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Assia Petricelli e Sergio Riccardi

Cattive

ragazze 15 storie di donne audaci e creative


(1833-1862)

Il Risorgimento italiano non fu soltanto un affare di uomini barbuti. L’Italia libera e unita fu anche opera di migliaia di donne che organizzarono comitati, scrissero, trasmisero informazioni, curarono feriti, parteciparono a barricate e sommosse armate. Ma una sola combattÊ nell’esercito dei Mille insieme a Garibaldi. Il suo nome era Antonia Masanello, detta Tonina oppure Masenela.


Le donne del popolo tramandarono l’incredibile storia di Tonina nei filò, i racconti che si facevano la sera nelle stalle, intorno al fuoco.

Fra i tanti eroi della nostra storia registrar dovemo la Masenela...

A 15 anni partecipò ai moti rivoluzionari del 1848 contro il governo straniero.

...par conservar viva la memoria de sta gueriera dona, forte e bela. Era nata in una famiglia di contadini in un piccolo paese del Veneto, all’epoca sotto la dominazione austriaca.

Poco dopo sposò Bortolo Marinello, con il quale condivideva gli stessi ideali di libertà. La polizia asburgica li sorvegliava giorno e notte.

Non possiamo più vivere qui. Rischiamo di essere arrestati da un giorno all’altro.

Potremmo passare il confine sul Po e raggiungere Modena. Abbiamo dei familiari laggiù.

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Così si trasferirono a Modena. Per guadagnarsi da vivere Antonia costruiva mastelli per il bucato. Intanto le era nata una figlia.

tra pochi giorni Garibaldi salperà da Genova con un esercito di mille volontari diretto nell’Italia meridionale!

Ho una grande notizia!

Dobbiamo assolutamente unirci a lui! Lasceremo la bambina dai cugini e partiremo subito. Fortunatamente poche settimane dopo fu allestita una nuova spedizione per rifornire i garibaldini di uomini e armi.

Partirono per Genova, ma al loro arrivo le navi dei mille erano appena salpate.

Possiamo unirci a loro. Io mi imbarcherò come soldato e tu come infermiera.

Che sciocchezze dici, Antonia! Sei una donna, non ti è permesso combattere!

No, Bortolo, non voglio essere da meno di voi uomini. Mi arruolerò anch’io nell’esercito e darò fino in fondo il mio contributo alla causa unitaria.

L’indomani Antonia e Bortolo si presentarono all’imbarco. Invece lo farò. Ho un piano, ma tu devi aiutarmi.

Le vostre generalità.

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...e vestì l’uniforme garibaldina. Bortolo Marinello. E lui è mio fratello piccolo...

Antonio Marinello, signore.

Così, sotto mentite spoglie, Antonia si unì ai Mille...

I due sposi raggiunsero Garibaldi e i suoi uomini in Sicilia. Da lì attraversarono lo stretto di Messina e risalirono la penisola, valicando gli Appennini e battendosi contro le truppe borboniche.

Antonia condivise con gli altri volontari ogni aspetto della vita militare. Montò i turni di guardia...

...e combatté in prima linea in tutte le battaglie.

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Spesso mostrò più coraggio degli uomini.

Smetti di fare la femminuccia e torna sul campo! Dovresti prendere esempio da Antonio Marinello, lui non si tira mai indietro!

La leggenda racconta che un giorno, nell’enfasi di una battaglia, ad Antonia sfuggì il berretto. Garibaldi si accorse che era una donna...

Uh! Uh...

...ma non disse nulla.

Insieme a Bortolo andò a Firenze, dove, sconosciuta a tutti, visse nella più cupa povertà. A seguito delle pene sofferte nell’impresa garibaldina si ammalò gravemente di tisi.

Il 7 settembre 1860 le camicie rosse entrarono vittoriose a Napoli e Garibaldi consegnò al re Vittorio Emanuele II la sovranità sull’ex regno delle Due Sicilie. Antonia fu congedata con onore insieme agli altri volontari.

Ti congedo con il brevetto di caporale per i tuoi meriti di guerra.

Morì all’età di 29 anni.

L’epitaffio sulla sua tomba fu composto dal poeta Francesco Dall’Ongaro.

Solo allora un giornale locale rivelò la sua storia. Al suo funerale parteciparono centinaia di persone, donne, gente del popolo, ex garibaldini. Tutti vollero onorare “la guerriera di Garibaldi”.

Era bionda, era bella, era piccina ma avea cor di leone e di soldato. E se non fosse che era donna le spalline avria avute e non la gonna e poserebbe sul funereo letto con la medaglia del valor sul petto. Ma che fa la medaglia e tutto il resto? Pugnò con Garibaldi e basti questo.

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