Vie del gusto Dicembre

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VIE DEL GUSTO | ANNO XIII | N. 12 | MENSILE | Poste Italiane SpA | Spedizione in abbonamento postale | D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Roma Aut. N. 109/2009 | Belgio Euro 9,30 | Canton Ticino Ch.Fr. 11,50 | Costa Azzurra Euro 11.90 | Stati Uniti

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Dicembre 2010

Speculazioni pericolose Inchiesta: Pecorino, un’economia da salvare

Le vongole di Goro

Il silenzio della Valnerina

I presepi di Napoli

Dolci e passiti delle feste


Milano, New York, Londra - www.valverdewater.com


VALVERDE è tra le acque più leggere del mondo. Il suo basso ph 6,5, i soli 42,8 mg/litro di residuo fisso le conferiscono la denominazione di “minimamente mineralizzata”. Un design nuovo e raffinato realizzato da Matteo Thun per una bottiglia dalle linee semplici ed essenziali. VALVERDE è la soluzione ideale per i professionisti della ristorazione, segno di distintività, eleganza ed alta qualità. Disponibile naturale, frizzante e leggermente frizzante nei formati da 0,5 lt, da 0,75 lt e da 1 lt. Solo nei migliori ristoranti e nel servizio a domicilio. Prodotto e distribuito da Spumador Spa. n. verde 800-830071 - info@valverdewater.com

frizzante, leggermente frizzante e naturale. by Matteo Thun e Antonio Rodriguez


sommario sommario dicembre 2010

12 Il borsino del gusto 14 L’Italia che merita 16 Dal mondo 18 Civici Consumatori 20 Scienza e vita 22 Almanacco di Barbanera 24 Dalle nostre ambasciate 26 Appuntamenti

60

50 Indagine

38 Inchiesta

La crisi del Pecorino. Viaggio tra i sapori e le tensioni della Dop più esportata d’Italia

86

cibo&territorio

viaggi&benessere

54 Coppia d’assi in Valle d’Aosta

86 I mille colori delle Dolomiti

L a regione mette in tavola Jambon e fontina, prelibati con tanto di Dop

60 Le vongole di Goro

I segreti e le tradizioni della Sacca, forziere naturale dei preziosi molluschi

64 Tesori di farro nel cuore delle Marche A San Lorenzo in Campo, l’antico cereale

è il driver dell’artigianalità pastaria

69 San Marino, il Titano del gusto Storia, paesaggi, arte e sapori

della più antica Città-Stato

72 Olio 74 Carta della Pasta, Natalin 76 Chef a scuola 78 Consumo responsabile 80 Cibo & blogger 4 viedelgusto.it

Una vacanza sulle maestose cime italiane, riconosciute Patrimonio Naturale dell’Umanità

90 Misticismo in Valnerina

Nell’Umbria meridionale, una terra tutta da meditare e gustare

94 Turismo religioso 96 Lezioni di ospitalità 98 Camera con vista, Marche 100 Camera con vista, Abruzzo 102 Camera con vista, Emilia Romagna, Trentino

104 Viaggi&Co, Cosa c’è di nuovo


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sommario sommario dicembre 2010

128

112

155 Shopping list

148

piaceri&dintorni

artigianato&design

costume&società

108 Sangiovese a domicilio

128 Presepi di Napoli

140 Creatività e cibo

Qualità e consegna al consumatore sono i punti di forza dell’azienda vitivinicola romagnola Condé

112 Dolci di Natale

Le golosità tipiche dello Stivale per la tavola delle feste

116 Orto dei semplici, Cipolla 118 Selezioni, Panettone 120 La scoperta, Mirto 122 Benservito 124 Mercatini

6 viedelgusto.it

Alla scoperta delle natività artistiche partenopee tra passato e presente

132 Homo faber, Idee di carta

Nutrirsi bene è fondamentale, comunicarlo in modo appropriato ancora di più

144 Bon ton 146 Tendenze

148 Arte 150 Libri 152 Teatro 153 Cinema



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Verde Intenso

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M O N O C U LT I VA R C A R O L E A

in vendita presso lo store di Vie del gusto Viale Zara,28 Milano - tel. 02/89053250

Lazio Massimo Arcese, Francesco Maria Bucarelli, Domenico Bruno,

Rosalia Imperato, Alessandro Mei, Giovanni Merone, Francesca Oliverio, Laura Ruggieri

Sandra D’Alessandro, Mauro Rosta, Sarah Scaparone, Raffaele Trovato

Liguria Alessandro Baffigi, Barbara Bacigalupo

Puglia Bruno Micai, Jolanda De Nola, Nunzio Pacella, Mariella Piscopo

Lombardia Cesare Assolari, Roberto Bonsi, Massimiliano Bruni, Franca Dell’Arciprete Scotti, Alessandra Favaro, Lorenzo Foti, Valentina Gavarini, Riccardo Lagorio, Roberto Lavarini, Eugenio Meloni, Umberto Mortelliti, Aldo Pagnussat, Giampaolo Perna, Barbara Pinnetti, Saro Trovato Marche Gilda Ciaruffoli, Ferruccio Squarcia

Sardegna Roberto Dall’Acqua, Annalisa Bernardini, Lino Erriu, Giuseppe Pulina Sicilia Cesare Aldesino, Marco Scapagnini Toscana Elena Conti, Marco Ghelfi, Alberto Presutti, Antonio Tartarelli Trentino Francesca Negri

Molise Giovanni Scapagnini

Umbria Gino Celletti, M. Pia Fanciulli

Piemonte Fabio Alcini,

Veneto Benedetta Frare, Claudio LoTufo


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editoriale

di Domenico Marasco

INTERNET! Grazie, grazie, grazie. A Vie del gusto l’entusiasmo è contagioso. Non stiamo esagerando. Tutti, ma proprio tutti, siamo contenti in quanto il nostro lavoro finalmente esce dai confini della copia cartacea. Infatti dal mese scorso il nostro giornale viene inviato ad oltre 300.000 persone via mail. La copia è fruibilissima sul vostro pc e quindi la trovate sempre a portata di click. Grazie alle tecnologie in un attimo siamo in qualsiasi parte del mondo a rappresentare l’Italia migliore, quella che tutti vorrebbero avere. È bellissimo. È una rivoluzione. Pensiamo a tutte le comunità italiane residenti all’estero che possono riceverlo puntualissimo dall’altra parte del mondo. Pensiamo a chi abita lontano dall’edicola in un piccolo paesino di montagna. E poi tutti i ristoratori del mondo. È, lasciatecelo dire, fantastico. Il nostro lavoro lo vedranno in milioni. Con questo sistema i nostri abbonati hanno un servizio in più: la copia on line. Leggibilissima con uno sfogliatore meraviglioso. È così che il nostro lavoro verrà visto da popolazioni enormi. Insomma, un giornale così ricco di contenuti vogliamo farlo conoscere al mondo intero (presto ci sarà la versione in inglese). Ed ora alcune anticipazioni del prossimo numero: Avremo un’inchiesta sul caos delle etichette, vi faremo conoscere i marubini e la loro Cremona. Andremo in Piemonte a conoscere il Riso Baraggia. In Calabria a fare un giro dei salumi. Ma abbiamo pensato anche ai posti romantici dove fuggire in coppia. Vi porteremo a Firenze per farvi conoscere il Lampredotto. Vi faremo scoprire la cannella e le sue proprietà straordinarie. Per finire il parco Ungaretti del Friuli e i distretti delle calzature di Marche, Toscana, Veneto, Romagna e Lombardia (Vigevano). Insomma, come si può vedere, restiamo un vero anello di congiunzione tra voi lettori e il nostro meraviglioso territorio. Un anello indispensabile a orientare i consumatori verso le scoperte e la valorizzazione di quella imprenditoria che altrimenti rischierebbe il confino nel proprio campanile. Un’ultima nota: l’abbonamento on line costa solo un 1 euro al mese. Ecco cosa vuol dire rivoluzione. Grazie ancora Internet.

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il borsino del gusto

di Sandra D’Alessandro

Prefetto perfetto? La realtà supera la fiction. Il caso Ruby-Berlusconi è sul tavolo del procuratore aggiunto Sangermano. Fin qui, la normale prassi giudiziaria. Ma ecco il risvolto fantasy: sulle telefonate fatte da Palazzo alla Questura fra il 27 e il 28 maggio per non rivelare l’identità della ragazza e se abbiano alterato la procedura, deve rispondere Indolfi, ex questore di Milano. Che, guarda caso, dal 7 ottobre è prefetto e, per fresca nomina, ispettore generale di amministrazione del Consiglio dei ministri.

La libertà di dire bugie Il nostro Premier ha consolidato negli anni la sua abitudine di prendersi la libertà di fare come e quello che gli pare. Un esempio? Tentare di spacciare Ruby per la nipotina di Moubarak. Su queste piste, in Veneto, regione di radicata tradizione cristiana, il comune di Montecchio (Vicenza) ha provveduto a suo modo a restringere i diritti degli immigrati, anche di quelli integrati, violando una filza di diritti, costituzionali e universali compresi. Una delibera comunale per il rilascio di qualsivoglia idoneità abitativa agli stranieri ha stabilito parametri che esulano dall’ordinamento vigente, punto. Come dire: «questa gente finirà per occupare le nostre terre, depredarci e toglierci di mezzo: preveniamoli». Il mondo intero ha poi ricevuto la notizia del Nobel per la pace 2010 allo scrittore cinese Liu Xiaobo, educato alla religione cristiana e tutt’altro che libero nel suo Paese. Nel dicembre 2008 avendo promosso un manifesto in favore della libertà di espressione in Cina, è stato prelevato, detenuto per 6 mesi chissà dove, poi processato e condannato in via definitiva a 11 anni di carcere. Con tutto che la costituzione della Repubblica popolare cinese, all’art. 35, afferma: «I cittadini godono di libertà di espressione, stampa, riunione, eccetera».

Per segnalazioni scrivete a: grillo.parlante@viedegusto.it

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È il nord-est, bellezza! Il sindaco di Montecchio (Vicenza) ha introdotto il “certificato di idoneità abitativa”, ora sotto indagine, che funziona come segue. Succede che un immigrato che si è comprato casa (70 mq), quindi integrato, in attesa del 2° figlio, perda l’idoneità abitativa aumentandogli il nucleo famigliare a 4 persone. Va a informarsi in Comune su cosa deve fare e gli dicono di “dare il bambino alla Caritas”. Air low cost col trucco Ai passeggeri Ryanair che hanno smarrito/dimenticato la “stampata” della propria carta di imbarco online verrà applicata una “tariffa” di 40 euro per la “riemissione” (!) della carta di imbarco ossia per poterne ricevere una nuova (!) presso l’aeroporto: opzione (!) disponibile fino a 40 min. prima della partenza. È proprio una vessazione.

Viva il Comitato del Nobel «Una lunga e non violenta battaglia per i diritti umani in Cina». All’annuncio del Nobel per la pace 2010 a Liu Xiaobo seguono le considerazioni del Comitato del Nobel: «la convinzione che esista uno stretto legame fra diritti umani e pace”, «lo status della Cina nel mondo che deve implicare un’accresciuta responsabilità». La patria del premiato critica il comitato per il Nobel e non ne dà notizia sui media nazionali. Ma la forza intrinseca del riconoscimento resta: il mondo adesso sa chi è Liu Xiaobo, come tanti Nobel, prima di lui, fino a ieri nell’ombra. L’acqua del rubinetto è buona La Coop lancia una campagna pubblicitaria per incentivare il consumo di acqua del rubinetto e per dare a soci e consumatori gli elementi necessari a scelte consapevoli. Gli italiani bevono 195 lt a testa l’anno di acqua minerale, che fanno muovere nel Paese, ogni anno, dalle fonti alla tavola, circa 480.000 tir. Far viaggiare 100 lt d’acqua per 100 km produce 10 kg di CO2. Acqua a marchio Coop compresa, che è pari al 18% delle vendite totali. Gli immigrati fanno bene al Pil Gli immigrati sono 5 milioni: 1/5 in Lombardia, segue il Lazio (1/10), a ruota il Veneto, ecc.: sono ormai il 7% della popolazione italiana, contribuiscono all’11% del Pil (dato 2008), dichiarano un imponibile di oltre 33 miliardi di euro, versano nelle casse dello Stato 11 miliardi ogni anno. Il rapporto fra spese sostenute per gli immigrati e entrate assicurate è a vantaggio del sistema Italia.



l’italia che merita

Ridiamo forza alla «distribuzione» del gusto Con il riconoscimento della dieta mediterranea a patrimonio del mondo, il sistema agroalimentare di qualità avrà un riverbero di interesse su scala globale. Ma per conquistare il mercato, chi fa qualità deve progettare nuove forme di comunicazione di Luca Borghi Da oggi, l’agroalimentare di qualità ha una possibilità in più. L’Unesco ha, infatti, finalmente riconosciuto il valore sociale e culturale della dieta mediterranea. No, non è una medaglia di cartone, un mero riconoscimento «immateriale». È un’opportunità da sfruttare, come ha ribadito con forza il presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale dell’Unione europea, Paolo De Castro. Il motivo è presto detto: pasta, pomodoro, olio & C. sono un patrimonio e, in quanto tale, soggetto a un riverbero di interesse su scala mondiale. Tradotto in parole povere: chi fa qualità avrà la concreta op-

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portunità di penetrare in quei mercati fino ad oggi considerati inaccessibili. A una condizione: avviare un percorso di progettualità vera che ridia forza alla «distribuzione» del gusto. Insomma, il sistema agroalimentare italiano deve capire che per vendere si deve comunicare. Non più e non solo attraverso gli spot generalisti, ma affidandosi a coloro che - proprio come il nostro giornale - rappresentano un punto di riferimento qualificato. Perché raccontano, difendono, scoprono e fanno degustare in giro per lo Stivale ciò che l’Italia che merita è in grado di offrire al di là dei propri campanili.

Buono pasto elettronico & risparmi

Il coraggio di dire no al pizzo

Rimborsi rapidi e commissioni più basse. Ovvero: come far risparmiare le imprese e migliorare il servizio per gli utenti finali. Il vecchio buono pasto cartaceo ha fatto il suo tempo. Il futuro è nel buono pasto elettronico. Sui vantaggi che la nuova modalità di pagamento offre agli esercenti, si esprime Gregorio Fogliani, presidente di Qui Group e mente del progetto: «È un buono pasto a tutti gli effetti, con in più le prerogative di una card elettronica multifunzione, leggibile tramite terminali Pos. È ovvio che questo comporta tanti vantaggi per tutta la filiera (emettitore, esercente, cliente). L’esercente è estremamente facilitato: la fatturazione procede totalmente in automatico e può essere accreditata in tempi brevissimi sul conto corrente del locale. Inoltre, addio data di scadenza».

Serra San Bruno, provincia di Catanzaro. È il paese di Pino Masciari: due imprese di costruzioni, cento dipendenti, cantieri in Italia e in Germania. Una vita «normale», fatta di compromessi obbligati e mazzette a ‘ndrangheta e politici collusi. Ma Pino non ci sta, si ribella e quando trova chi lo ascolta denuncia un sistema: l’intreccio di soldi e potere che lega e attanaglia la sua Calabria. Erano i primi anni Novanta. Da allora, e per un decennio, Masciari, la moglie e i due figlioletti hanno vissuto blindati. Sotto scorta. Perché hanno avuto il coraggio di uscire dal silenzio, da quell’omertà che uccide ogni giorno. Oggi è ancora in prima linea. Stavolta con un libro-denuncia, scritto a quattro mani con la moglie Marisa: «Organizzare il coraggio».


Quando fare impresa è sinonimo di rispetto

La pasta sfida i mercati mondiali

Alla scoperta delle tagliatelle

«Frutta tutto l’anno senza conservanti»

Il cavalier Ivo Galletti, fondatore e «patron» dell’Alcisa, l’azienda bolognese famosa in Italia e nel mondo per la produzione di mortadella, è uomo di poche parole e tanti fatti. Galletti, alfiere del rispetto del capitale umano, è uno dei migliori esempi delle capacità che l’imprenditoria bolognese ha saputo esprimere dal dopoguerra ad oggi, uno dei messaggeri più qualificati della tradizione alimentare bolognese di cui ha saputo tutelare i tratti originali e distintivi. Non solo per aver «inventato» la mortadella, ma anche perché è uno dei fondatori della Confraternita del tortellino. Una sorta di Wwf della cucina bolognese, baluardo della tradizione contro la globalizzazione dei sapori. Onore al merito per continuare a tener viva la memoria del gusto.

Il pastificio Gaetarelli, dal 1964 specialista nella produzione di pasta fresca all’uovo lavorata a mano secondo le ricette tipiche bresciane, ha ricevuto a Verona, il premio «Ok Italia 2010» di Unicredit Group per la categoria «Eccellenza del territorio come leva per internazionalizzarsi». La motivazione: l’azienda bresciana, che costituisce un esempio di passaggio generazionale di successo, è stata premiata perché ha saputo coniugare la tradizione della lavorazione artigianale, tipica del piccolo negozio di paese, con la produzione su larga scala grazie all’utilizzo di moderne tecnologie. Una bella soddisfazione per i fratelli Massimo, Luca e Claudio Gaetarelli che ogni giorno producono pasta in nome della qualità. L’unica strada reale per vincere la sfida con il mercato.

Le tagliatelle ferraresi si mettono in viaggio. Saranno il comico ferrarese, Gianni Fantoni, e il deejay Gian Marco Bragaglia, gli ambasciatori della pasta nostrana: sono partiti a giugno da Ferrara alla volta della Spagna. Obiettivo: far conoscere all’Europa le delicatezze italiane. Il primo passo per mettere in onda una trasmissione che verrà trasmessa su tutti i circuiti web. Protagonista assoluta del tour, «Miss Tagliatella», il concorso nazionale per sfogline di tutte le età. Durante il viaggio on the road, Fantoni e Bragaglia diffonderanno materiale promozionale e gastronomico Made in Ferrara. E, in nome dell’auspicabile reciprocità, i due ambasciatori degusteranno menu tipici valutando possibilità di abbinamenti. Un tour vero e proprio per promuovere le tipicità.

L’azienda Catalini è situata nell’entroterra marchigiano. Favorita da un clima mite per tutto l’anno e dal terreno fertile della vallata dell’Aso, Sergio Catalini produce, con passione e amore per la natura, frutti di molte specie e della migliore qualità. Il desiderio di poter assaporare in ogni periodo dell’anno la dolcissima frutta di stagione, ha convinto Sergio, titolare dell’azienda, a trovare un sistema di conservazione adatto a mantenere inalterata nel tempo la genuinità dei suoi prodotti. La frutta selezionata viene lavata, sbucciata, tagliata (se occorre) e confezionata con acqua, zucchero e succo di limone in vasi di vetro. La produzione include anche frutta sciroppata e confetture, pelati, passata di pomodoro, olio e il tradizionale vino cotto.

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dal mondo

di Claudio Lo Tufo

Ben tornata Aung San Suu Kyi è libera. Dopo le ultime pressioni del presidente Obama il premio nobel per la pace ha riottenuto la libertà. La leader Birmana ha trascorso ben sette anni agli arresti domiciliari nei quali non ha potuto avere nessun contatto con il mondo esterno. La sua prima giornata da libera cittadina l’ha trascorsa al lavoro nella sede del suo partito la “Lega nazionale per la democrazia”. Al momento però il suo ruolo di oppositrice anti-regime non è ancora ben definito, anche se la leader ha annunciato che è giunto il momento di “risolvere le divergenze seduti a un tavolo”. Dopo poche ore il mondo ha potuto assistere al suo primo discorso politico dal 2003, un discorso da vero leader che ha posto da parte i rancori personali in difesa e per il bene del suo popolo. Infatti, San Suu Kyi si è detta disposta a sedersi con il governo a un tavolo di mediazione per il bene della Birmania.

Il commento

Aung San Suu Kyi è più di una semplice dissidente, il suo impegno per il popolo birmano non ha solo superato le barriere della paura mettendo a rischio la propria vita e la propria libertà, tanto che il premio nobel per la pace ha dovuto sopportare orribili negazioni come quella di vedere il proprio marito prima della morte a causa di un cancro. Ma la grandezza di San Suu Kyi è andata ben oltre questi gesti di generosità, perché lei da leder democratico ha in mente una grande Birmania che possa rilanciarsi a partire dalla rivoluzione agricola, capace di garantire la sussistenza alimentare al Paese. Quello che colpisce è che durante il suo primo congresso il leader della Lega nazionale per la democrazie ha chiarito che le sue idee vanno rimodulate in rapporto ai cambiamenti del Paese durante gli anni della sua prigionia. Questo dimostra come la dissidente birmana sia capace di scavalcare le proprie idee senza fossilizzarsi su di esse, ma superandole e ripromettendosi di capire le nuove necessità della società. Un modo di vedere il mondo e il proprio popolo come grande democrazia capace di essere d’esempio non solo per tutto l’Oriente, ma anche per l’Occidente che della democrazia si fa profeta. San Suu Kyi ha dimostrato di avere nel cuore, nella mente e nell’anima il più alto concetto di democrazia possibile. Ben tornata, e che le sue lotte possano portarci verso una Birmania libera e un mondo migliore.

Claudio Lo Tufo

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Boom di cerali nel Niger

L’Africa sta trovando un nuovo feeling con l’agricoltura. Sorprendente è la forte crescita della produzione di cereali in Niger, che è da considerarsi uno dei paesi che soffre maggiormente la crisi alimentare. Dal bilancio provvisorio pubblicato dall’Ufficio degli Affari umanitari dell’Onu, si scopre che nel 2010 la produzione potrebbe superare le cinque milioni di tonnellate. Un dato assai confortante se si pensa che è oltre il sessanta per cento in più rispetto allo scorso anno e del quaranta per cento nei confronti della media degli ultimi cinque anni. A farla da padrone quest’anno è stata la produzione di un fagiolo locale: il niebè. Un raccolto che raggiungerà quasi due milioni di tonnellate.

La carota umana

Questa volta l’uomo non centra nulla, anche se lo scopritore di questo particolare ortaggio è Clive Williams, un ingegnere in pensione. L’uomo vive in Inghilterra dove dopo la pensione coltiva il suo orticello. La sorpresa è stata immensa quando ha scoperto che una delle sue carote aveva le stesse sembianze di Buzz Lightyear, il protagonista di Toy Story. Wiliams ha commentato così l’incredibile ortaggio: «È da 10 anni che coltivo carote e poiché il nostro terreno è piuttosto sassoso, spesso crescono biforcute. Ma non mi era mai successo di trovarne una come questa». Complimenti.

Acqua in Marocco

Che l’acqua sia un bene fondamentale è cosa certa, come la difficoltà dei Paesi africani nel garantirla ai loro cittadini. Il Marocco prova ad invertire questa tendenza. Infatti, Re Maometto VI ha inaugurato i lavori per la realizzazione di un acquedotto che alimenterà la città di Kariat Ba Mohamed, nella provincia settentrionale di Taounate. Sono necessari per la realizzazione dell’opera ben ventinove milioni di euro, cifra ottenuta grazie all’Ente nazionale per l’Acqua potabile e al Comune di Kariat Ba Mohamed che è intervenuto nei lavori con i propri fondi. Non sarà l’unico acquedotto nella provincia, infatti, nei prossimi mesi incominceranno i lavori per creare altri acquedotti così da riuscire a portare acqua potabile alle quattrocento mila persone che abitano in quell’area.

Arrivano i fondi

Bruxelles dà il via libera agli stanziamenti del governo siciliano a favore degli agricoltori del settore vitivinicolo colpiti dalla peronospera. L’assessore alle risorse agricole siciliano, Titti Bufardeci, commenta così il successo della delegazione: «La missione dei dirigenti del dipartimento Risorse agricole e alimentari è servita a tracciare l’iter tecnico amministrativo necessario a poter materialmente utilizzare quelle risorse stanziate con la legge Finanziaria. Le somme stanziate dalla legge sono pari a circa 30 milioni di euro e serviranno, insieme con altre misure che il dipartimento sta realizzando, a rilanciare il settore vitivinicolo siciliano che vive una situazione paradossale: colpito dalla crisi, con il conseguente crollo dei prezzi delle uve, tuttavia ancora oggi, grazie all’abnegazione e alla competenza degli imprenditori e degli agricoltori del settore, esprime una qualità di livello assoluto in campo internazionale, come dimostrano i successi dei nostri brand alle fiere di settore».

Il Daily Telegraph e Pompei

Il Daily Telegraph non ha dubbi, l’Italia non ce la farà mai, è impossibile per qualunque Stato riuscire a conservare Pompei. Il punto è uno solo: costa troppo e l’unica soluzione è una gestione internazionale. L’editoriale firmato da Mary Beard sul disastro del crollo della Domus dei gladiatori, taglia le gambe alla questione tutta nazionale sulle colpe della cattiva conservazione del sito archeologico. Infatti, secondo il Daily Telegraph le rovine, sempre disastrosamente costose e abbandonate a se stesse, crolleranno sempre inevitabilmente. Conclusione? Tutto il mondo deve aiutare finanziariamente l’Italia così da conservare questo immenso patrimonio. 17


occhio ai consumi

di Marco Bacchetta

Presidente Nazionale Associazione Civici Consumatori - www.civiciconsumatori.it

Commissione di massimo scoperto: quando si può recuperarla

La commissione di massimo scoperto è stata spesso e volentieri applicata da numerose banche in difformità a quanto disposto dalla Cassazione con sentenza n. 870/2006, Sez I civ. Tale sentenza infatti prevede che detta commissione doveva essere una remunerazione accordata alle banche per la messa a disposizione dei fondi indipendentemente dall’effettivo prelevamento. Quindi tale somma non poteva essere calcolata, come purtroppo è accaduto in numerosissimi casi, sulla somma utilizzata o sul picco di utilizzo. Si ricava pertanto che i correntisti che hanno utilizzato un affidamento, soprattutto prima del 2006 e rientrano nei casi previsti dalla sentenza, possono chiedere il rimborso di:

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Con la presente chiedo di essere iscritto all’Associazione Civici Consumatori, con sede Nazionale in Piacenza, via Veneto 1. Sono stato edotto che il tesseramento e i successivi rinnovi non mi comporteranno alcuna necessità di versamento. Privacy: acconsento, ai sensi di normativa vigente, il trattamento dei miei dati e la conservazione degli stessi per le finalità sopra esposte da parte dell’Associazione Civici Consumatori, c.f. 91081570334.

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Molte banche l’hanno applicata in difformità a quanto disposto dalla Cassazione. Ecco cosa fare per ottenere il rimborso

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Inviare via mail alla casella centroservizi@civiciconsumatori.it oppure via fax al n. 0523 452766.


• somma ingiustamente a loro addebitata sotto voce di “commissione di massimo scoperto” • gli interessi eventualmente applicati su detta somma addebitata, se tale addebito andava ad aumentare il debito complessivo del correntista • gli interessi legali dal giorno delle applicazioni ad oggi. I termini di prescrizione per il recupero di detta somma sono 10 anni dalla chiusura del conto corrente. La richiesta della ripetizione della somma deve però essere inviata alla banca dopo aver accertato che effettivamente spetti (come per esempio le commissioni di massimo scoperto correttamente applicate dal 2007 in poi). È anche opportuno procedere al calcolo di quanto spetti di rimborso. Informiamo che per tale procedura il correntista può appoggiarsi alla speciale unità che l’Associazione Civici Consumatori ha creato per questo tipo di intervento in favore dei propri soci. Per utilizzarla è necessario essere soci (tessera gratuita e senza scadenza – compilare e inviare il modello sotto riportato alla casella centroservizi@civiciconsumatori.it oppure via fax al n. 0523 452766) indicando “settore commissione massimo scoperto” e quindi verrete contattati per tutte le informazioni e procedure specifiche per il vostro caso.

Bollette pazze Inviate la copia delle vostre bollette pazze al centro servizi insieme alla scheda di adesione socio. La speciale unità dell’Associazione Civici Consumatori per le bollette pazze provvederà a chiedere l’intervento del gestore.

L’Associazione Civici Consumatori formula a tutti i lettori e allo staff di Vie del Gusto i migliori auguri di Buone Festività e Nuovo Anno.

Marco Bacchetta Presidente Nazionale

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Già iscritto all’Associazione Civici Consumatori ovvero con contestuale richiesta di iscrizione gratuita, con la presente chiedo all’Associazione Civici Consumatori consulenza gratuita sul seguente quesito:

Chiedo la risposta al mio quesito alla seguente casella mail: _________________@__________________ oppure chiedo risposta via fax al numero ____________________________________ Privacy: acconsento, ai sensi di normativa vigente, il trattamento dei miei dati e la conservazione degli stessi per le finalità sopra esposte da parte dell’Associazione Civici Consumatori, c.f. 91081570334 o da parte di loro incaricati.

