuto un totale di oltre due miliardi di franchi. Questi soldi devono essere gestiti da qualche parte, al fine di garantire a lungo termine il progetto Blockchain. La Svizzera, con il suo diritto delle fondazioni e la generale sicurezza giuridica, è particolarmente adatta in questo senso. Soprattutto le autorità di Zugo hanno riconosciuto tempestivamente la tendenza e hanno offerto la loro consulenza ai primi progetti. Oggi i Consiglieri federali visitano la «Crypto Valley» e chiedono che aiuto possono dare. La grande svolta risale al 2014 quando gli inventori del Blockchain Ethereum hanno scelto Zugo quale sede della loro fondazione, che si occupa dello sviluppo del secondo maggiore Blockchain e dell’amministrazione dei fondi. Ciò ha lanciato un segnale. Da quel momento a poco a poco si sono insediati nella regione nuovi progetti, nel frattempo a un ritmo mensile, quasi settimanale. C’è chi sviluppa una nuova app di messaggistica, chi una piattaforma per la gestione dei nuovi patrimoni digitali, chi ancora una piattaforma di commercializza-

Crypto Valley Zugo Bitcoin Suisse e Monetas sono state tra le prime aziende a insediarsi a Zugo. Nel frattempo circa 30 aziende del settore Blockchain hanno la loro sede in questo Cantone.

Cartina: Swisstopo. © BILANZ-Grafik / BrandStudio

A

lungo, soprattutto qui in Svizzera, nessuno ha notato come la regione attorno a Zugo abbia iniziato a posizionarsi in modo nuovo e digitale, diventando la cosiddetta «Crypto Valley». È stato un rilancio. Il nocciolo del messaggio è stato che la regione è aperta alle novità che hanno in qualche modo a che fare con le nuove criptovalute digitali quali Bitcoin e Ether e la relativa tecnologia Blockchain. Nel frattempo «Crypto Valley» è diventato un marchio internazionale. Tutti i principali portali di news su Bitcoin e Blockchain informano regolarmente in tutto il mondo su quello che succede sulle rive del lago di Zugo fino alla regione attorno a Zurigo. E lo fanno per un buon motivo. Decine di ditte e progetti del nuovo mondo Blockchain si sono stabilite a Zugo e nella regione (vedi anche grafica). Il motivo principale per cui hanno iniziato a trasferirsi a Zugo è finanziario. Infatti, diversamente dalle start-up tradizionali, questi progetti si finanziano tramite il cosiddetto Initial coin offering (ICO). Si tratta di un sistema simile alla borsa, dove gli investitori ricevono nuove monete digitali come contropartita per il loro impegno. Una delle principali differenze consiste nel fatto che questi nuovi progetti hanno accesso


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Uster Cryptocash

Prodotti e servizi per la lotta/difesa contro la criminalità cibernetica.

Servizi nel settore delle criptovalute (ad es. supporto KYC).

Bahnhof Alte Spinnerei

Baar

A4

Mount10

InfoGuard

Fornitore di soluzioni di sicurezza informatica e di innovative soluzioni di rete.

Crypto

Soluzioni per la sicurezza informatica e l'architettura di sicurezza crittografica.

Stoccaggio altamente sicuro di informazioni fisiche ed elettroniche.

Baare

rstras

se

Steinhausen

Xapo

Inwil

Bitcoin Wallet, gestione della memoria e Bitcoin Debit Card.

Lorzen

Bitcoin Suisse

Fornitori di servizi finanziari per Bitcoin e altre criptovalute (incl. piattaforma di scambio, bancomat).

Herti

Monetas

Piattaforma per le transazioni di valori patrimoniali da smartphone a smartphone.

Bitfinitum

Ditta di tecnologia Blockchain

Stazione

ShapeShift

Piattaforma per le transazioni istantanee di Bitcoin e altre criptovalute.

Blockchain Source

Zugo

Reclutamento e organizzazione di eventi di Crypto Finance (Bitcoin, Blockchain)

Sapphire Innovation

Soluzioni basate su cloud per ottimizzare il capitale operativo e per la previsione del cash flow.

Tezos

Una nuova Blockchain e piattaforma app. Grazie a un linguaggio di programmazione più semplice, le app future saranno più sicure.

Patria Digitalis

Servizio cloud con accento sull'autodeterminazione digitale e standard internet aperti.

Melonport

Piattaforma per la gestione di fondi che permette di commercializzare patrimoni digitali. I costi e gli ostacoli all'accesso sono inferiori rispetto al classico mondo dei fondi.

La go di Zu go Energy Web Stiftung

Promozione delle procedure Blockchain per il settore energetico Smart grid management e acquisto autonomo di elettricità da parte di apparecchi intelligenti sono le parole chiave.

iProtus

Sviluppo di software e soluzioni Bicoin e Blockchain.

Walchwil

Golem

Cloud computing per tutti. La prestazione non utilizzata della CPU può essere messa a disposizione dietro compenso anche per il computer desktop. La promessa: meno caro ad esempio di Amazon.

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Ecco come funziona

Blockchain

La persona A desidera versare denaro alla persona B.

La transazione appare in rete come blocco di dati.

Tutti i partecipanti alla Blockchain possono visualizzare il blocco di dati.

I partecipanti verificano la correttezza del blocco.

Il denaro di A viene versato a B. Il blocco di dati viene aggiunto alla Blockchain.

zione per film e altri prodotti mediali e chi vuole semplificare il commercio dell’energia. Si tratta però sempre di utilizzare le nuove opportunità offerte dalla tecnologia Blockchain. Nella maggior parte dei casi significa avvicinare produttori e consumatori e cercare di disattivare intermediari diventati obsoleti a causa della tecnologia: banche, organizzazioni per la commercializzazione di media, servizi energetici o social media come Facebook. Alcuni team si concentrano anche sulla costruzione dell’infrastruttura necessaria per questa nuova economia peer-to-peer e sviluppano nuove procedure per compensare i servizi e le soluzione per la gestione di identità online. Tuttavia, tutto è ancora in una fase sperimentale e alcuni di questi progetti non potranno prendere il volo. Ciò

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nonostante a Zugo e nella regione è nato un notevole ecosistema. Si tengono rego­ larmente conferenze settoriali internazionali e si aggiungono nuove associazioni. Vale la pena citare ad esempio la «Crypto Valley Association», ma anche la Verband für das Management von digitalen Assets, MAMA (associazione per la gestione di patrimoni digitali). Anche il settore degli avvocati si è specializzato. Particolarmente degno di nota è lo studio legale MME, che ha ampliato notevolmente le sue capacità e assiste numerosi progetti durante l’ICO (Initial Coin Offering/ metodo di raccolta fondi), affinché tale procedure risulti conforme alle leggi. Zugo è anche la sede di Bitcoin Suisse. L’ancora giovane azienda impiega già 20 persone ed

è attiva nel brokeraggio di criptovalute. Il volume d’affari mensile ammonta a centinaia di milioni di franchi. Molte delle principali ICO fanno in parte capo a Bitcoin Suisse. Nonostante tutto l’entusiasmo, la «Crypto Valley» deve ancora dimostrarsi all’altezza. La concorrenza non sta a guardare. Singapore, ad esempio, sta intraprendendo grandi sforzi per diventare anche lui un centro globale. Inoltre, il numero di nuovi posti di lavoro a Zugo non è gigantesco. In primo piano figura ancora la gestione dei fondi, a volte anche la direzione di nuove start-up. Lo sviluppo vero e proprio di app e di nuovi software avviene perlopiù in altre parti del mondo. Berlino, ad esempio, è un hotspot, e naturalmente anche chi dà il nome al successo di Zugo: la Silicon Valley.


Schizzo del sinistro

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Il vostro nuovo collega Di Max Fischer

YuMi è il primo robot sensibile che lavora mano nella mano con le persone.

S

pesso YuMi sa lavorare molto meglio di noi. È il caso ad esempio di compiti di routine monotoni e lunghi. Due anni fa il gruppo tecnologico di successo globale ABB ha «partorito» il robot a due braccia dopo dieci anni di lavoro. Esso è stato sviluppato in particolare per il montaggio di piccoli elementi dell’industria elettrica, ad esempio in orologi, tablet o cellulari. YuMi, da «you and me», lavora in modo così preciso con le sue due braccia da riuscire a infilare un filo nella cruna. YuMi è il complemento perfetto dell’essere umano. Non è mai stanco, non si annoia mai durante il lavoro, non è mai ammalato e non sbaglia mai. Inoltre, il piccolo è anche simpatico. I robot che conosciamo dai film di fantascienza sono oggi realtà: senza ulteriori misure di protezione, YuMi può lavorare alla stessa postazione con un collega umano e collaborare a stretto contatto con lui allo stesso compito. Nel linguaggio settoriale l’apparecchio viene chiamato robot collaborativo. Quando sono necessari interventi impegnativi di meccanica di precisione o il

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Il collega perfetto: YuMi svolge lavori di routine monotoni e lunghi.

Capace di imparare, infallibile e incredibilmente polivalente: nel robot YuMi di ABB vi sono dieci anni di ricerca.

Via le mani: Angela Merkel è visibilmente intimorita nei confronti del diligente lavoratore del CEO di ABB Ulrich Spiesshofer (2° da sinistra).


In collaborazione con ABB

contatto fisico, la persona può assumere il compito. Con l’aiuto dell’offerta digitale ABB Ability, questa collaborazione porta a un’accelerazione del processo lavorativo, rende migliori i prodotti e quindi incrementa la sicurezza dei posti di lavoro che diventano anche più avvincenti. Infatti, i lavori monotoni vengono svolti da YuMi. È un fatto innegabile che i Paesi con la densità maggiore di robot industriali come Germania, Giappone o Corea del Sud presentano le quote minori di disoccupati. «Il nuovo mondo del lavoro richiede maggiori conoscenze e soprattutto più creatività, flessibilità e volontà di cambiare», afferma il CEO di ABB Ulrich Spiesshofer. La quarta rivoluzione industriale stravolgerà i rapporti di lavoro e i modelli dell’orario di lavoro tradizionali. Spiesshofer è convinto che occorrerà equipaggiarsi, ma non solo dal punto di vista tecnico: «In futuro, cambieremo completamente il lavoro da tre a quattro volte durante la nostra vita. Occorre considerare questo sviluppo nella politica in materia di formazione», osserva il direttore di ABB. Roland Siegwart, professore di robotica all’ETH, non ha dubbi: «L’automazione migliora la qualità di vita. L’attività nelle miniere, alcuni chilometri sotto il livello del suolo, è un lavoro disumano. Andrebbe svolto dai robot.» Robot come YuMi, nonostante esso assomigli molto agli esseri umani. Anche YuMi

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Foto: Laura Lezza/Getty Images, Jeff Kravitz/Getty Images

Direttore d’orchestra YuMi: il robot dirige l’Orchestra Filarmonica di Lucca e il famoso tenore Andrea Bocelli a Pisa.

Robot e diva: Lady Gaga canta per David Bowie, la tecnologia robotica di ABB fa ballare il suo e-piano.

cambia, analogamente alla nostra ricerca di strategie diverse per evolvere. Il robot sfrutta il principio dell’apprendimento au­ tomatico. È possibile prendere il simpatico robot per mano, come se fosse un bambino piccolo, e mostrargli i procedimenti deside­ rati passo dopo passo: li svolge immediata­ mente senza errori. In autunno, YuMi ha diretto un concerto del cantante Andrea Bocelli e l’Orchestra Fi­ larmonica di Lucca nel Teatro Verdi di Pisa. Con bravura e sensibilità ha diretto il famoso tenore attraverso le note dell’aria del Rigo­

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letto «La donna è mobile». YuMi ha imparato lo spartito in appena 17 ore. Andrea Colom­ bini, direttore dell’Orchestra Filarmonica di Lucca, ha preparato YuMi per l’evento ed è stato entusiasta della sua tecnologia avan­ zata. «L’interazione tra gomito, avambraccio e polso del robot ha funzionato perfetta­ mente. Grazie alla sua flessibilità, il robot ha superato con abilità anche i ripetuti tentativi impegnativi di suddividere l’introduzione e l’inizio delle battute», ha affermato Andrea Colombini. I movimenti raffinati di un diret­ tore d’orchestra sono stati riprodotti com­ pletamente, a un livello considerato impos­ sibile in precedenza. Non solo YuMi è idoneo al grande palco­ scenico. Quando nel 2016 la superstar Lady Gaga in occasione dei Grammy di Los Angeles ha offerto un tributo al camaleonte del pop David Bowie, il pianoforte si è messo a ballare. Anche in questo caso grazie alla tecnologia ABB: i robot sono quasi i fratelli di YuMi. Oggi le persone e le macchine suo­ nano mano nella mano.

Vedremo presto ∆YuMi dietro il bancone?

Con YuMi, ABB ha introdotto una nuova generazione di robot che permette per la prima volta ad alcuni settori di riflettere sull’impiego di queste macchine. All’Expo di Milano, YuMi ha distribuito frutta ai visitatori in un supermercato del futuro. Questa azione ha suscitato molto interesse, sfociato in 1000 richieste. Circa 500 sono pervenute da industrie che non avevano mai pensato all’impiego di robot, come ad esempio il settore alimentare: forse presto incontreremo YuMi come assistente in panetteria.


In collaborazione con ABB

Quando il motore chiede aiuto per SMS Di Max Fischer

Con i fitness tracker, molte persone verificano la pressione sanguigna, il polso, il sonno, il consumo calorico e i passi. Ora esiste il primo «braccialetto della salute» per motori industriali.

S

i tratta di una pietra miliare nella storia della manutenzione dei motori. Finora controllo e manutenzione erano estrema­ mente onerosi e costosi. Oggi non è più così: il «sensore intelligente» sviluppato da ABB fornisce informazioni su vibrazioni, tempe­ ratura e sovraccarico, nonché su molti altri parametri. I dati raccolti vengono elaborati da algoritmi e offrono un quadro dettagliato della salute del motore. I dati vengono caricati sull’applicazione ABB Ability basata su cloud, tramite una connessione senza fili. Con ABB Ability l’impresa offre una piattaforma interazien­ dale e oltre 180 soluzioni digitali. Nell’appli­ cazione i dati vengono analizzati e trasfor­ mati in feedback. La luce verde del sema­ foro significa «tutto ok». Quella gialla in­ vece indica un problema che può essere risolto al momento del prossimo servizio.

Come posso aiutare? Un tecnico di servizio controlla il messaggio del «motore intelligente».

Quella rossa, infine, corrisponde a un problema grave che richiede provvedimenti immediati. Queste informazioni possono essere sca­ ricate su smartphone, tablet e PC. Quando

Il canale di comunicazione della macchina: il sensore intelligente di ABB sul motore industriale.

la situazione è molto critica, il sensore auto­ matico invia un allarme al tecnico. La solu­ zione innovativa in formato tascabile può essere applicata a motori vecchi e nuovi e non si limita alle macchine di ABB. L’internet delle cose permette l’interazione in rete. Questa nuova era della diagnosi a dis­ tanza comporta vantaggi enormi: l’efficienza energetica viene migliorata fino al dieci percento, la durata del motore viene pro­ lungata addirittura fino al 30 percento. In­ oltre, i periodi di inattività imprevisti pos­ sono essere ridotti anche del 70 percento. Grazie all’enorme risparmio, l’investimento viene ammortizzato in meno di un anno. Questa nuova tecnologia trasforma sem­ plici motori in motori intelligenti. Quest’ultimi diventano così un elemento importante della quarta rivoluzione industriale. Infatti, a modo loro essi parlano con noi.

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Vivere in modo più intelligente Di Max Fischer

Gli assistenti digitali rivoluzionano la casa: abitare diventa più comodo, più confortevole e perfino più rispettoso dell’ambiente.

L

a giusta atmosfera azionando un pul­ sante: a seconda della necessità, le solu­ zioni smarthome accendono la luce ade­ guata per lavorare o per rilassarsi davanti alla TV. La chicca: il sistema parla grazie ad Alexa, l’assistente vocale di Amazon. Non soltanto capisce «Accendere tutte le luci», ma risponde perfino con «Ok, tutte le lampade sono accese.» E reagisce anche a domande come: «Tutte le luci sono ancora accese?». Un interruttore comfort offre funzioni che finora non erano mai state disponibili in questa tipologia: su richiesta accende e spegne da solo la luce non appena registra un movimento. Durata e intensità dell’illuminazione sono regolabili indivi­ dualmente. E se una persona passa nuova­ mente dal corridoio o va in bagno, il timer si riavvia. Ciò è pratico e sicuro. Per aumen­ tare ulteriormente il comfort, la funzione ASTRO chiude automaticamente le tappa­ relle quando tramonta il sole e le riapre all’alba o quando lo si desidera.

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Avviso

I rilevatori di fumo in rete segnalano i rischi con un avviso acustico.

Illuminazione

La luce reagisce a linguaggio e movimento.

Il bagno diventa una spa, la cucina la cen­ trale di comunicazione. I primi e i secondi piatti sono pronti esattamente quando la persona esce dalla doccia. Non ha senso riscaldare completa­ mente la casa quando nessuno è presente. Con l’offerta digitale ABB Ability gli abitanti possono definire il proprio profilo di riscalda­

mento a seconda della propria routine quotidi­ ana, e questo in modo individu­ ale per ogni stanza. È una manna per portafoglio e ambiente: ogni grado in meno risparmia il sei percento di energia. Inoltre, la casa del futuro funziona in modo comple­ tamente autarchico. Non va a prendere elett­ ricità esterna, ma la produce autonomamente con l’energia solare e quella geotermica.


In collaborazione con ABB

Energia

La casa autarchica ottiene tutta l’elettricità dall’energia solare e geotermica.

Sensori per tapparelle

Foto: Thinkstock, ABB

Le tapparelle si aprono e chiudono all’alba e al tramonto.

Temperatura

Il profilo individuale di riscaldamento risparmia energia.

