SOUND AND VISION Ottobre 2013

Page 1


SOUND AND VISION

THE SWINGIN’ LONDON 26th October 2013

PARTY

% 100RE PUNYL VI i

isch

OR

d AYL IR T S & R O D DJ & IV no i

Gira

L

SOU

JAZZ

SKA

‘60 K C HE RO PSYC K UN

T BEA F

DRESS CODE REQUIRED POSTI LIMITATI - RICHIEDI IL TUO PASS BADGE!!! a: lamanu@viragoentertainment.it

@

De Gusto Via Barbaro 4 - Maser - TV



SOUND AND VISION MAGAZINE

10 ANNI OTTOBRE

Dir. Responsabile: Stefano Rossi Editore: Daniele Pensavalle

Anno 9 - N° 108 Ottobre 2013 Aut. Trib. Bassano d. G. N° 8/03 del 3.09.2003 PI 03259250243

2003/13

QUESTO NUMERO È STATO REALIZZATO GRAZIE AL CONTRIBUTO VOLONTARIO DI

Giorgio Mari (VI) - Antonio Lo Giudice (VI) - Francesco Nicolli (VI) Luca. Sartor (VE) - Enrica Sampong (VI) - Emanuela Virago (TV) Lara Lago (VI) - Chiara Fantinato (VI) - Alice Lago (VI) Daniele Pensavalle aka DJd (VI) - Viola Serena Reginato (VI) Davide Visentin (TV) - Annalisa Tonini (TV) - Matteo Gasparetto (TV) Francesca Del Moro (BO) - Alberto Visentin Casonato (PD)

FOTOGRAFI di S&V Mag Daniele Pensavalle, Viola RE, Michela Del Forno, Luca Latini

INFOLINE facebook: 349.1970263

soundandvisionmagazine www.soundandvision.it email: info@soundandvision.it

Grafica: Daniele Pensavalle



Live Review David Byrne e St Vincent Padova THEATRO geox

Un concerto al Theatro GEOX è sempre sinonimo di una gran serata. Ottima sala con una acustica che si avvicina agli standard europei anche se il ritorno (leggi riverbero) è ancora talora fastidioso. Premesso questo diciamo che l'evento ha rappresentato uno degli appuntamenti più interessanti della stagione concertistica del nord est, visto il livello dei musicisti coinvolti. Di lei, di St Vincent non conoscevo praticamente nulla ma il fatto che Byrne ovvero la testa dei Talking Heads la avesse scelta come partner paritetica per una nuova produzione musicale era una sufficiente garanzia. Quello comunque che ho sentito poi, ovvero i suoi due album solista confermano il tutto: veramente belli ed assolutamente interessanti. Byrne non ha bisogno proprio di presentazioni, la sua deriva folk wave e contaminazioni elettroniche varie dopo gli apici creativi dei Talking Heads non mi ha sempre convinto,

di Luca Sartor - Foto di Daniele Pensavalle

ma dopo essere partito col 'diecielode' di critica e pubblico con una band che ha cambiato la musica degli anni ottanta credo fosse umanamente impossibile fare meglio. C'è riuscito quasi con questo 'Love this giant' veramente originale e bello. Rapido sguardo intorno e noto che è una serata da tutto esaurito nonostante il prezzo dei biglietti (nella media comunque). Sul palco salgono puntualissimi, lei gran bellezza americana, austera nel suo abitino nero, strappa subito uno scroscio di applausi a cui segue l'ovazione per Byrne. L'annuncio che la serata sarà videoregistrata dà un non so che al concerto che credo essere una delle ultime date del tour promozionale (serata che dovrebbe essere visibile in ottobre su canal plus, tv francese). Sul palco la formazione si presenta in modo originale con due chitarre, tastiere, batteria e ben otto fiati. Oltre ai brani del lp prima citato i due presentano con grande sorpresa dei nuovi pezzi inediti tra cui spicca un brano composto dall'amico Brian Eno. In scena tutti si muovono in modo preordinato che è stato evidentemente ben studiato. Bello ma si perde un pò sul piano spontaneità e del coinvolgimento. St Vincent si muove come un robot/ androide con passettini piccoli e veloci, sembra sfuggita dalle grinfie di un blade runner, Byrne invece ha il suo stile che è in sintesi quello che aveva con i Talking Heads nel periodo d'oro, con i suoi scatti da uomo nevrotico del xx secolo. Durante la presentazione dei brani raccontano come sia nata la collaborazione, un lavoro di tre anni per fare il disco e uno per preparare il tour ! Una produzione fantastica che trasuda cerebralità (che parolone oggigiorno!) e che raggiunge l'apice


quando Byrne propone alcuni vecchi classici dei Talking e un paio di pezzi dai suoi lavori da solista (tra questi una bella rivisitazione di wild life, «Burning down the house» ed un brano dal primo album nonché «I am always late» dal suo primo solo) ed il pubblico ringrazia con applausi lunghissimi. Non che St Vincent quando propone delle cose tutte sue non sia all'altezza. Brani stupendi – tra questi uno molto elettronico ancora inedito spicca in modo particolarema non hanno la stessa presa immediata dei classici di Byrne. Questo mi fa riflettere sul concetto di musica pop e l'immediatezza che hanno certe composizioni non certo banali rispetto la bellezza più cerebrale e meno immediata delle composizioni proposte dal duo, insomma il solito dilemma della musica per il corpo o per la mente che la band newyorkese riuscì a conciliare in maniera formidabile gli anni che furono. Ci tiene a dire che da piccola adorava i Talking Heads e suonare con Byrne è un sogno realizzato che difficilmente avrebbe potuto immaginare . Il tempo passa, si và avanti e la gente cambia con la sensibilità e i gusti. Forse questa è la musica dei nuovi Heads… Comunque concerti come questo in giro ce ne sono proprio proprio pochi oggi e quando la band saluta dopo l'ennesimo bis concesso – facendo capire di essere sinceramente commossa per il calore e l'attenzione dimostrata durante tutto lo spettacolo - lo fa con una versione pazzesca di «Road to nowhere» che travolge tutti. Tutti in piedi a ballare sotto il palco. Ad uno ad uno i musicisti escono dalla scena lasciando , seguendo due percorsi differenti per Byrne e St Vincent forse per ribadire che la musica è una ma le anime sono due differenti . Lasciano un ricordo indelebile per la superlativa serata.



