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Prefazione Una (triste) premessa personale Introduzione
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PRIMA PARTE COME SCEGLIERE IL CANE GIUSTO
1. Che cosa deve guidare la scelta 2. La filogenesi ovvero: le motivazioni di razza, di Elena Garoni 3. L’ontogenesi ovvero: la storia individuale di ogni cane 4. Maschio o femmina? 5. Quale taglia? 6. Che tipo di pelo? 7. Cucciolo, adolescente, adulto o anziano?
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SECONDA PARTE DOVE ADOTTARE IL CANE?
8. Il canile 9. Come scegliere il canile 10. La scelta del cane
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Come (e perche´) scegliere un cane
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11. 12. 13. 14. 15. 16. 17.
Il percorso pre-adozione L’allevamento Come scegliere l’allevamento La scelta del cucciolo I « canifici » Le adozioni via Internet e le « staffette » I « casi della vita »
«E 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25.
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TERZA PARTE ` COMUNI SE ... », LE DOMANDE PIU
E se in casa abbiamo gia` un altro cane? E se in casa abbiamo gia` un altro animale? E se in casa c’e` un bambino? E se stiamo per affrontare un cambiamento importante? E se un membro della famiglia ha paura dei cani? E se il nostro cane e` morto da poco? E se ci manca il tempo, ma abbiamo una casa con giardino? E se non siamo pronti a vivere con un cane, ma lo desideriamo fortemente?
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QUARTA PARTE COME ORGANIZZARSI
26. Quando adottare? 27. Che cosa serve? 28. Come organizzare la casa (e la macchina)
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Conclusione Ringraziamenti
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A Shaka, e a tutti i cani che, nonostante i tanti, troppi errori commessi dai loro compagni a due zampe, non smettono di voler essere felici assieme a loro! Se noi umani riuscissimo a essere sinceri, altruisti, gioiosi e pazienti quanto lo sono i cani il mondo sarebbe migliore. Perche´ non provarci allora?
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Prefazione
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Prefazione
Sono moltissimi i libri che raccontano quanto i cani siano capaci di darci, di amarci, di cambiarci e di farci sorridere e a volte anche piangere, ma il piu` delle volte cio` avviene attraverso immagini e modelli che non rispecchiano chi e` davvero il cane e di cosa ha bisogno per essere felice insieme a noi. D’altra parte i libri che dovrebbero aiutarci nella scelta del cane spesso non sono altro che enciclopedie delle razze, ricche di fotografie e dati statistici (gli standard, per l’appunto) che non illustrano con chiarezza i pro e i contro della vita con un cane, ma si limitano a una serie di indicazioni abbastanza superficiali. Ho scritto questo libro per mostrare l’altro lato della medaglia. Partendo dal presupposto che vivere con un cane significa vivere in maniera diversa da come abbiamo fatto finora, e che vivere bene con un cane significa vivere meglio di quanto non abbiamo fatto finora, ho voluto illustrare tutto cio` che occorre sapere per compiere ` importante infatti considerare i bene questa scelta. E vantaggi e gli aspetti positivi, ma anche riflettere a fondo sull’impegno (anche economico), la dedizione, le rinunce e il grande investimento di tempo ed emozioni che tale decisione comporta.
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Durante la lettura risultera` chiaro quanto poco io consideri l’emotivita` e il gusto estetico nel momento della scelta, e mi rendo conto che questo atteggiamento possa sorprendere o farmi apparire cinico ai piu`, per cui ci tengo a chiarire sin d’ora la mia posizione. Non nego affatto che, proprio come avviene tra le persone, anche di fronte a un cane possa scattare una sorta di feeling (qualcuno lo chiamerebbe addirittura « colpo di fulmine »), allo stesso modo non posso negare che « anche l’occhio vuole la sua parte » nel momento in cui si sta per scegliere il cane che ci accompagnera` per molti anni della nostra vita. Tuttavia e` fondamentale comprendere che questa scelta non puo` – anzi: non deve! – essere fatta basandosi su questi criteri per due semplici quanto importanti motivi. Il primo e` che tali criteri annullerebbero la lucidita` e la razionalita` con cui va affrontata una decisione che cambiera` per sempre la nostra vita; il secondo e` che questi criteri possono andare bene nel momento in cui la nostra decisione riguarda un oggetto da comprare, ma certo non un individuo! Scegliere un cane prima di conoscerlo significa non dare alcuna importanza alla sua personalita`, ai suoi bisogni e ai suo desideri: puo` forse essere una prima dimostrazione d’interesse e di amore nei suoi confronti? Ecco perche´ dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento verso l’adozione del cane smettendo di comportarci come se fossero prodotti tra cui scegliere e cominciando ad avvicinarci a loro come se fossero individui da conoscere. ` una questione che mi sta a cuore in modo del tutto E particolare, quindi, prima di entrare in argomento, e` necessaria una « premessa personale », triste.