(eventuale) allego in copia i seguenti documenti (copie che non verranno restituite).

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scienza e vita

di Giuseppe Pulina Professore di Zootecnia speciale all’Università di Sassari

Quando la Scienza è al servizio della società La durata e la qualità della vita dipendono soprattutto da quali nutrienti ingeriamo e come gli stessi vengono utilizzati. L’essere umano è espressione del proprio patrimonio genetico in rapporto con le sollecitazioni ambientali (stress, cibo, stile di vita). In questa interdipendenza (patrimonio genetico/ambientale) la durata e la qualità della vita dipendono in gran parte dall’ingestione e utilizzo di nutrienti. Con la rubrica “Scienza e vita” il professor Giuseppe Pulina ci accompagnerà mese dopo mese alla conoscenza dei nutrienti, di come e quando utilizzarli. Il nostro giornale si porrà quindi come traduttore tra la scienza e la società sperando di avvicinarli sempre più. Domenico Marasco

I bambini profumano di latte Dopo o insieme a quello materno, il latte è l’alimento principe nell’alimentazione del bambino. Alcuni consigli e precauzioni sono indispensabili. Anche perchè esistono forme di intolleranza o allergia rispetto a una o più componenti del latte: la più diffusa è l’intolleranza al lattosio.

• La qualità del latte in commercio in Italia è in generale molto buona, sia per i controlli alla stalle che per la cura nel confezionamento. Tuttavia, è preferibile scegliere latte intero, di alta qualità, pastorizzato e consumarlo assolutamente entro la data di scadenza riportata nella confezione. • Il latte deve essere consumato preferibilmente intero per fornire all’organismo le componenti del grasso che hanno un ruolo nutrizionale importante e che aiutano nella prevenzione delle gastroenteriti infantili. • In bambini che manifestano intolleranza o allergia alle proteine del latte vaccino (IPLV e APLV), il latte di capra o di asina rappresenta una valida alternativa. • Il regolare consumo di latte nei bambini è indispensabile per l’accrescimento scheletrico, muscolare e del tessuto nervoso. È anche utile per contrastare lo sviluppo della carie e per mantenere la salute dentale.

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Il latte, elisir di lunga vita Il latte è un componente fondamentale per una dieta sana ed equilibrata. È il primo alimento dell’uomo e lo accompagna per tutta la vita. Rappresenta, infatti, una preziosa fonte di nutrienti essenziali ed esclusivi quali proteine specifiche e peptidi bioattivi, lattosio e oligosaccaridi, vitamine, minerali e lipidi con proprietà nutrizionali e terapeutiche (con il neologismo di moda, nutraceutiche). Il latte è, assieme all’uovo, l’alimento che contiene le proteine con il più alto valore biologico, cioè ha un contenuto in amminoacidi essenziali per soddisfare le esigenze nutritive dell’uomo, per lo sviluppo muscolare dei giovani e il mantenimento del tono muscolare negli anziani. Grazie all’elevato contenuto in calcio, l’inclusione del latte in una dieta bilanciata aiuta nella prevenzione della sindrome metabolica e contrasta i processi di osteoporosi. Il consumo di calcio è fondamentale nei giovani in accrescimento, nelle donne in gravidanza e in menopausa, ma anche negli sportivi nei quali una maggiore ingestione di latticini, di calcio e potassio è associata a una maggiore densità ossea. Il calcio è contenuto nel latte in forme tali da renderlo biodisponibile per il suo assorbimento intestinale, contrariamente a quanto avviene con altri alimenti che anche con importanti contenuti di calcio presentano una minore biodisponibilità. Il grasso del latte contiene un numero di componenti che hanno proprietà funzionali specifiche: gli


Alimento per adulti e anziani Calcio, fosforo e vitamina D contenuti nel latte rivestono indiscutibile importanza per contrastare la diminuzione della densità minerale delle ossa in particolare nei soggetti anziani. Il latte è un’ottima fonte alimentare di calcio: il suo assorbimento è agevolato dagli adeguati contenuti di vitamina D e fosforo.

“L’oro bianco della nostra dieta” è fonte preziosa di nutrienti indispensabili per la crescita del neonato e la prevenzione di gravi patologie dell’età adulta

• Nelle donne in gravidanza, l’assunzione di calcio è essenziale per il mantenimento della propria integrità ossea e per assicurare il corretto sviluppo della struttura ossea del feto. • Un bicchiere di latte al giorno (circa 200 ml) copre 1/5 delle esigenze giornaliere di calcio nelle donne in gravidanza o allattamento. 250 ml di latte possono essere un’alternativa alla terapia farmacologica delle donne in menopausa e negli anziani per contrastare il rischio di osteoporosi. • Le proteine del latte sono efficaci per la conservazione della massa muscolare e contrastare la sarcopenia. Le sieroproteine pare siano tra le fonti proteiche più efficaci nel favorire l’aumento di massa muscolare negli atleti. • Il latte è una delle migliori fonti di vitamina B12, cha ha un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’invecchiamento cerebrale.

sfingolipidi, gli isomeri dell’acido linoleico coniugato (CLA) dei quali il latte rappresenta la più importante fonte naturale, l’acido butirrico, le vitamine A e D. Recenti studi hanno evidenziato che i CLA hanno importanti proprietà nutraceutiche: la più importante è l’azione antitumorale e antiarterosclerosi. Per l’acido butirrico è stata dimostrata un’azione inibente la crescita in un largo spettro di cellule carcinomatose e di prevenzione la formazione di metastasi epatiche. L’effetto benefico degli acidi grassi a corta catena interviene sulla mucosa intestinale anche in termini di controllo dello sviluppo di batteri patogeni e di regolazione della risposta infiammatoria. In realtà esistono anche forme di intolleranza o allergia di alcuni soggetti rispetto a una o più componenti del latte. Una delle più diffuse è l’intolleranza al lattosio (lo zucchero caratteristico del latte) nei soggetti deficitari dell’enzima (lattasi) necessario per la sua digestione. L’attività della lattasi diminuisce dopo la svezzamento. Il consumo di latte vaccino può essere sostituito da quello di capra, d’asina o cavalla che hanno componenti proteiche diverse. Il contenuto di alcuni componenti del latte può essere migliorato con opportune tecniche di alimentazione degli animali.

Hanno collaborato Anna Nudda e Gianni Battacone, Università di Sassari

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almanacco di barbanera

di M. Pia Fanciulli

Da ricordare

Benvenuto generale inverno Il freddo che fa rintanare in casa, ma anche il calore delle feste, il colore delle bacche che occhieggiano nei boschi. Per un mese di calde atmosfere e di basse temperature, che ritemprano l’anima e il corpo

Sole e Luna Il 1° dicembre si hanno 9 ore e 22 minuti di luce solare mentre il 21 se ne hanno 9 ore e 6 minuti. Si perdono, dall’inizio al 21 del mese, 16 minuti di luce. Il 31 si hanno 9 ore e 10 minuti di luce solare. Dopo il Solstizio le giornate riprendono ad allungarsi e si guadagnano 4 minuti di luce. Il 22 alle ore 00.40 è il Solstizio d’inverno. Durata massima della notte rispetto al giorno.

Il Sole Il 1° sorge alle 07.08 e tramonta alle 16.30 L’11 sorge alle 07.18 e tramonta alle 16.29 Il 21 sorge alle 07.25 e tramonta alle 16.31

La Luna Il 1° sorge alle 02.10 e tramonta alle 13.25 L’11 sorge alle 10.59 e tramonta alle 22.20 Il 21 tramonta alle 07.27 e sorge alle 16.45

La Luna è all’Apogeo lunedì 13 alle ore 11. È al Perigeo sabato 25 alle ore 14.

Luna in viaggio In questo mese il giorno favorito dalla Luna per gli spostamenti è il 4.

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Lunedì 6 dicembre – San Nicola Vescovo della città turca di Mira, a cui furono attribuiti tantissimi miracoli, San Nicola è patrono di Bari, ma anche delle fanciulle da marito. Tuttavia il Santo, le cui reliquie furono trafugate dai baresi che le portarono nella loro città intorno al 350, è molto amato anche per un altro motivo. È lui la figura che in America ha dato vita a Santa Claus, il Babbo Natale dall’abito rosso che dagli Stati Uniti ha poi conquistato il mondo intero. C’è però un fatto da ricordare, ovvero che in alcune località d’Italia è ancora oggi San Nicola ad anticipare qualche dono in attesa del Natale. Lunedì 13 dicembre – Santa Lucia Il proverbio è antico, non più vero, ma ancora diffusissimo. “Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia”, si dice. Ma non è più così. Lo fu solo nel Medioevo quando, a causa del calendario giuliano, il giorno del solstizio, cioè il giorno più corto dell’anno, venne spostato dal 21 al 13 dicembre. Poi, con la riforma del calendario introdotta da Papa Gregorio XIII nel 1582, il solstizio tornò al 21 dicembre. Ma il detto, ormai radicato, sopravvisse e sopravvive, nonostante le ragioni della scienza. Sabato 25 dicembre – Santo Natale Che la più attesa e amata ricorrenza cristiana abbia origini pagane è a tutti noto. Le radici ci conducono infatti nell’antica Roma dove il 25 dicembre si celebrava il solstizio d’inverno, quel sol invictus, il “sole invincibile”, venerato quale dio supremo. Dopo aver raggiunto il punto più basso sull’orizzonte con il giorno più corto dell’anno, il sole riprendeva il suo cammino verso la primavera. Si festeggiava quindi con i Saturnalia quel sole appena nato che poi l’imperatore Costantino - all’inizio del IV secolo – fece coincidere col Natale di Cristo, il natalis solis invicti, il “giorno di nascita del sole invincibile”. Un sole più grande eclissava quello pagano, riconsacrandone la festa.


Orti e dintorni Con il Natale alle porte si possono coinvolgere i bambini nella preparazione di festose ghirlande. Allora tutti a raccogliere nei boschi rami, pigne, bacche rosse come quelle della rosa canina, evitando quelle di agrifoglio e pungitopo, che sono protetti. Ci vogliono anche lunghi e flessibili rami di salice, e qualche tralcio di edera che servirà da “spago”. Procurarsi un rotolo di fil di ferro (si trova anche dorato!), della rafia naturale, o un lungo nastro rosso. Si intrecciano i rami di salice formando una grande ciambella su cui fissare, con il fil di ferro, rami, pigne e bacche a mazzetti. Con l’edera, la rafia o il nastro si lega tutto, si fa un fiocco in basso e un cappio in alto per appendere la ghirlanda. Cosa accade invece nell’orto? Si piantano in luna calante i bulbi di aglio e cipolla e si seminano fave e piselli. Si raccolgono i cavolfiori e i cavoli da broccolo con temperature sopra allo 0°C. Nel giardino invece è bene vangare intorno alle rose e agli arbusti a fioritura precoce. Le talee attecchite vanno trapiantate senza irrigarle per evitare che l’apparato radicale geli. In crescente, invece, è la volta del trapianto delle viole e degli iberis a fioritura primaverile. Si piantano i viburni. L’albero di Natale va portato gradatamente in casa perché si abitui alle temperature dell’interno.

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• Chi non digiuna la vigilia di Natale, corpo di lupo e anima di cane.

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• Se avanti Natale fa la brina, riempi la madia di farina.

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Belli e sani Gli inviti fioccano, le serate fuori a cena, in discoteca, a casa di amici, sono una tentazione irresistibile. Divertimento assicurato che può però essere guastato dall’apparire di un leggero gonfiore, lì, sul labbro. Un herpes! Che fa la sua comparsa quasi sempre nei momenti di affaticamento e in quelli meno indicati: prima di una festa o di un appuntamento importante. Per non far uscire quelle inopportune bollicine sulle labbra, appena si sentono arrivare si dovrà applicare qualche goccia di aceto con un cotton fioc. Ripetendo più volte l’operazione si riuscirà a bloccarle. E se invece sono le occhiaie a darci un aspetto poco glamour e a denunciare una stanchezza accumulata o una notte brava? Eliminarle è semplice, basta mettere in pratica un vecchio, ma sempre efficace, rimedio casalingo: lasciare in infusione un pizzico di malva in una tazza d’acqua bollente insieme a rosmarino e petali di rosa. Far raffreddare l’infuso, poi filtrare. Applicare intorno agli occhi e sulle palpebre con delle compresse di cotone. L’effetto sarà sorprendente. Si fa tardi la sera, le feste, il volto appare stanco. Per restituire tono e luminosità alla pelle preparare una maschera con due cucchiaini di frutta schiacciata, uno di miele e uno di yogurt. Si possono alternare arance, mele, albicocche, banane. Applicare le maschere alla sera, sulla pelle pulita, tenendole almeno dieci minuti. Il Natale e qualche giorno di pausa dal lavoro possono essere l’occasione per ritemprare corpo e mente. Facendo ad esempio passeggiate in montagna o al mare, coperti bene, ma pronti a respirare aria pulita. Oppure si potranno scoprire i benefici di un’alimentazione di tipo biologico che privilegi la qualità invece della quantità. Infine, se si vuol favorire la digestione, utile Ficus carica: basteranno 50 gocce in poca acqua subito dopo mangiato.

Saggezza popolare • Se piove per santa Bibiana (2 dicembre) piove quaranta dì e una settimana. • Con la polenta il freddo non spaventa. • Per San Nicola di Bari (6 dicembre), le rondini passano i mari. • Senza neve Sant’Ambrogio (7 dicembre), l’inverno sarà mogio. • Da Santa Lucia (13 dicembre) a Natale il dì allunga un passo di cane. • Se il camino non tira, il tempo gira. • Neve dicembrina per tre mesi ti sta vicina.

• A Luna scema (calante) non salare, se vuoi risparmiare.


di X dalle nostre ambasciate xxx xxxxxx

Adotta un albero di olivo secolare I lettori hanno aderito al nostro invito di diventare ambasciatori. Qui di seguito le loro segnalazioni, i loro commenti, le profonde riflessioni Il Salento non è solo “sole, mare e vento”. È soprattutto una delle più importanti e antiche zone in Italia per la produzione olivicola con un numero di alberi monumentali e secolari unico al mondo. La dimensione e l’altezza delle piante di olivo secolari rendono tuttavia particolarmente costosa la raccolta delle olive dall’albero. La scarsa conoscenza dei veri fattori distintivi della qualità degli oli da oliva, da parte dei consumatori rende difficile la consapevolezza dei costi che stanno dietro ad un olio extravergine di oliva di qualità. Adottando un albero di olivo secolare il consumatore riceverà: un attestato di adozione della sua pianta con la descrizione, appunto, del nome, dell’età, delle caratteristiche della stessa e della sua localizzazione; un poster della sua pianta; 10 litri di olio extravergine di oliva estratto a freddo dalla sua pianta; l’olio prodotto dalla pianta di ulivo adottata potrà anche essere imbottigliato in bottiglie personalizzate e regalato alla persona che ci indicherà con dedica personalizzata: l’ideale regalo per un’occasione speciale. Jolanda De Nola - Lecce Ottima iniziativa. Non c’è dubbio che si debba sviluppare una più attenta cultura del consumatore verso i veri elementi qualitativi delle produzioni agricole, coinvolgerli nei processi di tracciabilità dei prodotti, garantirli con processi produttivi visionabili, avvicinarli alla vita rurale di luoghi, come il Salento, ancora intatti e meravigliosi. Diamo una mano a “I custodi di

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Olivinopoli” affinché riescano ad incentivare la cooperazione fra tutti gli operatori agricoli, dell’artigianato, dell’ambiente, della ricettività turistica, le scuole, gli istituti di ricerca e gli enti pubblici. Solo con il reale coinvolgimento di tutto il territorio si raggiungono dei risultati. Le “bollicine” emiliane battono quelle francesi Cresce la qualità delle “bollicine” emiliano-romagnole. Ne è una conferma la gran medaglia d’oro ottenuta da un Pignoletto dei Colli bolognesi nell’ultima edizione del Vinitaly, dove ha superato vini frizzanti più blasonati. Un’occasione per conoscere più da vicino questo comparto sempre più importante della vitivinicoltura regionale è stata offerta dalla seconda edizione di “Bollicine: spumanti e champagne. L’Emilia si confronta con la Francia e le zone vocate d’Italia”, svoltasi a Bazzano, in provincia di Bologna, il 13 novembre scorso. Fruttuoso Zucchini Zola Predosa (Bologna) Caro sindaco, vogliamo le strisce L’inverno è ormai alle porte. Da noi, nonostante i 750 metri d’altezza, è già arrivata anche la nebbia. Diciamolo pure: a volte si taglia a fette. Peccato che la strada abbia la segnaletica orizzontale ormai sbiadita. L’unico punto di riferimento per non finire fuori strada è inesistente. Abbiamo sollecitato il Comune. La risposta: «Non ci

sono soldi». La nostra replica: dateci la vernice, al resto pensiamo noi. Chissà se il sindaco ci darà una mano… Nerino Trentini – Savigno (Bologna) Niente da ridire: applausi ai cittadini che si rimboccano le maniche, pollice verso per l’amministrazione comunale che non riesce a tirar fuori qualche migliaio di euro in nome della sicurezza. Ci appelliamo al buon senso. Nuove norme per il riso biologico La giunta regionale del Piemonte ha deliberato un nuovo regolamento per la coltivazione del riso biologico, in modo da riequilibrare la normativa vigente che a causa di un’interpretazione restrittiva della pratica delle rotazioni colturali sfavoriva i produttori italiani rispetto a quelli di altri Paesi europei. Con questo provvedimento è stata resa possibile la coltivazione del riso biologico, sempre nel rispetto delle norme Ue, anche in quelle zone disagiate del Vercellese dove non sarebbe stato possibile effettuare nessun altro tipo di coltura primaverile ed estiva. Cristian Neri – Vercelli La Sicilia non sfrutta le sue potenzialità Le aziende agricole in Sicilia sono cresciute nelle dimensioni, anche se meno della media nazionale, con un incremento delle importazioni, e delle produzioni di qualità, anche se ancora non esprimono tutte le loro potenzialità. In Sicilia c’è una

All’iniziativa si può aderire attraverso il servizio sms: n° 346/0286745 e il nostro blog: Viedelgusto.blogspot.com situazione variegata: la dimensione delle aziende agricole è inferiore alla media nazionale, con solo 500 agriturismi, un numero trascurabile rispetto al Paese. Eppure l’isola ha grandi opportunità di sviluppare il mercato in maniera globale, anche puntando ai prodotti di qualità, non pensando solo alle nicchie. Luca Savona – Palermo Non ci sono dubbi. La Sicilia ha potenzialità enormi ma per crescere definitivamente deve superare il suo limite storico: l’incapacità di aggregazione tra le aziende che così sono escluse dal processo di internazionalizzazione. Esortiamo la Regione a farsi carico dello sviluppo delle filiere: un patrimonio eccezionale che fatica ad esprimersi. Proprio come la politica, ingessata quando si tratta di fare sistema.



Sicilia

Paese al cacao

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A Modica torna Chocobarocco, grande kermesse dedicata al cioccolato che invade le vie e le piazze dello splendido centro storico della città. Degustazioni, convegni, mostre, cene a tema con ospiti di livello internazionale che dibattono attorno al cioccolato in tutte le sue declinazioni, sono il cuore di una manifestazione che promuove la cultura del sapere e del saper scegliere quanto di meglio l’arte dolciaria possa offrire. Sono previsti tour alla scoperta di una golosa Modica tardo barocca. Info: www.chocobarocco.it 3-8 dicembre, Modica (Rg)

Toscana

Campania

L’eccellenza vitivinicola in scena al Four Seasons Hotel di Firenze. La storica manifestazione “Eccellenza di Toscana”cambia location e l’hotel fiorentino diventa main stage d’eccezione per le migliori etichette della regione. Un giorno fitto di incontri e degustazioni dei quattro e cinque grappoli toscani - selezionati dalla guida Duemilavini - accoglierà gli ospiti con un percorso all’insegna della bellezza e del gusto, nei suggestivi spazi di Palazzo della Gherardesca e del Conventino. Info: www.aistoscana.it 5 dicembre, Firenze

Se nelle case italiane si preparano oltre 200 milioni di tazzine di caffè al giorno, non poteva che essere il caffè il partner d’eccellenza del cioccolato a Showcolate 2010. Nell’area coffee ci sono i maggiori produttori, importatori e torrefattori italiani; gli esperti di caffè affiancano i maestri e artigiani del cioccolato e guidando i golosi alla ricerca di prelibatezze per il palato. La fiera ospita l’ultima tappa delle preselezioni italiane per il World Chocolate Masters. Info: www.showcolate.it 4-8 dicembre, Napoli

Trentino

Liguria

Un viaggio inebriante nella patria della grappa. È la Notte degli Alambicchi Accesi, una serata fatta di degustazioni in distillerie storiche e uno spettacolo di teatro itinerante per scoprire una tradizione vecchia di secoli. La manifestazione celebra gli antichi riti con cui da sempre si prepara il distillato, con un’originale rievocazione del tempo che fu, quando le “gocce”venivano raccolte al calar delle tenebre.
Dotati di una radio con cuffie, gli spettatori sono guidati lungo le vie per assistere a scene sulla fisica dell’alambicco, a performance video, a canti lirici e a brindisi dove la grappa esercita tutto il fascino della sua funzione sociale.
 Info: www.apt.trento.it 5-7 dicembre, Santa Massenza (Tn)

La prima edizione di Pane al Pane, nelle Sale del Palazzo Ducale di Genova, parte dall’idea di sostenibilità, che sviluppa attraverso varie proposte. L’obiettivo è esplorare il rapporto quotidiano con il cibo e scoprire anticipazioni sul futuro a tavola. Apre il percorso una mostra su tutto ciò che è e sarà indispensabile per la trasformazione, la distribuzione e il consumo degli alimenti (nella sezione culturale è presente la Fratelli Carli Spa con i suoi cento anni di storia). A seguire tre sezioni tematiche con, incontri, laboratori, degustazioni. Info: www.panealpanemdf.it 4-16 dicembre, Genova

ECCELLENZE IN DEGUSTAZIONE

il fascino della grappa

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La coppia più bella del mondo

OGGI E DOMANI A TAVOLA



Toscana

DolcementePrato

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Due giorni golosi nella cittadina nota per l’alta tradizione pasticcera (66, infatti, le pasticcerie tra città e dintorni!). E da quest’anno Prato fa scuola: s’inaugura sabato la scuola di pasticceria DolcementePrato, laboratorio permanente con corsi per amatori e specialisti. Per tutta la mattinata si vedranno i maestri all’opera, si carpiranno tecniche e segreti, ma soprattutto si testerà in prima persona con assaggi e degustazioni. In mostra creazioni di panna, crema, cioccolata, frutta dalle forme artistiche. E per finire l’Happy Hour, o meglio la Sweet hour: uno chef di grido lancerà l’Aperitivo in Pasticceria, che nel weekend si potrà trovare nelle pasticcerie del Consorzio Pasticceri Pratesi. Tra i presenti una vera star dei dolci: Paco Torreblanca. Si partecipa su prenotazione (tel. 05745177804). Info: www.dolcementeprato.it 11-12 dicembre, Prato

10 Venerdì 11 Sabato 12 Domenica

Sicilia

Va in scena la storia

Narra la leggenda che in occasione della sconfitta degli Arabi da parte dei Normanni i cittadini di Castelbuono crearono un dolce fatto di latte, farina, uova, scorza di limone, cannella e di una speciale sfoglia. Una delizia, chiamata appunto Testa di Turco, che concentra nella sua dolcezza la storia di tutta una terra e che viene celebrata durante una sagra nel giorno dell’Immacolata. La festa è anche un’occasione per visitare i luoghi e i personaggi che hanno avuto un ruolo decisivo nella crescita della Sicilia e per assistere alla rievocazione storica dei Cavalieri della Stella del 1595. Info: www.igattopardi.it 8 dicembre, Castelbuono (Pa)

Località varie

vini da regalare

Il Natale sposa l’enologia e arriva in cantina per regalare una giornata di iniziative dedicate alla valorizzazione della cultura del vino e della gastronomia locale. Si tratta di Natale in Cantina, evento promosso dal Movimento Turismo del Vino in tutta Italia, per godere del calore dato dall’assaggio di ottimi vini italiani. Una giornata da vivere con amici e famiglia, con la possibilità di visitare le cantine, degustare e scegliere il regalo più adatto selezionando i vini nei luoghi di origine, in abbinamento alla gastronomia più ghiotta. Info: www.movimentoturismovino.it 12 dicembre, località varie

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Emilia Romagna

ciccioli da guinness

Il Cicciolo d’Oro è la sagra dedicata al protagonista della tradizione culinaria emiliana, il maiale, da cui i ciccioli, intramontabile prelibatezza. Il maiale viene celebrato con la dimostrazione delle antiche lavorazioni collegate, con i cento norcini che si sfidano nella gara per il miglior cicciolo e con la preparazione del supercicciolo da guinness. Poi bancarelle, stand gastronomici, giochi, mostre e il pranzo in piazza. L’edizione del 2010, sempre fedele al motto “tradizione a chilometro zero”, valorizza la storia locale più autentica portandone in piazza i sapori. Info: www.ilcicciolodoro.com 12 dicembre, Campagnola Emilia (Re)



13 Lunedì 14 Martedì 15 Mercoledì 16 Giovedì 17 Venerdì 18 Sabato 19 Domenica

Trentino Alto Adige

Un dolce calendario dell’avvento

Entra nel vivo la manifestazione Emozioni d’Avvento che, dall’inizio di dicembre, coinvolge turisti e abitanti con eventi dedicati alla buona tavola. Nella settimana centrale del mese, presso i negozi, le enoteche e i masi della zona è possibile degustare le migliori specialità natalizie. Tra gli appuntamenti, quello del 13 con il Graukas, tipico formaggio di malga tirolese dop; il 14 è la volta di cioccolata, frutta candita e Zelten, ai quali segue il 16 una degustazione di vino e speck, e il 19 quella di formaggi pregiati dell’Alto Adige. Il 20 è la giornata dei biscotti al pan pepato, del panettone tirolese fatto in casa e del tipico dolce natalizio, il Weihnachtsstollen. Info: www.valgardena.it - 13-20 dicembre, Ortisei (Bz)

Veneto

Settimana bianca, al latte o fondente?