Ed è sicura come Fort Knox: i rilevatori di fumo in rete avvertono con un segnale acustico. La videocomunicazione mostra chi suona alla porta. Particolarmente pratico è il fatto che gli abitanti possono effettuare qualsiasi impostazione anche da fuori casa: dall’ufficio o dalle vacanze. «Home sweet Home» con la smarthome!

Video

Chi c’è alla porta? La  comuni­ cazione tramite video garantisce la sicurezza.

La propria casa in formato tascabile: la smarthome viene controllata e gestita comodamente tramite tablet.

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In collaborazione con ABB

Foto: Jean Revillard/Rezo, ABB

Regali dal cielo

Prestazione pionieristica celestiale: il Solar Impulse sorvola San Francisco.

Di Max Fischer

Lo spirito pionieristico rende possibile l’impossibile: il giro del mondo di Solar Impulse porta innovazioni rivoluzionarie nel settore della mobilità elettrica.

B

ertrand Piccard e André Boschberg hanno fatto il giro del mondo utilizzando solo l’energia solare di giorno e di notte. Ma come è stato possibile tutto ciò? Prima e durante la missione ABB percorre strade guida. La parola magica: microreti. Queste reti elettriche autonome vengono alimentate con l’energia solare o eolica e dispongono di un gruppo di continuità a batterie. Possono cambiare la fonte energetica nell’arco di pochi secondi. Solar Impulse è un esempio di questa microrete volante. «Nei prossimi anni le microreti modificheranno la vita di milioni di persone», ne è convinto Ulrich Spiesshofer, CEO ABB. Rendono possibili l’insediamento di indus-

trie in regioni senza approvvigionamento elettrico. Oppure, ottimizzate dall’offerta digitale Ability di ABB, aiutano ad accedere all’elettricità comuni che non sono allacciati alla rete elettrica. Vanno citate ancora altre innovazioni del settore della mobilità elettrica, come il sistema di ricarica rapida, utilizzato ora per i bus elettrici. Già dalla fine di quest’anno questo sistema garantirà l’energia al bus elettrico Tosa della linea 23 delle imprese di trasporto di Ginevra. La più veloce tecnologia di ricarica al mondo necessita meno di un secondo per collegare il bus alla stazione di ricarica. In seguito, mentre i passeggeri salgono e scendono, Tigre elettrica nella cisterna: sulla linea che porta all’aeroporto di Ginevra viene utilizzata la tecnologia di ricarica più rapida; nelle colonne di ricarica ABB è leader sul mercato.

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il bus viene caricato per 15 secondi con una potenza di 600 kilowatt. A titolo di confronto: si tratta della stessa energia necessaria per accendere con­temporaneamente 10 000 lampadine da 60 watt. In totale sono state installate 13 stazioni di ricarica rapida in fermate normali lungo il tragitto. Questa innovazione trasforma le città in centri con meno rumore, code e inquinamento atmosferico. Rispetto agli attuali veicoli a diesel, a Ginevra vengono prodotte fino a 1000 tonnellate in meno di anidride carbonica all’anno. Ancora più avanzata è l’infrastruttura di ricarica rapida per le autovetture: ABB ha fornito quasi 200 stazioni al fornitore tedesco di energia EnBW per l’ampliamento della rete di colonne di ricarica sulle autostrade tedesche. Con oltre 6000 sistemi di ricarica installati, l’azienda tecnologica è leader sul mercato mondiale. Ben 100 anni dopo che la BBC ha elettrificato le FFS, l’attuale ABB è un passo avanti nel settore della mobilità elettrica nella quarta rivoluzione industriale.


Produzione intelligente, resa possibile dagli ABB AbilityTM Smart Sensor.

— Succede qui e ora: il futuro della produzione industriale. Scoprite perché ABB e la Svizzera ci stanno proiettando in una nuova era dell’innovazione digitale su abb.com/ch Let’s write the future. Together.


Noi siamo

Kanton Graubünden Chantun Grischun Cantone dei Grigioni

LeRéseau.ch


50% 65%

dei redditi è in pericolo a causa del cambiamento del comportamento al consumo. dei bambini farà dei lavori che oggi non esistono ancora.

8 ore e 48 min. Il tempo che trascorriamo ogni giorno davanti a un apparecchio elettronico.

6%

11%

indossa un fitness tracker.

90%

utilizza uno smartwatch.

possiede uno smartphone.

31%

guarda la televisione tramite smart-TV.

digitalswitzerland

Un movimento D

a zero a cento in due anni è un’impresa notevole. Nel 2015 Corine Mauch, sin­ daco di Zurigo, e Ruedi Noser, Consigliere agli Stati zurighese, hanno dato il via insieme a una decina di direttori delle prin­ cipali aziende svizzere al progetto digital­ Zurich2025 su iniziativa di Marc Walder, CEO di Ringier AG. Nato a Zurigo, il movi­ mento si è rapidamente diffuso in tutto il Paese come digitalswitzerland, con una solida base anche nella Svizzera romanda. Fanno oggi parte di digitalswitzerland, che ha uno stretto legame anche con la politica, 90 rinomate aziende e istituzioni scientifiche.

∆Dott. Christian Wenger

Partner di Wenger & Vieli, cofondatore e presidente di digitalswitzerland

Per cosa ci impegniamo? 1. Miriamo alle migliori condizioni quadro politiche per il nostro Paese e i nostri citta­ dini nel mondo digitale. 2. Ci impegniamo affinché le persone in Svizzera abbiano accesso a una formazione e a un perfezionamento che offrano loro ottime opportunità professionali nella ri­ voluzione digitale. Vogliamo formare a un alto livello i migliori talenti in Svizzera e portare in Svizzera i talenti più validi. 3. Promuoviamo le start-up. La Svizzera diventa la mecca per le giovani aziende digitali. 4. Sosteniamo le aziende (anche PMI) nelle loro competenze digitali. 5. Mostriamo all’opinione pubblica cosa significa digitalizzazione nel concreto e quali sono le opportunità per i singoli e la Svizzera intera se le si sanno cogliere. La Svizzera offre i presupposti migliori.

All’interno di questi settori abbiamo identifi­ cato 25 progetti, che attuiamo direttamente presso digitalswitzerland o che sosteniamo finanziariamente. Tra questi figurano la Giornata digitale, il piano di azione digitale di economia, amministrazione e politica, lo sviluppo di educationdigital.ch (una piatta­ forma per la formazione e il perfezionamento nelle professioni digitali) e un programma per lo sviluppo accelerato di giovani aziende. Tutti noi lavoriamo e viviamo nel mezzo della trasformazione digitale e siamo testimoni di un’epoca storica. Siamo però chiamati a sviluppare una società digitale degna di essere vissuta, dove ogni persona trova il proprio posto. Se non lo facciamo, ci dirigiamo senza controllo verso una società a due classi: vinci­ tori e vinti. La trasformazione digitale richiede a tutti noi solidarietà e la disponibilità ad ade­ guarci ed evolverci costantemente. A questo si rivolge il nostro impegno.

I temi prioritari di digitalswitzerland Condizioni quadro politiche ∆ Creazione di un contesto legale e normativo sostenibile

Formazione e talenti ∆ Aumento dell’offerta e della qualità della formazione digitale ∆ Promozione di talenti

Promozione delle start-up ∆ Finanziamento e promozione di innovazione ed economia

Promozione delle aziende ∆ Progetti pionieristici intersettoriali ∆ Conferenze faro

Dialogo pubblico ∆ Incremento della consapevolezza pubblica

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Highlight della Giornata digitale Il 21 novembre andate a scoprire le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Durante la prima Giornata digitale 40 aziende e istituzioni presenteranno le loro visioni in tutta la Svizzera. Berna

Coira

Stazione Wankdorf 08:00-18:00 Chi vorrà visitare la sede principale della Posta non dovrà camminare. Lo «SmartShuttle» di Postauto, navetta autonoma che normalmente si trova a Sion, porterà i visitatori dalla stazione di Wankdorf allo stabile della Posta.

Gürtelstrasse 14 08:00-20:00 Le comunità di sperdute valli grigionesi complicano lo sviluppo economico. Tuttavia, la digitalizzazione fa scomparire le distanze e avvicinare le valli. Il modo esatto con cui questo avviene sarà presentato dal Cantone a Coira sulla Gürtelstrasse 14.

RUAG 09:00-20:00 È raro che il gruppo industriale e di equipaggiamento bellico Ruag apra le sue porte. I visitatori potranno ad esempio vedere come Ruag forma gli specialisti nella difesa contro gli attacchi informatici. La Posta 10:00-18:00 Visitate la sede principale della Posta Svizzera, per l’incontro ravvicinato con droni e robot. Il Gigante giallo mostrerà ai visitatori come vengono sviluppate queste idee. In diversi stand ci saranno inoltre presentazioni di dieci minuti sulle nuove tecnologie.

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Ginevra Stazione Ginevra Cornavin 06:32-20:35 Un treno speciale delle FFS circolerà tra Ginevra e San Gallo. Gli ospiti provenienti dalla politica e dall’economia viaggeranno in un vagone digitale senza precedenti. Ci sono però anche posti liberi per chi è interessato. Verranno presentate ad esempio le future forme di collaborazione.

Härkingen (SO) Centro lettere e pacchi 8:00-17:00 Il commercio online ha dato il via presso la Posta a un›autentica marea

Ginevra Cornavin: 06:00-20:00

Quali sono le conseguenze della digitalizzazione nei cieli? Alla stazione di Ginevra Cornavin Swiss presenterà le nuove tecnologie, utilizzate in particolare negli aerei serie C.

di pacchi. Ma in che modo vengono gestite spartizione e distribuzione? I visitatori potranno farsi un’idea del centro pacchi di Härkingen (SO). Sarà possibile visitare anche i centri pacchi di Daillens (VD) e Zurigo-Mülligen.

Kloten, aeroporto 18:00-19:00 L’aeroporto di Zurigo e Swiss offrono l’occasione unica di gettare uno sguardo dietro le quinte dell’industria aeronautica. I visitatori scopriranno ad esempio come si preparano i membri dell’equipaggio prima del decollo, a cosa serve il FlyPad digitale e, grazie agli occhiali Virtual Reality, che aspetto avrà il Boing 777- 300 ER.

Nidau (BE) Aarbergstrasse 5 09:00-17:00 Già sentito parlare di darknet? Il settore in internet che non può essere trovato semplicemente con Google? Dove avviene il commercio della merce illegale? La Berner Fachhochschule vi spiegherà tutto.

San Gallo Swisscom Shop 10:00-18:00 Qui gli interessati potranno seguire un corso superintensivo sull’utilizzo dello smartphone. Corsi sono disponibili anche negli Shop di Baden, Basilea, Berna, Ginevra, Losanna, Lucerna, Neuchâtel, Winterthur e Zurigo.


Lugano: 09:00-18:00

Il Credit Suisse invita a un viaggio attraverso il mondo digitale del denaro. Ad aspettare grandi e piccoli ci sarà infatti un percorso con diverse postazioni: dagli occhiali per la realtà virtuale, passando per gli acquisti con lo smartphone fino alla conoscenza di un robot. Lo stesso programma avrà luogo anche nelle filiali CS di Basilea, Berna, Ginevra e Winterthur, nonché nel pop-up store presso la stazione di Zurigo.

Zurigo stazione centrale: 08:00-20:00

Sebbene durante la Giornata digitale vengano organizzati eventi in tutta la Svizzera, la grande hall della stazione di Zurigo sarà il cuore dell›evento. Qui saranno presenti numerose aziende che presenteranno i loro progetti digitali. Altri punti cardine saranno le stazioni di Ginevra, Lugano e Coira.

Zurigo, stazione centrale 08:30-19:30 Combattere la prossima influenza grazie alla tecnologia moderna? Mig­ ros spiegherà come fare con la sua piattaforma della salute iMpuls.

13:00-19:30 Diventiamo sempre più vecchi. Anche grazie alle nuove tecnologie. Questo ha grandi ripercussioni su lavoro, famiglia e società. L’assicuratore vita Swiss Life presenterà 44 scenari realistici per il futuro.

09:30-18:30 Il Gruppo Blick e Valora vi mostreranno il nuovo modo di spe­ rimentare i video. Date uno sguardo alla Blick-Newsroom, prendete posto in un jet militare o giocate a tennis con Belinda Bencic.

08:30-19:30 Godetevi un tour organizzato dalle FFS attraverso la stazione centrale con l’aiuto della realtà aumentata. Avrete la possibilità, in modo ludico, di gettare uno sguardo nel futuro della mobilità.

08:30-19:30 Magari avete già sentito parlare della moneta digitale Bitcoin e della relativa tecnologia chiamata Block­ chain. L’azienda di consulenza EY mostrerà come funziona questa Blockchain e cosa è ancora possi­­bile fare con questo principio. 08:30-19:30 Cartella elettronica dei pazienti, ricette sugli smartphone, microchip sanitari sottocutanei: sono i precur­ sori nella digitalizzazione del set­ tore sanitario. L’azienda di consu­

Foto: Cemil Erkoc, Thomas Lüthi/HEG, mauritius images/Dino Fracchia/Alamy

lenza PwC organizza un brainstor­ ming aperto al pubblico. 08:30-19:30 Dare ordini al computer con il pen­ siero: sembra fantascienza, ma è possibile. La Zürcher Hochschule der Künste e l’ETH mostreranno in un videogioco come funziona. Provate di persona! 08:30-19:30 La digitalizzazione ha cambiato pro­ fondamente il panorama dei media. SRF, BILANZ, BLICK, Handelszeitung e Schweizer Illustrierte mostreranno come gestiscono questo cambia­ mento nel settore. 08:30-19:30 Natale è alle porte. Iniziate quindi subito a preparare biscotti, con una stampante 3D! Allo stand Swisscom potrete creare le vostre forme e stamparle subito. 12:30-17:45 Viktor Giacobbo sale sul ring digitale. Nel ruolo di critico della digitalizzazione lo scambio verbale di 15 minuti ciascuno con i CEO della Posta (Susanne Ruoff), di Ringier (Marc Walder), delle FFS (Andreas Meyer) e di Swisscom (Urs Schaeppi).

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Amici Di Peter Hossli

Vogliono migliorare la nostra vita e al tempo stesso conquistare il mondo. Facebook, Google e Amazon sono una maledizione o una benedizione?

Amazon Secondo l’attuale lista di Forbes è l’uomo più ricco del mondo (90,6 miliardi di dollari). Jeff Bezos (53), fondatore di Amazon.

D

ue miliardi di persone utilizzano Facebook. Troppo pochi per il capo di Facebook Mark Zuckerberg (33), che vuole riunire tutti gli abitanti della terra sulla sua piattaforma sociale. Insieme devono creare gruppi e aiutarsi gli uni con gli altri ad affrontare la vita. «Solo insieme» sarà possibile in futuro cogliere le opportunità e risolvere i problemi. Ciò che intende: insieme su Facebook. Zuckerberg non è l’unico miliardario in missione. Il direttore di Amazon Jeff Bezos (53) semplifica lo shopping digitale e reale e i fondatori di Google Sergey Brin (44) e Larry Page (44) diffondono il sapere nel mondo. Ciò che promettono le aziende della Silicon Valley spesso non costa niente, ma ha un prezzo. Non incassano dollari e franchi, ma ottengono l’oro del

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presente: i dati personali. Con ogni clic, ogni ricerca e ogni like riveliamo qualcosa di noi stessi. Gli algoritmi di Google e Facebook elaborano i dati e riconoscono a chi piace cosa, quando, dove e perché. I pubblicitari possono così inserire annunci in modo mirato. Chi indossa calze bianche non vedrà mai pubblicità digitale di calze colorate. I conservatori riceveranno solo notizie di politici conservatori. I cercatori di dati californiani sono diventati ricchi e potenti. Gli emulatori hanno poche chance, come un tempo i cercatori d’oro della seconda ondata rimasti intrappolati nella corsa all’oro.

Facebook e Google controllano il settanta percento della torta pubblicitaria digitale. Il duopolio si è assicurato lo scorso anno l’89 percento della crescita nella pubblicità digitale. Il presidente dell’associazione americana degli editori News Media Alliance David Chavern mette in guardia dalle aziende della Silicon Valley che minacciano i media e quindi un pilastro della democrazia. «Attaccano la nostra capacità di produrre news vere», dice in un’intervista a «Bild». Il suo appello: «Tutto ciò deve finire!». Un’affermazione poco pungente. Cinque aziende tecnologiche sembrano irraggiungibili. Apple, Google, Amazon, Facebook e Microsoft hanno in borsa più valore delle trenta più grandi aziende tedesche, i loro settori ricerca hanno un ruolo trainante e le


o nemici? Facebook È convinto che Facebook contribuisca alla soluzione dei principali problemi dell’umanità:Mark Zuckerberg (33), fonda­tore di FB.

ficiale Google, Facebook e Amazon. Tutti collegano computer e robot per sviluppare assistenti intelligenti. Devono capire le voci, guidare auto, curare malati, riempire frigoriferi vuoti. I capi di vecchie industrie richiedono a gran voce nuove regole. I legislatori sono messi alla prova: se limitano troppo i diritti dei più forti, riducono la superiorità americana, ma rallentano il progresso.I capi dei giganti della tecnologia se ne infischiano di nuove norme. Si vedono come buoni re in democrazie piene di mendicanti. Con i loro miliardi influenzano la politica e la società. I loro software determinano l’apprendimento dei bambini e il funzionamento degli stati. Si dice che Zuckerberg abbia ambizioni per la Casa Bianca. Sebbene in questo caso sarebbe solo presidente degli USA e non più del mondo.