KEEP CALM

In macchina o in ogni altra occasione in cui mia moglie è fuori dalle balle, io e mio figlio Francesco ascoltiamo “IL METAL!”. Ok , c'è gente che si è vista far visita dagli assistenti sociali per molto meno, ma sentire mio figlio di tre anni che canta a memoria “Kings of Metal” dei Manowar è una delle più grandi soddisfazioni della mia triste esistenza. Così come vederlo fare la faccia cattiva, quando partono le distorsioni. Non credo che, quando tirerò le cuoia, potrò lasciare a lui ed a Leonardo, il suo fratellino appena nato, molti soldi, quindi la migliore eredità sono le mie passioni. E, in particolar modo, l'universo musicale (definire l'heavy metal “genere” è limitante e denota superficialità) che amo da quando un mio compagno di classe mi registrò quattro canzoni tratte da “Fear of the Dark” sul retro di una compilation dei Queen. Francesco potrebbe anche venire su omosessuale (legittimo) o juventino (molto meno legittimo), ma, se ascoltasse musica di merda, mi spezzerebbe il cuore. Ovviamente li si cerca di educare da bambini: “Cosa fa El Shaarawy? Gooool” (vi sembra misero come idolo d'infanzia?! Beh, io

di Antonio Lo Giudice

avevo Mark Hatley, quindi non può davvero lamentarsi!) e, appunto, mettendo su dischi come “Kivenkantala” dei Moonsorrow mentre andiamo in piscina al sabato mattina. Mentre ascolta, fa headbanging nelle parti più tirate e guarda rapito fuori dal finestrino nei momenti evocativi. A me vengono in mente campi di battaglia coperti da neve e navi che solcano mari ghiacciati, a lui dio sa cosama pare abbastanza intenso. Tant'è vero che, quando un brano gli è piaciuto particolarmente, mi chiede di metterlo di nuovo. E spesso è quello che è piaciuto di più anche a me. Se il brano non è finito, quando arriviamo non vuole che spenga la radio- e spesso mi tocca farlo a malincuore. Insomma, se a Francesco non lascerò altro che qualche scatolone di dischi, spero non se la prenda con suo papà, ma apprezzi il fatto che l'ho voluto far parte delle mie passioni. Non gli serviranno a pagare il mutuo, ma, forse, gli renderanno lo stesso la vita meno pesante.



11 OTT - Granturismo + Dax Dj in Special Vinyl Set 19 OTT - Psycotic Reaction #2 con Plastic Man + Second Hand Sam + Dj Set Rock 25 OTT - Intercity, live Machweo (ITA, Flyng Kids Recording)

C.SO SAN FELICE E FORTUNATO - VICENZA TEL 0444.563725 - EMAIL BAR_SARTEA@YAHOO.IT


BEDROOM REVOLUTION

di Sir Taylor

PUBLIC IMAGE LIMITED ' The Metal Box '12”EPx3 Virgin rec/metal 1 uk 10/79 Nell'estate del 1978 una delle più grandi rock band di sempre perdeva il suo frontman -il volto del movimento punk- che cambiava nome da J.Rotten a J.Lydon senza però perdere il bel vizio di essere uno dei grandi re del rock and roll. Scarpe grosse e cervello finissimo la nuova formazione del nostro,prontamente denominata Public Image Limited (P.I.L.) ha regalato agli amanti della musica una lunga serie di album indimenticabili ed originali con successo nelle classifiche (vedi Rise a metà degli anni 80) senza rinunciare alla ricerca ed alla sperimentazione. 'Non voglio essere classificato in altro modo che punk, questo è quello che sono stato e questo è quello che resterò!' .Johnny Lydon non avrebbe potuto essere più chiaro ed esplicito ed il primo singolo della band chiarì perfettamente il concetto. Nel mese di ottobre la nuova versione dei PIL passerà in Italia per qualche data. Con una media

costo concerti che varia da 40 ad 80 euro la richiesta di 16 euro per un concerto in un luogo piccolo dice ancora molto su una persona che negli anni ha saputo rimanere fedele ai suoi ideali politico musicali ben oltre quello che sarebbe lecito aspettarsi. Se si parte dal concetto che la musica dei PIL è una prosecuzione ideale del lavoro iniziato negli anni 70 dai CAN , alfieri del migliore Krautrock, si capiscono molte cose, sopratutto la parola chiave che spiega un pò tutta la discografia di Lydon e vari soci : contaminazione. Negli anni il rock garage dei 60s o la musica mod- quella rock pittosto del lato northern soul- il reggae, la musica etnica araba , il rap,l'elettronica ; sono state tutte abilmente dosate e miscelate permettendo ai PIL di rimanere per più di trentanni più innovativi ed originali che mai. Qualcuno c'era e ricorda il brano di chiusura di due anni fà al concerto di AzzanoX ? Un delirio punk su