Durante Eurochocolate Ski è possibile gustare il cioccolato direttamente sulle piste da sci, scaldarsi in alta montagna con una fumante hot chocolate, o dedicarsi a un dolce slalom in Corso Italia. Mostre a tema, laboratori per bambini e corsi di degustazione per adulti, aree relax con trattamenti al cioccolato e un Chocomarket con i migliori cioccolati italiani e stranieri sono alcune delle proposte che rendono più golose le vacanze sulla neve. Info: ww.eurochocolate.com 16-19 dicembre, Cortina d’Ampezzo (Bl)

Friuli Venezia Giulia

Campania

Il Natale ha un fascino speciale a Grado. Nello spazio protetto della laguna, sono oltre 150 i presepi allestiti nelle calli, nelle piazze e nel porto dell’isola per la rassegna Presepi a Grado. Classici o reinterpretatati in chiave marina, con pescatori e imbarcazioni al posto di pastorelli e pascoli, casoni lagunari anziché capanne e grotte: sono questi i presepi che si possono ammirare passeggiando per le stradine della città o facendosi accompagnare da una guida che racconta la storia di queste opere col sottofondo musicale delle cornamuse della Val Pesarina. Visite gratuite con prenotazione obbligatoria. Info: 0431898224/239 Dal 18 dicembre, Isola di Grado (Go)

La magia delle feste si accende su Pompei. Nell’area espositiva del Santuario, è di scena la prima edizione di Natale in Fiera, evento dedicato alle tradizioni natalizie campane: dall’arte dei presepi ai dolci tipici. Sono circa 50 gli espositori che offrono al pubblico il meglio delle proprie creazioni. Immancabile la sezione dedicata ai sapori del Natale: dai panettoni ai pandori artigianali ai dolci della tradizione partenopea, come struffoli, mostaccioli, roccocò e tutto quello che caratterizza le tavole campane durante le festività. Info: www.pompeiexpo.it 17-19 dicembre, Pompei (Na)

Natività in laguna

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Tra struffoli e presepi



20 Lunedì 21 Martedì 22 Mercoledì 23 Giovedì 24 Venerdì 25 Sabato 26 Domenica 27 Lunedì 28 Martedì 29 Mercoledì 30 Giovedì 31 Venerdì

Umbria

Suggestioni sotterranee

Il tema scelto per la 22ª edizione del Presepe nel Pozzo è “il lupo e l’agnello”, per raccontare una Natività decisamente insolita, dal clima mistico, con cui il profeta Isaia descriveva la venuta del Messia. Pur nella singolarità della scelta stilistica, il presepio non rinuncia né alla ricostruzione storica di usi e costumi della Palestina dell’anno zero, né a un allestimento popolato di personaggi animati a grandezza naturale, eseguiti da professionisti degli effetti speciali teatrali e cinematografici. Le grotte del Pozzo della Cava, ricche di ritrovamenti archeologici etruschi, medievali e rinascimentali, ospitano sette scene della Natività, tradizionali e contemporanee, in un percorso che conduce alla scena finale nella grande grotta alta 14 metri. Info: www.pozzodellacava.it - Dal 23 dicembre, Orvieto (Tr)

Toscana

I miei omaggi, messere

In vista del Natale e dell’anno nuovo, Firenze fa un tuffo nel passato e rinnova i fasti rinascimentali con la Festa degli Omaggi. Durante questa giornata, il Corteo della Repubblica Fiorentina si muove in processione per le vie della città portando un saluto augurale alle autorità pubbliche.
A rendere ancor più folkloristica la festa i raffinati costumi cinquecenteschi dei figuranti del corteo. Info:www.comune.firenze.it 20 dicembre, Firenze

Puglia

Cuore di mandorla

Protagoniste della golosa Festa del dolce natalizio sono le tipiche prelibatezze locali preparate per le festività. Si tratta di cartellate, poceddhuzzi, tronchetti natalizi e dolci di pasta di mandorla, preparati dalle donne del paese, che per tutta la giornata è possibile assaggiare e acquistare presso gli spazi dell’evento dedicati: piazza Vittorio Emanuele e del sagrato del Santuario della Lizza. Info: www.comune.alezio.le.it 21 dicembre, Alezio (Le)

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Lombardia

Un anno concluso in… bontà

Sono i sapori della tipica cucina ossimese a inondare le vie del borgo durante la Sagra del Porsel, che porta in piazza la prelibatezza del maiale allevato dalle famiglie residenti. Cuore della cucina della Val Camonica, il “porsel” viene preparato per l’occasione in tutte le versioni elaborate nei secoli, grazie a trattamenti e metodi di cottura antichi, riproposti in un percorso che permette anche ai palati più raffinati di gustarne i sapori di un tempo. Info:www.perosem.it 29-30 dicembre, Ossimo (Bs)



appuntamenti in breve 1

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Grande Presepe Artistico

24 scenari di statuette in cartapesta. Info: www.presepesalice.it 1 dicembre - 2 febbraio 2011 Salice Salentino (Le) - Puglia 2

Wine Kiss

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Fiera dei Puciu

La nespola, o puciu, è simbolo della stagione che conclude l’annata agricola. Info: www.comune.farigliano.cn.it 3-5 dicembre, Farigliano (Cn) - Piemonte 4

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QOCO – Un filo d’olio nel piatto

Pippo Pelo’s Christams Market

Suoni, luci e colori al centro della festa. Info: www.salernonatale.it 3-12 dicembre, Salerno - Campania 6

Festa del mare d’inverno

Degustazioni, mostra, laboratori. Info: www.portiaperti.regione.marche.it 4 dicembre, Fano (Pu) - Marche 7

Dove il presepe è di casa

Oltre 100 presepi realizzati con materiali tradizionali dalle famiglie del paese. Info: www.altopianodipine.com 4 dicembre - 6 gennaio 2011 Baselga di Piné (Tn) - Trentino 8

Sagra del maiale e del cinghiale

Variazioni sul tema dei 2 prodotti locali. Info: tel. 0942723031 4-5 dicembre, Antillo (Me) - Sicilia 9

Tartufo di Marca

Tartufo e mercatino nella distilleria Varnelli. Info: www.terredeltartufo.it 4-5 dicembre, Muccia (Mc) - Marche 10

Torrone e Croccantino in festa

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Per i tecnici della cucina. Tra gli chef Pietro Zito propone assaggi al top. Info: www.qoco.it 3-5 dicembre, Andria (Bt) - Puglia 5

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Degustazione di vini, distillati e prodotti tipici del Monferrato. Info: www.winekiss.it 2 dicembre, Roma - Lazio 3

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Mostra Internazionale dell’Arte Presepiale

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Al motto “Riprendiamoci Gesù Bambino!”, promuove il recupero del simbolo sacro del Natale. Info: www.presepicastello.org 4 dicembre-10 gennaio 2011, Città di Castello (Pg) – Umbria 13

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Agroalimentare

Mercatino degli Elfi

Maghi al Castello scaligero e mercatino. Info: www.malcesinepiu.it 5 dicembre, Malcesine (Vr) - Veneto 15

Festa di San Nicolò e i Krampus

I Krampus, creature alla ricerca di bambini cattivi e il Santo sfilano per il paese. Info: www.krampus.it 5-6 dicembre, Tarvisio (Ud) Friuli-Venezia Giulia 16

Le fave di San Nicola

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Eat­Alia

Eventi enogastronomici che mescolano prodotti tipici delle varie regioni. Info: www.eatalia.eu 5-7 dicembre, Roma - Lazio

Rassegna di prodotti tipici del territorio spezzino e lunigianese Info: www.speziafiere.it 4-12 dicembre, La Spezia - Liguria 14

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Corni, biscotti, presepi

Il meglio del Tirolo in mostra. Info: www.dorf-tirol.it 5-8 dicembre, Tirolo (Bz) Trentino Alto Adige 20

I sentieri del gusto

Le tipicità del Pollino e di varie regioni. Info: tel. 3487748937 5-8 dicembre, Castrovillari (Cs) - Calabria 21

La dispensa dei sapori

Al centro la tradizione pasticcera locale. Info: www.comune.sanmarcodeicavoti.bn.it 4-7 e 11-12 dicembre San Marco dei Cavoti (Bn) - Campania

Festa con distribuzione dei pani sacrali. Info: www.comunedipollutri.it 5-6 dicembre, Pollutri (Ch) - Abruzzo

La Valpolicella presenta le sue delizie. Info: www.valpolicellaweb.it 5-8 dicembre, Sant’Ambrogio di Valpolicella (Vr) - Veneto

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Curiosa

Mostra-mercato natalizia col maître chocolatier Stefano Donelli. Info: www.curiosainfiera.it 4-8 dicembre, Modena - Emilia Romagna 34 viedelgusto.it

Fagiolata benedetta

Per il patrono è cucinata una zuppa di fagioli, distribuita con panelle benedette. Info: www.molisecitta.it 5-6 dicembre, Guardiaregia (Cb) - Molise

Tuscia Deliziosa

Degustazioni di prodotti tipici della Tuscia a Palazzo Orsini. Info: tel. 0761924237 5-8 dicembre, Bomarzo (Vt) - Lazio

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Sagra del pane e dell’olio

Protagonista il pane tipico di Triggiano. Info: www.comune.triggiano.ba.it 6 dicembre, Triggiano (Ba) - Puglia 24

Festa dell’osso

Un menu vecchio stile celebra il maiale. Info: www.comune.casteldario.mn.it 6-9 dicembre, Castel d’Ario (Mn) Lombardia 25

Orte in cantina

Percorsi enogastronomici per degustare cibi e vini locali. Info: www.comune.orte.vt.it 7 dicembre, Orte (Vt) - Lazio 26

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Sagra della polenta

Polenta con salsicce e cibi conditi con olio della Sabina. Info: www.montopoli.org 8 dicembre, Montopoli di Sabina (Ri) - Lazio

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Mondo di pace

Presepi nella Basilica di Maria SS. delle Grazie. Info: www.natalenelmondo.it 8 dicembre - 9 gennaio 2011 San Giovanni Valdarno (Ar) - Toscana 30

Presepe di luce

Sagome di luce sulle colline delle Cinque Terre. Info: www.parconazionale5terre.it Dall’8 dicembre, Manarola (Sp) - Liguria 31

Sagra del Torrone

Protagonisti i sapori del torrone. Info: www.terredifaenza.it 8 dicembre, Faenza (Ra) - Emilia Romagna

La poesia illumina la vita

No-stop di arte e cultura in omaggio a Edoardo Sanguineti. Info: www.comune.genova.it 8-10 dicembre, Genova - Liguria

Festa del vischio

Mercatino del vischio e cena celtica attorno al castello di Cly. Info: tel. 3203662853 8 dicembre, Saint-Denis, (Ao) - Valle d’Aosta 32

Festa dell’olio

Si celebra l’olio delle colline di San Quirico. Info: www.comunesanquirico.it 8-11 dicembre, San Quirico d’Orcia (Si) Toscana 33

Il Villaggio Incantato

Evento fantasy dedicato al Natale. Info: www.ilvillaggioincantato.it 8-23 dicembre, Soncino (Cr) - Lombardia

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Sfilata di strutture in legno. Info: www.prolocoagnone.com 8 e 24 dicembre, Agnone (Is) - Molise

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Fiera del bue grasso

Gara tra bovini di razza piemontese e piatti tipici. Info: www.comune.carru.cn.it 9 dicembre, Carrù (Cn) - Piemonte 36

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La ‘ndocciata di Agnone

Rossotreviso

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Vendemmia di Santa Lucia

Raccolta di ultimi grappoli d’uva e degustazione di vini novelli e passiti. Info: www.comune.massinovisconti.no.it 11 dicembre, Massino Visconti (No) Piemonte 40

Un goccio di vin santo

Un concorso per il miglior vin santo. Info: www.montefollonico.it 11-12 dicembre, Torrita di Siena (Si) Toscana 41

Festa dell’olio novello

Degustazione di olio e prodotti tipici. Info: www.comune.sorianonelcimino.vt.it 11-12 dicembre, Soriano nel Cimino (Vt) Lazio 42

Sapori di Carnia

Protagonisti piatti preparati con antiche ricette. Info: www.comune.raveo.ud.it 12 dicembre, Raveo (Ud) Friuli-Venezia Giulia 43

Da restarci di sale!

Al Museo del sale, Il Presepe dei salinari in terracotta. Info: www.turismo.comunecervia.it 18 dicembre - 6 gennaio 2011, Cervia (Ra) Emilia Romagna 44

Fiera del miele

Protagoniste 11 aziende dell’apicoltura toscana. Info: tel. 066877175 22-23 dicembre, Arezzo - Toscana 45

La squilla

Tradizionale processione di fedeli. Info: tel. 08727071 
 23 dicembre, Lanciano (Ch) Abruzzo 46

Sagra della Pittula

Mercatino dedicato al Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco. Info: www.rossotreviso.it 10-19 dicembre, Treviso e Castelfranco Veneto (Tv) - Veneto

Una frittella salata, in attesa della Santa Messa. Info: www.comune.specchia.lecce.it 24 dicembre, Specchia (Le) - Puglia

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Al centro gli antichi mestieri e le tradizioni popolari siciliane. Info:www.presepeviventedicustonaci.it 25-27 dicembre; 2-9 gennaio 2011, Custonaci (Tp) – Sicilia

Riolizie

I ristoranti cittadini propongono le loro delizie. Info: www.terredifaenza.it 10-13; 17-20, Riolo Terme (Ra) Emilia Romagna 38

Ajò a Ippuntare

Si rinnova l’usanza di assaggiare in compagnia il vino giovane. Info: www.comune.usini.ss.it 11 dicembre, Usini (Ss) - Sardegna

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Il Presepe Vivente

Scultura sulla neve

Artigiani e scultori creano da blocchi di neve. Info: www.valgardena.it 27-30 dicembre, Selva di Val Gardena (Bz) Trentino Alto Adige 35




la crisi del pecorino

inchiesta

Pecorino,

un’economia da salvare

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Alla base della crisi che ha portato alla rivolta dei pastori lo strapotere della Grande distribuzione, che si impone sulle strategie di vendita dei caseifici, e gli Usa che ora preferiscono le imitazioni al Pecorino romano, interamente prodotto con latte proveniente dalla Sardegna. Adeguare il prezzo della materia prima serve, ma non risolve il fenomeno. Viaggio tra i sapori e le tensioni della Dop più esportata d’Italia di Luca Borghi

Da una parte, la costante diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie. Dall’altra, la Grande distribuzione che si impone sempre più prepotentemente sulle strategie di vendita dei singoli caseifici. E, come se non bastasse, ci si mettono pure gli Stati Uniti. Lo storico mercato di riferimento ha sbattuto la porta in faccia alla Sardegna casearia, preferendo le imitazioni di poco prezzo alla qualità italiana. Risultato: crisi. Magazzini pieni e pastori in rivolta. Con un intero sistema di produzione - quello del Pecorino romano, anello finale di una catena che per il 90% si sviluppa nell’isola - a rischio. Poco importa che da quasi un secolo il comparto detenga il primato mondiale nell’interscambio planetario di pecorini (gli ultimi dati targati 2009 dicono che il valore dell’export è esattamente dieci volte superiore a quello dei pecorini francesi, secondi in classifica) e che è secondo nelle Dop più esportate dall’Italia. Un tesoro di sapori e soldi. Eppure… Eppure la questione è stata a lungo sepolta dall’indifferenza politica ed amministrativa del Continente. Al punto che perfino le clamorose proteste dei pastori sotto Montecitorio - per pretendere un giusto parametro di pagamento del latte - hanno rischiato di passare come mero fenomeno folkloristico. Atteggiamento tipico di un’Italia che, purtroppo, non valorizza il proprio patrimonio alimentare e si

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la crisi del pecorino inchiesta

misure specifiche per il comparto ovi-caprino le risorse rimodulate. Tenuto poi conto che il Ddl, così come emendato dalla giunta, prevede un contributo di 2.500 euro ad azienda per il 2010 (da erogare entro il 31 dicembre), e che il Movimento pastori sardi chiede di valutare la possibilità di anticipare al 2011 la quota 2012 (da erogare entro il 31 marzo 2011), la giunta che fa? Si riserva. La questione è tutt’altro che risolta, ma le parti hanno deciso di confrontarsi. L’unica strada per evitare il tracollo. «Abbiamo ottenuto impegni precisi dai capigruppo e dai presidenti della Regione e del Consiglio sulla nostra piattaforma - dice Felice Floris, leader del Movimento pastori sardi -. La mobilitazione non è finita, è solo rallentata. Siamo infatti pronti a una nuova grande manifestazione, se alle parole non seguiranno i fatti».

Dieci milioni di euro per far fronte alla crisi

Il Pecorino sardo, La giunta regionale della Sardegna, per una Dop dolce e matura favorire i processi di aggregazione dell’offerta del latte ovino, ha inserito nel Ddl uno stanziamento di 10 milioni di euro: incentivi da erogare alle strutture di trasformazione in forma di aiuti temporanei per fare fronte alla crisi economica. I sostegni saranno destinati per favorire l’aggregazione, riconoscendo un aiuto graduato in funzione della finalizzazione al miglioramento del processo di vendita. Insomma, sarà premiata con il contributo massimo la finalizzazione ad un prezzo di 0,85 centesimi di euro al litro di latte. Il premio sarà proporzionalmente ridotto fino a un valore del 70% in corrispondenza di un prezzo di 0,75 centesimi di euro al litro di latte. La Regione ha comunicato anche l’intenzione di avviare il processo di rimodulazione dello sviluppo rurale per le annualità 2011, 2012, 2013 da destinare a

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Il Pecorino sardo ha ottenuto la Denominazione di origine nel lontano 1991 e nel ‘96 è arrivato anche il prestigioso riconoscimento comunitario della Denominazione di origine protetta. Prodotto esclusivamente con latte di pecora intero proveniente dalla zona di origine, il Pecorino sardo è un ottimo formaggio da tavola e si presenta in due tipologie differenti per caratteristiche dimensionali ed organolettiche: il dolce e il maturo.

Come riconoscere la forma giusta A garanzia della qualità e della provenienza del prodotto, su tutte le produzioni di Pecorino sardo dolce e maturo pronte allo svincolo viene apposto un contrassegno ad inchiostro alimentare con le iniziali maiuscole della denominazione “PS Dop” e il casello identificativo dell’azien-

In questa pagina, gli elementi identificativi del Pecorino sardo Dop; nella foto sotto, il contrassegno ad inchiostro alimentare con le iniziali della denominazione “PS Dop” e il casello identificativo dell’azienda di produzione e, nella foto sopra, l’etichetta del produttore col marchio Pecorino sardo Dop disposto a raggiera e il bollino numerato rilasciato dal Consorzio, che viene apposto sulla corona esterna dell’etichetta

Immagine concessa dal Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino sardo Dop

lascia tentare (assorbendole, sic!) dalle mode globali. Al punto da cancellare la parola cibo (sintesi perfetta del paradigma sociale, culturale ed economico di ciò di cui ci nutriamo ed esportiamo in tutto il mondo) a favore di un food senz’altro commerciale ma asettico. Nessun richiamo all’umana passione e all’indiscussa qualità dei sapori nazionali. Non c’è quindi da stupirsi se gli Stati Uniti - patria proprio di quel food usa e getta - ora preferiscono i falsi pecorini all’orgoglio produttivo della Sardegna. Se le tensioni sui mercati internazionali sono ancora da risolvere, sull’isola è stata firmata la tregua. Regione e Movimento pastori sardi hanno sottoscritto un accordo: la prima azione per tentare di dissolvere la vertenza del comparto ovino e caprino.


Immagine concessa dal Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino sardo Dop

da di produzione. Inoltre, al momento dell’immissione al consumo, a seguito di un’ulteriore verifica di conformità, l’identificazione visiva delle forme rispondenti ai requisiti richiesti dal disciplinare è affidata ad altri due elementi essenziali ed inscindibili. E cioè: l’etichetta del produttore in cui è presente il marchio Pecorino sardo Dop disposto a raggiera; un bollino numerato adesivo rilasciato dal Consorzio di tutela che viene apposto direttamente sulla corona esterna dell’etichetta.

Il ruolo del Consorzio Il Consorzio di tutela è stato costituito nel 1996, su iniziativa di 28 caseifici. Da allora, la storia del Pecorino sardo Dop si è dunque identificata con la storia del Consorzio di tutela che, da subito, si è at-

Il Pecorino sardo? Il miglior vestito per la pasta di Giuseppe Pulina Professore di Zootecnia speciale all’Università di Sassari Aveva ragione la mamma quando diceva che il pecorino si attacca alla pasta e il grana si attacca alla pentola? Per rispondere a questa domanda nei nostri laboratori abbiamo fatto un esperimento: l’Adhesion test. Abbiamo cioè misurato la forza di adesione di una superficie (la pasta) rispetto al suo substrato (il formaggio). Abbiamo impiegato per la prova i formaggi pecorini più diffusi in Italia, il Pecorino romano Dop, il Pecorino sardo Dop e il Fiore sardo Dop e li abbiamo messi a confronto con altri formaggi Dop. Per l’esecuzione dell’Adhesion test abbiamo usato, per i

quattro formaggi selezionati, tre lotti campione differenti (12 campioni) e su ciascun campione abbiamo replicato la prova tre volte (36 campioni sottoposti al test). Il substrato di adesione prescelto è stato una pasta di semola di grano duro nel formato mezze penne rigate. A cottura ultimata gli ottanta grammi di pasta, sono stati versati in una vaschetta in polipropilene per alimenti precedentemente tarata. Venti grammi di formaggio grattugiato (quantità consigliata per il condimento di una porzione di 80 grammi di pasta sulla base delle indicazioni fornite dalla Società italiana di nutrizione umana) sono stati aggiunti alla pasta e mescolati ad essa con un cucchiaio d’acciaio

inox, anch’esso tarato, per dieci secondi con movimenti rotatori dal basso verso l’alto. Ultimata tale operazione, la porzione di pasta condita è stata versata in un piatto facendola scivolare lungo le pareti della vaschetta senza nessun ausilio. La quantità di formaggio non adesa alla pasta è stata calcolata per differenza tra il peso della vaschetta e del cucchiaio a fine prova rispetto al loro peso iniziale. Il risultato ottenuto ha mostrato che gli altri formaggi erano quelli che aderivano maggiormente al recipiente, mentre i pecorini restavano in maggior misura adesi alla pasta. In particolare, la quantità di altri formaggi attaccata al recipiente è stata del 26%, quella del Pecorino sardo del 18%,

quella del Fiore sardo del 15% e, infine, quella del Pecorino romano del 12%. Aveva ragione la mamma, anche se va ricordato che i quattro formaggi utilizzati sono grandi prodotti degli allevamenti italiani e che sicuramente trovano ciascuno il proprio posto nel consumo diretto o in particolari piatti. Se, ad esempio, i malloreddus alla campidanese richiedono obbligatoriamente il Fiore sardo e la cacio e pepe il Pecorino romano, le tagliatelle al ragù vanno innaffiate con il Parmigiano e il risotto alla milanese con il Grana padano. A ciascuno il suo. (Hanno collaborato alla sperimentazione Anna Nudda, Roberta Boe e Maura Lovicu).

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la crisi del pecorino inchiesta

tivamente impegnato per favorire e stimolare la crescita e lo sviluppo della Denominazione nel pieno e più totale rispetto delle norme. In pratica, il Consorzio ha regolamentato l’uso del marchio ed individuato un sistema univoco di etichettatura delle forme in grado di identificare il Pecorino sardo Dop e di distinguerlo così dai formaggi ovini comuni. Senza contare che ha integrato e chiarito la tecnologia caratteristica di produzione descritta nel Disciplinare, evidenziando la distinzione tra le due tipologie di Pecorino sardo dolce e maturo. Oggi, il nuovo Disciplinare con le modifiche introdotte è in attesa di ottenere la protezione definitiva da parte dell’Unione europea. Il Consorzio ha dato, inoltre, un contributo fondamentale all’avvio del regime dei controlli e al rilascio delle certificazioni di prodotto da parte di un organismo terzo rappresentativo della filiera. Dal 2000 ad oggi le produzioni di Pecorino sardo certificate ed etichettate sono andate costantemente aumentando passando dai 3.500 quintali del 2001 ai quasi 19 mila del 2009.

I segreti del Pecorino sardo Dop Prodotto esclusivamente con latte di pecora intero proveniente unicamente dalla Sardegna, il Pecorino sardo è un ottimo formaggio da tavola e si presenta, come detto, in due tipologie differenti per caratteristiche dimensionali ed organolettiche: il dolce ed il maturo. Ma quali sono i passaggi fondamentali della produzione? Il lat-

Il Consorzio ha sempre voluto rimarcare lo stretto legame che unisce il Pecorino al territorio di origine, certo di rappresentare un prodotto di grande pregio e qualità 42 viedelgusto.it

«Il Consorzio di tutela, baluardo della qualità» Presidente, sappiamo che è stato uno dei fondatori del Consorzio di tutela e che, come imprenditore, si è sempre impegnato per salvaguardare e promuovere il Pecorino sardo, formaggio simbolo della Sardegna. Insomma, è un intenditore. Ma i consumatori come possono distinguere il vero Pecorino sardo dalle imitazioni? «Devo dire, in tutta onestà, che prima della nascita del Consorzio di tutela la distinzione non era facile - ammette il presidente del Consorzio di tutela del formaggio Pecorino sardo Dop, Antonio Domenica Mura -, in quanto non esisteva una vera e propria regolamentazione sull’uso del marchio, né alcun organismo preposto a vigilare sul rispetto del Disciplinare di produzione. Tuttavia, a partire dal 1996, anno della nascita del Consorzio, si è cominciata a fare un po’ di chiarezza». Entriamo nei particolari: cosa significa fare chiarezza? «Innanzitutto, è stato individuato un sistema completamente nuovo di identificazione delle forme che consente la loro immediata rintracciabilità sui punti vendita della distribuzione alimentare. Il sistema consiste nell’apposizione di etichette in cui il marchio Pecorino sardo Dop è disposto a raggiera e in cui figura un bollino di garanzia numerato che viene rilasciato direttamente dal Consorzio previa verifica di conformità del prodotto allo standard fissato dal Disciplinare di produzione. Il bollino identifica univocamente ciascuna forma. Pertanto, oggi, per riconoscere il vero Pecorino sardo, basta cercare l’etichetta con il marchio e il bollino: quello blu indica le forme di Pecorino sardo maturo, quello verde le forme di Pecorino sardo dolce. Senza dimenticare che è stato messo a punto un sistema di vigilanza e controllo della filiera di produzione perfettamente in grado di verificare la conformità delle produzioni al Disciplinare e fornire al consumatore finale una garanzia reale sulla qualità, la genuinità e

la provenienza del Pecorino sardo che sta acquistando». Quali strategie di promozione del prodotto ha realizzato fino ad oggi il Consorzio? «Le strategie messe in atto non le definirei di promozione, piuttosto di comunicazione, informazione e sensibilizzazione del consumatore. Per le ragioni esposte sopra, il Consorzio deve soprattutto fare chiarezza, deve cioè fare capire due cose: la prima è che il Pecorino sardo Dop non deve né può essere confuso con i pecorini generici prodotti in Sardegna. È, infatti, un formaggio a Denominazione di origine protetta, chiamato proprio per tale ragione a rispondere a rigorosi standard di qualità, fissati in un altrettanto rigoroso Disciplinare di produzione; la seconda è che esiste un sistema di etichettatura nuovo che finalmente offre garanzie al consumatore finale e consente di distinguere questo formaggio dalle imitazioni. Fatta questa doverosa premessa, dico che il Consorzio sino ad oggi ha voluto rimarcare proprio lo stretto legame che unisce questo nostro formaggio al territorio di origine. Lo slogan scelto per le ultime campagne infatti è stato: “Fuori c’è l’etichetta, dentro c’è la Sardegna”. Siamo ben consapevoli che c’è ancora tanta strada da percorrere, ma siamo certi di rappresentare un prodotto di grande pregio e qualità; un prodotto destinato, anche per merito degli sforzi compiuti dal Consorzio di tutela, a conquistare spazi sempre più importanti nel mercato ed il consenso di un numero sempre crescente di consumatori attenti alla qualità dei prodotti che acquistano». Il comparto lattiero-caseario ovino sta attraversando una grave crisi. In questo scenario quali prospettive di crescita può avere il Pecorino sardo Dop? «Purtroppo, da diverso tempo e in particolare in questi ultimi anni il Consorzio di tutela è stato costretto a fronteg-


Nella foto a sinistra, un passaggio della produzione del pecorino, prodotto esclusivamente con latte di pecora intero proveniente dalla Sardegna; la cagliata è sottoposta a semicottura ad una temperatura non superiore a 43° C e posta in stampi di forma circolare, le cui dimensioni variano a seconda dell’uso del prodotto finito

Immagine concessa dal Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino sardo Dop

giare una delle crisi di settore più gravi dell’ultimo ventennio. Una crisi determinata da una molteplicità di fattori congiunturali e non solo: il costante calo dei consumi legato al diminuito potere d’acquisto delle famiglie; la perdita di potere negoziale nei confronti della Grande distribuzione la quale si sta imponendo sempre di più e sempre più prepotentemente sulle strategie di vendita dei singoli caseifici; la crisi internazionale dei mercati che alimenta un clima generale di sfiducia che a sua volta attraversa tutti i settori produttivi e in particolare i settori dell’agroalimentare, fortemente legati all’esportazione quale è il settore lattiero caseario-ovino della Sardegna». Quindi? «In questo contesto è di grande importanza che il Consorzio di tutela riprenda a promuovere iniziative mirate che siano finalizzate a far conoscere meglio e più diffusamente la denominazione Pecorino sardo e il suo marchio distintivo ai consumatori finali non solo della Sardegna, ma anche e soprattutto della penisola e in particolare del Centro-Nord Italia dove è ampiamente commercializzato il Pecorino sardo Dop. Inoltre, è fondamentale continuare a lavorare sul miglioramento della qualità delle produzioni e sui controlli lungo tutta la filiera, perché non bisogna mai dimenticare che un formaggio di qualità si fa solo da un latte di qualità! Infine bisogna trovare punti di convergenza specie con le altre produzioni a Denominazione di origine protetta. Il nostro Consorzio crede molto nelle sinergie che possono crearsi tra Consorzi di tutela ed è convinto che una strategia condivisa di informazione e comunicazione non solo consenta di ottimizzare le risorse, ma assicuri a ciascun prodotto ricadute altrimenti impensabili».

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la crisi del pecorino inchiesta

te intero di pecora viene inoculato con colture di fermenti lattici autoctoni e successivamente coagulato ad una temperatura compresa tra 35° e 39° C con una quantità di caglio di vitello tale da completare la coagulazione in circa 35-40 minuti. Successivamente, la pasta viene sottoposta a rottura fino al raggiungimento di granuli di cagliata delle dimensioni di una nocciola, per la tipologia dolce, e di un chicco di mais per la tipologia maturo. La cagliata è, quindi, sottoposta a semicottura ad una temperatura non superiore a 43°C e poi posta in appositi stampi di forma circolare, le cui dimensioni variano a seconda dell’uso del prodotto finito. Il formaggio così ottenuto è sottoposto a stufatura e pressatura in condizioni di temperatura e per tempi tali da consentire l’acidificazione e lo spurgo ottimali. Ultimato lo spurgo del siero, viene salato per via umida o a secco. Infine, la fase della maturazione e stagionatura che avviene in appositi locali a temperatura ed umidità controllate. Il periodo di maturazione del Pecorino sardo dolce è compreso tra i 20 ed i 60 giorni; per il maturo bisogna pazientare almeno 2 mesi.