Google, fondato nel 1998 in California, ha aperto il suo primo ufficio in Svizzera nel 2004. Nel frattempo Zurigo è diventata il più grande centro di ricerca e sviluppo al di fuori degli USA. Internamente gli oltre 2200 collaboratori zurighesi di Google provenienti da 75 nazioni vengono chiamati Zoogler. Sperimentano sulla piattaforma di video YouTube, sviluppano ulteriormente Gmail e le mappe per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. Nel 2016 Google ha comunicato di voler aumentare il personale a Zurigo portandolo a 5000 persone nel 2021. Ma anche Apple si stabilisce a Zurigo: nel Kreis 5 ha affittato un intero piano. A quale scopo? Segreto. Tutto però fa pensare al settore Computer Vision, cioè quell’insieme di processi che permette a computer e apparecchi di percepire il loro ambiente circostante. Recentemente Apple ha reclutato un team di robotica dell’ETH e due anni fa ha acquistato la ditta zurighese di realtà virtuale Faceshift. E anche Facebook, rispettivamente la filiale Oculus, si sta ampliando. In nessun altro luogo fuori dagli Stati Uniti, la ditta ingaggia più specialisti di Computer Vision che a Zurigo. Nel settore Computer Vision l’ETH ha la maggiore densità di professori. Questo vale oro per i giganti della tecnologia. E per Zurigo.

Foto: F. Scott Schafer/Contour by Getty Images, Mackenzie Stroh/Contour by Getty Images

loro casse sono piene. Acquisiscono subito i concorrenti promettenti e le buone idee. «È sciocco pensare che nel 2075 Facebook, Google e Apple saranno scomparsi», afferma il co-fondatore di Apple Steve Wozniak (67). «Hanno così tanti soldi da poter investire in tutto.» Si lanciano su ogni settore. Secondo gli analisti della banca HSBC, presto potrebbero prendere di mira il settore sanitario. Google, Apple e Microsoft cercano di trasformare i loro sistemi operativi nello standard per l’industria automobilistica, la fabbricazione di macchinari e la produzione di energia. Minano dall’interno vecchi settori industriali, come cavalli di troia. Sul futuro litigano tra di loro. Due settori figurano in primo piano: nella realtà virtuale è in testa Apple, mentre per quanto riguarda l’intelligenza arti-

∆Silicon Zurigo


00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000011111111100000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000011111111111111111111100000000000000000000000000000 00000000000000000000000000011111111111111111111111111100000000000000000000000000 00000000000000000000000011111111111111111111111111111111100000000000000000000000 00000000000000000000001111111111111111111111111111111111111000000000000000000000 00000000000000000000111111111111111111111111111111111111111110000000000000000000 00000000000000000001111111111111111111111111111111111111111111000000000000000000 00000000000000000111111111111111111000111000111111111111111111110000000000000000 00000000000000001111111111111111111000111000111111111111111111111000000000000000 00000000000000011111111111111111111000111000111111111111111111111100000000000000 00000000000000011111111111111000000000000000000001111111111111111100000000000000 00000000000000111111111111111000000000000000000000011111111111111110000000000000 00000000000000111111111111111111100000111111100000011111111111111110000000000000 00000000000001111111111111111111100000111111110000011111111111111111000000000000 00000000000001111111111111111111100000111111100000011111111111111111000000000000 00000000000001111111111111111111100000000000000001111111111111111111000000000000 00000000000001111111111111111111100000000000000000011111111111111111000000000000 00000000000001111111111111111111100000111111100000001111111111111111000000000000 00000000000001111111111111111111100000111111111000000111111111111111000000000000 00000000000001111111111111111111100000111111111000000111111111111111000000000000 00000000000000111111111111111111100000111111110000000111111111111110000000000000 00000000000000111111111111111000000000000000000000001111111111111110000000000000 00000000000000011111111111111000000000000000000000111111111111111100000000000000 00000000000000011111111111111111111000111000111111111111111111111100000000000000 00000000000000001111111111111111111000111000111111111111111111111000000000000000 00000000000000000111111111111111111000111000111111111111111111110000000000000000 00000000000000000001111111111111111111111111111111111111111111000000000000000000 00000000000000000000111111111111111111111111111111111111111110000000000000000000 00000000000000000000001111111111111111111111111111111111111000000000000000000000 00000000000000000000000011111111111111111111111111111111100000000000000000000000 00000000000000000000000000011111111111111111111111111100000000000000000000000000 00000000000000000000000000000011111111111111111111100000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000001111111000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000

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Campanilismo cantonale nel voto elettronico Di Olalla Piñero Trigo

Piano piano, ma arriva. Il Consiglio federale vuole introdurre il voto elettronico entro il 2019 in due terzi dei Cantoni.

I

l voto elettronico acquisisce importanza in Svizzera: Ginevra, Berna, Lucerna, Basilea-Città, Argovia, San Gallo e Neuchâtel offrono già questa alternativa agli elettori per determinate votazioni. Hanno la priorità gli svizzeri che vivono all’estero. Il voto elettronico deve affermarsi come terzo canale ordinario oltre alla votazione alle urne e al voto per corrispondenza. La tematica del voto elettronico è stata sollevata per la prima volta nel 1998. Nel 2000 Confederazione e Cantoni hanno costituito il gruppo di lavoro «Progetto preliminare di voto elettronico». In questo contesto sono stati versati finanziamenti pari all’80 percento a Ginevra, Neuchâtel e Zurigo, Cantoni pilota del voto elettronico in Svizzera. Dal 2004 14 Cantoni hanno effettuato circa 200 test. Il risultato: oltre il 60 % degli aventi diritto al voto che potevano utilizzare il canale di voto elettronico ha optato per questa procedura. Le autorità federali hanno quindi deciso di ampliare a tappe il sistema. Il Consiglio federale auspica che due terzi dei Cantoni lo utilizzi nel 2019, in occasione delle votazioni federali. Tuttavia, nella Svizzera federalista ci sono grandi differenze per quanto riguarda il voto elettronico. Sebbene il Consiglio federale stabilisca il quadro giuridico per l’esercizio dei diritti politici, l’ese-

cuzione e la procedura di voto è di competenza dei Cantoni. Ci sono di conseguenza precursori come Ginevra, Neuchâtel e Zurigo, mentre altri Cantoni quali Vaud, Giura e Vallese sono rimasti piuttosto indietro. Attualmente vengono utilizzati due sistemi: CHVote, sviluppato dal Canton Ginevra, e la soluzione per il voto elettronico della Posta. Entrambi gli offerenti prendono parte a una lotta spietata nel tentativo di convincere ogni nuovo partner dei vantaggi del proprio sistema. Mentre la maggioranza dei Cantoni ha optato per CHVote (Berna, Lucerna, Argovia, San Gallo), a inizio 2017 Basilea-Città ha introdotto il sistema del Gigante giallo unendosi così a Neuchâtel e Friborgo.Alcuni Cantoni sono piuttosto prudenti e temono falle di sicurezza e hackeraggi. Il terzo rapporto del

Consiglio federale richiede per il 2018 una tracciabilità del 100 percento di questi sistemi, al fine di garantire che i voti vengano registrati e salvati in modo corretto. Il voto elettronico ha tuttavia anche numerosi vantaggi: è molto meno dispendioso in termine di tempo e potrebbe contribuire ad aumentare la partecipazione al voto. Inoltre, sarebbe molto più conveniente perché si potrebbero risparmiare le spese di spedizione e richiederebbe meno per­ sonale per lo spoglio dei voti. Anche i cittadini sono affascinati dalla rapidità e dalla comodità e sembrano pronti per lanciarsi nel futuro del voto elettronico: un rilevamento effettuato nel 2016 dal Centro per la democrazia di Aarau (ZDA) mostra che più di due terzi degli intervistati è a favore del voto elettronico.

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Gadget che hanno riv Di Lorenz Keller

Il mondo digitale cambia molto velocemente. Prima dell’iPhone gli smartphone erano fenomeni marginali; e sono trascorsi solo dieci anni. Vi mostriamo le invenzioni che hanno fatto storia.

1968 Moderno televisore a tubo catodico: Sony Trinitron Sony ha contribuito al successo dei televisori a colori. Infatti, Triniton aveva per la prima volta un solo tubo, era compatto ed economico.

1977

1979

1982

Console per videogiochi: Atari 2600

Lettore portatile di musicassette: Sony Walkman

Computer di massa: Commodore 64

La console ha fatto scoppiare il primo boom dei videogiochi. Ancora oggi determinante.

1986 Pager per le masse: Motorola Bravo Il Motorola Bravo è stato un bestseller e il primo pager per il grande pubblico. Poteva salvare cinque messaggi di 24 caratteri ciascuno.

1996

Ascoltare la musica in giro con auricolari è stata una rivoluzione in un periodo in cui dominava il vinile. Sony ha venduto 200 milioni di pezzi. Walkman è diventato sinonimo di tutti i lettori portatili di musicassette.

1998

Handheld touchsreen: Palm Pilot Touchscreen (monocromo) e app come calen­ dario e rubrica: i personal digital assistant (PDA) sono gli antenati degli smartphone. Palm ne ha venduti milioni.

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Il Commodore è il PC più venduto. Per molti profani rappresentava la porta di accesso al mondo del computer.

1989 Console portatile: Nintendo Game Boy Nintendo ha venduto 200 milioni di Game Boy. Improvvisamente tutti giocavano in ogni momento e dappertutto.

2001

2004

Mobilità elettrica: Segway Il dispositivo con autobilanciamento è diventato il simbolo della mobilità elettrica.

Primo lettore MP3: Diamond Rio PMP300

Il primo lettore MP3 di successo con 32 MB di memoria e slot schede è arrivato insieme al primo store online di musica.

Navigatore portabile: TomTom Go Il primo navigatore GPS All-in-one non era più un bene di lusso. La navigazione diventò accessibile a chiunque.


oluzionato il mondo 1970

1972

Calcolatrice tascabile: Canon Pocketronic Calculator

Orologio digitale: Hamilton Pulsar

1983

1984

Mobiltelefon: Motorola Dynatac 8000x

PC con mouse e interfaccia grafica: Apple Macintosh

Convertita in moneta attuale la Canon costava oltre 2000 franchi. Cinque anni dopo il prezzo della calcolatrice tascabile è sceso a meno di 100 franchi.

Il primo vero cellulare pesava 800 grammi e costava circa 10 000 franchi convertito in moneta attuale.

Il primo orologio digitale rappresentava il futuro futuristico e lo si poteva ammirare nel film 007 «Vivi e lascia morire».

Sebbene Apple non sia realmente riuscita a conquistare il mondo dei PC, innovazioni come il mouse e l’interfaccia grafica sono velocemente state copiate da tutti.

1994 Console per videogiochi: Sony Playstation Da oltre 20 anni Sony domina il mercato delle console; anche per adulti.

2007

2008

2010

Smartphone: iPhone

Primo telefono Android: HTC Dream

Tablet per le masse: Apple iPad

L’iPhone con le sue app e lo schermo touchscreen non è stato il primo tele­ fono intelligente, ma ha rivoluzionato e dominato l’intero settore.

Il Dream è stato il primo apparecchio con sistema operativo Android. La grande novità: notifiche e integra­ zione dei servizi di Google.

2012

2016

Drone alla portata di tutti: DJI Phantom 1

Occhiali VR: Oculus Rift

I droni modificano foto, video e film. Con la serie Phantom di DJI hanno avuto successo apparecchi che possono essere acquistati e gestiti anche da profani.

Anche nel caso del Tablet, Apple non ha avuto un ruolo pionieristico, ma è stato il primo produttore a costruirlo correttamente. L’iPad domi­ na ancora oggi il mercato.

Gli occhiali Oculus Rift rappresentano l’inizio del boom di virtual reality. Inizial­ mente finanziati da una raccolta di fondi.

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Il medico di cui si fidano gli uomini Di Gabi Schwegler

Nell’ospedale cittadino Triemli di Zurigo un assistente digitale è parte integrante dell’equipe di sala operatoria. La riuscita di un intervento dipende però sempre dal chirurgo, spiega il primario Michael Müntener. 62  www.giornatadigitale.swiss


∆Dati personali

Lo zurighese Michael Müntener (47) è da cinque anni primario della clinica di uro­ logia dell’ospedale cittadino Triemli. Ha studiato medicina presso l’Università di Zurigo. In seguito ha lavorato presso l’ospedale Limmattal, è stato ricercatore a Baltimore (USA) ed è stato attivo cin­ que anni nel reparto di urologia dell’ospe­ dale universitario di Zurigo. La chirurgia robotica è una delle sue specializzazioni.

«I pazienti hanno diritto a essere operati con la tecnica più moderna», afferma il primario Michael Müntener.

È

una specie di gioco delle marionette 2.0: con le mani Michael Müntener, primario della clinica di urologia dell’ospedale cittadino Triemli, controlla lo strumento chirurgico all’interno del corpo del paziente, con i piedi regola telecamera e luce. Quando opera, si siede dietro una consolle e guarda nelle due lenti della telecamera. A due metri di distanza si trova il paziente sul tavolo operatorio e sopra di lui i quattro bracci robotici della macchina DaVinci, che traduce i movimenti di Müntener in una dimensione dieci volte più piccola. Quello che sembra complicato «non è più difficile di guidare un’auto», afferma il primario Müntener. «Il controllo

dello strumento è così semplice da permettere al chirurgo di concentrarsi completamente sull’operazione vera e propria.» Nell’ospedale cittadino ai piedi dell’Uetliberg le laparoscopie urologiche vengono effettuate esclusivamente con l’ausilio di robot. Si tratta di interventi mini-invasivi, nei quali gli strumenti chirurgici e la telecamera vengono introdotti attraverso piccoli fori nella parete addominale. Questo tipo di operazione è particolarmente indicato per la rimozione di tumori alla prostata, ai reni e alla vescica. Tuttavia DaVinci non lavora autonomamente, ma viene gestito da un chirurgo. «Con il suo sapere e la sua esperienza il medico rimane

l’elemento decisivo per la riuscita di un’operazione», spiega Müntener. Per essere precisi, DaVinci non è un robot, ma uno strumento chirurgico altamente sviluppato. Ma visto che la definizione corretta «telemanipolatore» è troppo complicata, DaVinci rimane un robot nel linguaggio popolare. «Già il nome influisce sensibilmente sulla percezione da parte del paziente», afferma Müntener nel suo ufficio ad angolo. Ai suoi piedi la città in una giornata di pioggia autunnale. «I robot sono considerati una novità e le novità qualcosa di meglio. Questo pensiero è radicato in molte persone.» Al Triemli il numero delle operazioni per tumore alla prostata era diminuito finché non è entrato in sala operatoria DaVinci. «Senza questa macchina in Svizzera non è più possibile praticare l’urologia chirurgica», afferma Müntener. «I pazienti hanno diritto a essere operati con la tecnica più moderna.» Nel 2016 uno studio della rinomata rivista specializzata «Lancet» ha però messo in discussione l’utilizzo di DaVinci. Non è

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emersa alcuna differenza tra i pazienti operati tradizionalmente e quelli operati con DaVinci, in relazione alla guarigione sia dal tumore, sia dall’incontinenza. Si parlava quindi di «contraccolpo per i robot nelle sale operatorie». Müntener afferma che sono stati però taciuti importanti risultati dello stesso studio: nelle operazioni con robot la perdita ematica era tre volte minore, dopo l’intervento i pazienti avevano molti meno dolori e la degenza era dimezzata. Tuttavia, l’urologo non crede che i robot sostituiranno mai completamente i chirurghi. «L’obiettivo dovrebbe essere quello di prendere il meglio dai due mondi: il sapere e l’esperienza degli umani e la precisione e la capacità di calcolo delle macchine.»

Il chirurgo controlla dalla sua consolle gli strumenti chirurgici e la telecamera all’interno del corpo del paziente.

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Chip nel corpo, cuore dalla stampante 3D S

ono due i termini a cui aspira la ricerca: a lungo e in salute. Così nel 2013 Google ha fondato l’azienda di biotecnologia Calico, che secondo il sito internet vuole decifrare l’invecchiamento, uno dei principali misteri della vita. Calico vuole sviluppare metodi che aiutino a capire la biologia e permettano una vita più lunga e in salute alle persone. Un desiderio che il gigante di internet condivide con altre aziende e altri scienziati. Ecco quattro esempi di come sarà la promozione della salute in futuro.

Dispositivi indossabili e chip Braccialetti fitness e orologi intelligenti – i cosiddetti dispositivi indossabili – sono ormai entrati nel quotidiano di molti. Ci misuriamo per avvicinarci sempre più all’io vitale desiderato. Negli USA sono già stati testati cerotti elettronici, che misurano le funzione vitali e trasmettono i dati senza cavo. I ricercatori sono riusciti, grazie a questi cerotti intelligenti, a rilevare dati come la temperatura del corpo, la frequenza cardiaca e il tenore di ossigeno nel sangue. L’ulteriore sviluppo sono i microchip medici, che vengono impiantati sottopelle e registrano le funzioni vitali e le attività.

Foto: Jürg Waldmeier

Ricompensa per gli assicurati Se le persone vivono in salute, i costi sanitari scendono. Non è quindi sorprendente che le assicurazioni malattia siano in prima fila nella promozione della salute. L’assicurazione CSS premia ad esempio con 40 centesimi al giorno gli assicurati che percorrono giornalmente almeno 10 000 passi. Si tratta di un risparmio di 12.40 franchi sul premio mensile. Gli utenti dell’app Helsana+ possono invece raccogliere punti Plus, andando regolarmente a nuotare, frequentando corsi di alimentazione o iscri-

vendosi a un’associazione sportiva. I punti raccolti possono essere scambiati in contanti (fino a 300 franchi all’anno) o essere utilizzati come sconti su offerte partner.

Lenti intelligenti Era una joint venture sensazionale: Google e Alcon, una filiale di Novartis, iniziarono nel 2014 a svolgere ricerche su lenti a contatto intelligenti. Il CEO di Novartis Joe Jimenez disse allora che sperava di poter lanciare le lenti sul mercato entro cinque anni. La ricerca viene effettuata su lenti con autofocus per persone con problemi di vista a causa dell’età o della presbiopia e su lenti in grado di misurare il livello di glucosio nel sangue dei diabetici tramite il fluido lacrimale. I valori dovranno poi essere trasmessi senza cavo a un apparecchio mobile. Alla fine dello scorso anno le due aziende hanno comunicato che, a causa della complessa tecnologia, i test sulle persone avrebbero subito dei ritardi. Si continua però a lavorare alle lenti intelligenti, che rappresenterebbero una pietra miliare nell’oftalmologia.

