TraMonti 2011

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sarebbe comunque troppo tardi. Non posso però fare a meno di ricordare una voce, che pure in mezzo allo sciabordio del torrente, pure in mezzo allo sghignazzio dei miei compagni, per un lunghissimo BUUJNP EFM UVUUP JHOBSJ BMEJMĂ‹ EFM MBHIFUUP improvvisamente diceva: “Giovanni è in EJGmDPMUĂ‹w E va bene, da quel momento sono entrato sotto custodia di un paio o tre “terranovaâ€?* che non era piĂš possibile affogare neppure a volerlo. La stessa voce però io la ricordo ancora al primo salto; non era un salto altissimo, comunque io non lo avrei mai fatto. Nel breve ďŹ lmato realizzato si vede chiaramente DIF TUBWP HJĂ‹ TDFOEFOEP TVMMB DPSEB DPNF si fa nei salti con acqua poco profonda o con presenza di rocce pericolose, ma quella voce che mi incitava urlando forte il mio nome, non era possibile trascurarla, non era possibile non darle soddisfazione per poi ricevere di riesso soddisfazione. Tutto questo è successo ancora ad una seconda e poi a una terza pozza, dove per me non sarebbe stato “umanoâ€? pensare di poter saltare giĂš in maniera disinvolta, poichĂŠ grosse e profonde contraddizioni si accavallavano in modo tumultuoso e disordinato nella mia mente. Inutile dire che qualche commento di biasimo, qualche critica piĂš o meno aspra, sono poi inevitabilmente pervenuti a seguito EFMMB NJB OPO EJDIJBSBUB JODBQBDJUĂ‹ B OVPtare decentemente, ma provando a giocare con i miei difetti con un po’ di autoironia e sforzandomi di prendermi un po’ meno sul serio, credo di essere riuscito a ridere di una situazione tutto sommato imbaraz[BOUF % BMUSB QBSUF B DIJ OPO Ă’ DBQJUBUP almeno una volta di essere nuovo a qualDIF BUUJWJUĂ‹ F UVUUJ OPJ DIJ QJĂĄ DIJ NFOP DIJ peggio chi meglio, abbiamo superato le priNF EJGmDPMUĂ‹ JODPOUSBOEP RVBMDVOP DIF DJ

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duemilaundici

ha iniziati a qualche disciplina; oppure noi stessi quante volte abbiamo rappresentato JM QVOUP EJ QBSUFO[B EJ EFDPMMP QFS M BUUJWJUĂ‹ di altri che si trovavano proprio agli esordi, insegnando loro a dare il giusto peso agli elementi di disagio... Meno male che il mondo, almeno per quello che riguarda il nostro mondo, quello che fa riferimento alla montagna funziona cosĂŹ: io ti do, tu mi dai, ma mai ci metteremo a fare i conti per veriďŹ care chi abbia dato o ricevuto di piĂš. Quella del torrente è stata una esperienza bellissima, elettrizzante, densa di palpita[JPOJ GPSUJ EJ TVTTVMUJ BODIF WJPMFOUJ %PQP Prodo ne ho ripetuto qualche altro di torrente, avendo ormai acquisito quel minimo di sicurezza che fa valicare i conďŹ ni, talvolta impensabilmente sottili, fra la paura e la sicurezza, fra il panico e la disinvoltura, per quanto è ďŹ n troppo ovvio che dopo una vita passata sui sentieri pure impervi di montagna, è qui che io mi sento particolarmente fermo e deciso in ogni situazione. Quella di andare a scorrazzare per torrenti è VOB EFMMF BUUJWJUĂ‹ QJĂĄ SFDFOUJ GSB RVFMMF QSBticate in ambienti di montagna. Uno come me, forse troppo “vecchioâ€? per specializzarsi profondamente in qualcosa, ma non abbastanza vecchio da scegliere di sedersi sugli allori, non abbastanza vecchio da non continuare a provarci sempre, si è voluto mettere in gioco anche questa volta, convinto di poter realizzare qualcosa di buono anche a seguito delle piĂš o meno bonarie critiche o battute dei soliti amici, che alla luce dei fatti si tramutano o comunque per me hanno sempre rappresentato una importante fonte di stimolo e di progresso. Giovanni Morichetti Nota: * soprannominati cosĂŹ i ragazzi/e dedicati alla mia incolumitĂ


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