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MAGAZINE DI CULTURA E SPETTACOLO DIRETTO DA SILVIA AROSIO

Anno III - N. 13 Febbraio 2021 Seguici sui social Riflettori su...

CHIARA NOSCHESE

Su e giù dal palco guardando... il futuro

WALTER DI GEMMA

Il menestrello che canta in lingua meneghina

PAOLA DONNINI

La giornalista di Lazio TV e le sue Parole di Donna

"SPASSOADUE": INTERVISTA CON GIPETO E FILIPPO SORCINELLI

siva u l c s e a v i Iniziat

INTERVISTE●ANTICIPAZIONI●CASTING●PERSONAGGI●TOURNÉE●LIBRI



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WALTER DI GEMMA

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CHIARA NOSCHESE

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SOMMARIO

BEATRICE CARBONE

MORRICONE INCANTO DI UN MITO

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SPASSO A DUE

PAOLA DONNINI

Riflettori su...

MAGAZINE DI CULTURA E SPETTACOLO Anno 3 - Numero 13 - Febbraio 2021 • Supplemento alla testata www.silviaarosio.com (Reg. al Tribunale di Milano n°249 del 21/11/2019) • Direttore Responsabile: Silvia Arosio • Art Director, Grafica & Impaginazione: Daniele Colzani • Contatti: silvia.arosio@gmail.com • Foto di copertina: Giovanna Marino - Contributors: Fabio Bellinzoni Christine Grimandi - Simon Lee - Antonello Risati - Agnese Omodei Salè Filippo Sorcinelli - Maurizio Tamellini - Angela Valentino - Federico Veratti • Hanno collaborato: gipeto - Emanuela Cattaneo - Luca Varani - 88 Studio / Ufficio Stampa e Pr - Ella Studio - Fondazione Nazionale Carlo Collodi - Manzo Piccirillo entertianmente & Consulting Edizione Digitale: www.issuu.com/riflettorisu

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Il magazine Riflettori su... è stampato su prodotti certificati FSC e PEFC

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SIMONE LEONARDI

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SCUOLA DI POLIZIA 3


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THE SERPENT QUEEN

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CINEMA ON DEMAND STEFANO COLLI NON MI UCCIDERE

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DODI BATTAGLIA

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HARRY POTTER

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THE STUDIOS MILAN MEDIA HOUSE Le rubriche

dei nostri contributors

56 - IL COMPOSITORE 72 - STUPORI E ODORI 64 - IL DANZATORE

74 - LA TRUCCATRICE

66 - LA COREOGRAFA 76 - LO SCENOGRAFO 68 - IL COSTUMISTA 70 - FOTOGRAFIA 4

78 - PAROLE D'ARTISTA


IL DIVISIONISMO IN MOSTRA

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CARE AMICHE SI PARTE!

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LE SIGNORE DELL'ARTE

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IL LABIRIRNTO DI PINOCCHIO

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LE STATUE PARLANTI

LE TRE VASELLE

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MASSERIA SAN DOMENICO

e ancora...

59 - SPECIALE CANTANTI

84 - CPM

46 - IO CI SARÒ

62 - SANREMO ROCK

116 - OROSCOPO

54 - SONAR DISCHI

80 - RADIORAMA

42 - AIFF

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114 - LA LIBRERIA 118 - FUMETTI


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MAGAZINE DI CULTURA E SPETTACOLO

Storie ed emozioni salgono

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LA VOCE DEL DIRETTORE

T

utta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico. (Erasmo da Rotterdam) Avete mai chiesto ad un attore di cosa si mascherasse per Carnevale? Io l’ho fatto, alcune volte.La maggior parte degli artisti interrogati mi ha risposto che poco gliene importava del Carnevale, visto che già in teatro aveva il privilegio di portare ogni volta una maschera diversa. In questi giorni di Carnevale, i nostri bambini si sono mascherati. Noi adulti, credo, ne abbiamo già abbastanza della mascherina che siamo costretti a portare tutti i giorni a causa della pandemia.

broncetto dei bambini. Il guardarsi è la base della relazione umane e lo sanno bene i non vedenti che passano le mani sul viso delle persone per “vederle”. I lineamenti. quella mimica facciale coperta dalle chirurgiche o dalle FFP2, che ci fanno assomigliare vagamente ai monatti con il becco allungato per proteggerci dalla peste, ci rendono le persone particolarmente inintelligibili e distanti, quai come nelle maschere neutre, utilizzate in teatro per mettere l’accento sulla gestualità e non sulle espressioni. Pensateci. Perché in questo periodo si tende maggiormente a fare riunioni in videochiamata e non con il semplice telefono? Persona in latino letteralmente significa MASCHERA e la copertura della faccia ci sta para-

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti. (Luigi Pirandello) Ma non solo: il discorso della maschera pirandelliana mi porterebbe ad aprire una parentesi troppo lunga per un editoriale (ma ne ho parlato in una mia conferenza qualche anno fa ed ancora validissima). “What We Miss When We’re Masked” (Di cosa sentiamo la mancanza quando siamo mascherati)? In un articolo di The Atlantic si parla proprio del tema della mancanza del faccia a faccia tra le persone: e no, non sempre bastano gli occhi. Il sorriso, lo storcere la bocca, i denti che digrignano (non sorridete mai ad un gatto o a un cane che non conoscete, potrebbero prenderlo come un ringhio), quel labbro morsicato tanto decantato nei romanzetti rosa, il naso arricciato alla Samantha di Vita Da Strega, il

dossalmente portando ad una depersonalizzazione. Già prima della pandemia, con l’uso e l’abuso delle nuove tecnologie, ci siamo trovati ad interfacciarci con schermi e filtri, che però venivano stemperati dalle occasioni di incontro e convivialità, che oggi sono impossibili. Abbiamo perso tanto e non solo in termini economici o, peggio, di vita umane. Abbiamo perso l’umano. Ci manca il faccia a faccia, forse è per quello che da questo numero

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ho inserito lo SpaSSo a due, un faccia a faccia tra due artisti diversi (in questo caso gipeto e Filippo Sorcinelli), per parlare di arte in tandem. Se saremo costretti a tenere la maschera chirurgica sul viso ancora a lungo. Forse sarebbe il caso di ricominciare a mettere la maschera del teatro. L'uomo è poco se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità.” (Oscar Wilde) Claudio Trotta, in una mia recente chiacchierata, mi ha raccontato che, insieme al Forum Arte e Spettacolo, hanno lavorato sul protocollo per riaprire in sicurezza, di cui abbiamo già parlato su queste pagine. Nel protocollo si indica anche una precisa data di apertura: il 20 marzo, l’inizio della primavera. Una provocazione? Forse. Ma si sa, senza date precise i sogni restano sogni e non si trasformano in progetti. È stato ampiamente dimostrato che in teatro, nella sale da concerto, negli auditorium, grazie anche ai protocolli, è possibile accedere in tutta sicurezza, sempre tenendo vive le strategie che in questo anno (di già?) di fermo abbiamo imparato a mettere in atto. Quindi, Carnevale è passato. Giù la maschera dell’ipocrisia e su la maschera del teatro. È giunto il momento di riaprire e tutte le categorie, compresi i giornalisti, le agenzie di stampa, gli uffici stampa, di cui poco si parla, coloro come me che il teatro lo comunicano, lo stanno chiedendo a gran voce. E da queste pagine, lo faccio anche io, insieme al nostro art director Daniele Colzani e a tutti in contributors della rivista. • RS

Silvia Arosio


L'INTERVISTA

Chiara Noschese,

su e giù dal palco guardando... il futuro

UNA “RAGAZZA” PIENA DI SOGNI, DI CURIOSITÀ E PASSIONE: DA PROTAGONISTA IN CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA E MAMMA MIA! AD AUTRICE CON IL SUO BALLIAMO SUL MONDO

A

llieva del grande Gigi Proietti, non solo figlia d’arte, Chiara Noschese è talento, studio, professionalità e tanta tanta ottima caparbietà. Anche Chiara, come tanti suoi colleghi che intervisto sulla rivista, multitasking: cinema, tv, doppiaggio e soprattutto, teatro. Da attrice a regista, ma anche autrice assolutamente originale. Chiara, forse la prima volta che ti vidi in scena fu nel delizioso Sette spose per sette fratelli, uno dei musical cult targato Saverio Marconi. Sei stata nel primo Cantando sotto la pioggia, come protagonista, e oggi come regista. Senza dimenticare Garinei e Giovannini; la tua Donna di Mamma mia, fu un altro personaggio importante… ne hai viste davvero di tutti i

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di Silvia Arosio

benissimo, io allora scrissi anche i dialoghi, come per l’altro capolavoro con la regia di Saverio: Le notti di Cabiria, io scrissi le liriche, le musiche originali di Gianluca Cucchiara e la regia geniale di Saverio Marconi. Ricordiamo anche che ti sei cimentata anche come

autrice, con Balliamo sul mondo: come è stato? La mia attività di autrice parte da lontano, negli anni ho continuato a scrivere copioni e adattamenti per gli spettacoli andati in scena al Nazionale...Flashdance, A chorus line di cui ho firmato anche la regia. Balliamo sul mondo è staCANTANDO SOTTO LA PIOGGIA edizione 1996/1997

© Giovanni Montenero e Fabio Parenzan

tipi! Come è cambiato il musical in questi anni? Il pubblico, negli anni, si è abituato sempre di più al genere, il livello si è alzato, lo spettacolo musicale è diventato ormai una grande fetta del mercato teatrale. Facendo tante audizioni, ho notato anche che il livello di preparazione dei performers si è alzato tantissimo, anche grazie alla presenza di ottime accademie che preparano le nuove leve alla “tripla minaccia”: canto, ballo e recitazione. Io mi ricordo anche il delizioso e visionario Dance, con Raffaele Paganini, con cui hai lavorato diverse volte, ispirato a Molto rumore per nulla…bello sarebbe riprendere spettacoli “di contaminazione” come quello… Allora forse c’era un pizzico in più di coraggio, adesso siamo purtroppo legati sempre al grande titolo, altrimenti gli spettacoli rischiano di rimanere per sempre scritti in un computer e mai realizzati. Dance fu una prova di grande coraggio, andata poi

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ta una esperienza formativa, la mia collaborazione con Luciano Ligabue mi ha insegnato molto. Scrivere dei ruoli e poi scegliere gli attori che li interpreteranno è stata un’esperienza fortissima, ero emozionata e quando ce li siamo trovati davanti per la prima lettura, mi sono quasi commossa... Dalla carta alla realtà, un flash! Cosa manca oggi allo spettacolo musicale italiano e cosa ha invece di peculiare? Agli italiani non manca proprio niente, abbiamo performers validissimi, e altrettanti bravi registi, auguro a tutti noi di non perdere il coraggio e la voglia di portare in scena prodotti di alto livello, fruibili dal pubblico per aiutarli a continuare a sceglierci. La prosa è sempre comunque nel tuo dna. Cosa ricordi con più piacere? Io ho diretto e interpretato tanta prosa, il mio più bel ricordo è la mia prima regia importante, il titolo era Tres, testo di Juan Carlos Rubio, con Marina Massironi, Amanda Sandrelli e Anna Galiena: ne vado molto

qualità oggi, hai sperimentato altre facce di te. A Christian De Sica, lo scorso mese ho chiesto come mai non ci siano più in tv i grandi show come quelli del tuo papà… che ne pensi? La televisione ora offre tanto, tante piattaforme, serie e film pazzeschi, il varietà sta tramontando, i tempi sono cambiati e dobbiamo accettarlo. Io cerco di stare al passo con i tempi, accettando il cambiamento senza contrastarlo. Come stai vivendo il lockdown? All’inizio ho retto il colpo, l’ho vissuto bene, come raccoglimento, come un ritrovarsi. La seconda chiusura è stata molto peggio: non riuscivo più a trovarmi, è stato l’esatto contrario, sono entrata in crisi fiera, il pubblico rideva tanto d’identità, difficile da gestire e la confezione era elegante, interiormente; per fortuna esichic... Sai, sono della bilancia, stono i ricordi, le fotografie per parlarti di chi eri, chi sei e chi sono un’esteta. Tanta tv per Chiara. Con vuoi diventare. Si parla tanto della scuoTale e Quale show, uno dei pochi, secondo me, varietà di la a distanza…quanto ti sta

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dando l’insegnamento e come reagiscono i ragazzi in …dad per l’arte? Ringrazierò a vita i collegamenti online, le lezioni per l’accademia, la Musical Academy del teatro Nazionale di Milano di cui sono un fiero direttore artistico, le lezioni con i miei allievi privati. È stato tutto questo, per me, la vera rivelazione di questa buia parentesi. Loro hanno portato e continuano a

portare luce nelle mie giornate, i giovani e i loro sogni, sono luce pura, vanno guidati, protetti e aiutati, dobbiamo essere i loro modelli e aiutarli a prepararsi per diventare “futuro”... Secondo il tuo parare, come e quando riapriranno i teatri? Non so risponderti, non voglio rispondere perché mi proteggo dalle delusioni, nei mesi scorsi, come tutti, ne ho subite

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tante e da allora, per scaramanzia, non mi sbilancio più. Posso dire solo che senza storie raccontate dal vivo, non c’è futuro, non c’è speranza ...Ma come diceva il corvo: “non potrà piovere per sempre” Chi è Chiara Noschese oggi? Una “ragazza” piena di sogni, di curiosità e passione, insomma una con tutta la vita davanti... • RS


PERSONAGGI

Walter Di Gemma, il menestrello in

lingua meneghina

INTERVISTA A CUORE APERTO: DA BREL A GABER, DA PAOLI A TENCO SENZA DIMENTICARE LA "SUA" MILANO...

W

alter Di Gemma è un artista e un autore poliedrico: lavora in teatro, in radio, passando per la tv e per le librerie (ebbene sì, è autore anche di aforismi) e, naturalmente, pubblica dischi. Conosciuto ai più per il teatro-canzone, il cabaret e il dialetto, Walter non è solo questo… Walter, come hai cominciato? Facendo ascoltare le mie canzoni in italiano alle case discografiche, ma senza successo. Nel frattempo, ero fan accanito dei Gufi, in particolare di Roberto Brivio, che seguivo ovunque nei suoi spettacoli. Un giorno mi chiamò a casa chiedendomi

se volessi fare uno spettacolo con le mie canzoni in un locale nei pressi di C.so Magenta, da lui diretto artisticamente. Con molte perplessità risposi di sì. La serata andò benissimo e da lì mi scritturò poi nella sua compagnia teatrale come cantautore. Roberto Brivio è stato il tuo mentore?

Jacques Brel

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di Silvia Arosio

Roberto Brivio è stato il primo in assoluto. Mi ha preso sotto la sua ala e mi ha insegnato tantissime cose. Ho imparato molto da lui in teatro, guardandolo e studiandolo a ogni spettacolo. I suoi tempi comici straordinari, la velocità nell’eseguire le battute, nel colorirle, nel pesarle ogni volta e renderle funzionali in ogni situazione, anche la più difficile. Un vero maestro del cabaret italiano, oltre ad essere un attore brillante straordinario. Senza saperlo, sono cresciuto con le sue favole recitate per la Ricordi. So ancora a memoria

molti passaggi in cui Brivio interpreta il famoso personaggio di Gulliver. Quando hai capito che il dialetto era la tua strada? Credo da subito. Quando ho capito che la musicalità della lingua milanese era per me una delizia assoluta. Quelle tronche che ricordavano il francese erano troppo simpatiche e mi entravano in testa con una facilità estrema. Le espressioni, i modi di dire, i proverbi e soprattutto le canzoni milanesi di Giovan-

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nni D’anzi, Nino Rossi, Walter Valdi, Enzo Jannacci. Ti sei sempre battuto per supportare il milanese, che, come tutti i dialetti di Italia, è una lingua vera e propria. D’altronde, hai tradotto in milanese centinaia di brani di Brel… Brel mi ha davvero folgorato quanto tutto il repertorio di un altro immenso maestro, Giorgio Gaber, anch’esso allievo di Jacques Brel come tanti altri nostri cantautori italiani, da Paoli a Tenco, da De André a Endrigo. Che cos’è il cabaret oggi? Ed il teatro canzone? Il Cabaret oggi è più che altro una definizione di comodo che serve ad indicare più che altro la comicità. Credo che il Cabaret autentico lo facciano davvero in pochi, e quando dico autentico intendo


dire con una buona capacità di creare una satira con intelligenza, ironia e onestà intellettuale (anche politica). Il teatro canzone è una forma di teatro in cui la prosa e la canzone si fondono in un unico discorso logico che si sviluppa man mano coprendo ogni sfumatura della nostra sfera emotiva. Nel teatro canzone un monologo diventa canzone senza che ce ne accorgiamo, tanto siamo coinvolti dalla storia, dal racconto, dalle considerazioni e dai pensieri che l’attore in quel momento ci sta proponendo… e ci sentiamo abbracciati, travolti in un vortice di sensazioni ed atmosfere che ci trasportano inevitabilmente dove l’interprete vuole. Chi conosce bene Giorgio Gaber, sa bene di cosa sto parlando. Il cabaret televisivo è molto diverso dal quello teatrale e spesso non sono interscambiabili: sei d’accordo? Quali sono le differenze? Il cabaret televisivo, per una questione di tempi molto ristretti, ti impedisce di ampliare il ragionamento e ti porta alla

ogni volta un discorso che poi trasformo in monologo o canzone. A dicembre sono usciti due tuoi dischi, entrambi autoprodotti, L’è la mia città, in milanese, e L’evoluzione mi fa specie. Come sono nati questi dischi? Dalla semplice necessità di far uscire vulcanicamente le sensazioni che ho dentro, belle o brutte che siano. Ho ironizzato molto sui nostri comportamenti e sulla qualità dei soggetti che ultimamente vedo popolare massicciamente l’intero territorio italiano, me compreso. Dove possiamo acquistarli? Sugli store musicali in rete; iTunes, Amazon music, etc… Da ognuno di questi album, a quale brano sei più affezionato? A un brano in particolare Com’è strano il nostro amore” nel disco in italiano, e al brano Pin pin in quello milanese. Hai quasi sempre lavorato da solo, in teatro: un leggio, una sedia, una chitarra… che spesso si scorda di essere tale… Con chi ti piacerebbe lavorare oggi, sempre se c’è qualcuno con cui vorresti farlo?

sintesi, obbligandoti a rinunciare ad alcune sfumature o pause che in teatro avrebbero la giusta risposta. La mediazione del video costringe a scrivere in modo diverso, più efficace come “discorso” perché il pubblico è molto più variegato, eterogeneo e in genere non avvezzo al teatro. Si devono scegliere parole più immediate e più fruibili dal vasto pubblico televisivo. Sei, da sempre, un acuto osservatore della realtà, di cui spesso trovi il lato comico… e tragico: come componi i tuoi lavori? Ultimamente ascolto molto il mio istinto e mi piace guardarmi dentro, scovare un po’ le ipocrisie con le quali ci uniformiamo, magari per giustificare le nostre mancanze o i nostri insuccessi. A volte invece basta un’idea che frulla in testa, e che poi mi trovo a scrivere velocemente su un foglio per non perderla. Dal momento che la realtà, come si dice sempre, supera la fantasia, mi trovo sempre ad osservare cosa mi succede intorno ed ecco che sviluppoWWW.WALTERDIGEMMA.IT

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I VIDEO

Inquadra il QRcode e guarda il suo canale Youtube Mi piacerebbe lavorare con le persone dalle quali posso imparare qualcosa, indipendentemente dalla loro popolarità. In genere però, amo molto lavorare da solo, perché credo che

possano venire fuori davvero tutte le tue potenzialità, cosa che non riesco a fare quando sono con altri…perché il mio carattere mi porta sempre a restare “indietro”, per non disturbare o togliere tempo a chi è in scena con me. Ho un carattere molto “educato” in scena, mi preoccupo che siano gli altri a fare di più e ad avere più spazio. Questo atteggiamento mi è stato contestato dai grandi con cui ho lavorato: Roberto Brivio, Gianni Magni, Liliana Feldmann… Ecco, mi sarebbe tanto piaciuto lavorare con loro - dicevo un tempo. Per mia fortuna questo sogno si è avverato! E sinceramente, mi basta. Stai ancora facendo TV?

In che modo? In questo momento sono co-conduttore del programma Canta Lombardia con la bravissima e spumeggiante Sabrina Musiani su Antenna Tre e devo dire che mi diverto molto, perché con lei ho un rapporto decisamente sincero e spontaneo. Una compagna televisiva ideale! Cosa vorrai fare in teatro, appena si potrà? Mi piacerebbe, oltre ai miei spettacoli in milanese che sto scrivendo per l’anno prossimo, mettere in scena una commedia brillante, perché no? Quale sarà la prima parola che dirai al tuo pubblico? Sicuramente dirò: finalmente abbiamo gettato la maschera! • RS

A Roberto Brivio...

IL RICORDO DI WALTER DI GEMMA DELLO CHANSONNIER ITALIANO, MEMBRO DELLO STORICO GRUPPO DE I GUFI

A

cosa sto pensando? Meglio sarebbe dire: cosa stai sentendo? Rabbia... dispiacere, delusione. Stop. Il cuore ha i piedi sul vuoto, perché è quella che mi sento mancare: la terra sotto i piedi. Hai rappresentato la mia prima immensa passione, il mio primo sogno che tu stesso hai poi realizzato. È raro per un ragazzino di soli tredici anni che il suo sogno si realizzi in breve tempo, finendo proprio sul palcoscenico con il suo idolo personale, il suo modello, la sua aspirazione. Potessi diventare bravo come lui, geniale come lui, creativo quanto lui. Che paura, che tremore di gambe quando mi hai messo sul palcoscenico per la prima volta, e quel tremore non era tanto per la gente che avevo

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davanti, quanto perché condividevo il palco con te, la paura tremenda di deluderti, di non essere all’altezza, di poter sbagliare. Invece tu mi hai dato sempre più fiducia, mi hai spronato, consigliato, e fatto venire una paura ancora più grande quando, una sera, essendosi aggiunto un ospite allo spettacolo e avendo io il compito di presentarli tutti con una stornellata in rima, non avevo scritto la presentazione, quindi ti ho chiesto con tutta la preoccupazione e tensione di chi avrebbe dovuto salire a presentare il nuovo ospite come avrei potuto fare non avendo nulla da cantare. E tu tranquillo mi hai risposto: semplice, la scrivi adesso! Lì mi è salita la tensione a livelli stratosferici e ricordo ancora il tremore della mia mano a scrivere su un foglietto appoggiato al palcoscenico la nuova presentazione in rima, che poi ho imparato e cantato cinque minuti dopo sul palco. Questa è stata la mia scuola; mai perdere la bussola e rimediare al momento, scrivere di getto (con la tensione addosso e la fretta, a volte viene anche meglio!) e improvvisare egre-

Al Cabaret, 1989

giamente come sapevi fare solo tu. Come ti nascevano le battute in ogni situazione, con il pubblico, su qualsiasi contrattempo in scena... non lasciavi mai il vuoto e ogni cosa che inventavi lì per lì era perfetta. Che fortuna ho avuto? Tanta. Davvero tanta. Coronavo

Carnevale Ambrosiano

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il mio sogno lavorando con l’attore, cabarettista, regista, paroliere che più adoravo. Quello che mi ha fatto sognare, insieme agli altri tre Gufi, il mondo magico, e non immaginavo così faticoso, dello spettacolo. E poi gli spettacoli nelle case di riposo, nei circoli, nei teatri importanti, gli spettacoli di cabaret, i passaggi televisivi... Non ho mai smesso di parlare di te, da quella trasmissione di Antenna Tre Meglio Gufi che mai fino ad ora; testimoni tutti i miei amici ai quali ho fatto perennemente ascoltare i tuoi capolavori di scrittura e di interpretazione, il mio modello assoluto, che ha trovato poi negli anni gli apporti di altri maestri come lo sei stato tu; da Gianni Magni, Nanni Svampa, Walter Valdi per il cabaret milanese a Giorgio Gaber per il teatro canzone. Che fortuna ho avuto: conoscerti senza smettere mai di adorarti artisticamente, perché il mio sogno non è mai


Prove a casa

cambiato; ripercorrere il vostro cammino è sempre stata la mia aspirazione, inseguire i miei sogni senza perderli mai di vista. Quando canto una canzone di voi maestri, non canto una vostra canzone, ripercorro semplicemente voi, fino ad entrarvi dentro, a incarnare il sogno immenso che mi avete dato da bambino. Quando canto una canzone tua o dei Gufi, non canto una vostra canzone; semplicemente ripercorro il vostro genio, la vostra arte, con l’illusione di essere bravo e immenso quanto voi. La stessa cosa con Gaber e pochi altri. E ora? Non riesco nemmeno a pensarlo, perché mi fa male. Tanto male. Non riesco ad abbinare quella parola a te, perché in una frazione di secondo mi risuonano le note di Bare, bare, di Il cimitero è meraviglioso, di Cipressi e Bitume, le canzoni per le quali ti ho adorato e che cantavo alle scuole medie nell’intervallo

con la mia chitarra. Non riesco proprio. Non puoi proprio tu, non riesco a crederlo. È quel maledetto difetto di pensarti eterno, quello che ho espresso quando sono mancati Gianni e Nanni... perché non riesco a distaccarmi dal sogno che mi avete regalato, è troppo importante per me. Non voglio lasciare quel bambino felice che ti seguiva agli spettacoli, che ti ammirava in televisione e che sognava (e sogna) di essere bravo quanto lo sei tu. Perdonami, ma proprio non ci riesco. Se non ti dispiace io continuo a considerarti parte del mio sogno, della mia aspirazione e della mia vita. Perdonami, Roberto Brivio, ma io non finirò mai di essere tuo fan e non finirò mai di volerti tremendamente bene. • RS Walter Di Gemma e Roberto Brivio al Teatro Carcano nel 1989

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L'INTERVISTA

La ballerina classica insegna

Movenze al

Femminile

LA DANZATRICE DELLA SCALA, IL SUO PUNTO DI VISTA SUL BENESSERE E COME STARE BENE CON NOI STESSE

C

hi mi segue ha conosciuto Beatrice Carbone, ballerina Solista del Teatro alla Scala di Milano, per lo splendido cortometraggio Waterlife, Acqua, Vita e Rinascita, per il brano di Emiliano Toso, creato per aumentare la nostra consapevolezza e resilienza in questo delicato momento storico. Il video è stato girato a luglio a Venezia presso Palazzo Cà Sagredo e in altre location esterne della città, con la straordinaria partecipazione proprio di Beatrice, veneziana di madre e cresciuta in città. Ora, la danzatrice ha dato vita ad un nuovo percorso dedicato all’universo femminile: Movenze al Femminile, dove il

movimento si unisce alle vibrazioni sonore sotto la sua guida e quella di Julia Nemes, naturopata esperta in medicina energetica e biorisonanza, ideatrici del metodo. Beatrice, prima di iniziare, ti chiedo due parole sul cortometraggio Waterlife, che hai interpretato con il ballerino Luca Giaccio formatosi alla Scuola di ballo del Teatro San Carlo di Napoli. La regia è stata di Gabriele Fonseca della Honoro Film e le creazioni artistiche che hai indossato sono state realizzate da ADIMA di Alessandra Benetatos. Direi una vera sinergia di forze! Un ricordo di quando hai girato il video?

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È stata una sinergia magica fin dall’inizio! Ho avuto l’immenso piacere di lavorare con persone dalla grandissima sensibilità; inoltre abbiamo realizzato questo video nella mia adorata Venezia, dove tutto è speciale e incantato, a partire da Ca’ Sagredo in cui abbiamo girato gli interni. Il ricordo più bello di quei tre giorni di lavoro è quindi la felicità di ogni momento. Ed è stato proprio in occasione delle riprese di Waterlife che ho conosciuto Julia Nemes, con la quale ho poi creato nelle settimane immediatamente successive il percorso di Movenze al Femminile. Nell’ultimo anno di Riflettori su... Magazine ho appro-


di Silvia Arosio

fondito il tema del benessere per l’uomo, generato dall’arte e dalle note. Il percorso di Movenze al Femminile nasce proprio da questo, dall’incontro tra l’arte della danza e la scienza delle frequenze sonore. E nasce, ovviamente, dall’incontro tra te e Julia Nemes, naturopata esperta in medicina energetica e biorisonanza, ideatrici del metodo. Come una danzatrice di classico ha approcciato queste tematiche? Per me il benessere è strettamente legato alla mia professione di ballerina, che è un’attività sia fisica che emozionale e spirituale: soprattutto oggi, in questo momento della mia carriera, ballare significa entrare nella musica e incarnarla, viverla completamente. Proprio per questo avvicinarmi alle tematiche di armonia, equilibrio energetico, benessere emozionale, biorisonanza si è rivelato naturale. Attraverso il movimento

consapevole, unito alle vibrazioni sonore e a musiche scelte appositamente, diamo così la possibilità, non solo alle ballerine alle quali insegno durante gli stage, ma a tutte le donne che si approcciano a questo nuovo metodo la possibilità di imparare con grande semplicità e immediatezza a muoversi sulla musica e provarne i benefici, sentendosi così a proprio agio nel movimento e di conseguenza nel proprio corpo. Non servono particolari doti o preparazioni atletiche: i gesti proposti all’interno delle lezioni di Movenze al Femminile attingono all’eleganza della danza classica, ma vengono eseguiti in modo naturale, di modo che ciascuna allieva possa riprodurli e farli propri, indipendentemente dall’età o dalla propensione al ballo. Il tuo punto di vista sul tema del benessere: come l’arte, la danza, la musica possono aiutare l’essere umano? Ritengo che l’arte, la musica, la danza siano vere e proprie medicine per l’essere umano, una cura per lo spirito e per il corpo. Dovremmo tutti nutrirci di arte e cultura, in tutte le sue forme, non esiste cibo migliore per la nostra anima! Quattro mesi di lavoro, a cadenza settimanale, pensa-

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ti appositamente online per dedicarsi del tempo per il proprio benessere psicofisico, oggi più che mai essenziale per fronteggiare il periodo complesso in cui stiamo vivendo, caratterizzato da continui mutamenti, incertezze e, spesso, senso di solitudine e isolamento. Come sono organizzate le lezioni? Ogni lunedì proponiamo una lezione della durata di un’ora circa, nella quale ci focalizziamo su un “centro” specifico: mente, cuore, plesso solare e bacino. Dopo un breve momento introduttivo di saluto alle allieve con la breve spiegazione della lezione che si apprestano a seguire, incominciamo con l’ascolto delle vibrazioni sonore, selezionate appositamente da Julia Nemes per lavorare sul centro oggetto della lezione, e dedichiamo qualche minuto alla concentrazione per viaggiare “dentro” di noi ed entrare in contatto con la nostra


interiorità. Poi, sempre con il sottofondo delle vibrazioni sonore, le cosiddette “frequenze”, io propongo alcuni movimenti creati ad hoc – invitando le allieve a eseguirli dopo di me – per sentire più profondamente le sensazioni di liberazione e amore verso noi stesse. Quindi ripetiamo alcuni gesti, questa volta accompagnate da una base musicale via via diversa, che va dalla musica classica al pop, a composizioni a 432Hz di Emiliano Toso, fino a creare una breve coreografia, un piccolo balletto. Infine dedichiamo gli ultimi minuti della lezione al movimento libero e alla libera espressione, secondo la sensibilità di ciascuna e l’ispirazione del momento. Nel primo trimestre del percorso ci ispiriamo a due icone femminili, Audrey Hepburn e Marilyn Monroe, simboli universali di femminilità e sensualità, poi nel quarto mese ci avviciniamo a modelli di femminilità provenienti da diverse culture del mondo. Perché è sempre importante per una donna valorizzare se stessa, anche in periodi di lockdown?