Le caratteristiche del dolce Ultimata la maturazione, il Pecorino sardo dolce presenta le seguenti caratteristiche: il diametro delle facce è di 16-18 centimetri; l’altezza dello scalzo va dagli 8 ai 10 centimetri mentre il peso delle forme è di 1,5-2,3 kg. Variazioni in più o in meno delle dimensioni e del peso dipendono dalle condizioni tecniche di produzione e dal periodo di maturazione. La forma è cilindrica a facce piane con scalzo diritto o leggermente convesso. La crosta è liscia, sottile di colore bianco o paglierino tenue. La pasta è bianca, morbida, compatta o con rada occhiatura, dal sapore dolce-aromatico.

L’identikit del maturo Il Pecorino sardo maturo ha, invece, un diametro delle facce che va dai 18 ai 20 centimentri; lo scalzo può essere alto 10-11 centimetri e le

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Sottoposto a stufatura e pressatura per consentire l’acidificazione e lo spurgo ottimali, il pecorino viene salato per via umida o a secco. La fase della maturazione varia a seconda della tipologia dolce o maturo e la stagionatura (un dettaglio nella foto in basso a destra) avviene in appositi locali a temperatura ed umidità controllate

forme pesano dai 2,8 ai 4 kg. Anche per questa tipologia di Pecorino, le variazioni in più o in meno delle dimensioni e del peso dipendono dalle condizioni tecniche di produzione e dal periodo di maturazione. La forma si presenta cilindrica a facce piane con scalzo diritto, la crosta è liscia, consistente, di colore bruno nelle forme più stagionate, mentre la pasta è bianca, tendente con il progredire della stagionatura al paglierino, compatta o con rada occhiatura, dal gusto forte e gradevolmente piccante.

Il ruolo delle parole La crisi del latte ovino è diventata dunque anche un fenomeno mediatico e, come tale, ha


Immagine concessa dal Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino sardo Dop

La pasta del Pecorino sardo maturo è bianca, tendente con il progredire della stagionatura al paglierino, compatta o con rada occhiatura, dal gusto forte e gradevolmente piccante

subito una sottile distorsione delle parole. Come giustamente annota Gianfranco Carofiglio nel suo «La manomissione delle parole» se di queste se ne fa un uso sciatto e inconsapevole, o se ne manipolano consapevolmente i significati, l’effetto è il logoramento e la perdita di senso. Vediamo alcuni esempi di vocaboli abusati nel caso Pecorino sardo e tentiamo, grazie al contributo del professor Giuseppe Pulina, professore di Zootecnia speciale all’Università di Sassari, una restituzione del loro significato, quantomeno alla luce della realtà.

Prezzo del latte «È la variabile economica che nasce dall’incontro della domanda e dell’offerta in un mercato perfetto - spiega Pulina -, cioè privo di distorsioni (posizioni dominanti) e completamente trasparente (informato). Poiché mancano sia la perfezione del mercato (posizione dominante della trasformazione sul produttore) che l’informazione completa (radio scarpa sostituisce i mercuriali ufficiali), il prezzo non si può formare. Ciò a cui abbiamo assistito nel mercato del latte ovino sardo è una sorta di trattativa frammentata all’offerta e ben coordinata alla domanda per cui il valore di scambio del latte non si forma sul mercato, ma da altre parti. E se lo chiamassimo pizzo del latte?».

Immagine concessa dal Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino sardo Dop

Costo di produzione (del latte) «È l’insieme delle voci passive del bilancio aziendale dovute alla composizione dei fattori della produzione da parte dell’imprenditore concreto - commenta il professore -. Si includono tutti i costi impliciti ed espliciti, compreso quello assai importante del lavoro. Le aziende ovine della Sardegna hanno una (auto) retribuzione oraria del lavoro vicina a 5-6 euro piuttosto che ai 18-20 sindacalmente riconosciuti ad un lavoratore agricolo. Ma il valore aggiunto dell’intero settore, se equamente distribuito attraverso un giusto pezzo del latte (vedi sopra), potrebbe riallineare questo dato. E se lo chiamassimo tassa di produzione?».

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la crisi del pecorino inchiesta

Chi è il pastore? «È l’allevatore di ovini per antonomasia che possiede, oltre al proprio lavoro, il solo capitale bestiame e i pochi attrezzi per l’allevamento e la trasformazione del latte. Nome arcaico, ma suggestivo, che rimanda a tradizioni e caratteri forti della Sardegna. Attualmente chi alleva ovini nell’isola è un piccolo medio proprietario che, a forza di sacrifici e mutui, si è costituito una base fondiaria stanziale per il proprio gregge. Dal 1971 (legge De Marzi-Cipolla sull’equo canone) ad oggi si è assistito ad un massiccio passaggio di mano di terreni, con un flusso finanziario ingente dal settore agropastorale ad altri strati della popolazione. Agli ex proprietari sono andati i soldi, agli allevatori sono rimasti i debiti (e il rischio di vedersi messa all’asta l’azienda). E se lo chiamassimo imprenditore pastorale?».

Sovraproduzione «Diciamolo: è il termine ricorrente nell’economia che denota il ciclico presentarsi di momenti in cui, grazie a prezzi elevati, la produzione aumenta e, superata la domanda, determina il crollo del prezzo. In un mercato normale (vedi sopra). In realtà - aggiunge Pulina - la sovraproduzione di latte ovino non esiste e la crisi sarda è una crisi locale, come dimostrato dal fatto che il mercato lasciato libero dal nostro pecorino è occupato da altri concorrenti, i quali pagano il latte molto di più. Ridurre la produzione sperando di recuperare il prezzo, senza alcun intervento di miglioramento tecnologico del prodotto, è come se la Fiat avesse sperato di aumentare il prezzo della Millecento diminuendone la produzione. E se la chiamassimo produzione?».

Il Pecorino romano Pulina prosegue nella sua analisi: «Il Pecorino romano è un formaggio Dop, di grande pezzatura, a media stagionatura, considerato l’origine di tutti i mali della pastorizia sarda. In realtà, si tratta del formaggio che da quasi un secolo ha il record nell’interscambio mondiale di pecorini. Ovvero, un tesoro di cui ci pregiamo di

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Il decano dei produttori: «La qualità è sempre vincente» «Lavorare il latte è un’arte antica, frutto di tradizione e di natura». Ferruccio Podda, decano dei produttori di Pecorino sardo Dop e fino a due anni fa presidente e anima del Consorzio di tutela, rappresenta la storia e l’evoluzione del prodotto simbolo della Sardegna di ieri e di oggi. Il cavalier Podda ha iniziato l’attività nel lontano 1952 come rivenditore di latte fresco sfuso destinato al consumo diretto, sottoposto esclusivamente ad una leggera filtratura attraverso strati di ovatta. «Abbiamo mantenuto questo delicato approccio per il latte, che ha caratterizzato l’evoluzione della nostra azienda, con il confezionamento del latte fresco pastorizzato e con la creazione di prodotti originali nei formaggi e nei latticini. Il tempo, il gusto di provare e scoprire, la curiosità di assaggiare e di proporre nuovi sapori ci hanno spinto a creare le caciotte di pecora, le mozzarelle e il nostro prodotto più originale ed apprezzato, il classico misto, con una sapiente e gustosa combinazione di latte di pecora e vacca. Ma sempre con un’attenzione particolare alla qualità. Ricordiamocelo: la qualità vera è sempre vincente».

parlare solo male nella speranza che, parlandone male, migliori il suo valore e la sua posizione commerciale. Si tratta, sostanzialmente, di un prodotto maturo, che ha esaurito completamente la propria spinta innovativa e che andrebbe rinnovato e riconsiderato sotto altri e diversi aspetti. Ad esempio quelli connessi alla promozione gastronomica, legandolo a specifici piatti universalmente famosi, quali la trippa alla romana, i tonnarelli cacio e pepe, la pasta all’amatriciana, registrandone oltre al marchio le ricette. E non vergognandosi della denominazione romano, come non ci si vergogna del sardo, lingua neolatina e della preparazione dell’agnello da latte alla romana. E se lo chiamassimo Pecorino nostrano?».


Ricerca e innovazione sono la fabbrica collettiva di conoscenze, totalmente finanziata dalle tasse dei cittadini, che dovrebbe fornire ai sistemi produttivi innovazioni tali da consentire loro di essere più competitivi

Il Pecorino sardo È un formaggio a Denominazione di origine protetta che al pari di tutte le produzioni Dop, è contraddistinto da uno specifico marchio registrato che lo rende immediatamente riconoscibile all’interno della classe merceologica di appartenenza e che al contempo assolve ad una legittima funzione distintiva. Inoltre l’utilizzo della denominazione composta Pecorino sardo, regolamentata dal Disciplinare di produzione, è assolutamente vietato per indicare formaggi pecorini diversi dalla Dop. E se lo chiamassimo sapendo ciò di cui parliamo?

De minimis «È - continua Pulina - il regime di aiuti alle imprese solo nel limite di determinati massimali, fissati in percentuale sugli investimenti, autorizzati espressamente dalla Commissione europea che si presume non incidano sulla concorrenza in modo significativo. Si tratta, in realtà, di aiuti di Stato (massino 7.500 euro in 3 anni) camuffati dall’emergenza. Pertanto è una vera e propria erogazione una tantum, una sorta di aspirina che allevia i sintomi , ma non cura le cause della malattia. E se la chiamassimo de maximis?».

Immagine concessa dal Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino sardo Dop

Cooperative (lattiero-casearie) «Con questo temine si indica il sistema di 24 industrie di trasformazione del latte ovino organizzate secondo il principio di “una conca una berretta”, con finalità mutualistica e indirizzate a competere con il sistema industriale privato sul piano della concorrenza di mercato. Attualmente lavorano il 55% del latte ovino e producono principalmente Pecorino romano da vendere agli industriali e, pertanto, remunerano il latte a minimo prezzo (vedi sopra), dando una mano fondamentale al sistema del pizzo. Se ne distinguono alcune virtuose (4-5) che vendono bene i prodotti (innovati) e pertanto pagano bene il latte (quasi a livello degli altri produttori europei). Ora la maggior parte di loro si trova ingua-

iata, con i magazzini pieni di Pecorino romano (vedi sopra), piene di debiti e gestite da presidenti e consigli si amministrazione eletti dagli stessi pastori (vedi sopra) che ora protestano. Sarà che il Pecorino romano è facile da produrre, impiega molta manodopera (bene prezioso nel campanile del paesello) e che qualcun altro si preoccupa di venderlo. E se, mentre ci preoccupiamo di rimuovere vertici poco efficienti, le chiamassimo subappalti lattiero-caseari?».

Ricerca e innovazione Il professor Pulina non ha dubbi: «Ricerca e innovazione sono la fabbrica collettiva di conoscenze, totalmente finanziata dalle tasse dei cittadini, che dovrebbe fornire ai sistemi produttivi innovazioni tali da consentire loro di essere più competitivi. In sostanza, si è assistito in Sardegna alla migliore concentrazione della ricerca nel sistema dell’allevamento e della trasformazione lattiero casearia ovina, con riconoscimenti importanti a livello nazionale e internazionale, tranne che in Sardegna, appunto. Nemo profeta in patria. Attualmente il maggior ente di ricerca regionale in agricoltura (500 dipendenti e 35 milioni di euro di trasferimenti dal bilancio regionale), annaspa sotto un reiterato commissariamento. Data l’emergenza, Agris (l‘agenzia della Regione Sardegna per la ricerca scientifica, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica nei settori agricolo, agroindustriale e forestale) dovrebbe essere messa immediatamente in grado di operare sotto la guida di un illustre scienziato, ma per questa giunta regionale la situazione non è drammatica, è solo straordinaria, da cui il commissariamento. Stessa cosa per l’Istituto zooprofilattico sperimentale, accecato scientificamente nel suo vertice da quasi un anno. Sopravvive qualche cosa all’Università, che però è fortemente tentata di occuparsi di altro, data la scarsa considerazione della Regione per i ricercatori di questo settore. E se la chiamassimo chimera?».

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inchiesta

Benessere animale «È l’insieme di norme etiche e di tecniche di allevamento finalizzate al raggiungimento della migliore condizione di mantenimento degli animali in produzione zootecnica. È anche un gigantesco progetto che ha portato nelle tasche degli allevatori in 5 anni circa 250 milioni di euro, corrispondenti circa a 14 centesimi a litro di latte prodotto. Sfortunatamente, pochi allevatori ne hanno colto l’importanza e non hanno sfruttato il piano per migliorare realmente sia il benessere degli animali che le condizioni sanitarie degli allevamenti (soprattutto per quanto attiene alla lotta alle mastiti). Come per il sostegno per il biologico, potrebbe essere un’altra partita persa, sempre che allevatori, associazioni di categoria e Movimento pastori non invertano immediatamente la rotta e si occupino realmente di benessere degli animali e di lotta alle mastiti. E se lo chiamassimo 14 centesimi al litro?».

Qualità (del latte) «Per qualità del latte - conclude Pulina - si intende l’insieme di indici merceologici e tecnologici che rendono possibile distinguere un prodotto migliore da uno peggiore. Se ne parla da almeno 20 anni, anche nel settore bovino. Ma in quest’ultimo la qualità, e il pagamento differenziato del latte migliore, è un fatto assodato da almeno 15 anni, mentre nel settore ovino è ancora un obiettivo da raggiungere. Ovviamente, senza qualità e colletta separata, tutto il latte è mischiato e pagato al prezzo del peggiore, perché un latte cattivo guasta uno buono, ma non viceversa. È un tema che ricorre e che non si è mai voluto risolvere perché per i trasformatori, soprattutto privati, tutto il latte è bianco. E senza qualità all’origine è ben difficile fare qualità al prodotto. E se la chiamassimo qualatté?».

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Immagine concessa dal Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino sardo Dop

la crisi del pecorino

E sulla scia del gusto... mangiare Da Giovanni Via IV Novembre, 9 Nuoro Tel. 078430562 Per gli appassionati dello stile retrò è una vera delizia. Palazzo antico e pochi fronzoli, ma locale curato e servizio impeccabile. Tra i piatti forti spiccano gli gnocchetti e le fettuccine al cinghiale, il cinghiale in tegame, il filetto di cavallo grigliato con aglio e prezzemolo. Da non perdere su filindeu: pasta fatta i casa in brodo di pecora (o alleggerito con carne di vitello), da servire con pecorino acido o formaggio fresco. Prezzo medio: 20 euro Al Caminetto Via Battisti, 8 Cabras (Or) Tel. 0783391139 Gestione e ambiente familiare per questo ristorante ricavato al primo piano di una moderna abitazione a ridosso della strada. Cucina prevalentemente, ma non solo, a base di pesce. I piatti forti: merca, anemoni di mare fritti, pesci di stagno affumicati, burrida, razza in tranci condita con salsa di pomodoro piccante, bottarga di muggine e muggine affumicato, uova di muggine fresche bollite servite su pane carasau, anguille bollite e servite col pecorino. Prezzo medio: 20 euro Villa di Chiesa Piazza Municipio, 9 Iglesias (Ci) Tel. 078123124 In pieno centro storico, in mezzo agli edifici più significativi della cittadina è possibile gustare le specialità della signora Maria che da trent’anni gestisce il Villa Maria. Da gustare il cornetto di pane guttiau arrotolato, i ravioli farciti

alla ricotta e pecorino, spinaci e zafferano, la pasta fresca condita con gallinacci, la fregola con arselle e bottarga, gli spaghetti con tartufi, ostriche e teste di gamberoni, le lumache colorate di pomodoro, trippa alla menta, zafferano e pomodoro. Prezzo medio: 22 euro

dormire La Jacaranda Sant’Antioco (Ca) Tel. 078182008 Realizzata in un edificio di nuovissima costruzione, La Jacaranda si propone come un’esclusiva dimora di charme per gli amanti della Sardegna meno conosciuta e delle sue meraviglie tutte da scoprire. Prezzo medio: 40 euro a doppia Pedra de Mari S.S. 195 Direzione Pula Km. 24,900 Localita Santa Barbara, 11 Cagliari Tel. 0709059018 L’arredamento è in legno e ferro battuto, mentre alle pareti si possono trovare i quadri “macchie di colore” del pittore Giovanni Casu di Oristano. Prezzo medio: 35 euro a doppia B&B Asfodeli Strada per Vaccileddi Olbia Tel. 07890998170 È un edificio storico che risale alla fine del 1800, interamente ristrutturato e riadattato alle esigenze odierne, immerso nella macchia mediterranea con caratteristici alberi da sughero, tutto a disposizione per fare lunghe passeggiate o semplicemente per godere del silenzio e del paesaggio incontaminato. Prezzo medio: 50 euro a doppia


Dal 1880 il Caseificio Garau produce i formaggi della Sardegna ricchi del buon sapore antico nato dalla sapiente arte casearia tramandata da 4 generazioni e dall’aroma unico presente nelle cantine in uso da 130 anni

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indagine

di Saro Trovato

A tavola con i tuoi… Come deve essere il perfetto pranzo natalizio? I giovani lo vogliono a cavallo tra brunch e tradizione, con i piatti della nonna e di lunga durata, ma con tanti intervalli dedicati alle chiacchiere e al gioco, sorseggiando caffè e vini leggeri

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Non solo l’albero, il presepe, le luminarie e i regali. Il periodo natalizio per l’85% degli italiani è sinonimo di grandi pranzi e cene. Ma per i giovani, che preferiscono su tutto trascorrere l’atteso periodo di festa assieme ai parenti e ai familiari (45%), ritornando magari a casa (26%) piuttosto che intraprendere un viaggio verso mete lontane (9%), è giunto il momento di svecchiare alcune abitudini legate ad un passato non più consono alle loro esigenze. Questo è quanto emerge da uno studio di Metacomunicazione condotto su 700 giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni (sui blog e i principali social network) a cui è stato chiesto come intendono trascorrere le festività natali-

zie e i pranzi di questo periodo di festa. Durante le festività, infatti, non sono più accettabili sia l’esorbitante spreco di cibo (51%) sia l’immenso dispendio economico (43%), figlio di un’ostentata opulenza che appartiene a tempi in cui bisognava dimostrare ed esternare necessariamente il benessere raggiunto. Ma durante le festività natalizie non si rinuncerebbe mai alle convivialità con i parenti (75%), all’incontro con gli amici (57%) ma soprattutto al buon cibo (49%) della tradizione italiana. Conservando sulla tavola pietanze tradizionali, ben il 43% dei giovani italiani non si ritiene però soddisfatto di come trascorre i pranzi in queste giornate di festa. Infatti, lo desiderano me-


1Cosa significano per lei le festività natalizie? Famiglia

90%

Regali

87%

Grandi pranzi/cene

85%

Amore/Bontà

76%

Albero/Presepe

61%

Casa

53%

Tombola/Giochi

49%

Bambini

44%

Luminarie

38%

Altro/Non so

22%

Abbastanza insoddisfatto

31%

Il dover sottostare alle abitudini degli altri 37%

Abbastanza soddisfatto

27%

Le consuetudini

28%

Non saprei giudicare

20%

Altro/Non so

15%

Molto insoddisfatto

12%

Molto soddisfatto

10%

4 A cosa, invece, non rinuncerebbe mai? Convivialità con parenti

75%

Incontro con amici

57%

Buon cibo e buona tavola

49%

Giocare a carte, tombola, ecc.

46%

Ai suoi simboli (Albero, presepe, ecc.) 33% Altro/Non so

2 Come trascorre solitamente le festività natalizie? Con i miei familiari, parenti

Il dover accettare i gusti di parenti/amici 39%

45%

Ritorno a casa

26%

Con i miei amici

17%

È il pretesto per un viaggio

9%

Altro/Non so

3%

3 Cosa non sopporta delle vacanze natalizie? Troppo spreco di cibo

51%

Troppo dispendio economico

43%

no impostato e schematico (74%), con pietanze più leggere (61%) e un menu variegato (36%) che possa permettere a chiunque di gustare ciò che più gli aggrada ma soprattutto che conceda quella libertà (55%) di intervallare il pranzo con i giochi e le chiacchierate con i parenti e gli amici. Per i giovani italiani, dunque, la soluzione tra desideri e tradizione sembra proprio essere quella del “brunch all’italiana” impreziosito dalla “cucina della nonna”. Ecco le regole: piatti tipici mediterranei, compagnia di parenti e amici, lunga durata sin dalla mattinata, intervalli con giochi e passatempi e accompagnamento con caffè, vini leggeri e succhi.

11%

7 Come dovrebbe essere, a suo parere, il pranzo delle festività natalizie? Meno impostato, schematico

74%

Più leggero

61%

Più libero, deve permettere di fare altro 55% Più variegato

36%

Più breve

32% 2%

Altro/Non so

5 Quali piatti le ricordano le festività natalizie?

8 Perché vorrebbe un pranzo diverso?

Panettone/Pandoro

66%

Pasta al forno/Pasta ripiena

58%

Solitamente faccio le ore piccole e il 59% giorno vorrei trascorrerlo diversamente

Cotechino/Zampone

56%

Per non pranzare “pesante”

54%

Dolci

48%

Arrosti

29%

Vorrei essere libero di scegliere cosa mangiare e quando mangiarlo

48%

Altro/Non so

23%

Per poter fare altro con i miei parenti/amici oltre mangiare

44%

Per cambiare le vecchie abitudini

38%

Altro/Non so

23%

6 Quanto si ritiene soddisfatto di come trascorre i pranzi del periodo natalizio?


PREMIERGROUP

Eccellenze di Franciacorta Brut, Satèn, Rosé da vigneti pregiati di un territorio unico. Terrazzati, esposti al sole o racchiusi nei broli, per custodire il calore di ogni raggio. Uve Chardonnay e Pinot Nero, vendemmiate a mano. Una spremitura soffice progressiva. Almeno 25 mesi di affinamento in bottiglia per preservare i profumi più delicati. Cuore, passione ed esperienza Franciacorta. Via Manica - Gussago (BS) - Tel. 030 25 25 267 - www.castellodigussago.it - info@castellodigussago.it


Cibo&Territorio 54

Coppia d’assi in Valle d’Aosta La regione mette in tavola Jambon e fontina, prelibati, con tanto di Dop

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Le vongole di Goro I segreti e le tradizioni della Sacca, forziere naturale dei preziosi molluschi

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Tesori di farro nel cuore delle Marche A San Lorenzo in Campo, l’antico cereale è il driver dell’artigianalità pastaria

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San Marino, il Titano del gusto Storia, paesaggi, arte e sapori della più antica Città-Stato

da pag. 72 Rubriche

• Olio • Carta della Pasta • Chef a scuola • Consumo responsabile • Cibo & blogger

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cibo&territorio

Jambon e fontina, coppia d’assi Tra paesaggi incontaminati e montagne da primato europeo la Valle d’Aosta mette in tavola due carte vincenti che hanno il sapore della tradizione, con tanto di Dop di Sarah Scaparone

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La Valle d’Aosta è la più piccola regione d’Italia, ma è uno scrigno di tanti primati. A cominciare dalle montagne, tra le più alte d’Europa, che ne caratterizzano il territorio e ne plasmano l’identità, per proseguire con la sua forte vocazione turistica che in inverno può contare su oltre 1.000 km di piste da discesa e da fondo o su attività come l’heliski, ossia sciare utilizzando come mezzo di risalita l’elicottero: possibilità unica in Italia. Ma il richiamo turistico di questo territorio deve il suo fascino oltre che a paesaggi incontaminati, bucolici, a un altro importante elemento locale: il ricco patrimonio enogastronomico che lo caratterizza, legato ad una cultura essenzialmente contadina, che ha dato vita a numerosi prodotti partendo dalle materie prime locali, dalle carni al latte, ai formaggi, al miele, alle erbe.

Dai verdi pascoli Simbolo della regione è la fontina, formaggio Dop la cui tradizione prosegue da sette secoli e i cui riferimenti appaiono anche negli affreschi dei suggestivi castelli valdostani disseminati sul territorio, ognuno con la propria storia e la propria aurea intrisa di fascino e mistero. La fontina deve le sue particolarità innanzitutto al luogo dove viene prodotta: un ambiente montano caratterizzato da inverni freddi ed estati secche in cui la combinazione di fiori ed erbe che nascono nei prati conferiscono al latte sentori e peculiarità uniche. E sono proprio le bovine di razza autoctona, insieme agli alti pascoli montani, a costituire la differenza. Pezzata rossa, pezzata nera e castana producono meno latte delle altre varietà, ma di qualità nettamente superiore. Ed è il latte, lavorato a poche ore dalla

In apertura, la fontina Dop e il Vallée d’Aoste Jambon de Bosses Dop, due gioielli della gastronomia valdostana. In questa pagina, a sinistra, l’imponente Forte di Bard, oggi apprezzato polo culturale della regione e, a destra, uno scorcio di Courmayeur, meta di grande fascino e di forte richiamo turistico

Valle D’Aosta

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cibo&territorio

Caratteristiche nutrizionali della fontina Dop bio Il rapporto calcio-fosforo contenuto nella fontina è considerato il più favorevole per una corretta omeostasi del calcio nell’organismo. Con 100 g di fontina, il corpo soddisfa i fabbisogni giornalieri medi. È particolarmente importante nell’accrescimento, in gravidanza, in allattamento e per prevenire l’osteoporosi. La fontina è composta da: 42% acqua 29% tal quale grasso (47% nella sostanza secca) 30% acidi grassi insaturi 58% acidi grassi saturi Vitamina A: 350 μg/100g pari a oltre 1/3 della razione giornaliera raccomandata Sodio: 760 mg/ 100g

In questa pagina, in alto, le bovine di razza autoctona che producono latte di qualità superiore. Le caratteristiche dei pascoli montani in cui sono allevate determinano le peculiarità uniche della fontina. Nella foto a destra, una fase del l’accurato processo di lavorazione dello Jambon, un prosciutto crudo speziato con ginepro, timo ed erbe di montagna

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mungitura e con differenti procedimenti, a dar origine alle forme di fontina. Dopo la stagionatura le forme sono esaminate dal Consorzio di tutela della Dop che assegna la Denominazione di origine protetta, apponendo il sigillo di qualità, solo ai prodotti che rispecchiano gli standard previsti dal disciplinare di produzione. Ciascuna forma viene marchiata con codici che ne permettono la tracciabilità: numero progressivo del prodotto e numero indicativo del produttore; sotto al numero 500 si identificano, per esempio, le fontine prodotte in alpeggio, che tutti gli anni possono partecipare ad un apposito concorso organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Valle d’Aosta per valorizzare l’impegno degli agricoltori valdostani e incoraggiare i casari nel conseguimento della qualità. A Brusson, alla Fromagerie Haut Val

d’Ayas si possono acquistare oltre la fontina Dop bio dal sapore particolarmente delicato anche yogurt e burro freschissimi, formaggi di capra e tome aromatizzate.

Stagionatura in grotta Il segreto della fontina Dop bio sta nella stagionatura. Il periodo di maturazione è di tre mesi durante i quali la forma viene periodicamente strofinata e salata in superficie. Nel primo mese le forme vengono rivoltate ogni giorno, alternando un giorno di salatura e uno di spazzolatura, le operazioni che agevolano lo sviluppo della tipica crosta. Successivamente, questo rito viene effettuato ad intervalli più diradati e le forme, accudite con cura, stagionano lentamente, allineate su tavole di legno d’abete rosso. La maggior parte delle grotte di stagionatura della fontina Dop


Scelti per voi dove mangiare Locanda La Clusaz Loc. La Clusaz 1 - Gignod (Ao) Tel. 016556075 - www.laclusaz.it Non si può che restare colpiti dall’atmosfera romantica di questo locale dalle volte in pietra e dal camino quasi sempre acceso. Innovazione e tradizione vanno di pari passo per menu che si aggirano sui 35 euro. Tra i piatti del cuore segnaliamo tagliolini freschi con uovo e riccioli di toma o il risotto con coda di bue al vino rosso.

bio, sono scavate nella roccia. Qui la temperatura è compresa tra 10°C e 12°C e l’umidità è superiore all’85%, condizioni ottimali per una lenta e graduata maturazione.