Organi prodotti dalle stampanti 3D Permettono la creazione di impianti quali le protesi dell’anca. Con il progressivo sviluppo delle stampanti 3D, la stampa di organi e cellule staminali acquisisce sempre più importanza. Ciò risolverebbe il problema della penuria nella donazione di organi. Sono già state stampate cellule epatiche funzionanti e a un paziente in Galles è stata impiantata una mascella proveniente dalla stampante 3D. È tuttavia ancora lunga la strada da percorrere per arrivare alla stampa totale di organi impiantabili, facenti capo per il loro sostentamento a vasi sanguigni e nervi. Gli ottimisti parlano di circa dieci anni.

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It’s a Match! Di Caroline Fux

Il dating online si è trasformato in pochi anni da posto per chi fa tappezzeria a quello per persone di successo. Caroline Fux, psicologa e sessuologa per il Blick, spiega il fascino di Tinder; e quello che si profila all’orizzonte per quanto riguarda il dating.

Q

ui si incontrano quelli che altrimenti rimarrebbero soli: è stata a lungo questa l’immagine del dating online. Di conseguenza nessuno voleva ammettere di aver conosciuto in rete il proprio innamorato (o il proprio sex date). Oggi non ci sono praticamente single che non prendono seriamente in considerazione l’online dating e non lo raccontano. Sono innumerevoli le domande sul tema amore e internet che elaboro nella consulenza sessuale del Blick. A turbare maggiormente uomini e donne è la mancanza d’impegno che sembra appartenere al dating online. Si allacciano rapidamente interessanti stretti contatti che tuttavia terminano altrettanto in fretta. E questo fa male. Per quanto riguarda gli appuntamenti Tinder è considerato non soltanto l’attuale bambino prodigio, ma anche l’emblema della superficialità virtuale. Invece di lunghi questionari, l’app punta su immagini e brevi profili. Se una persona non ci interessa basta strisciare lo schermo verso sinistra. Chi piace riceve uno swipe verso destra e quindi un like. Si può chattare con una

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persona solo se anche lei ha messo mi piace al vostro profilo. Un principio geniale. Per alcuni a volte si crea anche un po’ di invidia a causa di Tinder. Quando mai è possibile decidere, con un dito, senza pericoli e in tutta comodità come un re il destino (amoroso) di così tante persone? Tuttavia, Tinder non è soltanto divertente, ma anche spietato. Un hobby sbagliato, una posa generica o una t-shirt stupida sono sufficienti per uno swipe verso sinistra e quindi per un «addio». Nonostante il successo Tinder ha messo in difficoltà il dating online, ora socialmente accettato, con un danno d’immagine: troppa pelle mostrata, troppo poca personalità. E qui non si può obiettare molto. Ma in fondo la ricetta del successo è proprio il cocktail di emozioni di Tinder composto da eccitamento, speranza, voglia, potere e desiderio. Tinder offre una spinta come nessun altro portale. E nel totale rispetto dei valori interiori: perfino il «match» più bello (come viene chiamato su Tinder il partner ideale) con alta corrispondenza percentuale lascia abbastanza indifferenti se l’aspetto fisico dell’altro non ci ispira.

Non deve essere semplice creare un piano di dating in grado di tener testa a Tinder per quanto riguarda l’attrattiva. Le persone tecnologiche giurano che presto sarà un passo avanti quell’offerente che avrà l’algoritmo migliore, cioè chi offrirà i profili degli utenti riuniti nel modo più abile.


∆Caroline Fux

La zughese è da cinque anni la consulente in sessuologia per il Blick. Caroline Fux (36) ha studiato psicologia e ora frequenta un master in sessuologia.

In qualità di psicologa sono scettica a questo proposito. Mi piace sì il lavoro basato sui dati, credo quale sociologa alla statistica e, come utente critica, sono impressionata di come già oggi le offerte elettroniche possano essere adeguate ai clienti. Tuttavia, vedo anche come poche persone siano spesso

La «smart doll» spagnola Ava è «sessualmente intelligente»: reagisce in modo diverso alle carezze intime se prima è stata massaggiata la mano. Se l’uomo raggiunge troppo presto l’orgasmo, la prossima volta anche lei si affretterà. È in grado di gemere e simulare orgasmi. Sembra esserci un mercato per queste bambole: il 52 % degli uomini tedeschi può immaginarsi di fare sesso con un robot; il 68 % delle donne lo considererebbe un tradimento.

Foto: Getty Images, Maurice Haas

i robot ∆delArrivano sesso

disposte a seguire la probabilità matematica, cioè la ragione. Soprattutto per quanto riguarda il dating. Nella ricerca del partner entra in gioco anche una certa dose di romanticismo. Per alcuni si compone della caccia, per altri dell’essere conquistati, mentre altri seguono un altro codice. L’importante è che ci sia posto per desiderio e fantasia. Ai single che non riescono nella ricerca del partner consiglio di tornare a concentrarsi sulla vita reale e non su quella digitale. Secondo la mia esperienza, le persone che hanno particolare successo sul mercato del dating vivono una realtà soddisfacente al di là dello smartphone. Infatti, il flirt digitale è davvero divertente solo se, una volta effettuato il log out, non si finisce in un vuoto. Inoltre, sono convinta che proprio i nativi digitali si accorgono se qualcuno è il top nel mondo virtuale, ma piuttosto un flop nella vita reale. In futuro faranno colpo le piattaforme che permettono di flirtare, ma offrono anche intrattenimento perché il grande amore non può essere programmato, rimane qualcosa di imprevedibile.

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In collaborazione con LA POSTA

«La Posta deve e vuole contribuire a plasmare il futuro» «Ci vuole più coraggio a osare nuove vie che a rimanere nei vecchi schemi», scrive Susanne Ruoff, direttrice generale della Posta.

V

iviamo in un’era, in cui il mondo cambia rapidamente. I nuovi sviluppi spesso destabilizzano e possono portarci a non voler lasciare andare le certezze. Da sempre la Posta conosce questa situazione: quando a suo tempo la diligenza fu sostituita dall’autopostale, ci furono accese discussioni. Oppure vi ricordate ancora dei dibattiti che scatenò il primo bancomat in Svizzera quasi 50 anni fa? Oggi ci fanno sorridere. La rivoluzione digitale risulta tuttavia più ampia di tutto ciò che abbiamo vissuto finora. Essa coinvolge tutte le sfere della nostra vita. Leggiamo le notizie online, ci facciamo spedire sullo smartphone il biglietto aereo e ci aspettiamo di poter fare acquisti in tutto il mondo con i mezzi di pagamento elettronici. Ma quando cambiano le abitudini o le cose che ci trasmettono un senso di appartenenza, tradizione o sicurezza, abbiamo difficoltà ad adattarci alle novità. Anche se siamo tutti consapevoli di non poter far tornare indietro la ruota del tempo. Ad ogni modo le diligenze della posta circolano soltanto per viaggi nostalgici. A Sion viene ora impiegata, come progetto seguito in tutto il mondo, una navetta autonoma. E

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gli innumerevoli bancomat? Anche loro saranno a breve superati: effettuiamo sempre più le nostre operazioni bancarie in internet o paghiamo con Twint. Per tutti gli sviluppi tecnologici non si può dimenticare che la digitalizzazione non è semplicemente caduta dal cielo abbattendosi sul mondo globale: lo smartphone e molte altre tecnologie hanno rivoluzionato costantemente la nostra quotidianità e il nostro comportamento al consumo. Ci offrono nuovi servizi e prodotti inimmaginabili fino a qualche anno fa, che oggi sono però naturali e semplificano la nostra vita. Altrimenti perché ci sarebbe una richiesta sempre maggiore di queste offerte? La Posta Svizzera è da sempre sinonimo di affidabilità, sicurezza e costanza. È un pezzo di Svizzera. Al tempo stesso la Posta è altamente esposta alla rivoluzione tecnologica. Le e-mail soppiantano le lettere, lo shopping online comporta un aumento del volume dei pacchi e nuovi concorrenti globali entrano sul mercato. Sono molte le sfide, a cui la Posta deve trovare una risposta. E lo fa sulla base della modifica delle esigenze della sua clientela. I clienti devono poter utilizzare i prodotti

digitali della Posta in modo individuale, indipendente e semplice, ad esempio potendo ritirare il loro pacco 24 ore su 24 a uno sportello automatico My Post 24, ma anche facendo consegnare i loro invii a un indirizzo alternativo con il servizio «I miei invii». Uno sguardo al futuro mostra che la nostra attività primaria – il trasporto di persone, di merce e d’informazioni – subirà ulteriori cambiamenti. Anche in questo caso la Posta deve essere attiva e sondare nuove possibilità. Perciò testiamo droni per consegne speciali, ad esempio tra ospedali. Oppure, con la navetta di Sion citata in precedenza, evidenziamo il fatto che la Posta vuole avere un ruolo attivo anche in futuro nella creazione e nello sviluppo del mercato della mobilità. È inoltre indiscusso il compito della Posta di trasmettere informazioni confi­ denziali. È perciò predestinata ad assumere questo ruolo anche nel mondo digitale, ad esempio con la nostra soluzione digitale per il voto elettronico, che semplifica ai cittadini la partecipazione a elezioni o votazioni. Ma anche nella sanità elettronica: quale offerente leader, la posta propone soluzioni individuali nel settore sanitario con un sistema modulare. Tuttavia, un’azienda come la Posta Svizzera non deve fare tutto quello che risulta fattibile dal punto di vista tecnico. Non ci perdiamo in giochetti tecnici, ma vogliamo essere forti, laddove il cliente può trarne il massimo beneficio. A questo lavoriamo giorno dopo giorno. Perciò sono


Foto: La Posta Svizzera SA

Da settembre 2012 direttrice generale della Posta Svizzera: Susanne Ruoff (59).

particolarmente fiera del premio «Digital Transformation Award» vinto quest’anno. Questo riconoscimento è anche un com­ plimento ai nostri 62 000 collaboratori che affrontano insieme la trasformazione tecnologica delle nostre offerte e della no­ stra azienda. Quale datore di lavoro respon­

sabile li sosteniamo nella loro carriera professionale con programmi di forma­ zione e perfezionamento orientati al futuro. Questo ci sta a cuore. Sappiamo tutti che ci vuole più coraggio a osare nuove vie che a rimanere nei vecchi schemi. Testare qualcosa di nuovo, lanciare

nuovi progetti – da soli o con forti partner di cooperazione – è nel DNA della Posta. E resterà così. La Posta non può quindi rincorrere le evoluzioni tecnologiche, ma deve essere presente in prima fila. Per essere ancora più chiari: la Posta deve e vuole con­ tribuire a plasmare il futuro.

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Grande fervore per la Posta Il mondo della Posta è digitale e moderno davanti e dietro le quinte. Con robot, droni, bus autonomi e piattaforme online viaggia nel futuro insieme ai suoi clienti.

Pesano 23 chili, si spostano su sei ruote, sono dotati di nove telecamere e raggiungono la velocità di tre chilometri all’ora: sono i robot di consegna testati dalla Posta, come prima azienda in Europa, per invii a livello locale. Dopo il successo del progetto pilota con Jelmoli nel centro di Zurigo, la serie di test continua in collaborazione con partner selezionati in diversi luoghi. Poco prima dell’arrivo del robot il cliente riceve un link per SMS che gli consente di aprire lo scomparto di trasporto. www.posta.ch/robotdiconsegna

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Foto: La Posta Svizzera SA, Keystone/Peter Klaunzer

∆Robot di consegna


In collaborazione con LA POSTA

∆Droni

Invii speciali che rimangono bloccati nel traffico? Grazie ai droni questo potrebbe presto appartenere al passato. I droni della Posta trasportano in modo rapido e sicuro invii prioritari come campioni di laboratorio tra due ospedali. Seguono a una velocità di quasi 40 chilometri all’ora una rotta di volo preimpostata e atterrano in modo preciso grazie a un segnale a infrarossi. www.posta.ch/droni

∆Centri pacchi

Nei tre centri pacchi di Härk­ ingen (SO), Frauenfeld (TG) e Daillens (VD) vengono sparti­ ti giornalmente circa 450 000 pacchi sul nastro trasporta­ tore, che vengono poi trasferiti nella zona di recapito. Senza le tecnologie digitali non sarebbe assolutamente più possibile gestire questa attività classica. Gli attuali centri pacchi sono in funzione dal 1999 e consentono di spartire i pacchi per i singoli giri di recapito dei postini. www.posta.ch/centropacchi

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∆SmartButton

L’internet delle cose è uno dei concetti più importanti dell’era digitale. Questo termine si riferisce al fatto che gli og­ getti quotidiani sono collegati tra loro e comunicano tramite internet, senza che l’uomo debba fare nulla. Lo smart but­ ton della Posta rappresenta un primo passo in questa direzione: basta preme­ re un pulsante e l’ordine viene trasmes­ so direttamente e consegnato dalla Posta. Può trattarsi di ordini come arti­ coli di consumo in un ospedale, elimina­ zioni di guasti sulla macchina del caffè o, come viene attualmente testato in un progetto pilota, la fornitura rapida di acqua minerale. www.posta.ch/service-on-demand

∆ Centri lettere ∆YellowCube

È un cubo gigante e permette ciò che auspicano molti operatori del commercio a distanza e online: l’esternalizzazione di tutte le prestazioni logistiche, dal ritiro allo stoccaggio passando per imballaggio e invio fino alla gestione dei ritorni. Nello YellowCube a Oftringen (AG), che dista solo dieci chilometri dal centro pacchi di Härkingen (SO), la merce viene immagazzinata in contenitori impilabili e portata da robot nell’arco di pochi secondi ai collaboratori, che si occupano del commissio­ namento dei pacchi. www.posta.ch/yellowcube

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Un centro lettere della Posta è un esercizio a performance elevata dotato della tecnica più moderna. Gli impianti per la lavorazione delle lettere nei tre centri sono tra i più avanzati al mondo. Vale dav­ vero la pena visitarli. Entrata merci, spartizione, commis­ sionamento o uscita merci: in ogni sezione della catena del processo la Posta si serve delle tecnologie più avanzate. Ogni giorno i collaboratori fanno sì che oltre 18 milioni di invii raggiungano i rispetti­ vi destinatari, impegnandosi affinché la Posta rimanga sempre sinonimo di elevata qualità del recapito.


In collaborazione con LA POSTA

∆Voto elettronico

Le votazioni e le elezioni per via elettronica sono la con­ seguenza logica di una società sempre più digitale. Con la sua soluzione di voto elettronico, la Posta fornisce un importante contributo a una democrazia dinamica e moderna. In fondo il trasporto di informazioni confidenziali è da sempre l’attività primaria della Posta. Per inoltrare la scheda di voto digitale in modo sicuro vengono utilizza­ te tecniche di criptaggio altamente sviluppate. Il vantag­ gio: una votazione indipendente dal luogo e dal tempo. Sono finiti i tempi di schede nulle e firme dimenticate. www.posta.ch/e-voting

∆SmartShuttle

Foto: La Posta Svizzera SA, Keystone/Sedrik Nemeth, Keystone/Lukas Lehmann

I veicoli autonomi SmartShuttle di AutoPostale sono conosciuti in tutto il mondo. Si tratta infatti dei primi autobus automatizzati nel tra­ sporto pubblico. Due di queste na­ vette sono utilizzate da giugno 2016 a Sion, capitale vallesana. Tutti pos­ sono salire a bordo. Finora lo hanno già fatto oltre 30 000 persone, più altre 30 000 durante fiere ed eventi in Svizzera e all’estero. Ora il test di Sion viene perfino ampliato: le navette circolano fino alla stazione. I pendolari sperimenteranno come il veicolo autonomo di AutoPostale passa un semaforo senza che nes­ suno prema l’acceleratore o i freni. www.autopostale.ch/smartshuttle

∆E-Health

Con una «Piattaforma E-Health» modulare la Posta collega i processi relativi a trattamento e logistica permettendo uno scambio sicuro dei dati elettronici dei pazienti tra pazienti, ospedali, medici, Spitex, case anziani, farmacie e altri partner del settore sanitario. Il segreto postale è garantito sia con l’in­ vio digitale di queste informazioni sensibili, sia con il trasporto fisico di prodotti medici. Con la sua piattaforma E-Health e le soluzioni logistiche la Posta contribuisce a creare processi efficaci ed efficienti e a risparmiare ulteriori costi. www.posta.ch/e-health

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La Posta digitale: sempre al vostro fianco I

l regalo all’ultimo minuto per la suocera viene consegnato a casa al mattino, ma avete una riunione importante in ufficio? Siete all’estero e vorreste verificare lo stato del vostro conto dopo l’acquisto dei souvenir, ma non avete accesso a un computer? Volete andare a fare la spesa, ma dovete aspettare lo sconosciuto che ha acquistato online i vostri dischi in vinile? Nessun problema. Le offerte e i servizi digitali della Posta permettono di inviare e ricevere lettere e pacchi, nonché di effettuare operazioni bancarie indipendentemente dalla tabella di marcia del postino o dagli orari di apertura delle filiali. «Immedesimandoci sempre nei clienti, capiamo cosa si aspettano da noi e siamo in grado di reagire di conseguenza», afferma la direttrice generale Susanne Ruoff. Le offerte digitali completano i tempi di apertura fissi e le filiali: per i clienti della Posta il futuro è personale, pratico e indipendente. Ad esempio grazie alla possibilità

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di gestire individualmente i pacchi anche quando l’invio è già in viaggio. Oppure con l’offerta My Post 24, disponibile 24 ore su 24. O ancora con i punti PickPost che permettono di inviare e ricevere gli invii postali in modo flessibile. La trasformazione digitale non risparmia nemmeno le operazioni finanziarie. L’app di mobile banking di PostFinance è stata la prima in Svizzera a permettere alla clientela di gestire le proprie operazioni bancarie anche fuori casa. PostFinance rimane fedele a questo spirito pionieristico e alla voglia di innovazioni. Infatti, nell’estate 2012 ha fondato la società affiliata Twint, che ha sviluppato e immesso sul mercato il portafoglio digitale della Svizzera. E i buon vecchi francobolli? Nel presente digitale WebStamp permette di inviare perfino videomessaggi personali. I contatti umani non vanno quindi persi nemmeno nella Posta digitale.

