Un cane per amico - anteprima

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Oltre il condizionamento: il cognitivismo, le motivazioni e le emozioni Fino a qualche tempo fa si pensava che fosse possibile spiegare tutti i comportamenti di un cane in base ai condizionamenti, ma in realtà non è così. E meno male, dico io! Se la loro mente funzionasse solo attraverso i condizionamenti, perché allora i cani non reagiscono tutti nello stesso modo di fronte allo stesso stimolo? E, più in generale, ci si potrebbe chiedere: perché i cani non si comportano tutti nella stessa maniera? Una volta, come abbiamo visto, si pensava che questo dipendesse da una sorta di «difetto di produzione» che non permetteva al cane «guasto» di funzionare correttamente e che doveva essere corretto a colpi di addestramento o sostituendolo con un modello funzionante. Ma cosa succede quando anche i migliori «addestratori» falliscono e non riescono a ottenere un richiamo efficace con un beagle, utilizzando gli stessi metodi che per anni hanno funzionato con il loro fedele pastore tedesco? Semplice, invece di interrogarsi sull’utilizzo di metodi fallimentari, si sfodera col proprietario uno dei luoghi comuni più falsi della cinofilia: «Il beagle è stupido, quindi non aspettarti di riuscire a addestrarlo». Sarebbe interessante, però, chiedere a questi presunti esperti come mai un cane così poco intelligente da non riuscire a imparare neanche il richiamo sia invece utilizzato per andare a caccia, e per di più libero... Un po’ come quando si sente dire che tutti gli alaskan malamute non possono fare altro che tirare al guinzaglio perché sono stati selezionati per trainare le slitte: non si

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