Gusto secolare Tra le tipicità principe di queste valli c’è anche il Vallée d’Aoste Jambon de Bosses Dop. Si tratta di un prosciutto crudo speziato con ginepro, timo ed erbe di montagna, prodotto unicamente nella piccola comunità di Saint-Rhémy-en-Bosses, quasi al confine con la Svizzera, a 1600 metri di altitudine, in un territorio ancora preservato. Le particolarità gustative dello Jambon, la cui maturazione può durare da un minimo di un anno fino a ventiquattro mesi, sono dovute all’abilità dei“maturatori”,tramandata di padre in figlio, oltre che alle caratteristiche ambientali che gli consentono di possedere quel gusto aromatico con una delicata venatura di selvatico. Gioiello di una tradizione plurisecolare dove tutto il processo di lavorazione è sottoposto a controlli costanti, dalla selezione delle migliori cosce di suini italiani di razza pregiata ai metodi manuali di salatura, fino all’attenta stagionatura, è distribuito in selezionatissimi punti vendita delle principali città italiane ed estere, e recentemente ha conquistato anche la ristorazione di Hong Kong. A lui è dedicato l’evento “Il Re è crudo!”, appuntamento degustativo che si terrà nelle serate del 28 dicembre e del 4 gennaio nell’antico e restaurato Castello di Bosses.

La Cassolette Loc. La Croisette 36 - La Salle (Ao) Tel. 0165864111 - www.hotelmontblanc.it Dalle vetrate di questo locale la vista sul Monte Bianco è straordinaria. Il locale sorge all’interno di un albergo cinque stelle e propone menu dai 60 ai 90 euro. Tra i piatti che meritano l’assaggio ci sono minestra di castagne con fave secche e tartufo e petto d’anatra con asparagi e piccolo ragù di spugnole. Café Quinson Piazza Principe Tomaso 10 - Morgex (Ao) Tel. 0165809499 - www.cafequinson.it Poco distante dalle terme di Pré Saint Didier, questo locale è di un fascino indiscusso con quel mix di architettura montana fatto di legno e pietra. Tra i must proposti ecco la trilogia di spuma di fontina d’alpeggio e i tournedos di capretto valdostano da latte cotto a bassa temperatura. Menu da 90, 80 e 60 euro.

Hotel Bellevue Le Petit Restaurant Rue Grand Paradis 22 - Cogne (Ao) Tel. 016574825 - www.hotelbellevue.it Antica dimora di famiglia dispone di 28 camere e i suoi arredamenti, con oggetti d’epoca e sculture lignee, lo rendono un piccolo gioiello di arte valdostana. Fondato nel 1925 è anche dotato di un’oasi benessere che offre trattamenti quali bagno di fieno e di Cleopatra con acqua, latte e miele di montagna. Il prezzo di una camera doppia è di 170 euro con prima colazione. Pilier D’Angle Via Grandes Jorasses 18 Loc. Entrèves - Courmayeur (Ao) Tel. 0165869760 - www.pilierdangle.it Situato nel villaggio di Entrèves, gode di una vista mozzafiato e possiede tutte le caratteristiche di un tipico e accogliente albergo di montagna. Dotato di un centro benessere, con la possibilità di utilizzo esclusivo della spa in notturna. Doppia: 130 euro.

dove comprare Fromagerie Haut Val d’Ayas Rue des Trois Villages 1 - Brusson (Ao) Tel. 0125301117 - www.fromagerie.it

dove dormire Ad Gallias Via Vittorio Emanuele II 5/7 - Bard (Ao) Tel. 0125809878 - www.hoteladgallias.com Vicino al Forte di Bard è il luogo ideale per ritrovare un po’ di pace. Dotato di 18 camere personalizzate, dispone anche di un centro benessere. Il prezzo di una doppia con prima colazione e ingresso alla spa si aggira sui 140 euro a notte.

Uva sotto zero Il vino è un altro fiore all’occhiello del patrimonio agricolo della Valle d’Aosta che vanta una tradizione vitivinicola più che millenaria. Lo testimonia il suo stesso paesaggio costellato dei caratteristici vigneti coltivati in terrazzamenti sostenuti da muri a secco. Tra i vini prodotti dai vigneti più alti d’Europa che si estendono sino a 1200 metri di altitudine merita l’assaggio il singolare Chaudelune, il vino di ghiaccio, ottenuto dalla vendemmia invernale delle uve del vitigno Prié Blanc che si svolge a temperature di -5° e -10°.

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P. Grafico: Piaemme.net - Pescara

Le confetture dello gnomo


cibo&territorio

Le vongole di Goro, gioielli della laguna

di Luca Borghi

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Veraci, uniche per forma e corposità, le «perle» della Sacca spopolano in Europa e Giappone. Un mercato da 33 milioni di euro da sempre al centro di una vera e propria battaglia dei sapori con i rivali di Chioggia. Viaggio nel Delta del Po alla scoperta dei segreti e delle tradizioni di un’Emilia sospesa tra mare e paludi di Luca Borghi


«Il sole al tramonto imporpora la sconfinata ragnatela che si spalanca davanti ai miei occhi. Lo spettacolo del Po che muore nel mare in un dedalo di rami, canali, secche, acquitrini, canneti, distese verdeggianti, argini che corrono diritti a perdita d’occhio fino ad apparire pure astrazioni geometriche, è di quelli che ti entra nel cuore per sempre, al punto che ti pare di conoscerlo già, di averlo dentro di te, in quel pozzo senza fondo che è la memoria dell’immaginazione». Ermanno Rea (Il Po si racconta. Uomini, donne, paesi di una Padania sconosciuta - Il Saggiatore, 1996) fotografa con questa vibrazione lessicale il lembo di Emilia che con Goro è l’estremo baluardo di terra tra l’Adriatico e il Veneto. Più in là, oltre il faro, la nebbia della laguna. Il nulla, per i più. Invece, è proprio la Sacca il forziere naturale di un tesoro da sempre al centro di una vera e propria guerra dei sapori con i «cugini» di Chioggia. Già… Le vongole veraci di Goro Igp - gioielli delle migliori pescherie italiane ed europee, regine dei menu dei ristoranti top di Francia, Spagna, Germania e Giappone - sono il patrimonio di 520 imprese con circa 800 addetti. Basta leggere i numeri dell’Organizzazione produttori «Vongola di Goro» per capire le dimensioni del fenomeno: 11 mila tonnellate di produzione annua per un valore di 33 milioni di euro, pari a un quinto dell’intera produzione nazionale.

Gli uomini che «sussurrano» alle vongole Inizia con la contrattazione a «orecchio» o a «sussurro», ogni nuova alba del mercato ittico di Goro. Uno spettacolo unico, fatto di silenzi e sguardi attenti. I protagonisti sono loro, gli acquirenti. Generazioni di «teatranti» del commercio, abituati a trattare gli affari solo con quelle mezze parole dette sommessamente al battitore, ognuna delle quali però significa soldi. In disparte, i pescatori appena rientrati dalla Sacca con il loro carico di vongole veraci e cozze. L’oro della laguna è, insomma, pronto per iniziare il viaggio e arrivare - con tanto di certificazione sanitaria e qualità tracciabile - sui banchi delle migliori pescherie italiane, sulle tavole dei ristoranti di alta gamma e sul mercato spagnolo, francese, tedesco e giapponese. Un rito a cui vale la pena di assistere, per capire fino in fondo il legame tra uomo e vongola.

L’uomo e il mare Le vongole veraci di Goro Igp, patrimonio di 520 imprese con 800 addetti, sono raccolte con un particolare guadino costituito da un rastrello che smuove il fondale, collegato ad una rete che trattiene i molluschi; nel giro di 24-48 ore dalla pesca vengono lavate, selezionate, depurate e immesse sul mercato

La storia di Goro è caratterizzata dalla continua lotta dell’uomo contro le acque del mare e del fiume. Ne sono testimonianza gli antichi manufatti di regimazione idraulica - Torre Palù, Torre Abate, Balanzetta e la chiavica dell’Agrifoglio - e le luci dei naviganti: la Lanterna Vecchia e il nuovo faro di Goro, che dimostrano l’incessante modificarsi del territorio. L’area, una delle più importanti e suggestive d’Europa dal punto di vista naturalistico, è meta annuale delle stagioni riproduttive di aironi e cicogne, germani reali e anatre selvatiche. Un paradiso che, grazie a un’opera sapiente di controllo delle potenzialità della laguna, ha espresso il suo frutto migliore: le vongole.

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cibo&territorio

In questa pagina, in alto, a sinistra, le moderne imbarcazioni a motore hanno sostituito la batana, classica barca del Ferrarese; in basso, una vista delle bricole, i pali che segnano i canali dentro l’Alto Adriatico. Nella pagina accanto, una veduta del Faro di Goro

Passato e presente della vongola

Gli spaghetti di Rosalia Il procedimento, per soddisfare il palato di quattro persone, è piuttosto semplice. Ecco l’iter per portare in tavola un’insolita ricetta a base di vongole. Soffriggere l’aglio con un cucchiaio di olio d’oliva extravergine, aggiungere le vongole (Tapes philippinarum), precedentemente spurgate con sale grosso, facendole cuocere a fuoco vivo fino a che non si saranno aperte. Versare le vongole in uno scolapasta raccogliendo il sughetto in una casseruola. Ripetere il soffritto con aglio e aggiungere vino bianco, sfumare, quindi aggiungere il sughetto colato (per evitare spiacevoli residui) precedentemente preparato e i pomodori tagliati a cubetti. Cuocere per 2 minuti, infine aggiungere le vongole. Saltare in padella con gli spaghetti, aggiungere prezzemolo e servire.

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A causa del basso fondale della Sacca, la pesca richiede l’uso di imbarcazioni a fondo piatto, indispensabile per una navigazione agevole senza pericolo di incagliarsi

L’economia di Goro e Gorino è legata alla pesca, praticata in Adriatico e nella Sacca. Fino al secondo dopoguerra, lo sfruttamento dei molluschi era economicamente marginale rispetto alla pesca tradizionale sottocosta basata sull’ittiofauna marina e lagunare. A partire dagli anni ’60, iniziò lo sfruttamento vero e proprio della vongola verace nostrana (Tapes decussatus), che in un decennio divenne molto popolare e redditizio. L’impiego di tecnologie moderne e l’incremento dell’attività di raccolta, unitamente al peggioramento della qualità ambientale della Sacca, portarono in breve al sovrasfruttamento della risorsa, la cui redditività crollò drasticamente. Alla metà degli anni ’80 si tentò l’introduzione della vongola verace filippina (Tapes philippinarum), una specie esotica originaria dell’Indopacifico, che adattandosi bene all’ambiente della Sacca costituì un grosso banco e favorì, negli anni ’90, un notevole sviluppo economico dei due paesi rivieraschi. Attualmente, anche lo sfruttamento di questa specie ha raggiunto livelli difficilmente sostenibili ed è pensabile che, nei prossimi anni, si assisterà ad una ripresa della pesca tradizionale a discapito della molluschicoltura.

I segreti della raccolta La raccolta delle vongole viene fatta con un particolare guadino (rasca), costituito da un rastrello che smuove il fondale, collegato ad una rete che serve per trattenere i molluschi. Nel giro di 24-48 ore dalla pesca, le vongole vengono lavate, selezionate, depurate e immesse sul mercato. A causa del basso fondale della Sacca, la pesca richiede l’uso di im-


Scelti per voi dove mangiare Ristorante rifugio di Valle Taglio della Falce Località Taglio della Falce, 1 Goro (Fe) Tel. 0533795010 - 3474209506 t.falce@tiscali.it www.ristorantelafalce.com Nel 1905, sul finire del Gran Bosco della Mesola, al confine con la laguna di Goro, nacque un tipico rifugio di valle per i pescatori. Da allora, migliaia di persone, celebri e non, hanno degustato pesce in questo ristorante che offre vongole in tutte le salse, gamberi di laguna e anguilla in mille versioni. Prezzo medio: 35 euro Ristorante La Lanterna Località Faro Goro (Fe) Tel. 0336363322 Cucina classica, atmosfera romantica, i profumi della laguna. Il pesce, piatto forte del locale, viene sempre presentato secondo la tradizione. Provare per credere. Prezzo medio: 30 euro

barcazioni a fondo piatto, indispensabile per una navigazione agevole senza pericolo di incagliarsi. La classica barca del ferrarese era la «batana», imbarcazione a vela di medie dimensioni, con chiglia piatta. Successivamente, venne anche utilizzata con remi e lunghi bastoni, detti «paradèli», propri della navigazione in bassi fondali. Dagli anni ’60 le barche tradizionali scomparirono lentamente, per lasciare posto alle più moderne e veloci barche a motore.

I «pirati» della Sacca È la sporca guerra della laguna. Comprano barche con motori da 250 cavalli, montano quegli attrezzi che aspirano tutto dal mare, assoldano mozzi albanesi o rumeni e scivolano nei canali. Con due o tre pescate, in una notte portano a casa anche 15 o 20 mila euro. Il tempo di ammucchiare qualche tonnellata di vongole e poi la radio di bordo annuncia che bisogna scappare. Le flotte

corsare di Chioggia e Pellestrina che fuggono con i loro carichi e i finanzieri e i carabinieri che le rincorrono, che fanno lo slalom fra le «bricole», i pali che segnano i canali dentro l’Alto Adriatico. Speronamenti. Arrembaggi. Assalti. Come una volta, contro i contrabbandieri di sigarette. Hanno vedette dappertutto. Sui moli vicino ai reparti navali dell’Arma e della Guardia di Finanza. Sui drifting, che sono le loro imbarcazioni di pesca. È capitato che a fare la soffiata sia stato anche il conducente di un vaporetto. «Sono usciti», avvertono. E quelli danno gas, volano a 40 o a 50 nodi sull’acqua. Non è un fenomeno folkloristico. È qualcosa di serio, che danneggia i pescatori goranti e soprattutto il mercato: una lotta per la legalità che, da anni, vede impegnato il Consorzio pescatori e le forze dell’ordine. Perché, ricordiamocelo, quei carichi di vongole rischiano di finire sulle nostre tavole senza alcuna certificazione. La laguna è anche questa.

La Barcaccia Piazza XX Settembre, 4 Comacchio (Fe) Tel. 0533311081 trattoriabarcaccia@libero.it Nel cuore del centro storico - di fronte all‘imponente cattedrale del Duomo di San Cassiano - storica trattoria di tono elegante, simpaticamente condotta da due fratelli, da sempre alla ricerca delle migliori materie prime: piatti della tradizione con qualche fantasiosa variazione. Con vongole e pesce a far da padroni. Prezzo medio: 42 euro

dove dormire Hotel Uspa Vicolo del Faro, 10 Gorino (Fe) Tel. 0533999817 Prezzo medio: 60 euro a doppia Hotel La Comacina Via Fogli, 17/19 Comacchio (Fe) Tel. 0533311547 Prezzo medio: 85 euro a doppia La Moretta Via Buonafede, 51 Comacchio (Fe) Tel. 0533311580 Prezzo medio: 65 euro a doppia

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cibo&territorio

La Valle del Cesano, dove il farro diventa pasta È in questo spicchio di Marche che la coltivazione dell’antico cereale fa da contorno a castelli, pievi ed eremi dal fascino immortale. È qui che l’agricoltura ha custodito i semi dell’evoluzione alimentare facendoli diventare prodotti unici. L’esperienza dell’azienda Luzi ci riporta a un mondo di valori e sapori indimenticabili

di Luca Borghi

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Non c’è dubbio. In questo angolo di Marche, quaranta chilometri quadrati incastonati tra Pesaro e Ancona, la natura ha disegnato una cartolina perfetta. La Valle del Cesano è un carnevale di colori e profumi, un’altalena di paesaggi e castelli che accompagna la montagna verso il mare. La sensazione è unica. Da Marotta a Mondolfo, da San Costanzo a Corinaldo fin giù a Pergola e Serra Sant’Abbondio le influenze malatestiane sposano i primi tentativi di architettura rinascimentale e i boschi di larici e avellane che proteggono la sacralità dell’eremo di Santa Croce. è qui, grazie a un clima che risente dei sospiri dell’Adriatico e delle sferzate del monte Catria, che l’agricoltura ha custodito uno dei cereali più antichi e preziosi: il farro. Rustico e dotato di un’ampia adattabilità ambientale, il farro (ne esistono tre specie: farro piccolo o monococco; farro medio o dicocco, spelta o farro grande) è in grado di compe-

tere con le erbe infestanti, di sfruttare al meglio i terreni marginali e poveri. Ma, soprattutto, vive e cresce anche senza l’utilizzo dei fertilizzanti di sintesi chimica. Una forza della natura, insomma, che a San Lorenzo in Campo è fonte di un modello economico e produttivo sostenibile e di gusto.

Coltivare secondo natura È qui, nel cuore delle Marche sospese tra arte e mare, che l’agricoltura continua ad essere protagonista. Perché il farro, con il suo vestito buono per tutte le stagioni, è il driver dell’artigianalità pastaria. Merito anche e soprattutto di imprese che, come quella dei fratelli Gianluigi e Andrea Luzi, non si sono mai lasciate infatuare dai richiami delle mode. L’azienda, ormai da più generazioni, si tramanda la passione per la coltura dei cereali e dei legumi secondo rigidi criteri qualitativi. Una missione che si sviluppa secondo un’etica


Scelti per voi dove mangiare La Palomba Via Gramsci, 13 Mondavio (Pu) Tel. 072197105 Si possono degustare piatti a base di tartufo, piadina con salumi, pizza nel forno a legna. Su prenotazione, le pappardelle al cinghiale, il cinghiale alla cacciatora, oca e coniglio in porchetta, cacciagione, risotto al tartufo con miele di acacia alle fragole. Prezzo medio: 35 euro Locanda San Martino Fraz. Montalfoglio Piazza San Martino 9 San Lorenzo in Campo (Pu) Tel. 0721 775513 Il menu propone tagliatelle di farro, passatelli al tartufo, patacchelle, polenta sulla panara, selvaggina, erbe di campo saltate in padella, crescia di farro, crostata di farro. Prezzo medio 25-30 euro.

Il farro è il prezioso cereale da cui nascono le gustose specialità integrali di Luzi, ricche di fibra, minerali, vitamine e antiossidanti. L’azienda si trova a San Lorenzo in Campo (uno scorcio nella foto sopra), in un bellissimo angolo delle Marche

agricola davvero d’altri tempi: produrre nel rispetto pieno e consapevole dell’ambiente e dell’uomo, tentando di ottenere un «frutto» puro, integro, senza additivi. Proprio come ce l’avrebbe donato la natura.

Macinazione a pietra Il filo conduttore che lega ogni prodotto a marchio Luzi è l’integralità donata dalla macinazione a pietra. Un procedimento antico e laborioso che permette di ottenere un prodotto veramente integrale, ricco di fibra, minerali, vitamine e antiossidanti. La pietra non distrugge, anzi trasferisce l’intero patrimonio nutritivo del prodotto di origine. Il primo passo per avviare la pastificazione artigianale delle farine con trafile di bronzo. L’essiccazione lenta e a bassa temperatura consente poi di salvaguardare i valori nutritivi e donare quel-

la ruvidezza e quel gusto che faranno sicuramente apprezzare la vera pasta integrale.

Specialità integrali L’utilizzo sapiente del farro diventa, dunque, pasta. Il gusto è morbido e intenso, piacevole all’olfatto e capace di stupire i palati più raffinati. L’azienda Luzi, che ha fatto da apripista in questo segmento pastaio, propone quattro specialità integrali: farro, farro e fave, farro all’uovo e grano duro. La preparazione non si discosta più di tanto da quella delle altre paste, ma, data l’attenzione messa nell’offrire un alimento funzionale, ossia che possa aiutare a stare meglio, Gianluigi e Andrea Luzi si sono spinti oltre, mettendo nero su bianco una serie di golose ricette con condimenti a base di verdure e legumi. Roba da leccarsi i baffi. Provare per credere.

La luna nel pozzo Località San Vito sul Cesano San Lorenzo in Campo (Pu) Tel. 0721775241 Il menu propone lunette verdi agli asparagi, gnocchi ripieni all’anatra, tagliatelle al pozzo, arrosti e grigliate di carne, tagliata con pomodorini e aceto balsamico, carpaccio di vitellone, crescia marchigiana. Prezzo medio: 30 euro

dove dormire Agriturismo Angeli Via Caprile, 15 San Lorenzo in Campo (Pu) Tel. 071965214 Spuntini infrasettimanali, assaggi di olio extravergine di oliva, vino tipico (Vernaccia) e tartufo nero prodotti in azienda. Prezzo: 50 euro a doppia Il Giardino Via Mattei, 4 San Lorenzo in Campo (Pu) Tel. 0721776803 Ambiente accogliente e raffinato. Il merito di questa atmosfera non è dovuto solo alla natura rilassante che lo circonda, ma anche alla sobrietà dell’arredamento. Prezzo: 75 euro a doppia La loggia Via Fonte Avellana, 11 Serra Sant’Abbondio (Pu) Tel. 0721770007 Struttura immersa nel verde, accogliente ma soprattutto di buon gusto. Mette a disposizione alloggi e appartamenti anche per periodi settimanali. Prezzo: 18 euro a doppia

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Vdg promotion

Terredora, una realtà costellata di straordinari successi Tutti i vini Terredora sono espressione di un territorio storico per vitigni autoctoni; nella foto in basso, la proprietà di Lapio, patria del Fiano di Avellino e in apertura, Pietradefusi, terra del superbo Taurasi (una pregiata bottiglia nella pagina accanto)

Era il 1978 quando Walter e Dora Mastroberardino insieme ai figli Daniela, Lucio e Paolo fondavano Terredora di Paolo S. S. A., l’azienda vitivinicola che a distanza di 30 anni è diventata un punto di riferimento nazionale per la qualità dei suoi vini. Oggi voglio raccontarvi delle fatiche e dell’impegno di questa famiglia, che per risultato ha visto ottenere dalle massime firme internazionali, riconoscimenti che premiamo i loro vini, e la tipicità dei loro territori. Mentre vi scrivo, per immergermi ancora di più nella filosofia di Terredora, sto degustando un Taurasi Pago dei Fusi 2004, proprio il vino che ha ricevuto 95+ punti, definito - cito testualmente - “un vino Rock, trionfo di amarene, prugne, tabacco, liquirizia e incenso: un tessuto di superba ricchezza”, e, aggiungo io, un vino di assoluta raffinatezza ed eleganza, grazie ai terreni da cui nasce, terreni tenaci, ma duttili, tipici della Valle del Calore. Ma è da tutta la gamma di vini sia bianchi che rossi, che emerge la sinergia tra gli uomini che fanno vino ed il territorio, con vini come CampoRe o Fatica Contadina, espressioni della riconosciuta autorevolezza di un vino come il Taurasi. A proposito di sinergia, mi

di Renato Rovetta


piace sottolineare quanto sia importante trovarla in tutta la famiglia, da Walter Mastroberardino ai figli, ognuno con un compito ben preciso all’interno dell’azienda, per fare squadra, e per l’innegabile fatto che oggi questa famiglia rappresenta l’Italia del mondo del vino. Ancora più inserita nel contesto internazionale, da quando Lucio Mastroberardino è stato eletto Presidente dell’Unione Italiana Vini. Come vi dicevo non solo di grandi rossi dobbiamo menzionare, ma anche di quei bianchi che fanno parte delle più importanti DOCG del territorio campano, come il Greco di Tufo ed il Fiano di Avellino, tutti vini che nelle classifiche di Wine Advocate sono a 90 punti se non oltre, e poi ancora il Coda di Volpe, e la Falanghina 2009. Qualche anno fa ebbi modo di presentare l’intero parterre dei vini di Terredora, in quell’occasione mi sembrò importante sottolineare quanto un’azienda punti su un prodotto che faccia da traino agli altri, mentre nel caso dei vini di Terredora, non ci sia un solo vino da traino, visto che l’intera gamma è dotata di una stoffa personale. Tutti vini che rappresentano con i loro profumi, un territorio storico per vitigni autoctoni: sono infatti più di 180 ettari di proprietà vitati, ed oltre 20 di uve conferite tra i comuni di Montefusco e Santa Paolina, terre del Greco di Tufo, Montefalcione e Lapio, patria del Fiano di Avellino; Gesualdo, Lapio, Venticano, Montemiletto e Pietradefusi espressione di un grande Taurasi. Ed è proprio questa la filosofia di Terredora, produrre vini che siano l’espressione più vera del territorio, grazie anche ad un fattore importante come quello pedoclimatico, in cui tutti i vini possono caratterizzarsi grazie a fattori come l’altitudine e le escursioni termiche, oltre al sottosuolo che dona piacevoli mineralità che conferiscono ai vini profumi intensi e piacevoli freschezze, al di là dell’eleganza e spiccata consistenza. È da ricordare come tutta la sapienza sia frutto delle capacità di questi uomini che da dotti enologi, restano il baluardo della storia e della cultura del vino in questo grande e sorprendente territorio. Oggi La famiglia di Walter Mastroberardino rappresenta una realtà che ha saputo unire la più antica tradizione vitivinicola alle più moderne e approfondite conoscenze di cantina, contando sulla tecnologia al servizio della qualità. In questo viaggio nelle Cantine Terredora la storia di quest’azienda, unita alla cultura e alle tradizioni ci hanno regalato momenti di indubbio piacere e gratificante appagamento bevendo vini di gran pregio. E ancora una volta… In alto i calici!

Terredora ha saputo unire l’antica tradizione vitivinicola alle moderne conoscenze di cantina, contando sulla tecnologia al servizio della qualità

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Grana Padano Riserva oltre 20 mesi

,A DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA '2!.! 0!$!./ SI RIFERISCE AL FORMAGGIO PRODOTTO DURANTE TUTTO L ANNO CON LATTE CRUDO DI VACCA PARZIALMENTE DECREMATO MEDIANTE AFlORAMENTO NATURALE A PASTA COTTA DURO E A LENTA MATURAZIONE USATO DA TAVOLA O DA GRATTUGIA E CHE RISPONDE ALLE CONDIZIONI ED AI REQUISITI STABILITI NEL RELATIVO DISCIPLINARE DI PRODUZIONE Le forme di Grana Padano stagionate oltre venti mesi ricevono il marchio a fuoco Riserva solo se corrispondono a criteri precisi: s Pasta GRANULOSITÌ CON CHIARA STRUTTURA RADIALE A SCAGLIA )L COLORE Ò OMOGENEO E PAGLIERINO s Sapore GUSTO SAPIDO CON AROMI EVOLUTI DI BURRO E lENO E NOTE mOREALI DI MAIS 3APORE SEMPRE PIá RICCO E PIENO SENZA RISULTARE AGGRESSIVO s Consumo GRATTUGIATO O COME FORMAGGIO DA PASTO % OTTIMO PER CONDIRE PRIMI PIATTI E ZUPPE 3UPERBO Ò L ACCOMPAGNAMENTO CON MARMELLATE MOSTARDE O MIELE s Abbinamento UN VINO MORBIDO E TANNICO INTENSO E PERSISTENTE ! lNE PASTO PUÛ ESSERE ACCOMPAGNATO A VINI PASSITI E LIQUOROSI

Millefoglie di tonno e Grana Padano alla glassa di aceto balsamico Procedimento: 4AGLIATE IL TONNO A FETTINE SOTTILI CON L AFFETTATRICE PONETELE SU UN VASSOIO E CONDITELE CON SALE PEPE OLIO PEPERONCINO E SUCCO DI LIMONE #OPRITE BENE CON PELLICOLA TRASPARENTE E LASCIATE MARINARE IN FRIGORIFERO -ETTETE UNA PADELLA ANTIADERENTE SUL FUOCO E LASCIATELA RISCALDARE BENE !DAGIATE AL CENTRO UN PO DI 'RANA 0ADANO CON L AIUTO DI UN CUCCHIAIO 1UANDO IL FORMAGGIO COMINCIA A SCIOGLIERSI TOGLIETE DAL FUOCO IN MODO CHE LA CIALDA RESTI BELLA BIANCA E MORBIDA ,ASCIATE RAFFREDDARE LE CIALDE COSÖ OTTENUTE 0ULITE E LAVATE IL RADICCHIO TAGLIATELO lNEMENTE E CONDITELO CON GLI STESSI INGREDIENTI DELLA MARINATA 3ERVITE METTENDO UNA PICCOLA QUANTITÌ DI GLASSA DI ACETO POI COMPONETE LA MILLEFOGLIE POSIZIONANDO UNA CIALDA DI 'RANA 0ADANO UN lLO DI GLASSA DI ACETO POI IL RADICCHIO CONDITO ED IL TONNO 1UESTA OPERAZIONE VA RIPETUTA VOLTE )NlNE DECORATE L ULTIMA CIALDA CON DELLA SCORZA DI LIMONE E DELLE GOCCE DI GLASSA DI ACETO

Ingredienti per 4 persone: s G 'RANA 0ADANO 2ISERVA s G TONNO s G CESPO DI RADICCHIO s ML GLASSA DI ACETO BALSAMICO s SUCCO DI UN LIMONE s G PEPERONCINO s ML OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA s SALE E PEPE Grado di difficoltà: medio Consiglio di utilizzo: secondo piatto

Foto e ricetta tratti dal “Cofanetto 90 Ricette” realizzato dal Consorzio Tutela Grana Padano


cibo&territorio

San Marino, il Titano del gusto Storia, vedute mozzafiato, arte ma soprattutto sapori inimitabili: la più antica Città-Stato è da scoprire anche attraverso il pane, il miele, i vini e i dolci di un tempo lontano di Luca Borghi Ci sono storie uniche, che vanno gustate e vissute lentamente. C’è una storia che dura da duemila anni e affascina chiunque la ascolti. Una storia che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio mondiale dell’umanità. San Marino,una lunga storia da vivere,una bellissima storia da raccontare. Con una popolazione di trentamila abitanti su un territorio di 61 chilometri quadrati benedetti dalla bellezza della natura, la Repubblica di San Marino basa la propria economia su ciò che per diritto le appartiene e che con l’antico senso dell’ospitalità ha saputo attualizzare:un paese bellissimo per architettura e ubicazione geografica incessantemente restaurato, ricco di lasciti della storia e arricchito da sempre nuove idee di intrattenimento, adornato del fascino di un’atmosfera dove pare che il tempo si sia fermato senza, tuttavia, mancare di quei servizi ormai irrinunciabili della modernità.