∆PickPost

Oltre 2’400 punti PickPost in tutta la Svizzera offrono un invio e una ricezione flessibili di pacchi e di lettere raccomandate. Hanno orari di apertura più lunghi e si trovano all’interno di luoghi ben raggiungibili come negozi al dettaglio, stazioni di servizio e stazioni. Al momento dell’ordinazione i clienti possono indicare il punto Pick­Post desiderato; saranno avvisati quando il loro invio sarà giunto a destinazione. Poi hanno 7 giorni di tempo per il ritiro. www.posta.ch/pickpost

Foto: La Posta Svizzera SA

Personale, indipendente e semplice: è questo il modo con cui i clienti devono poter utilizzare i servizi digitali della Posta Svizzera.


In collaborazione con LA POSTA

∆My Post 24

Questo punto di accesso è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per i clienti, i quali decidono quando e dove vogliono ritirare, inviare o ritornare i pacchi e le lettere raccomandate. Quando l’invio giunge a uno degli 85 sportelli automatici My Post, il cliente riceve una notifica con un codice. Da quel momento può ritirare l’invio quando lo desidera. Gli scomparti degli sportelli automatici possono essere utilizzati anche come cassette di depo­ sito, ad esempio per consegnare prodotti provenienti da aste online. Per fare questo basta registrarsi una sola volta al sito www.posta.ch/centroclienti. www.posta.ch/mypost24

∆Twint durante il recapito

Insieme a tanti altri grandi istituti finanziari PostFinance offre con Twint il portafoglio digitale della Svizzera. Tale servizio permette di effettuare versamenti in tempo reale da smartphone a smartphone, pagamenti rapidi in shop online e pagamenti senza contatto alla cassa. Chi fa parte della comunità Twint può inoltre pagare al postino sulla porta di casa rimborsi e tasse in modo semplice e rapido tramite scansione del codice QR. www.twint.ch/it

personaliz∆zatiFrancobolli - perfino in movimento

∆I miei invii

L’offerta «I miei invii» è totalmente mobile e rispec­ chia così la società sempre più dinamica e indivi­ duale. Quando il pacco è ancora in viaggio i clienti possono determinare online, tramite il centro clienti sul sito internet della Posta, quando, dove e come ricevere l’invio. Possono scegliere il giorno desiderato, un recapito serale o mattutino o modificare il luogo di consegna. Inoltre, l’orario del recapito viene annunciato per SMS in modo che il cliente possa organizzarsi al meglio. www.posta.ch/imieiinvii

Un francobollo non è più un semplice pezzo di carta prestampato. I clienti della Posta possono creare online i loro francobolli personalizzati: con la foto di un neonato, la torta di compleanno o l’immagine preferita di un viaggio in Australia. Ma non è tutto. Da ora è possibile collegare perfino un vide­ omessaggio con WebStamp: basta girare il video, caricarlo e stamparlo insieme al tipo di invio desiderato come etichetta o diretta­ mente sulla busta. Oltre all’affrancatura effettiva non ci sono altri costi per il cliente. www.posta.ch/webstamp

Banking digitale ∆e mobile Per PostFinance è stato subito chiaro che i servizi finanziari devono essere utilizzati in modo altrettanto mobile delle altre offerte. Per questo già nell’autunno 2010 ha lanciato un’app gratuita per Smartphone, prima di tutti gli altri istituti finanziari della Svizzera. Oggi oltre un milione di clienti utilizza questa app, che permette di tenere sempre sotto controllo il saldo e i movimenti del proprio conto. È inoltre possibile versare in tutta semplicità denaro a un numero di cellulare, acquistare crediti di terzi (Netflix, Apple, Google, Spotify, Playstation, Xbox, ecc.) e pagare in pochi secondi le fatture grazie alla scansione delle polizze di versamento. www.postfinance.ch

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Atmosfera da febbre dell'oro con la fintech Di Michael Heim

Foto: Shutterstock; Montage: Brand Studio

Inizialmente i programmatori e gli ideatori che scrivevano i software delle banche erano solo aiutanti. Oggi la situazione è molto diversa.

V

ivevano un’esistenza ai margini dell’ industria finanziaria: nessuno conosceva persone come Christian Vetsch o Daniel Eckstein dell’azienda zurighese Abrantix, sebbene avessero progettano apparecchi e co-

Il toro entra nelle app: Fintech conquista la finanza.

niato standard con i quali si lavora ancora oggi. Allora soltanto gli informatici si interessavano all’elaborazione elettronica dei dati e ai sistemi bancari. Oggi la situazione è completamente diversa. Da due anni si parla di Fintech, la tecnofinanza. E oggi laddove in passato gli investitori non prestavano attenzione confluisce denaro nelle startup. Regna un’atmosfera da febbre dell’oro, come nel boom del punto com alla fine degli anni Novanta. E come allora anche nella scena

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Fintech è difficile prevendere cosa è oro e cosa invece è piombo. La mappa della Fintech svizzera, regolarmente pubblicata da Swisscom, è diventata poco chiara: 211 aziende in nove categorie, di cui la maggior parte appena avviate. I veterani come Abrantix vengono messi ai margini come «Incumbent» (operatori storici). Sembra banale, ma internet ha cambiato molte cose. Se in passato gli sviluppatori di software erano solo dei fornitori, la situazione si è ora capovolta. L’esempio più evidente è il traffico dei pagamenti, che ha avuto a lungo la fama di essere noioso. Per decenni l’attività con carte di credito non ha praticamente subito cambiamenti. Controllata dalle banche, era estremamente lucrativa. Il settore ha vissuto il primo momento Fintech, quando l’espressione non esisteva nemmeno: il sistema di pagamento PayPal, acquistato nel 2002 da eBay e in seguito quotato in borsa, ha provocato quello che oggi viene chiamato «Disruption». Improvvisamente grazie a PayPal le persone potevano effettuare versamenti in tutto il mondo. E oltretutto gratuitamente e nel giro di pochi secondi. Era sufficiente un indirizzo e-mail. Allora i bonifici bancari internazionali costavano ancora molto. Ora PayPal ha 200 milioni di clienti che, grazie all’app del cellulare, possono pagare anche nei negozi. La Cina mostra fino a dove ci si può spingere. «Wechat», in precedenza solo un mezzo di comunicazione, registra quasi


un miliardo di utenti. Oggi i cinesi utiliz­ zano questa app per versare denaro, preno­ tare viaggi o anche per riservare tavoli nei ristoranti. Questo servizio ha rivoluzionato numerosi settori. La Svizzera è ancora molto lontana da tutto ciò. In altre parole: il potenziale per le evoluzioni disruptive è grande. So­ prattutto nel settore bancario e assicura­ tivo molti offerenti ambiscono ai favori degli utenti. Quasi ogni mese spuntano nuove banche-robot che decantano la gestione totalmente automatica del patrimonio. Le app mirano a semplificare i pagamenti, gli investimenti e il confronto dei prezzi. Nella regione di Zugo è nato un vero e proprio centro per sviluppatori nell’ambito della tecnologia Bitcoin della Blockchain. Qui è spesso difficile separare il grano dal loglio.

Un bell’esempio è il peer to peer lending, la mediazione di crediti senza banche. Mentre Lendico, la joint venture di PostFinance, ha fatto registrare ben poche stipulazioni, Loanboox ha fatto da inter­ mediario per prestiti per diversi miliardi di franchi. La differenza: nel caso di Loan­ boox, i comuni e i cantoni cercano di otte­ nere investitori. Inoltre, in Loanboox inve­ stono anche banche. L’aggressore diventa partner dell’industria. Nel frattempo si sono svegliati anche i grandi offerenti. Grandi banche come UBS investono molto denaro nelle proprie appli­ cazioni Fintech per non perdere clienti che fuggono verso start-up innovative. Gli assicu­ ratori si allenano con simulazioni o attaccano la concorrenza all’estero con filiali online. I grandi offerenti di ieri cercano il contatto con i cervelli di domani con «incubatori» e

«acceleratori» come la ditta zurighese «F10». Non da ultimo l’Unione Europea potrebbe provvedere a un ulteriore slancio. Con la sua direttiva «PSD2» vuole obbligare le banche ad aprire interfacce. Ogni Fintech potrebbe così collegare le sue app e i suoi sistemi direttamente ai conti bancari per attivare addebiti e accrediti, nonché per analizzare lo stato dei conti. Terzi potrebbero quindi occuparsi delle interfacce verso i clienti, che oggi sono ancora controllate dalle banche. È ancora da chiarire a partire da quando queste regole saranno valide anche per le banche in Svizzera. In seguito alla loro forte integrazione nel traffico dei pagamenti europei, potranno difficilmente sottrarsi a queste norme. Così dietro le quinte tutte le banche stanno già lavorando per prepararsi alla nuova concorrenza. Indipendentemente da dove arriverà.

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Una star a portata di clic Di René Haenig

Narcisismo? Mania di apparire? Non sempre. DJ Tanja La Croix utilizza i social media per avvicinarsi ai propri fan, e per salvaguardare la sua autenticità.

È

la dj svizzera più richiesta: Tanja La Croix, 35 anni. L’ex modella si esibisce nei club più in di Ibiza e Maiorca, Mosca e Monaco, Beirut e Dubai. La sangallese ha iniziato la sua carriera musicale internazionale nel 2004 e da 13 anni alla consolle fa ballare in modo sfrenato il suo pubblico nelle discoteche. I suoi fan si trovano in tutto il mondo e sono sempre presenti dove Tanja si esibisce. Facebook, Instagram, Snapchat o Twitter: la dj condivide la sua entusiasmante vita con la sua community. E chi non può vederla dal vivo può sentire il sound di Tanja sui suoi canali Spotify, SoundCloud o YouTube. «I social media mi permettono un rapporto intenso con i miei fan», afferma Tanja La Croix. «Essere sempre autentici»: è questo il suo motto. E per la musicista questa massima significa anche mostrarsi a volte senza trucco al mattino appena sveglia. Ha iniziato con un profilo Facebook. «Deve essere stato il 2008», ricorda. Dopo un’esibizione a Istanbul l’organizzatore le aveva parlato della piattaforma di social media. Una volta tornata in Svizzera ha aperto un account.

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E ben presto ha raggiunto i limiti. «Avevo talmente tante richieste di amicizia da parte dei fan da non riuscire a gestirle», ricorda Tanja. Dal profilo privato è passata alla pagina per fan, che oggi conta più di 112 000 seguaci. «Una dimensione che all’inizio non mi sarei mai potuta immaginare.» Sul suo profilo Instagram la dj svizzera ha quasi 55 000 follower. Che si tratti di foto o video, Tanja ha un approccio alla scelta dei suoi contributi sia spontaneo che strategico. Pianifica in anticipo i radioshow di Facebook e i post quale influencer, per contro scatta e posta spontaneamente le foto in studio mentre produce nuove tracce. Anche quando, come è successo recentemente, si prende una settimana di libero per una vacanza insieme a sua mamma Yvone, lo annuncia alla sua comunità di fan. Ha pubblicato comunque un paio di foto delle vacanze: Tanja con sua mamma sulla spiaggia di Protaras a Cipro. Tanja sul materassino e la schiena di Tanja piena di crema solare con disegnato un cuore. «Do istruzioni a mia mamma sulle mie idee e lei scatta le migliori foto per Instagram», dice sorridendo la star.

Per chi non ha potuto partecipare alle danze, il giorno dopo c’è un post del megaevento su Facebook (Electric Love Festival a Salisburgo).

Tanja La Croix produce la maggior parte dei video a casa a Wallisellen. Ha posizionato la sua consolle in un angolo del salotto. Basta un selfie stick con cavalletto integrato e tutto è pronto per filmare. Non utilizza


Foto: Joseph Khakshouri/Schweizer Illustrierte, instagram/tanjalacroix, Facebook/djtanjalacroix

Tanja La Croix sa come scattare il selfie perfetto: «Il segreto è la luce.»

1775 like per la sua schiena sexy: «Le foto delle vacanze ottengono la maggior risonanza.»

soltanto il suo smartphone, ma anche una fotocamera reflex Sony e una piccola Go-Pro. Sul laptop edita le clip prima di caricarle su Facebook o YouTube. Si porta l’equipaggiamento anche durante i viaggi.

Le vere star mostrano anche il cuore: Tanja con il calciatore Breel Embolo alla Charity Cup.

«Filmare o fotografare soltanto con l’iPhone non mi basta perché ricerco un elevato stardard qualitativo», spiega Tanja. «L’aspetto più importante per i selfie è la luce», questo è perlomeno quello che ha imparato. Visto che è una persona molto visiva, presta sempre attenzione che le sue foto vengano scattate con condizioni di luce ideali . «Naturalmente questo l’ho imparato anche durante la mia carriera da modella», afferma sorridendo. Ci sono dei limiti per

quello che pubblica Tanja La Croix? «Sicuramente. Ad esempio non posterei mai tutto ciò che ha a che fare con malattie e visite in ospedali o tutti gli aspetti privati relativi alla mia famiglia.» E una dj internazionale di successo con cosa ottiene la maggior risonanza sui social media? «Con immagini nella natura, durante escursioni e naturalmente con foto di vacanze.» Alla consolle i fan preferiscono vederla e sentirla live.

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L’uomo dietro «Mask»: Tej Tadi (36), fondatore e CEO di Mindmaze.

DiCaprio e il suo unicorno svizzero


Di Gabi Schwegler

Foto: Gian Marco Castelberg/13 Photo, Kirk McKoy/Contour by Getty Images

Mindmaze è la start-up svizzera di maggior successo con un valore di mercato di oltre un miliardo di dollari; perfino Leonardo DiCaprio è salito a bordo. Vi mostriamo le tre aziende svizzere che cambiano il mondo.

Dimostrazione di fiducia: il premio Oscar DiCaprio è entrato nell’azienda losannese.

I

l club degli unicorni è uno dei più esclusivi al mondo. Non è però un raduno segreto di creature leggendarie, ma il circolo delle start-up più promettenti. Si tratta di giovani aziende non quotate in borsa, che hanno un valore di mercato pari ad almeno un miliardo di dollari. Secondo l’azienda statunitense CB Insights, in tutto il mondo ci sono attualmente 217 unicorni, di cui due provenienti dalla «Health Valley» svizzera sul lago Lemano. ADC Therapeutics fa parte di questo club dalla fine di ottobre, mentre Mindmaze già da inizio 2016. Allora il gruppo indiano Hinduja acquistò un terzo dell’azienda per quasi un miliardo di dollari. Tutto iniziò con il lavoro di dottorato di Tej Tadi (36) presso il Politecnico federale

di Losanna. «Lavoravo all’interfaccia tra neurobiologia e locomozione umana», racconta Tadi, fondatore e CEO di Mindmaze. «È stato quindi un passo naturale cercare modi per contribuire alla riabilitazione di pazienti che hanno subito un ictus.» È così nato il metodo di terapia interattiva 3D Mindmotion. Il sistema riflette in tempo reale i movimenti del paziente e gli permette così di migliorare le sue capacità motorie. Tadi, che proviene da una famiglia di medici, e il suo team hanno lavorato per dieci anni a questa tecnologia. «Le severe richieste del settore sanitario ci hanno obbligato ad aspirare al migliore collegamento in assoluto tra virtual e augmented reality, apprendimento del computer e neurobiologia.»

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Più intell

Grandi piani: Tej Tadi vorrebbe sviluppare l’interfaccia ulti­ mativa cervello-macchina.

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Foto: Gian Marco Castelberg/13 Photo, Kristian Skeie/Sophia Genetics

E questo sapere ha portato Mindmaze al secondo successo: Mask, una tecnologia che sincronizza il corpo con un avatar digitale. La maschera percepisce le espressioni del viso e le rappresenta in tempo reale. «Questo crea un modo fondamentalmente nuovo di vivere i contenuti», afferma Tadi. «Non è interessante soltanto per il settore sanitario, ma anche ad esempio per l’industria dell’intrattenimento, dello sport e dei videogiochi.» Mask è talmente convincente da indurre questo autunno la star di Hollywood Leonardo DiCaprio (42) a entrare in Mindmaze come investitore e consulente. «Siamo molto felici di questa dimostrazione di fiducia. Questo semplifica ulteriormente la nostra entrata nel settore dell’intrattenimento.» E Tadi vuole, come è normale che sia per un ingegnoso imprenditore e uno scienziato appassionato, abbattere altre barriere: «Il nostro obiettivo è creare un’interfaccia ultimativa cervello-macchina, una specie di MindOs. Vogliamo portare il computer a decifrare in tempo reale il cervello umano e a tradurlo.» Il viaggio magico del primo unicorno svizzero attraverso il mondo digitale continua.

«Grazie a Sophia diventano tutti più intelligenti.» Jurgi Camblong (39), CEO.


igente di Tesla Da Losanna Sophia Genetics rivoluziona il settore sanitario. L’intelligenza artificiale collega ospedali in tutto il mondo permettendo così diagnosi più efficaci.