1. Che cosa deve guidare la scelta
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1 Che cosa deve guidare la scelta
Siamo soliti dire che « anche l’occhio vuole la sua parte », ma se non deve essere soltanto l’aspetto a guidarci nella scelta del nostro futuro cane, cos’altro potra` (dovra`!) influenzare la nostra decisione? Semplice: la conoscenza del suo carattere. Proprio come gli essere umani, anche i cani hanno un carattere e, di conseguenza, un comportamento che li distingue gli uni dagli altri. La nostra fortuna, come ho anticipato, e` data dalla possibilita` di conoscerlo prima ancora di costruirci un ` molto piu` sensato, quindi, scerapporto d’amicizia. E gliere con chi condividere i prossimi anni della nostra vita in base alla compatibilita` caratteriale con noi e il nostro stile di vita, piuttosto che in base al colore e alla lunghezza del pelo. Non vi pare? Immaginiamo di dover vivere con una persona bellissima, ma con opinioni diverse dalle nostre e sempre in disaccordo su cosa fare, dove andare, ecc. Non nego che si possano avere delle preferenze e dei gusti; io per primo preferisco l’aspetto di certi cani rispetto ad altri, e capisco anche che visitando un canile possa scoccare una specie di « colpo di fulmine ». Tutta-
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via insisto cosı` tanto sulla compatibilita` caratteriale perche´, una volta compiuta la scelta, accorgersi di non essere in grado di gestirlo o di non essere in sintonia e riportarlo all’allevatore o al canile costituirebbe un abbandono a tutti gli effetti, proprio come quelli che ci vengono raccontati dai media ogni estate e per i quali ci scandalizziamo. Certo, il cane non verra` legato a un guard-rail ma affidato a una struttura che si prendera` cura di lui, ma proviamo per un istante a immedesimarci nel cane che fino al giorno prima ha vissuto con noi, nella nostra casa, accompagnandoci in giro e dormendo ai nostri piedi: come ci sentiremmo nel vederci privati, improvvisamente e senza conoscerne il motivo, di tutto questo e sbattuti in una gabbia, circondati da cani e persone sconosciute, in un ambiente poco ospitale e del tutto differente rispetto a quello in cui abbiamo vissuto fino a quel momento? D’altra parte, anche senza arrivare all’abbandono, decidere di non condannare il proprio animale a una gabbia e vivere entrambi la quotidianita` come un terreno di scontro continuo non mi sembra una prospettiva molto piu` rosea. Immaginiamo ancora, ad esempio, di essere molto attivi e amanti dello sport e di essere obbligati da un momento all’altro a una vita sedentaria assieme a persone che non condividono i nostri interessi o, viceversa, di essere molto tranquilli e amanti della quiete e di dover vivere in una famiglia numerosa e in perenne movimento. A prescindere dal fatto che queste persone possano amarci e prendersi cura di noi, saremmo felici? Ecco, lo stesso vale per i cani! Vero e` che in questo caso potremo sempre riconosce-
1. Che cosa deve guidare la scelta
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re di essere in difficolta` e, invece di liberarci del problema, potremo decidere di affrontarlo ricorrendo all’aiuto di un buon istruttore cinofilo per trovare l’equilibrio e la serenita` di cui ogni cane e ogni umano hanno bisogno per vivere bene insieme. Sarebbe una scelta di civilta` (come ogni volta che ricorriamo alla conoscenza e al rispetto, invece che alla superficialita` e alla violenza), ma sarebbe soprattutto una grande dimostrazione d’amore nei confronti del nostro migliore amico! Tuttavia, visto che i cani non decidono di vivere con noi, ma siamo noi a fare questa scelta, anziche´ affidarsi al caso o ad altri fattori, partire col piede giusto individuando il cane piu` adatto a noi non e` forse il modo migliore per iniziare questa splendida avventura? La mia non e` una posizione di « animalismo estremo », ma e` basata sulla convinzione che tanti, troppi cani vivono in una condizione di frustrazione motivazionale che in certi casi