In apertura, una meravigliosa cartolina di San Marino con la Prima Torre, la maggiore e la più antica delle tre rocche medioevali che dominano la vallata sottostante. Nella foto in alto, a destra, il suggestivo centro storico della città, racchiuso da mura fortificate

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cibo&territorio Il Natale delle meraviglie A San Marino dal 4 dicembre al 6 gennaio si respira l’incanto del Natale attraverso i colori e le musiche del centro storico, illuminato a festa. Tante imperdibili iniziative animeranno le festività invernali della Repubblica di San Marino, regalando emozioni a grandi e piccini: l’arte delle luci , il tradizionale mercatino natalizio con tante idee regalo, lo Snow Globe, magica Casa di Babbo Natale, la pista di pattinaggio e la pista da snow tubing, le animazioni degli artisti di strada, i presepi, una grande festa di Capodanno in Piazza, la musica ed i menu delle feste con i prodotti tipici della tradizione gastronomica sammarinese e tanto altro ancora. Per un Natale delle meraviglie, il Consorzio San Marino 2000 propone pacchetti turistici ed enogastronomici: tel. 0549995031 www.sanmarino2000.sm

Il fascino delle mura

Miele e vini prelibati

Il centro storico, racchiuso da mura fortificate, offre l’opportunità di un intrigante percorso fra caratteristiche contrade, angoli e scorci panoramici, sentieri che si inerpicano fino a raggiungere le tre torri medievali che, dalla cima del monte Titano, dominano la meravigliosa vallata sottostante. Secoli di indipendenza (dal 1200) per «l’unica città Stato che sussiste quale testimonianza eccezionale dell’istituzione di una democrazia rappresentativa fondata sull’autonomia civica e l’autogoverno…». Una storia unica quella di San Marino,che si rispecchia in un ordinamento istituzionale esemplare: i Capi dello Stato sono due e stanno in carica per sei mesi, presupponendo l’impossibilità di usare il potere per acquisire posizioni personali di privilegio.

Nel territorio sammarinese ci sono circa mille arnie. Se ne origina prelibato miele, dai millefiori all’acacia e al castagno; meno comune, il miele di sulla, che proviene dal nettare di una leguminosa erbacea che cresce spontaneamente sulle pendici dei caratteristici calanchi. L’olio extravergine di oliva è prodotto da olive di varietà tradizionali del territorio, Correggiolo, Brugnolo, Capolga, Susina, Frantoio e Leccino. Anche l’offerta enologica è al passo: San Marino vanta la presenza di molti vigneti che hanno intensificato l’attenzione del grande pubblico. I produttori hanno saputo rispondere in maniera pronta, grazie anche all’operato del Consorzio Vini Tipici, l’unico produttore di vini ad Identificazione d’origine, l’equivalente della Docg italiana. Da segnalare gli ottimi bianchi come il Caldese e il Roncale. Tra i rossi, il fiore all’occhiello del Consorzio è il fruttato Brugneto. Non da meno, il Sangiovese e il Tessano, invecchiato in barrique. Per accompagnare i dolci tipici - la torta Titano e la torta Tremonti - la scelta ricade sul Moscato spumante o sul passito Oro dei Goti. Una proposta decisamente stuzzicante, quindi, che trova posto negli oltre 50 ristoranti e la trentina di hotel con ristorante. A San Marino, poi, è presente la prestigiosa EuroToques, l’Associazione europea dei cuochi che riunisce i più famosi chef europei da Gianfranco Vissani a Ferran Adrià, da Gualtiero Marchesi a Paul Bocouse.

Cucina da gustare La cucina è saporita, con il trionfo della sfoglia tirata a mano da cui nascono cappelletti, tagliatelle e ravioli. Poi ci sono le carni della nutrita selezione degli allevamenti locali. Le Associazioni professionali e le Cooperative di settore hanno costituito il Consorzio Terra di San Marino, che mette a valore il rispetto dell’ambiente, la qualità delle produzioni e la tutela del consumatore. Le eccellenze qualitative cominciano dal pane. E difatti la volontà del Consorzio di mantener viva la tradizione ha fatto si che, ora, ben tutelata e valorizzata sia presente sulle tavole sammarinesi la «Coppia Terra di San Marino». 70 viedelgusto.it

I colori della Francia in mostra Monet, Cézanne, Renoir La mostra, costruita in modo particolare con dipinti provenienti dai musei di Boston, Montpellier e Lille, si compone di 25 opere, alcune di grande formato. Sulle pareti completamente rinnovate di un Palazzo S.U.M.S. che si apre all’arte più importante, nel centro storico della Repubblica di San Marino, compaiono così quadri di grandi maestri, da Corot a Courbet, da Monet a Cézanne, da Renoir a Pissarro, da Sisley a Degas. Repubblica di San Marino, Palazzo S.U.M.S. 23 ottobre 2010 - 27 marzo 2011 Servizio prenotazioni ed informazioni Call Center 0422429999 - Fax 0422308272 biglietto@lineadombra.it - www. lineadombra.it Palazzo S.U.M.S - Via G. B. Belluzzi, 1 A circa 100 metri dalla Porta di San Francesco e dal P.1 Bus Prenotazioni alberghiere e pacchetti turistici: Consorzio San Marino 2000 Tel. 0549995031 www.sanmarino2000.sm info@sanmarino2000.sm Informazioni turistiche: Ufficio di Stato per il Turismo tel. 0549882914 info@visitsanmarino.com www.visitsanmarino.com


www.garagecomunicazione.com | Ph. Immagine Latente

Appuntamento all’italiana.

Musica, luci e atmosfera. Per gli habitué dell’aperitivo arriva l’Aperigusto, la nuova linea di Fattoria Sila per quelli che “l’aperitivo non è solo da bere”. Dieci gusti diversi in olio extravergine di oliva per un’appetitosa parentesi quotidiana, rigorosamente all’italiana.

Fattoria Sila Srl | Camigliatello Silano (cs) italia - Tel. (+39) 0984 570840 | www.fattoriasila.it


l’olio

di Gino Celletti Capo Panel Consiglio Oleicolo Internazionale www.frantoicelletti.com www.monocultivaroliveoil.com

Nozze per le feste Di origini decisamente diverse, l’uno vegetale l’altro animale, olio e pecorino sono una coppia perfetta in cucina. Anche in un insospettabile dessert Olio e pecorino hanno origini decisamente diverse, il re dei grassi vegetali uno e espressione irresistibile dei grassi animali l’altro. In un Paese come il nostro, sempre diviso in due su tutto, verrebbe facile creare anche in questo caso due sindacati, pro grassi vegetali o pro grassi animali, ma stavolta non ci cascheremo e anzi, visto che siamo sotto Natale e le sue abbuffate, declinerò anche le questioni tecniche e mi butterò sulla “pappata”, che come sappiamo, funziona sempre. E così vi propongo un accordo “sindacale” tra olio e pecorino, anzi due, un primo piatto e un dessert, entrambi in onore della Sardegna e facilissimi da fare. Auguri e che tutto vi fili liscio come l’olio.

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Malloreddus de su sposu (gnocchetti sardi dello sposo)

• 400 g di malloreddus, se secchi cuoceteli di più • 400 g di pecorino sardo Dop da grattugiare al momento • pepe nero a mulinello • 1 bustina di zafferano • 1 tazzina di olio monocultivar Bosana (vedi www.monocultivaroliveoil.com) Portate a bollore almeno 4 litri d’acqua, salatela e buttateci i malloreddus. Mentre cuociono, grattugiate il formaggio e mettetelo in una padella larga antiaderente. Fatelo sciogliere a fuoco lentissimo con la Bosana, e se serve, poca acqua calda della pasta. Quando il formaggio sarà diventato crema, aggiungete lo zafferano e mescolate bene fino a che la crema diventi gialla e omogenea. Una volta cotti ma ancora al dente, scolate e buttate i malloreddus nella crema tenuta calda a fuoco bassissimo e amalgamate bene. Serviteli ben caldi, spolverizzati prima di molto pepe nero macinato al momento e con un altro giro di Bosana.

Pecorino freschissimo o ricotta di pecora, bottarga di muggine e Bosana • 400 g di pecorino fresco o di ricotta di pecora freschissima • 100 g di bottarga di muggine (cefalo), fettine da una baffa o grattugiata • 8 cucchiai d’olio monocultivar Bosana Ripartite il pecorino o la ricotta sui 4 piatti di portata, disponetevi sopra la bottarga e irrorate con 2 cucchiai di olio Bosana. Fine. Semplicissimo piatto di gran carattere, dove gli elementi si fonderanno per regalare un gran piacere. Se volete strafare procuratevi un bel vermentino della zona di Sassari o di Monti e siete a posto; anzi 1 bottiglia di ciascuna zona, siate bipartisan, mica vorrete fare dei torti, e poi non ne avanzerà nessuna.



carta della pasta

di Luca Borghi

I natalin, un tuffo nel brodo di trippa Minestra tipica della tradizione natalizia genovese, ben si sposa con la simbologia: “correggete” con qualche pezzetto di salsiccia appena rosolata e il nuovo anno sarà ricco di prosperi auspici

I natalin sono un formato semplice e contadino, frutto di un impasto di semola di grano duro e acqua. Nel Levante, vengono passati in una pastella di uovo sbattuto, formaggio grattuggiato e maggiorana che si si insinua all’interno della pasta e, a contatto col brodo, si trasforma in una sorta di squisito ripieno

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Ma sì… A Natale la dieta non vale. Impossibile resistere ai piatti della tradizione. Un trionfo di sapori antichi che le leggi del tempo hanno reso unici. I natalin, per esempio. Una pasta da intenditori. Una minestra, come la chiamano in Liguria, che non ha bisogno di interpretazioni stellate per conquistare il palato. Basta seguire la ricetta di una volta per stupire. I natalin, tipici protagonisti delle tavole natalizie di Genova e dintorni, sono i sosia dei cannoli: lisci, schiacciati, con le estremità tagliate di sbiego come le penne. Un formato semplice e contadino, frutto di un povero impasto di semola di grano duro e acqua, che l’industria ha ben recepito, salvandolo da una probabile estinzione. Onore al merito. Perché il gusto ne rimarrà appagato: la morbida consistenza della pasta ben si sposa con il brodo di trippa. E se poi si vuole innalzare il piatto a simbolo di salute, ricchezza e prosperità… Beh, basta aggiungere qualche pezzetto di salsiccia appena rosolata che finisce di cuocersi nel brodo bollente. L’unica variante ammessa dai liguri è quella in uso nel Levante. I natalin, prima di essere tuffati nel brodo di trippa, vengono velocemente passati in una densa pastella di uovo battuto, formaggio grattugiato e maggiorana. Durante il procedimento, la “correzione” si insinua all’interno del formato con dolcezza. Una carezza che diventa abbraccio vero e proprio: la pastella, una volta a contatto con il brodo, si rapprende in un attimo trasformandosi in una sorta di ripieno. La sensazione che si prova è unica: piacevole, forte e suadente, ma soprattutto mai scontata. Il brodo di trippa non copre i sapori, anzi. Provoca un effetto altalena che prima esalta la consistenza dell’impasto e poi lascia spazio alla fragranza del formaggio mitigato dall’essenza della maggiorana.

Il Pigato: fascino autorevole Vino d’origine greca che giunse in Liguria sulle asciutte colline della Piana di Albenga attraverso la Spagna e la Corsica, sul Pigato resta incerta l’origine del nome, anche se pare che derivi dalle pighe o macchie brune che caratterizzano gli acini dei grappoli maturi. È un vino bianco: secondo la terra, la zona, l’esposizione e la vinificazione assume colore, profumo, aroma e sapore cangianti. Le sue caratteristiche generali? Colore dorato pallido, brillante, trasparente con venatura verdognola se prodotto in zone distanti dal mare. Dorato brillante e vivo se prodotto vicino al mare. Ha un profumo sempre intenso di erba e di bosco, di pini e mare. Al gusto ha un aroma secco, intenso, caldo che dà spazio ad altri sapori: il giusto abbinamento per abbandonarsi alla magia dei natalin.


Associazione Panificatori Bologna

Pane,amore e garanzia FWd[ \h[iYe V fjVa^i| XdcigdaaViV

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chef a scuola

di Gianfranco Lo Cascio Italian Food Style Education Culinary Institute Carni, Cottura sul fuoco vivo, affumicatura

Cervo e un po’ di... zucchero Giocare con ingredienti insoliti, molto diversi, eppure in perfetta concordanza armonica. Una sfida accattivante che va a segno con un accurato equilibrio sensoriale Dal punto di vista delle percezioni sensoriali, il panettone è un vero e proprio “parco giochi” del gusto. Comprendere bene le potenzialità di abbinamento di questo giocattolo, richiede un piccolo ma risolutivo sforzo didattico: è noto che le papille gustative sono recettori che rispondono alle sollecitazioni date dalle cinque sensazioni di base identificabili come acido, dolce, salato, amaro e unami (sapido). Detto ciò, com’è possibile massimizzare il gusto di una pietanza? Con quale protocollo riesco ad abbinare un cibo a un altro in modo suadente? Il gioco è semplice: più recettori si attivano all’unisono, più coinvolgente sarà l’esperienza sensoriale. È compito del cuoco poi gestire queste sensazioni ed esibirle in un intreccio armonico ed equilibrato. Tutti conoscono il termine “agrodolce”. Le verdure in Scapece o la Caponata di melanzane sono, ad esempio, piatti

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realizzati utilizzando la congiunzione di sale, aceto e zucchero; elementi discordanti che attivano recettori diversi e si armonizzano grazie ad un accurato dosaggio. Il bilanciamento armonico tra aceto e zucchero è fondamentale per il risultato finale. Il senso dell’abbinamento panettone-carne risiede nel tentativo di accostare il dolce e il salato in modo gradevole con ingredienti insoliti in perfetta concordanza armonica: ricordiamoci che un piatto deve essere prima di tutto buono! Il filetto del cervo con il suo fondo di cottura, la crosta di panettone, macedonia di verdure e la salsa di lamponi. La sfida è accostare la carne (sapidità, corpo, struttura) ad un elemento, il panettone, che offre una base dolce (zucchero, uva sultanina), untuosa (burro) e aromatica (agrumi canditi). La chiave armonica è rappresentata da un legante, cioè un elemento in grado di “tenere insieme” le diverse percezioni. Dagli studi emerge che sia il grasso sia il dolce si controbilanciano perfettamente con sensazioni acide. Su tale base, lo chef Riccardo Marello, ideatore del piatto, ha accostato la salsa di lamponi: un composto sì fruttato e floreale ma con uno spiccato sentore acido capace di livellare la percezione gustativa delle diverse materie prime. Al morso si avverte senza indugio il dolce del panettone, la sua vena untuosa, poi la sapidità della carne di cervo appena scottata e l’opulenza del fondo bruno di cottura. Infine il tono acido della salsa di lamponi che equalizza la sensazione globale livellando sia i toni unti sia quelli dolci. Il risultato è qualcosa che merita davvero di essere provato.



consumo responsabile

di Benedetta Frare Fairtrade Italia

Buoni, col fiocco Per un Natale equosolidale tante le idee regalo: dai vini biologici del Sudafrica alle confezioni con i prodotti alimentari certificati Fairtrade. E per la tavola un’ampia scelta di frutta secca e di ananas

Un Natale all’insegna della solidarietà è possibile con i prodotti del Commercio equo e solidale. Da diversi anni sono presenti sul mercato diverse proposte regalo, per accontentare tutti i gusti. A cominciare dai vini del Sudafrica, commercializzati da Commercio Alternativo, centrale ferrarese di importazione di prodotti equosolidali, che arrivano sulle tavole italiane attraverso il circuito delle Botteghe del mondo. Sono firmati da Stellar organic winery, il più importante produttore di vini biologici del Sudafrica. L’azienda, di proprietà dei fratelli Rossouw e degli stessi lavoratori che detengono il 26% delle azioni della cantina e il 50% di Stellar Agri (la parte produttiva) ha istituito un comitato per la gestione delle rendite derivate dalle vendite Fairtrade, che identifica i bisogni dei lavoratori, e un Joint Body che ne è il braccio esecutivo. In Italia, vengono proposte cinque referenze tra rossi e bianchi: Shiraz Moonlight, Merlot, Chenin Sauvignon, Semisweet e Sauvignon. Commercio Alternativo propone inoltre una nuova linea di torroni e croccantini con ingredienti certificati Fairtrade: zucchero del Paraguay (Manduvirà), anacardi dal Burkina Faso (Wouol) e cioccolato dal Ghana (Kuapa Kokoo) e Costa d’Avorio (Kavokiva). Ritorna poi in tutti i supermercati e ipermercati la confezione natalizia solidal Coop che raccoglie le proposte di alimentari confezionati della linea certi-

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ficata Fairtrade: caffè (dalla cooperativa Cecocafen del Nicaragua e da CDI Bwamanda della Repubblica Democratica del Congo), cioccolata, tè (United Nilgiri Tea Estates, dall’India), cacao (Conacado, Repubblica Dominicana), zucchero (Coopeagri del Costa Rica), cioccolatini. Un’alternativa gustosa sono i cantucci al cioccolato, i cantucci alla mandorla e i “cantuccioni” (da colazione) con ingredienti equosolidali firmati dal premiato biscottificio Scapigliati di Firenze. Miele, cioccolato e zucchero provengono da organizzazioni di produttori Fairtrade del Nicaragua, Paraguay, Repubblica Dominicana. Infine, sulla nostra tavola non può mancare la frutta secca. La cooperativa Chico Mendez di Modena, da anni impegnata in un rapporto diretto con le organizzazioni di produttori della foresta amazzonica Brasiliana, importa direttamente le nutrienti noci dell’Amazzonia con un’interessante varietà di proposte: oltre alle classiche noci dell’Amazzonia, lo snack Selene, con noci dell’Amazzonia ricoperte di cioccolato fondente; la noce di Macadamia e di Anacardio e, ultima novità, le noci Mariposa e il mix di noci (noci dell’Amazzonia, Anacardio e Macadamia). Uno dei frutti natalizi per antonomasia è l’ananas: nella rete Coop è disponibile quello Fairtrade dal Costa Rica mentre in Nordiconad troviamo l’ananas dal Ghana.


SoltantoVino

Eccellenze di Montecucco

Prima di tutto le colline. Lo sguardo arriva lontano, no al mare. E poi le querce, le ginestre, le rose canine che donano a questa terra un fascino primitivo, autentico. La natura, qui, segue ancora i suoi ritmi scanditi dall’orologio delle stagioni all’ombra

dell’Amiata, vulcano muto da secoli e montagna dai mille colori. Questa è la zona della DOC Montecucco dove la famiglia Sodi coltiva vigneti di Sangiovese. Ecco le eccellenze del Montecucco, ecco il Parmoleto Montecucco Sangiovese Riserva.

INFO: Azienda Agrituristica Parmoleto · Montenero D’Orcia · Grosseto Tel. +39 0564 954 131 · info@parmoleto.it · www.parmoleto.it

PARMOLETO


cibo & blogger

di Luana Porfido

Il Bussolano Ricetta di Germana,

laterradeiviolini-germana.blogspot.com

I dessert fanno rete Una selezione di blog dedicati ai dolci natalizi per aprire una finestra sul Web e scoprire il suo lato gourmand, dalle mille interpretazioni

Sono tavole riccamente imbandite, quelle che incontriamo facendo surf nella Rete. Ce n’è davvero per tutti i gusti e tutti gli appetiti, credete. Potete fermarvi ad assaggiare specialità etniche, dedicarvi un veloce spuntino, prendere fiato per poi proseguire con un sontuoso piatto tradizionale. Tra una portata e l’altra, c’è spazio per divertirsi in mezzo a tanti aneddoti di vita vissuta che arricchiscono le migliaia di ricette postate ogni giorno dall’esercito dei “cooking-blogger” italiani. Ma quanti sono questi artisti del fornello amatoriale? Nessuno lo sa, nemmeno le più prestigiose società di ricerca. Si calcola che siano quasi tre milioni i blogger attivi in Italia, ma il numero è piuttosto incerto. Impossibile, invece, stimare quanti siano i blogger che ogni giorno lasciano in rete tracce delle pro-

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prie esperienze culinarie. Sono comunque tantissimi e dal profilo variegato, come dire che la passione per la cucina non ha sesso e non ha età. Troviamo blog gestiti da nonne, da donne in carriera alle prese con il tempo che manca, da giovani appassionate di dolci e dolcezze, da semi-professionisti che nulla hanno da invidiare ai veri professionisti, insomma, Internet offre a tutti loro la possibilità di condividere quanto di buono esce dai propri fornelli, dimostrando anche doti di grandi comunicatori. Con risultati davvero sorprendenti. In questa prima “puntata” della mia rubrica, considerati i tempi di festa, mi sono concentrata sui dolci natalizi, nell’interpretazione di cinque blog. E per i prossimi numeri ci aspettano tantissimi spunti raccolti sul Web. Perché la gola non ha confini.

Germana, blogger cremonese (anzi, di Soresina), non fa mistero della sua grande passione per la cucina del territorio, anche se il suo ricco ricettario comprende esperienze variegate e tutte di grandissima qualità. Prima di arrivare alla tastiera del computer, Germana ha passato una vita in azienda, in movimento per l’Italia tra una sede e l’altra. L’impegno in azienda non le ha impedito di riempire un suo ricettario che ha intitolato “Una cucina per tutte le stagioni”, che oggi ritroviamo in Rete, arricchito di nuove esperienze. Germana ci propone un dolce tipico cremonese, il Bussolano, che spesso sostituisce sulle tavole locali il tradizionale panettone. Provatelo, Germana è una garanzia. http://laterradeiviolini-germana.blogspot. com/2008/10/il-bussolano.html


Il Panettone

Gli Scalilli

I Cucciddati

Ricetta di Francesca, dolcienonsolo.myblog.it

Francesca vive a Cassano all’Ionio (Cs) ed è la deus-ex-machina del blog “Dolcienonsolo”, fucina di ricette e informazioni su tecniche e ingredienti di cucina. I numeri del suo blog farebbero impallidire un editore professionista: Francesca conta fino a 9.000 visite al giorno, collocandosi tra le top blogger in Italia in questo segmento. Ma lei sembra non sembra farci caso e continua a cucinare e postare piatti straordinari. Per Natale, Francesca prepara i dolci tipici della tradizione calabrese, come gli Scalilli, i “turdilli” e la “giugiulena”, ricordando il piacere del profumo del miele e del mosto cotto che pervade le cucine. Per noi, Francesca ha preparato gli Scalilli.

Ricetta di Claudia,

myricettarium.blogspot.com

http://dolcienonsolo.myblog.it/ archive/2007/12/05/scalilli.html

Ricetta di Alessandra, essenzadicannella.blogspot.com

Claudia è una frizzante blogger romana. Nel suo esplosivo stile propone una cucina varia e gustosa che spazia dai piatti della tradizione a quelli che si possono preparare in pochi minuti. “My Ricettarium” nasce per caso, e un po’ per gioco, nell’autunno del 2008. Da semplice diario di cucina, il blog è cresciuto ed oggi è meta di un numero interessante di fan attivissime. “Cucina di fantasia” è la definizione che Claudia dà della sua esperienza ai fornelli, perché ama modificare le ricette in un work in progress sorprendente. Per Natale ci propone un invidiabile Panettone fatto in casa. Il risultato è straordinario, anche a livello estetico. Quasi meglio di un pasticcere!

Il blog di Alessandra, mamma siciliana a tempo pieno, è una sinfonia di dolci e fragranti note. Il suo ricco ricettario ricorda la vetrina di una pasticceria, complici anche le belle e accurate foto a corredo di ogni ricetta. Il suo spiccato spirito creativo emerge non solo dalle splendide preparazioni, ma anche dai numerosi interessi, quali la fotografia e il cinema. Nel suo angolo non mancano libri, fogli bianchi, tante idee, sorrisi, la Canon eos 450d, buona musica, qualche film, una macchina per cucire pronta per creare e un baule pieno di sogni. Per noi Alessandra ha preparato i Cucciddati, laboriosi nella preparazione, ma… irrinunciabili!

http://myricettarium.blogspot.com/ 2009/12/il-panettone.html

http://essenzadicannella.blogspot.com /2010/11/i-cucciddatiaspettando-il-natale.html

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Il Natale delle Meraviglie 4 dicembre 2010 | 6 gennaio 2011 Mercatino natalizio Christmas Village Capodanno in Piazza Dall’Avvento all’Epifania la tradizione del Natale viene celebrata nella magica cornice del centro storico di San Marino con Arte delle Luci, Gastronomia, Menu delle Feste, Gospel, Musica, Animazione degli artisti di strada, Giochi per bambini, Presepi, Shopping, Concerti, Capodanno in Piazza e La Befana.

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Viaggi&Benessere 86

I mille colori delle Dolomiti Una vacanza sulle maestose cime italiane riconosciute Patrimonio Naturale dell’Umanità

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Misticismo in Valnerina Nell’Umbria meridionale, una terra tutta da meditare e gustare

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Rubriche • Turismo religioso • Lezioni di ospitalità • Camera con vista • Viaggi&Co

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viaggi&benessere

I mille colori delle Dolomiti Pareti maestose, strapiombi insuperabili, creste frastagliate accese dalla meravigliosa “enrosadira”. Nella lista dei più bei paesaggi del mondo, le Torri d’Italia sono state dichiarate nel 2009 dall’Unesco Patrimonio Naturale dell’Umanità di Franca Dell’Arciprete Scotti

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Acque calde color turchese, poco profonde, barriere coralline, crostacei, spiagge bianche. Chi direbbe che questa descrizione può riferirsi alle Dolomiti? Eppure é così, poiché queste splendide montagne hanno le loro origini nel mare tropicale preistorico. Circa 250 milioni di anni fa, l’attuale arco alpino coperto d’acqua vedeva un vita intensissima di molluschi, alghe, coralli e pesci che determinavano una massiccia produzione di calcare. Proprio la presenza di questi organismi ha formato poi, con il sollevamento del fondo marino, quelle forme bizzarre, le creste frastagliate, i colori incantevoli e mutevoli che hanno fatto delle Dolomiti una zona unica al mondo. Tanto uniche da essere dichiarate nel 2009 dall’Unesco Patrimonio Naturale dell’Umanità, tra i 50 paesaggi più belli d’Europa e tra i 199 a livello mondiale, secondo paesaggio italiano ricono-

sciuto, dopo le isole Eolie. Collocate nelle cinque province di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine, le Dolomiti, che sono entrate nel territorio italiano soltanto dopo la Grande Guerra, abbracciano complessivamente un’estensione di ben 142.000 ettari, integrati da un’ulteriore zona cuscinetto. La passione e lo studio delle Dolomiti ha una lunga storia che risale al XVIII secolo. Fu però Déodat de Dolomieu a definire, nel 1791, la composizione mineralogico-chimica della roccia dolomitica che da allora prese il suo nome. Pareti maestose, strapiombi insuperabili e creste frastagliate. Ma la meraviglia assoluta delle Dolomiti è il fenomeno della cosiddetta “enrosadira”. La presenza di carbonato di calcio e di magnesio nella dolomia accende al tramonto le pareti rocciose di uno spettro cromatico che va dal giallo chiaro al rosso fuoco, per poi attenuarsi

In apertura, una veduta mozzafiato delle Tre Cime di Lavaredo, nelle Dolomiti di Sesto, apprezzate per forme e colori suggestivi, quest’ultimi dovuti alla composizione mineralogico-chimica della roccia dolomitica, che al tramonto illumina le pareti di sfumature cangianti. Sopra, uno scorcio del Lago di Carezza ghiacciato, incastonato tra fitti boschi di abeti ai piedi del massiccio del Latemar

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viaggi&benessere

La gastronomia Anche se il territorio dolomitico è oggi regno di chef stellati, la cucina tradizionale, di tipo contadino, è all’insegna di frutta fresca e secca, formaggio, verdure. Tipici dell’ Alta Val Passiria, e comunque di tutta l’area, sono gli gnocchi al formaggio su rape rosse, canerderli di ogni tipo, la selvaggina servita in spezzatino o al forno con salsa di sambuco, porchetta su ”gröstl” di patate e verdura; il ”Plentener Riibl” o frittata di farina di grano saraceno, gli gnocchetti dolci in zucchero di cannella con marmellata di fragole o composta di mele, tiramisù alle castagne.