Valorizzarci significa restare in contatto con la parte più profonda e intima di noi, che è la nostra forza e ci permette di restare in equilibrio, attingere alla nostra vera energia e sentirci bene con noi stesse. Grazie a quest’armonia possiamo davvero affrontare tutte le sfide della nostra quotidianità, restando centrate e focalizzate. Poi, soprattutto in questi periodi di lockdown, è importante prenderci cura di noi stesse, dedicare qualche momento ad amare la nostra anima e il nostro corpo e regalarci attimi di benessere, per fronteggiare lo stress derivante dall’incertezza e dalla difficoltà di questo delicato periodo. La gestualità è legata all’energia? Sempre! Sia nella danza, sia

in questo percorso di Movenze al Femminile il movimento è intrinsecamente legato all’energia, perché noi siamo energia. Il percorso si sta tenendo su Zoom. In che modo è possibile far passare certi insegnamenti sulle piattaforme online? È possibile proprio attraverso l’energia che io e Julia mettiamo nel trasmettere le informazioni alle nostre allieve, all’intenzione che permea ogni singolo movimento e, naturalmente, anche grazie all’amore che abbiamo infuso nella creazione di questo percorso: è così che l’insegnamento sa arrivare al di là dello schermo. Alla fine del primo corso, iniziato lo scorso settembre, è stato meraviglioso vedere quali straordinari risultati avessero raggiunto le nostre ragazze! A chi si rivolge questo corso? Che tipo di allieve avete? È necessaria una particolare forma fisica o è aperto a tutti? Il corso si rivolge a tutte le donne che desiderano avvicinarsi alla parte più intima di sé, riscoprirla o scoprirla per la prima volta; come dicevo, non è necessaria nessuna forma fisica particolare perché i movimenti

BEATRICE CARBONE

• Ballerina Solista del Teatro alla Scala di Milano. Figlia d’arte, inizia a studiare danza con la madre, Iride Sauri, già Prima Ballerina al Teatro La Fenice di Venezia, mentre il padre Giuseppe Carbone vanta una lunga carriera come Direttore del Ballo in molti grandi teatri in Italia e all’estero. Dopo una formazione alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala, dove si diploma brillantemente in soli tre anni, entra subito a far parte del Corpo di ballo scaligero e inizia ad interpretare importanti ruoli che la portano, a soli ventun anni ad essere promossa Solista dall’allora direttrice Elisabetta Terabust. • Vince numerosi premi come giovane promessa della danza italiana e, nella sua brillante carriera, affronta tutti i più importanti titoli del repertorio classico e le creazioni dei più grandi coreografi contemporanei. Tra i suoi partner sulla scena troviamo grandi nomi del balletto internazionale, come Roberto Bolle, Maximiliano Guerra e Massimo Murru, ed è spesso ospite in spettacoli e gala di prestigio in importanti teatri internazionali, oltre a trasmissioni televisive. Inoltre, per un anno è Solista ospite al Ballet du Capitole di Toulouse. • Negli ultimi anni al suo ruolo di danzatrice affianca anche quello di insegnante ed è, inoltre, impegnata nella promozione di giovani stelle della danza in eventi di prestigio e nell’organizzazione di spettacoli coreutici. Grazie all’incontro con Julia Nemes, Beatrice decide, quindi, di mettere la sua esperienza di oltre 25 anni di palcoscenico al servizio di nuovi progetti di alto livello creativo e impatto sociale. Da qui nasce Movenze al Femminile.

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JULIA NEMES

• Naturopata, specializzata in medicina energetica e biorisonanza. Diplomata alla scuola di Naturopatia di Riza, ha quindi studiato Master Energy Dynamics e Holosets Technologies all’Institute for Harmonic Resonance Technology con il dott. Richard Bartlett. Pratica Raja Yoga dal 1998 e dal 2004 è istruttrice di meditazione. Da diversi anni utilizza tecnologie di biorisonanza e si occupa della formazione in medicina energetica per professionisti e privati. • Ideatrice del percorso Health Empowerment e del metodo Matrici Quantiche, Julia ama esplorare le nuove frontiere della medicina naturale e condividere pratiche e strumenti utili per l’evoluzione della vita. Dal suo incontro con Beatrice Carbone, nasce l’idea di unire l’eleganza del movimento al potere energetico delle frequenze, incontro che ha dato vita al nuovo metodo Movenze al Femminile.

proposti sono semplicissimi, creati proprio per “non ballerine”, così da poterci rivolgere davvero a tutte. Nel numero scorso del magazine ho intervistato Daniel Lumera, che conosci, il quale parla spesso di consapevolezza, e con Emiliano Toso, anche lui ospite del mio giornale, si parla di musica a 432Hz. Il Movimento Consapevole e la Vibrazione Sonora sono le basi del corso. Ci spieghi brevemente di cosa si tratta? Le vibrazioni sonore sono create appositamente per agire su condizionamenti mentali ed emozionali, “blocchi” o resistenze generate dai cosiddetti cliché che la società ha storicamente attribuito alla figura femminile, ma che in realtà non ci appartengono e non ci rendono libere. Grazie ai suoni, senza nemmeno che ce ne rendiamo conto, a poco a poco questi blocchi si sgretolano e ci sentiamo subito più a nostro agio nel nostro corpo; quindi, grazie al movimento, iniziamo

ad amarci e a coccolarci, e a regalare anche a noi stesse un po’ di quelle attenzioni che sempre diamo alle persone e alle attività che ogni giorno richiedono la nostra presenza. Sono sempre più convinta che l’energia femminile sia la base della creatività: come ci si può lavorare, sia per le donne che per gli uomini? Penso che ascoltarsi sia la base di tutto. E, una volta ascoltate e accolte le nostre emozioni, è importante avere il coraggio di “mettere al mondo” i nostri pensieri. Movenze al Femminile è nato proprio così! Pensieri, dialoghi fra donne, intuizioni, saperi che abbiamo riunito e a cui abbiamo dato la forma di un corso, anzi di un percorso di crescita prima di tutto personale, ma che poi si riflette anche in un miglioramento delle nostre relazioni.

Per gli uomini credo sia importante partire, innanzitutto, dall’accettazione e dal riconoscimento della parte femminile presente in tutti gli esseri umani, a prescindere dal genere, e procedere poi con il coltivare quelle caratteristiche femminili che diversi studi identificano come la chiave dell’evoluzione. Proprio per questo con Julia stiamo pensando a un percorso che si rivolga anche agli uomini… L’arte ci salverà? Sempre e per sempre l’Arte sarà la salvezza dell’essere umano, perché l’Arte è una manifestazione del Divino. Per informazioni su modalità di iscrizione, frequenza e costi visitare il sito internet www. movenzealfemminile.it o scrivere direttamente a info@movenzealfemminile.it.• RS

WWW.MOVENZEALFEMMINILE.IT 21


L'INTERVISTA

Paola

Donnini e le sue

" Parole di

Donna"

UNA GIORNALISTA, IL VOLTO DEL LAZIO DEL SABATO SERA, RICORDA COSA SIGNIFICHI FARE BUONA INFORMAZIONE IN TELEVISIONE, ANCHE PARLANDO DI POLITICA

I

nauguriamo su questo numero di Riflettori su... una rubrica dedicata al giornalismo intervistando il volto più famoso del Lazio, per quanto riguarda il giornalismo televisivo. Paola Donnini da anni conduce il programma Parole di Donna, talk show in onda il sabato sera in prima serata, dedicato alla politica, ma anche all’economia e all’attualità. Da febbraio, visti i risultati positivi, la trasmissione va in onda sulla rete ammiraglia del primo gruppo editoriale della Regione Lazio, ovvero Lazio TV. Paola, come sei diventata giornalista? Da molto giovane, mentre mi stavo laureando ho iniziato come tutti quelli che muovono i primi passi in questa professione, nelle redazioni dei giornali locali - perché arrivo dalla carta stampata- e poi ho proseguito. In seguito, ho accettato di trasferirmi in Francia come responsabile di una rivista bilingue it/fr e ho iniziato a dedicarmi alla politica estera; poi alla conduzione del TG, e dopo 12 anni sono rientrata in Italia, a Roma, e ho sempre scritto di politica italiana. In seguito, il salto alla conduzione di un format tv. Ma credo di aver avuto il pallino del giornalismo fin da piccola perchè mia madre mi racconta che a 10 anni invece di giocare con le bambole portavo sempre con me un quadernetto e scrivevo, annotavo tutto ciò che vedevo in giro e facevo parlare la gente, insomma non stavo mai zitta!

Com’è cambiata la comunicazione nell’ultimo decennio? Non credo sia cambiata molto la comunicazione, è cambiato piuttosto il modo di fare comunicazione, pensiamo ad esempio all’evoluzione che c’è stata con la scoperta di internet da quel famoso aprile del 1986, prima il principale canale di comunicazione era un sms del cellulare, non si aveva la connessione in-

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ternet e il messaggio sul telefonino era un modo di comunicare rivoluzionario. Oggi gli sms stanno scomparendo non li usa quasi più nessuno. La comunicazione è tutto, e ogni cosa ruota intorno a lei, tutto comunica, purtroppo la diamo per scontata ma se non ci fosse saremmo completamente persi. Forse in passato era più facile da attuare, ma comunque tutti possono es-


di Silvia Arosio

sere in grado di comunicare e la possibilità si è ingrandita maggiormente nel momento in cui i mezzi stessi si sono diversificati Qual è, secondo te, la diversità tra carta stampata e televisione? Per rispondere a questa domanda dovrei scrivere un libro, certamente sono due modi completamente diversi di fare informazione da tutti i punti di vista: sociale, nelle tempistiche, nei modi, dal punto di vista relazionale e psicologico sia per chi conduce ma soprattutto per chi sta davanti allo schermo della tv e riceve un messaggio. I players coinvolti sono differenti ognuno con un compito preciso da non sottovalutare. L’unico denominatore comune, spesso, sono i contenuti ma cambia il modo di renderli pubblici e farli arrivare, nel miglior modo possibile, al lettore o al telespettatore Si parla tanto di “infodemia” per la comunicazione giornalistica legata al Covid. Sei d’accordo? Cosa c’è di sbagliato nel modo di comunicare di alcuni giornalisti? L’infodemia c’è stata e continua ad esserci, assistiamo per

certi versi all’imbarbarimento e alla spettacolarizzazione dell’informazione senza se e senza ma: occorre stare molto attenti a come si procede nell’informare l’opinione pubblica quando si attraversano periodi sanitari gravi come sta subendo il nostro paese e di crisi economica, non dimentichiamo le regole della ‘’crisis communication’’, che sono state alquanto scarse o del tutto inesistenti da parte di alcuni colleghi che, invece di informare, hanno provocato terrorismo psicologico. E anche la comunicazione del governo, in quanto a manchevolezza, purtroppo ha fatto la sua parte L’informazione e l’intrattenimento quali funzioni hanno oggi? La prima è quella di informare in maniera professionale chiara e seria, con notizie che provengono da fonti certe e senza edulcorare a proprio piacere i fatti, la seconda di intrattenere piacevolmente il telespettatore in modo

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più leggero, meno formale, con un linguaggio meno tecnico e contenuti non del tutto approfonditi. A mio avviso due modi di fare televisione che dovrebbero rimanere ben distinti, invece assistiamo a un nuovo modo di fare tv, finalizzato soprattutto ad intrattenere lo spettatore piuttosto che ad istruirlo. Oggi, informazione ed intrattenimento non sono più scindibili, al punto che da tempo si parla di infotainment (termine derivante dalla sintesi tra information ed entertainment) , che si concretizza in precise scelte fatte dai diversi tg nazionali per rendere il proprio prodotto maggiormente appetibile presso il pubblico, dotandolo di una sempre maggiore spettacolarità, ormai sdoganato da tempo, figlio di una concezione americana di fare informazione Quando è delicato e difficile parlare di politica? Oggi è un disastro, anni fa molto meno, e credo che non miglioreremo facilmente. E’ difficile perché le notizie cambiano in modo repentino, leggi un’agenzia e sai che potrebbe cambiare dopo due ore, oppure arriva la smentita subito dopo, occorre essere molto concentrati, non perdere tempo, es-


sere veloci ma competenti, e non perdere di vista nulla, controllare h24 il corso degli eventi e rimanere contemporaneamente con pc, cellulare, e il resto delle fonti monitorati contemporaneamente, non è facile, ma se sei preparato ce la fai. Quali sono i presupposti e quale la formazione per fare telegiornalismo oggi? Le regole sono pressoché identiche sia nel giornalismo che nel telegiornalismo: competenze, la disciplina e la costanza, lo studio continuo e l’aggiornamento, mai mollare, essere sempre preparati e soprattutto attenti, curiosi, precisi e controllare più volte i contenuti che devi elaborare. Aggiungerei che nel telegiornalismo occorre aver una buona dose di carisma e avere presa sul pubblico: bucare lo schermo, altrimenti se non c’è, meglio fare altro. Del resto oggi il primo che prende un microfono in mano si fa chiamare giornalista e fa interviste, mi arrabbio molto quando vedo incompetenti e presuntuosi inquinare in modo arrogante la nostra professione. Dietro la preparazione di un’intervista, c’ è un lavoro fatto di ricerca, di redazione, di fonti attendibili, di approccio emotivo, di studio dell’individuo che devi intervistare e molto altro

Cosa manca oggi nei palinsesti televisivi? Si può parlare di decadimento della televisione italiana? Manca la serietà, oggi purtroppo in tv vale tutto e la gente si è abituata al trash, oggi tutto è immagine, sensazionalismo, purtroppo con scarsi contenuti e anche l’Auditel è peggiorato. I network nazionali si lamentano degli ascolti ma non cambiano i palinsesti; preferiscono avere gli stessi programmi tv con gli stessi conduttori e mantenere almeno il 50 % di share per paura di rimanere a mani vuote. Assistiamo al decadimento della tv italiana, ma i produttori non si interessano a volti nuovi o proposte di format interessanti o innovativi, ecco perché l’Italia è un paese vecchio, senza stimoli e si crogiola in quello che ha,

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senza capire che potrebbe avere molto di più… Chi è Paola Donnini a riflettori spenti? Una donna come tutte le altre, ma sempre con grandi responsabilità verso il suo pubblico che non dimentica lontana dai riflettori, anzi. Amo la vita semplice normale non sono una diva e non voglio esserlo, rimango me stessa sempre. Trovi il tempo per l’amore? E come gestisci il rapporto con i followers? Mi piace molto seguire i miei followers, instaurare un dialogo con loro, ascoltare cosa hanno da raccontarmi, purtroppo non riesco a rispondere a tutti ma solo perché non ho tempo, però cerco di leggere tutto quello che mi scrivono. Non parlo spesso del mio privato perché sono piuttosto riservata, ma il tempo si trova per tutto basta volerlo… volere è potere Sogno nel cassetto? Preferisco non dirlo nel nostro lavoro occorre essere anche scaramantici! Ma sicuramente di essere sempre fedele al mio pubblico e cercare di non deluderlo mai, faccio il possibile ogni giorno con impegno passione e professionalità, perché prima ci sono loro. • RS


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PRODUZIONI

Uno spettacolo per celebrare

il genio di Ennio

Morricone

INTERVISTA "TRIPLA" A LAMBERTO STEFANELLI, SILVIA DOLFI E FABRIZIO ANGELINI SU QUESTO TRIBUTO AL MAESTRO

N

el numero di luglio/agosto 2020, dedicammo la copertina di questo magazine al Maestro Ennio Morricone. Ora, è nato uno spettacolo a lui dedicato, una nuova produzione teatral/musicale dal titolo Morricone - Incanto Di Un Mito, un tributo assolutamente innovativo e unico dati la formula proposta e il contenuto. Lo spettacolo vede la regia di Fabrizio Angelini. Lamberto Stefanelli è Produttore Esecutivo per Dream Solutions: so che questo spettacolo è frutto di una meticolosa ricerca biografica e musicale durata due anni. Come è nata l’idea? Lamberto: Ciao Silvia, innanzi tutto grazie per questa graditissima intervista. L’idea di questo spettacolo è della cantante Silvia Dolfi che dopo aver interpretato per anni brani tratti da celebri Colonne Sonore cinematografiche, anche del M° Ennio Morricone, ha ideato un Omaggio al grande Maestro come non ne sono mai stati realizzati sino ad oggi. Durante i suoi concerti Silvia ama moltissimo introdurre i brani che sta per eseguire raccontandone caratteristiche interessanti e retroscena sconosciuti, ecco che da questo suo modo di “dialogare” con il pubblico nasce l’idea fondante di Morricone Incanto Di Un Mito. Per la prima volta gli spettatori verranno accompagnati, come annuncia Silvia all’inizio dello Spettacolo, in un viaggio speciale e privilegiato. Assisteranno ad

Lamberto Stefanelli con Bruno Battisti D'Amario

una parte concertistica curata e variegata che presenterà i temi più amati del Maestro, e potranno anche scoprire tutte le curiosità e gli aneddoti che si celano dietro i capolavori del loro creatore. Ogni brano una storia, raccontata in modo teatrale e multimediale attraverso interazioni tra Silvia e alcuni compagni di viaggio d’eccezione presenti in video: i 4 celebri doppiatori del Cinema Luca Biagini, Roberto Chevalier, Marco Mete e Fabrizio Pucci, che raccolgono nelle loro splendide voci tutto l’immaginario degli attori hollywoodiani, e alcuni ospiti d’eccezione quali Giuliano Montaldo, Leo Gullotta, Edda Dell’Orso,

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Bruno Battisti D’Amario e Nello Salza, ovvero registi, attori, cantanti e musicisti di fama internazionale e storici collaboratori del Maestro. Fabrizio, come hai conosciuto questa Produzione? Fabrizio: Ho conosciuto Silvia Dolfi diversi anni fa, alle audizioni per Bulli & Pupe, prodotto dalla Compagnia della Rancia, del quale avrei curato regia e coreografie. Silvia andò vicinissima ad essere presa per un ruolo, anche se alla fine facemmo una scelta diversa. Però mi era veramente rimasta impressa per la sua vocalità. Ci siamo incontrati di nuovo alcuni anni dopo quando finalmente abbiamo lavorato insie-


di Silvia Arosio

me nello spettacolo Boccadoro The Traveller, dell’autore siciliano Massimo Sigillò Massara, che abbiamo allestito e rappresentato a Palermo. Un’esperienza stupenda. Da allora siamo rimasti in contatto, anche grazie a Facebook, e lo scorso anno Silvia e Lamberto hanno voluto incontrarmi per propormi quest’idea, che ho sposato subito con entusiasmo. Voce e cuore dello show, sarà la soprano Silvia Dolfi: raccontaci un po’ di te… Silvia: Ciao Silvia, è un vero piacere fare la tua conoscenza! Allora... Ho iniziato il mio cammino artistico a 19 anni, subito dopo il diploma di pianoforte, tenendo concerti come solista in Italia e all’estero. In quegli anni avevo intrapreso anche lo studio di canto lirico al Conservatorio S. Cecilia di Roma, quindi tutto procedeva verso una dire-

zione molto classica… ma un viaggio a New York nel quale vidi per la prima volta Cats di A.L.Webber cambiò per sempre la mia vita. Dopo gli esami al S.Cecilia, alcuni percorsi internazionali di formazione mi portarono finalmente dove il mio cuore desiderava pulsare: il teatro Musicale anglo-americano, nel quale l’impostazione lirica deve necessariamente affiancarsi e fondersi ad altri stili di canto moderno. Ed ecco che iniziai ad essere contattata come protagonista di molti Recital e Concerti dedicati ai più celebri Musical internazionali, sia in prestigiosi Festival italiani che direttamen-

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Silvia Dolfi

te a New York per una serie di repliche. In Italia e nell’ambiente teatrale devo moltissimo a M° Tato Russo che, dopo avermi conosciuto, mi ha affidato il ruolo della protagonista Sibyl Vane nel suo Musical Il Ritratto di Dorian Gray, con il quale abbiamo effettuato ben 4 anni consecutivi di tournée. Con questo spettacolo, nel quale figuravo con il nome d’arte di Priscilla Owens, mi ha dato l’opportunità di portare in scena la peculiarità che lui stava cercando per la sua Sibyl e che riteneva unica e preziosa: cantare con disinvoltura sia in stile “lirico” che “pop”, due voci totalmente diverse che abitano lo stesso interprete. Questa caratteristica è stata la mia nota distintiva da lì in poi, e mi ha portato anche in TV, dove la Sig.ra Raffaella Carrà e il regista Sergio Japino mi hanno selezionato come ospite d’onore accompagnata dall’orchestra sinfonica RAI di Torino per alcune puntate della loro trasmissione Il Gran Concerto. Dopo Tato Russo il mio cammino teatrale si è incrociato con molti altri registi, tra i quali il mio adorato Fabrizio Angelini. In questi ultimi 10 anni ho dedicato gran parte della mia attività concertistica alla Musica


composta per le Colonne Sonore cinematografiche, portando in giro per l’Italia vari Concerti/ Spettacolo dedicati ai brani internazionali prima, e ai Maestri Italiani E. Morricone – N. Rota – N. Piovani dopo. Poi ecco l’illuminazione: realizzare un tributo che fondesse Musica e Teatro, un Concerto dall’anima teatrale dedicato esclusivamente al Maestro Morricone, pensato e concepito per rendergli omaggio in vita. Fabrizio Angelini era il regista perfetto per condividere questo progetto! Ha compreso perfettamente ciò che doveva esser fatto per far nascere uno spettacolo senza precedenti e che non rispondesse assolutamente ai canoni di ciò che era stato già portato in scena in materia, ed ha impresso le sue grandi sensibilità e competenza ad ogni ambito. Il Teatro con lui è gioia pura…è la costante percezione di una grande sintonia! Silvia, come sai, questo spettacolo è frutto di 2 anni di lavoro, tra ricerche biografiche e musicali, tra interviste e riprese video… tutti gli special guests li ho incontrati prima che il Maestro ci lasciasse, ed ognuno di loro ha aggiunto un tassello umano e artistico ad un puzzle incredibilmente ricco di emozioni e sfumature. Lo scorso 6 luglio mi è sembrato di perdere un membro della mia Famiglia. Lamberto, come è stato possibile creare un evento simile in lockdown? Lamberto: È stato possibile grazie al duro lavoro di una serie di collaboratori fidati con i quali lavoro da tempo, ma è stato veramente molto faticoso. Per fortuna le tecnologie ci sono venute in aiuto e ci hanno permesso di portare avanti il lavoro in ogni settore. Pensa che i primi arrangiamenti musicali di Aidan Zammit li abbiamo ricevuti via internet durante un suo tour in

sud-america con una nota band internazionale. Buona parte del concept è precedente al lockdown, per cui appena abbiamo avuto la possibilità ci siamo dedicati alla realizzazione dei contributi. Una troupe audio e video ci ha seguito durante la registrazione degli interventi dei collaboratori del M° Morricone, ed abbiamo approfittato dei momenti di fermo per dedicarci ai montaggi. Contemporaneamente il Maestro Giuliano Giuggioli, un pittore di fama internazionale che stimo infinitamente e che ha messo la sua firma in ogni mio progetto, anche solo come consulenza, ha disegnato gli elementi “materici del viaggio” che fanno parte della scenografia, e selezionato quelle immagini, tratte dai suoi quadri surrealisti, che più si addicevano al concetto di ogni brano e film di riferimento. Per mettere insieme tutti questi elementi serviva un regista con molta esperienza, duttile e meticoloso e la scelta non poteva che ricadere su Fabrizio, che per fortuna ha accettato la sfida. Durante il lockdown Fabrizio e Silvia si sono scambiati un’infinità di materiale riguardante

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il Maestro, i film e i brani che sarebbero stati presentati. Nel frattempo ci siamo dedicati al disco, che uscirà a breve, decidendo di far suonare i musicisti che poi ci accompagneranno in teatro, tutti professionisti di grande livello. In varie sessioni e diversi studi sparsi in tutta Italia abbiamo registrato tutte le tracce consegnando poi il materiale ad Aidan che ci ha fatto il regalo di suonare personalmente le parti di pianoforte e tastiere per il disco. Altro


ospite d’eccezione il caro amico Ghigo Renzulli, chitarrista e fondatore dei Litfiba, che ha registrato per il disco l’assolo del brano Lost Boys Calling. Ho personalmente preso parte alla sessione di recording, curata dal pluripremiato Ingegnere del Suono Fabrizio Simoncioni, a sua volta tastierista dei Litfiba, e di cui sono amico da oltre trent’anni. Silvia, canterai con un’orchestra dal vivo di 10 elementi, che potrebbe, su richiesta,

essere allargata: ricordiamo il valore del canto accompagnato dalla musica dal vivo, cosa che si è persa spesso per mancanza di fondi… Silvia: Sì, Silvia, la tua domanda mi dà l’opportunità di sottolineare uno dei nostri punti di maggior forza, gli straordinari arrangiamenti di Aidan Zammit, espressamente concepiti proprio per un organico di 10 elementi. Aidan ha al suo attivo collaborazioni da arrangiatore e musicista con artisti del calibro de Il Volo (Tour mondiale), Claudio Baglioni, il M° Nicola Piovani e anche il M° Morricone stesso, solo per citare alcuni nomi, e ha da sempre lavorato sia per il mercato pop che per il mondo delle colonne sonore cinematografiche, per cui era il professionista perfetto per affrontare un repertorio così particolare e impegnativo da orchestrare. Verrete sorpresi e conquistati da arrangiamenti geniali, a tratti audaci, ma sempre rispettosi delle partiture originali. Avendo deciso di fondare il nostro tributo sia su un aspetto musicale di grandissimi impatto e qualità, che sul coinvolgimento teatrale del pubblico, abbiamo

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poi ideato una struttura imponente ma snella, capace di essere ospitata su qualsiasi palcoscenico, da qui la scelta dei 10 elementi di orchestra, così da essere fruita anche da teatri più piccoli... senza ovviamente precluderci quelli più grandi con un allargamento di organico già previsto negli arrangiamenti stessi. Lamberto, oltre alla soprano e all’orchestra, che daranno vita alla vera protagonista, la musica di Morricone, da cosa si compone lo spettacolo? Lamberto: La struttura dello spettacolo è apparentemente snella perché ho dato come input ai miei tecnici di realizzare un concept che potesse essere allestito in palchi di ogni dimensione, ma usufruisce di un allestimento audio-luci-video molto complesso e impegnativo. L’orchestra è sul palco, seminascosta dietro ad un tulle su cui vengono proiettati i contributi video. Fuori da questo elemento ci sono i maestri al pianoforte e alla chitarra, che interagiscono con Silvia in momenti quasi acustici. Gli elementi scenografici del M° Giuggioli si fondono con le immagini proiettate e queste con i musicisti dal vivo e un sapiente uso delle luci crea atmosfere veramente coinvolgenti. Oltre alla musica e alla voce di Silvia, i contributi in video degli artisti sono molto emozionanti. Sentire dalla viva voce del Maestro Giuliano Montaldo gli aneddoti circa la realizzazione della colonna sonora di Sacco e Vanzetti è veramente commovente. Così come l’amore di Edda Dell’Orso per la musica del Maestro che ha letteralmente segnato la sua vita, o le circostanze in cui sono nati i suoni di chitarra dei mitici brani Western di Leone, raccontati da Bruno Battisti D’Amario. O ancora la dedica spassiona-


ta di Leo Gullotta a Morricone, ancor più toccante se si considera che è stata registrata poco tempo prima della sua scomparsa. Fabrizio, un grande lavoro quello di mettere insieme, registicamente parlando, uno spettacolo come questo. Quali elementi ha al suo interno e come li gestirai? Fabrizio: Oltre a Silvia e all’orchestra, come ti ha appena descritto Lamberto, ci sono delle testimonianze in video di artisti che hanno lavorato e collaborato di persona con il Maestro Morricone, e di 4 doppiatori che sempre in video interagiscono con Silvia. Tutte le riprese sono state seguite da Silvia e Lamberto personalmente, in alcuni casi con me presente. È stato fatto un gran lavoro di pre-produzione sui testi e le sequenze per far sì che tutto poi avesse un senso logico (i video sono stati girati in momenti diversi, e le interazioni avvengono anche tra gli stessi doppiatori, che però fisicamente non si sono mai incontrati…), ma devo dire che Silvia aveva le idee molto chiare da subito su tutto quello che doveva accadere. Sono presenti poi delle opere artistiche del Maestro Giuliano

Giuggioli, sia come immagini in video che come scenografia materica che ingloba i musicisti e la stessa Silvia. La parte luci-audio-video è sotto l’attenta supervisione di Lamberto, così come le didascalie che compaiono in alcuni momenti come citazioni del Maestro. Insomma è stato ed è un grande lavoro di squadra impegnativo ma molto gratificante, anche perché ci siamo proprio trovati sulla stessa lunghezza d’onda. Io ho dovuto semplicemente mettere la mia esperienza al servizio dello spettacolo, in particolare per dare al tutto un ritmo molto teatrale, come era nell’idea di Silvia. Lamberto, in conclusione complimenti per lo sforzo produttivo: perché fare un’operazione del genere ora? Lamberto: Onestamente siamo partiti con un anno di anticipo rispetto al lockdown (ride) e ci siamo trovati costretti a portare a termine questo duro lavoro nonostante le difficoltà della pandemia, le restrizioni dei vari DPCM e una totale incertezza circa la ripresa del settore. A parte gli scherzi, Silvia aveva pensato questo spettacolo come un vero e proprio omaggio al Maestro ancora in

Silvia, Fabrizio e Lamberto durante le registrazioni dei doppiatori

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vita, ma purtroppo ci ha lasciato mesi prima del debutto. Credo che la differenza nel futuro a breve termine stia nelle capacità e possibilità organizzative delle società di produzione. È stato particolarmente oneroso ed impegnativo, ma a questo punto confidiamo in una ripresa, che prima o poi dovrà avvenire, ritenendoci fortunati e soddisfatti per essere intanto già pronti con lo spettacolo. Fabrizio, tu che hai fatto tanto teatro e di tutti i tipi, come definiresti questo show? Fabrizio: Ma guarda… forse un “concerto teatrale”… Perché è vero che c’è un’orchestra e che Silvia canta un numero infinito di brani in qualsiasi tonalità e registro (Dio la benedica…), ma è anche vero


che c’è un’importante parte recitata e narrativa, che rende lo spettacolo diverso da un normale concerto. Anche perché Silvia, documentatissima, racconta una serie di interessanti e curiosi aneddoti relativi alla storia del Maestro e della sua lunga carriera, che sicuramente incuriosiranno e cattureranno il pubblico. Silvia, canterai dei brani che sono entrati nel mito: cosa rappresenta per te Ennio Morricone? Silvia: Per me il Maestro Morricone e la sua Musica sono un’unica entità. Da pianista sono totalmente rapita dalla sua capacità di stupirci con arrangiamenti e soluzioni musicali sempre nuove e sorprendenti. I suoi temi poi toccano tutte le corde della mia sensibilità d’interprete, alternano slanci emotivi liberatori ad altri di grande “controllo” ed introspezione, ed evocano un tripudio di stati d’animo perfetti per la magia del Teatro. Intervistando la grandissima Edda dell’Orso, soprano di tutti i brani leggendari con i vocalizzi, le ho sentito esprimere esattamente ciò che rappresenta la Musica del Maestro anche per me: “È ciò che si addice alla mia anima…a come sono io dentro”. E poi le sue tessiture sono un vero “parco giochi” vocale: alternerò brani lirici come L’estasi dell’Oro tratto da Il Buono, Il Brutto e il Cattivo, e i vocalizzi di Giù la testa, ad altri totalmente pop. Interpreterò, come hai scritto tu, brani entrati nel Mito traendo spunto dalle versioni cantate del repertorio più conosciuto del Maestro, sia quelle nate sotto questa forma sin dal principio, sia quelle trasformate da Lui stesso in questa veste in occasione delle collaborazioni con le celebri interpreti Milva, Joan Baez, Amii Stewart e Dulce Pontes. Un repertorio scelto

da spettatrice prima e da esecutrice dopo che comprende i temi più amati, tutti quelli che non possono proprio mancare in un Omaggio di questo tipo, ma anche altri un po’ meno conosciuti, ma di una bellezza travolgente e capaci di conquistare il pubblico al primo ascolto.