di Sir Taylor una base minimal tech. Decisamente oltre qualsiasi cosa possiate immaginare.Sceglire un album nella discografia non è facile, sicuramente quello più ricercato e considerato è il 'Metal Box' così denominato per la originale copertina scelta.Una scatola di latta circolare con il logo della band in rilievo (embossed) in cui i 3 mix ep contenuti stavano stretti stretti, cosicchè quando cerchi di estrarli è facile strisciare e rovinare il vinile. Tiratura moderatamente limitata (60.000 copie) ovviamente visto il costo del packaging. Difficile trovare dischi in condizioni buone, difficile trovare un box non ossidato o con qualche danno ( la mia copia costata pochissimo comprata nel 82 veniva da un container caduto che aveva danneggiato le latte, ma nonostante la ammaccatura e l'ossido che lo ricopre è una gioia vederlo...un vero oggetto di design/culto).Oltre all'oggetto di culto c'è la musica, ostica e difficile , dissacrante ma affascinante con i potenti bassi di Wooble e le ritmiche inesorabili di Dudanski e soci ( furono usati vari batteristi nelle sessions).Groundbreaking lo definiscono gli inglesi e Rolling Stone lo ha comunque incluso fra i 500 lp più belli di sempre. Albatross, Memories,Death disco, No birds, Chant, Poptones, Carrering, Memories sono tutte qui! Puro art punk. L'album fu prontamente ristampato come doppio in una cover ancora una volta originale (foto con volti distorti ottenute nel processo di sviluppo) ma ci si perde quacosa perchè le tracce finali dei mix contengono dei loop di suoni di animali che vanno all'infinito volendo. La stampa originale non è rarissima in condizioni Vg/Vg+ con un prezzo che va dai 40 euro al doppio.Salite sopra i 100 per una copia da museo

col box intonso. Una confezione simile è stata realizzata per il cd, ma vale poco più di niente. E' comunque carina ed un bel surrogato anche se vi consiglio la seconda edizione con cover fotografica ad un prezzo poplare (15/20 euro). Interessanti anche i mix e conteneti remix ed inediti riferiti all'album.Anche questi facilmente reperibili su discogs o ebay. Non ci sono varianti grafiche di rilievo per singoli e album. Buona caccia, e vi consiglio caldamente un salto in quel di Bologna per il 26 ottobre. I PIL non hanno mai deluso dal vivo, neppure nei loro periodi di minima!



IL GARIBALDI - P.zza Terraglio - Bassano del Grappa (VI) presenta

E G N HA

XCusatoo, i dischi! E S l vinileta i tu AZINE D R O dicata abio. Por S&V MAG C E R rata dee e scam URA DI

C n se La osizio SET A p J es -D 2.30 2 le dal

E OBR E T T R O ’ 11 OTTOB I D 5 ER VEN ERDI’ 2 VEN


THE SOCIAL NOTEWORK QUANDO LA MUSICA E’ RIBELLE

di Annalisa Tonini

Anni ‘80:

i Galli, le Squinzie, i “ Wabbòis” (Wild Boys) Dopo i surfisti californiani, i mod londinesi, gli hippy, i rasta, i biker, i rocker...l’Italia dice la sua e partorisce una subcultura legata alla scena stilistica degli anni ‘80 e capace di testimoniare la società che attraversa quel momento magico. Il clima di piombo che aveva contrassegnato i ‘70 sembra ormai un ricordo lontano, le città vivono un periodo di rilancio economico e sociale. Milano in particolare diventa capitale della moda, del commercio e dell’industria, sprizza gioia e dinamismo. Si tratta di un secondo boom pompato dal sistema politico e finanziario che strizza l’occhio al guadagno facile, rigorosamente separato dalla morale. In questo clima festaiolo e vacanziero, per i ragazzi il panino al fastfood diventa un vero e proprio stile di vita, è uno status symbol che

significa adesione totale al modello americano. Il Panino è anche il luogo di ritrovo degli adolescenti milanesi che lì sfoggiano abiti costosi e accessori firmati. Quel loro look apparentemente casual cela uno spirito classista che vuole sottolineare il potere d’acquisto di chi l’ indossa. I paninari sono i figli dell’alta borghesia che frequentano gli istituti privati più esclusivi della città. La mentalità di questi ragazzi è identica a quella dei genitori più grandi di trent’anni almeno, la loro forza creativa praticamente nulla. La generazione dei paninari è la prima dopo il ‘68 che non vuole sentir parlare di contestazione, non sopporta ideologie progressiste e soprattutto non sopporta il look da “morti di fame” che le accompagna. Se c’è una cosa che il paninaro detesta è


di Annalisa Tonini

lo studente di sinistra, il ciàina (China) polemico e contestatore. I paninari invece non soffrono di alcun gap generazionale, vivono beati con la famiglia che li mantiene, non hanno intenzione di cominciare un processo di crescita personale. Si autodefiniscono “Galli di Dio”, si vantano della loro superficialità, girano in moto, capelli a spazzola e chili di gel in testa, vestono tutti allo stesso modo. Ray Ban, Moncler o Avirex, cintura El Charro, Levi’s 501 o Armani, calze Burlington e scarponcino Timberland. Con tutti i loghi belli in vista! Deridono i “Truzzi”, i ragazzi poveri di periferia che vorrebbero imitarli, ma non avendone la possibilità si accontentano dei tarocchi. Tuttavia i Truzzi organizzano gruppi di “rapina al paninaro”. Rubano Timberland e Moncler per sfoggiarli a loro volta e per vendicarsi delle beffe subite. Le ragazze sono dette “Sfitinzie” o “Squinzie”. Il loro avvento vanifica ogni conquista sociale della donna, tutte le manganellate prese dalle militanti femminste negli anni ‘70 sembrano essere state inutili. La Squinzia pensa solo alla moda e coltiva l’ immaturità come il bene più prezioso. Fuseuax, permanente ai capelli, felpe Best Company, borsette NajOleari e abbronzatura color carota tutto l’anno. Inutile dire che Industria e Media adorano i paninari. Sono i consumatori ideali, quelli che hanno sempre sognato perchè è una cultura che offre se stessa in pasto al mercato. Sono come pesciolini che si gettano nelle fauci degli squali. I film e i format televisivi italiani li citano ( ad es. “Drive In”) e paradossalmente i Pet Shop Boys dall’Inghilterra notano il fenomeno e dedicano loro la canzone “Paninaroooo”. Nonostante ciò, il brano destinato a diventare il loro inno è

