SOUND & VISION MAG

Page 40

MUSICA

a cura di Lara Lago

PERCHE’ SANREMO, NON E’ PIU’ SANREMO La Vincitrice

L’inciucio

Se è vero che l'appetito vien mangiando dopo la prima serata di Sanremo avevamo già finito di lavare i piatti: big che urlavano, in modo peraltro sguaiato, come non servisse essere bravi per diventare dei pilastri della musica nazionalpopolare, il povero Bonolis che, pur con buone doti, si ritrovava schiacciato sotto ad un format di un festival troppo vecchio e le nuove proposte, le uniche degne di essere ascoltate, proposte in

tardissima serata, quando ormai rimanere di fronte al televisore era diventata una sfida con sé stessi. Col passare delle serate poi un certo gusto per il lasciare fuori dalla porta ciò che davvero meritava ha colorato il festival con toni fin troppo invecchiati. Né la critica appuntita degli Afterhours né l'”Incognito mood” di Niky Nicolai. Ma quando le nuove voci sono salite sul palco davvero, la musica è cambiata, o meglio,

arrivata: figlie di Amici e XFactor, Karima e Silvia Aprile hanno mostrato come musica sia sinonimo di emozione. Un plauso alla vera vincitrice del festival: Arisa. Looser come poche fuori, unica come poche dentro con la sua “Semplicità” e la leggerezza è riuscita a convincere e vincere. Certo, noi qualche domanda durante questo festival ce la siamo posta. Ad esempio: che ci faceva la corista di Lucio Dalla, carampana rodata, tra le nuove proposte? Ma soprattutto: che ci faceva Marco Carta tra i big? Vincitore di qualche ultima edizione di Amici, con un unico singolo alle spalle, aveva di sicuro meno da dire di Malika Ayane, riposta tra i giovani, che solca le radio già da un po'… Quale sarebbe stato quel fattore in grado di decidere cosa è big e cosa non lo è? Mistero. E intanto le serate passavano, l'auditel mostrava segni di vita, forse per il

monologo di Benigni, forse per la curiosità che ci si mette quando si guarda camminare uno storpio. Poi i tre finalisti, specchio di un'Italia musicale alla deriva: Sal Da Vinci, nipotino di D'Alessio e del melodrammone strappalacrime, Povia con un manifesto sul politically incorrect e lui, quel Marco Carta idolo della sms-generation con un brano che sì ascolteremo ma non ci dirà granché. Via al televoto, che se è una truffa in questo caso poco male, perché se non lo è a votare il vincitore ci sarà l'sms-generation. Dopo la proclamazione del vincitore oltre a tutte queste domande ce ne sono sorte molte altre. Forse RAI + MEDIASET = Inciucio ma questa oramai è una amara e triste realtà... Arrivederci festival della negazione della canzone italiana. Quando inizierai a guardare un po' sotto l'asfalto forse scoprirai un mondo.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.