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“MORRICONE InCanto di un MITO” era già in programmazione in apertura di stagione 2020/2021 presso il Teatro Verdi di Gorizia per gli scorsi 14 e 15 novembre 2020, date alle quali si aggiungevano repliche fino a fine anno in Italia. Come sarà


facile immaginare, tutta la programmazione 2020 è stata ricalendarizzata a causa della chiusura dei Teatri. Lamberto, avete già qualche data? Lamberto: Ci sono altre date in calendario e già contrattualizzate che non abbiamo annunciato per l’incertezza del periodo che stiamo vivendo. D’accordo con i Teatri stiamo aspettando, come tutti, che la vita riprenda a scorrere regolarmente per poter fissare questi impegni. Stiamo trattando con molti teatri ma il traguardo è riavere gli spazi con il pubblico in presenza. In questa fase per noi lo streaming non è una opzione perseguibile. Tuttavia, nonostante il periodo di fermo, abbiamo comunque effettuato le prove e l’allestimento, per cui lo spettacolo è pronto e disponibile. Lamberto e Fabrizio, so che si tratta di uno spettacolo modulabile… Dove potrebbe essere messo in scena? Cosa richiede? Lamberto: Lo spettacolo sta praticamente dappertutto, dal piccolo teatro all’Italiana fino al palco nelle grandi arene. Come ti accennava prima Silvia, Aidan Zammit ci ha consegnato arrangiamenti e partiture per 10 elementi con la possibili-

tà, se ce ne venisse fatta richiesta, di allargare l’organico con estrema facilità. La parte video, fondamentale nello spettacolo, è realizzata con proiettori di ultima generazione per gli spettacoli al chiuso, e con ledwall per situazioni all’aperto. Siamo molto versatili. Fabrizio: Io penso che potrebbe stare ovunque, al chiuso come all’aperto... Ovviamente deve esserci la possibilità di proiettare un video, per il resto Silvia canta anche a testa in giù… Silvia, perché le musiche di Morricone sono così universali? Personalmente le ascolto anche al di fuori dei film d’origine, perché sono estremamente ampie ed evocative. Tu che ne pensi? Perché è così difficile oggi avere delle colonne sonore del genere? Silvia: Le Colonne Sonore del Maestro arrivano dritte al cuore, riescono ad essere adese alle immagini ma anche a prescinderne totalmente, possedendo un grandissimo spessore musicale ed una forza evocativa intrinseca. Il Maestro in molte interviste e conferenze con giovani musicisti ha sempre sottolineato quanto una colonna sonora debba nascere con un intento

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di unione con le immagini, aggiungendo però che al compositore corre l’obbligo etico di conferire sempre dignità alla propria musica, anche se è applicata ad un’altra Arte, ricercando originalità e soluzioni innovative sia negli spunti tematici che negli arrangiamenti. Personalmente credo che, oltre all’indubbia genialità che pervade tutta la sua Opera, sia proprio questo il suo “segreto” rispetto alle colonne sonore che vengono composte oggi. La sua Musica rappresenta un tutt’uno con le immagini, le esalta, le imprime nella memoria visiva ed emotiva del pubblico, ma è talmente ricca di personalità da esserne indipendente, esistere ed emozionare anche al di fuori delle pellicole. Come è possibile contattarvi? La mail ufficiale dello spettacolo è incantodiunmito@gmail. com, mentre quella della produzione è info@dreamsolutions. it. A questo indirizzo è possibile richiedere ogni informazione e le schede dello spettacolo, che saranno presto disponibili anche sul sito www.dreamsolutions.it. Ci sono poi un’attivissima pagina Facebook, Morricone Incanto di un Mito e un profilo Instagram. • RS


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Pensieri, parole

opere e confessioni

BRANDELLI DI PENSIERO IN LIBERTÀ IN UN LIBERO PENSARE TRA PERSONE CHE SE SI FOSSERO CONOSCIUTE AVREBBERO FORSE VOLUTO CONOSCERSI MEGLIO

© Giovanna Marino

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o non so se a voi è mai capitato, in un tempo non previsto, in un posto qualunque, ascoltando una musica, annusando un profumo, leggendo due frasi di un libro aperto a caso o cedendo al fascino di un'immagine, di un oggetto... esprimere il desiderio: “mi piacerebbe fare uno Spassoadue con l’autore". gipeto incontra a distanza Filippo Sorcinelli. Chi è un creativo per te? gipeto: Per me: è una persona che apparecchia il necessario, a partire da un vuoto, da un foglio bianco, da una crisi. Sono un creativo (perché non do mai per scontato di esserlo ,fino a prova contraria) quando “racconto” storie, accostando significati e sentendo come racconta il loro significante entrando in risonanza stordente col tutto... oddio... un mancamento... sorreggimi... grazie che mano calda che hai. Quando, nonostante soffra di vertigini, mi faccio funambolo che cammina su un filo sospeso nel vuoto cercando un dialogo con le mie paure, fuori da ciò che più mi conforta, facendone punto di forza: studiando, studiandomi, allenando, allenandomi; sbagliando, sbagliandomi; rialzando e rialzando… me. So di non cadere se, in disequilibrio, man-tengo neonate idee frutto acerbo non-conosciuto, bastardo, di contaminate frequentazioni che solo nello stato di estasi del “tem-

pofermo” posso avere. A volte barcollo, altre corro, altre saltello, ma sempre su un filo… nel vuoto buttando un occhio al tutto (sì lo so che non si può guardare giù se si è su un filo, ma essere creativi è un’azione, un personaggio, una finzione, mica verità!) Quando sei lì da dove non perdi mai di vista il tutto dove i confini diventano sfumature di colori…

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è come volere volare, basso però per non perdere di vista il particolare. Filippo: un folle scatenato dall’impulso… un’anima che piange della propria esistenza e con le lacrime impasta il proprio vissuto. Una creatura che compie un viaggio correndo incessantemente per riuscire a fare del proprio lamento un bosco incantato.


di gipeto

Qual è il processo creativo che usi per la tua arte? gipeto: Mi fermo (il movimento disperde), punto. Mi guardo intorno girando su me stesso, mirando all’utile in-formazione, non smettendo però di frequentare il dilettevole. Faccio spazio (elimino ciò che non è indispensabile) passandolo al setaccio dell’obbiettivo (sostenibileconcretomisurabile attenti ri! Poso) Gli impulsi in-formazione, pepite nella rete. Metto ordine (per poter usare il necessario). Cucino gli impulsi rimasti che diventano idee. Mi nutro dell’idea, della visualizzazione di un altro me, che nel frattempo senza troppi innamoramenti ha memorizzato il testo e allenato il corpo del personaggio che ha quasi sempre qualcosa da dire e sempre tanto da fare. Comunico e condivido con “il regista”, cercando di fare esercizio di ascolto. Da personaggio, mi do in pasto al pubblico: corpo d’artista… che il rito sia compiuto. Amen.

Filippo: il proprio turbamento interiore ad un certo punto innesca una sorta di miccia: è un segnale inequivocabile per comprendere che è giunto il momento di trasfigurare e dare vita. E’ un’esigenza talmente palesata che provoca come uno squarcio luminoso… ecco il momento di schiuderlo al mondo. Cos’è la crisi ? gipeto: È la vertigine di quando mi sento in un tunnel e invece di cercare di scappare trovo un modo per poterlo arredare, perché nel tempo ho capito che più forte è il calcio in culo, più grande sarà il balzo in avanti verso il cielo. La crisi è necessaria per avere nuove idee grazie alla pratica dell’arte dell’accettazione e dell’accettazione dell’arte del cambiamento. Le sicurezze: sanguisughe delle difese immunitarie contro ogni tipo di crisi! Krisis come scelta di non focalizzarmi sul negativo, ma sullo sviluppo di talenti miei tuoi e di chi vuoi, andando

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oltre il punto di rottura dove il trauma della catarsi costringe a rialzarsi più esperti e diversi. La crisi, che mi costringe a fermarmi, dilatando il tempo di dio e cercando di scoprire se nel tempo di non crisi ho veramente investito il mio talento nel giusto, nel buono, nel vero, nel bello dove faccio conoscenza del me stesso più autentico. Senza le crisi mie o in forma di pandemie, finirei stritolato da un “sistema”. Sempre più dis-umano; è tenendo gli occhi aperti che resto cittadino. Filippo: è un particolare momento nella propria esistenza, anche violento, in cui è necessario discernere per poi prendere una decisione. È un tempo raro, accellerato, precipitato, che impone una reazione urgente per ristabilire l’armonia delle proprie azioni e ricomporre, anche non senza difficoltà, i resti sofferti della propria integrità. Che cosa è per te la comunicazione? gipeto: Per me è il condividere il pasto dal palco, offrendo me stesso al personaggio. E il personaggio nutrimento al pubblico, verso la catarsi comune. E dove la pubblicità fosse l’anima del commercio del mio artigianare ostie, vorrei aver messo nel mio fare tutta l’anima mia. Buon appetito! Filippo: un veicolo, un codice identificativo, un racconto e uno scambio franco, sincero, capace di rompere i muri dell’anticultura e schiudere al mondo la tua presenza. Cosa ti nutre? gipeto: Il ri-tagliare quello che a me appare bello, in tutte le sue forme e da ovunque coglierlo in un’immagine, un suono, un profumo, e riporlo in anfratto segreto nella mia


gipeto visto da Matteo Guarnaccia

memoria. E con questi ritagli costruire creature nuove, mischiandoli, fondendoli, rigenerandoli e nutrire allattandoli sempre più i miei talenti e i miei diversi “personaggi narranti”.Nutrirmi degli altri per diventare gli altri. Filippo: la curiosità, la passione, la bellezza e la fede. Cosa vuol dire talento? gipeto: È un dono che mi viene assegnato chissà da chi, di “aver facilità” di fare un qualcosa, che nel farla dia gioia d’amore e curiosità di conoscenza. E da creativo svilupparlo per renderlo riproducibile e riconoscibile, dal regista prima

e dal pubblico poi. Ma anche trovare il mio giusto modo di viaggiare è talento, come anche saper ascoltare, osservare o inscenare, raccontando storie paraboliche empatiche e catartiche, investendolo il talento… sennò è peccato. E il peccato è un’occasione persa. Filippo: è un dono, una scintilla, un dramma interno che sogna di cantare. È un colore senza un nome, una poesia che profuma d’infinito, un gesto inconsapevole incorniciato di bellezza. Che cosa è l’arte? gipeto: è un linguaggio, anche se non tutti i linguaggi sono poi arte. Perché l’arte è

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un’abilità materiale, una capacità tecnica nel progettare e costruire qualcosa per qualcuno, per nutrire e far godere. L’arte che produce interrogativi. L’arte che in-segna. L’arte che ricerca il bello o il bello del brutto - che entrambi sono una percezione sensoriale - che ci lega a fascina e non lascia indifferenti. Filippo: l’arte è qualsiasi cosa. È un vestito leggero che si anima col vento delle emozioni. È capire di avere sofferto a lungo per dare alle cose il valore dell’Assoluto. È un messaggio che devasta di bellezza; è un calore dell’espressione, è la lingua del cuore. Cosa è catartico per te? gipeto: Questa domanda è la risposta perfetta a chi pensa che il teatro non sia necessario, perché per me teatro e catarsi rappresentano un unicum indissolubile. Catarsi è come teatro che cura: è psicologia in azione, è una montagna russa, un salto in tandem da un aereo, la stupefacenza in totale sicurezza, il lasciarsi attraversare dalla pietà e dalla paura per ex-premere fuori agenti patogeni tossici. È come un popolo arcaico che sacrifica il capro sul rogo, ma è anche lo sterminio del popolo stesso che rade al suolo la tradizione. È cambiamento necessario, è curarsi, per ridere alle lacrime o lacrimando di dolore, espiare il male col pianto che purifica. Una psicologia in azione che cerca di catalizzare l’emersione alla coscienza di contenuti profondi. Una confessione sincera con sé stessi. Filippo: la lentezza e il silenzio. In che modo viaggi? gipeto: Nei “periodi di fermo” ho tempo di “viaggiare” mai da vacanziere ma da vagabondo dell’andare.


Per me viaggiare è apparecchiare il mio corpo, allertarne i cinque sensi preparando il viatico delle vettovaglie necessarie per riuscire a portare a termine il viandare, a patto che sia a piedi, sennò è uno spostamento. Perché in viaggio adopero il corpo all’uso dei suoi sensi. È camminamento di quando metti un piede davanti all’altro senza inciampare e ogni passo diventa in-segnamento. Filippo: io viaggio attraverso il mio profondo, cercando di annullare i limiti che c’impone la verità e l’opportunità. Scavo un sentiero nel viale sincero delle emozioni, dove si costruisce e si demolisce, dove si va veramente lontano. Quanto è importante per te la musica? gipeto: Amo, nel senso che mi ci dedico corpo e anima senza aspettarmi nulla in cambio, tutto ciò che è armonizzazione di elementi diversi tra loro per natura e intensità. Il teatro musicale racchiude in sé tanti specifici professionali diversi, e per questo è una grande scuola, una nutriente metafora dell’arte del condividere per produrre una consonanza. Di ogni mio viaggio conservo memoria visiva, olfattiva e ne custodisco la “colonna sonora”, in cui ogni singolo brano è il passo dopo passo. Avere a che fare con la musica è come avere a che fare con nove donne diverse con diversi talenti, ma figlie di una stessa memoria divina figlia della terra nera e del cielo stellato. Filippo: la Musica è un atto intimo, che non ha materia ma figura le cose. È andare oltre, è un rito commovente, è un infinito possibile e un grido sempre nuovo. Chi è il pubblico per te? gipeto: Per me il pubblico

sonno i cittadini: chi c’è. Degli sconosciuti, dei conosciuti, dei conoscenti, degli amici, i miei genitori, io stesso, sono un cittadino. E un rito non si può che fare insieme. Io posso solo condividere una storia, la mia. O, in teatro, la storia del mio personaggio, come officiante del riso e del pianto, scomparendo dietro di lui mi faccio strumento narrante, con-dividendomi con la cittadinanza. L’attore come carica pubblica senza degenerare nel pubblicano estortore di gabelle. Del pubblico, mi occupo solo e solamente di una persona che ho idealmente davanti Filippo Sorcinelli Tutto, tecnica mista su carta 2020

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a me o nel mio cuore, in rappresentanza di tutti e a lei dedico lo “spettacolo-funzione” il “rito-finzione”. Rispetto il pubblico perché è me stesso e perché essere spettatore e stato il mio primo amore e in parte lo è ancora. Filippo: il pubblico è chi riesce ad accogliere e comprendere i tuoi doni, le tue angosce e le fa proprie.È un uomo sincero, una spugna, un amplificatore. L’amore ti ispira? gipeto: Eros, dopo i miei creatori primigeni, è il mio faro. Eros che sconvolge, che piomba fra le contese e nessuno lo evita degli dei e degli


uomini effimeri, chi lo possiede è posseduto e folle. E il folle avanza senza paura come arcano maggiore, il numero 0, il genio. Eros che muove verso un principio di bellezza, Eros è il motore primo: curiosità di conoscenza Eros anikate maxan che al contempo ispira e dà lo spiro. Eros è il divino che abbaglia…un “seguipersona” puntato su di me. Filippo: l’amore non ispira, alimenta l’ispirazione. È come il migliore carburante, ma può essere anche il pugnale più affilato. Cos’è il tempo per te, che rapporto hai con il tuo tempo? gipeto: Vivo àiàiàimé regolato da kronos padre assassino. Se fossi nel mio tempo ideale non sopravvivrei fino al termine del tempo odierno. Il “tempo ideale” del creativo è kairos che è indefinibile in quanto se stesso e il suo contrario, ma è. Non si abbia mai a dire che il tempo non sia, perché il tempo del mio kairos, quello verso cui sento più affezione, è l'imprendibile e indefinibile battito del mio cuore.

Ogni altro tipo di tempo mi interessa molto meno perché io sì, sono qui, ma anche no; essendo, mentre sono, un già passato. “Cosa è il tempo?” Per me è “chi sono io” nel cercare un equilibrio sul filo dei mutamenti senza soluzione di continuità, all'infinito. Filippo: odio il tempo perché non basta… e sono sicuro che non mi basterà. Cos’è il corpo per te e che rapporto hai con il tuo corpo? gipeto: Il mio corpo è il mio strumento primo di lavoro; e come se non bastasse, se lui è sano io sono vivo. Mai considerato con trascuratezza questo particolare, spesso dato per scontato. Quindi esso è sacro tanto quanto i miei unici creatori di riferimento, i miei genitori. Senza il mio corpo nulla per me sarebbe possibile, senza i miei due creativi primi niente sarebbe stato. Questo è il rapporto che ho con lo strumento che mi permette di conoscere l’altro veramente, che mi permette di lavorare e viaggiare a piedi passo dopo passo, libero, seguendo solo un paio di accorgimenti a sua tutela: tutto quello che ti sarà necessario deve pesare meno possibile perché lo porterai sulle tue spalle e stai attento a dove metti i piedi perché sennò inciampi. E quando sei nervoso e vedi

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tutto nero e odi tutti e non sai perché, fermati e controlla: forse hai un sasso nella scarpa. Filippo: il corpo è una tavolozza, è una materia che sprigiona sensazioni, umori, odori… è il contenitore e il messaggero delle proprie identità. Senza il corpo non c’è comunicazione, non c’è espressione. Ha un alto valore per me ma non lo idolatro. L’uomo è un’isola ? gipeto: Sono un’in-sula nel senso che vivo nell’occhio di un ciclone circondato da un elemento in tempesta di avvenimenti imprevedibili che non perde il suo inquietante neanche in uno stato di calma piatta. Come un’isola di belvedere, di un creativo a tempo pieno, che crede e che vive ogni onda che gli si frange addosso come un ultimo avvertimento e ogni risacca come preghiera di ringraziamento. Ma mai come ora non chiedetemi “per chi suona la campana?”… Suona per te John. Don, don, don. Filippo: sempre, anche davanti ad un milione di persone. • RS


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VIDEO INTERVISTA

di Silvia Arosio

L’arte del bel parlare: i segreti della fonetica e della dizione

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SAPERSI ESPRIMERE NON È SOLO PREROGATIVA DI CHI LAVORA IN TEATRO O NEI MEDIA. IL PUBLIC SPEAKING PUÒ ESSERE DECLINATO ANCHE NEL PRIVATO

n questi mesi di lockdown, mi sono imbattuta spesso sui social in video molto divertenti di Simone Leonardi, attore e appassionato di comunicazione. Tra il serio ed il faceto, Simone, notissimo tra l’altro nel mondo del musical, impartisce mini lezioni di dizione e fonetica agli ascoltatori, portando esempi dalla sua esperienza in teatro e non solo. Mi è venuta l’idea di intervistarlo, per parlare di comunicazione oppure solo per avere una risposta ad alcune mie curiosità… e avere una lezione ad hoc, per i nostri lettori! Con vent'anni di esperienza tra palcoscenico, set, doppiaggio e regia, Simone diventa nel 2019 Life coach professionista, studiando alla Prometeo Coaching e continuando la formazione per conseguire, ogni anno, il rinnovo dell'Attestato di Qualificazione Professiona-

le dei Servizi riconosciuto dal Ministero dello Sviluppo Economico. Recentemente impegnato sul set di un nuovo film prodotto da Groenlandia e voce italiana, tra gli altri, di Zachary Quinto nell'acclamato The Boys in The Band, su Netflix, Simone sta ora lavorando su un nuovo modo di potenziare la comunicazione e il suo sito, www.artistaecontento.it, è attualmente in fase di restyling per accogliere nuovi percorsi che saranno a disposizione dei naviganti.

Blog, contenuti video, l'e-book gratuito La via del Contento e percorsi formativi personalizzati, rivolti ad artisti e non. Una parte importante del suo lavoro è l'approfondimento sul livello verbale della comunicazione. Abbiamo già avuto un assaggio dell'humor con cui Simone tratta lo studio della dizione con il suo tutorial Youtube "My Fair Mommy"; siamo felici di confrontarci con lui su questo tema, con lo spirito e l'ironia che sempre ci riserva! • RS

L'INTERVISTA

Inquadra il QRcode e guarda l'intervista di Silvia Arosio a Simone Leonardi

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FESTIVAL

di Silvia Arosio

Sette giorni di emozioni, incontri e scoperte

IL CINEMA NON SI FERMA: È ONLINE IL BANDO UFFICIALE DI CONCORSO DELLA NONA EDIZIONE DELL’AIFF

zione, con tutti i dati riguardanti il progetto. Per quanto riguarda le sezioni a cui è possibile accedere, oltre ai due consueti concorsi AIFF WORLD, dedicato a lungometraggi, cortometraggi e animazioni con tematica libera, e AIFF GREEN, dedicato ai documentari con tematica ambientale, la nona edizione apre le porte a qualcosa di assolutamente invitante e contemporaneo. Il nuovo concorso si chiama AIFF VIRTUAL ed è dedicato a cortometraggi con tematica relativa alle relazioni virtuali. “Viviamo in un’epoca in cui affetti, amori e amicizie ven-

© Terje Sollie

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rchiviata l’edizione 2020, tra le più complicate e sorprendenti di sempre, avendo dovuto fronteggiare una pandemia, è tutto pronto per la nona edizione dell’Ariano Film festival, in cartellone nella Città di Ariano Irpino (AV) e nei Comuni limitrofi, dal 26 luglio al 1° agosto 2021. Per far sì che il 2021 sia l’anno della ripresa e del ritorno sotto la più splendente luce dei riflettori, sonotutti a lavoro, al fine di garantire quella che già si prospetta una kermesse ricca, emozionante e piena di energia. Con la speranza di ritrovarci tutti insieme, a godere della magia della settima arte, sotto le stelle e abbracciati dai monti Appenini. Il 20 marzo 2021 è l’ultimo giorno stabilito per iscrivere la propria opera cinematografica a questa nuova edizione del Festival, orgogliosamente Made in Irpinia. Per farlo, è necessario entrare nel sito www.arianofilmfestival.it e creare un account personale; dopo di che basta compilare la scheda di iscri-

gono vissuti sul web. I social ormai sono il luogo in cui si vivono parallelamente paure e speranze. Siamo sicuri che si possano creare relazioni in un mondo solo virtuale? Le opere dovranno analizzare e raccontare i nuovi legami vissuti all’interno di spazi virtuali, analizzandone le emozioni che in esso convergono”. Le condizioni per partecipare sono una durata minima di 60’ per i lungometraggi, una durata massima di 30’ per i cortometraggi e di 15’ per i cortometraggi in gara nell’AIFF VIRTUAL; le animazioni e i documentari non hanno limiti di durata. Le opere in lingua straniera (a eccezione dell’inglese) devono essere sottotitolate in inglese o in italiano. Non sono infine ammesse alla selezioni i progetti realizzati prima del 1° gennaio 2019. A ogni sezione competitiva è assegnata una Giuria di esperti, con il compito di visionare e valutare le opere pervenute. • RS

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PROFESSIONI

Quando lo spettacolo è pura adrenalina

I SEGRETI DIETRO IL MONDO DEGLI STUNTMAN DI MIRABILANDIA

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avide Padovan da 16 anni è il presentatore dello stunt show di Mirabilandia. Lo abbiamo intervistato per capire quanto lavoro sta dietro a questi spettacoli. Davide, come sei arrivato a Mirabilandia? Cosa facevi prima? Da sempre faccio spettacolo: non saprei davvero fare altro Avevo sei anni quando ho fatto le selezioni per lo Zecchino d’Oro, sette quando ho recitato una poesia per il sindaco di Vicenza e nove quando ho partecipato alla Festa del Bambino di Verona, al Teatro Romano con Osvaldo Bernabé. La prima persona che ha creduto in me, fu Sandra Mondaini nei panni di Sbirulino… per poi passare dal mondo delle radio, del circo, dei karaoke, che avviavo per Pioneer, e delle discoteche fino ad approdare nel 2004 a Movieland, il parco tematico di Lazise, dedicato al mondo del cinema e nel 2006 Stuntman Show Srl

In posa con Ronaldinho

mi porta a Mirabilandia come capitano Firetrap, per Scuola di Polizia Lo stunt show è uno degli spettacoli di punta: quali altri eventi avete? Nel nostro parco, oltre allo stunt show, ci sono dei musical spettacolari in teatro e degli spettacoli con ballerini e cantanti in piazza all’aperto. Non appena ci toglieremo dall’emergenza covid, ritorneremo a riproporre spettacoli acquatici con le moto d’acqua, Parate e altri spettacoli tematizzati nella zona Ducati World, nella zona far west e nella zona Dinoland, oltre allo show notturno sul lago Come presentatore, assisti alla scelta del cast? Ormai la nostra è una fa-

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miglia, visto che nel periodo di massima affluenza ci ritroviamo a vivere insieme fino a sei spettacoli quotidiani. Franco e Marco Giony, i direttori artistici del parco, mi chiedono spesso di assistere ai casting di ballerini e cantanti e di esprimere la mia opinione, visto che nella mia vita ho avuto il piacere e l’onore di vedere molti show. Cosa possiamo vedere quando assistiamo ad uno spettacolo come il Vostro? Ogni nostro spettacolo è unico e una botta di adrenalina incredibile e ai nostri ospiti sembra di vedere e soprattutto di partecipare a un vero e proprio film d’azione. Il contributo del pubblico è infatti fondamentale perché ci sostiene e partecipa, creando l’atmosfera giusta per ogni scena d’azione, in cui moto, quad,