“Wabbòis” (Wild Boys) dei Duran Duran, capinati dal bellissimo Simon Le Bon che sarà anche protagonista del libro di Clizia Gurrado “Sposerò Simon Le Bon” da cui è stato tratto l’ omonimo film. I cronisti della parabola paninara hanno stabilito che il 1989 è l’anno in cui il movimento finisce. Forse i paninari si erano estinti per “vecchiaia” e la loro eredità non era stata accolta da nessuna delle nuove generazioni. Con la chiusura del decennio e dopo il crollo del muro di Berlino lo sguardo dei nuovi adolescenti si rivolge a tematiche sociali più profonde. Eppure i paninari occupano una posizione ambigua nella storia del nostro costume... erano solo dei ragazzi ricchi e alla moda oppure rappresentano un oscuro presagio dell’Italia degli ultimi 20 anni?


EVENT REVIEW

di Marco Maria Polloniato

"L'ADN de l'ànima El ADN del alma" Barcelona non manca di stupire ogni qualvolta il viaggiatore (o turista che sia) mette piede in questo crocevia di stili e influenze cha vanno dal mare, alla terra e al cielo. Mentre sulla Rambla si consumano i riti apparenti dell'eccesso e del proibito, mentre la città si sottopone all'ennesimo giro di vita lungo “las calles”, si può cogliere l'occasione per godere di uno spettacolo meraviglioso per il quale ha valso la pena di prendere un biglietto aereo e arrivare in tempo per l'ultima prova generale. Questo particolare evento a metà tra il musical e il concerto, tra il teatro e l'esibizione di danza, è stato ideato e caldeggiato per anni da Ramon Gimenez (gitano, ex chitarrista degli Ojos de Brujo). Il nome scelto, tradotto in italiano con “Il DNA dell'anima” (titolo originale in catalano e castigliano) da la misura della potenzialità del suono, del gesto teatrale e della danza a racchiudere una storia che entra nelle viscere di

ognuno. Solo grazie all'apporto fondamentale della sua nuova band (Lenacay, di cui è cofondatore con un altro ex Ojos de Brujo, DJ Panko) e soprattutto grazie all'incontro ed al proficuo scambio avuto con la coreografa Mudit Grau, lo spettacolo ha trovato una forma definitiva con il debutto al'' teatro Grec di Barcellona il 6 luglio scorso. Altre date si sono susseguite in questi mesi, non solo in Spagna, ma anche ad Atene all"Athens World Music Festival". "El ADN del alma", dopo vari mesi di prove e tentativi di definirne il nucleo, prosegue sulla linea avviata da Gimenez con il suo precedente gruppo, unendo la tradizione del flamenco con la musica e la cultura hip hop, ma al tempo stesso cercando di ricreare una storia con uno sguardo più umano e universale sull'uomo. Durante l'esibizione la ferma e vigorosa eleganza della tradizione del flamenco, tiene testa alla contaminazione giocosa di una cultura nata nella


di Marco Maria Polloniato

strada e divenuta ormai un genere e un fenomeno di massa globalizzato e quasi inflazionato. Gli otto giovani ballerini, equamente e distintamente divisi tra 4 ballerini hip-hop e 4 ballerine di flamenco, sono riusciti a far propria una storia che si snoda attraverso incontri tra più personaggi, i quali interagendo definiscono dei quadri visivi che parlano il linguaggio dell'anima. Non si tratta di semplici coreografie che si rincorrono e che danno nervo alle (pur ottime) canzoni dei Lenacay, ma di un dialogo aperto e sapiente tra i diversi protagonisti e gli stili di danza che esprimono. Ecco quindi che la storia d'amore tra un ragazzo e una ragazza, con tutte le sfumature del romanticismo e la comica positività del loro incedere, lascia spazio a momenti dove dominano il senso di alienazione rispetto alle conuetudini e le regole soffocanti del contemporaneo. Nel contesto generale le diverse parti si susseguono con continità lasciando presagire quello che, in breve, si potrebbe definire uno spettacolo sulla vita, ossia gli alti e bassi del quotidiano, ma anche il gioco e l'impegno, la sensualità e l'amore, la passione e la pazienza. Il risultato finale è qualcosa di poderoso, energico, che affonda le radici nella tradizione e che consegna allo spettatore un senso di pienezza e ludica armonia. Vale la pena sottolineare un aspetto sul piano organizzativo e della comunicazione: il progetto è stato inizialmente cofinanziato con successo grazie ad una campagna di crowdfounding gestita attraverso il portale catalano verkami: anche in questo si dimostra la contemporaneità del progetto."

A OND MAM OLTI LINCIN L'HAMM& BIG FAT G . t t 04 O tt. THEG DE LUCA 05 Ott.PIERO y 11 O tt DJ Zuk ky LASH 12 O tt. DJ Zu MBAT C O O C 8 E 1 tt TH AO OS 19 O tt.i FOOT PERCUç O O T 5 2 tt.JUN y esa try 26 O tt. Dj Zuk a sorpr AND Coun t s a B O e t K 31 ov Fes ROC ost W 01 N ov JAM 3AGORA C N M 02 ov. AL 08 N