puo` essere considerata una vera e propria forma di maltrattamento etologico, e che proprio questa condizione e` la causa di tante incomprensioni fra cani e umani da cui derivano l’infelicita` di entrambi e, purtroppo, anche la maggior parte degli oltre 100.000 abbandoni che si verificano in Italia ogni anno. Penso alle migliaia di cani usati dai cacciatori durante i cinque mesi della stagione venatoria, per essere poi rinchiusi in serragli freddi e isolati per i restanti mesi dell’anno; penso ai cani tenuti in giardino per fare la guardia da individui che pur godendo di questo servizio non li ritengono degni di condividere il calore e la tranquillita` di un ambiente domestico; penso anche ai cani che non godranno mai della vera liberta` perche´ i loro
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proprietari, per paura di perderli o per non voler investire in un percorso educativo, ritengono che la liberta` significhi una corsa all’interno di un’area cani cittadina; penso ai cani che vengono portati a passeggio soltanto sui marciapiedi o tra le rotaie del tram e non hanno mai camminato in un bosco o in montagna; penso ai cani vestiti come bambini e tenuti sempre in braccio; penso ai cani costretti a subire ore e ore di toelettatura « creativa » solo per deliziare il gusto estetico di qualche padrone esibizionista; penso ai cani chiusi sul balcone perche´ in casa e` arrivato un bambino o perche´ e` « piu` comodo cosı` »; e penso ai cani che vengono costantemente legati o strattonati in presenza di altri cani, perche´ all’altro capo del guinzaglio c’e` una persona che ha deciso di non concedere loro la possibilita` di comunicare e interagire coi propri simili. Naturalmente penso anche ai cani che accompagnano alcuni addetti ai lavori, facendogli vincere trofei e guadagnare soldi, salvo poi essere tenuti in box e privati della possibilita` di essere « semplicemente » cani, trattati come fossero moto da cross con cui divertirsi nel momento del bisogno per poi essere parcheggiate ancora sporche in un garage in attesa della prossima gara. Siamo tutti pronti a scandalizzarci e a puntare il dito quando veniamo a conoscenza di maltrattamenti fisici a spese di un cane, o di un animale in generale, eppure non riusciamo a mostrare la stessa sensibilita` e fermezza nei confronti del maltrattamento etologico che si verifica quando non si ascoltano le richieste e si inibiscono i desideri dell’animale che diciamo di amare, costringendolo a una vita diversa da quella che gli suggerisce la sua etologia.
2. La filogenesi ovvero: le motivazioni di razza
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preferenze, desideri, emozioni e comportamenti tipici, definendo dunque una sua propria personalita`. I cani, nostri compagni da migliaia di anni, sono stati selezionati per alcune di queste caratteristiche, e scelti con l’obiettivo di affidare loro un compito preciso: guardiani di proprieta`, cacciatori, conduttori di greggi e inseparabili compagni di divano. Se dunque scegliamo un cane di razza, o anche un meticcio, premuriamoci di ` attraverso la conoscenleggerne la storia di selezione. E za che possiamo stare lontani dal vero pericolo della relazione con i cani: il maltrattamento etologico, spesso inconsapevole, che vuole i cani tutti con le nostre (poche) esigenze. Potremmo percio` scoprire che il beagle, all’apparenza cosı` adatto alla vita in appartamento per le ridotte dimensioni, il pelo corto e la salute robusta, e` un formidabile segugio, dunque un instancabile cacciatore: perlustra attraverso l’olfatto un territorio molto ampio, alla ricerca di una traccia, allontanandosi dal cacciatore che segue i suoi spostamenti attraverso la modulazione dell’abbaio, comunicazione importante anche per i suoi compagni di muta. I segugi non cacciano mai da soli e riposano sempre in gruppo. Le motivazioni piu` espresse sono quelle riferibili alla caccia (predatoria, esplorativa e perlustrativa, di ricerca) e quelle riferibili alle competenze sociali (affiliativa e sociale inter- e intraspecifica). Il nostro adorato beagle amera` venire al parco con noi, ma cio` non significa che rispondera` al nostro richiamo e che tantomeno si divertira` nel passeggiare accanto a noi o giocando con una pallina: l’olfatto straordinario e la passione ` probabile per la caccia lo porteranno molto lontano. E