© Saiani Gianni Photos

di Silvia Arosio

auto, camion, giro della morte brandizzato Hot Wheels e mezzi speciali creano evoluzioni al limite dell’incredibile Come si preparano gli stuntman che partecipano allo spettacolo? Ogni anno iniziamo un mese prima del calendario del parco a provare lo spettacolo che, grazie alla professionalità di gente capace, cresce prova dopo prova, sino a realizzare un mix vincente di effetti speciali e scene combinate e miscelate perfettamente, per soddisfare anche il più esigente e appassionato di motori e di show Quanto c’è di vero e quanto di finto? Quali rischi si possono correre? I nostri stuntman sono in grado di spingersi anche oltre a ciò che si vede durante lo show. ma visto che lavoriamo con continuità per sette mesi dobbiamo essere sempre in sicurezza. Una sicurezza fondamentale per noi staff e per chi assiste al nostro spettacolo Come reagiscono gli spettatori? Chi ci viene a vedere spesso assiste a più di un nostro spettacolo durante la stessa giornata. Abbiamo addirittura un fan club e degli abbonati che ci seguono anche quando siamo impegnati in fiere e manifestazioni varie. Spesso siamo contattati an-

che per eventi di beneficienza e lo scorso anno siamo stati invitati al compleanno del Principe dell’Arabia Saudita, dove abbiamo avuto soddisfazioni incredibili.Per dirne una, la mia intervista nella più importante televisione araba seguita da oltre 25 milioni di spettatori, numeri per noi ormai inarrivabili. Come siete stati scelti per il Principe in Arabia? In Arabia siamo arrivati grazie ai nostri cugini del Parque Warner di Madrid, dove va in scena Scuola di Polizia. Il ministro più vicino al principe ha proposto il nostro show e, con sei container via mare, il materiale per realizzarlo è partito alla volta di Riyadh. Pensa che scenograficamente ci serviva ricreare una pompa di benzina e gli scenografi arabi ci hanno portato un vero e proprio distributore di benzina! Incredibile! Ogni giorno vip e personaggi del calibro di Ronaldo il calciatore venivano a vederci e a

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conoscerci. Migliaia di foto e video realizzati con persone molto appassionate del nostro mondo occidentale. Un’esperienza che porteremo x sempre nel nostro cuore Da quanto tempo è chiuso il parco e quando riaprirete? Il parco è stato chiuso la settimana prima di Halloween e contiamo di riaprire x Pasqua. La nostra soddisfazione più grande è stato il raggiungimento dell’obbiettivo che ci eravamo preposti: grazie alla collaborazione di tutto lo staff, nessun contagio né tra i dipendenti del parco che in piena stagione sono oltre 800, né tra gli ospiti che, in tutta sicurezza grazie a un protocollo studiato e applicato con minuzia dalla Direzione del parco, possono godere di un divertimento sicuro al 100%. Ricordiamo che il vostro è un lavoro da professionisti in pista e mai nessuno deve cercare di imitarvi: cosa consigli a chi voglia intraprendere la vostra professione? Un avvertimento che diamo sempre in ogni show e soprattutto per gli amici più piccoli è di non imitare i nostri stuntman perché potrebbe essere molto pericoloso! Poi la Romagna è terra prolifica di appassionati di motori... Suggerisco quindi se si ha una passione viscerale di essere magari seguiti da qualche professionista. Matteo e Marco, i nostri stuntman, organizzano spesso anche per le forze dell’ordine dei corsi di guida sicura. • RS


INIZIATIVE

della Redazione

Un aiuto concreto per

non dimenticare nessuno NASCE L’ATTIVITÀ DI ASSISTENZA LEGALE GRATUITA PER GLI OPERATORI DELLO SPETTACOLO IN DIFFICOLTÀ

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o Ci Sarò, Legal Affairs Pro-Bono è un’attività “pro bono pacis” ovvero "per il bene della pace", che offre gratuitamente assistenza e consulenza legale agli Operatori dello spettacolo in difficoltà a causa delle conseguenze dovute al Covid. L’attività nasce per sostenere la categoria offrendo consulenza ed assistenza legale gratuite e personalizzate per contenere e alleviare le ripercussioni sulla vita professionale e privata dei lavoratori di questo settore. Il mondo dello spettacolo sta vivendo da quasi un anno una drammatica situazione: troppe persone sono rimaste senza lavoro, senza cassa integrazione, senza prospettiva di lavoro futuro. Il progetto, Io Ci Sarò, Legal Affairs Pro-Bono, è promosso dall’Ente no profit Pino Daniele Trust Onlus in partnership con MPMLegal Società tra Avvocati Per Azioni. L’accordo tra i due partner

promotori prevede un garantito di oltre settecento ore di consulenze ed assistenze “Pro-Bono” a sostegno della categoria, fornite dallo Studio Legale Mpmlegal. Tutte le pratiche prese in carico saranno seguite e condotte a termine a titolo gratuito. Le spese vive per ogni assistenza legale verranno sostenute dalla Pino Daniele Trust Onlus. Alessandro Daniele, Presidente del Pino Daniele Trust Onlus, ha commentato così l’iniziativa: “Io ci sarò ad alzare il vento” - cantava Pino in Musicante, 1984 - Pino è il musicista cantastorie che girava insieme alla sua musica. Alla fine di ogni concerto non dimenticava di ringrazia-

COME RICHIEDERE ASSISTENZA È possibile usufruire del servizio Io ci sarò, Legal Affairs Pro-Bono attraverso la seguente procedura a cura dei soggetti richiedenti: • Inviare la richiesta a probono@mpmlegal.it; indicando - breve cronistoria dei fatti; - prova di appartenenza al settore spettacolo. Se il richiedente è persona fisica: allegare l’ultima busta paga da dipendente di società che svolge attività nello spettacolo; oppure allegare iscrizione Enpals; o qualsiasi altro documento fiscale e/o contrattualistico che attesti lo svolgimento di attività nell’ambito dello spettacolo. Se il richiedente è invece una società servirà: una visura che attesti l’attività nel campo dello spettacolo. La richiesta deve essere inoltrata dal rappresentante legale o da altro soggetto provvisto di delega. • I richiedenti riceveranno una mail di risposta con in allegato il mandato e l’informativa sulla privacy da sottoscrivere.

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re la sua squadra di tecnici: gli operatori dello spettacolo, diventati anche compagni di viaggio. Questo è un progetto che, in un certo senso, continua un percorso con loro, i Lazzari Felici del Musicante, per ripartire, per non mollare, per rivolgere lo sguardo fiducioso verso un “bell' orizzonte” dove la condivisione del sapere è un bene comune”. Marco Mastracci, CEO Mpmlegal s.t.p.a., ideatore del progetto sottolinea come “Questa iniziativa sia sicuramente un piccolo ma concreto aiuto per persone e/o società dello spettacolo che sono in enorme difficoltà, non solo economica. E che non sanno come poter uscire da questa situazione disastrosa. Il Covid infatti ha danneggiato e colpito eccessivamente questo settore. Ci impegnano ad assisterli concretamente, mettendo a disposizione tutti i nostri avvocati più esperti nelle diverse discipline e che hanno deciso liberamente di donare alcune ore settimanali del loro lavoro per aiutare le persone che vivono questo dramma. Nessuno del nostro studio ha girato la testa dall’altra parte: tutti si sono messi a disposizione”. • RS


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FILM & CO.

La storia d ' a more tra Mirta

e Robin ALICE PAGANI E ROCCO FASANO INTERPRETANO NON MI UCCIDERE, UN TEEN DRAMA A TINTE HORROR CHE RICORDA MOLTO TWILIGHT

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l Trentino Alto Adige, si candida a pieno titolo ad essere regione a vocazione cinematografica. Infatti è stato scelto ancora una volta come set per le riprese. Dopo la serie Netflix Curon, la regione ha ospitato la troupe capitanata da Andrea De Sica (nipote del grande Vittorio e di Christian) per la realizzazione del film Non mi uccidere, liberamente ispirato al romanzo di Chiara Palazzolo. Il regista non è alla prima esperien-

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di Daniele Colzani

LA SAGA DEI CULLEN Midnight Sun è il nuovo romanzo della saga di Twilight sempre scritto da Stephanie Meyer. In realtà non è un nuovo capitolo della storia tra il bel vampiro e Bella ma è la stessa raccontata dal punto di vista di Edward Cullen: si riparte quindi dal primo Twilight ma il focus questa volta non è più quello di Bella Swan, ma del vampiro che l’ha fatta innamorare e verranno rivelati segreti e sensazioni del vampiro di casa Cullen. I fan della saga best seller e record d’incassi al botteghino, lo aspettano fin dal 2008: ben 12 anni d’attesa per un progetto in realtà nell’aria da tempo. Le prime bozze del romanzo finirono in rete contro la volontà dell’autrice Stephenie Meyer, che impiegò circa 10 anni per completarne la stesura.

za e gli appassionati di serie tv lo ricorderanno per la regia della serie Baby, dove recitava anche Alice Pagani che in Non mi uccidere interpreta Mirta. Al suo fianco troviamo Rocco Fasano (già apprezzato per Skam Italia). Nel film Mirta e Robin si amano alla follia e si promettono amore eterno. In una notte di luna piena, la loro trasgressione costerà la vita a entrambi. Quando la ragazza si risveglia, spera che Robin faccia lo stesso: ma niente è come prima. Mirta si è trasformata in una creatura che per sopravvivere ha bisogno di carne umana e ha paura. Seguita e braccata da uomini misteriosi, Mirta combatte alla disperata ricerca del suo Robin. • RS

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PRODUZIONI TV

di Emanuela Cattaneo

The Serpent Queen, l 'oscura leggenda

IN PRODUZIONE IL DRAMMA D'EPOCA SU CATERINA DE’ MEDICI, REGINA DELLA FRANCIA RINASCIMENTALE

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tarz ha annunciato oggi di aver dato il via a The Serpent Queen, l'oscura leggenda di Caterina de’ Medici, serie dello scrittore e produttore esecutivo Justin Haythe (Bohemian Rhapsody, Red Sparrow). Basato sul libro Catherine de Medici: Renaissance Queen of France di Leonie Frieda, la serie sarà prodotta da Francis Lawrence (The Hunger Games: Catching Fire, The Hunger Games: Mockingjay, The Hunger Games: Mockingjay Part 2) con Stacie Passon (Trasparente, Dickinson, Billions) a dirigere vari episodi incluso il pilota. Erwin Stoff (13 Hours, Edge of Tomorrow) è anche produttore esecutivo di 3 Arts Entertainment.

La serie in otto episodi è prodotta per Starz da Lionsgate Television. TheSerpent Queen andrà in onda su STARZ negli Stati Uniti e in Canada e sulla sua piattaforma di streaming internazionale Starzplay in Europa, America Latina e Giappone. “The Serpent Queen è forse il più intelligente tra i ritratti di grandi sovrane che Starz abbia mai rappresentato", ha detto Christina Davis, Presidente della programmazione originale per Starz. "Siamo entusiasti di lavorare con un team così talentuoso che darà a questa serie una voce moderna

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in un contesto storico sensazionale”. Considerata una straniera come tante, Caterina de’ Medici arriva alla corte francese del XVI secolo adolescente e orfana, col solo compito di garantire una fortuna in dote e produrre molti eredi. Finisce però con lo scoprire che suo marito è innamorato di una donna più anziana, che la sua dote non è stata versata e che non è in grado di concepire un erede. Eppure, solo grazie a intelligenza e determinazione, riesce a mantenere vivo il suo matrimonio e padroneggia quella carneficina che è la monarchia meglio di chiunque altro, governando la Francia per 50 anni. Basato su migliaia di lettere private, Catherine de Medici: Renaissance Queen of France di Leonie Frieda è stato un bestseller su entrambe le sponde dell'Atlantico ed è stato tradotto in otto lingue. • RS


7 6 E DI ZI O NI DI ST R A OR DI N A R I O S U C C ESS O !

edizioni frate indovino Via Marco Polo, 1 bis - 06125 Perugia (PG) CONTATTI: Telefono 075 5069369 | Fax 075 5051533 www.frateindovino.eu - E-mail: info@frateindovino.eu www.facebook.com/frateindovino WhatsApp: 333 7786132 (solo messaggi di testo)

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CINEMA

Addio al nubilato

con caccia al tesoro

IL FILM, DIRETTO DA FRANCESCO APOLLONI,VUOLE APPROFONDIRE IL TEMA DELL'AMICIZIA FEMMINILE

A

ddio al nubilato, film diretto da Francesco Apolloni, racconta la storia di un gruppo di donne, quattro amiche - interpretate da Laura Chiatti, Chiara Francini, Antonia Liskova e Jun

IL TRAILER

Inquadra il QRcode e guarda il promo di Addio al nubilato

Ichikawa. Cinque donne, amiche fin dai tempi del liceo, si danno Chiara appuntamento per Francini festeggiare l’addio al nubilato di una di loro. È la sposa ad aver organizzato tutto, ma lei non c’è! La festeggiata, come in una caccia al tesoro, lascia degli indizi che portano le quattro damigelle ad attraversare la città, in una nottata rocambolesca che termina proprio davanti il loro vecchio liceo. Della spo- state girate tra il centro storico sa, però, continua a non esser- di Roma, il parco tematico Cici alcuna traccia… Cosa avrà necittà World e Santa Severa. Addio al nubilato è disponiriservato alle amiche come ulbile direttamente in streaming tima sorpresa? Il film è tratto dall'omonima online da mercoledì 24 febpièce teatrale di grande suc- braio 2021 sulla piattaforma cesso. Le riprese del film sono Amazon Prime Video. • RS

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di Daniele Colzani

Una famiglia in ostaggio per un bottino conteso

DIRETTO DA GABRIELE ALBANESI, BASTARDI A MANO ARMATA, È UN THRILLER A TUTTA ADRENALINA

B

astardi a mano armata, film diretto da Gabriele Albanesi, racconta la storia di Michele (Peppino Mazzotta), un uomo benestante di mezza età e della sua famiglia composta da sua moglie Damiana (Maria Fernanda Cândido) e dalla figliastra adolescente Fiore (Amanda Campana, già apprezzata dal pubblico per la serie Summertime di Netflix). I tre vivono in un elegante e isolato chalet in montagna. Durante una notte, Sergio (Marco Bocci), un ex carcerato, uscito di prigione, fa irruzione a sorpresa nella loro abitazione e li tiene in ostaggio. L'uomo ha intenzione di recuperare per conto di Caligola (Fortunato Cerlino), un ricco bottino relativo a un furto avvenuto anni prima. Cosa succede quando la situazione rischia di degenerare? Le riprese del film sono girate a Fiumicino, Roma e altre località laziali. Disponibile da giovedì 11 febbraio 2021 direttamente sulle principali piattaforme streaming Sky Primafila Premiere, Apple TV,

Marco Bocci

The Film Club, Rakuten TV, Chili, IoRestoInSala e Google Play. • RS

IL TRAILER

Inquadra il QRcode e guarda il promo di Bastardi a mano armata 53


SONAR

di Luca Varani

SURFANDO NEL MARE MAGNUM DELLA MUSICA ALLA RICERCA DELL'ONDA PERFETTA Ugo Mazzei Silvia Mezzanotte POESIA PER UNA ROSA

Ernesto Bassignano SOLDATI ARLECCHINI E PIERROT

Un bell'incontro, elegante e poetico, quello fra il cantautore Ugo Mazzei e l'ex vocalist dei Matia Bazar Silvia Mezzanotte! Come ogni rosa, profumo e spine, luci ed ombre... così è l'amore. Assolutamente degno di nota anche il video. (Lion Music)

Damian INEDITO TRA I SOGNI Nuovo singolo di pregio contenuto nel suo primo album, di prossima uscita. Un progetto che vede in Max Gelsi (bassista di Elisa, Tiziano Ferro, Vasco e molti altri) uno dei nomi di punta, insieme a Ivan Geronazzo (già con Red Canzian e Patty Pravo). (Sonora)

Sempre sulle barricate davvero da una vita il nostro Bax! Tra ironia corrosiva e lucida analisi dei tempi attuali, Bassignano ci regala l'ennesimo disco di belle canzoni, fatte con la sapiente maestria di un artigiano delle 7 note. (Isola Tobia Label)

Forse non lo sai che...

QUISQUILIE SEMISERIE E PINZILLACCHERE ROCK

C

Ci ha lasciati da pochi giorni Maxipoo, cagnolino di razza Shih Tzu, che possedeva una caratteristica identica a quella del suo illustre proprietario. Aveva 14 anni ed era stato regalato da David Bowie alla moglie Iman e alla figlia Alexandria Zahra Jones. Con due occhi differenti, una malformazione spesso causata da un innocuo disturbo chiamato eterocromia, anche se la diversa colorazione di quelli del Duca Bianco venne causata da un colpo ricevuto da un suo compagno di scuola nel

1962, causando la dilatazione perenne di una delle sue pupille. • Peter Hammill, leader dei Van Der Graaf Generator, annuncia la realizzazione del suo primo album di cover, In Translation, che comprende brani provenienti da svariati mondi musicali: classica, tango, pop e cantautorato italiano. Un album registrato durante il lockdown, per il quale Hammill si è occupato anche delle traduzioni. Nella tracklist,

con sorpresa, troviamo Piero Ciampi, Fabrizio De Andrè e Luigi Tenco. Attendiamo con impazienza l'uscita dell'album. • Durante il periodo del Soviet la censura vietava l'ascolto di gran parte della musica occidentale, specialmente rock, che riusciva ugualmente a giungere illegalmente in Russia, utlizzando come supporto per le registrazioni lastre di radiografia usate. • RS

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Riflettori su...

MAGAZINE DI CULTURA E SPETTACOLO

I nostri

contributors

CHRISTINE GRIMANDI PRODUCTION ORGANIZATION AND CASTING DIRECTOR

SIMON LEE

MAURIZIO TAMELLINI

MUSIC SUPERVISOR E DIRETTORE D’ORCHESTRA

DIRETTORE ARTISTICO FESTIVAL DEI 2 MARI DI SESTRI LEVANTE

AGNESE OMODEI SALÉ COREOGRAFA E DIRETTRICE BALLETTO DI MILANO

FEDERICO VERATTI

FABIO BELLINZONI

COSTUMISTA E COREOGRAFO

FOTOGRAFO DI BALLETTO

ANGELA VALENTINO MAKE UP ARTIST

FILIPPO SORCINELLI

ANTONELLO RISATI

ARTISTA, SARTO, E CREATORE DI PROFUMI

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Digital Edition 55 www.issuu.com/rifl ettorisu

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IL COMPOSITORE

Il rock raccontato da

chi lo vive tutti i giorni

UNA NUOVA RUBRICA CHE DÀ SPAZIO A VOCI AUTOREVOLI DEL PANORAMA INTERNAZIONALE DEL MUSICAL

I

l Rock si è sviluppato negli Stati Uniti e negli UK e le parole Rock and Roll, tradotte significano, dondola e rotola. È una miscela di stili che ha cominciato a svilupparsi fin dalla metà del secolo scorso, durante gli anni ’50, e ad evolversi traendo origini dal rhythm and blues, il country, il folk e il jazz. In Inghilterra nacquero le indimenticabili Band dei Beatles e il rock più aggressivo dei Rolling Stones. Tante sono le differenze stilistiche del rock, come l’hard rock dei Led Zeppelin, l’heavy metal, il latin rock di cui Carlos Santana è stato il suo massimo esponente, l’indimenticabile psychedelic rock dei Pink Floyd, la miscela di musica classica e sintetizzatori del rock sinfonico dei mitici Genesis, il blues rock, il southern rock, la fusion degli inizi anni ’70 del mitico Miles Davis ed ancora il rock progressivo, il glam rock e il punk rock.

Andy McGlasson

Christine Grimandi e il maestro Simon Lee

Dagli anni ’80 è apparso il new wave, il rock elettronico dei tedeschi Kraftwerk, il rock alternativo, l’hardcore punk, il grunge, l’indie rock, il britpop, il new britpop dei britannici Coldplay, il post-rock e il rock pop dei grandi cantanti internazionali da Madonna ai Queen, da Michael Jackson a Lady Gaga. Il rock è l’espressione musicale che accomuna le parole di amore, protesta, rabbia e solitudine dei giovani, ma NON SOLO DEI GIOVANI! Abbiamo incontrato per voi grandi professionisti e musicisti del panorama internazionale! ANDY MCGLASSON Ha suonato, tra altri, con Lady Gaga, Beyoncè, Lionel Richie, Tinie Tempah, Take That, Michael Bublé, One

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Direction, Paloma Faith (per nominarne alcuni), ma è sempre rimasto ancorato al West End. Ha suonato nei Musical: School of Rock, Kinky Boots, Groundhog Day, The Bodyguard, Hairspray, Ghost, Made in Dagenham, Saturday Night Fever, The Producers, Tell Me On A Sunday, Jesus Christ Superstar, Evita, The Full Monty, Spamalot, The Beautiful Game, Charlie and The Chocolate Factory Born… In Tour è il batterista di Cliff Richard ed è spesso impegnato in studio di registrazione, in TV e con Band e Orchestre in giro per il mondo. E’ decisamente il più famoso e richiesto batterista del West End! Andy, tu suoni diversi stili musicali, cosa consigli a un giovane che vuole intraprendere la tua straordinaria carriera musicale?: Iniziai a suonare con una Band locale per fare pratica, poi chiedi di sedere al fianco di musicisti già inseriti in Orchestre e Band,


di Cristine Grimandi Andy McGlasson insieme a Lionel Richie

ascoltali attentamente, apprenderai e riuscirai a comprendere quanta strada devi ancora percorrere per arrivare al loro livello. Più spettacoli riesci a fare, più acquisisci esperienza e, di conseguenza, migliori. Quando ancora vivevo in Scozia, mi resi disponibile e riuscii ad entrare a suonare nel Tour del Musical Cats di Andrew Lloyd Webber. Ricordo che Dave Adams non si capacitava che io accettassi di suonare anche lontano da casa per coprire il suo ruolo in Tour: lui mi pagava, ma tutte le spese per gli spostamenti erano a mio carico. Ero perfettamente consapevole che stavo acquisendo esperienza e quando Dave lasciò il Tour, io presi il suo posto: questo fu il pagamento per l’investimento fatto! Fino ad allora, avevo suonato, come sostituto, in alcuni spettacoli a Glasgow, a Newcastle, a South Hampton, ma la prima volta che suonai con un Direttore d’orchestra, mi sentii come attaccato da uno stormo di api. Ora è diverso, sono più tranquillo, mi sento più a mio agio, ma non dimenticare mai che, quando ti chiamano, devi essere sempre pronto ad andare e, devi in ogni occasione, dare il meglio di te stesso. Non aspettare che le opportunità ti cadano ai piedi e, magari, pensi - Capperi, avrei dovuto ascoltare anche questo

tipo di musica! - Tutte le occasioni accadono, anche per caso, non solo spettacoli, ma Concerti, Gigs, Band Tour, Registrazioni in studio e anche TV Shows! Non c’è nulla di più frustante che, essere richiesto per un lavoro e ritrovarsi in panico perché non sai a cosa andrai incontro! Esercitarsi continuamente, essere preparati perché devi essere sempre tecnicamente pronto per dare il massimo delle tue possibilità quando siedi al tuo drum set! Cos’è importante conoscere oggi? Oggi, è molto importante conoscere come funziona l’elettronica. Negli Show si usano batterie elettriche, loops, triggers

Andy McGlasson con Tina Turner

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etc. Nel Musical Kinky Boots, musica e testi di Cyndi Lauper, avevo un’acustica ibrida e un kit elettronico con differenti trigger pads e differenti pedali. Per prepararmi per lo Show, ho dovuto incendiare tutti i clicks e loops via Ableton. Inizialmente è stato complicato, ma lo spettacolo funzionava musicalmente ed era divertente suonarlo. Suoni anche le percussioni? “Si, ma ho perso delle occasioni perchè non ho studiato sufficientemente e a Londra conosco tanti colleghi che suonano indifferentemente entrambi gli strumenti, batteria e percussioni. Quando lavori in un Workshop di preparazione per un nuovo spettacolo, ti viene richiesto di suonare anche le percussioni: l’arrangiamento non è ancora definito, ti consegnano il vocal piano/score e possono chiederti di creare, in questo caso, hai l’occasione di condividere la tua creatività con il compositore e l’arrangiatore. Durante la mia carriera ho lavorato tanto anche con coreografi: ho creato, per le loro esigenze coreutiche, specifici groove, pattern o fill written per specifiche routine di danza. Mi ci è voluto del tempo per com-


prendere come i danzatori non considerano la partitura e contano tutto in 8 tempi. I coreografi chiedono accenti a sezioni musicali che “battezzano” con nomi particolari per replicarle durante le prove. Con i coreografi, non accadrà mai ti venga chiesto Possiamo ripartire dalla misura 57 o dalla lettera B -, perché chiederanno qualcosa come - Ripartiamo dal semaforo, rallenta il tempo, vai a tempo, continuiamo e 5,6,7 e 8 … - E tu, devi sempre essere pronto a iniziare a suonare esattamente da dove ti è stato chiesto. Un consiglio ai giovani? Spassionato? Tieni sempre le domande per te stesso!

Beautiful The Carole King Musical, ma ha anche suonato con alcune tra le Orchestre più importanti, tra le quali la Academy of St Martin’s in the Field, BBC Orchestras, Royal Philharmonic, London Philharmonic, Oxford Philharmonic. Ha partecipato a numerosi programmi televisivi nelle House bands per X Factor, Royal Variety Show, tutte le produzioni di Andrew Lloyd Webber Search, Children in Need. In Studio ha registrato molti Album per Hollywood movies, tra i quali ricordiamo Harry Potter, Lord of the Rings, Jurassic World, Avengers-Infinity War, SpiderMan - Into the

JULIAN POOLE Ha frequentato la Guildhall School of Music and Drama a Londra. Ha iniziato a lavorare quasi subito con artisti internazionali, tra cui Queen, PaulMcCartney, Beyoncé, NeJulian Yo, One Direction, Poole Robbie Williams, Pulp, Chaka Khan… Continua a suonare nel West End e tra gli spettacoli ha suonato nei Musical di Mamma Mia!, We Will Rock You, Love Never Dies,

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Spider-verse, Antman, Les Miserables e tanti altri ancora. Julian Poole è un musicista di poche parole, ma di grande esperienza. Julian come hai iniziato la tua carriera? Ho iniziato a studiare a scuola all’età di nove anni e contemporaneamente giocavo a calcio. Mi piaceva suonare ma adoravo anche giocare a calcio. Quando ho iniziato a guadagnare suonando, ho deciso che avrei continuato a farlo. Un aneddoto importante che ha cambiato il tuo percorso artistico? Mio padre fin da quando ero bambino mi portava ai concerti di importanti musicisti come Buddy Rich, Art Blakey, Miles Davis, incredibili professionisti che ho avuto la grande fortuna di ascoltare. All’età di dodici anni ho iniziato a studiare con Louis Bellson a Londra, con lui ho iniziato a considerare di iniziare ad applicarmi e a suonare seriamente. Cosa puoi suggerire a un giovane allievo? Di ascoltare più musica possibile, differenti stili musicali, di cercare di suonare con tanti musicisti e, naturalmente, studiare molto. • RS


SPECIALE CANTANTI

di Christine Grimandi

La voce come potenziale e grande possibilità

UNA NUOVA RUBRICA CHE DÀ SPAZIO A VOCI AUTOREVOLI DEL PANORAMA INTERNAZIONALE DEL MUSICAL

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a bambina mi avvicinai alla danza classica, affascinata dall’eleganza del movimento e dalla disciplina. Non ricordo di aver mai perso una lezione di danza. La minaccia che poteva colpire la mia anima, considerato che non sono mai stata una bambina tranquilla, erano le parole dei miei genitori che, per sgridarmi mi ammonivano dicendomi che, "se non facevo la BRAVA! non sarei andata a lezione di danza!". Ecco le parole magiche che mi facevano rientrare immediatamente nei ranghi. Crescendo sono cambiata e ho cercato di esprimermi a 360°. E dopo lo studio iniziale della danza classica, poi del jazz e della danza moderna, sono stata folgorata dalla voce. Che emozione interpretare ed esprimersi con la voce. Che mondo infinito da esplorare. Pensando a tutto questo, ho voluto incontrare per voi un’interprete molto versatile: Janet Mooney, Singing Tutor della Global Arts Academy Online” JANET MOONEY Ha debuttato all’English National Opera in The Bacchae e ha creato diversi ruoli in opere contemporanee. Solista con le Orchestre RPO, RPCO, Bournemouth Symphony Orchestra, Philharmonia, BBC Concert Orchestra, RTE Concert Orchestra, Metropole Orchestra, Bangkok Symphony Orchestra,

Janet Mooney

National Symphony Orchestra e English National Orchestra. Janet ha creato il ruolo di Eloise duettando con Michael Ball in Rage of the Heart, ha cantato con Willard White, Gino Vannelli, Aled Jones, Ben Kramer e Robert Wells. Interprete di Carmen, Susanne nel Le Nozze di Figaro, Musetta nella Bohème, Zerlina nel Don Giovanni, Despina in Così fan tutte, Betly (Donizetti), Papagena ne Il Flauto Magico e Miss Julie.