Fietta di Paderno Del Grappa - Tv




LP REVIEW

di d Francesca Del Moro

PLACEBO LOUD LIKE LOVE etichetta: Universal

Ogni volta che recensisco qualcuno di cui non sono appassionata, per rispetto verso l’artista e i suoi fan, mi documento e moltiplico gli ascolti. In questo modo spero di scrivere non solo con la testa ma anche, e soprattutto, con il cuore. Raccontare la musica in quanto esperienza emotiva, esistenziale, sensoriale. Se, malgrado tutto, il mio cuore non viene toccato, lascio il compito ad altri. In questo caso il problema è l’opposto. Devo sforzarmi di mantenere la testa vigile, perché LOUD LIKE LOVE ha mandato il mio cuore in frantumi. Mi sono innamorata dei Placebo nel 2009 e, avendo ascoltato i loro album tutti insieme, non sono riuscita a capire immediatamente che cosa nella recente produzione della band avesse deluso molti fan della prima ora. BATTLE FOR THE SUN e l’EP B3 sono due bei lavori, interessanti e coinvolgenti. Ma non è questo che i fan chiedono ai Placebo. Non cercano sensazioni epidermiche ma profonde ferite interiori e carezze consolatorie. Fino a MEDS non erano mai mancati momenti del genere ma, dopo anni di assenza, nessuno forse si aspettava di

ritrovarli nel settimo album. I due singoli estratti da LOUD LIKE LOVE facevano pensare a una continuità con i due dischi precedenti, a godibili pezzi rock e pop rock alternati a suggestive ballate. Invece, dentro l’involucro colorato troviamo una caramella amarissima e intossicante. L’essenza di questo gruppo che, ormai alle soglie del ventesimo anno di carriera, pubblica il suo album più bello. Un viaggio dantesco al rovescio, un tripudio di gioia che si spegne come un’illusione lasciandoti a precipitare in un baratro emotivo, con manciate di brividi erotici malati a rallentare la caduta. Fino a tirarti su alla fine, per tamponarti lividi e ferite. Come solo loro sanno fare. La cura, per quanto illusoria: il senso della parola placebo. Niente di nuovo dunque? Tutt’altro: il sound qui è più maturo e complesso che in passato, con gli archi e il pianoforte a rubare la scena ai muri di chitarre elettriche che spesso soffocavano le migliori sfumature. In più l’elettronica rende il tutto più fisticato, come se i Placebo avessero voluto ritentare l’impresa in parte fallita con SLEEPING WITH GHOSTS. Gli echi qui sono di Depeche Mode,


CD REVIEW Radiohead e Timo Maas piuttosto che Pixies e Sonic Youth. Sembra che finalmente Brian Molko abbia rinunciato a imporre i suoi pregi ma anche i suoi limiti al resto della band e abbia lasciato agli altri musicisti la libertà di esprimersi al meglio. In compenso, dimostra di aver raffinato la sua voce ricca di sfumature e potentemente emotiva e anche il songwriting appare più accurato senza perdere in sincerità. In ideale continuità con “B3”, la prima traccia, la title-track, si dispiega imponente come un universo in espansione, magnificando lo slancio amoroso nella sua natura materiale e ideale come spinta propulsiva dell’esistenza. Con un linguaggio un po’ new age, l’ascoltatore viene predisposto a una positività che il resto del disco smantellerà sadicamente. Infatti, già “Scene of the Crime” si apre con un battito di mani flamenco (lo stesso di “Black Balloon” dei Kills) in conflitto con un inquietante striscio di chitarra effettata che scivola come nausea nella gola per tutta la durata di questo brano ansiogeno. Segue “Too Many Friends”, il singolo di lancio del disco, un pop rock radio-friendly imperniato su un vortice di chitarre elettriche, violino e pianoforte. Le liriche, semplici e dirette, mettono a fuoco un rapporto conflittuale con la moderna connettività. Ok, fin qui siamo soddisfatti: i Placebo ci hanno dato quello che in fondo ci aspettavamo. Cambia tutto a partire dal quarto brano, e quello che sembrava essere un buon disco diventa un capolavoro. Un fiume di chitarre in lento scorrimento accoglie la confessione più viscerale che Brian Molko abbia mai scritto. “I am a small and gentle man / who carries the world upon his

di Francesca Del Morodi- Foto di Serena Rossi Francesca Del Moro

shoulders”. Vulnerabilità e autoironia, spalmate su un arpeggio ipnotico che si evolve con l’aggiunta di una distorsione fino a precipitare negli archi come in una voragine per poi risalire e accogliere un parlato da brivido. Qui si versano le prime lacrime finché il pezzo seguente ci risolleva con uno strattone. “Rob the Bank” offre un rock galoppante basato su un riff di basso che gioca su un’alternanza pieni/vuoti e su un cantato energico che produce a tratti un effetto tipo schiocco di dita. Il testo, che spalanca uno scenario alla “Natural Born Killers”, celebra una passione che non si cura degli atti immorali compiuti dal suo oggetto, a patto che questo poi torni a casa a fare l’amore. L’autore ha chiarito che il titolo non deve far pensare a un pezzo politico, ciononostante la ripetizione ossessiva della frase “Rob the bank” accompagnata da una specificazione geografica sempre nuova, trasmette inevitabilmente l’impressione di essere incitati a una ribellione contro CONTINUA

