La Famiglia Sgraffignoni - Il fiuto di Sbirro - Anteprima

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1 Ciao, amico! Mi riconosci? Ma sì, dai! Io sono il cane della famiglia. Lo sono da quando ho memoria. Forse da tutta la vita? Di sicuro da diversi anni. O mesi? Non ricordo bene. Mi piace la mia famiglia! Mi danno cibo buono e sono tutti gentili. Però la mamma a volte si arrabbia. Spesso si arrabbia col bambino, 6


perché il bambino non è molto bravo a tenere le dita incrociate dietro la schiena. La bambina, invece, tiene sempre le dita incrociate. Allora la mamma è contenta e fa vedere i denti e accarezza la bambina sulla testa. Poi guarda il bambino e indica la bambina e dice qualcosa con quelle strane parole. E il bambino diventa triste. Noi cani le percepiamo queste cose. Non so di preciso cos’è che dice la mamma. Gli umani non sono molto bravi a parlare in modo che noi cani li capiamo. Però so come mi chiamo, perché la famiglia grida 7


il mio nome tutto il tempo. E quando sento il mio nome io scodinzolo e rispondo allegro. «Ciao! Ehilà! Sono qui! Mi date da mangiare? Ehilà? Ciao! Sentite! Mi date da mangiare?». E loro gridano di nuovo il mio nome. Gridano: «Zitto Sbirro!». Zitto Sbirro. Quello sono io. Bel nome, vero?


2 Io non sono un ladro! «Seduto!». Fausto tiene una caramella per cani davanti al muso di Sbirro. «Seduto!». Sbirro guarda la caramella e si lecca le labbra. Mmh, sembra buonissima. Vorrebbe papparsela subito. «Bu!», grida. «Bu! Bu!». Però non si mette seduto. 9


Passa di lì Paul Iziotto. Paul è un poliziotto, e i poliziotti sanno quasi tutto sui cani. «Devi fare la voce più severa! Come faccio io», dice a Fausto. Poi fa un profondo respiro: «Seduto!». Sbirro rimane in piedi. Paul si schiarisce la gola e riprende fiato. «Seduto!», grida con la sua acuta voce da poliziotto. Sbirro non si mette seduto. 10


«È testardo, questo cane», borbotta Paul interdetto. «SEDUTO!». «BU!», risponde Sbirro, e dallo spavento Paul Iziotto si mette a sedere sul marciapiede. Proprio allora arriva un altro poliziotto a piedi. Il nuovo poliziotto ha la giacca da poliziotto e il manganello, proprio come Paul.

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Però ha i capelli più corti e molti più muscoli. E degli occhiali da sole che brillano alla luce del mattino.

Paul si sbriga a rialzarsi e a spolverarsi i pantaloni. «Buongiorno, Klaus!», esclama, cercando di appoggiarsi al montante del cancelletto di legno con un’aria da duro. 12


L’altro poliziotto incrocia le braccia e guarda Fausto. «E questo chi è?». «Io mi chiamo Fausto», dice Fausto. Klaus abbassa gli angoli della bocca. «Non parlavo con te. Parlo con l’agente Iziotto. Allora, Paul, chi è questo ladruncolo? Quelli come lui non dovrebbero stare a piede libero». Fausto si arrabbia. «Io non sono un ladro!», dice, mostrando tutte e dieci le dita, in modo che Klaus possa vedere che non le sta incrociando. «Tu sei un ladro», sbuffa Klaus. «Si vede dai vestiti. Hai una maglietta 13


a righe e una mascherina nera sugli occhi. Roba tipica dei ladri». Fausto sa di avere dei vestiti un po’ strani, ma a lui piacciono le magliette a righe. E senza la mascherina nera si sente nudo. Però non è un ladro! Paul Iziotto gli arruffa i capelli, affettuoso. «Fausto è il ragazzino più onesto che tu possa immaginare. Non devi preoccuparti di lui». «Questo lo vedremo», borbotta Klaus. Poi vede Sbirro, che gli sta mostrando i denti. «Seduto!», gli dice. 14


Lo dice con voce né particolarmente alta né arrabbiata, ma Sbirro si mette subito a sedere.

«È tuo il cane?», domanda Klaus. «Sì», dice Fausto orgoglioso. «Me lo ha regalato la nonna». «E la nonna ti ha dato anche lo scontrino?». 15


«Lo scontrino?». «Un piccolo foglietto su cui è scritto quanto ha pagato tua nonna per comprarlo e da chi lo ha comprato. Serve a dimostrare che non lo hai rubato, da bravo ladruncolo quale sei». «Io NON SONO un ladro!», prova a dire Fausto. «Allora trova lo scontrino e portalo alla stazione di polizia». Klaus si sistema gli occhiali da sole e fa un cenno con la testa a Paul. «Passo e chiudo!». Dopo che Klaus se n’è andato, Paul si accascia contro il montante 16


del cancellino. «Klaus è nuovo», dice in tono di scusa. «È buono?», domanda Fausto, anche se conosce già la risposta. «Mmh, non proprio, direi», risponde Paul. «Però è un bravo poliziotto. Da quando ha cominciato a lavorare con noi abbiamo la stazione piena di cani senza scontrino». Fausto rabbrividisce. «Non può prendere Sbirro!». «No», sospira Paul. «Ma allora è meglio che gli fai vedere lo scontrino al più presto». 17


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