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È sua la voce operistica di Mariah Carey nel film The Bachelor. Ha registrato un suo Album Secret Love per la BMG/Sony Olanda e, nei Musical, ha interpretato Cosette in Les Miserables, Madame Giry in The Phantom of the Opera e in Love never Dies, Ida/Alice Bean in Titanic, The Woman in white ed altri ruoli. Janet, come hai iniziato? Ho iniziato consapevole delle mie possibilità, ma la flessibilità vocale ti aiuta a


comprendere le diversità stilistiche. Acquisendo una forte tecnica, riesci ad adattare la voce a stili molto differenti tra loro riuscendo ad avere una

longeva carriera. Il mio è stato un percorso poco ortodosso perché ho cantato con gruppi pop e con grandi Orchestre come solista, ho fatto tournée

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con piccole e grandi Band, ho fatto un’infinità di ore di studio di registrazione per film, TV e sono stata protagonista in spettacoli del West End e in Tour. Cosa ti senti di suggerire a un giovane? Di mantenere la mente aperta a tutte le esperienze. Ci sono differenti modi di cantare e il tuo corpo e la tua voce sapranno dirti cosa è giusto per te. Se quello che canti non parla al tuo cuore, devi cambiare approccio. C’è un valore in ogni composizione musicale ed è dovere di ogni cantante, interpretare la musica e il testo al meglio delle sue capacità, senza giudicare. Devi rispettare la voce, mantenere la forza fisica, ascolta e analizza i cantanti che toccano la tua anima, sii curioso e interrogati su tutto. La mia insegnante mi ripeteva sempre che il 99% del lavoro, è sudore e l’1%, è respirazione.” Come si svolge normalmente una tua lezione di canto? La prima parte della lezione cerco di capire cosa lo studente vuole raggiungere. Gli


parlerò della mia esperienza e gli chiederò di cantare un brano che normalmente usa per le audizioni per mostrarmi la sua vocalità e il suo massimo potenziale. Parlerò con lui dei tempi di studio, delle possibilità, dei traguardi possibili e, insieme creeremo un programma di studio che supporterà le sue ambizioni e le sue possibilità. Potremo lavorare sull’interpretazione, gli suggerirò esercizi vocali e, eventualmente,

un repertorio adatto alla voce dove possa esaltare le sue doti vocali. Alla fine, mi confronto sempre con l’allievo sui contenuti della sua prossima lezione: lavoriamo per un risultato comune, quindi lascio sempre piena libertà di provare nuovi bra-

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ni. Cerco sempre di creare una situazione tranquilla che faciliti l’apprendimento e la sua tecnica, chiedo di registrare la lezione in modo di potersi riascoltare per comprendere gli errori e mi impegno a raggiungere, insieme a lui, i risultati a cui aspira! • RS


MANIFESTAZIONI

di Christine Grimandi

Il top del rock italiano e internazionale

LA MANIFESTAZIONE HA LO SCOPO DI FAR EMERGERE NUOVI GRUPPI MUSICALI CHE VOGLIONO FARSI CONOSCERE

S

anremo Rock è una manifestazione che offre precise indicazioni sul movimento rock italiano, sulle tendenze, gli stati d'animo, la rabbia e la passione. È un momento di incontro e confronto seguitissimo dai giovani, ma non solo! Il Festival Sanremo Rock ha come scopo quello di far emergere nuovi gruppi musicali e punta a far diventare questo concorso una vetrina nazionale ed internazionale per tutti i giovani che cercano di far conoscere le proprie qualità e le proprie attitudini “rock”! È inoltre il Festival che si è confermato il concorso musicale più importante d’Italia, seguitissimo dalle case discografiche, dai produttori musicali, dalle agenzie di booking e dai talent scout. VITTORIO COSTA È un avvocato cassazionista Vittorio Costa abilitato al patrocinio avanti le massime corti di giustizia, Avvocato della musica e dello spettacolo, Presidente della Sezione Bolognese -Romagnola dell'ANA, Cavaliere della Repubblica, Consigliere di Sorveglianza SIAE e Membro Commissione Musica, Autore e Compositore Iscritto SIAE (tra altri brani Mordimi per Annalisa Minetti Festival di Sanremo) e Presidente della Nove Eventi S.r.l. Festival di Castrocaro Voci Nuove – Volti Nuovi diffuso su RAI 1.

Dal 1981 ha seguito produzioni televisive e cinematografiche, si è specializzato nelle tematiche collegate allo spettacolo, acquisendo esperienza nel diritto d'autore, con specifiche competenze di ordine legale e manageriale nel campo musicale, dello spettacolo e dell'intrattenimento. Da diversi anni rappresenta ed assiste una vasta clientela nazionale ed estera di Artisti, Musicisti, Autori, Produttori fonografici, Arrangiatori, Direttori d'Orchestra e Editori Musicali – Cinematografici. Avvocato quando è nato Sanremo Rock? Nel 1987 debuttò al Palarock, poi si spostò in altre location, dal 2016 viene organizzato dalla Società Nove Eventi e dal 2018 la Finalissima è approdata al

CONTATTI PER RICHIESTA INFORMAZIONI • Tel. Segreteria SANREMO ROCK: +39 3274237725 • E-mail: info@sanremorock.com - ufficiocasting@sanremorock.it sanremorockofficial@gmail.com

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Teatro Ariston di Sanremo. E' il più longevo contest nazionale per artisti singoli, duo o gruppi emergenti della scena rock, trend e tutte le possibili "declinazioni" trasversali ai generi. Dal suo palco sono passati, ancora giovanissimi e sconosciuti, artisti come i Litfiba, Ligabue, i Tazenda, Laura Bono, i Bluvertigo, i Denovo, gli Avion Travel solo per citarne alcuni, ma sono stati ospiti anche i Duran Duran, Europe, Spandau Ballet, Bob Geldof, Paul Simon, Paul McCartney, George Harrison, The Smiths, Whitney Houston, ed ancora, i "nostri italiani" Gianna Nannini, CCCP, Edoardo Bennato, Carmen Consoli, Subsonica, Almamegretta, Irene Grandi. Come si svolgono le selezioni? Organizziamo un live tour nei principali live club nazionali e selezioniamo i migliori rocker. Alla Finalissima giungono i migliori rocker da tutte le regioni italiane. • RS


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IL DANZATORE

Terminologia e significato dei passi di danza

I

n questa rubrica voglio proporvi delle chicche sulla danza, sulle particolarità di un passo, che poi non si sa se siano veritiero o siano frutto di qualche leggenda metropolitana, che i maestri stessi si arrogano il diritto di assegnarsi, e altre piccole curiosità legate alla storia del balletto. Il salto en l’air maschile, che di solito non si trova spesso nel

repertorio classico e che non è inserito abitualmente, si chiama double revoltate en quatrième en avant. Questa curiosa storia che mi appresto a raccontarvi, mi è stata riferita, ma non provata, da un illustre maestro di danza rumeno che risiedeva in Italia da

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© Anna La Naia

IL DIRETTORE ARTISTICO DEL FESTIVAL DEI 2 MARI DI SESTRI LEVANTE CI RACCONTA IL SUO MONDO

diversi anni. Si trascorrevano serate tra colleghi a tramandarci notizie, idee,e speranze per il futuro e tra queste uscivano, tra mille e più ricordi, notizie inaspettate. Tutto nasce dal nome del danzatore che il maestro in sala, mentre era a lezione, chiama per nome - Emilianovic-, mentre lui compiva il passo: in quell’istante in aria, il danzatore si gira verso il maestro che lo aveva chiamato ed ecco che il passo prende forma. Tutto questo mi fu riferito da mio fratello, anche lui danzatore: questa storia girava da anni e mi fu confermata anche da altri suoi colleghi. Non si sa se corrisponda al vero tutto ciò, ma potrebbe esserlo molto probabilmente: come molti altri passi di cui l’origine di molti è alquanto sconosciuta. Ci spostiamo adesso verso la scultura e verso un pittore legato moltissimo alla danza, che ha saputo trarre e ritrarre dalle ballerine i momenti più salienti della loro attività artistica. La scultura più significativa sulla dan-


di Maurizio Tamellini

za del XVIII° secolo è senza dubbio la Petite danseuse del 1881/’85 di Edgar Dégas. La modella era una piccola e minuta ragazzina quattordicenne, che frequentava la scuola di danza dell’Opèra di Parigi, une petit rat. La scultura fu molto criticata soprattutto per la fisionomia e la tristezza che traspariva dal viso raffigurato. Molti critici presero posizioni negative sulla scultura cosi rappresentativa, che incuteva stupore e indignazione, forse per fatto che la madre della danseuse la faceva prostituire per il sostentamento della famiglia. Allontanata dalla scuola non si ebbero più notizie di lei e con il passare degli anni si dimenticarono chi fosse veramente Marie van Goethem. Edgar Dégas fece moltissimi studi, disegni e sculture di danzatrici rigorosamente in cera, ispirandosi a M.me Trussauds a Londra. Egli non voleva assolutamente che le sue statue fossero fuse in bronzo: diceva che era un materiale destinato all’eternità, troppo ingombrante e pieno di responsabilità. Questa esile statua fu presen-

tata per la prima volta nel 1881 a Parigi per la sesta esposizione degli impressionisti. Dégas fu uno degli artisti che più si accostò alla scultura dopo aver realizzato moltissimi quadri. La cosa curiosa era il tentativo di dare una nuova fisicità alla scultura in quel periodo. Questa statua alta quasi un metro, ci lascia nell’espressione del viso un sogno infranto e di un’adolescenza rubata.

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IL TUTÙ La parola tutù è usata moltissimo, ma pochi sanno il significato esatto del termine. Provo in queste righe a spiegare e a raccontare la storia di questo costume che nei secoli ha avuto una grande trasformazione e tuttora è annoverato tra i costumi più ambiti e desiderati di ogni danzatrice. Il termine deriva da tout tulle, tutto tulle, corpetto e gonna corta con più strati di leggero tessuto. In lingua francese vorrebbe dire fondoschiena, sederino. Qui bisogna fare una considerazione del perché è nato il tutù, cioè la trasformazione di esso: era un costume snaturato da costumi di scena pesantissimi e ingombranti che non davano libertà di movimento al danzatore/trice. Due furono le danzatrici francesi che decisero di lasciarsi alle spalle i costumi così pesanti e furono Camargo e Sallè. Il tutù è il costume romantico per eccellenza che va da La Sylphide di Maria Taglioni del 1832 disegnato per la serata da Eugène Lami, alla Giselle di Carlotta Grisi del 1841, e così via fino ai giorni nostri. • RS


LA COREOGRAFA

L ' a ffascinante bellezza

della Carmen di

LA STORIA DI CARMEN, DON JOSÈ, ESCAMILLO E DEL "DESTINO"

L

a vicenda di Carmen è raccontata in musica da Georges Bizet, un capolavoro che ha visto numerose riletture in forme artistiche diverse dalla lirica: cinema, musical, danza. Ispirandosi alla novella scritta nel 1845 da Prosper Mérimée, Henri Meihac e Ludovic Halery, per conferire all’opera un’appropriata ambientazione teatrale, descrissero una Spagna meno viscerale e carnale, “ingentilita” anche con l’introduzione di Micaela ed elaborarono quello che viene considerato tra i migliori libretti per uno spartito lirico.

In Carmen tutto affascina: dalla descrizione degli ambienti, al linguaggio letterario, all’incisiva descrizione psicologica dei personaggi. E la musica: una partitura dalla drammaticità autentica e ricca di contrasti. Una musica divenuta universale che appartiene ormai all’inconscio collettivo, così come Carmen nell’immaginario collettivo è l’incarnazione di passionalità e seduzione. Approcciarsi ad un titolo di tale grandezza non è stata cosa facile, soprattutto pensando che ci sono versioni consi-

© Servizio fotografico di Carla Moro e Aurelio Dessì

Federico Veratti (Il Destino) e Alessia Campidori (Carmen)

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Bizet

derate veri e propri cult della danza come quelle di Roland Petit, Alberto Alonso e Mats Ek. L’occasione di un debutto al Teatro Antico di Taormina ha anticipato un progetto a cui stavo lavorando con Federico Veratti: una nuova produzione fedele drammaturgicamente al libretto, ma modernizzata nella mise en scène. Carmen, la donna che lotta per affermare una libertà, un’uguaglianza, un diritto. Bella e anticonformista, passionale e desiderata, sfida chiunque voglia sottomettarla, usando il suo fascino e la sua seduzione irresistibile per ottenere tutto ciò che desidera. Mossa dall’amore per la libertà e l’indipendenza, resterà incondizionatamente fedele a sè stessa anche se consapevole che questo la condurrà alla morte. Non dimentichiamo che Carmen è una gitana, una zingara che legge le carte e crede nel destino. Anche nei momenti festosi questo appare come presagio, sottolineato dal leitmotiv minacciosamente ricorrente nello spartito di Bizet. Questo il nostro punto di partenza. Il


di Agnese Omodei Salè

BIOGRAFIA

• Dopo il diploma in danza classica presso Istituto Civico Musicale Brera e si è perfezionata in varie tecniche con professeur di fama mondiale tra cui R. Hightower, C. Zingarelli, M. Popescu, E. Villella, M. Mattox, T. Beatty. Ha iniziato la carriera professionale nel 1978 e ha fatto parte di importanti corpi di ballo (Teatro alla Scala, Arena di Verona, Teatro Comunale di Bologna) dove ha ricoperto anche ruoli solistici e dove ha avuto modo di lavorare con grandi coreografi e interpreti. • Ha preso parte a numerose produzioni liriche nonché produzioni di danza contemporanea, trasmissioni televisive di successo, convention, pubblicità e sfilate per importanti aziende. Direttrice, maître e coreografa del Balletto di Milano per la Compagnia ha creato numerose coreografie tra cui i balletti Verdi in Danza, rappresentato con successo in Italia, Marocco, Estonia e Lettonia e Carmen. Ha inoltre al suo attivo numerose collaborazioni per i balletti in ambito lirico anche per importanti festival internazionali come La Perla (Pfäffikon, Svizzera), Saaremaa Opera Festival (Estonia), nonché per serate di gala, convention e spettacoli per ragazzi. • Nel 2017 ha firmato le coreografie per La Vedova Allegra prodotta dall’Orchestra Filarmonica del Marocco a Rabat. È spesso invitata in commissioni di concorsi di danza, giurie, incontri e convegni. è direttore di redazione del periodico tuttoDanza e cura progetti ed iniziative dedicate alla danza.

“Destino” assume un ruolo determinante, conducendo la vicenda e svelandosi man mano attraverso i simboli delle carte: amore, tradimento, morte, sottolineati dai colori indossati. Presenza costante, mette sulla strada della bella Gitana Don José ed Escamillo, le è accanto nel farle seguire il cuore, le svela la Morte imminente in un avvincente faccia faccia sulle note dell’Habanera, brano in cui, al suo primo ingresso in scena, Carmen appariva spavalda e seducente. Bandito e assassino e poi vittima come nella novella o l’ingenuo soldato dell’opera che perde la testa fino all’autodistruzione? Don José è comunque folgorato da Carmen sin dal primo incontro. Per lei è stato degradato, è diventato disertore, brigante... assassino... Ossessionato dall’idea di perderla, dopo averla implorata, non ha esitazioni nell’ucciderla.

Come nell’opera, Escamillo e Micaela sono gli altri interpreti principali di questo balletto dalle molteplici atmofere. Appassionati pas de deux si alternano alle tante e vivaci danze d’assieme su uno score creato ad hoc attingendo non solo dall’omonima opera, ma anche dalle due Suites e dall’Arlesienne n. 2. Sonorità

ricche di “ispanicità” che enfatizzano la vicenda e il clima d’energia e passione che si ritrova anche nell’allestimento in cui convivono tradizione e modernità. Un onore che questa Carmen sia stata scelta per la prossima - e prestigiosissima - tournée in Russia del Balletto di Milano: oltre trenta Città tra cui immancabili Mosca e San Pietroburgo. Non da meno l’attesa su importanti palcoscenici italiani a partire dal Teatro degli Arcimboldi di Milano in un nuovo allestimento firmato da Marco Pesta tutto da scoprire. Le date presto su www. ballettodimilano.com. • RS

IL VIDEO

Inquadra il QRcode e guarda il video di Carmen del Balletto di Milano

Alessia Campidori con Alessandro Orlando (Don Josè) e Federico Veratti

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IL COSTUMISTA

La prima alla Scala

come passerella di moda FEDERICO VERATTI RACCONTA LA STORIA E L'EVOLUZIONE DEL COSTUME TEATRALE

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uandoLa più grande passerella fashion ormai da svariati anni, anzi possiamo dire dal 1951, rimanesicuramente il red carpet e il foyer del Teatro alla Scala di Milano. Sfarzosi abiti, gioielli e trasgressioni sono gli elementi che rappresentano il 7 dicembre Sant’Ambrogio. Una lista di persone illustri si sono susseguite nella storia a questo grandissimo evento ormai più mondano che ad alto livello culturale. Molti sarti e stilisti hanno confezionato abiti che hanno fatto la storia di questa splendida serata, da Gigliola Curiel considerata "la sarta della Mi-

lano bene" fino ad arrivare a Giorgio Armani . Nel 1954 una commissione di stilisti e sarti istituì il premio per la donna più elegante e proprio quell’anno fu assegnato all’abito “India Misteriosa” indossato dalla contessa Dompè, un look da 700.000 lire. Gli anni '50 e 60 rappresentati dal boom economico sono stati il decennio più significativo per la moda, anzi il lusso nella moda, la cura dei dettagli e delle stoffe pregiatissime che adornava corpi da una fisicità molto lontana da quella attuale.

Giuliana Brenner e Gigliola Curiel nel 1958

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Forme prosperose sempre ben coperte ma allo stesso tempo evidenziate da abiti confezionati con una maestria che forse non ci appartiene più. Sarti e non solo stilisti, artigiani che sapevano scegliere con mano la qualità del nostro made in Italy.


di Federico Veratti

IL SOCIAL

Maria Callas e Vittorio Ghiringhelli alla Scala nel 1970

Inquadra il QRcode e guarda il suo profilo Instagram La grande Maria Callas icona di stile e di canto lirico indossava spesso abiti di Gigliola Curiel. Furono gli anni che diedero la possibilità a questa serata di diventare quel qualcosa in più alle persone di un ceto alto. Successivamente con il passare degli anni divenne anche vetrina di cambiamento e rivoluzione della moda, con l’avvento di uno stile più eccentrico e “corto” tipico degli anni '70. La famosissima minigonna di Marie Quant riuscì ad entrare dalla porta principale

del famosissimo teatro meneghino, fino a trsformarsi in un abito a trapezio corto con copricapo in pelliccia e stivale in vinile bianco indossato da Liz Taylor, che riuscì pure ad arrivare in ritardo allo spettacolo, mandando su di giri l’allora sovrintendente Paolo Grassi Gli anni passano e la moda si trasforma, dalle Marina Ripa sartorie si passa di Meana alle case di moda ,da sarti a stilisti e da magica serata frivola a contestazione politica. Passando dal 68 con le rivolte studentesche, dove fu messa in discussione la riuscita della prima, portando il direttore a chiedere di “ evitare l’abito da sera”. toccando Tangentopoli con Bettino Craxi, fino ad arrivare allo “stop pelliccie” con Marina

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BIOGRAFIA

• Federico Veratti, ex primo ballerino del Balletto di Milano, insegnante e coreografo freelance, dopo diversi anni nel mondo della danza, decide di specializzarsi in costume e sartoria teatrale. • Ha sempre avuto una passione per la moda e la storia del costume:questa è stato il via che lo ha spinto ad aprire una sua sartoria/ atelier. • Grazie alla possibilità offertagli da Carlo Pesta e Agnese Omodei Salè nel 2016 ho intrapreso la carriera da costumista, disegnando e dirigendo la sartoria per il SAAREMA OPERA FESTIVAL in Estonia e successivamente lavorando per teatri, privati e case di moda.

Ripa di Meana a seno scoperto davanti al teatro. Vetrina di stile e diatribe politiche. Uno spettacolo che va oltre il palcoscenico. La storia della moda e del costume vive di questi episodi che hanno saputo caratterizzare un’epoca. Moda e teatro vanno a “braccetto” lasciandosi trascinare dagli applausi e dai fischi del pubblico. • RS


FOTOGRAFIA

Blackout – The dark side of Istanbul

IL FOTOGRAFO TURCO COŞKUN AŞAR E IL SUO ROMANZO VISIVO DEL LATO OSCURO DELLA CITTÀ TURCA

Coşkun Aşar, Untitled from the series Blackout, Archival pigment print su Hahnemuehle fine art barita 325g, 2010, Museo d'Arte Moderna dell'Informazione e della Fotografia, Senigallia.

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oskun Asar, esponente della nuova Street Photography internazionale e già allievo di Ara Güler, uno dei maestri indiscussi della fotografia del Mediterraneo, dedica una selezione di scatti della serie fotografica Blackout – The dark

Coşkun Aşar

side of Istanbul ai sobborghi di Istanbul, un reportage fotografico che non racconta soltanto vite al limite, ma si concentra sul cambiamento sociale e fisico della città e sui processi di trasformazione e gentrificazione della stessa. Questa serie racconta tante storie, compresa quella di Asar che negli ultimi vent’anni ha seguito e osservato le persone e i tipi umani che popolano Beyoglu, un quartiere storico nel cuore di Istanbul che è anche il luogo in cui viveva. È diventato amico dei bambini di strada, dei membri delle gang, delle prostitute e dei papponi, insieme ai componenti della comunità transgender.

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Asar chiama il lato oscuro di Istanbul un’area della città che diventa viva di notte, pur essendo i suoi abitanti socialmente esclusi e isolati di giorno. Lui ha vissuto tutte queste vita e condiviso la sua e questo gli ha permesso di farle rivivere attraverso i suoi scatti nel libro. L'ARTISTA Coskun Asar è cresciuto e ha studiato a Istanbul alla Facoltà di Comunicazione della Marmara University focalizzandosi sul cinema. Per tre anni consecutivi, dal 2002, ha partecipato al seminario World Press Photo tenutosi in Turchia ed è stato anche docente di Comunicazione presso l'università del Galatasaray dal 2003 al 2006.


di Daniele Colzani

Il suo interesse per la fotografia è iniziato nel 1995 mentre studiava cinema. Ha esplorato il medium e lo story telling fotografico e ha sviluppato il suo approccio in maniera personale, prediligendo la riflessione sul proprio ambiente e focalizzandosi su storie di emarginazione, povertà e problemi legati al gender, sperimentato direttamente nel suo quartiere. Ha lavorato per riviste locali e straniere, giornali e agenzie, esponendo la sua fotografie in esposizioni internazionali sia personali che collettive. È stato tra i 20 fotografi selezionati e invitati ad esporre alla mostra per il 50° anniversario della LEICA M. Coskun Asar ha da poco pubblicato il suo book fotografico Blackout. LA MOSTRA A JESI Il 2021 si è aperto per la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi con un importante accordo siglato con il Comune di Senigallia: un protocollo d’intesa per cui Senigallia Città della Fotografia per i prossimi cinque anni darà in deposito tem-

poraneo alla Fondazione alcuni nuclei di opere fotografiche appartenenti alla Civica Raccolta. Nel 2021 il protagonista è il fotografo turco Coskun Asar con una selezione di scatti della serie fotografica Blackout – The dark side of Istanbul che fanno parte dell’omonima pubblicazione, un romanzo visivo del lato oscuro della città turca. La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre 2021 presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi a Palazzo Bisaccioni di Jesi. • RS

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IL SOCIAL

Inquadra il QRcode e guarda il promo del libro Blackout


STUPORI E ODORI

La solitudine vista come evasione... L'ARTISTA, SARTO E CREATORE DI PROFUMI CI ACCOMPAGNA IN UN VIAGGIO SENSORIALE

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n un mondo concepito da continue sovrastrutture, mi rincorre il desiderio di solitudine. Qualcuno potrebbe dire: “eccolo, in un momento come questo lui cerca l’esatto contrario!” In questa storia, l’isolamento è necessario. Certo, questa volontà porta con sé un effetto ambiguo o ambivalente: rischia di portare una certa infelicità o un sereno appagamento... non mancano all’appello tristezza, malinconia, pazzia... Ma la solitudine apre la valigia dell’esistenza, cogliendone

le sfumature più nascoste e ri-generando quei ricordi necessari a incorniciarti d’uomo, rendendoti unico. La lobotomizzazione è un processo lungo e strisciante, e sfrutta la nostra inconsapevolezza; il rischio di non avere attenzione a noi stessi è dietro l’angolo. Ecco allora che il desiderio altrui di massificazione prende il sopravvento, anche grazie agli strumenti tecnologici così tanto importanti oggi. Perché? Perché sono in mano

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anche a coloro che hanno poco desiderio di guardare la propria solitudine; ed è lì la debolezza. Senza saper stare chiusi in noi stessi almeno una piccola frazione di tempo, non possiamo dire di conoscere l’altro. Credo che estetizzare la vita di tutti i giorni e conservare


di Filippo Sorcinelli

il più possibile il matrimonio tra creazione ed emozione, sia diventata una battaglia con un tempo odierno quasi annientato, dove non esistono più filosofie e religioni, storie o sensibilità. Oggi abbiamo paura, siamo persino coperti, negati socialmente e umanamente. Oggi abbiamo la pretesa di conoscere soltanto perché perché un dito passa e scorre le pagine di uno schermo... il mondo è sgargiante di colori visti da lì, e ingannano e seducono negativamente.

IL SOCIAL

Inquadra il QRcode e guarda il suo profilo Instagram

Ma l’arcobaleno è fuori, realmente palese nella tavolozza celeste, collega gli spazi angusti e le vette più alte, quasi come lo intese Chagall: la nostra ricerca di solitudine deve intendersi come un passo obbligato per saper leggere definitivamente quelle parole

senza tempo per imparare definitivamente a vedere le cose. Quel nero su bianco, quelle stelle col buio, quel ricordo ora indelebile che anche a me serve per materializza la creazione, quella presenza irriducibile che produce l’ombra del profumo. • RS

BIOGRAFIA

• Pittore, musicista, direttore creativo, fotografo, grafico. Nato a Mondolfo nel 1975. Diplomato Maestro d'Arte presso l'Istituto d'Arte di Fano (Italia), inizia ben presto a lavorare negli atelier di artisti contemporanei. • Oltre all'arte ha compiuto studi musicali, presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro e presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. • Fin dall’età di tredici anni è stato organista a Rimini, Fano e San Benedetto del Tronto presso le Cattedrali del paese. È anche diventato direttore artistico di molti prestigiosi festival musicali in Italia. Ha partecipato a numerose mostre di pittura e installazioni d'arte in Italia e all'estero. • Nel 2001 ha creato LAVS, Atelier che realizza Paramenti Sacri per la liturgia del culto cattolico e che L'Atelier in breve temo un punto di riferimento degli ultimi due Papi: Benedetto XVI e Francesco. • Per la sua operosità, Filippo riceve richieste da musei che vogliono accogliere le sue opere; altre agenzie chiedono consigli d'arte. • Filippo è anche fondatore e art director di di un’omonima maison che produce profumi d’eccellenza. Le fragranze sono caratterizzate da rigorose ricerche che hanno le loro origini nella storia, nei viaggi, nell'arte di Filippo. È fondatore e direttore artistico di SYNESTHESIA Festival, unico in Italia dedicato ai cinque sensi. • È organista e direttore artistico della Chiesa della Croce di Senigallia, gioiello barocco tra i più importanti in Italia. • Nel 2015 riceve la Benemerenza Civica per i meriti artistici dal Comune di Santarcangelo di Romagna.

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LA TRUCCATRICE

L e ' voluzione storica

del trucco degli occhi

IN VIAGGIO CON LA MAKE UP ARTIST ANGELA VALENTINO NEL MONDO DEL TRUCCO ARTISTICO

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uando si parla di trucco, generalmente è luogo comune associarlo agli occhi, come se essi fossero l ‘unico elemento su cui concentrare il make up. Infatti, la maggior parte delle persone, trascurando gli altri passaggi del trucco, dedica grande attenzione ai prodotti destinati a quest’area. Molto spesso questo atteggiamento contribuisce a un uso errato dei prodotti, come una scelta sbagliata dei colori, o un uso eccessivo di mascara e di ombretti. Inoltre bisogna tenere presente che anche se il trucco degli occhi è perfettamente eseguito, non sarà sufficiente a valorizzare un viso , se tutto il resto viene trascurato.