CONTINUA

CONTINUA


CD REVIEW il sistema finanziario globale. Di nuovo il disco si capovolge nel suo opposto e ci si acquieta in un brano dal sapore eighties in cui perfino la voce ricorda i Pet Shop Boys. Musicalmente “A Million Little Pieces” non sarebbe niente di eccezionale, non fosse per la voce splendidamente malinconica che ci prende per mano e ci accompagna in un viaggio fuori da una “città diffidente”. Il testo è pura poesia con una spruzzata di ironia nella ripetizione fintamente naif della parola “heart”, che muta di volta in volta ruolo e preposizione, come a costruire un gioco linguistico. Con un esile loop di batteria ed elettronica dal sapore industrial si apre uno spazio intimo per un doloroso raccoglimento non privo di sfumature erotiche morbose. “Exit Wounds” accarezza l’idea del suicidio nell’immaginare il proprio amore nelle braccia di un’altra persona. Un tema banale che la voce e la poesia innalzano fino a sfiorare il sublime. Un brano che si attacca alla pelle, fa male al corpo. Ci riprendiamo con la scarica erotica ad alto voltaggio di “Purify”. La quintessenza del rock alla Placebo, una botta di vita prima della caduta finale, l’ennesima illusione da cui saremo rovesciati. Chitarre impazzite ed effetti elettronici si uniscono a un testo che santifica il rapporto erotico, con la voce impastata di desiderio. “My kiss… can you feel it yet… in the back of your legs… ”. Pelle d’oca, cuore che accelera. Così, per contrasto, sarà più forte il colpo inferto dagli ultimi due brani, l’apice del disco, da ascoltare rigorosamente in sequenza. In “Begin the End” la fine di una relazione annunciata nell’intimità prende la forma di un brano straziante e meraviglioso alla Radiohead. L’ostinato arpeggio di

di Francesca Del Morodi- Foto di Serena Rossi Francesca Del Moro

chitarra che si dondola tra due accordi crea una trance emotiva che viene lentamente ma inesorabilmente amplificata dall’arrangiamento in crescendo. Impossibile trattenere le lacrime, vere, che scorrono fino alla catarsi di “Bosco”. Mani amorose che ti asciugano le guance, un piano dal sapore rétro, un violino dolcissimo che non si farà più dimenticare. Vecchi film in bianco e nero per commuoversi e sognare, Frank Sinatra e Charlie Chaplin. Una preghiera sommessa: le scuse di un alcolizzato consapevole di distruggere un rapporto importante. Il disco è finito, lo riascolteremo. Oppure ci seguirà. Come un mal di pancia, un filo d’aria nel petto, una lacrima in agguato. Avrei potuto dire molte altre cose di questo lavoro magnifico, la summa di quanto di meglio questo gruppo abbia fatto finora, ma non è questa la sede. Ne parlerò meglio nella biografia che sarà pubblicata da Sound and Vision in novembre, perché è arrivato il momento per i Placebo di avere la celebrazione che meritano e, per me, di dire grazie.


Via PrA’ Bordoni 43 - ZanE’ (VI) - Tel 0445.315514



KINOTERAPIA

di Matteo Gasparetto

ERNEST E CELESTINE Un film di Stéphane Aubier, Vincent Patar, Benjamin Renner. Con Lambert Wilson, Anne-Marie Loop, Pauline Brunner, Claudio Bisio, Alba Rohrwacher. Dario Cantarelli Genere: Animazione Durata 79 min. Francia 2012

Ernest è un orso burbero e squattrinato, che vive ai margini della società e si barcamena facendo l'artista di strada. È solo e sempre affamato. Una sera, mentre sta rovistando nei bidoni della spazzatura alla ricerca di qualcosa da inghiottire, trova Celestine, una piccola topolina fuggita dal suo mondo sotterraneo. Tra orsi e topi non è permesso incontrarsi: le specie vivono separate, i primi in superficie, i secondi in una sofisticata rete di cunicoli sotterranei. I due protagonisti, entrambi disadattati e rifiutati dai rispettivi mondi, iniziano una tenera e sempre più profonda amicizia, costruita sul loro interesse per l'arte e il rifiuto delle assurde regole vigenti. La loro diversità, però, spaventa l'ordine pubblico di entrambi i mondi, e i due finiscono con l'essere ricercati dalla polizia. Ernest e Celestine è un film di una dolcezza toccante: la raffinatezza degli acquerelli animati da un

tratto soffice e caldo viene accompagnata dalla morbida ma incisiva sceneggiatura di Daniel Pennac, creando un mix di segni e parole che emoziona sia i grandi che i bambini. Come l'amicizia descritta da Pennac somiglia ad una quercia che, seppur scossa dal vento, mantiene le sue radici nella profondità della terra, così l'amore è una scialuppa di salvataggio che lascia alle spalle la nave alla deriva di un mondo grigio, invernale, su cui si stagliano i temi della diversità e dell'alienazione, da una parte, e quelli dell'integrazione e dell'apartheid, dall'altra. Ernest e Celestine se ne fregano dei pregiudizi delle loro società e vivono segretamente assieme, coltivando i propri talenti, in uno scambio d'affetti reciproco e complice. L'amore domina sì, ma è un amore dolce e sincero, mai zuccherato, né fastidioso. Anzi, per chi vuole ascoltare, sembra insegnare pure qualcosa…



Sound&Vision AntiCrisi,

di Lara Lago

storie di giovani che spaccano il mondo

Nicola: “Mi baratto il futuro che vorrei” Non geni, non extraterrestri. Ma ragazzi comuni che hanno scelto di credere nelle passioni e nei sogni per continuare a scivolare nell'arcobaleno quando invece sarebbe più comodo imbrigliarli in un tunnel. Da sempre Sound&Vision sostiene il "Be yourself and Do what you want" e lo fa ancora, oggi più che mai.