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che cio` ci spaventera`, costringendo entrambi a una vita al guinzaglio: a dispetto delle piccole dimensioni ci accorgeremo di quanta ostinazione puo` albergare fra quelle due lunghe orecchie. La sua alta motivazione affiliativa non permettera` che gli piaccia rimanere da solo, e lo dimostrera` con quei meravigliosi latrati che lo contraddistinguono come cacciatore indefesso. Se accetteremo queste sue caratteristiche, ci amera` alla follia e lo potremo portare dappertutto perche´ difficilmente fara` rissa con gli altri cani o allontanera` le persone. Un cacciatore ancora diverso e` il terrier. La definizione completa e` « cane da caccia ai nocivi ». Quindi e` un cane che scova e afferra topi, nutrie, talpe, ghiri, scoiattoli, istrici: tutto cio` che non e` gradito nel nostro giardino, ma che di certo non apprezziamo neppure sulla nostra tavola. I terrier combattono risoluti dentro i cunicoli bui che fanno da tana a questi mammiferi, li tirano fuori con i denti, li scuotono per ucciderli e infine li abbandonano lı` dove sono. Spesso le prede equivalgono in peso i predatori: il coraggio non puo` mancare, e neppure alte motivazioni predatorie, possessive e competitive. Molti di loro hanno anche un’alta motivazione protettiva e territoriale perche´ assai possessivi verso il loro gruppo famigliare. La motivazione sociale e` piuttosto bassa, e se sono cortesi ma riservati verso le persone, nei gruppi di cani possono essere i protagonisti della destabilizzazione degli equilibri sociali. Non aspettiamoci troppa collaborazione da loro: il terrier sa gia` da solo qual e` la decisione giusta. I cacciatori non sono tutti uguali: alcuni seguono la traccia, muovendosi in gruppo, ben lontani dai caccia-
2. La filogenesi ovvero: le motivazioni di razza
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tori umani, come i segugi. Altri, come i cani da ferma, perlustrano il territorio ma stanno a vista del cacciatore perche´ il loro compito e` segnalargli la presenza della preda, con la particolare postura a freccia che da` loro il nome. Questi sono, tra gli altri, i setter, i bracchi, i breton. La motivazione collaborativa in questi cani e` molto alta, cosı` come la comunicativa, mentre rimangono basse la competitiva e la possessiva. Sono abili nel riportare la preda e l’alta motivazione sillegica li accomuna ai cocker, ai cani da acqua e ai retriever. I rappresentanti piu` conosciuti fra questi ultimi, i labrador e i golden, hanno alta motivazione affiliativa, sociale intere intraspecifica, sillegica, comunicativa, collaborativa, cinestesica, epimeletica, e moderatamente alte la perlustrativa e la predatoria. Le motivazioni piu` scomode per la vita in citta` (possessiva, protettiva, territoriale, competitiva) sono espresse in maniera molto piu` blanda e spesso ben bilanciate dalla spinta fortissima alla collaborazione. A dispetto delle grosse dimensioni il loro successo in citta` era prevedibile e garantito! Se abbiamo uno di questi cani, o un loro incrocio, dobbiamo ricordare che sono molto sensibili dal punto di vista emotivo, e sono cani selezionati per stare intere giornate immersi in paludi gelide a riportare anatre morte. Non gli bastera` l’uscita attorno all’isolato. Cacciatori molto piu` antichi sono i levrieri. A differenza di tutti gli altri utilizzano per lo piu` la vista, e non l’olfatto, per dare spazio all’alta motivazione predatoria, innescata quasi esclusivamente da prede vive: se ci piace giocare con la pallina non prendiamoci un afgano, e attenti ai gatti di casa. Tutti hanno in comune anche
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6 Che tipo di pelo?
