MOZZICONI

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Mozziconi 52

smunta sulla sedia di paglia di fronte al frigorifero mi fa accapponare la pelle e lanciare un urlo disumano. – Che cazzo fai? – Non hai sentito niente? – Perché sei lì davanti come una demente? – Un boato, tipo uno scoppio... Mi ha svegliato, veniva dalla cucina. – Sì, ha svegliato anche me, ma forse veniva da fuori... Qua è tutto a posto, mi pare... No? – Ho sentito dei rumori. – Dove? – Qui. Indica il frigo. – Dentro il frigo? – Sì, tipo passi... E casino... E cose che si ribaltano... – Dentro il frigo... Sei ancora ubriaca... Mi guarda smarrita con le occhiaie da riposo violato e stanchezza accumulata a palanche. Accidenti se è brutta, di notte è peggio, non ricordavo che fosse così spiacevole appena sveglia, in fondo ora che ci penso non l’ho mai vista appena sveglia, è quella che si alza prima di tutti. – Torna a letto, è tardi. – Hai ragione, buona notte – mi fa ricurva, con un’espressione da cubo di Rubik: forse comincia a intuire di aver confuso il sonno con la veglia. La seguo con lo sguardo dissolversi oltre il corridoio come un fruscio nel buio, mi gratto il culo a causa degli slip che non sopporto e penso che appena tornerò a letto me li sfilerò. Apro il frigo e faccio per afferrare la mia bottiglia ghiacciata leggermente frizzante: non c’è. Ma porca puttana, l’ho messa via prima di andare a letto.Vuoi vedere che quello stronzo di Germano se l’è scolata prima di me? Ma perché poi? Guardo nel suo ripiano e lui la sua acqua ce l’ha. Che stronzo. E se fosse stata Clara? No, impossibile, lei


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