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a porta della rivoluzione nella promozione della salute è completamente spalancata: ciò che hanno rappresentato gli antibiotici per l’inizio del 20° secolo, lo è oggi il sequenziamento del DNA, cioè la scomposizione del genoma umano. Questo metodo permette di analizzare le malattie ereditarie e di indi­ viduare i cambiamenti nei geni. «L’evoluzione più importante degli ultimi 100 anni», afferma Jurgi Camblong (39), che ha fondato a Losanna la start-up Sophia Genetics nel 2011 insieme ad altri due ricercatori. Dieci anni fa il sequenziamento del DNA costava 100 000 franchi, oggi ci vogliono meno di 1000 franchi. L’utilizzo sempre più efficiente di questa tecnologia porta soprattutto una cosa: più dati. Ed è proprio qui che entra in gioco Sophia Genetics. «La deco­ dificazione del genoma è stato il primo passo. Ora si tratta di elaborare e collegare le montagne di dati acquisiti», afferma Camblong, biologo molecolare. Sono concetti come democratizzazione della medicina o creazione di sapere collettivo che motivano gli oramai 140 collaboratori. «Tutti devono avere accesso a questo sistema, in modo che i dati provenienti dal Messico possano aiutare un paziente in Nigeria.» L’intelligenza artificiale Sophia – parola greca per «saggezza» – è una piattaforma d’analisi, che viene nutrita con dati anonimi di pazienti da già 360 ospedali in 55 Paesi. Sophia trova applicazione principalmente nell’oncologia perché il sequenziamento del DNA permette di riconoscere e attaccare

nel modo più efficace possibile mutazioni maligne nel patrimonio genetico. Una volta prelevato, il DNA viene esaminato con una procedura standard per trovare eventuali mutamenti; questi profili genetici vengono registrati in Sophia. Finora sono presenti 140 000 profili di pazienti. Con il confronto nella banca dati, le diagnosi possono essere formulate in modo più rapido e preciso. «Questa rete è il primo pilastro», afferma Jurgi Camblong, che proviene dai Paesi Baschi francesi e ha studiato a Losanna, Ginevra e Oxford. «In una prossima fase vogliamo sapere a quale trattamento vengono sottoposti i pazienti e quanto è efficace. Nella «Technology Review 2017» del rinomato «Massachusetts Institute Of Technology», Sophia Genetics è stata descritta come «evangelista della medicina basata sui dati» e ha ottenuto il 30° posto tra le «50 Smartest Companies», posizionandosi perfino davanti a Tesla. «Non conta il fatturato, ma il modo in cui cresciamo. Grazie a Sophia diventano tutti più intelligenti», afferma Camblong. Sebbene la sede principale di Sophia Genetics si trovi a Losanna, solo tre dei 60 milioni di budget provengono da investitori locali. «In Svizzera non è una questione di soldi, ma di mentalità», afferma il CEO Camblong. Qui si potrebbe fare meglio. «Perché gli investitori privati e pubblici potrebbero solo guadagnarci: inizialmente le tecnologie delle start-up sono convenienti e per ogni azienda è positivo verificare la propria procedura con le idee fresche delle start-up.

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Il ricercatore di sapere Nelle grandi aziende c’è una quantità enorme di know-how, di cui nessuno ha idea. Il software della start-up Starmind rende utilizzabile questo sapere.

Foto: Starmind

I padri del supercervello «Starmind»: Marc Vontobel (33, s.) e Pascal Kaufmann (39).

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i sono conosciuti nel laboratorio di intelligenza artificiale dell’Università di Zurigo. L’informatico di gestione Marc Vontobel (33) e il neuroscienziato Pascal Kaufmann (39) hanno lavorato su robot umanoidi nel team del professore emerito Rolf Pfeifer. «Abbiamo capito subito che non avremmo mai potuto acquisire tutte le conoscenze necessarie per lo sviluppo di questi robot», afferma Marc Vontobel. «Avremmo avuto 70 anni quando avremmo avvitato la prima vite nei robot.» Così è nata l’idea di Starmind, un software che con l’aiuto dell’intelligenza artificiale collega i titolari di conoscenze all’interno di grandi aziende. «Nelle grandi aziende c’è una

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quantità enorme di sapere inutilizzato nelle teste dei collaboratori, perché le imprese non possono accedervi», afferma Vontobel. «Starmind rende questo sapere visibile, accessibile e utilizzabile.» A sua mamma ha spiegato Starmind nel seguente modo: si scrive una specie di e-mail con una domanda, senza dover inserire un destinatario. Starmind riconosce l’argomento e sa chi è l’esperto di questo tema all’interno dell’organizzazione e chi può fornire una risposta. «Non è chi pone la domanda, ma è la domanda a trovare la persona corretta. È un enorme risparmio di tempo», afferma Vontobel. Nel frattempo

Starmind viene già utilizzato in 70 Paesi e anche da grandi aziende come Nestlé, Swisscom, SwissRe e Six Group. Quando Starmind viene implementato in un’azienda, è simile al cervello di un bebè. Ai sensi del metodo «Trial and Error» Starmind sperimenta molto all’inizio: se qualcuno non può rispondere, chiede chi altro potrebbe dare una risposta. «In questo modo l’intelligenza artificiale impara a conoscere i collaboratori e sa quali sono le loro competenze e i loro interessi», spiega Vontobel. «Già dopo 2-3 mesi abbiamo un cervello da adulto completamente fun­ zionante.» Attualmente Starmind trova la risposta corretta a 94 domande su 100. «Naturalmente puntiamo a una quota di soluzione del 100 percento», afferma Von­ tobel. A Zurigo, «il cuore di Starmind», i collaboratori si scervellano per raggiungere questo obiettivo. L’azienda possiede altri uffici a Francoforte e New York. E i due fondatori stanno già pensando oltre: a breve l’intelligenza artificiale dovrà formare team di progetto, i cui membri si completano nel migliore dei modi. E questo non è certamente tutto, ne è sicuro Vontobel: «Il potenziale della nostra tecnologia, che inizialmente è nata per l’utilizzo personale, è enorme.»

Per la Giornata digitale del 21 novembre Starmind ha creato una propria rete. Scaricate precedentemente nell’appstore di Apple o Androis l’app di Starmind e scansionate il codice presso lo stand alla stazione centrale di Zurigo. In seguito avrete accesso alla rete e potrete porre le domande al grande cervello.


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La classe che programma Di Petar Marjanovic

Mentre in molti luoghi si è ancora in piena attuazione del Piano di studio 21, gli allievi della scuola elementare di Zumikon (ZH) sono già arrivati nel futuro digitale.

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ono chiamati nativi digitali. Una defini­ zione che poco interessa a questi scolari. Il digitale è per loro semplicemente normale. Tecnica moderna? Quotidianità. Dalla nascita. «Posso sempre giocare con il cellu­ lare», afferma Matthias (12), mentre parla di digitalizzazione con i suoi amici. Nell’aula della scuola elementare di Zumikon (ZH) non si tratta però assolu­ tamente di giochi con il cellulare. È una lezione, durante la quale c’è qualcosa da imparare anche se porta il titolo di «Esperi­ menti e scoperte». «Stiamo costruendo una spazzola robot», spiega Liselotte (12) che frequenta la sesta classe. Il loro compito è costruire, incollando, facendo bricolage e appunto scoprendo, un robot che venga apprezzato in cortile. Inoltre: «Deve anche avere un bell’aspetto», sottolinea. Quello che sembra divertimento è diver­ timento, afferma l’insegnante Bettina Wald­ vogel (49). I piccoli ideatori hanno tuttavia dovuto prima imparare alcune cose: «Gli sco­ lari imparano ad esempio che cosa è un co­

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dice QR o come si usa una stampante 3D.» Con la spazzola robot si tratta di met­ tere in pratica competenze come la capacità motoria e la creatività, di cui si ha bisogno anche nel mondo digitale. Con Bettina Waldvogel gli allievi hanno a disposizione un’esperta. Si occupa infatti di media e informatica quale docente e ricercatrice di formazione. Il direttore della sua scuola Philipp Apafi (57) è molto felice di ciò. «La digitalizzazione è una sfida per le scuole. La signora Waldvogel è per noi un gran colpo di fortuna!». La lezione nell’edificio scolastico accanto mostra quanto possano essere complessi questi nuovi temi didattici. Allievi dalla quarta alla sesta classe stanno sperimen­ tando la difficoltà degli algoritmi, argo­ mento che fa sudare perfino alcuni studenti di informatica dell’ETH. Il loro compito è disegnare forme geometriche con il lin­ guaggio di programmazione XLogo. Teen­ ager come Anna (11) e Felicia (11) decifrano senza alcuna difficoltà il codice criptico.

Si impegna per l’insegnamento precoce delle competenze digitali: Bettina Waldvogel.

«Possiamo disegnare la bandiera della Francia», afferma Felicia. Bastano semplici comandi come setpc 12, pu o rt 90. Tutte abbreviazioni in inglese, che dicono cosa fare a una simbolica tartaruga sullo schermo. Qui si vede il potenziale dell’economia digi­


Prima si inizia, meglio è: a Zumikon (ZH) gli insegnamenti di base sul mondo digitale vengono trasmessi già nella scuola elementare.

Il Piano di ∆studio 21 punta

Divertimento mentre si impara: nascono robot da spazzole, lana e qualche filo.

I nativi digitali all’opera: gli allievi imparano il linguaggio di programmazione XLogo.

tale: «Ogni allievo trova un proprio approccio ai compiti di programmazione», spiega l’insegnante Livia Gmür. I ragazzi che di solito hanno difficoltà con i calcoli si sentirebbero rinascere e risolverebbero i compiti di programmazione con creatività. Mentre

lo dice, Matthias (10) urla dal fondo dell’aula: «Qual è il codice del colore verde?». La risposta non si fa attendere: «Vuoi disegnare l’Italia? Il verde scuro ha la cifra 11!», risponde Emir (12). L’insegnante Gmür ride: «Avrei dovuto controllare!». I nativi digitali no.

Con il Piano di studio 21 i Cantoni tedeschi e plurilingui armonizzano il loro programma didattico. In futuro, gli allievi avranno lo stesso livello in tutti i cantoni, dalla scuola dell’infanzia fino alla nona classe. La novità del piano di studio consiste nel fatto che il mandato di formazione per le scuole viene descritto tramite le competenze che gli allievi devono raggiungere. Il modulo media e informatica acquisisce maggiore importanza. I cantoni stabiliscono quando e da chi. Il modulo permette lezioni multidisciplinari. Gli allievi risolvono esercizi matematici con computer, tablet e smartphone, scrivono temi e programmano. Contemporaneamente imparano i principi base dell’informatica come l’elaborazione automatizzata, il salvataggio e la trasmissione di informazioni. Non risulta importante soltanto l’acquisizione di conoscenze e metodi, ma anche la scoperta autonoma di soluzioni. Nel prossimo anno scolastico nuovi cantoni introdurranno il Piano di studio 21.

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Foto: Siggi Bucher

sull’informatica


Avete sotto controllo i vostri Di Chantal Imfeld-Matyassy

Chi dovrebbe vedere i vostri contenuti? Come si naviga in modo più sicuro? Cosa non si deve assolutamente fare con le password? Una piccola guida per la gestione dei vostri dati.

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aricare l’ultima foto della propria figlia su Instagram, lasciare un contri­ buto nella bacheca di un amico di Face­ book, inviare alcuni messaggi via Whats­ App, fare una breve telefonata a un’amica con Facetime, ordinare un nuovo orologio nell’online shop o cercare in rete un bel ristorante per la cena. Vi riconoscete? Il mondo digitale è per molti di noi talmente ovvio che non notiamo pratica­ mente più la quantità di orme digitali che lasciamo. Riveliamo dati e informazioni che, se ci riflettessimo, non comuniche­ remmo mai così apertamente nella vita reale. Oppure al mattino presto vi mettere­ ste in una piazza pubblica in pigiama a rac­ contare a tutti cosa avete appena mangiato per colazione? Non credo proprio. Perciò trovate qui di seguito una piccola guida per la gestione dei vostri dati.

Siete voi a decidere Innanzitutto dovreste essere coscienti che i vostri dati appartengono a voi. Siete soltanto voi a decidere a chi renderli accessibili e chi può utilizzarli. Assumetevi la responsabilità

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per i vostri dati e informatevi su cosa può succedere nel mondo digitale con essi.

Gestione dei social media Postate regolarmente contenuti o foto sui social media? Siate coscienti che tutto quello che postate può diventare pubblico. La foto di vostra figlia piccola su Facebook, a se­ conda delle impostazioni del vostro account, può essere copiata, riprodotta e inoltrata senza problemi da un amico di un amico, senza che voi ve ne accorgiate. Oppure il vostro commento fuori luogo (eravate arrab­ biati) a un contributo o a una foto può essere attribuito a voi ed essere utilizzato contro di voi. Verificate quindi con attenzione le impostazioni dei vostri account dei social media. E prima di pubblicare qualcosa: riflettete su chi vedrà il contributo, la foto o il vostro commento e se lo volete davvero. Postate secondo il motto: meno è meglio!

Navigare in internet Se navigate regolarmente in internet, co­ noscete la situazione. Alla seguente visita di una pagina web venite salutati con il

nome o viene visualizzata pubblicità che corrisponde al termine che avete inserito precedentemente nel motore di ricerca. Anche navigando in internet lasciate più tracce di quanto probabilmente sapete. In background il computer trasmette infatti numerosi dati. Se aprite una pagina inter­ net, il server di questo sito viene a cono­ scenza del vostro indirizzo IP. Un indirizzo IP, analogamente al vostro indirizzo di casa nel mondo reale, è l’indirizzo del vostro apparecchio (computer, cellulare, ecc.) in rete. In questo modo il vostro apparecchio è raggiungibile in rete e può essere ricono­ sciuto. Tale indirizzo viene attribuito al vostro router dal fornitore di servizi inter­ net. Ciò permette di risalire al vostro domicilio. Sebbene non sia possibile


dati?

«Postate secondo il motto: meno è meglio.»

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Foto: Shutterstock, Getty Images; Montage: Brand Studio

«Utilizzate una password diversa per ogni conto e-mail e ogni account.»

stabilire esattamente in quale strada abitiate, tutti i siti che visitate vengono a conoscenza della zona in cui vivete e possono trarre determinate conclusioni. Oltre all’indirizzo IP, il computer trasmette ad esempio anche informazioni sul sistema operativo, sulla risoluzione dello schermo, sui plug in del vostro browser (un ampliamento opzionale del software) e sui tipi di caratteri installati. Tramite i cosiddetti cookie le pagine internet vi riconoscono. I cookie sono brevi file di testo che vengono salvati sul vostro apparecchio e servono per l’analisi dell’utilizzo di una pagina internet o di un’applicazione mobile. Così è possibile creare un’immagine dettagliata tramite le vostre abitudini di navigazione. Per evitare che tali abitudini vengano valutate, dovreste ridurre la quantità di informazioni trasmesse. Cancellate quindi regolarmente i dati del browser, impostate il browser in modo che in generale i cookie vengano rifiutati e navigate in maniera anonima, ad esempio modificando l’indirizzo IP tramite un programma di anonimizzazione. Se volete ancora più discrezione, po-


tete optare per servizi internet meno popolari. Esistono motori di ricerca che, secondo quanto indicato da loro stessi, non salvano informazioni sugli utenti. Generalmente anche qui vale lo stesso principio: inserite soltanto i dati strettamente necessari.

Gestione delle password e dei dati di login All’insegna del motto «Uno per tutti, tutti per uno» utilizzate la stessa password per l’online banking, iCloud, Facebook e tutti gli account e-mail? Per non dimenticare i dati di accesso, li avete scritti con cura su un paio di biglietti, che avete poi messo uno nel cassetto più basso della scrivania in ufficio, uno nel borsellino da avere sempre con voi e uno lo avete consegnato al vostro miglior amico? Congratulazioni, avete creato la situazione perfetta per far sì che i vostri dati di accesso finiscano nelle mani di una persona non autorizzata, che potrà poi accedere alla vostra vita privata digitale. Nel vostro interesse utilizzate una password separata per ogni conto e ogni account di social media. Sostituite i biglietti (andranno persi in ogni caso) con un password manager, che vi aiuta non soltanto nella gestione delle diverse password, ma che genera anche login sicuri.

Proteggete i vostri apparecchi Proteggete dagli accessi non autorizzati e dalla perdita dei dati anche gli apparecchi,

Ecco come proteggere ∆i vostri dati Computer: protezione dai virus e aggiornamenti regolari sono un must. Un backup protegge dalla perdita dei dati. Va prestata attenzione all’installazione di programmi provenienti da fonti sconosciute e naturalmente alle e-mail sospette. Cellulare: proteggete l’apparecchio con una password o un sensore di impronte. Attivate per l’account mobile l’autenticazione a due fattori. Non scaricate app di dubbia provenienza e installate solo programmi degli store ufficiali. Account e login: utilizzate una password separata e unica perlomeno per i servizi internet importanti. Un password manager aiuta nella gestione e genera login sicuri. Create eventualmente un indirizzo e-mail per account meno importanti, questo vi evita la spam. Navigare in internet: cancellate regolarmente i dati del browser e navigate in «modalità privata» o «in incognito». Utilizzate eventualmente un motore di ricerca alternativo a Google. Social media: siate coscienti che tutto quello che postate può diventare pubblico. Pertanto, inserite il minor numero possibile di dati privati. Lorenz Keller

con i quali vi muovete nel mondo digitale. Tenete lontani dal vostro computer, laptop o tablet malware e spyware. Questi dannosi software possono causare grandi danni e spiarvi. Utilizzate quindi un antivirus e attualizzate regolarmente i programmi installati. Per tutelarvi dalla perdita di dati, dovreste effettuare regolari backup su dischi rigidi esterni. Siate cauti con l’istallazione di programmi, dei quali non conoscete la fonte o il produttore e non aprite e-mail sospette. Lo stesso vale anche per il cellulare. Tutti i cellulari possono essere colpiti da programmi dannosi, che spiano, cambiano o cancellano i vostri dati personali e dis­ turbano o bloccano le funzioni del vostro telefono. Installate o attivate quindi anche sul vostro cellulare un antivirus. Scaricate solo applicazioni affidabili e installate solo programmi ufficiali. Proteggete il vostro cellulare dall’accesso non autorizzato con una password (separata), tramite un sensore di impronte o il riconoscimento dell’iride e attivate per i vostri account mobili l’autenticazione a due fattori. Ciò significa che oltre alla vostra password dovete inserire anche un pin. Così potete però essere certi che nessuna persona non autorizzata possa accedere ai vostri dati personali sul vostro cellulare. Trovate maggiori informazioni riguardanti questo tema su pagine pertinenti, naturalmente in internet! Autrice Chantal Imfeld-Matyassy è responsabile della protezione dei dati presso Ringier AG.