La maggior parte delle persone che vengono in canile per adottare un cane dichiarano di volerlo a pelo corto, convinti che il pelo corto richieda meno tempo per la sua cura e che sia anche meglio per l’igiene della casa. In realta` questa, se non un errore, e` una mezza verita`. Se infatti da un lato e` vero che asciugare e spazzolare un cane a pelo raso e` meno impegnativo rispetto a quel che dovremo fare con un cane a pelo lungo, d’altra parte non e` affatto vero che i cani a pelo corto non richiedano cure e, in generale, non perdano pelo. In realta` gli unici cani che non perdono pelo sono quelli a pelo ruvido, come gli schnauzer o alcuni terrier; tuttavia anche questi cani necessitano di un particolare trattamento, detto stripping, che ha il fine di rinnovare il pelo. Ecco una breve rassegna delle piu` diffuse tipologie.1 Pelo raso (boxer, amstaff, ecc.): la muta avviene circa quattro volte all’anno (il numero delle mute e` da considerarsi indicativo, poiche´ non dipendono solo da fattori esterni, come i cambi climatici o la permanenza in am1
Si ringrazia la toelettatrice Chiara Locatelli per le informazioni utili alla stesura di questo capitolo.
6. Che tipo di pelo?
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bienti particolarmente riscaldati, ma anche da cause interne come ad esempio malattie, sbalzi ormonali o gravidanze), ma ha il vantaggio di essere un tipo di pelo molto facile da pulire e asciugare. Non richiede particolari accorgimenti. Pelo corto (labrador, beagle, ecc.): leggermente piu` lungo di quello raso. La muta avviene circa quattro volte all’anno, e come quello raso ha il vantaggio di essere un tipo di pelo molto facile da pulire e asciugare. Non richiede particolari accorgimenti. Pelo semi-lungo e lungo con sottopelo (pastore tedesco, nordici, golden retriever, setter, ecc.): la muta avviene circa quattro volte all’anno e in ogni occasione il cane ` senza dubbio la tipologia di perde anche il sottopelo. E pelo piu` impegnativa, arrivando a richiedere anche una spazzolatura al giorno. Pelo lungo senza sottopelo (barboni, maltese, shih-tzu): non si verificano mute, per cui il cane con questa tipologia di pelo non ne perde. Necessita tuttavia di spazzolature quotidiane per evitare che si formino nodi poi difficili da sciogliere. Pelo ruvido (bassotti a pelo ruvido, schnauzer, vari terrier): non si verificano mute, per cui i cani di questa ca` una tipologia molto rustica tegoria non perdono pelo. E ` necessario pero` che non richiede cure particolari. E uno stripping ogni sei mesi circa, per favorire il rinnovamento.
7. Cucciolo, adolescente, adulto o anziano?
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scindere dalla specie d’appartenenza, rappresenti comunque un percorso molto impegnativo e faticoso.
Il cane adolescente Piu` o meno intorno al sesto, settimo mese, quando il nostro cucciolo alzera` definitivamente la zampa mentre urina o, nel caso delle femmine, con l’arrivo del primo calore, avra` inizio l’adolescenza, una delle fasi di vita piu` complesse da gestire, non soltanto per i neofiti, ma anche per gli addetti ai lavori. Un aspetto tipico dell’adolescenza, ad esempio, sono le paure improvvise nei confronti di oggetti o situazioni che fino a quel momento non avevano causato alcun problema, o l’esacerbazione di alcuni aspetti del carattere fino ad allora poco evidenti, come una certa insicurezza, una spiccata competitivita` o addirittura una reattivita` nei confronti di determinati stimoli. Mi e` capitato spesso di lavorare con cani che « fino a qualche settimana fa erano bravissimi » e poi avevano cominciato all’improvviso ad avere paura di tutto o ad aggredire cani e persone. Non e` questa la sede per approfondire tali problemi, ma non e` affatto insolito che dei cuccioli che non sono stati seguiti correttamente in fase evolutiva sviluppino comportamenti problematici in fase adolescenziale, quando la spinta ormonale che connota alcuni importanti cambiamenti fisici e comportamentali fa emergere difficolta` o atteggiamenti che fino a quel momento erano presenti in maniera latente e quindi difficili da riconoscere da un occhio non esperto. In questo periodo i cani vivono una vera e propria
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tempesta ormonale che li porta ad avere maggiore interesse per il mondo che li circonda e in particolare per i loro simili. Ed ecco che il tenero cucciolo che trotterellava allegro fra le nostre gambe si trasforma in un ragazzino irriverente e smette di rispondere ai nostri richiami per correre dietro ai suoi simili, o a un odore interessante. Ed ecco che le regole che avevamo spiegato e attuato diventano improvvisamente oggetto di sfida, mettendo a dura prova la nostra pazienza. Il segreto per conquistare un adolescente e` essere divertenti e allo stesso tempo autorevoli (che e` cosa ben diversa dall’essere autoritari), solo cosı` riusciremo a rappresentare dei punti di riferimento validi e positivi e a proseguire il nostro percorso educativo in attesa che alla maturazione sessuale segua anche quella sociale. Se quindi siamo persone poco pazienti, che faticano a mantenere le regole con coerenza e preferiscono concedere vizi al proprio cane, e` meglio evitare di adottarne uno in questa fascia di eta`. Se invece siamo persone dinamiche, comprensive, capaci di mantenere la calma, di affrontare una provocazione con una sana risata e di applicare le regole con fermezza, ma senza mai perdere la pazienza, allora un cane adolescente potrebbe rappresentare una buona occasione per mettersi alla prova. Rispetto al cane adolescente c’e` un caso particolare sul quale vorrei richiamare l’attenzione. Mi riferisco all’acquisto in allevamento di un soggetto che sta attraver` capitato ad alcuni miei clienti di insando questa fase. E contrare dei bellissimi cuccioloni1 che venivano « svenduti » perche´ non piu` giovanissimi. Se dovesse capitare, 1
Termine con cui ci si riferisce a volte a soggetti che stanno per entrare in adolescenza o vi sono entrati da poco.