Ad esempio, se non si procederà alla totale eliminazione delle ombre o delle altre variazioni di tono nella zona obicolare, il trucco che si otterrà sarà sempre ed inevitabilmente un trucco spento e sporco. Per valorizzare un viso, tuttavia è necessario un po’ di mascara, con una base omogenea di fondotinta, unitamente a labbra ben delineate e a un tocco di colore sulle guance, per ottenere un risultato positivo. Delineare e colorare gli occhi non è sufficiente per definire un viso truccato e, d’altra parte, un’attenzione a senso unico rischia di appesantire il trucco

Marilyn Monroe

più di quanto possa fare una base appesantita dall’eccesso di fondo tinta o dalla cipria. Per concludere è indubbiamente vero che il trucco degli occhi ha un ruolo determinante nella caratterizzazione di un viso; ma è anche vero che se questo non ha un supporto adeguato, il risultato darà pochi vantaggi. Di grande interesse è l’evoluzione del trucco degli occhi

Audrey Hepburn

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di Angela Valentino Marlene Dietrich

BIOGRAFIA

• Angela Valentino una giovane Make up artist italiana con una forte inclinazione per le arti del makeup. • La sua passione è iniziata con le arti dello spettacolo durante il liceo artistico. Laureata in Scenografia e costume per lo spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e diplomata in Truccatore artistico alla BCM Cosmetics di Milano. Successivamente, ha lavorato per diversi teatri, televisione , cinema e moda. • Ha vinto due premi come miglior truccatrice a Los Angeles e a New York. Ora vive da sei anni a New York.

avvenuta nel secolo scorso. Per averne un ‘idea, ci basterà fare riferimento ai personaggi del cinema. Dall’inizio del secolo scorso fino al 1935 circa, gli occhi erano bistrati di nero e tendevano verso il basso con un effetto di sguardo languido. Il colore era dato dai pochi mezzi che si avevano a disposizione, quindi il nero si otteneva con un tappo di sughero bruciato (nero fumo). Tenete presente che questo tipo di trucco aveva come supporto una pelle bianchissima,

ottenuta con polvere di riso, altrimenti sarebbe stato volgare e sporco, mentre, nonostante la sua pesantezza risultava estremamente dolce e raffinato. Dalla metà degli anni Trenta alla fine degli anni Quaranta, l’occhio assume un aspetto più altero: si sfruttano al massimo gli spazi palpebrali ottenendo dei chiaroscuri incredibili, tipo Marlene Dietrich, l’attrice, ma il tutto era caratterizzato da un disegno sopraccigliare assolutamente innaturale e da una forma della bocca alterata. Negli

Jetta Goudal

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Farrah Fawcett

anni Cinquanta il simbolo era Marylin Monroe; essa adottava per il trucco degli occhi quasi gli stessi criteri del decennio prima, ma l’impressione globale non era così artificiosa, in quanto bocca e sopracciglia seguivano un disegno apparentemente naturale, associato ad una sfumatura delle guance che non induriva il viso. Gli anni Sessanta e Settanta aboliscono le regole dei chiaroscuri, preferendo delle linee nette (eyeliner), unitamente ad una scelta di colori decisamente finti e innaturali che rendevano lo sguardo freddo. • RS


LO SCENOGRAFO

La famiglia

Galli da

Bibiena

IL PRODUCTION DESIGNER E "ARCHITETTO DELL'EFFIMERO" RACCONTA IL SUO LAVORO

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bbiamo visto nello scorso numero della rivista il grande Baldassarre Peruzzi adesso scopriremo la famiglia Galli da Bibiena, quattro generazioni di artisti, architetti, scenografi... da poterci fare fare una saga cinematografica! Speriamo di far venire voglia a un produttore di crearla grazie a questa rubrica. Nello specifico parleremo del grande artista Ferdinando Galli da Bibiena, formatosi a Bologna, studiò prima pittura e poi la prospettiva , eseguendo, sotto la guida Di Giacomo Torelli altro grande scenografo, la scenografia per il teatro della Fortuna di Fano. Come dicevamo Ferdinando Galli fu anche un grande architetto ma soffermiamoci Ferdinando Galli da Bibbiena

sullo studio e sulla realizzazione scenografica. I primi anni del 700 si recò a Barcellona per sovrintendere agli spettacoli per le nozze di Carlo III d’Austria. Poi a Vienna, insieme al figlio Giuseppe, realizzò presso la corte imperiale delle fantastiche scenografie come quella per la festa teatrale di Johann Joseph Fux su libretto di Pietro Pariati, Angelica vincitrice di Alcina, rappresentata all'aperto nel settembre del 1716. Fu anche autore di tre trattati di architettura e applicazione della prospettiva tra cui L'architettura civile preparata su la geometria e ridotta alle prospettive, dove è teorizzata la veduta per angolo, che permette una visione della scena teatrale diversa da quella dell'epoca barocca in cui la scena del fondale era costruita secondo un punto di fuga su un asse centrale, anche se questa dava maggiore continuità spaziale tra scena finta e sala che invece era reale, la veduta e la scena che si creava ormai non era più una novità per le valutazioni estetiche della prima metà del Settecento. Con il nuovo sistema pensato dal Galli si andava creare un fondale teatrale costruito attraverso un serie di direttrici prospettiche, con al centro la visione per angolo di un edificio, da cui partono gli assi

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prospettici, verso due fuochi laterali ed esterni alla scena: in questo modo si poteva avere sia una migliore visibilità da ogni punto della sala che una maggiore spazialità e un senso di infinto sullo sfondo del proscenio. Stiamo capendo come di volta in volta le scoperte scenografiche vengono man mano negli anni fatte da grandi scenografi! Anche nelle prossime rubriche continueremo nella storia dei teatri e della scenografia. Per il nostro paese la cultura

TRA I SUOI LAVORI

• Assistente Scenografo: 2000 teatro Buonanotte Mamma regia L. Salveti; 2001 teatro Otello regia G. Del Monaco; 2002 teatro Tancredi regia M. Gasparon; 2003 teatro Proserpine regia M. Gasparon; 2003 teatro Orfeo regia M. Gasparon; 2015 teatro Una coppia in provetta regia G. Corsi; • Scenografo: 2006 Premiere del film animato The Wild (Disney), 2017 Design Area Kids Family Hotels, 2018 teatro Romeo e Giulietta regia M. Iacopini. 2019 teatro La leggenda di Thor regia A. Ronga


di Antonello Risati

IL VIDEO

Inquadra il QRcode e guarda i suoi lavori

Una scenografia teatrale del Bibiena, con l'utilizzo delle quinte prospettiche

è un bene fondamentale da cui poter rinascere e trovare nuove vie e nuovi stimoli. La nostra storia lo dimostra e ne possiamo vedere le testimonianze sparse su tutto il territorio italiano. Speriamo di tornare a vedere al più presto queste meraviglie in teatro e di gustarci una bella serata come ai vecchi tempi in cui era la normalità. Alla prossima.. • RS

La Traviata di Giuseppe Verdi - Esempio di prospettiva centrale

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PAROLE D'ARTISTA

Alberto Savinio

al di là della pittura

ALLA SCOPERTA DI ANDREA FRANCESCO ALBERTO DE CHIRICO, FRATELLO DEL PIÙ FAMOSO GIORGIO Alberto Savinio, L'isola dei giocattoli

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n un caso di pittura come la mia, non si domanda che cos'è la pittura ma che cosa sono io. Lo dico subito sono un pittore "di là della pittura" In questa puntata della rubrica Parole d'artista conosceremo un artista dal nome Alberto Savinio, pseudonimo di Andrea Francesco Alberto De Chirico ovvero fratello del famoso Giorgio De Chirico, che lui stesso, come leggeremo più avanti, ci tesserà le sue lodi e ci farà capire la sostanziale differenze fra i due artisti. Approfondiamo dalle sue parole come vede e interpre-

ta l'arte: "Per i pittori la pittura è un fine: per alcuni pittori è un mezzo. Pochissimi. Se cerco dei nomi trovo solo i seguenti: Durer, Bocklin, Giorgio De Chirico, Picasso. Costoro si chiamano pittori perchè praticavano la pittura e due la praticano tuttora, ma avrebbero potuto scrivere o comporre musica senza perdere un milligrammo di valore. Ebdomero e gli altri scritti di Giorgio De

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Giorgio De Chirico, Canto d'amore


di Antonello Risati Pablo PIcasso, Poveri in riva al mare

Albrecht Dürer, Autoritratto con pelliccia

Chirico, attestano che questo pittore si esprime altrettanto bene con la penna. E c'è di più. Io conosco alcuni frammenti musicali composti da Giorgio De Chirico una quarantina d'anni addietro, e so dire che se egli si fosse esercitato nelle note... avrebbe composto per mezzo dei suoni quella medesima opera che ha composto per mezzo delle linee e dei colori." Secondo Savinio alcuni grandi artisti riescono ad avere una sensibilità ed un gusto per le arti a prescindere dal mezzo espressivo. Questa osservazione è molto importante e ci fa capire come il fare arte sia una cosa naturale ed innata. “Le opere di Durer, Bocklin e di De Chirico, mie nascono prima di tutto come

cose pensate. Portarle a una forma scritta è una traduzione, una operazione secondaria: una operazione a “scelta.” Questa è la differenza, la profonda differenza tra questi artisti e gli altri. Questi hanno ciascuno

Arnold Böcklin, L'Isola dei morti

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la propria vettura: gli altri vanno tutto assieme in tram. Creatori questi uomini che fanno tutto da sè, poeti: nelle opere degli altri, nel migliore dei casi, c’è talvolta qualche poesia. Ed ecco perché io pratico più arti” L’artista diventa una centrale creativa e polivalente nelle arti, in pochi artisti fanno parte dei grandi e questo Savino lo sottolinea ampiamente, anche lui secondo me è un grande artista, giustamente avere un fratello come Giorgio De Chirico non gli ha reso la vita semplice a livello di originalità personale. Invece è riuscito a trovare una sua strada è un suo percorso e questo lo rende già un grande artista! Le parole degli artisti sono importanti e ci portano dentro le arti in maniera precisa e specifica! Alla prossima! • RS


RADIORAMA

Radio Enzo

una voce... familiare

ASPIRANTI DJ REGISTRANO PER IL LORO PADRE OGNI GIORNO UN PODCAST PER TENERGLI COMPAGNIA IN OSPEDALE

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nzo è il classico capofamiglia che ama essere costantemente circondato dai suoi affetti. Poi il Covid, come a tanti, gli stravolge l'esistenza e la terapia intensiva dell’ospedale di Legnano diventa la sua casa. Ormai da mesi. Intorno a lui la moglie e i figli, ben quattro. si stringono compatti. La famiglia Favaloro è un bell'esempio di affiatamento, come se ne vedono sempre meno. Il virus li ha colpiti dritto al cuore e loro reazione al dolore ha subito avuto un sottofondo, sia di musica che di

speranza. Il 26 ottobre è stato l’ultimo giorno che abbiamo visto il papà, sono trascorsi più di cento giorni", dice Gianmaria, l’ideatore di Radio Enzo, la radio che ti fa sentire a casaappositamente pensata per alleviare la solitudine del papà che nella casa di famiglia di Caronno Pertusella così come nello studio di Garbagnate Milanese è abituato a non essere mai in allegra compagnia. Lo scorso 10 gennaio sono partire le "trasmissioni", sotto forma di podcast creati attraverso un’app gratuita: lo staff di questa ra-

La Guerra dei Mondi, antesignana delle fake news • Una delle trasmissioni radiofoniche più famose della storia. In diretta sulla CBS la sera della vigilia di Halloween del 1938, era composta da notiziari in tutto e per tutto simili a quelli reali, che parlavano dell’invasione aliena immaginata da Herbert George Wells nell’omonimo romanzo, talmente realistici da convincere molti ascoltatori di essere sotto attacco dei marziani! Il broadcast completo originale si può ascoltare su YouTube, cercando War of the Worlds.

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dio più unica che rara (almeno per ora) registra i contenuti che poi vengono spediti sotto forma di nota audio al tablet della terapia intensiva. Una nuova puntata ogni due giorni. Per 20 minuti di podcast occorrono circa due ore di lavoro: "Ci organizziamo dopo i rispettivi impegni lavorativi, di notte, di mattina presto, nelle pause pranzo". Un'iniziativa che ha scatenato la curiosità dei media tradizionali (i Favaloro sono apparsi in azione in vari telegiornali) ed anche di persone che, nella medesima loro situazione, vorrebbero attivarsi per creare qualcosa di simile per i loro parenti ospedalizzati. Una bella storia che dimostra quanto la radio, soprattutto con l'avvento del web, sia un mezzo duttile e ricco di opportunità. E, per una volta, non auguriamo a Radio Enzo "lunga vita"... sperando invece che papà Enzo torni presto a casa! • RS


di Luca Varani

HEAVY ROTATION Il Morgan "rifiutato"

New Time Music

è dappertutto! UN'IDEA DI FORMAT CHE È DIVENTATO UN NETWORK

• L'ex leader dei Bluvertigo, dopo essere stato scartato per la prossima, imminente edizione del Festival di Sanremo, sta mettendo in rete, uno alla volta, i brani inviati ad Amadeus per partecipare alla gara, tutti puntualmente rifiutati dalla direzione artistica della manifestazione. Foto nella mailbox è il quarto inedito che viene pubblicato sul profilo Instagram del musicista lombardo. Un brano accompagnato da un video che come si legge nelle note del post - è tratto dall’album “La musica sentimentale”, disco che il cantautore aveva inizialmente annunciato nel 2016. Il senso delle cose”(notevole!), Il cuore in polvere, e Pensiero e Veleno gli altri pezzi condivisi fino ad oggi.

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Sono tantissime e in costante aumento le emittenti, sia web che in modulazione di frequenza che, settimanalmente, mandano in onda New Time Music, un format attualmente distribuito a più di 130 radio, sparse per tutto il territorio nazionale. Il programma nasce nel 2015, ideato, realizzato e distribuito dall’etichetta indipendente Lion Music Label. Quaranti minuti a puntata, divisi in due blocchi da 20, che offrono spazio sia ai celebrati artisti italiani, amatissimi dal grande pubblico ma anche a quelli emergenti di talento che, pur proponendo musica qualitativamente interessante, faticano a trovare spazi per promuoverla. New Time Music è frequentata ed apprezzata da nomi del

calibro di Marco Masini, Luca Carboni, Francesco Gabbani, Il Chile, Viola Valentino, Silvia Mezzanotte, Jerry Calà, Mietta e tantissimi altri che trasformano questo programma in un appuntamento davvero irrinunciabile. Tutto sapientemente condito dalla voce professionale e diver-

tente di Roberto Serra, speaker ufficiale della trasmissione. Da questo numero New Time Music rappresenterà un nostro compagno di viaggio alla scoperta di tante realtà radiofoniche locali, che con orgoglio e tanta passione contribuiscono a rendere ancora più grande questo media. • RS

SILVIA ANNICCHIARICO - Ma la notte... Sì! • Attualmente è una conduttrice radio molto apprezzata (in onda su RTL, guarda caso... di notte) ma il suo passato televisivo è impossibile da dimenticare. In questo suo nuovo libro (che esce per Sagoma) si agita un condensato di vita con esperienze pazzesche: l'incontro con i Beatles in una suite e il suo primo amore, Renato Pozzetto. Il colpo di fulmine con Arbore. dal Pap'occhio"a Quelli della notte, l'esperienza con la hit parade sulle frequenze di Radio 2, Lina Wertmüller che la introduce al mondo del teatro e molto altro. Silvia è davvero la più famosa dei meno famosi!

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DISCHI

di Emanuela Cattaneo

Dodi

Battaglia e il suo

coraggio di vivere

L'EX POOH SI RIMETTE IN GIOCO PER L'ENNESIMA VOLTA

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al 12 febbraio sarà in radio e disponibile sulle piattaforme digitali Il coraggio di vincere il nuovo brano di Dodi Battaglia, che anticipa l’uscita del primo vero album di inediti dell’artista, prevista per la primavera. Il coraggio di vincere è disponibile in pre-order anche in una speciale edizione in vinile 45 giri sul sito www. azzurramusic.it. Sul lato B del vinile, sarà presente il brano inedito Una storia al presente. «È un brano che mi rappresenta molto - dice Dodi Battaglia in

merito a Il coraggio di vincere - Racconta del mio personale approccio alla vita, fatto di grande entusiasmo e del coraggio di rimettermi in gioco ogni volta». Dopo One Sky, brano realizzato insieme al leggendario chitarrista americano Al Di Meola, arriva ora Il coraggio di vincere, primo tassello che rappresenta alla perfezione questa nuova fase artistica di Dodi Battaglia, anticipazione del nuovo

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progetto discografico che vede l’artista per la prima volta mettersi alla prova completamente da solo. Già esplicitato nello stesso titolo, Il coraggio di vincere” è un invito a non mollare mai ed a puntare su sé stessi, rimettendosi in gioco sempre alla ricerca di nuove sfide e di traguardi da superare. Dopo i molteplici successi ottenuti con la band più rappresentativa del panorama musicale italiano, quei Pooh che nel 2016 hanno salutato il pubblico con una tournée memorabile, negli ultimi quattro anni Dodi Battaglia ne ha interpretato il ricco repertorio. Adesso, Dodi Battaglia è pronto a mettersi nuovamente in gioco con il primo album di inediti, dando libera espressione alle sue personali ispirazioni e suggestioni, forte della grande esperienza artistica ed umana accumulata ricoprendo per decenni il ruolo di chitarra solista, interprete, autore, arrangiatore, collaborando con numerosi artisti tra i quali Vasco Rossi, Zucchero, Gino Paoli, Tommy Emmanuel e, ultimo in ordine di tempo, il già citato Al Di Meola. • RS


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PROGETTI

Con Swimmer per nuotare nel mondo delle emozioni

CPM MUSIC INSTITUTE E SUONI SONORI PRESENTANO IL NUOVO PROGETTO CULTURALE SPERIMENTALE PER IL CARCERE MINORILE BECCARIA DI MILANO

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l progetto, ideato da Franco Mussida e il CPM Music Institute, attuato in collaborazione con Suoni Sonori, che coordina le attività Musicali nel carcere, il Ministero della Giustizia e sostenuto dalla Fondazione Cariplo, viene inaugurato dopo due anni di intenso lavoro in cui sono stati coinvolti un’equipe di educatori, tecnici audio-video e il Teatro del Carcere che ha ospitato attività concertistiche pensate in funzione educativa. SWIMMER – nuotare nel mondo delle emozioni è un

progetto culturale sperimentale riservato ai giovani ascoltatori dell’istituto che intende integrarsi con le attività artistico formative in atto. Un’iniziativa che mette al centro dell’attenzione ciò che per ogni giovane adolescente si può paragonare all’acqua per le piante: la Musica da sentire. Un modo per impiegare diversamente il loro tempo di ascolto della Musica, favorendo gradualmente il passaggio da un ascoltare distratto ad un sentire più vivo. Unico nel suo genere, Swim-

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mer offre ai giovani detenuti in difficoltà il sostegno di un diverso approccio alla Musica, intesa come linguaggio non verbale. Un linguaggio in grado di far percepire ai ragazzi, con l’aiuto di educatori e operatori che lavorano in sinergia con le attività culturali, artistico espressive e sanitarie già operanti nel carcere, quanto sia importante intuire, custodire e governare il valore di una delle forze fondamentali per la loro stessa esistenza: la forza emotiva. Una forza che la Musica strumentale, in quanto


di Daniele Colzani

linguaggio fatto di pure intenzioni emotive, offre da sempre in modalità prevalentemente costruttive. GLI OBIETTIVI In un mondo in cui l’immagine è tutto, Swimmer intende dare ai giovani l’opportunità di scoprire e sperimentare il valore positivo del suono come codice per la comunicazione emotiva. Musica offerta non solo quindi come elemento espressivo legato alla parola, che quei giovani spesso usano per manifestare disagio e rabbia, ma come un nutrimento intimo e positivo, che proprio attraverso l’assenza della parola sa offrire il meglio di sé. L’obiettivo è far sentire ai giovani il patrimonio di emozioni e di bellezza racchiuso in migliaia di brani di Musica strumentale di tutti i generi e stili divisi per stati d’animo, raccolti nell’audioteca CO2. CO2 è un progetto già collaudato e sperimentato nelle carceri per adulti dal 2013, che ha coinvolto l’Università di Pavia, un comitato scientifico, il Ministero della Giustizia e la SIAE, e che nel 2017 ha ottenuto la medaglia della Presidenza della Repubblica per meriti sociali. Swimmer fa viaggiare l’immaginazione dei ragazzi fino a condurli all’apertura dell’audioteca. Un viaggio a tappe la cui partenza fa leva sulla passione più istintiva e naturale dei ragazzi: il ritmo. Un ritmo offerto dalla visione e dall’ascolto di uno degli strumenti più amati dai ragazzi: la batteria.

LE CINQUE TAPPE DEL PROGETTO La prima tappa del viaggio è offerta dalla visione di quattro brevi filmati, sempre diversi e in rotazione, associati a stili di nuoto (rana - farfalla- dorso - libero), che mostrano alcuni batteristi alle prese con ritmi legati a generi, cadenze, velocità diverse. Nella seconda tappa il software chiede al giovane di selezionare uno fra questi stili in base al proprio piacere momentaneo. Nella terza tappa viene richiesta una preferenza di colore e nella quarta viene proposto l’ascolto di brevi brani di sola armonia, suonata da tastiere, pianoforti, sintetizzatori e organi Hammond. Nella quinta si sceglie l’armonia preferita e si arriva infine alla sesta che conduce all’apertura dell’audioteca, consultabile solo tramite emoticon utili per esprimere sensazioni e intenzioni emotive legate a brani strumentali. Si può dunque dire che Swimmer coinvolge sia l’uso dell’intelligenza artificiale (programmi software) che dell’intelligenza

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emotiva. Un risuonare all’unisono che mette in risalto l’energia emotiva che si genera durante l’ascolto sentito ed attento delle forme più diverse di Musica strumentale. Il progetto prevede l’organizzazione di gruppi di lavoro e laboratori di ascolto in appositi spazi dotati di computer, router e impianti audio. Gli incontri di formazione saranno tenuti da educatori e dal Maestro Franco Mussida con l’assistenza di operatori e il fondamentale lavoro svolto quotidianamente dalla Polizia Penitenziaria. Ala presentazione, che è stata trasmessa in diretta streaming sono intervenuti, oltre a Franco Mussida: • Paolo Foschini: giornalista • Dott.ssa Cosima Buccoliero: Direttore del carcere di Bollate e dell'Istituto Minorile Beccaria • Dott. Pietro Buffa: Provveditore della Regione Lombardia • Dott.ssa Francesca Perrini: Responsabile del Centro Giustizia Minorile • Avv. Giuseppe Vaciago: Presidente dell'Associazione Suoni Sonori • Don Gino Rigoldi: Cappellano del Carcere Beccaria • Dott.ssa Maria Chiara Baretta: Area Arte e Cultura Fondazione Cariplo. • RS


MUSICA

Un inno all 'unicità dell’essere umano

UNA RICERCA CHE SI CONCRETIZZA IN UN’OPERA CHE UNISCE LETTERATURA, MUSICA, TEATRO, ARTI VISIVE la title track e il singolo di lancio dell’album, la chiave di lettura di tutta l’opera la quale si caratterizza per un sincretismo artistico che rispecchia la poliedricità di Stefano. In cosa consiste questo sincretismo? Come dicevo prima, sentivo l’esigenza di esprimere dei concetti a me cari e per farlo ho deciso di ricorrere all’uso di più linguaggi artistici, che potevano scindersi tra loro e coesistere solo ricorrendo all’album musicale, la formula del singolo non era di sufficiente. In primo piano naturalmente la musica e le canzoni; poi il racconto breve sotto forma di favola per adulti che abbiamo scelto di utilizzare come prologo e che racchiude al suo interno già tutte le tematiche

contenute nel progetto; infine le illustrazioni che accompagnano il booklet allegato al disco fisico. Perché Aquiloni? Cosa rappresenta l’aquilone per te? L’aquilone per me rappresenta tantissime cose. Per volare ha bisogno di stare sospeso, lontano dalla terra, ma non così tanto da arrivare fino al cielo. Si trova in una sorta di limbo, ed è proprio in questa sorta di limbo indefinito che mi sentivo la prima volta che la mia mente ha raffigurato questa immagine per esprimere il mio stato d’animo di quel momento. Però l’aquilone è anche libertà, leggerezza, viaggio, fluidità e cambiamento. E questi sono tutti temi molto presenti nel disco. Credo che la nostra società do-

© Riccardo Sarti (2)

A

quiloni è l’album di esordio di Stefano Colli, che arriva dopo l’uscita dei singoli “Crudele” e “Guarda la notte” e dopo le esperienze televisive del Festival di Castrocaro (RAI 1) e di The Voice of Italy (RAI 2 nel Team di Gigi D’Alessio). Ma Stefano è anche un volto noto del teatro musicale italiano. Ricordiamo quali sono le tue esperienze in teatro. Grazie all’incontro con Lorenzo Scuda e Francesca Folloni, membri degli “Oblivion”, e poi con il performer canadese Robert Steiner mi sono avvicinato al mondo del musical e ho lavorato in varie produzioni nazionali: Canterville, Rent - Misura la vita in amore, Artemisia, Messer Filippo - opera popolare, Sogno di una notte di mezza estate, Georgie - il musical, Ami e Tami - opera contemporanea di Matti Kovler, Il Magico Zecchino d’Oro, Il Gruffalò. Inoltre sono co-fondatore della compagnia I Muffins. Come mai hai deciso di incidere un album? Dopo un lungo periodo di ricerca, sperimentazione e scrittura insieme al M° Giancarlo Di Maria e Parametri Musicali e dopo aver pubblicato due singoli (Crudele e Guarda la notte), io e Giancarlo avevamo voglia di raccogliere tutto il nostro lavoro in un unico progetto che fosse in grado di rappresentare questo percorso. Personalmente sentivo l’urgenza di esprimere dei concetti che mi stanno particolarmente a cuore. Leggo che Aquiloni è anche

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di Silvia Arosio

vrebbe impegnarsi a valorizzare l’unicità degli individui, i talenti e le peculiarità del singolo, invece di perdere tempo a cercare etichette e scaffali su cui catalogarci. Accogliere la propria unicità e diversità, davanti a sé stessi e agli altri, trovo sia il più grande atto di libertà e coraggio. Si tratta quindi di una ricerca che si concretizza in un’opera pluriartistica, che unisce letteratura, musica, teatro, arti visive, con un prologo introduttivo, recitato dal noto attore italiano Ivano Marescotti e la preziosa collaborazione di Giò Di Tonno, Iskra Menarini e Rebecca Pecoriello. Come sono nate queste collaborazioni? Ognuna di queste collaborazioni ha una storia a sé stante. Con Rebecca ci siamo conosciuti a Verona durante l’allestimento di uno spettacolo teatrale che abbiamo portato poi in tour per due anni in giro per l’Italia. E’ nato da subito un rapporto di amicizia meraviglioso, oltre che una grande stima e sintonia artistica. Proprio in questo periodo Rebecca ha scritto due dei brani contenuti nel disco: Aquiloni e M’innamoro al buio. Sono nati entrambi dai momenti che abbiamo vissuto insieme e dalle nostre esperienze che ci siamo donati a vicenda tra il camerino di un teatro e un spritz davanti all’Arena!

Con Iskra ci conosciamo da tantissimi anni, con lei ho condiviso tantissime esperienze, calcato per la prima volta palcoscenici importantissimi, gestito una scuola di musica e grazie a lei ho conosciuto quel genio senza tempo di Lucio Dalla. Ci tenevo moltissimo che fosse presente anche nel primo progetto discografico e lei ha accolto subito la proposta con grande entusiasmo e disponibilità a mettersi in gioco. Per quanto riguarda Giò di Tonno e Ivano Marescotti invece, ci eravamo incontrati in diverse occasioni ed eventi, ma non li conoscevo personalmente. Si tratta di due artisti immensi che stimo e seguo da sempre e, attraverso la loro presenza , mi hanno fatto un regalo incredibile. Che tipo di sonorità sentiremo? Aquiloni è un disco intimo in cui coesistono diversi generi e sonorità. Mi piacerebbe che fosse percepito da chi lo ascolta come un abbraccio. A quale brano sei più legato e perché? Il brano a cui sono più legato è M’innamoro al buio: è il pezzo che più mi rappresenta. “...perchè non riesco a vivere a metà qualcosa che mi esplode dentro” è una frase che descrive perfettamente il mio approccio alla vita. Che si tratti di una relazione sentimentale o di un progetto di lavoro, io ho bisogno di buttarmi nelle cose con tutto me stesso, ho bisogno di concedermi completamente, non sono proprio capace di rimanere emotivamente distaccato. In questo modo

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mi capita molto più spesso di farmi male, ma è più forte di me! Come sarà il videoclip in arrivo? Lo abbiamo girato tra i colli bolognesi e il lago di Suviana, con la direzione di Riccardo Sarti. L’idea è quella di raffigurare, tramite le immagini, il viaggio di ricerca che ognuno di noi fa dentro sé stesso durante la propria vita, un ricerca condizionata di chi e cosa s’incontra lungo il percorso. Vuole essere una trasposizione visiva del brano stesso, insomma. Hai in mente qualche concerto quando si riapriranno le sale? Non vedo l’ora di avere la possibilità di fare ascoltare dal vivo i brani del disco. Spero succederà presto! Teatro o musica nel futuro di Stefano? Quale strada preferisci? Sarebbe davvero impossibile scegliere una strada univoca. Io ho l’abitudine di partire da ciò che voglio dire in un determinato momento della mia vita e il resto dipende dal modo con cui decido di dirlo, il linguaggio che scelgo di usare. Teatro, musica, letteratura, cinema, ecc. sono tutti linguaggi. E più lingue conosciamo meglio è, non credete? Perché scegliere? Se proprio devo farlo, scelgo di imparare sempre una nuova lingua! • RS


MEDIA DIGITALI

Nascono " The studios:

Milan

Media

House"

UN NUOVO MODELLO PER GESTIRE L'INTERO PROCESSO DI PRODUZIONE E DIFFUSIONE DEI CONTENUTI DEL CLUB

U

n'icona sportiva globale, con oltre 500 milioni di tifosi nel mondo e 121 anni di successi, che guarda al futuro accelerando il percorso di trasformazione digitale: è AC Milan che annuncia quest'oggi la nascita di The Studios: Milan Media House, un innovativo hub di produzione e distribuzione mediatica di proprietà. Nel contesto di un'industria dello sport in evoluzione, che si sta spostando sempre più verso l'intrattenimento, The Studios: Milan Media House rappresentano l'emblema del processo di digitalizzazione intrapreso dal Club dopo l'arrivo della nuova proprietà nel 2018: un nuovo modello D2C (direct to consumer) che permetterà al Club di rafforzare il legame emotivo con la propria

consumer base e ingaggiare nuovi utenti grazie a contenuti sempre più rilevanti e adatti alle diverse piattaforme (dalla TV ai social come Twitch o Tik Tok). All'interno di que-

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sto percorso evolutivo di AC Milan come Media Company, i nuovi studi multimediali rappresentano un passaggio chiave: un cuore tecnologico inserito all'interno del primo piano


della Redazione

di Casa Milan - headquarter della Società rossonera a Milano - che si sviluppa su una superficie di 1000 metri quadrati, costituendo uno spazio innovativo di produzione, creatività e sviluppo di contenuti. Il nuovo concept, grazie alla tecnologia fully digital 100% IP based, mira a rivoluzionare la fruizione mediatica dei tifosi rossoneri in tutto il mondo per vivere il Club a 360 gradi ed immergersi nella passione rossonera. A disposizione dei nuovi studi, che potranno essere affittati anche da terze parti per la produzione dei propri contenuti, ci sono tre set diversi connessi direttamente con la sala conferenze di Milanello e dotati di tecnologia all'avanguardia, incluse telecamere 4k e display con tecnologia LCD-LED. Previste, infine, una control room con sette postazioni di lavoro e una sala speakeraggio per il commento delle partite e la registrazione di Podcast. A guidare il team di "The Studios: Milan Media House" - composto da circa quaranta persone tra l'area tecnica e creativa - sarà il Marketing & Digital Director AC Milan Lamberto Siega che, a diretto riporto del Chief Revenue