“E se tornassimo tutti al baratto?” Nicola te lo chiede tutto d'un fiato, senza esitare, passandosi una mano tra i capelli e senza voltare un attimo lo sguardo. Lo lascio con un 5 in pagella in italiano da rimediare lungo lunghe sessioni di ripetizioni estive e me lo ritrovo davanti sorridente, brillante, con tante idee chiare in testa e la strada spianata davanti a sé. Nicola Bisinella, giovanissimo imprenditore 24enne, è l'esempio che se vuoi, puoi, nonostante un'università mancata, nonostante i 5 in pagella. Quando si è affacciato nel mondo del lavoro la crisi c'era già, grande culla nera pronta a ingoiarlo. Lui, invece di farsi spolpare, in quella culla si è adagiato come ci si sdraia su un cactus, con i nervi saldi, l'attenzione alta e la consapevolezza che appena ti lasci andare sei spacciato. L'ancora di salvezza è stato il reinventarsi: oggi web developer e web coacher consiglia alle piccole imprese stabilità e organizzazione mentre infonde alle grandi multinazionali più flessibilità e freschezza. Ieri cameriere: “Ero e sono un ragazzo normalissimo ma che fin da piccolo ha cercato di sembrare grande. Un

ragazzetto che avendo iniziato a rapportarsi con il mondo del lavoro in giovane età, come semplice cameriere, è sempre rimasto molto con i piedi per terra e ha cercato nel lavoro prima di tutto uno svago. Cerco di scoprire sempre qualcosa di nuovo e nella mia testa frulla sempre la solita domanda: "Perchè?". Secondo me questa domanda è stata la benzina del mio motore negli ultimi anni.” La benzina si mette in moto, brucia, macina chilometri e Nicola incontra, conosce, contagia, fino all'ultima sfida, un progetto che ha cinque parole chiave: valori, verde, eco, bio e baratto. “La mia ultima sfida si chiama Città Giardino ed è gestita dal Gruppo Com'è Srl (Comunità Mercato è). Si tratta di un progetto in cui vedo tutte le mie ideologie e tutto il mio stile di vita espresso a chiare lettere. 2500 metri quadrati a Cassola, di cui 1500 commerciali, gestiti da giovani con l'affiancamento di imprenditori ed esperti di ogni settore. Il progetto si traduce in un negozio fisico, in cui produttori ed aziende possono esporre la propria merce in conto vendita. Filiera produttiva accorciata, prezzi concorrenziali. Assieme a Martina e Jllenia, rispettivamente 27 e 30 anni, abbiamo inserito una struttura informatica molto complessa: le persone potranno ricaricare la propria Card di soldi virtuali e scambiarli con altre card. In questo modo, ci sarà una nuova moneta all'interno della rete. Pensate soltanto come il baratto potrebbe cambiare le nostre giornate, all'interno di questo circuito. Potrei coltivare l'orto e scambiarne i frutti con oggetti elettrici o con giocattoli, ma anche semplicemente acquistare un qualche prodotto nuovo. Potrei scambiare torte fatte in casa e ricaricarmi la card per poi acquistare il servizio del giardiniere a casa. Ci sono molteplici esempi che attestano quanto sia utile fare un passo indietro per valorizzare ciò che ci circonda. Il futuro che vorrei per me stesso e per la società che mi circonda è un futuro sostenibile in cui si cerchi sempre di più il benessere interiore collettivo a discapito del benessere esteriore e materiale di pochi.” E Nicola, lavora proprio per questo.


SOUND AND VISION NIGHTCLUBBING

LA GUIDA AL VOSTRO DIVERTIMENTO NOTTURNO

I locali che trovate in questa sezione sono stati scelti e selezionati grazie ad una attenta valutazione che considera: ambiente, programmazione proposta, originalità e qualità dei servizi offerti. Tutti i locali sono stati selezionati e visitati dal nostro staff. Vi invitiamo quindi a frequentarli e fare di questi i vostri locali preferiti.

Legenda Simboli Musica: LIVE MUSIC SOFT & JAZZ

LIVE MUSIC ROCK

DJ SET

DISCOTECA

BRUSCHETTE PANINI

PIATTI FREDDI

Tipologia Locale: COCKTAILS

WINEBAR

BIRRERIA

Altro: smoking area MOSTRE

WIRELESS

GIARDINO ESTIVO

AREA FUMATORI

CLUB CON TESSERA

MEGA SCHERMO

SERVITO MEZZI PUBBLICI

ACCESSO DISABILI

CERCACI SU FACEBOOK

AMICI DEGLI ANIMALI

DISCOTECHE DISCOBAR BIRRERIE WINE BAR


NIGHTCLUBBING a Vicenza

SARTEA

Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì C.so S. Felice 362 - VICENZA - Tel 0444.563725 www.sartea.it - www.facebook.com/bar- sartea

MAMA L’OCA

NIGHTCLUBBING a Vicenza

Il Mama L 'Oca é ormai un punto di riferimento per quanto riguarda la musica live e rock dj set.Vasta scelta tra aperitivi, birre artigianali alla spina e in bottiglia.Ottime bruschette, insalate e panini.Locale ufficiale Guinness.Wi-fi gratuito, Sky e Mediaset Premium.Aperto dalle 7.30 alle 02.00

Via S.Carlo 10 Costabissara Vicenza Facebook: Mamaloca Info 347.5035098 Cristiano

food music&drink

MOC Montecrocetta

NIGHTCLUBBING a Vicenza

C'E' VITA SU MOC: immersi nella verde collina del Parco, prepariamo bruschette, piatti freddi ed insalatone con particolare attenzione alla qualità e freschezza dei prodotti...ampia scelta anche per una dieta vegetariana. Aperitivi in musica, iniziative culturali,serate DjSet...e concerti live domenica pomeriggio. Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 02.00 Email: montecrocetta@gmail.com

Via Rivana 7 Bassano d. G. Info Tel. 377.4196772 - FB: moc_montecrocetta

VINILE

NIGHTCLUBBING a Vicenza

Vinile classe 1976 punto di riferimento per artisti e promoter fuori dagli schemi della maggior parte dei locali presenti sul territorio. Recentemente rinnovato propone Live music & dj set con feste a tema o party di tendenza. Locale con sala fumatori disponibile per feste private & happening... smoking area

Via Capitano Alessio 94 - Rosà www.vinileclub.it - Tel 347.1601429


MARAKELLA

NIGHTCLUBBING a Vicenza

Sulla statale che collega Vicenza a Padova esattamente a Grisignano si trova il Marakella. Nato dall’idea di unire il dolce e il salato in un unico ed accogliente ambiente. La ciliegina sulla torta? La musica! Che accompagna gli affollatissimi aperitivi domenicali dalle 18 in poi. Da provare a tutte le ore! Marakella vi aspetta!