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in vari livelli di viola, fino a scomparire del tutto nel buio della notte. All’interno dell’area definita genericamente Dolomiti, si distinguono vari territori e consorzi, tra i quali il più importante, che raccoglie il 70% dell’intera area, é Dolomiti Stars, il consorzio turistico che comprende le aree di Ski Civetta (Alleghe, Zoldo e Selva di Cadore), Arabba e la Marmolada, definita la regina delle Dolomiti con i suoi 3.342 metri. Inizia la stagione invernale anche nel Rosengarten Latemar, l’altopiano a soli venti minuti da Bolzano che vanta 300 giorni di sole all’anno, con 88 km di piste perfette: 48 km a Obereggen con 18 impianti di risalita, 40 km a Carezza con 16 impianti. Ultimo nato, il Trentino Charme riunisce 12 piccoli, raffinati, gioielli di ospitalità, gestiti con la fierezza di chi sa di poter offrire un territorio unico (www.trentinocharme.it). Se geografi, botanici, speleologi sono incantati dai tesori naturalistici, tutti gli appassionati della montagna, in tranquille passeggiate, potranno scoprire altri tesori di storia europea, costume, mondanità. Cortina in questo senso é la Regina delle Dolomiti con la sua atmosfera di stazione di villeggiatura chic ed esclusiva, che fin dall’800 ha visto nobiltà ed alta borghesia soggiornare nei suoi Grand Ho-

In alto, l’Hotel Ciasa Salares, raffinato albergo-chalet di montagna a San Cassiano, in Alta Val Badia; nella foto in basso, l’accogliente atmosfera dello storico Posta Zirm Hotel, a Corvara in Badia

tel con vista sulle Tofane. Tra i mille svaghi, ad appassionati golfisti e habitué amanti del bien vivre, l’elegante località offre anche il Cortina Golf con nove buche su 18 già disponibili per un percorso mozzafiato che si snoda tra i maestosi scenari di montagna. Dal fascino esclusivo, il Cristallo Hotel Spa & Golf, inaugurato nel 1901, storica struttura a cinque stelle lusso, appartiene a quel ristretto gotha di alberghi che può vantare tra i propri ospiti le personalità più significative del ‘900, tra cui re Gustavo III di Svezia, Frank Sinatra e Peter Sellers. Da una


Scelti per voi Sulla neve

grande perla ad una piccola perla. È Moso in Val Passiria, nel Parco Naturale Gruppo di Tessa, una delle 20 località inserite nelle cosiddette Alpine Pearls, che garantiscono vacanze nel segno della mobilità dolce, senza l’utilizzo dell’auto, nel pieno rispetto dell’ambiente (www.alpine-pearls.com). A Moso, infatti, bus navetta portano comodamente ai punti di partenza degli itinerari più belli del complesso dolomitico, escursioni guidate con fiaccole e le ciaspole, romantici giri in carrozza, cavalcate tra paesaggi innevati (www.passeiertal.it).

Curiosità Amate da tutti, le Dolomiti hanno avuto anche l’omaggio di grandi artisti e intellettuali. Lo scrittore e giornalista Dino Buzzati, nativo di Belluno, dipinse il Duomo di Milano a forma di montagna dolomitica, frastagliata, ricca di guglie e di torri acuminate. Le Corbusier, forse il più grande architetto contemporaneo, vedeva nelle Dolomiti “la più bella architettura naturale del mondo”. E Messner, che ha conquistato tutte le montagne più alte del pianeta, mantiene sempre un debole per le Dolomiti: “Non sono le montagne più alte, ma sicuramente sono le più belle del mondo”.

Nella foto a destra, uno sciatore sulle piste del Rosengarten Latemar, uno dei consorzi turistici del territorio delle Dolomiti che vanta 88 km di splendide piste da sci

La prima neve conviene: con l’offerta Dolomiti Super Premiere, fino al 23 dicembre un giorno di vacanza in omaggio nel Rosengarten Latemar. Settimana attiva Alpine Pearls: pacchetto all’insegna della mobilità dolce per una vacanza sulla neve ecosostenibile. Fino al 24 aprile 2011, le strutture alberghiere convenzionate, propongono un pacchetto speciale per pernottamenti, servizio navetta gratuito, 6 giorni di skipass Fiemme/Obereggen oppure pass settimanale per gli anelli di fondo, 2 ciaspolate con guida, skibus gratuito per e da Obereggen. www.rosengarten-latemar.com Per il secondo anno consecutivo Dolomiti Stars propone le “Stars Week”, speciali offerte di viaggio per tutti i gruppi di almeno 20 componenti, che sceglieranno lo Ski Civetta e la ski area di Passo San Pellegrino-Falcade nel comprensorio Tre Valli in uno dei seguenti periodi: 11-19 dicembre, 9-16 gennaio, 15-23 gennaio, 12-19 marzo, 19-27 marzo e 26 marzo-3 aprile. Prezzi scontati per 7 giorni di pernottamento in una delle strutture consorziate e dello ski pass di valle valido per una settimana. www.dolomitistars.com

dove mangiare Posta Zirm Hotel Colt Alt 95, Corvara in Badia (Bz) Tel. +39 0471836175 www.postazirm.com Un eccellente ristorante aperto anche a chi non è ospite e la Taverna, da sempre il locale più gettonato della valle per il dopo sci e la sera, in questo albergo storico della Val Badia, aperto nel 1908 come stazione di posta. Cena completa, bevande escluse: 36 euro. Hotel Ciasa Salares Strada Prè de Vì 31, Loc. Armentarola S.Cassiano (Bz) Tel. 0471849445 www.siriolagroup.it In Alta Val Badia, il Ciasa Salares, raffinato albergo-chalet di montagna, offre le proposte del ristorante La Siriola, impostosi all’attenzione degli appassionati gourmand e dei critici enogastronomici. Cena completa: circa 120 euro. La Veranda del Cristallo Via Rinaldo Menardi 42, Cortina d’Ampezzo (Bl) Tel. 0436881111 www.cristallo.it Anche a chi non può permettersi un soggiorno in suite, il ristorante propone una cucina tra tradizione e innovazione, mentre i piatti della gastronomia ampezzana si assaporano nella caratteristica “Stube”. Capodanno scoppiettante al Cristallo, con gli sketch di Jerry Calà. Menu principesco in Veranda ad opera dello chef Marco Badalucci che rivisita gli ingredienti della tradizione con il suo estro particolare. Aperitivo, cena, festa Jerry Calà in tensostruttura: 600 euro.

dove dormire Sport & Kurhotel Bad Moos****S Via Val Fiscalina 27, Sesto - Moso (Bz) Tel. 0474713100 www.badmoos.it Vicino agli impianti di risalita della Croda Rossa, questo hotel accoglie con il tipico rivestimento ligneo delle strutture di montagna. Dall’8 al 23 dicembre il Golden Ski Time offre lo skipass per tutta la durata del soggiorno. Quattro pernottamenti con trattamento di mezza pensione: 468 euro a persona. Chalet Dolce Vita Boutique Hotel & Spa Via Castelletto Inferiore 10, Madonna di Campiglio (Tn) Tel. 0465443191 www.chaletdolcevita.it Affacciata sulle Dolomiti di Brenta, questa luxury home è costruita secondo i dettami della bioarchitettura, su misura per il relax e il benessere. Prezzi da 95 euro a persona al giorno in bed breakfast e da 135 euro a persona in mezza pensione.

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Misticismo e silenzio in Valnerina

Una valle lunga settanta chilometri nell’Umbria meridionale tra Visso e Terni, solcata dalle acque cristalline del Nera, sulla quale si appoggiano valli minori, strette e sinuose. Una terra tutta da scoprire, meditare e gustare in attimi di intensa semplicità di Laura Ruggieri 90 viedelgusto.it


In apertura, un meraviglioso paesaggio della Valnerina. In questa pagina, in alto, una delle gole in cui scorre il fiume Nera, circondato da una folta vegetazione di sempreverdi. Nella foto in basso, Monteleone di Spoleto, uno dei borghi storici più suggestivi del territorio

Lasciata la spettacolare e maestosa Cascata delle Marmore - che con un salto di 165 metri è la più alta d’Europa - camminando accanto al Nera, ci si muove lungo curve flessuose prima che il fiume corra incassato e impetuoso tra alte pareti di roccia. Gole quasi impenetrabili, con una vegetazione folta di sempreverdi come il leccio, boschi fitti di querce e pini neri. Di grande effetto le gole di Biselli, sul fiume Corno, un affluente del Nera, dove nella bella stagione ci si può concedere un emozionante percorso di rafting. Uno dei borghi più belli - in questo spettacolare tratto della Valnerina - adagiato lungo una gola sovrastata da due rocche, è Ferentillo con l’abitato medievale diviso in due proprio dal Nera. La vegetazione cambia man mano che si sale: prima boschi di roverella, carpino nero e orniello, poi la faggeta; al di sopra iniziano i pascoli. Un territorio di grande suggestione, dove i centri storici sono borghi arroccati o veri e propri castelli murati. E poi, pievi di campagna, eremi sperduti (se ne contano più di cento), resti di rocche, lunghe mura in pietra sui fianchi delle montagne, torri di avvistamento e di difesa.Beni culturali minori recuperati anche grazie all’azione del Gal ternano (l’associazione no profit che promuove iniziative, piani di investimento e sviluppo locale). E poi tante abbazie di pietra bianca solenni e seminascoste. Terra tutta da meditare, da godere quasi in silenzio cogliendo attimi di intensa semplicità. Emblematico è Poggiodomo, uno dei comuni più piccoli d’Italia con 172 abitanti arroccati su un picco a 1000 metri. Il borgo è avvolto nel silenzio. Isolato e immerso in una natura prepotente è l’eremo della Madonna della Stella, pochi chilometri fuori dell’abitato, tra boschi e piccoli torrenti che scendono dalla montagna. Appena qualche chilometro ed ecco Monteleone di Spoleto a due passi dal fiume Corno, affluente del Nera. Suggestivo l’impianto urbano: un castello di pendio con una splendida piazza in discesa dove insiste l’imponente complesso di San Francesco,piccoli palazzi gentilizi lungo il corso, torri e fortificazioni lungo le mura. Monteleone vuol dire anche farro, il prodotto per eccellenza dell’agricoltura locale fin dal 1500, oggi riscoperto e prodotto da molte aziende del paese. Anche la lenticchia, come il farro, è coltivata da molti secoli in diverse zone del territorio, ma quella della Piana di Castelluccio resta la più pregiata e famosa.

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In questa pagina, a sinistra, l’abbazia di San Pietro in Valle, dolcemente adagiata su un pianoro del Monte Solenne. Nella foto al centro, l’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, nel cuore di Norcia, che propone prodotti di altissima qualità dal 1940

Dormire in abbazia Arrivando di notte si ha la sensazione che questa magnifica architettura di pietra, che è l’abbazia di San Pietro in Valle, sia una creatura del bosco che l’avvolge. La pietra è luminosa, c’è un chiarore tutt’intorno che lascia stupefatti nel contrasto col prato verdissimo, davanti alle forme nordiche, longobarde e cluniacensi di questo sistema complesso di mura, absidi, archi che si intersecano. Se ne sta addossata al Monte Solenne. Di fronte il castello di Umbriano raggiungibile solo a piedi in due ore di cammino. La straordinaria bellezza del luogo, l’atmosfera silenziosa, un restauro eccellente e una gestione raffinata ne fanno un’esperienza indimenticabile. Si dorme nelle stanze che furono dei monaci, si fa colazione nel refettorio o nel chiostro, si cena negli antichi magazzini alimentari, si legge in quella che era la sala della Pharmacia. Gioiello nel gioiello è la chiesa costruita nel XIII secolo: all’interno un ciclo di affreschi con iconografie rare e frammenti scultorei ed architettonici romani. www.sanpietroinvalle.com

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Uno scrigno di sapori Un giro in Valnerina vuol dire sì l’impatto forte della natura, i piccoli centri storici, ma vuol dire soprattutto il piacere di scoprire ad ogni passo il gusto di sorprendersi ancora per il profumo avvolgente del tartufo nero pregiato o per quello intenso dello zafferano, così come entusiasmarsi per la morbidezza di un pecorino da latte di pascolo di altura o per gli aromi di un capocollo stagionato sotto erbe aromatiche. Una vera e propria valle dei sapori, dove dietro ad ogni prodotto ci sono storie, persone. Recentissima la reintroduzione dello zafferano molto presente nei secoli passati. Oggi sotto il marchio

“zafferano di Cascia - zafferano purissimo dell’Umbria” troviamo un’associazione di produttori e ristoranti con menù dedicati. Connubio indovinato quello di Daniele Lucci, un giovane casaro che produce il Fiore molle allo zafferano, un formaggio a pasta morbida colorato dalla preziosa spezia di un bel giallo intenso e dal sapore inconfondibile. Il re di questa terra però è il tartufo.Tutta la Valnerina è un’immensa tartufaia sotto le querce e i noccioli, così come questa è una popolazione di cavatori.Tartufai, ma anche norcini abilissimi nel lavorare le carni del maiale (vera e propria specializzazione quella della salatura e stagionatura di salami, capocolli, prosciutti), molti in passato emigrati da Norcia nelle grandi città vicine, Roma soprattutto. E a proposito di salumi vale la pena aprire una parentesi su quello che è il pane più adatto all’abbinamento, tra i più apprezzati in Italia, il pane sciapo di Terni, capoluogo della Valnerina. 3.500.000 kg prodotti ogni anno di filoni e pagnotte che arrivano nei forni di tutto il Paese. Prodotti di terra ma non solo perché qui è così presente l’acqua da regalare anche ottimi gamberi rossi di fiume (per quanto sempre più rari) e la trota del Nera. A Norcia sacro e profano convivono con buona pace dei tanti turisti, forse anche troppi, a caccia di tracce di San Benedetto e di Santa Scolastica, quanto di salumi e prosciutti da riportare a casa.Tra ghirlande e corone di salsicce e salamini, teste di cinghiale imbalsamate, cesti di salse vagamente aromatizzate al tuber melanosporum Vitt., caciotte e pecorini, ti appare la bella piazza salotto contornata di mitiche norcinerie. Al di là di qualche eccesso di folklore gastronomico (troverete perfino il prosciutto tascabile), la qualità è eccellente. In piazza, che è il centro monumentale della città, la basilica di San Benedetto con un bel portale del XIV secolo, l’austera fortezza della Ca-


stellina disegnata dal Vignola, ma anche uno scrigno dei sapori, il piccolo locale Beccofino, un concentrato di attenzioni dalla cucina alla tavola. Terra mistica ed intima quella della Valnerina, che nel periodo natalizio vive i suoi giorni più intensi. Di grande suggestione i presepi viventi; tra i più coinvolgenti quello fatto dagli abitanti del borgo di Piedivalle di Preci nella notte della vigilia nell’abbazia di Sant’Eutizio, che si ripete anche la notte dell’Epifania. Oppure quello non meno suggestivo di Vallo di Nera. Chi ha la fortuna di arrivare in questo paese, il borgocastello per antonomasia, nell’atmosfera rarefatta della notte, avrà una magnifica visione: interamente cinto di mura ad anello, torri e porte del 1100, piccole chiese con affreschi di scuola giottesca, vicoli, stradine fatte di gradini, archi e sottopassi, tutto in pietra chiarissima. In questo borgo di 460 anime le automobili non possono entrare. E questa è un’altra Valnerina ancora, da scoprire solo a piedi. In questa pagina, in alto, il ristorante Beccofino, un piccolo tesoro di sapori, situato nella graziosa piazza monumentale di Norcia. Nelle foto sotto, partendo dall’alto, il farro e il tartufo bianco, due delle numerose eccellenze gastronomiche della Valnerina

Scelti per voi dove dormire

dove mangiare

Abbazia SS Felice e Mauro Via della Parrocchia, Castel San Felice – Sant’Anatolia di Narco Tel. 0743613427 – 3392428928 www.abbazia.net Intima e raccolta l’atmosfera che si respira nella piccola abbazia sulle sponde del fiume. Doppia con prima colazione 65 euro.

Piermarini Via F. Ancaiano 23, Ferentillo (Tr) Tel. 0744780714 www.saporipiermarini.it Eccellente cucina del territorio (viene servito un ottimo tartufo prodotto dall’azienda di famiglia così come l’olio) circondati da un bel parco e da tanta gentilezza. Da non perdere il Coccoré per iniziare, uovo alla coque al tartufo; i tagliolini di farro con scaglie di pecorino, carni o trote per continuare alla grande. Anche camere. Prezzo medio 40 euro vini esclusi.

Locanda Cacio Re Loc. I Casali, Vallo di Nera (Pg) Tel. 0743617003 www.caciore.com Ricavato da un antico casolare del 1500 con vista sulla valle del Nera. Buon ristorante che reinterpreta la tradizione e si serve di grandi formaggi per variazioni sul tema. Doppia con prima colazione 70 euro. Agriturismo Il Casale degli Amici Vocabolo Capuccini 157 Norcia (Pg) Tel. 0743816811 www.ilcasaledegliamici.it Un casale in pietra a due passi dal centro di Norcia molto curato e con una squisita e abbondante prima colazione: dalla ricotta ai salumi e tante torte fatte in casa. Doppia con prima colazione 80 euro.

Beccofino Piazza San Benedetto 7/A, Norcia (Pg) Tel. 0743816086 In tavola piatti della tradizione e rivisitazioni di straordinario equilibrio: intrigante lo speck di cinghiale, mele caramellate e limone candito, i tortelloni sibillini tartufati, i rigatoni con salsiccia, zafferano e zabaglione di pecorino, l’agnello ai sapori del parco. Per chiudere il semifreddo di farro alle amarene. Prezzo medio 40 euro vini esclusi. Osteria Baciafemmine Vicolo Baciafemmine, Scheggino (Pg) www.osteriabaciafemmine.it Tel. 0743618311 Su più livelli piccoli ambienti pieni di atmosfera e colori, grande gusto

nell’arredo come a tavola tra sfizi, assaggi e piatti come faraona alla leccarda o agnello allo spiedo. Prezzo medio 25 euro vini esclusi.

dove comprare tartufi Agria Valnerina SS 209, Loc. Piedipaterno Vallo di Nera (Pg) Tel. 0743616310 Valnerina Tartufi Via Domenico Valenti Collestatte (Tr) Tel. 074462412 salumi F.lli Ansuini Via Anicia 105 Norcia (Pg) Tel. 0743816643 formaggi F.lli Lanini Fraz. Ceseggi Sellano (Pg) Tel. 074396192 trote Troticoltura Epifani Via F.ze Croce Di Visso, 9 Visso (Mc) Tel. 073795102 farro Azienda Agricola Giuliana Paoletti Cicchetti Ruscio di Monteleone di Spoleto (Pg) Tel. 0743755863

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il turismo religioso

di Roberto Lavarini

Sociologo dell’ambiente e del territorio

In cammino con la fede Sulla scia della straordinaria esperienza del Cammino di Santiago de Compostela si moltiplicano i percorsi verso i luoghi di culto. E anche in Italia, seppur in ritardo, si assiste a questo fenomeno

Chi non ha mai sentito parlare della Via di Santiago? La strada di terra battuta percorsa, nei secoli, dai pellegrini di tutta Europa, da soli o in piccoli gruppi. Una meta che nel tempo ha assunto più di un significato andando ben oltre quello puramente religioso, di espiazione. Il tratto classico inizia a Roncisvalle, proprio dove Rolando (italianizzato in Orlando) fece sublime dono della propria vita, nella battaglia del 15 agosto 778, contro i Saraceni. La retroguardia venne distrutta, ma Carlo Magno attratto dal disperato suono del corno di Rolando, tornò sui suoi passi, attaccando e avendo la meglio sui Saraceni. Di qui la leggenda secondo cui il “cammino” è invalicabile proprio in questa parte di tracciato. Nei secoli successivi, infatti, non verrà mai oltrepassato militarmente dagli islamici che avevano invaso la Spagna. Un autentico baluardo per l’Europa cristiana. Un significato, perciò, politico e militare, ancor più rafforzato dall’immagine di San Giacomo a cavallo, vittorioso sui musulmani di Al-Andalus il 23 maggio 844. Proprio a Santiago, in testa alle file cristiane, il Santo protettore della Spagna, spinse con vigore il suo cavallo contro i Mori terrorizzati, ribaltando così le sorti di una battaglia ormai persa. Un significato “politico” che difficilmente trova analogie con altri percorsi e che non svilisce la grande rilevanza religiosa di questo cammino e dimostra come le sue radici affondino nella storia e siano ancora oggi estremamente vitali per un territorio, anche molto ampio. Nel Medioevo era la strada più frequentata d’Europa e pure oggi i flussi sono piuttosto massicci. Giovani, ma non solo. A piedi, a cavallo, in bicicletta o con mezzi di trasporto inusuali come la carrozza, tutti marciano verso Santiago per guadagnarsi la “compostela” cioè quella specie di passaporto concesso a chi presenta i timbri rilasciati nelle tappe distribuite lungo il percorso. Qualche dato: negli anni Ottanta tra Roncisvalle e Compostela si contavano circa quattrocento pellegrini l’anno, nel 2000 quattrocento al giorno. Nel nostro Paese il più conosciuto è il cammino di San Francesco e altri si stanno affermando. Sorprende però che, considerati gli oltre duemila santuari distribuiti su tutto il territorio, solo alcune decine di questi registrano flussi consistenti di centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno. Perché dunque questo tipo di turismo fatica a decollare? Cosa non ha funzionato o non sta funzionando? I santuari ci sono e bellissimi, carichi di storia e testimoni di mirabili vicende. Anche i pellegrini non mancano: se contiamo anche i turisti religiosi, sono milioni, sia italiani che stranieri. Un deterrente è rappresentato dai responsabili religiosi dei santuari che vedono, in alcuni casi, nel turista religioso un “disturIn apertura, un tratto del Cammino di Santiago de Compostela che inizia a Roncisvalle, dove Ronaldo morì nella battaglia del 778 contro i Saraceni; il suggestivo percorso, battuto nei secoli dai pellegrini di tutta Europa, affonda le sue radici nella storia e ha assunto col tempo più di un significato, ben oltre quello puramente religioso

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batore” della pratica religiosa e del raccoglimento dei fedeli. Di qui una serie di limiti con tasse d’accesso, divieti, oltre a non investire sulla comunicazione. Non da meno sono gli amministratori locali. Per esempio, alcuni dirigenti delle Apt trentine giudicano questo tipo di turismo non di loro competenza, scaricando il problema occupandosi di un turismo già consolidato. Non riescono a vedere il turismo religioso come una straordinaria opportunità per il successo di un territorio. Eppure, il turismo religioso è destagionalizzato, molto fidelizzato e impiega le abituali strutture e i servizi già predisposti per il turista generico. Sebbene poi questo tipo di turismo non richieda grandi strutture né grandi investimenti, occorrerebbe approntare piccole strutture di servizio che ben si integrino nell’ambiente, come punti di sosta o di ristoro, piccoli centri di informazione e merchandising. Luoghi facilmente gestibili da giovani con una precisa preparazione, interesse per il tema e una discreta sensibilità alle relazioni interpersonali. È imprescindibile quindi la sinergia tra l’offerta religiosa mediata da religiosi e laici attenti e sensibili, il sostegno degli enti e delle amministrazioni locali che individuino i modi per facilitare concretamente la fruizione del luogo o del percorso, l’impresa che altrettanto concretamente predisponga strutture, spazi, accessi, corsi formativi ecc. Tre soggetti, tre attori. Tre, numero sacro. Forse è un buon segno. In alto, a sinistra, il tratto del Cammino dove San Giacomo, in testa alle file cristiane, sconfisse i musulmani nel 844; le sue reliquie sono conservate nella Cattedrale di Santiago de Compostela (nella foto in basso). In alto, a destra, il Cammino di San Francesco, il più conosciuto in Italia, immerso in uno splendido scenario naturale

La via di San Francesco Cammino di Santiago e di Assisi gemellati Al più antico e conosciuto Cammino di Santiago si affianca una nuova opportunità di pellegrinaggio in uno splendido scenario naturale italiano, che germoglia sotto l’egida di due grandissimi santi come Francesco e Antonio per ravvivare la fiamma di“quell’amore che move il sole e l’altre stelle” che ogni uomo quasi inconsapevolmente porta con sé. 
Nel luglio 2007 gli amministratori di Santiago e di Assisi hanno ritenuto di gemellare queste due cittadine per le comuni affinità culturali e spirituali, rinverdendo così il fondamento del pellegrinaggio come vera fonte di “nuova” evangelizzazione. www.camminodiassisi.it/tappe-epercorsi.html 95


lezioni di ospitalità

di Raffaella Rota Ricercatrice presso la cattedra di Sociologia del Turismo Università IULM di Milano

Viaggi e affari: le donne manager Le viaggiatrici per business rappresentano ormai il 43% del totale e considerano il viaggio una componente rilevante del loro lavoro. Colte, benestanti e particolarmente esigenti, non badano tanto al lato economico, quanto a sentirsi soddisfatte e occupate a tempo pieno. E gli hotel si adeguano

Sì “sfata” il mito delle madri che rifiutano di viaggiare a causa dei doveri familiari, non esistono, infatti, differenze significative fra le donne manager con bambini e quelle senza: il 20% delle madri compie più di undici viaggi l’anno, esattamente come il 26% delle donne d’affari che non hanno figli. I tre quarti delle mamme non porta con sé i bambini nei viaggi d’affari, e del restante 25% solo l’8% si sposta spesso con prole al seguito. I mariti difficilmente seguono la moglie in viaggio, anche perché dalla ricerca emerge che nonostante tutto le donne sono il secondo reddito familiare. Questo è il risultato di una ricerca effettuata su commissione delle Wyndham Hotel & Resort del Center for Hospitality, Tourism and Travel Administration dell’Università di New York, che ha analizzato la donna d’affari in viaggio. Data la percentuale così rilevante, anche gli hotel hanno dovuto adeguarsi per accogliere al meglio questa nuova fascia di clientela con un’offerta di servizi sempre più all’altezza, accorgimenti e tecnologie all’avanguardia. La donna manager mangia in un ristorante fuori dall’albergo solitamente solo quando viaggia in compagnia di colleghi, ma quando è sola sceglie il ristorante dell’hotel e molto frequentemente il servizio in camera.

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A Londra, il Grange City Hotel ha dedicato alle donne un’intera ala, composta da 68 stanze. Questo elegante albergo a cinque stelle, posizionato nel cuore della città, ha pensato di soddisfare i desideri femminili realizzando un grande spazio su misura per le donne d’affari in cui il personale di servizio è naturalmente composto da sole donne.

Confort al femminile • Bagni con l’illuminazione più potente e grandi specchi per permettere un trucco perfetto; • Profumi firmati, sali da bagno e prodotti per l’aromaterapia; • Asciugacapelli più potente e dotato di un lungo filo elettrico così da poter essere spostato facilmente; • Guardaroba più ampio e ben illuminato; • Possibilità di avere in camera asse e ferro da stiro per “ritocchi” dell’ultimo minuto; • Bollitore in camera con set di tisane; • Non visibilità del letto dal corridoio, poiché potrebbe essere inteso come un invito sessuale; • Servizio trucco su richiesta; • Doccia con comodo poggia-gambe per poter pensare in tutta tranquillità alla depilazione; • Noleggio di abiti da sera; • Candele profumate in camera; • Spioncino sulla porta e catenaccio per chiudersi all’interno, per favorire la tranquillità delle ospiti; • Servizio di baby-sitter; • Nel ristorante vicino alla sedia comodi pouf porta borsetta e corner colazione con prodotti biologici e/o naturali; • Parking zone agevolata, vicina ed illuminata; • Concierge dedicato per tutte le informazioni indispensabili su negozi, centri benessere e punti interessanti della città.