Officer Casper Stylsvig, guiderà il processo evolutivo del progetto consentendo al Club di cogliere con successo le opportunità che gli scenari futuri

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del settore presenteranno - dalla gestione dei diritti sportivi all'ingresso degli OTT. "Con The Studios: Milan Media House - spiega Lamberto Siega - aumentiamo in maniera significativa la produzione di contenuti multimediali, sia per le piattaforme più tradizionali che per quelle più innovative. Il progetto ha nella flessibilità scenica e nella tecnologia di ultima generazione due pilastri fondamentali che consentiranno di mettere a disposizione questi spazi anche ai partner commerciali o terze parti interessate e ovviamente alle strutture interne del Club. Sarà infatti possibile ospitare le TownHall della società, incontri con sponsor ed eventi di teamworking". • RS


EDITORIA

Harry

Potter incontra

l e ' ccellenza di

De Lucchi

L’ARCHITETTO E DESIGNER MICHELE DE LUCCHI FIRMA LE COPERTINE DELLA NUOVA EDIZIONE DELLA SAGA

D

opo oltre vent’anni la saga più amata nel mondo torna in una nuova veste grafica tutta italiana per far immergere i lettori nei paesaggi sconfinati e nelle architetture fantastiche immaginate dall’eccellenza internazionale Michele De Lucchi e AMDL CIRCLE e illustrate dall’artista digitale Andreas Rocha. Tutti e sette i libri sono già diosponibili dallo scorso 21 gennaio in libreria. La magia continua! IL PROGETTO È il primo progetto internazionale creato da un artista/architetto che con il suo Circle multidisciplinare di artisti ha sviluppato un concept basato sulla reinterpretazione dei codici di Harry Potter attraverso una visione contemporanea, dando forma a scenari epici per i futuri lettori di Harry Potter. L’immaginario di ogni lettore è chiamato a dialogare con la ricerca architettonica dello studio AMDL CIRCLE, ispirata alla filosofia delle Earth Stations, tipologie architettoniche visionarie che riflettono

© Giovanni iGastel

Michele De Lucchi

questo modo le copertine riflettono l’evoluzione e la crescita di Harry Potter stesso nei sette libri e dei personaggi in una sorta di crescendo musicale.

sui temi della contemporaneità. Per le copertine sono stati scelti personaggi colti in momenti fondamentali e architetture evocative per ciascun libro, perché le architetture sono emblematicamente forme che contengono la vita e i sentimenti umani e hanno reso la situazione epica senza disturbare l’immaginazione che rimane libera di dare forma ai personaggi come ciascuno vuole. Il concept gioca con la luce nelle varie ore del giorno, mette i paesaggi in evoluzione e usa anche un font tipografico nuovo e variabile - che da bastone diventa graziato - frutto della collaborazione con i designer svizzeri Elias Hanzer e Fabian Harb (Dinamo). Un font con la particolarità di adattarsi e modificare il suo aspetto mantenendo una coerenza nel disegno del carattere cambiando impercettibilmente dal primo al settimo libro. In

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LA PAROLA DELL’EDITORE «Tante e assai varie, molte bellissime, sono le copertine nel mondo della saga di Harry Potter, - commenta Mariagrazia Mazzitelli, direttore editoriale di Salani - da quando nel lontano marzo 2000, a una festa dei suoi editori a Londra, J.K. Rowling dichiarò che amava e auspicava la varietà delle rappresentazioni. Mancava ancora però un progetto grafico creato da un artista, un architetto e designer che ci rappresentasse a livello internazionale, un’eccellenza del Made in Italy. Salani ha individuato il visionario Michele De Lucchi: c’è qualcosa di ‘potteriano’ nel personaggio, nello studio che dirige, è perfettamente nello spirito di Harry Potter, basta guardare


di Daniele Colzani

il suo sito. La nostra proposta è stata accolta con immediato entusiasmo e, sin dal primo incontro, l’architetto De Lucchi aveva in mente in modo chiaro come realizzare le copertine. Abbiamo lavorato con una sintonia assoluta mettendo insieme due team di lavoro, la Salani e lo studio AMDL CIRCLE, come se stessimo realizzando un edificio e utilizzando elementi naturali, come il legno, il paesaggio, il colore e la luce per amplificare l’immaginazione del lettore e l’immaginario di Harry Potter. Perché la saga di Harry Potter altro non è che un’architettura esemplare di parole dove tutto si tiene.» IL COMMENTO DI MICHELE DE LUCCHI «La fantasia alimenta la fantasia, - dichiara Michele De Lucchi - le visioni alimentano le visioni. Tutta la nostra imma-

ginazione è un processo di trasformazione, un divenire che si nutre di altre visioni consone e non per forza coerenti. Nel progetto delle copertine di Harry Potter, con il mio studio AMDL CIRCLE abbiamo inserito elementi iconici della nostra ricerca architettonica per amplificare l’immaginazione del lettore e l'iconografia di Harry Potter attraverso scenari mai visti finora, ponendo il genere fantasy in dialogo con l'architettura contemporanea. Le ambientazioni che ne derivano vogliono creare un ponte tra l'immaginario collettivo su Harry Potter e l'immaginario di ciascuno di noi. Quando lasci correre la mente, non cerchi subito un filo conduttore. La fantasia e la creatività rendono sempre più ricca e gratificante l’esistenza e l'architettura può contribuire ad alimentarle. È stato bello animare i nostri edifici con le storie fantastiche di J.K. Rowling perché dall'intreccio sono nati nuovi paesaggi immaginari. Tutti abbiamo paesaggi immaginari nella mente e nel cuore, scaturiscono dall'incontro tra il mondo esterno e il mondo interno dove si mescolano ricordi, emozioni, sentimenti. Ogni volta che aggiungia-

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mo un'immagine e un racconto alla memoria questi paesaggi immaginari cambiano perché cambia la possibilità di assemblare i pezzi, così anche la fantasia si alimenta e cresce.» • RS


MOSTRE / 2

Il

Divisionismo si "riprende"

le sale del Castello Visconteo UN PERCORSO RICCO E AFFASCINANTE TRA LE OPERE PIÙ SIGNIFICATIVE DEI MAESTRI ITALIANI

Emilio Longoni Ragazzina col gatto, 1893-1896 olio su tavola, 24x33 cm Collezione privata

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a grande mostra Divisionismo La rivoluzione della luce a Novara nella magnifica cornice del Castello Visconteo Sforzesco - programmata originariamente dal 23 novembre 2019 sino al 12 aprile 2020 e chiusa anticipatamente per l’emergenza sanitaria - ha riaperto i battenti e sarà visitabile fino al prossimo 5 aprile 2021. Per dare risposta alle attese di oltre trentamila persone che avevano prenotato e avrebbero dovuto vedere la mostra durante i due mesi in cui è stata sospesa dal lockdown

e a coloro che avevano manifestato il desiderio di rivederla, l’Associazione METS Percorsi d’arte si è prodigata, con l’appoggio della curatrice Annie-Paule Quinsac, tra i massimi esperti di Divisionismo italiano, per riottenere le opere, al fine di proporre una rassegna che corrispondesse al progetto scientifico originale: raccontare la storia del Divisionismo italiano, rivoluzione della luce, in diciotto artisti, sessantasette opere, otto sale. Il successo nell’ardua impresa di rewind si deve in

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gran parte alla straordinaria generosità dei prestatori, privati e museali – inclusi i due musei svizzeri – che hanno creduto fino in fondo alla ripresa. Grazie alla loro dedizione, su sessantasette opere soltanto sei non sono presenti all’appello, un’assenza imposta da ragioni di conservazione che, dando luogo a importanti sostituzioni, ha permesso di approfondire alcuni aspetti del racconto espositivo. Tra i dipinti assenti, l’unico non rimpiazzato è la monumentale Maternità di Previa-


di Daniele Colzani

ti, fragilissimo e di difficile movimentazione, in assoluto insostituibile, rappresentato da una riproduzione di stessa misura (175,5 x 412,5 cm) collocata all’ingresso, dove si trovava all’inizio della mostra, nell’apparato didattico che spiega la storia e l’importanza dell’opera. Negli altri casi, invece, si è scelto di far subentrare dipinti che avessero lo stesso peso dei precedenti e potessero illustrare aspetti diversi delle problematiche affrontate in questa esposizione. LE SOSTITUZIONI Le cinque sostituzioni riguardano quattro sale: • Sala 2: La Prima Triennale di Brera. Uscita ufficiale del Divisionismo, al posto della grande tela di Sottocornola Fuori di porta (Le sorelle), si presenta un capolavoro di Segantini, Petalo di rosa (1890), che in un primo momento l’artista aveva pensato di notificare alla Triennale. La tela illustra un aspetto del simbolismo di Segantini, e la presenza di alcune microfotografie di analisi non

Giovanni Segantini Petalo di rosa, 1890 olio su tela con aggiunte a foglia e polvere d’oro, 64x50 cm Firmato e datato in alto a destra: “G. Segantini 1890” - Collezione privata

invasive, che documentano l’uso dei metalli, permette di introdurre una riflessione sulla sua tecnica polimaterica. L’intero procedimento si coglie in modo più immediato grazie al confronto con il dipinto stesso.

Angelo Morbelli Venduta! 1897 Olio su tela, 67 x 107 cm Firmato e datato in basso a sinistra: “Morbelli 1897” Collezione privata

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• Sala 3: L’affermarsi del Divisionismo, Venduta! (1897) di Morbelli, dal linguaggio divisionista raffinato quanto quello di Riflessioni di un affamato di Longoni, dipinto che sostituisce, è stato scelto perché nel corpus di quest’ultimo non esistono altre opere di denuncia che possano avvicinarsi in potenza alla tela divenuta icona del coinvolgimento sociale dell’artista. Venduta!, terzo dipinto dedicato da Morbelli alla prostituzione minorile, è un assoluto capolavoro che traduce un messaggio paragonabile in forza a quello di Longoni, anche se di implicazione morale diversa. • Sala 4, Pellizza da Volpedo. Tecnica e simbolo, la sostituzione di due opere, La processione (1892-1895) e Tramonto (1900-1902), e la necessità di mantenere l’ordine cronologico, hanno conferito alla piccola sezione un


carattere di testimonianza dell’evoluzione dell’artista maggiore di quanto avesse nella versione originale. La piazza di Volpedo (1888), dipinta a Firenze sotto l’influenza di Fattori, è esposta sulla stessa parete di Il ponte (1892 circa), primo tentativo di divisone del colore, e ciò permette di capire l’evoluzione dalla pittura ad impasto al divisionismo. Rimasta identica è la parete centrale dedicata al monumentale Sul fienile (1893-1894), esito maestoso del simbolismo naturalista dell’artista. Sulla parete a sinistra invece permane, a conclusione della presenza di Pellizza in mostra, il paesaggio Nubi di sera sul Curone (1905-1906), preceduto, in contraltare, da Il ritorno dei naufraghi al paese (L’annegato) del 1894 che accentua, in stato d’animo e linguaggio pittorico, l’impatto di Sul Fienile. • Sala 8, Il nuovo secolo. L’evolversi del Divisionismo, Alba domenicale di Morbelli (1915) è stata sostituita con

Giuseppe Pellizza, Il ritorno dei naufraghi al paese (L’annegato), 1894, olio su tela, 34,5x57,5 cm firmato in basso a destra G. Pellizza Collezione privata

Per sempre (1906), l’ultima delle due tele dedicate al “mal sottile”, la tubercolosi, flagello che allora falciava esseri giovani con una frequenza tale da tradursi nel morboso fascino ottocentesco del “fior reciso”, celebrato in memorabili poemi, liriche, dipinti e sculture. Proprio in quella tematica il dipinto chiude un’era, ma l’ar-

tista evita un pathos scontato grazie alla magia del linguaggio divisionista spinto all’intensità estrema, uno dei più puri esempi del divisionismo di Morbelli in cui le particelle di colore polverizzate sulla tela rendono in vibrazione luminosa la dicotomia eternità della natura - caducità della vita umana. • RS

Angelo Morbelli, Per sempre, 1906 olio su tela, 87 x 135 cm Firmato e datato in basso a sinistra: “Morbelli 1906” Collezione privata

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MOSTRE

Le Signore dell ' Arte in mostra a

Milano

OLTRE 150 OPERE DI 34 MAGNIFICHE ARTISTE VISSUTE TRA IL ‘500 E IL ‘600, CHE FINALMENTE TORNANO A RISPLENDERE

D

al 2 marzo al 25 luglio 2021, le sale di Palazzo Reale di Milano ospitano una mostra unica dedicata alle più grandi artiste vissute tra ‘500 e ‘600: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre. La mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, con il sostegno di Fondazione Bracco, e aderisce al palinsesto I talenti delle donne, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dedicato all’universo delle donne, focalizzando l’attenzione, per tutto il 2020 e fino ad aprile 2021, sulle loro opere, le loro priorità e le loro capacità. Con la mostra Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600, l’arte e le incredibili vite di 34 diverse artiste vengono oggi riscoperte attraverso oltre 150 opere, a testimonianza di un’intensa vitalità creativa tutta al femminile, in un singolare racconto di appassionanti storie di donne già “moderne”. Vi sono le artiste più note ma anche quelle meno conosciute al grande pubblico, ci sono nuove scoperte, come la nobile romana Claudia del Bufalo, che entra a far parte di questa storia dell’arte al femminile, e ci sono opere esposte per la prima volta come la Pala della Madonna dell’Itria di Sofoni-

Artemisia Gentileschi Davide con la testa di Golia, 1631 ca. Olio su tela, 203,5x152 cm Collezione privata

sba Anguissola, realizzata in Sicilia, a Paternò, nel 1578 e mai uscita prima d’ora dall’isola; così come lascia per la prima volta Palermo la pala di Rosalia Novelli Madonna Immacolata e san Francesco Borgia, unica opera certa dell’artista, del 1663, della Chiesa del Gesù di Casa Professa; o la tela Matrimonio mistico di Santa Caterina di Lucrezia Quistelli

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del 1576, della parrocchiale di Silvano Pietra presso Pavia. Sotto la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, le opere selezionate per la mostra provengono da ben 67 prestatori diversi, tra cui - a livello nazionale - le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, Castello Sforzesco, Galleria nazionale dell’Um-


di Daniele Colzani Elisabetta Sirani Porzia che si erisce alla coscia, 1664 Olio su tela, 101x138 cm Bologna, Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

bria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna e - dall’estero - dal Musée des Beaux Arts di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia). LE SIGNORE DELL'ARTE Tra le eroine in mostra a Palazzo Reale domina per celebrità la figura di Artemisia Gentileschi: figlia di Orazio, icona di consapevolezza e rivolta, artista e imprenditrice, la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca e il suo successo la porta allo scarto dalla sua categoria sociale; un esempio di lotta contro l'autorità e il potere artistico paterno, contro il confinamento riservato alle donne. Di Sofonisba Anguissola cremonese che visse oltre dieci anni alla corte di Filippo II a Madrid, per poi spostarsi in Sicilia quando sposa il nobile Fabrizio Moncada, a Genova dopo il secondo matrimonio con Orazio Lomellini, e di nuovo in Sicilia, dove fu visitata da Antoon van Dyck nel

1624 - saranno esposti capolavori assoluti come la Partita a scacchi (del 1555 e proveniente dal Muzeum Narodowe di Poznan, Polonia), la già citata Pala della Madonna dell’Itria (1578), che è stata oggetto di un importante restauro realizzato grazie alla collaborazione con il Museo civico Ala Ponzone di Cremona. E ancora Lavinia Fontana bolognese e figlia del pittore

manierista Prospero Fontana -, che a 25 anni sposa il pittore imolese Giovan Paolo Zappi alla sola condizione di poter continuare a dipingere, facendo così del marito il proprio assistente - in mostra con 14 opere, tra cui l’Autoritratto nello studio (1579) degli Uffizi, la Consacrazione alla Vergine (1599) del Musée des Beaux-Arts di Marsiglia, e alcuni dipinti di soggetto mitologico di rara sensualità. E poi ancora la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, in mostra con potenti tele in cui sono raffigurati il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile, come in Porzia che si ferisce alla coscia (1664) e in Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno (1659) del Museo di Capodimonte di Napoli; Ginevra Cantofoli, con Giovane donna in vesti orientali (seconda metà del XVII); Fede Galizia con l’iconica Giuditta con la testa di Oloferne (1596); Giovanna Garzoni, altra modernissima donna che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma, in mostra con rare e preziose pergamene.

Sofonisba Anguissola Partita a scacchi, 1555 Olio su tela, 70x94 cm Poznań, Fondazione Raczyński presso Narodowe Museum di Poznań The Raczyński Foundation at the National Museum in Poznań

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Elisabetta Sirani L'amorino trionfante, 1661 Olio su tela, 89x70 cm Bologna, collezione privata

Elisabetta Sirani Venere e Amore, 1664 Olio su tela, 101x85 cm Collezione Privata

LA MOSTRA pittorica, che limita lo spazio e Figlie, mogli, sorelle di pit- rende la carne, la stoffa, il dettori, o a volte donne di reli- taglio, luoghi privilegiati dello gione: la mostra Le Signore sguardo - ma anche tramite la dell’Arte presenta non solo la loro produzione religiosa, migrandiosa abilità compositiva tologica e di genere, spaziando di queste pittrici, ma - attraver- a tutto campo nei loro diversiso il racconto delle loro storie ficati percorsi umani e stilistipersonali - guarda al ruolo da ci. loro rivestito nella società del Che siano ritratti o compotempo, al successo raggiunto sizioni simboliche di frutti e da alcune di esse presso le grandi corti internaLavinia Fontana zionali, alla loro capaciGalatea e amorini tà di sapersi relazionare, cavalcano le onde distinguere e affermare della tempesta su un trasformandosi in vere mostro marino, e proprie imprenditrici, 1590 ca. e di sapersi confrontare Olio su rame, con i loro ideali e diversi 48x36,5 cm stili di vita. Collezione Queste pittrici sfidano privata l’universo dell’arte “al maschile”, adottando le canoniche regole compositive e iconografiche riuscendo però ad apportare inediti guizzi inventivi ed espressioni audaci. Una “maniera” resa non soltanto attraverso il ritratto - centro dinamico dell’espressione

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fiori, i soggetti ritratti diventano potenti strumenti di libertà dell'espressione, testimoni dei misteri della psiche in bilico tra virtù e pathos sordo e doloroso, dalla carica eroica intima e quotidiana ma che a volte raggiunge un’ampiezza teatrale che mescola l'esistenza con la storia. Donne che fanno, tutte, della pittura la loro professione, al di fuori delle botteghe dei Maestri. Un percorso, che porterà alcune di loro a far parte delle Accademie del tempo: Artemisia Gentileschi viene ammessa all’Accademia del disegno di Firenze nel 1616; della prestigiosa Accademia di San Luca a Roma faranno parte Giovanna Garzoni, Anna Maria Vaiani, Virginia Vezzi, Maddalena Corvina, Plautilla Bricci, Elisabetta Sirani, Diana Scultori e Maddalena Corvina.


A legittimare la ficome Caterina Cantoni gura della donna artie Antonia Pellegrini; sta nella storiografia le ricercatissime fiocontemporanea è già riste come Margheriil Vasari che introduta Caffi, Francesca e ce nelle due edizioGiovanna Vincenzina, ni delle Vite (1550 Anna Stanchi; artiste e 1568) il racconto di grande garbo come dell’attività della la ravennate Barbara scultrice bolognese Longhi e la bolognese Properzia de’ RosGinevra Cantofoli; pitsi alla quale dedica trici venete di grande un’intera biografia, fama anche se note per ma cita anche altre rare opere come Madonne che si sono rietta Robusti (figlia distinte nella pratica di Tintoretto) e Chiara artistica. Varotari (sorella del Orsola Maddalena Caccia Ma è con Chiara Padovanino), la viterSanta Margherita di Antiochia, Varotari ed Elisabetbese Virginia Vezzi, metà XVII secolo Olio su tela, 95x73 cm ta Sirani, che si arriva moglie e compagna arSantuario della Beata Vergine all’apertura rispettitistica di Simon Vouet, Maria delle Grazie - Curtatone (MN) vamente a Venezia la celebre “architettoe a Bologna delle ra” romana Plautilla prime scuole d’arte per sole dici o straordinari, ma è un Bricci, la siciliana Rosalia donne. fenomeno che abbraccia, con Novelli; le famose “incisore” Nomi altisonanti ma non caratteristiche diverse, tutta Diana Ghisi e Anna Maria Vasolo: la mostra, porta in evi- l’Italia. iani; e artiste che, allo stato atdenza anche una costellazioTante sono le storie rac- tuale degli studi, sono ancora ne di giovani talentuose che, contate: esistenze vissute fra poco più che dei nomi come seppur con storie e percorsi le mura dei conventi, come Claudia Del Bufalo, Maddaledifferenti, fanno comprende- quelle della fiorentina Plautil- na Corvina e Maddalena Nare come il ruolo delle donne la Nelli, la piemontese Orsola tali. acquisito nel corso del XVI Maddalena Caccia, la romana L’evento è consigliato da e XVII secolo non sia legato Lucrina Fetti; storie di raf- Sky Arte.Il catalogo è edito da solo a singoli episodi spora- finate ricamatrici lombarde Skira. • RS Ginevra Cantofoli Sibilla Olio su tela, 63x46 cm Collezione privata Courtesy Cantore Galleria Antiquaria

Orsola Maddalena Caccia Sibilla Persica, quinto decennio del XVII sec. Olio su tela, 110x78,5 cm Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Asti

WWW.LESIGNOREDELLARTE.IT 99


TURISMO

Care amiche mie,

finalmente si riparte!

L’8 MARZO È L'OCCASIONE PER RITROVARE AMICHE E RELAX CON UNA FUGA DALLO STRESS DEGLI ULTIMI MESI PASSATI IN CASA

È

tempo di recuperare le amiche e partire alla volta del meritato relax, dopo un anno di grande stress. Poche ma buone, come si dice, e in luoghi che garantiscono i massimi standard di sicurezza, distanziamento e igiene. Ecco qualche idea per concedersi qualche giorno di benessere fisico e psicologico e vivere con serenità la festa della donna. PER LE "AVVENTUROSE" Basta mezza giornata per diventare dive, complici occhialoni anni '60 e una spider fiammante, per con-

cedersi un'avventura lungo i dolci panorami del Lago di Garda. Una fuga con l'amica del cuore, open air, lontano da tutti, è proprio quello che ci vuole per ritrovare il (perduto) senso di libertà. Slow Drive, ditta di Padenghe sul Garda (BS) specializzata nel noleggio di vetture d’epoca senza conducente – offre splendide vetture su quattro ruote come Alfa Romeo Giulietta, Maggiolino Karmann, Fiat Cabriolet, Triumph Spitfire,

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di Daniele Colzani

Mini Cooper e tante altre. Si possono noleggiare sul sito www.classiccartour.eu per mezza giornata o un giorno intero (prezzo a partire da 200 euro al giorno) oppure partecipare con altre vetture ai tour guidati. Tra gli itinerari proposti, il tour guidato dei Castelli del Garda oppure il giro fra le Colline Moreniche del Garda. I tour hanno durata di circa 3 ore e mezza e si svolgono tutti i giorni, dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 12.30 oppure dalle 15.00 alle 18.30, a partire da 99 euro a persona. • Per info: 030-99.07.712 www.noleggioautodepoca.eu

Momenti di relax al Lido Palace di Riva del Garda

© Infraordinario

PER LE "LUXE ADDICTED" Il Lido Palace di Riva del Garda (TN), hotel 5 stelle Lusso ricavato in un palazzo del 19° secolo dal lussuoso design, incorniciato da un parco secolare, con strepitosa vista sul Lago di Garda, offre un’esperienza unica da vivere tra amiche, all'insegna di bellezza, natura, gastronomia e benessere. Il pacchetto Dine & CXI SPA Pleasure comprende un pernottamento, colazione con un’ampia scelta di deliziosi prodotti dolci e salati e incantevole vista sul Lago di Garda, una cena per due con menu degustazione di cinque portate e selezione di vini della riserva del sommelier, massaggio di coppia rilassante alla schiena con olio tiepido per agire sullo stress con delicate pressioni e dolci manovre (25 minuti), accesso alla CXI SPA, in un percorso

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polisensoriale dalla piscina interna alla stanza del sale, ai percorsi umidi e cromoterapici, fino a mezzogiorno del giorno di partenza. • Per info: 0464-02.18.99 www.lido-palace.it PER LE APPASSIONATE DI MONTAGNA Linee cosmetiche naturali e le Dolomiti del Brenta innevate da ammirare nella Spa di design del Solea Boutique & Spa Hotel di Fai della Paganella (TN). Le amiche amanti della natura e del cibo d’autore hanno a disposizione nel centro wellness un luogo di totale relax in cui condividere ricordi e momenti speciali, con trattamenti nuovi e personalizzati. Qui si può nuotare nella piscina esterna collegata alla piscina interna, rilassarsi nell’idromassaggio


La piscina esterna del Solea Boutique & SPA Hotel

ammirando la Valle dell’Adige, nella sauna ad infrarossi, il bagno turco, la finlandese e il frigidarium, vivere attimi spensierati tra le docce emozionali e le zone relax con lettini sospesi e lettini ad acqua, sorseggiando insieme una tisana alle erbe locali. “Amiche al Solea” comprende 1 pernottamento con trattamento di pensione ¾ (light lunch, buffet pomeridiano e cena), ingresso alla spa e un

trattamento benessere a scelta della durata di 30 minuti. • Per info: 0461-58.10.65 www.hotelsolea.com PER LE AMANTI DEL BENESSERE È bello sorprendere la propria migliore amica! Lo è ancora di più se lo si fa con lussuose ore di benessere, accompagnate da chiacchiere e confidenze, mentre si sorseggia un buon

L'area Wellness & SPA dell'Alpenpalace Luxury Hideaway & SPA Retreat

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bicchiere di champagne. Le amiche amanti delle vette, trovano in Valle Aurina (BZ) cime che superano i 3mila metri e 2 comprensori sciistici in cui divertirsi insieme sulla neve: il Klausberg e lo Speikboden. Sono a 10 minuti dal favoloso 5 stelle Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat, che unisce benessere alpino e sapienza ayurveda nel suo centro wellness di 3mila mq. L’offerta “Ladies Days” comprende 4 pernottamenti con trattamento di mezza pensione e utilizzo dell’area Wellness & Spa, trattamento viso specifico (La Prairie Signature Facial, della durata di 90 minuti), peeling corpo La Prairie Energizing Bath (durata 35 minuti), massaggio con oli aromatici in combinazione con le virtù terapeutiche di piante speciali (durata 50 minuti), trattamento “Le mani a 360 gradi” manicure con peeling delicato e massaggio rilassante (durata 70 minuti), partecipazione al programma di relax ed esercizio, aperitivo con champagne o cocktail al bar. • Per info: 0474-67.02.30 www.alpenpalace.com • RS


Guarda in faccia la tua vera Natura.

emozionati, impara, divertiti! 42 ettari di Collina Morenica, oltre 1.500 animali di 250 specie selvatiche provenienti da tutto il mondo, una serra tropicale, uno zoo safari e un percorso dedicato ai giganti del passato. Un grande Parco, vivo ed emozionante, dove conoscere il passato e il presente della Natura e capire come possiamo proteggerla per portarla con noi nel futuro.

103 B u s s o l e n g o Ve r o n a w w w. p a r c o n a t u ra v i va . i t


ARTE & CO.

Una galleria en plein air: l’Emilia e le sue statue

DAI CAVALLI DI PIACENZA AI MONUMENTI PARLANTI DI PARMA, FINO A DON CAMILLO E PEPPONE A BRESCELLO

Photo by Edoardo Fornaciari © Visit Emilia

Statue Parlanti a Parma, Giuseppe Verdi

C

ome se non bastassero la natura, i castelli, i teatri e l’arte della cucina che invade ogni angolo della sua superficie una e trina, a identificare Visit Emilia come un autentico museo a cielo aperto partecipano anche statue e sculture di svariato genere, collocate in sontuosi spazi pubblici e in luoghi insospettabili, uniti dall’assenza di pareti e da quel soffitto intangibile eppure imponente che è il cielo. Parma, Piacenza e Reggio Emilia danno vita allora a un’eclettica esposizione della creatività e dell’ingegno che può essere serenamente ammirata in tempi che rendono

quantomeno imprevedibile o incerta la possibilità di accedere a mostre e musei. Se vederle per la prima volta è un’esperienza unica, perfino chi è abituato alla loro presenza può cogliere l’occasione per scoprirne nuovi dettagli o ritrovarle inserite in un contesto inedito. LE STATUE PARLANTI E IL SENTIERO D’ARTE Nel maggio del 2019, a Parma, le statue hanno cominciato a parlare. Dal Gruppo del Sileno situato a Parco Ducale, fino al Verdi seduto che presidia la Casa della Musica in Piazzale San Francesco, sono 16 le sculture alle quali il progetto

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TalkingTeens ha dato voce. Realizzata con il coinvolgimento di 350 studenti delle scuole superiori, l’iniziativa permette alle opere di comunicare direttamente con turisti e passanti grazie a QR Code, app e smartphone: le istruzioni collocate nei pressi del monumento spiegano come ricevere dal personaggio raffigurato una telefonata esplicativa rispetto alla sua realizzazione, con tanto di dettagli storici, aneddoti e vicende biografiche. Le indicazioni sono presenti anche in braille per non vedenti o ipovedenti, mentre le chiamate possono essere ascoltate in italiano, inglese o, a volte, in dialetto parmigiano.