Via Mazzini 6 - Grisignano di Zocco Info: Roberto 349.3198097

RIVE JAZZ CLUB

NIGHTCLUBBING a Vicenza

Tra un mix perfetto di pezzi di design vintage anni 50/70 e di elementi tradizionali, Giovanna ha creato un locale unico nel suo genere, dove si respira un’atmosfera di altri tempi. Pensare di essere arrivati in un esclusivo jazz club in una grande metropoli non è un azzardo! Cucina creativa, arte, musica il mix perfetto per un locale che vi darà mille emozioni tutte indimenticabili!

Via Rive - Cartigliano - Vicenza INFO - www.rivejazzclub.it

OSTERIA HOCH HÖLLE

NIGHTCLUBBING a Treviso

Specialisti nello spinaggio delle birre situata all'imbocco della val San Liberale questa storica osteria propone : concerti dal vivo nei fine settimana con le migliori banda del veneto e non. Club Sandwich, bruschette e panini speciali.

Fietta di Paderno Del Grappa Tv Info FB. michele barbazza

NEW AGE

NIGHTCLUBBING a Treviso

New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro!

Via Tintoretto 14 - Roncade - TV Tel 0422.841052 www.newageclub.it


DE GUSTO

NIGHTCLUBBING a Treviso

It's kinda funk! La Gusteria tipica de'Gusto jezza, funkeggia e gioca al chilometro zero. Nella fantastica atmosfera di Villa Barbaro a Maser, Rosti, Giulio e Mc ti aspettano per farti rilassare, bere, mangiare e musicare. Il territorio messo in vetrina per essere gustato. Il de'Gusto è il locale per tutti e di tutti, dalla mattina alla sera escluso il lunedì allieta le tue giornate e si propone come l'alternativa alla noia del quotidiano. Il passato è passato, il presente è passato, ma il futuro deve ancora passare. Vieni a trovarci.

Villa Barbaro 4 - Maser - Treviso www.de-gusto.com - Tel 0423.565603

ROCK CAFE’

ROCK CAFE

NIGHTCLUBBING a Treviso

Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00

St. dei Colli - Castelcucco - Tel 349.6027294 www.rokkafe.com

Vi consigliamo inoltre... Via Fonderia 73 - TV tel. (+39) 0422 697086 www.homerockbar.com HOME è aperto dal 2008. è stato eletto per come miglior dj bar d'Italia per 4 anni consecutivi. Il locale è stato concepito per ricreare quella sensazione, quella vibrazione, quella emozione, quel mood, quel giusto mix di semplicità, accoglienza, comfort, tranquillità e spensieratezza che potete trovare nella vostra casa. Home è un punto di ritrovo, di ristoro e di intrattenimento. E' un luogo che ha come fondamenta la musica rock. Adesso dovete solo provarlo!

HOME ROCK BAR

DEPOSITO GIORDANI

Via Via Prasecco, 13 Pordenone www.depositogiordani.it

Via Commerciale 12 Villa del Conte/Abbazia Pisani - PD Info: www.rickyspub.com Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover band,dell'alternativo ed indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata.

RICKYS PUB

CHALET DE LA MOT

Baselga di Pinè - Trento Tel 380.7325710

Il Deposito Giordani offre al vasto pubblico giovanile ed all'area degli organizzatori culturali, un'opportunità in più di utilizzo di un contenitore polivalente e polifunzionale. La divisione del sito in sale e la dotazione di impianti audio, video e luci residenti permettono un accesso facilitato per promuovere e produrre serate musicali, teatrali, conferenze, corsi, feste private ed altre iniziative.

Nuova anima per il Chalet de la Mot, oltre a riaprire come pub con 6 splendide spine di selezionata birra e ospitare numerosi live e dj set, vi delizierà con il ristorante aperto dal martedì alla domenica dalle 18 alle 24.

Via Alto Adige 164 Gardolo - TRENTO Tel 0461 993261 Oltre Trento verso nord in zona Gardolo troviamo un nuovo locale “Officina Gambrinus”. Locale a 360° che offre ottimi piatti sia a mezzogiorno sia alla sera. Potete gustare sia pizze che piatti tipici trentini. Una programmazione musicale di qualità, accompagnerà i vostri weekend con i djset al Venerdì e musica live al Sabato sera. Non vi resta che provare le emozioni dell’Officina Gambrinus!

JACK THE RIPPER

OFFICINA GAMBRINUS

Via Nuova 9 - Roncà - VR Tel 045.9971260 www.jacktheripper.it

Un vero tempio del rock! Un punto d’incontro obbligatorio per la buona musica. Da qui sono passate le migliori band underground del pianeta. E se Elvis fosse ancora vivo dopo Las Vegas avrebbe scelto questo posto per esibirsi. Il Jack the Ripper è alternativo, fuori da mucchio, inossidabile, una garanzia di qualità e continuità. Rochenrol!!!




RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB CENA CON CONCERTINI JAZZ AND WORLD MUSIC

WWW.RIVEJAZZCLUB.IT

e r b o t t O

VEN 4 OTTOBRE LAVA LAVA LOVE

effervescente rock acustico

VEN 11 OTTOBRE RAT RACE Evoluzioni Jazz su Bob Marley

VEN 18 OTTOBRE MICHELE MARAGLINO TRIO Cantautore ironico ed energico

VEN 25 OTTOBRE LITIO Rock Acustico Crepuscolare

VEN 8 NOVEMBRE EDO SAB 9 NOVEMBRE STUART O’CONNOR Cantautore Londinese

OSTERIA RIVE - VIA RIVE 14 CARTIGLIANO - INFO: 348.8265815


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.