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Foto: Philippe Rossier

ÂŤTemo che molte persone non utilizzino nemmeno un miliardo dei loro 87 miliardi di neuroni cerebrali.Âť Ludwig Hasler (73), filosofo e pubblicista.

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«Diventiamo passeggeri invece di piloti» Intervista: Gabi Schwegler

Con le soluzioni digitali le persone mirano alla perfezione; trovano però la felicità nella loro inadeguatezza, e in un bicchiere di whiskey. È quanto afferma il filosofo e pubblicista Ludwig Hasler (73) che spera in una nuova simbiosi tra uomo e macchina.

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«

L’uomo, variabile pericolosa, non deve più poter usare volante e pedale del gas. Allora il traffico sarebbe totalmente sicuro e razionale.»

In tutto il mondo si cercano soluzioni digitali che mirano a semplificarci la vita. Tuttavia, sempre più persone si sentono sotto pressione. Cosa non va, signor Hasler? Abbiamo alcuni problemi con la moder­ nità. La società viveva del fatto che tutto migliorava, aumentava e diventava più divertente. Nella mia generazione il mondo migliorava davvero. Ora però notiamo che stiamo subendo una battuta d’arresto. Quest’estate abbiamo ad esempio visto a Barcellona, Dubrovnik e Venezia che con il turismo non si può continuare in questo modo. È diventato di massa, più econo­ mico, in una certa misura si è democra­ tizzato e ora siamo irritati. Questa è la dialettica del progresso.

Soprattutto nella salute digitale ci sottomettiamo a una specie di auto­ controllo. Esistono app per dormire abbastanza, contare i passi e le calorie. Perché lo facciamo? L’uomo è la personificazione dell’ambi­ guità. Vogliamo essere sempre più perfetti e i mezzi digitali ce lo consentono sempre meglio. Di conseguenza questo significhe­ rebbe che ci trasformiamo in macchine che funzionano alla perfezione. Qui la pa­ rola chiave è transumanesimo. Al tempo stesso sappiamo però che ciò non ci renderà mai felici.

Cosa ci rende felici? La nostra inadegua­

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tezza. Bere acqua sana non ci rende felici, un whiskey invece sì. L’uomo è però una creatura composta, costantemente dilaniato dalla tensione tra mente e parte animale.

Il nostro cervello è in grado di gestire la velocità della nuova quotidianità digitale? Un cervello umano è tanto più capace, quanto più lo utilizziamo. Abbiamo 87 miliardi di neuroni cerebrali. Temo che molte persone non ne utilizzino nemmeno un miliardo. Eppure il cervello sarebbe pronto ad affrontare le situa­zioni più turbolente.

  Dati personali Il lucernese Ludwig Hasler (73), laureato in fisica e dottorato in filosofia, ha insegnato filosofia nelle università di Berna e Zurigo e ha lavorato come caporedattore («St. Galler Tagblatt», «Weltwoche»). Dal 2001 è attivo come pubblicista, insegnate universitario e colonnista, scrive saggi e pubblica libri. La rivista «Die Zeit» ha scritto che è il conferenziere di maggior successo della Svizzera. Hasler interviene anche sul campo, ad esempio nel gruppo di accompagnamento «Digitalizzazione» di economiesuisse.

Però poi facciamo proprio l’opposto: ho numerose app per sgravare il mio cervello. Una parte della trasformazione digitale tende a costruire un mondo in cui le persone sono solo componenti passive. Nasce la domanda: in futuro saremo soli animali domestici degli algoritmi, gestiti nella Silicon Valley? O saremo ancora i padroni in questa casa? Tendenzialmente diventiamo passeggeri invece di piloti della trasformazione digitale. Esistono però assolutamente settori in cui questo ha un senso.

Ad esempio? L’esempio da manuale è la mobilità. Le auto che vanno da sole rendono il traffico molto più razionale, sicuro ed economico. L’uomo, variabile pericolosa, non deve più poter usare volante e pedale del gas. Allora il traffico sarebbe totalmente sicuro e razionale. Ma la domanda è come questo funziona in altri settori, ad esempio dove, con 150 000 app per la salute e impianti di chip, vogliamo creare uno smartbody. Passiamo da conquistatori del mondo a contabili degli stati del nostro corpo.

Una volta ha scritto che la tecnologia tiene unito il mondo dall’interno. Che cosa intendeva? La digitalizzazione non è magia. È soltanto il collegamento tecnico di tutto con tutto. Si crea una specie di sistema nervoso tra


«La digitalizzazione non è magia.» Ludwig Hasler nella sua casa a Zollikon (ZH).

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N I I T S PO O R T S O N L I R E P A N U B I . E TR M A POLL 92,5% SSRA La maggior parte dei nostri pollami da ingrasso viene allevata conformemente alle norme per i sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA).

ARIA FRESCA Inoltre nei pollai SSRA di giorno il pollame ha sempre accesso a un giardino invernale.

Perché la carne di origine svizzera è più sostenibile: la-raffinata-differenza.ch

AREE DI RIPOSO SOPRAELEVATE Nelle aziende SSRA il pollame da ingrasso dispone di aree di riposo sopraelevate adeguate alle loro esigenze naturali.


«

Se vogliamo un mondo umano, dobbiamo utilizzare il tempo guadagnato grazie alle macchine in attività prettamente umane.»

cose, persone e aziende. Abbiamo costruito un mondo, nel quale molto è così com­ plicato da obbligarci a fare dei calcoli. Pensate soltanto alla stazione di Stadelhofen a Zurigo durante l’ora di punta. Soltanto i velocissimi computer impediscono lo scoppio del caos. Il collegamento digitale è una specie di spartito della nostra vita nel 21° secolo. Siamo noi a decidere come suonarlo. Ci mettiamo in spiaggia con una birra, abbiamo un reddito di base incondi­ zionato e siamo soci passivi di tutto questo teatro? Per me si tratta di atti di resa.

Quale sarebbe la controproposta in questo senso? La mia speranza è che nasca una simbiosi, finora sconosciuta, tra uomo e macchina. Una simbiosi che ci permetta di mettere le macchine al nostro servizio senza soccom­ bere a esse. Prendiamo un falegname. Oggi si occupa perlopiù di programmare apparecchi che eseguono il lavoro, è praticamente un informatico. I falegnami dicono però che la cosa peggiore sarebbe se in futuro venissero formati solo come programmatori. Perché sono superiori alle macchine soltanto grazie alla loro tradizio­ nale formazione di artigiano. Nutrono le macchine con le loro conoscenze del legno. Questo sarebbe un modello per diverse professioni.

L’intelligenza artificiale mostra però che le macchine impareranno. Cosa fare?

È sicuramente corretto che non abbiamo più a che fare con semplici robot indu­ striali. Le macchine imparano e si regolano e si gestiscono da sole. Per me però il loro apprendimento è soltanto un’integra­ zione di nuovi segnali nel funzionamento utilizzato finora. E qui sta la grande differenza: il robot non viene messo al mondo, non ha una madre, né una biologia. Visto che l’essere umano produce

costantemente scempiaggini, cerca sempre nuovi approcci e soluzioni.

È questa la forza trainante dell’innovazione? Esattamente. In sostanza si tratta della conoscenza riguardante la propria limita­ tezza. Questa costellazione è la condizione per innovazione, creatività, animazione e inspirazione.

Come possiamo utilizzare tutto ciò?

  Domande flash Qual è il suo più bel ricordo analogico? Flirtare. Quale invenzione ritiene superflua? Il trolley. Quale nuovo termine non capisce? Slack. Quale innovazione sta aspettando? Significative app economiche, che non offrano soltanto servizi ma che siano anche produttive. Di cosa ha paura? Delle tendenze transumaniste. Chi è il pensatore/la pensatrice più intelligente? Robert J. Gordon, l’economista scettico.

Prendiamo il settore dell’assistenza. In futuro un infermiere si recherà nelle stanze di ospedali insieme a un robot. I robot sposteranno dal letto i pazienti, rifaranno i letti, riordineranno la camera, puliranno il bagno e si occuperanno della pulizia intima. E invece di chiederci cosa farà l’infermiere, c’è solo una cosa da considerare: finalmente farà ciò per cui finora non aveva tempo. Attenzioni e chiacchiere. Quindi l’aspetto assoluta­ mente più importante.

Soprattutto nel settore sanitario esplodono i costi. I robot sarebbero un gradito mezzo per risparmiare denaro. Non necessariamente. Se vogliamo un mondo umano, dobbiamo utilizzare il tempo guadagnato in attività prettamente umane. Ci troviamo in un momento assolutamente perfetto per rivoluzionare l’economia, in modo da poterci occupare in futuro delle cose più importanti.

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Di Andrea Cattani

Una volta i ragazzi volevano diventare calciatori, ora invece gamer di calcio. Luca Boller è uno di loro.

A

lla fine è un veloce contropiede a decidere il campionato. Con un passaggio in pro­ fondità viene lanciato Dimitri Oberlin, che si trova poi solo davanti al portiere lucernese e con sangue freddo infila la palla nell’angolo basso. Il Basilea vince la partita 4:2 e si laurea campione svizzero. O meglio, Luca Boller è campione svizzero. Il 23enne di Fehraltorf (ZH) ha difeso il suo titolo nel mese di otto­ bre alla fiera dei giocattoli Suisse Toy a Berna. «Lubo», come viene chiamato Boller sulla scena, fa parte dell’emergente mondo degli sportivi elettronici. Ha conquistato i suoi trionfi non sul campo, ma con la playstation. Solo fino a qualche anno fa, le persone come Luca Boller venivano derise. Tuttavia, dietro il successo c’è duro lavoro: prima dei tornei si esercita con l’amato videogioco della Fifa da sei a sette ore al giorno. «È la mia unità di allenamento», spiega. Da quest’estate è sotto contratto con il FC Basi­ lea. Il club che fa incetta di titoli nel calcio «vero» punta ora anche sulla carta dell’esport. Ed è in buona compagnia. Anche top club internazionali come Paris Saint-Ger­ main, Schalke 04 o Besiktas Istanbul hanno scoperto il potenziale di un proprio team di gamer. Nel caso di Luca Boller e del Basilea ne approfittano entrambi. Con i giocatori professionisti di playstation la società mira a un nuovo gruppo target, che altrimenti non si interesserebbe molto di calcio. E, grazie

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Sulla strada verso un ∆business miliardario Somme di trasferimento a sei cifre, stipendi di base di 25 000 euro e premi milionari. Soltanto all’evento DOTA2 (un multiplayer fantasy action game) «The International» vengono corrisposti premi per 25 milioni di dollari, una cifra maggiore a quella del Grande Slam US Open di tennis. Daniel Luther, esperto di e-sport presso ESB Marketing Netzwerk e il FC Basilea, afferma: «I club, le leghe e le aziende non possono trascurare lo sport elettronico se vogliono stare al passo col tempo.» Lo scorso anno il settore dell’e-sport ha fatturato 700 milioni di euro. Nel 2018 dovrebbe abbattere il muro del miliardo.

all’ingaggio, «Lubo» può vivere ai massimi livelli la sua passione aiutando così anche la scena svizzera dell’e-sport. Nel confronto internazionale la Svizzera è ancora indietro. I premi dei tornei non sono

sufficienti da permettere a giocatori come Luca Boller di vivere di questo. Lo zurighese lavora quindi a tempo parziale come impie­ gato presso una banca. Il fatto di essere arrivato ai vertici dei gamer svizzeri della Fifa lo deve innanzitutto a suo padre. «Quando avevo circa sei anni, mi ha lasciato giocare per la prima volta. Da quel momento mi sono appassionato a questo gioco e mia madre ha sempre dovuto controllare che concludessi qualcosa anche a scuola.» Oggi Boller riceve completo sostegno a casa per la sua carriera come sportivo elettro­ nico. Non c’è da meravigliarsi: per i concorsi digitali si prospetta un grande futuro. In tutto il mondo crescono come funghi i tornei di videogiochi. Facoltosi sponsor sco­ prono il settore (vedi riquadro). Per l’incon­ tro dei 32 migliori giocatori Fifa del mondo, tenutosi quest’estate a Londra, c’erano in palio 200 000 dollari. E anche in Svizzera si muove qualcosa: oltre al Basilea altri club come Losanna e San Gallo hanno messo sotto contratto alcuni giocatori. E l’interesse verso le loro partite aumenta anche tra la popo­ lazione. «Adesso mi chiedono perfino foto e autografo», afferma Boller con un sorriso. Crede che questo hobby di nicchia diventerà ben presto di massa. E sogna che in futuro il campionato svizzero dei gamer Fifa venga giocato nel grande St. Jakob-Park, lì dove oggi il vero Dimitri Oberlin insegue la palla.

Foto: FC Basel 1893, Suzi Pratt/Getty Images

Il FC Basilea è anche campione elettronico


Da sei a sette ore di allenamento al giorno: Luca «LuBo» Boller al St. Jakob Park.

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Capite il digitale? Di Bastian Heiniger

Lo sviluppo tecnico avanza rapidamente. Nascono nuovi termini tecnici quasi ogni giorno. Le seguenti 20 espressioni vi aiutano a districarvi nella giungla digitale. 1. App

I mini programmi rappresentano ancora lo strumento per utilizzare internet sul cellulare. Per browser, e-mail, orario online o social media: c’è un’app per qualsiasi esigenza. In futuro alcune potrebbero però scomparire, visto che aziende come Facebook e Google stanno lavorando ad assistenti intelligenti che riprenderanno i compiti delle app (vedi punto 6).

2. Augmented Reality (AR)

Nella realtà aumentata l’ambiente reale viene sovrapposto e integrato con immagini digitali. Questo è possibile grazie allo smartphone e agli occhiali intelligenti. Un utente può ad esempio puntare il suo cellulare su un edificio e vedere sul display informazioni aggiuntive.

3. Big data

Nel mondo digitale i dati sono il nuovo petrolio. Ogni persona lascia un grande numero di dati durante quasi tutte le attività. La totalità viene definita Big Data. Le aziende utilizzano tali dati per adeguare in modo mirato le proprie offerte ai clienti.

4. Bitcoin

Bitcoin è una valuta elettronica. Non ha né mo­ nete, né banconote ed esiste solo in internet. I Bitcoin possono essere utilizzati come mezzo di

pagamento anonimo o per la speculazione. Chi ne vuole acquistare può scaricare come app un Bitcoin-Wallet, che funge da portafoglio digitale.

5. Blockchain

La blockchain è quasi un registro digitale, che memorizza le transazioni tra un consumatore e un fornitore. La rete salva tutte le informazioni in modalità cifrata in blocchi di dati, che vengono legati in ordine cronologico. Questa tecnologia viene ad esempio utilizzata per i Bitcoin.

6. Bot

I bot sono robot digitali, vale a dire un programma per computer che può eseguire costantemente da solo determinati compiti. Sempre più apprezzati sono i bot gestiti da comando vocale. Con l’assistente vocale l’utente può ad esempio effettuare ordinazioni, farsi leggere il bollettino meteo o gestire la sua smart home.

7. Cloud

Le quantità di dati sempre in crescita non possono praticamente più essere salvate sul disco rigido di un apparecchio. Cloud permette perciò di memorizzare i dati in internet. L’utente può così accedere ai suoi dati in qualsiasi momento da apparecchi diversi. Risulta tuttavia problematica la sicurezza visto che internet è soggetto ad attacchi.

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8. Coding

La traduzione italiana di coding è programmazione. Chi conosce i diversi linguaggi di programmazione può creare un programma per computer. Una capacità per risolvere problemi con software individuali, che assume sempre più importanza nell’era digitale.

9. Sicurezza informatica

Più un’azienda è digitale, più corre il rischio di essere attaccata. Furto di dati, spionaggio, sabotaggio ed estorsione tramite attacchi informatici minacciano tutti i settori, le istituzioni pubbliche e le infrastrutture critiche. Per questo motivo cresce la richiesta di informatici, in grado di proteggere le aziende da attacchi digitali.

10. Darknet

In internet esistono settori che non si trovano con il browser o con Google. La rete scura è quasi una stanza segreta virtuale per addetti ai lavori. Non è composta da un server centrale, ma da una rete di molti computer. I dati vengono cifrati e l’utente naviga in modalità anonima. Ha una cattiva reputazione perché al suo interno vengono spesso svolte attività illegali.

11. Disruption

Quasi qualsiasi persona che gestisce una startup digitale sogna di una

disruption. Di cosa si tratta? Un modello operativo già esistente viene sostituito o perfino eliminato da un’innovazione. Ne è un esempio il servizio di trasporto Uber, che con la sua app ha sconvolto il settore dei taxi.

12. E-health

E-health è il termine collettivo per tutte le soluzioni digitali nel settore della salute. Già oggi i dati sanitari possono essere trasmessi direttamente al medico tramite app. E l’utente viene avvisato se i suoi valori sono improvvisamente critici.

13. Tecnofinanza

I robot si occupano delle operazioni bancarie. Perlomeno nel settore della tecnofinanza dove i servizi finanziari vengono collegati alla tecnologia, diventando così più efficienti e convenienti.

14. Influencer

Un influencer è quasi una star dei social media. Non deve per forza saper fare qualcosa. Grazie alla sua popolarità risulta tuttavia interessante per le aziende servirsi di lui per pubblicizzare i propri prodotti.