Uscendo da Parma, il Sentiero d’Arte è pensato per Sentiero dell'Arte, Mirta Carroli, valorizzare il territorio di Seguendo il volo dei rotori, 2020, Langhirano. Partendo dalla Badia Benedettina verso il rinascimentale Castello di Torrechiara di Pier Maria Rossi, fino a raggiungere il paese di Langhirano, il museo diffuso si integra in un paesaggio intatto e segnato dal corso ondeggiante dell’antico Canale di San Michele. Gli artisti contemporanei selezionati per il progetto hanno realizzato opere di forte valenza intellettuale e poetica che, nel rispetto della specifica nome di Piazza dei Cavalli. situazione ambientale, ne inPoggiate su basamenti in terpretano luci e atmosfere. marmo bianco di Carrara, le statue di Alessandro e RanucCAVALLI DEL MOCHI cio I Farnese sono capolavori E MIMMO PALADINO assoluti dell’arte barocca, imTra i simboli più noti della preziositi da elementi come le città di Piacenza, i due monu- targhe, i 16 armoniosi putti, le menti equestri in bronzo rea- decorazioni, gli stemmi e, solizzati nel ‘600 dallo scultore prattutto, i bassorilievi raffiguFrancesco Mochi da Monte- ranti le Allegorie della pace e varchi sono talmente consi- del Buon Governo o le scene derati da aver determinato il tratte dalla guerra combattu-

ta da Alessandro stesso nelle Fiandre. Fino al 28 febbraio 2021, le due opere residenti dialogheranno con l’installazione monumentale realizzata da Mimmo Paladino, composta da 18 cavalli in vetroresina, ispirati a modelli funerari di origine etrusca.Contenute da e in una base quadrangolare di dodici metri per lato, le sculture contemporanee dell’artista campano sembrano emergere da una dimensione effimera per illuminare con la loro apparizione temporanea due strabilianti esempi della creatività umana. DALL’ARTE FUNERARIA ROMANA ALLE DANZE CONTEMPORANEE Sarebbero monumenti anche se non fossero statue ma rimane comunque il fatto che Don Camillo e Peppone, o meglio le loro versioni in bronzo, sono protagonisti dell’ennesiAlpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat SPA salina

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Photo by foto Michele Riccomini e Alessandro Violii © Visit Emilia

di Daniele Colzani


Photo by Mario Rebeschini © Visit Emilia

mo e infinito incontro in Piazza Matteotti a Brescello, paese in cui Giovannino Guareschi ha ambientato tutte le vicende della strana coppia. Dalla parte del municipio il sindaco, dalla parte della chiesa il parroco, le due sculture realizzate da Andrea Zangani hanno fatto la loro comparsa nel 2001, a ricordo dei 50 anni dal primo film della saga. Tra le espressioni più interessanti del rilievo funerario romano di tutta l'Italia settentrionale, il Monumento ai Concordi è un recinto rettangolare rinvenuto a Boretto del 1929 e riposizionato nei Giardini di Reggio Emilia l’anno successivo, per volere dell’allora soprintendente: realizzata in marmo di botticino, l’opera è presumibilmente un reperto del I secolo d.C. e intendeva sottolineare il prestigio di alcuni illustri cittadini della comunità di Brescello. Sempre a Reggio Emilia, sono imperdibili l’A-

Statua di Peppone a Brescello (RE)

raba Fenice di Luciano Fabro e la Danza di Astri e di stelle di Eliseo Mattiacci, entrambe – rispettivamente collocate nel cortile dell’Università e nella

Statua di Don Camillo a Brescello (RE)

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distesa verde della Fondazione Aterballetto - inserite nel progetto Invito a..., che ha portato quattro artisti contemporanei di fama internazionale a dialogare con gli spazi della città. Dal Palazzo Ducale di Rivalta, dove era parte del complesso ornamentale della Villa, arriva invece la Statua del Crostolo, che dal 1802 fa bella mostra di sé nella centralissima Piazza Prampolini. Risale infine al 12 novembre del 1888 l’inaugurazione della statua in marmo di Carrara di Lazzaro Spallanzani a Scandiano, nella piazza che, da quel momento, prese il nome dell’illustre scienziato. Opera di Guglielmo Fornaciari, la scultura mostra lo studioso intento a osservare con la lente d’ingrandimento una rana, realizzata da Vasco Montecchi. Nato nel 1729, il naturalista è il più celebre cittadino del comune ed è considerato anche un precursore della virologia. Fatto che, oggi come oggi, rende quantomeno di buon auspicio una visita al monumento. • RS


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RESTAURI

Il restauro del di

Labirinto

Pietro Porcinai

RIPRENDE VITA LA STRUTTURA DEL GRANDE ARCHITETTO PAESAGGISTA ITALIANO, INSERITA NEL PERCORSO MONUMENTALE DEL PARCO DI PINOCCHIO

È

in corso a Collodi (PT) il restauro del Labirinto di Pietro Porcinai, opera del grande architetto paesaggista italiano inserita nel percorso monumentale del Parco di Pinocchio. Pier Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi che è proprietaria del parco, spiega che: “l’intervento ha un costo complessivo di 73.810 euro, finanziati per il 50% dalla Fondazione CARIPT attraverso il bando Restauro del patrimonio artistico. L’ente, guidata dal notaio Lorenzo Zogheri (elet-

to presidente della Fondazione Caript nel maggio 2020, ndr), ha accolto il progetto di recupero presentato dalla Fondazione Collodi, consentendo così il ripristino di un parte importante del Parco di Pinocchio”. Il progetto “Intervento e ripristino del labirinto” è dell’architetto Carlo Anzilotti, che conosce bene il Parco di Pinocchio dove ha realizzato il “Laboratorio delle Parole e delle Figure” da uno “schizzo” di Giovanni Michelucci, struttura che oggi ospita il Museo Interattivo. I lavori sono affidati alla Giorgio

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Tesi Group che da anni collabora con la Fondazione Collodi. Come spiega Anzilotti nella relazione tecnica e paesaggistica: “Il Labirinto in oggetto è di tipo classico con una sola entrata e un unico vicolo cieco in fondo al percorso. La realizzazione originaria prevede un percorso pavimentato con formelle di cemento e una rete in verticale con edera capace di creare delle pareti continue per un percorso di scoperta. Nel corso del tempo vi sono stati vari interventi manutentivi e di adeguamento alle normati-


di Daniele Colzani

ve, ma oggi il Labirinto necessita di un intervento di restauro radicale al fine di assumere l’aspetto e la consistenza di un tempo, in quanto versa in stato di totale degrado della componente vegetale”. Bernacchi sottolinea che: “Questo restauro mira consentirà una complessiva rivalorizzazione del Parco di Pinocchio grazie al rifacimento del Labirinto come da progetto originale di Pietro Porcinai. È previsto il reintegro della parte verde dopo la realizzazione di opere di drenaggio. L’edera che c’era, infatti, ha subito danni dall’accumulo di acqua nel terreno argilloso, rendendo fino ad oggi inutili i cambi completi di piantagione fatti in precedenza dalla Fondazione Collodi”. Sempre dalla relazione tecnica dell’architetto Anzilotti è precisato: “L’intervento è significativo, la pavimentazione è prevalente rispetto alla terra per il reimpianto, c’è da fare un lavoro minuzioso di scavo per creare le nuove condizioni di messa a dimora e restituire l’immagine e la funzionalità della realizzazione originaria con una rete con edera, capace di creare delle pareti

continue per un percorso di scoperta. La realizzazione si concretizza con le seguenti opere: 1) lo smontaggio della recinzione esistente, lo scavo e smaltimento della terra attualmente presente; 2) la predisposizione di adeguato sottofondo drenante, il collegamento delle tubazioni drenanti, l’adeguamento della rete di smaltimento; 3) il riempimento

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con nuovo terriccio di coltura, il montaggio della recinzione esistente, - la fornitura e la messa a dimora di 600 piante di Hedera helix clt 3”. “La Soprintendenza è stata naturalmente informata – conclude il presidente Bernacchi – in quanto il Parco monumentale di Pinocchio è un opera d’arte riconosciuta e tutelata dal Ministero delle Belle Arti”. • RS


HOSPITALITY

Un angolo chic nel borgo medievale di Torgiano

LE TRE VASELLE RESORT & SPA OFFRE AI SUOI CLIENTI MOMENTI DI RELAX INDIMENTICABILI

L

a struttura accosta quiete e raffinato confort, tramite strutture e materiali tradizionali di una dimora storica umbra: mura spesse, travature lignee e pavimenti in cotto, a fare da cornice ad ampi camini in pietra, mobili umbri del ‘600 e ‘700 e tessuti da telai a mano dell’area di Perugia e del Centro Italia, il tutto tra lussuosi ed accoglienti angoli di conversazione e riposo. Le 52 camere e suite si affacciano sulle silenziose strade del borgo medioevale di Torgiano, su terrazze panoramiche e sulle verdi colline umbre. Il gusto raffinato della residenza d’epoca si riscontra nei due ristoranti, con menu legati alla stagionalità e alla disponibilità di materie prime fresche del territorio. Il Ristorante gourmet Le Melograne, formale ed elegante, è all’interno della hall padronale, il Risto-

rante Alla Vecchia Fornace è ricavato nei suggestivi locali di una fornace medievale dedita alla cottura della ceramica. Entrambi si rivolgono ad un pubblico alla ricerca del gusto genuino della cucina tipica e del mangiare umbro, in tutte le sue forme.

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La struttura si presta, inoltre, ad ospitare ogni tipo di evento ed è perfetta per indimenticabili matrimoni. Il centro benessere SPA bellaUve è dedicato alla vinoterapia, grazie al sapiente equilibrio tra l’utilizzo di prodotti derivati dalla vite, dall’uva e


a cura della Redazione

dal vino e una architettura sinuosa che ricorda il grappolo d’uva, con affaccio diretto sulla piscina esterna e le siepi di lavanda e gelsomino del Parco degli Ulivi Secolari. Le Tre Vaselle Resort & Spa offre una vasta gamma di servizi perfetta per consentire ai suoi ospiti di vivere una esperienza all’insegna del divertimento e del relax: corsi di cucina seguiti dallo chef, degustazioni di vino nella cantina medioevale con vini della selezione Lungarotti, visite alle Cantine Lungarotti e ai musei MUVIT e MOO, i musei del vino e dell’olio e dell’olivo, gite nelle aziende locali di

produzione e artigianato che sapranno offrire le più autentiche esperienze. Nelle vicinanze del Resort varie e diverse le esperienze che possono speri-

mentarsi: dalle indimenticabili passeggiate a cavallo in mezzo alle vigne, alle rilassanti giornate presso il Golf Club di Perugia “Un’oasi nel cuore verde dell’Italia” a soli 15km da Torgiano. La location, al centro dell’Umbria e vicina a tutte le principali assi stradali che attraversano la regione, è ideale per raggiungere tutte le città d’arte umbre: Assisi, Perugia, Gubbio e Spoleto, Deruta, Todi e Orvieto. Ma è essa stessa una destinazione, ponendosi sulla Strada dei Vini del Cantico, che percorre i comuni di Massa Martana, Todi, Fratta Todina, Monte Castello di Vibio, Collazzone, Marsciano, Perugia, Torgiano, Bettona, Cannara, Spello e Assisi. • RS

INFO & CONTATTI • LE TRE VASELLE RESORT & SPA Via Garibaldi, 48 06089 Torgiano (PG) Tel. 075 9880447 • ricevimento@3vaselle.it • www.3vaselle.it

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HOSPITALITY / 2

Dove il benessere

è questione di stile

LA MASSERIA SAN DOMENICO PROPONE UN APPROCCIO SALUTARE PER UN OBBIETTIVO DI BENESSERE TOTALE

N

on solo charme e privacy, la Masseria San Domenico propone un approccio salutare per un obbiettivo di benessere totale e con l’imperdibile offerta di Pasqua ecco come godere della migliore ospitalità pugliese e regalare a corpo e spirito una sferzata di benefica e ottimistica energia. La magia della Puglia quale luogo di incontro tra l’Oriente e il Mediterraneo,

circondata da ettari ed ettari di ulivi secolari che ospitano la piscina, spettacolare e immensa, di acqua salmastra, con rocce naturali e rivoli d’acqua: questa è l’immagine della “Masseria” per antonomasia. Ma ciò che rende davvero speciale il soggiorno in questa location unica, è la sua inconfondibile atmosfera, esclusiva ma al contempo calda e rilassante, caratterizzata dal più totale e assoluto rispetto della privacy e della tranquillità. Gli spazi interni sono ampi e luminosi, con volte a stella, e le 40 camere e suite, tutte immerse nel rigoglioso giardino, sono arredate con la sobria e raffinata eleganza delle residenze di campagna. Senza pari la proposta enogastronomica: unica e autentica, permette di as-

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saporare le specialità della tipica cucina pugliese che si rifà alle antiche ricette della tradizione a base di ingredienti del territorio - come il pesce fresco e i frutti di mare -, mentre verdura, ortaggi, frutta – che seguono il ritmo della stagionalità – e olio EVO, provengono dall’azienda agricola che circonda la struttura. La bontà dei piatti inoltre, non prescinde mai dai principi della Dieta Mediterranea - dichiarata patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco - quale schema per un approccio salutare, un vero e proprio stile di vita che ha a cuore il rispetto del territorio, la biodiversità , la conservazione e lo sviluppo della tradizione pugliese. Proprio l’applicazione di questi principi vede “La Masseria” promuovere anche l’attività sportiva e il movimento come parte integrante di questo stile di vita: ecco allora la collaborazione di personal trainer e tera-


a cura della Redazione

peuti che propongono agli ospiti svariate attività quali walking tra gli ulivi, percorsi in bicicletta, yoga, stretching. Gli sportivi non potranno fare a meno di raggiungere, a soli 3 chilometri, il San Domenico Golf che si è affermato come uno dei migliori golf club d’Italia: 18 buche, tutte vista mare, che si snodano tra bunker strategicamente posizionati. Il percorso, realizzato dall’European Golf Design di Londra, è sede di numerose gare internazionali. A disposizione degli ospiti anche una palestra completamente attrezzata con i più attuali dispositivi per il fitness e il cardiofitness, bagno turco, sauna e

zone relax.Ulteriore fiore all’occhiello della “Masseria” i servizi per il benessere e la bellezza tra cui spicca la Talassoterapia che utilizza l’acqua del vicino Mar Adriatico che viene prelevata a 400 metri di profondità, filtrata e resa battericamente pura. Ricca di minerali e oligoelementi che risultano fondamentali per il miglioramento delle funzioni biologiche - in particolare aiutano ad alleviare lo stress e rivitalizzano il corpo e la mente -, viene utilizzata insieme alle alghe che, grazie all’altissima concentrazione di minerali e vitamine, donano rinvigorimento fisico e una profonda disintossicazione.

Una vera e propria coccola per ritrovare benessere e bellezza grazie alle proprietà benefiche del mare. Il pacchetto Speciale Pasqua wellness e golf in Puglia (valido dal 3 al 6 aprile 2021) prevede: 2 o 3 pernottamenti comprensivi di prima colazione, 1 cena à la carte al Ristorante San Domenico (bevande escluse), Pranzo di Pasqua con menu della tradizione e selezione di vini della Masseria, 4 trattamenti talassoterapici a persona presso il centro Spa e Talassoterapia oppure 2 green fee a persona presso il San Domenico Golf incluso noleggio di una golf cart. Ed in più: uso libero della piscina talassoterapica, sauna, bagno turco, palestra, docce cromo-aromatiche, percorso Kneipp. Per le prenotazioni pervenute entro il 28 febbraio è previsto un ulteriore sconto del 10%. • RS

INFO & CONTATTI • MASSERIA SAN DOMENICO Strada Proviciale 90 - 72015 Savelletri di Fasano (Brindisi) • + 39 080-48.27.769 • info@masseriasandomenico.com

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LA LIBRERIA LE NOVITÀ DELLE CASE EDITRICI E I NOSTRI CONSIGLI PER SCEGLIERE IL TITOLO GIUSTO PER VOI Elisabetta Cametti MUORI PER ME

Ewald Arenz IL GIARDINO DALLE MILLE VOCI Sally ha diciassette anni e fuggire di casa le sembra l'unica soluzione possibile. Non vorrebbe chiedere aiuto a nessuno, ma quando la notte la sorprende si trova di fronte a una fattoria. Ad accoglierla è la timida e taciturna Liss che la ospita nella sua grande casa vuota. Il giorno dopo, la donna vorrebbe coinvolgerla nel lavoro dei campi, ma Sally si rifiuta. Finché Liss le apre le porte di un angolo nascosto della sua tenuta: (Garzanti 208 pg - €16,00)

Notte fonda, una ragazzina chiama la polizia: sua madre è scomparsa. Si tratta dell'assistente personale di Ginevra Puccini, una delle fashion blogger più famose al mondo. Il corpo di Julia viene trovato nelle acque del lago di Como, insieme a quello di altre quattro donne. I cadaveri presentano ulcere evidenti su pelle e mucose, una reazione allergica rara. Quando il caso sembra chiuso, però, sulle pagine social di Ginevra Puccini compaiono dei video sconvolgenti. (Piemme - 528 pg - € 18,90)

Asha Lemmie CINQUANTA MODI DI DIRE PIOGGIA Kyoto, 1948. Nori Kamiza ha solo otto anni quando viene lasciata dalla madre davanti al cancello di un’enorme villa di proprietà della nonna. Sola e spaventata, la bambina viene accolta in casa, seppur a malincuore. La famiglia è tra le più nobili del Giappone, imparentata l'imperatore, mentre Nori, con quei capelli crespi e la pelle scura, è il frutto della scandalosa relazione con un gaijin, uno straniero, per di più di colore. (Nord - 432 pg - € 18,00)

IL VOLUME SOTTO I RIFLETTORI... INFOCOMICS. I SEGRETI DEI SUPEREROI E DEGLI ALTRI PERSONAGGI DEI FUMETTI (di Norberto Baruch B.) - I fumetti sono da sempre serviti come fuga per i momenti difficili della nostra infanzia. Questo libro si propone di dare un pretesto a quegli adulti che vogliono ritrovare il loro lato più selvaggiamente innocente. Ma questo volume servirà per capire anche tante altre cose. In queste pagine troverete infatti oltre 300 personaggi, visti però da un'altra prospettiva. Conoscerete da dove provengono, l'origine dei loro nomi o chi li ha disegnati per la prima volta (e chi per l'ultima). Scoprirete i loro segreti più nascosti, a chi si sono ispirati i loro creatori o il perché i loro costumi sono stati realizzati con quei colori anziché altri. (NPE - 104 pg - € 19,90)

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di Daniele Colzani

PER GLI APPASSIONATI DI MUSICA COMPOSITORI. LA VITA E LE OPERE - Uno splendido viaggio illustrato dedicato a circa 100 compositori di tutte le nazionalità. Un volume originale, pensato per tutti gli appassionati di musica, ma anche per chi voglia avvicinarsi a questa splendida arte grazie a una chiave di lettura inedita. Dal Medioevo ai giorni nostri, dagli insegnamenti di Guido d'Arezzo alle architetture sonore di Stravinksij, una magnifica storia illustrata dedicata ai grandi protagonisti della musica, che ne rivela le idee, le amicizie, gli amori e le rivalità che ispirarono i più grandi capolavori di ogni tempo. Biografie e ritratti ci portano ancora più vicini ai geni musicali di ogni epoca, così come le tante illustrazioni o fotografie, esplorandone non soltanto la creatività e i metodi di lavoro, ma anche il contesto e il periodo storico che li videro nascere e affermarsi. Un volume originale, pensato per tutti gli appassionati di musica, ma anche per chi voglia avvicinarsi a questa splendida arte grazie a una chiave di lettura inedita.. (Gribaudo - 360 pg - € 29,90)

Mattias Berg - L'UOMO CON LA VALIGIA Ogni volta che il presidente degli Stati Uniti è in viaggio, Erasmus Levine si trova al suo fianco. Ufficialmente è un professore, in realtà è la persona che ha il potere di annientare il mondo. È lui l'uomo con la valigetta nera - il nuclear football -, membro di una squadra di agenti supersegreti guidata da un capo che tutti chiamano Alpha. Erasmus è sempre stato appassionato e professionale in entrambi i suoi ruoli. Fino a quando... (Marsilio - 528 pg - € 19,90)

Susan Hastings CATERINA

Gianluca Antoni IO NON TI LASCIO SOLO L'amicizia è affrontare insieme la paura. Lo sanno bene Filo e Rullo, due ragazzini diversissimi eppure inseparabili, che decidono di scappare da casa e di avventurarsi tra i boschi, alla ricerca del cane di Filo, perso durante un temporale. Per ritrovarlo si spingono fino alla cascina di Guelfo Tabacci, uno schivo montanaro di cui si mormora che anni prima abbia ucciso suo figlio. Così, l'ingenuità della loro fuga lascia il posto ai terribili segreti del mondo degli adulti. (Salani - 448 pg - € 18,00)

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La storia di Caterina II di Russia, definita "la Grande" e che regnò più di trent'anni, ha inizio quando la zarina Elisabetta I cerca una degna sposa per Pietro III, nipote di Pietro il Grande e quindi erede al trono, sceglie la Prussia come territorio d'elezione, per antica amicizia e per legare l'impero di Russia all'altro grande trono europeo. E la scelta cade sulla brillante, vivace e intelligente Sofia, che presto cambia il suo nome in Caterina. (Piemme - 494 pg - € 15,90)


L'OROSCOPO TORO (21/4 - 20/5)

ARIETE (21/3 - 20/4) LAVORO: È arrivato il momento di ricostruire. Progetti che sembravano essere naufragati hanno una grande possibilità di ripartire. Occhio alle spese AMORE: È possibile fare progetti di coppia ma si potrebbero verificare anche pesanti discussioni. Non prendete decisioni affrettate poche tutto è in continuo movimento. BENESSERE: Inizia una bella ripresa a livello energetico e a livello mentale.

LAVORO: Si comincia a recuperare. Per la prima parte dell’anno è bene fare un programma spese molto oculato perchè oltre a quelle conosciute ne potrebbero arrivare di impreviste. Si va verso un miglioramento in generale. AMORE: Le relazioni problematiche potrebbero finire improvvisamente e quelle stabili avere nuove serenità. Incontri passionali BENESSERE: Occorre rilassarsi!

GEMELLI (21/5 - 21/6) LAVORO: Marte fa il suo ingresso portando energia e voglia di fare. Potrebbe arrivare una buona proposta di collaborazione, Mese di miglioramento anche delle risorse finanziarie. AMORE: Questo mese non abbiamo grandi novità sentimentali. Sia nel bene che nel male nulla di travolgente. Tutto procede molto tranquillamente. BENESSERE: Iniziate piani alimentari e trattamenti detox.

LEONE (23/7 - 23/8)

CANCRO (22/6 - 22/7) LAVORO: Ultimo periodo di assestamento per ripartire a pieno ritmo. Ottimo per chi inizia un nuovo progetto che darà ottimi risultati nel giro di un anno. Ci sarà anche la possibilità di trasformare le attività. AMORE: Mese in cui terminano le relazioni tossiche e legami che resistevano solo per abitudine. Nuovi incontri e nuovi amori. BENESSERE: Attenzione allo stress sopratutto a fine mese.

LAVORO: Sono mesi impegnativi, carichi di imprevisti e ostacoli. Tuttavia si dovrebbe migliorare con l’arrivo della prmavera. Ponderate bene e soprattutto non prendete decisioni impulsive. Qualche colpo di fortuna. AMORE: Periodo decisamente più tranquillo rispetto ala passato e favorevole a riconciliazioni. BENESSERE: Attenzione a tutti i malesseri da stress e regolate l’alimentazione.

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VERGINE (24/8 - 22/9) LAVORO: Periodo di transizione, collaborazioni che nascono altre che si sciolgono. Possibilità di avanzamento ma anche di errori clamorosi di valutazione. Attenzione a non eccedere con le spese, a dispetto del segno non siete molto oculati. AMORE: Periodo burrascoso, situazioni da chiarire e problemi derivanti da passi fatti troppo in fretta BENESSERE: Periodo faticoso e grande stanchezza mentale.


di Gabriella Bonomi

SCORPIONE (23/10 - 22/11)

BILANCIA (23/09- 22/10) LAVORO: Situazione positiva e in continua evoluzione verso il miglioramento. Grande miglioramento per tutto ciò che riguarda i contratti e tutti i lavori che comportano viaggi. Molti apriranno un attività. AMORE: Qualche problema a causa di fraitendimenti dei rapporti d coppia ma anche familiari o tra genitori e figli BENESSERE: Mese da dedicare al riposo sia fisico che mentale. Dormite!

LAVORO: Dubbi e incertezze continuano a disturbarvi. Il consiglio è di rimandare qualsiasi decisione in attesa, di valutare meglio le situazioni. Nonostante ciò si possono presentare ottime occasioni. AMORE: Possibili colpi di fulmine e passioni, ma anche litigi e rotture clamorose. Attenzione, moderate gli istinti. BENESSERE: Dato il periodo molto impegnativo l’ideale sarebbe dedicarsi molto al riposo.

SAGITTARIO (23/11 - 21/12) LAVORO: Parecchi contrasti e discussioni dovuti anche a molteplici cambiamenti in corso. In linea generale positivo anche se può esserci parecchio nervosismo, ritardi o disguidi, ma è solo temporaneo. AMORE: Si suggerisce molta prudenza nelle relazioni sentimentali. Sopratutto cercate di non far ricadere le tensioni lavorative su quelle di cuore. BENESSERE: Parola d’ordine: evitare gli eccessi

ACQUARIO (21/1 - 19/2)

CAPRICORNO (22/12 - 20/1) LAVORO: Novità lavorative interressanti. Mese importante per nuovi progetti che daranno grandi soddisfazioni nel giro di qualche mese. Valutare bene se portare aventi alcune situazioni o chiuderle. AMORE: Rapporti in generale buoni e a volte la routine è più appagante di una love story. Attenzione alle discussioni BENESSERE: Prendetevi del tempo per ascoltare il vostro corpo.

LAVORO: In questo mese finalemente si muove qualcosa. Collaborazioni, ampliamenti, nuovi progetti che vanno in porto quando ormai erano stati accantonati. Entusiasmo. AMORE: Molto bene per le coppie ma anche per i nuovi amori. Nocità e colpi di filmine, liberatevi dei legami tossici. BENESSERE: Mese di alti e bassi per la forma fisica dovuto all’abuso delle vostre energie.

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PESCI (20/2 - 20/3) LAVORO: Mese che dovrebbe portarvi a risolvere parecchi problemi, anche quelli di vecchia data. Molto bene per tutto ciò che rappresenta novità e sopratutto ciò che riguarda la creatività. AMORE: Marzo porta conforto a cuori infranti. Nuovi amori arrivano a consalre chi ha avuto una rottura sentimentale o è solo da molto tempo. BENESSERE: Marzo porta parecchia energia e tanto rinnovamento.


FUMETTI

di Daniele Colzani

Mix tra fumetto e racconto

nero, nasce “Gotico Italiano” NEI VOLUMI DELLA COLLANA SI PARLERÀ ANCHE DI STORIE CHE CONTENGONO TEMATICHE SOCIALI IMPORTANTI

U

n format innovativo che intreccia graphic novel e racconto nella stessa opera, in cui l’autore delle due vicende è lo stesso che ha realizzato la storia trasformata poi in sceneggiatura per il fumetto. Gotico Italiano, edito dalle Edizioni Horti di Giano, è un Albo che vuole creare un ponte tra quelle che sono le tradizioni culturali e folkloristiche della nostra splendida Italia, evidenziando un passato che non dobbiamo mai dimenticare e l’attualità che emerge in chiave moderna, tangibile. Il primo numero è disponibile dal 2 Febbraio sul sito dell’editore (www.hortidigiano.com), in tutti gli store online, nelle librerie e nelle edicole. Gotico Italiano sarà cadenzato in quattro uscite annuali, che cadranno in giorni particolari, legati all’aspetto misterico che ben si affianca e abbraccia la dimensione gotica. La data di uscita non è casuale: corrisponde alla nostra Candelora, la festa di fine inverno che, a cavallo tra il primo e il secondo giorno di febbraio, segna l’arrivo della primavera: “Per la Santa Candelora, dall’inverno semo fora, ma se piove e tira vento, dell’inverno semo dentro!”. In questa prima uscita, che prende il nome Il vizio di uc-

In tutti i volumi di Gotico Italiano, si parlerà anche di storie che contengono tematiche sociali importanti. Il racconto che si intitola Ritratto di donna sfregiata, ha un forte messaggio contro un problema attuale e da non sottovalutare: la violenza di genere, ovvero quella violenza che racchiude tutte le violenze che si fondano sulla differenza sociale tra uomo e donna. Le Edizioni Horti di Giano intendono così lanciare un forte e sentito No alla violenza sulle donne (e No alla violenza in generale), inserendo il logo della mano in ogni numero dell’Albo. Sotto la supervisione del Direttore editoriale Simone Colaiacomo, il primo numero di Gotico italiano è stato scritto da Salvatore Napoli e disegnato da Vincenzo Odore. Horti di Giano vuole invitare i lettori a conoscere e visitare i gioielli urbani custoditi nel nostro paese. La scelta è stata quella di rivalorizzare la bellezza della nostra Italia, con il patrimonio unico e spettacolare che i nostri borghi, sempre più abbandonati e dimenticati, custodiscono. Il secondo numero di Gotico italiano (Adorazione) sarà disponibile dal 1° maggio. • RS

cidere, ci sarà un affascinante viaggio in un borgo fantastico, Rocca Piscopo, i cui edifici sono stati realizzati ispirandosi ai Sassi di Matera e a Fossanova, con la sua splendida Abbazia gotica. In particolare, verrà riportata alla luce la figura del boia, un mestiere inquietante quanto carico di suggestioni nere. Il boia che proponiamo in questo numero, prende il nome di Gioacchino De Meo, che rappresenta l’essenza stessa del male e che si ricollega, nella storia, al famoso Mastro Titta che, nella sua lunga e “prolifica” carriera, giustiziò più di cinquecento WWW.HORTIDIGIANO.COM persone.

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