7. Cucciolo, adolescente, adulto o anziano?
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bisogna verificare il comportamento di questi cani anche all’esterno dell’allevamento (possibilmente in contesti diversi), perche´ se hanno trascorso la loro vita senza fare esperienze utili durante la fase di socializzazione secondaria c’e` il forte rischio che, una volta all’esterno, possano essere spaventati o addirittura aggressivi a causa di una patologia comportamentale, molto grave e la cui prognosi e` spesso incerta, chiamata privazione sensoriale.
La Sindrome da privazione sensoriale La Sindrome da privazione sensoriale (SPS) e` una grave patologia comportamentale causata da fattori di origine genetica ed esperienziale, il cui trattamento terapeutico e` lungo e complicato. In passato tale patologia era associata ai cani che crescevano reclusi in canile, oggi sappiamo che non e` affatto un’esclusiva di quella realta`, ma puo` anche essere l’esito di errate condizioni di allevamento o di improvvisi cambi di vita causati da adozioni scriteriate. Nel primo caso mi riferisco ai cuccioli che non seguono una corretta socializzazione primaria e secondaria perche´ cresciuti in un ambiente ipostimolante, come il box di un canile o di un allevamento, se non addirittura esposti in una vetrina per la maggior parte della giornata. La situazione si aggrava se i cuccioli vivono con madri ansiose e fobiche o se vengono distaccati prima del terzo mese di vita dalla madre e dal resto della cucciolata. Nel secondo caso mi riferisco, ad esempio, ai cani randagi che, dopo aver vissuto lunghi periodi allo stato brado, vengono catturati per essere poi mandati in adozione in contesti
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famigliari e abitativi del tutto differenti da quelli in cui sono cresciuti. Durante i primi quattro, cinque mesi di vita, infatti, il cervello del cane e` come una spugna che assorbe le esperienze sensoriali per trasformarle poi in apprendimenti utili ad affrontare la quotidianita`. Se durante questo periodo il cane non viene esposto a stimoli sensoriali differenti, una volta adulto non avra` le competenze cognitivo-comportamentali per reggere all’esposizione degli stessi stimoli verso cui potra` dimostrarsi di volta in volta ansioso, spaventato o anche aggressivo. E` importante sapere che adottando un cucciolo che nei primi mesi di vita non ha avuto modo di sperimentare una corretta socializzazione, non sara` possibile recuperare la situazione esponendolo a stimoli e contesti differenti senza attenzione e competenze, ma anzi si rischiera` di aggravare il suo stato ansioso e i problemi che ne possono derivare. Bisogna fare attenzione, quindi, perche´ anche un cucciolo che cresce in uno splendido allevamento situato in una tranquilla zona di campagna un domani potrebbe, se non ben socializzato dagli allevatori, non essere in grado di vivere serenamente in un ambiente cosı` diverso e ricco di stimoli come quello della citta`. Purtroppo la prognosi per la SPS e` tra le piu` incerte e non di rado i cani che ne sono affetti mantengono tratti comportamentali problematici per tutta la vita, rendendone complessa la gestione e lunga e dispendiosa l’eventuale riabilitazione.