15. Internet delle cose

Internet of Things/IoT significa che oggetti, apparecchi e macchinari vengono collegati a internet per aiutare le persone. Un esempio: un frigorifero che non ha più latte ordina auto­ maticamente il riforni­ mento.

16. IA

Con l’intelligenza artificiale (IA) il computer diventa simile all’uomo. Le macchine devono imparare a percepire l’am-

biente circostante, trarre conclusioni da questo e adeguarsi al mondo reale.

17. Long Term Evolution (LTE)

LTE indica gli standard di telefonia mobile di quarta generazione, noti come 4G. Questa tecnologia permette una navigazione mobile più rapida. Attualmente si sta lavorando al suo successore, il 5G che mira ad aumentare la stabilità di rete e incrementare sensibilmente la trasmissione dei dati. Si parla di un volume dati 100 volte superiore e di una capacità 1000 volte superiore, con il 90 percento in meno di consumo energetico.

18. NFC (Near Field Communication)

Pagate senza contatto con la vostra carta di credito? Allora avete già utilizzato la tecnologia NFC. Essa permette lo scambio di dati quando due dispositivi si trovano a una distanza massima di 10-20 cm.

19. Smart home

La propria casa diventa intelligente. L’internet delle cose permette di collegare e gestire automaticamente sempre più oggetti, ad esempio riscaldamento, finestre, tapparelle e lampade.

20. Virtual reality

A differenza dell’AR, qui l’utente viene catapultato in una realtà completamente virtuale. Per fare questo sono necessari i cosiddetti occhiali VR. Attualmente la VR è utilizzata in particolare per brevi filmati e videogiochi. Facebook o anche gruppi mediatici (come Ringier con la sua app Blick VR) stanno lavorando per diffondere la VR tra il grande pubblico.


Google Play e il logo di Google Play sono marchi di Google Inc.

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Il primo cyborg Di Claude Jean Sturzenegger

Ha un chip nella testa che gli permette di ascoltare i colori. Neil Harbisson è britannico di passaporto; e cyborg.

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ricercatori stimano che nel 2022 avremo chip impiantati nel corpo. Questo apre nuove possibilità nella diagnostica. Così, in caso d’emergenza, l’intelligenza artificiale nel chip può considerare sintomi, età, anamnesi e luogo in cui si trova il paziente. Ciò permette di proporre il miglior metodo di cura possibile. Per alcune persone però la tempistica non è celere abbastanza e soprattutto non offre abbastanza. Uno di questi è Neil Harbisson (33). Il britannico cresciuto a Barcellona è la prima persona con un’antenna impiantata nel cranio, e il primo organismo cibernetico riconosciuto da uno Stato. La storia dell’uomo-macchina iniziò nel 2004, quando si fece impiantare l’«Eyeborg», un’antenna con sensore. L’apparecchio trasforma i colori in

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suoni, perché fino a quel momento non li poteva vedere. Harbisson soffre di acromatopsia e vede il mondo solo in bianco e nero. L’idea dell’«Eyeborg» gli venne durante una conferenza sulla cibernetica. «È stato il più

Piccoli ma potenti: circa 50 000 persone hanno già microchip nel corpo.

grande cambiamento della mia vita», afferma Harbisson. Vedere la tecnologia non come strumento, ma come una parte di se stessi. Ci sono voluti cinque mesi al cervello per abituarsi al corpo estraneo. «Molte persone lo chiamano apparecchio o dicono che indosso un’antenna. Ma io non porto un naso o un orecchio, io ho un naso e ho un’antenna.» Il primo colore sentito dall’artista fu il rosso. La prima visita al Parco Güell di Gaudi nella sua città fu una sinfonia. Da allora Neil Harbisson non ha più tolto l’«Eyeborg». Nemmeno quando nel 2004 voleva rinnovare il suo passaporto. Le autorità britanniche rifiutavano una foto con uno strumento elettrico. Harbisson combatté per il suo «Eyeborg» e gli fu data ragione. Fu la prima volta che un cyborg venne rico-


Foto: Dan Wilton, Morten Watkins/Splash/Dukas, Adelboden Tourismus

Boom di time-out digitali

nosciuto da un governo. Nel 2010 fondò la Cyborg Foundation che si impegna, secondo quanto affermato da lui stesso, per i diritti degli organismi cibernetici. Neil Harbisson è un esempio estremo. Si stima che in tutto il mondo ci siano 50 000 persone con un microchip nel corpo. Con questo strumento aprono la porta di casa, sbloccano il cellulare oppure pagano, però solo in Bitcoin. Per i transumanisti è solo l’inizio. Pensano che a un certo punto l’uomo dominerà il proprio corpo con tutti i suoi limiti grazie alla tecnologia, accelerando così l’evoluzione per proprio conto. Per i critici è chiaro: in questo modo l’essere umano rischia di perdere tutto ciò che lo rende umano. Qualsiasi cosa sia.

Sempre raggiungibili, sempre connessi? Ora arriva la controtendenza alla società del cellulare.

L

’ultimo sguardo alla sera è per il cellulare, così come il primo al mattino. Secondo alcuni studi, prendiamo in mano lo smartphone 88 volte al giorno. Ciò ha conseguenze. La medicina conosce la «cervicale da cellulare», a cui si aggiungono difficoltà ad addormentarsi, miopia e soprattutto un maggiore rischio di stress, burnout e depressione. Non si può più staccare la spina senza spegnere gli apparecchi elettronici. La tendenza si chiama Digital detox, che non a caso ha avuto origine nella Silicon Valley. I partecipanti ai campi senza smartphone raccontano di un’esperienza «liberatoria». Nel frattempo è già stato archiviato anche il primo Digital Detox Camp svizzero, tenutosi nella valle di Engstligen. Sul programma figuravano escursioni invece di fitness tracker, chiacchierate invece di chat e abbracci invece di like. «Una risposta al passo con i tempi allo stress da densità di popolazione e alla soprassaturazione digitale», spiega Urs Pfenninger, direttore dell’ente turistico di Adelboden. Il settore ha fiutato una lacuna di mercato. Negli alberghi di lusso in Engadina,

Astinenza dal cellulare e tanto yoga: Digital Detox Camp ad Adelboden.

presso l’alpigiano sugli alpi e perfino offerte speciali per bambini: il digital detox è per tutti. Ma tutto ciò porta alla cura digitale radicale? Georg Bauer, responsabile del reparto ricerca sulla salute e gestione aziendale della salute dell’Istituto di epidemiologia, biostatistica e prevenzione dell’Università di Zurigo, è scettico: «Per le persone che utilizzano eccessivamente il cellulare è sicuramente positivo sperimentare un momento senza dipendenza, provare altri comportamenti e riflettere su se stessi. Tuttavia, come nel caso delle diete drastiche, esiste il pericolo di ricaduta. Per questo motivo ritengo più importante un comportamento mirato a lungo termine nella vita quotidiana, che si può imparare anche senza un abbandono totale del telefono, e porta vantaggi per la salute.» Il segreto sta quindi nell’autodisciplina; e in piccoli trucchetti come ad esempio acquistare una sveglia, in modo da non dover più portare lo smartphone in camera, e anche un orologio da polso. Aiuta inoltre fare delle pause dallo smartphone. Per chi fa fatica naturalmente ci sono anche app che aiutano in questo intento.

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Partecipate alla creazione della Svizzera digitale Di Stephan Sigrist

Per una digitalizzazione di successo non bastano tecnologia e celebrazione di nuovi gadget. C’è bisogno di noi, degli esseri umani. Anche in Svizzera. on l’avvento della rivoluzione digitale e della promessa di una trasformazione dirompente di tutti i settori, il tema della digitalizzazione è onnipresente. In tutto il mondo si moltiplicano i convegni e le iniziative con l’obiettivo di rendere tangibile questo mutamento. Le aziende start-up forniscono componenti concrete della futura catena digitale di valore aggiunto. Tuttavia nuovi prodotti e offerte non possono sostituire una discussione approfondita su quali condizioni quadro economiche e sociali comporta la digitalizzazione o, ancora più importante, quale futuro è auspicabile. A questo scopo è necessario un confronto differenziato. Le basi della digitalizzazione forniscono un progresso tecnologico che permette di generare dati con il rilevamento del nostro comportamento o della nostra infrastruttura, di elaborarli con l’ausilio di algoritmi di intelligenza artificiale, di salvarli in un cloud o tramite blockchain e di trasmetterli a elevata velocità come la rete 5G. Il vero potenziale non si svela però in primo luogo tramite la tecnologia, bensì tramite le possibilità che si aprono per organizzazioni e individui. I quattro principali campi di applicazione sono: l’automatizzazione di processi nel quotidiano o in aziende, nuove esperienze e forme di

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comunicazione tramite realtà virtuali, il collegamento di persone in reti sociali o macchine nell’internet delle cose e la possibilità di realizzare individualmente, nel piccolo, oggetti con stampanti 3D. Nello specifico questo significa che abbiamo nuove possibilità di organizzare in modo più semplice la nostra vita e di realiz-

∆Dott. Stephan Sigrist Lo zurighese di 42 anni è fondatore e responsabile del Think Thank W.I.R.E. e si occupa delle conseguenze della digitalizzazione nei settori Life Sciences, Financial Services, media e mobilità.

Foto e Grafica: W.I.R.E.

C

zarla con nuove idee. Questi cambiamenti portano però anche sfide: in futuro le attività che finora svolgevamo personalmente verranno assunte da computer o robot. Di conseguenza è aumentata anche la paura di perdere il posto di lavoro. Questo timore caratterizza una parte importante del dibattito. Nonostante l’indubbio grande potenziale della digitalizzazione, oggigiorno tendiamo a sopravalutare la velocità del cambiamento. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è ancora agli albori e la capacità degli algoritmi di prendere decisioni in situazioni quotidiane complesse è limitata. Ancora più importante: non tutto ciò che è fattibile dal punto di vista tecnico è anche davvero auspicabile o porta un valore aggiunto reale all’utente. Sebbene i sistemi d’informazione automatizzati possano ad esempio seppellirci di nuovi fatti ogni secondo, un cervello umano non è in grado di farne qualcosa di utile. Già oggi è in aumento il sovraccarico a causa di troppi dati. E sebbene sia teoricamente possibile farsi scarrozzare da un’auto autonoma sul Passo del Gottardo, non si sa ancora se questa innovazione corrisponda a una necessità dell’uomo. Considerando i cambiamenti di base che contraddistingueranno la nostra economia, la società e la vita di ognuno di noi nei pros-


Capire e riflettere sulla digitalizzazione

RIPERCUSSIONI FU T URE Economia

Società

Individuo

Connessione

Automatizzazione

3,6 milioni di svizzeri sono stati attivi su Facebook nel mese di settembre. Negli under 19 il 25 % in meno rispetto all’anno precedente, negli over 40 il 17 % in più. (Fonte: FacebookAdPlanner & IGEM-digiMonitor 2016 (WEMF)).

A Lugano due ospedali testano due droni autonomi, che in futuro dovranno trasportare campioni di laboratorio. Il drone vola a quasi 40 km/h e può trasportare 2 kg di carico.

APPLIC A ZIONI Virtualizzazione

Realizzazione

I neuroscienziati e gli informatici del Politecnico di Losanna testano le applicazioni della VR per la cura delle paure. I pazienti claustrofobici possono così entrare in piccole stanze virtuali e quelli con vertigini salire su una torre simulata.

Genesi dei dati Il 90 % dei dati digitali sono stati generati negli ultimi due anni. Ogni giorno, tramite e-mail, foto, ricerche in internet, dispositivi indossabili, ecc., vengono creati 2,5 trilioni di byte (circa 1,5 megabyte al secondo) per ogni abitante della terra (fonte: IBM).

L’ETH edifica a Dübendorf la DFAB HOUSE, che viene fabbricata quasi esclusivamente tramite processi di sviluppo e di produzione digitali, come la stampante 3D e i robot autonomi.

Elaborazione dei dati

Salvataggio di dati

«Piz Daint» del Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS) di Lugano è il computer più potente al di fuori dell’Asia. La sua prestazione di punta teorica ammonta a 25,3 Peta- FLOPS – 23,3 bilioni di operazioni di calcolo al secondo.

simi anni e decenni, sarà indispensabile confrontarsi con la digitalizzazione. Invece di intendere il nostro futuro come il destino di uno tsunami tecnologico da cui siamo sopraffatti, occorre partecipare attivamente alla creazione del mondo di domani, la Svizzera digitale. Per fare ciò non basta imitare le storie di successo della Silicon Valley o concentrarsi sulle strategie «fast follower», con le quali le aziende svizzere imitano le idee delle grandi aziende di internet. Non per una stupida dimostrazione d’orgoglio o testardaggine svizzera, ma perché l’innovazione duratura è qualcosa di più della programmazione di app o della creazione di nuove piattaforme online e, poiché la prossima fase della digitalizzazione sarà caratterizzata da innovazione,

TECNOLOGIA

Trasmissione di dati

L’ETH effettua ricerche su supporti di memoria, che criptano i dati digitali in DNA prodotto artificialmente. Tali supporti mirano a permettere un salvataggio a lungo termine di oltre un milione di anni. I dati sulle pennette USB hanno una durata di vita dai 10 ai 20 anni.

noi umani – e la società – dobbiamo diventare l’elemento portante. Per la Svizzera si aprono opportunità di differenziarsi nella concorrenza internazionale dell’economia digitale e portare nel 21° secolo i suoi tradizionali punti di forza. Così nel mondo digitale aumenta l’importanza di cooperazioni e prossimità tra gruppi, PMI, start-up e Think Thank, scuole universitarie e ONG, già disponibili in Svizzera. La creazione di reti d’innovazione o «ecosistemi», nei quali al centro non figurano soluzioni individuali ma servizi connessi nel settore dell’assistenza sanitaria, dei servizi finanziari, dell’alimentazione o della mobilità, diventa la chiave del successo. Qui lo Stato assume un ruolo centrale, riconoscendo tem-

La rete a banda larga mobile 5G raggiunge una velocità di trasmissione di 10 Gbit/sec. - dieci volte maggiore di quella dei cavi in fibra ottica. In Svizzera gli operatori di telefonia mobile prevedono di costruire questa rete a partire dal 2020.

pestivamente i cambiamenti tecnologici e creando condizioni quadro che offrano rapidamente spazio alle nuove idee per essere testate. Al tempo stesso bisogna tuttavia discutere le questioni di base, ovvero come creare un’economia di mercato basata sui dati dove le persone decidono chi ha accesso ai propri dati, come comportarci se dobbiamo sapere tempestivamente informazioni sulla predisposizione genetica o come ideare un sistema di comando, nel quale sempre più aziende non siano localizzate in singole ubicazione, ma lavorino virtualmente. Qui iniziano i compiti di cui dobbiamo occuparci oggi. Questo concerne le aziende come anche la scienza e la politica e soprattutto ognuno di noi.

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Foto: James Cheadle/Solent News/Dukas

Gli scienziati simulano nel deserto una spedizione su Marte. Dov’è la guida?

I mestieri del futuro Di Manuel P. Nappo

Quali professioni saranno richieste tra 30 anni? Nessuno è in grado di rispondere a questa domanda, ma provate con uno di questi otto mestieri. Necroforo digitale Sembra uno scherzo macabro, ma in futuro i necrofori digitali saranno necessari. Chi si occuperà dei profili Facebook, Instagram e Twitter delle persone decedute? Cosa succederà con le foto in Clouds? Tra 20-30 anni non si potrà fare a meno di professionisti che seppelliscono le identità digitali.

Hologram Retail Display Designer Per tutti i fan dell’olografia: forse tra poco potrete ammirare veri ologrammi nel vostro shop preferito. Infatti, in futuro, con l’aiuto di hologram display designer i negozi al dettaglio non esporranno più i loro capi d’abbigliamento come semplici oggetti, ma li proietteranno come ologrammi.

AI Voice Developer «Alexa, ordinami per favore una pizza ai peperoni con mozzarella extra». Apparecchi come Alexa sono solo l’inizio. In futuro le aziende punteranno maggiormente sull’intelligenza artificiale. Per

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fare ciò ci sarà bisogno di voci e risposte, che si addicono alle singole aziende. Gli AI Voice Developer garantiranno che gli assistenti personali ci forniscano risposte adeguate e utili.

Virtual Reality Editor Videogiochi, conferenze o cinema: la realtà virtuale conquista lentamente ma indiscutibilmente il nostro presente. Quello che per molti è solo un giocattolo diventerà ben presto un’attività professionale per altri. Un Virtual Reality Editor è sicuramente necessario: chi altrimenti creerà la nostra escursione digitale in montagna?

Martian Trip Advisor Nel 2022 Elon Musk vuole atterrare su Marte. Al più tardi in quel momento avrete anche voi la possibilità di tentare una gita avventurosa nel cosmo. Qualcuno ci dovrà però mostrare dove sono i posti più belli per farsi i selfie o le migliori capsule per dormire. In questo caso potrete affidarvi soltanto al Martian Trip Advisor; lui conosce il pianeta rosso.

Nostalgologo «Prima era tutto meglio». I nostalgici che rimpiangono il passato potranno presto rivolgersi al nostalgologo, un interior designer che riproduce i locali e l’arredamento degli anni passati. Welcome to the digital past.

Detective di influencer Falsi follower e quindi anche falsi influencer? Non con il detective di influencer. Il detective del futuro spierà, su incarico di aziende o di social network, i profili di influencer per smascherare gli imbroglioni.

Robot avvocato I robot conquistano la nostra società. È quindi soltanto una questione di tempo prima che i nostri doppioni elettronici inizino ad amarsi, a prendersi per i capelli e nel peggiore dei casi a divorziare. C’è quindi bisogno di avvocati pazienti che conoscono e comprendono i punti di vista e i desideri dei robot. Autore Manuel P. Nappo è responsabile del MAS Digital Business presso la HWZ (Hochschule für Wirtschaft a Zurigo).


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