28. Come organizzare la casa (e la macchina)
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Un ultimo suggerimento riguarda invece l’alimentazione: evitiamo di cambiare improvvisamente la dieta che il cane ha seguito fino al momento dell’adozione, per cui informiamoci in merito al cibo che era solito consumare e, se abbiamo intenzione di modificare la sua dieta, aspettiamo almeno una settimana e poi inseriamo gradualmente i nuovi alimenti senza esitare nel chiedere indicazioni al nostro veterinario di fiducia.
Il cane che « sporca » in casa Uno dei comportamenti che desta maggiori preoccupazioni e nervosismo nei nuovi proprietari e` quello del cane che « sporca » in casa. Non nego che tale gesto possa infastidire e avere conseguenze spiacevoli se rivolto a oggetti importanti o difficili da pulire, ma teniamo presente che nel periodo iniziale e` del tutto normale che cio` avvenga, soprattutto se abbiamo deciso di adottare un cane maschio. E non solo perche´ il cane e` vissuto in un box del canile fino al giorno prima. Per i cani, infatti, non e` solo normale, ma anche necessario comunicare informazioni attraverso il rilascio di urina, marcando luoghi ben precisi, oggetti e a volte anche persone o altri cani. Imparare a non utilizzare parte del proprio repertorio comportamentale1 quando si trovano nei « luoghi degli umani » fa parte delle concessioni che i cani hanno deciso di farci per poter vivere assieme a noi, per cui ricordiamocene quan-
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Vedi il capitolo « Le marcature », in Come parla il tuo cane, pag. 54.
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do saremo pronti a perdere la pazienza di fronte alle prime pipı` che dovessero fare in casa o in altri luoghi chiusi. Per un cane urinare (ma anche defecare) in casa vicino alla sua cuccia (o al divano o al nostro letto), alla sua ciotola (o sulle gambe del tavolo su cui mangiamo) o sugli stipiti non e` mai un dispetto ma una giustificata esigenza fisiologica o comportamentale, con la quale il nostro amico potrebbe esprimere il proprio disagio,1 possessivita` o territorialita` o un’altra forma di comunicazione sociale. Consapevoli di questo dovremo armarci di comprensione e pazienza e sono certo che tutto si risolvera`. Durante le visite pre-adozione e` ipotizzabile che il cane marchi certi luoghi della casa durante le sue prime perlustrazioni, mentre successivamente potrebbe marcare le zone che hanno acquisito particolare importanza per lui. Il mio primo suggerimento e` quello di provare a concedere qualche giorno al cane stando attenti a non lasciare a disposizione oggetti di valore, eventualmente limitando l’accesso a certe zone della casa e avendo cura di pulire con detergenti privi di ammoniaca e senza dare in escandescenze ne´ tantomeno minacciando il cane: spesso infatti il « problema » rientra autonomamente e cosı` facendo non corriamo il rischio di incrinare sul nascere una nuova relazione. Se invece il cane dovesse continuare a sporcare in casa il mio consiglio e` quello di agire d’anticipo, osservando il nostro nuovo amico durante le sue perlustrazioni e cercando di indovinare il momento in cui sta per autografare il divano cosı` da coglierlo sul fatto e poterlo interrompere, meglio ancora se un secondo prima 1
Proprio come avviene per numerose persone che, quando sono preoccupate o stressate sentono l’esigenza di andare in bagno piu` frequentemente del solito.
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che inizi, attraverso un richiamo o un rumore improvviso. Se il cane cercasse di sporcare subito dopo in un altro punto della casa, allora potrebbe trattarsi di un bisogno fisiologico per cui dovremmo accompagnarlo fuori di casa il prima possibile e gratificarlo verbalmente nel momento in cui urinera` all’esterno. In nessun caso dovremo punire fisicamente il cane (o il cucciolo!), ne´ spaventarlo agitando giornali arrotolati o costringendolo ad annusare le sue deiezioni per poi sgridarlo. Questi metodi sono obsoleti e del tutto privi di fondamento etologico e non solo non insegnano nulla al cane, ma hanno il sicuro effetto di convincerlo che noi non siamo affatto persone piacevoli e di cui fidarsi: insomma un pessimo modo per invitare qualcuno a diventare nostro amico!
Fotocomposizione Editype S.r.l. Agrate Brianza (MB) Finito di stampare nel mese di marzo 2017 per conto della TEA S.r.l. da Grafica Veneta S.p.A. di Trebaseleghe (PD) Printed in Italy