Inoltre non rinuncia a tenersi in forma, infatti, oltre la metà delle donne d’affari in viaggio si dedica all’esercizio fisico con la stessa frequenza di quando è a casa, per questo predilige hotel con palestra e centro benessere. Questi sono tutti dettagli di “lusso” eccessivi per un albergo comune, ma sempre più necessari per la clientela femminile che, per lavoro, si sposta da una parte all’altra del Paese o del mondo. In Italia, la catena di hotel Best Western ha creato la Love Promise for Woman, una selezione di strutture che offre servizi speciali dedicati alle donne che viaggiano per lavoro, con 35 hotel dedicati di cui 4 nella sola città di Milano.



camera con vista

di Marco Scapagnini

Marche, che paradiso Immerso nel verde del Piceno, l’elegante Casale Magnolia accoglie i propri ospiti in atmosfere di fascino e relax, deliziandoli con un olio e vini straordinari

In apertura, l’incantevole paesaggio naturale che circonda Casale Magnolia. In basso, un dettaglio dei raffinati spazi interni. A destra, l’esterno del Casale con le mura in pietra originale locale e, in basso, le cucine a vista

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Siamo nella splendida Val Menocchia, a pochi passi dal mare e dalle spiagge del litorale del Tronto, in quello spicchio d’Italia, il Piceno, che gode di un clima mite per gran parte dell’anno e di un paesaggio reso incantevole dal susseguirsi di dolci colline punteggiate da filari di erica in primavera, da distese di girasoli d’estate e da vigneti carichi di uva da vino durante l’autunno. Ed è proprio in questo scenario fermo nel tempo, tra grappoli vermigli e paesini medievali arrocati su verdi colline, che la famiglia Bellini ha costruito un angolo di paradiso. L’olio e il vino sono e rimarranno nell’anima di Francesco e Marisa che hanno deciso di ritornare dal Canada, per curare l’azienda di famiglia dal nome Domodimonti: 50 ettari coltivati a vigne, con la produzione delle due Doc di Offida Passerina e Pecorino, oltre a rossi autoctoni come Sangiovese e Montepulciano, e ad olive di qualità leccina che producono uno straordinario olio extravergine. Al centro di questa proprietà sorge la suggestiva cantina, con un anfiteatro di barrique scavato nella collina di argilla, e il Casale Magnolia, con le mura in pietra originale di Montefiore dell’Aso e il pavimento in puro travertino. Marisa si è deliziata negli anni a trovare gli arredamenti giusti per questo albergo simile a una raffinata villa padronale. Al pian terreno ci sono le cucine, a vista, dove chef dedicati preparano cene personalizzate per gli ospiti, che possono anche partecipare alle degustazioni dell’enologo Mirko Morbidoni, e dove si organizzano corsi di cucina, da quella locale a quella stellata. Le sette camere, situate al primo piano e all’esterno, portano il nome delle etichette prodotte dall’azienda, e anche gli arredi richiamano le caratteristiche del vino Dododimonti. Fuori, una piscina a scomparsa fa da trampolino alla vista verso quello spicchio di mare che sorge dietro la vallata, godibile anche dalla propria terrazza dove, nella bella stagione, è possibile consumare la prima colazione o una romantica cena a lume di candela.

dove&come Casale Magnolia

Contrada Menocchia, 212/A Montefiore dell’Aso, Ascoli Piceno Tel. 0734930010 - www.albergomagnolia.com Camera Matrimoniale da 200 euro in b/b Molti i pacchetti disponibili



camera con vista

di Chiara Corridori

Quel selvaggio charme dell’Abruzzo A pochi chilometri dal mare e dalla montagna sacra, la raffinata dimora della famiglia Masciarelli accoglie gli ospiti in un palazzo baronale di fine Seicento. E il fascino sta nell’atmosfera agée degli interni e in un giardino belvedere di viti antiche

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In un abbraccio di natura esuberante, che da Pescara trabocca nell’interno tra colline tempestate di boschi e filari, c’è un posto dell’anima da consegnare alla memoria. Sarà per la vicinanza della Majella, la montagna sacra a una ventina di chilometri, sarà per quel guizzare selvaggio del verde legato alla terra come tanti riccioli ribelli domati da qualche elastico, che il pensiero corre dritto alle atmosfere da Grand Tour o agli scenari naturali dipinti da Turner. Semivicoli, una frazione-presepe di San Martino sulla Marrucina (borgo antico di mille anime) fa da cornice a una nova “casa” aperta agli ospiti, ammantata dalla quiete di un colle e piccoli corsi d’acqua. Si chiama Castello di Semivicoli ed è un palazzo baronale costruito tra Sei/Settecento, oggi restituito come dimora di charme a quest’angolo segreto d’Abruzzo dopo un attento restauro. Direttore dei lavori, Lelio Di Zio, l’architetto abruzzese da sette generazioni, che nella regione ha firmato un’acrobazia conservativa come l’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio. L’accoglienza, invece, è della famiglia Masciarelli, che nella me-

moria del vulcanico vigneron Gianni, prematuramente scomparso, prosegue l’opera di valorizzazione del territorio con le idee e la tenacia della moglie Marina Cvetic. Passato contemporaneo «Ti ho comprato un castello», così disse Gianni a Marina dopo essersi imbattuto per puro caso in quel rudere sopra la collina che oggi è un raffinato bed and breakfast. «Gianni era un passionale e anche in quell’occasione, dopo averlo visto, non ci mise nulla a decidere per l’acquisto del palazzo». Detto, fatto? A confermarlo è anche Di Zio. «Gianni mi disse che era la casa che sognava e con lui quel che in genere accadeva in un mese succedeva in un’ora». Per i lavori, però, c’è voluto del tempo. Circa sei anni, tra progettazione e restauro, con l’obiettivo importante di permettere un uso moderno dell’esistente. Il palazzo aveva subito il destino di molti altri della zona, decaduti da origini importanti, soprattutto dal Dopoguerra in poi, quando l’agricoltura non produceva più e la gente emigrava a L’Aquila.


Enoturismo e poesia

Naturalmente, grande protagonista del Castello di Semivicoli è il vino Masciarelli (più di 400 gli ettari di vigneti dell’azienda sparsi per tutto l’Abruzzo) e non soltanto con la selezione di bottiglie proposte per la degustazione in privato. «Vogliamo far conoscere ed assaporare questa nostra terra e i suoi frutti», dice Marina Cvetic. «Per questo organizziamo pic-nic ed escursioni accompagnate nei vigneti, facciamo partecipare gli ospiti alla vendemmia, presentiamo serate di poesia in abbinamento ai vini e corsi di cucina della tradizione».

L’intervento di recupero a Semivicoli è stato esemplare. Un’opera attenta a ritagliare nelle orme del tempo il comfort e la bellezza di oggi. La sfida più grande? Ridestinare al nuovo uso un ambiente del tempo che fu. Nell’ex palazzo Perticone, così si chiamava dall’antica famiglia che lo abitava, i segni del passato convivono con elementi di raffinata contemporaneità, in un mix riuscitissimo. Dagli spazi comuni della bottaia e del frantoio in pietra (nell’area ipogea) agli ambienti di lettura con mobili d’epoca e di design, alla sala dove è servita la colazione: l’antica cucina, dove tutto quel che si poteva (anche la cenere del focolare e il pentolame) è stato lasciato com’era. Le camere? Una diversa dall’altra dove i materiali e gli assetti storici si fondono con l’interior design firmato Driade e Philippe Starck. Le declinazioni in suite eccellono nell’antico granaio, oggi un open space di 120 mq con panorama a 360 gradi offerto sulla vallata da 18 finestre. E poi c’è l’esterno con la chiesetta privata e il giardino di viti antiche, un salotto en plein air con vista di smeraldo e all’orizzonte uno spicchio di mare.

In apertura, il giardino di viti antiche; in questa pagina, partendo dall’alto, la facciata del palazzo e alcuni dettagli degli spazi interni dove gli assetti storici convivono con confort moderni

dove&come Palazzo Baronale di Semivicoli Via San Nicola 24, Semivicoli di Casacanditella (Ch) - tel. 0871890045 www.castellodisemivicoli.it Doppia: a partire da 150 euro

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camera con vista

di Valentina Gavarini

Un mondo di ospitalità e… buon vino Un connubio ideale tra accoglienza, territorio ed enogastronomia, nel segno dell’alta qualità. Gli Hotel Mercure, protagonisti in Italia con tre nuove aperture e la nuova Carta Grandi Vini, assicurano l’esperienza di un soggiorno indimenticabile

Intimi come la propria casa, in qualsiasi parte del mondo, ma con una personalità sempre unica e distintiva. Queste le caratteristiche peculiari degli alberghi Mercure, dove si respira un forte senso di territorialità, sia in senso culturale che gastronomico. Ogni hotel è concepito per offrire il massimo del comfort e per creare un ambiente familiare: tutto, dal design degli arredi all’accoglienza dei clienti, dalla qualità del servizio ai menù con prodotti locali, comunica sapori e atmosfere di casa. Sin dalla prima apertura nel 1973, Mercure si caratterizza per l’alta qualità della struttura e il servizio offerto ai propri ospiti ed oggi, con 690 hotel in 51 paesi, è la prima catena mondiale nel segmento midscale. Realtà che unisce la garanzia di un marchio affermato, appartenente al gruppo alberghiero internazionale Accor, al fascino e alla varietà di strutture estremamente diversificate, Mercure rappresenta il savoir faire alberghiero al

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In apertura, l’accogliente hall del Mercure Rimini Lungomare e, a sinistra, una camera dell’albergo. Nella foto in basso, uno scorcio del Mercure Rimini Artis


Grandi Vini Mercure

In questa pagina, partendo dall’alto una stanza del Mercure Artis, di Rimini, e una raffinata suite del Mercure Nerocubo a Rovereto. In basso, la serata dello scorso 21 ottobre a Torino dove è stata presentata la nuova carta GVM 2011

Il successo della Carta Grandi Vini Mercure si deve innanzitutto all’attenta selezione dei vini, effettuata in ogni paese attraverso blind test da esperti o appassionati che condividono la passione per il vino: clienti, giornalisti, sommelier, enologi, Coppieri e direttori degli hotel Mercure. Grande ruolo quest’anno hanno avuto i clienti che hanno partecipato alla selezione nel corso di dieci tappe. La nuova carta GVM 2011 è stata presentata a Torino, lo scorso 21ottobre, in concomitanza con Il Salone del Gusto. I clienti Mercure possono oggi apprezzare i dieci vini vincitori anche tramite la degustazione al bicchiere, al prezzo di 4 euro, in tutte le strutture della catena in Italia.

servizio di un soggiorno personalizzato. In Italia la catena è presente con 21 hotel, tra cui il Mercure Olbia Hermaea recentemente aperto, per un totale di circa 2.400 camere, ed arriverà a 24 alberghi entro la fine dell’anno con tre nuove aperture: a Rovereto, con il Mercure Nerocubo, e a Rimini, con il Mercure Rimini Artis e il Mercure Rimini Lungomare. Il progetto distintivo che caratterizza questi hotel è l’iniziativa Grandi Vini Mercure (GVM), che si inserisce nella visione di adattamento al territorio e rispecchia la volontà di proporre a tutti i propri ospiti un’offerta enogastronomica di qualità. Il progetto, nato nel 1983, si fonda da oltre 25 anni sui principi fondamentali che sono alla base del successo della Carta GVM: un’accurata selezione dei vini, alta qualità e prezzi contenuti e la possibilità di degustare i vini al bicchiere.

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viaggi&co

di Francesca Frediani

Ricordate il film “L’amore non va in vacanza”? Una divertente commedia romantica del 2007 con Cameron Diaz e Kate Winslet in cui le due protagoniste, reduci entrambe da love story fallimentari, decidono di prendersi una pausa dalla quotidianità e scoprono navigando su internet la possibilità di scambiarsi la casa per qualche tempo. La prima vive negli Stati Uniti mentre la seconda in Inghilterra. Un’esperienza analoga si può realizzare grazie a ScambioCasa.com, l’organizzazione leader dello scambio di casa e ospitalità per le vacanze di pregio. Nata nel 1992, conta attualmente oltre 37 mila proposte di scambio in oltre 130 Paesi. Assistenza garantita via mail e un referente fisso in Italia. www.scambiocasa.com

di Francesca Frediani

Come a casa propria Lusso accessibile anche nei cieli

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La Colli na dei Cilie gi la pass i one: s i d iffond e.

Ecco dove puoi già degustare i vini de La Collina dei Ciliegi Acanto Ristorante, Milano c/o Hotel Principe di Savoia Agorà Palace Hotel, Biella Al Serro Ristorante, Genova c/o Idea Hotel San Biagio Al Sole Ristorante, Torino Al Vigneto Ristorante, Grumello del Monte (BG) Antica Osteria Stendhal, Milano Antico Ristorante Ca’ D’Gamba Romeo, Biella Barlassina Golf Country Club, Birago di Camnago (MI) Bassa Marea Ristorante, Milano Bottega Terra Cimbra, Bosco Chiesanuova (VR) Caffè Garibaldi, Gattinara (VC) Caffè Gran Bretagna, Borgosesia (VC) Caffè Milano, Biella Caffè Torino, Torino Croce Bianca Ristorante, Oropa (BI) Da Michele Ristorante, Santa Margherita Ligure (GE) D'O Ristorante, Cornaredo (MI) Due Cuori Ristorante, Biella Enoteca Italiana, Siena Enoteca Barberis, Borgosesia (VC) Finger’s, Milano Fracchia & Berchialla Enoteca, Alba (CN) Gran Bar, Biella I Faggi Ristorante, Biella Il Caffettino Bar, Biella Il Cenacolo Ristorante, presso Ass.Canottieri Sirio - Ivrea Il Faggio Ristorante, Pollone (BI) Il Saraceno Ristorante, Biella Il Torchio 1763 Ristorante, Candelo (BI) La Bettola Ristorante, Carisio (BI) La Braia Ristorante, Carpignano Sesia (NO) La Gradisca, Bergamo

La Lira Ristorante, Biella La mia Crota Enoteca, Biella La Stalla dei Frati Ristorante, Santa Margherita Ligure (GE) Le Betulle Golf Club, Biella Le Cicale in Città Ristorante, Genova Le Quercie Ristorante Pizzeria, Ferrara c/o CUS Golf Club L’Ippogrifo Ristorante, Genova Lucania Ristorante Pizzeria, Fara Novarese (NO) Maggiora Bar, Torino Matteo caffè e cucina, Biella Melting Pot Ristorante, Biella Monferrato Ristorante, Torino Music, Restaurant & Art K59, Verona N’Ombra de Vin Enoteca, Milano Oca Bianca Ristorante, Santa Margherita Ligure (GE) Old River Ristorante, Cossato (BI) Ok Bar, Serravalle Sesia (VC) Osteria ai Tre Gobbi, Bergamo Osteria degli Acrobati, Arona (NO) Osteria del Borgo, Borgosesia (VC) Osteria delle Erbe, Mantova Osteria Vineria Sant’Anna, Borgosesia (VC) Osteria Virgilio, Parma (prossima apertura) Palazzo Boglietti Restaurant, Biella Pepero Ristorante, Porto Cervo (OT) Petit pizza & bistrot, Milano Piccole Dolomiti Albergo Trattoria, Bosco Chiesanuova (VR) Pratovalle Ristoro, Sordevolo (BI) Santa Lucia Ristorante, Santa Margherita Ligure (GE) Savini 1867, Milano Vineria F.lli Macchiavello, Santa Margherita Ligure (GE) Vinodromo Enoteca, Milano

LA COLLINA DEI CILIEGI È FORNITORE UFFICIALE DI PALLACANESTRO BIELLA LA COLLINA DEI CILIEGI È SPONSOR DELL’ACCADEMIA PIANISTICA DI IMOLA Se vuoi saperne di più, registrati su www.lacollinadeiciliegi.it ed entra nel Club del “buon bere”: sarai invitato alle degustazioni, agli eventi in programmazione e parteciperai all’estrazione di splendidi weekend enogastronomici.

I recapiti completi degli esercizi sono presenti sul nostro sito

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Sangiovese a domicilio Qualità e consegna al consumatore sono i punti di forza dell’azienda vitivinicola romagnola Condé

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Dolci di Natale Le golosità tipiche dello Stivale per la tavola delle feste

da pag.116 Rubriche

• Orto dei semplici • Selezioni • La scoperta • Benservito • Mercatini

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Sangiovese a domicilio 108 viedelgusto.it


Qualità e consegna direttamente a casa. Questa la formula dell’azienda vitivinicola Condé, che a Predappio produce una sola etichetta nelle tre versioni Doc, Superiore e Riserva. E nel bicchiere c’è tutto l’animo romagnolo. Forte ma ospitale. Morbido ma carismatico e pieno di personalità di Maria Grilli

In apertura, l’affascinante reticolo di vigneti della tenuta Condé che organizza anche visite guidate con degustazioni

«La vita è troppo breve per bere vini mediocri». Questa frase di Goethe è diventata la massima preferita di Francesco Condello, 52 anni, proprietario dell’azienda vitivinicola Condé. Un passato da stimato broker finanziario e da dieci anni “vignaiolo”, come lui stesso ama definirsi. Una scelta di vita senza rimpianti. Una scelta che dà grandi soddisfazioni e la forza di andare avanti. Ed è come se sul suo volto si disegnassero i solchi della vigna, le linee dei filari, i rilievi irregolari della terra. Condello ha acquistato, nel tempo, 100 ettari di terreno a Predappio (in provincia di ForlìCesena), sulle prime colline alle pendici dell’Appennino Romagnolo e che guardano al mare. In questo modo, con sacrificio e dedizione, numerosi lavori di riqualificazione e grandi investimenti, ha ridato al territorio una nuova vita. «La mia - dice Condello - è una scelta di un comportamento esistenziale. Ero stanco di andare su e giù per l’Italia e per il mondo, senza mai fermarmi, senza costruire legami. Volevo una vita di emozioni, come quelle che dà la natura, quelle che sono racchiuse in un sorso di buon Sangiovese. Il mio sogno è riuscire a stabilire un rapporto esclusivo con le mie viti, curarle, insieme ai miei collaboratori, giorno per giorno, per arrivare a produrre un “vino perfetto” e portare così il Sangiovese della Romagna nell’empireo delle etichette più prestigiose, al pari del miglior Brunello di Montalcino in Toscana. Intanto abbiamo già ricevuto con “il Sangiovese di Romagna superiore Condè Capsula Ros109


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Il terroir di Predappio Le basi per un eccellente nettare di Bacco ci sono tutte, ad iniziare dal “terroir” di Predappio (la protezione e la tutela di questa zona risalgono a più di sei secoli fa, come si legge negli statuti nel 1383 e persino nello stemma comunale dove è rappresentato un grappolo d’uva), dall’altitudine dei terreni impiantati che vanno da 150m a 350m sul livello del mare e dalla presenza di sinuose colline che proteggono i vigneti dai venti gelidi provenienti dal Nord. Importante è la selezione clonale delle viti (quattro differenti cloni), con un metodo molto rigido: ad ogni ettaro è stato assegnato un “vitigno Sangiovese” (ogni filare di vite è numerato) che meglio

risponde alle caratteristiche del terreno. In questo modo, l’intensa e migliore mineralità dei terreni viene trasmessa alle uve regolate da moderni sesti di impianto. A ciò si aggiunge un lavoro meticoloso da parte dello stesso Condello (è stato in Francia per studiare il metodo di famosi Chateau), dell’enologo Federico Curtaz, e di uno staff (formato da 22 persone tra uomini e donne) che segue le viti una ad una, dalla potatura invernale alla raccolta, rigorosamente manuale, passando per la potatura verde e il diradamento. Tutto questo allo scopo di avere piante equilibrate, capaci di incarnare la massima espressione del territorio romagnolo.

In queste pagine, alcuni particolari della cantina Condé; nella foto in basso, a sinistra, Francesco Condello, proprietario dell’azienda e appassionato “vignaiolo”

sa 2008” il premio qualità prezzo, all’interno della storica guida “Berebene Low Cost 2011” del Gambero Rosso. Per me il vino nasce nella testa come la formula di un matematico, come un piano di finanza alle imprese, ma con un risultato diverso. Il nostro Sangiovese – conclude – esprime l’animo romagnolo. Forte ma ospitale. Morbido ma carismatico. Pieno di personalità».

Cittadella ideale Oggi Francesco Condello, dopo aver sperimentato per anni vitigni e produzione, sfida i grandi vini nazionali e internazionali, producendo una sola etichetta di qualità con il proprio nome, Condé, nelle tre versioni Doc, Superiore e Riserva. Il tutto, tra sinuose e verdi colline che velano, e svelano, angoli di rara bellezza. Un reticolo di vigneti dalla geometria quasi surreale, con i filari (tutti interamente numerati) che scendono, dritti come trecce, dalla collina e con i grappoli di uva quasi color rubino tra le foglie che si innervano d’inverno, con i suoi bruni intensi. In tutta la vallata, inoltre, non c’è alcun impatto elettromagnetico, in 110 viedelgusto.it


quanto le reti elettriche e telefoniche, sono state completamente interrate. «All’eccellenza del nostro territorio vocato alla produzione di Sangiovese, alla qualità delle nostre uve, si aggiunge un altro punto di forza. La consegna direttamente a casa in maniera gratuita dal personale aziendale (a Bologna e fino a 100 km da Predappio, oltre con un costo minimo del corriere), per sottolineare come il nostro prodotto sia garantito dal produttore al consumatore e con la facilità di avere il vino senza doversi spostare e senza dover caricare un peso». La tenuta Condé, inoltre, organizza visite guidate con degustazioni (sempre su prenotazione), per dare il piacere di scoprire e comprare il vino sul luogo stesso di produzione, di fare una passeggiata tra i vigneti al cui centro esatto spicca un albero di pero (divenuto il simbolo dell’azienda), tra i poderi (ciascuno con un nome, Raggio, Raggetto, Raggio Brusa, Ulivelli); di ammirare le varie costruzioni dell’antico borgo (l’anno prossimo diventeranno camere di charme e centro congressi) che conservano il fascino di un tempo e ricordano quelle classiche romagnole fino al Castello

«Volevo una vita di emozioni, come quelle che dà la natura, quelle che sono racchiuse in un sorso di buon Sangiovese» Rocca delle Caminate, residenza estiva di Benito Mussolini, che delimita il confine ed esplode, come un fungo, dalle vigne intorno. Un luogo ideale per concedersi una piccola pausa, fuori dalla frenesia di città. C’è solo l’imbarazzo della scelta all’interno della “cittadella del vino” che comprende anche un ristorante e un’osteria wine-bar, dove assaggiare piatti della tradizionale romagnola. E soprattutto c’è il negozio per fare scorta di vini Condé ma anche di “libri doc”, a tema. Tra i volumi più curiosi anche “Eros e Vini” di Jean-Luc Henning in cui la degustazione del vino è paragonata all’ebbrezza di un incontro d’amore.

Dal produttore al consumatore Il punto di forza dell’azienda vitivinicola Condé è la consegna a domicilio, a sottolineare il prodotto garantito dal produttore al consumatore. E tutto con la massima precisione, velocità e puntualità. Basta una semplice telefonata allo 0534940860 (o collegarsi al sito internet www.conde.it) e fare un ordine minimo di sei bottiglie e subito un ragazzo qualificato del personale aziendale (e riconoscibile per la divisa blu e il camioncino personalizzato Condé) provvede al recapito del vino secondo le esigenze specifiche del cliente (orari, portinerie, avvisi, preavvisi) ed in eleganti confezioni (in scatola cofanetto o in legno pregiato di pino). La consegna è completamente gratuita a Bologna e dintorni e fino a 100 km da Predappio, oltre tale distanza c’è un costo aggiuntivo minimo per le spese di spedizione.

Azienda vitivinicola Condè Via Lucchina 27 - Predappio (Fc) Tel. 0543940860 www.conde.it 111


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Il lato dolce del Belpaese Giro d’Italia nelle specialità al sapore di zucchero dedicate alle feste e legate a tradizioni golose che vanno a braccetto con riti e gesti antichi di Chiara Corridori

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Valle d’Aosta Micooula Da molti considerato l’antenato valdostano del panettone, è un “pane un po’ piccolo e un pò speciale” come vuole la traduzione del suo nome dal patois franco-provenzale. Originario del Medioevo e per tradizione con castagne nella vallata di Champorcher, è un pane di segale oggi arricchito anche con noci, fichi secchi, uva passa e, qualche volta, anche con pezzettini di cioccolato. Preparato per celebrare le festività natalizie è anche, secondo una leggenda, il dolce preferito degli ourdzon, i nanetti dei boschi. Ogni anno la Micooula è al centro di una festa che l’8 dicembre ad Hône omaggia la specialità con stand gastronomici.

Veneto Nadalina In dialetto si chiama nadalin ed è una focaccia dolce a forma di stella. Le sue radici risalgono ai “pan de oro” che, durante la Repubblica di Venezia, troneggiavano sulle più ricche tavole di Natale adornati, come molti altri cibi, di sottili lamine auree. Oggi il dolce mantiene il ricordo dell’oro nel colore della pasta mentre il clima di festa è rievocato dal suo aspetto.

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2 1. Nadalina 2. Micooula 3. Zelten 4. Christollen 5. Pandolce


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Trentino Zelten

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Rientra nella tradizione dei pani dolci, nati dalla cucina povera e nel tempo arricchiti con nuovi ingredienti. Dal Settecento sono diventati simbolo dell’abbondanza offerto in dono a partire dal giorno di Santa Lucia. Il nome è legato all’avverbio tedesco “selten” che vuol dire “a volte” e sottolinea la periodicità della preparazione sotto Natale. È un tipico pane di frutta, ma la ricetta varia da una valle all’altra e di famiglia in famiglia. Lo Zelten trentino è più ricco di pasta e più povero di frutta, ingrediente che invece abbonda nella versione sudtirolese.

Alto Adige Christollen Nella stanza più calda (stube) il giorno di Natale non devono mai mancare due segni augurali: un ramo di ciliegio fiorito (tagliato dall’albero portafortuna il giorno di Santa Barbara, 4 dicembre) e questo pane dolce molto simile allo strudel, zeppo di frutta secca e candita. Preparato già dai primi di dicembre, il Christollen viene spennellato di burro fuso e cosparso di zucchero a velo per evitare che arrivi troppo secco a Natale. Fino alla festa è usato come ornamento dell’ambiente accanto al classico pino con luci e decorazioni. 5

Liguria Pandolce È una sorta di panettone (più basso) che la Repubblica Marinara di Genova avrebbe importato dall’Oriente. Tra gli ingredienti spiccano la zucca candita, pistacchi, semi di finocchio e acqua di fiori d’arancio. Le usanze attorno al “grigheu” genovese sono però prettamente liguri. Impastato l’antivigilia era fatto

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Il bicchiere? Passito

“Di luce” e “di calore”, come li battezzò Luigi Veronelli, i passiti sono il bicchiere ideale per gustare i dolci delle feste. Si chiamano così perché prima della vinificazione l’uva è sottoposta all’appassimento, un processo che ha molti secoli alle spalle (lo utilizzavano già i Greci) e che porta alla riduzione o eliminazione dell’acqua presente nell’acino. Lo scopo di sottoporre l’uva a una sorta di sovramaturazione è quello di aumentarne il tenore alcolico e zuccherino. Gli appassimenti sono ottenuti con tecniche differenti a seconda delle regioni e delle condizioni climatiche. L’uva, esposta al sole o appesa in locali areati, resta ad appassire per molti mesi. Durante l’appassimento perde notevolmente peso (100 chili freschi producono la metà di uva appassita). Nella torchiatura si ottengono al massimo 25 chili di mosto con una concentrazione zuccherina altissima.

Azienda Roccavorte Via Sassari,163 Porto Torres (Ss) Cell. 3476325973 roccavorte@laserss.it Azienda agricola Francesco Fenech Via F.lli Mirabito, 36 Malfa, Isola di Salina (Me) Cell. 3395756155 www.fenech.it Azienda agricola Alagna Vincenzo Contrada S. Filippo e Giacomo,16 Marsala (Tp) Tel. 0923020585 Cell. 3275614952 www.aziendaagricolaalagna.it Firriato Via Trapani, 4 Paceco (Tp) Tel. 0932882755 www.firriato.it

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lievitare sotto il letto per tenerlo al caldo. In tavola, adornato con un ramoscello d’alloro (simbolo di buon augurio), fungeva da nascondiglio per la letterina dei buoni propositi dei bambini. Al commensale più giovane spettava il taglio della prima fetta che, avvolta in un tovagliolo bianco, doveva essere offerta a un povero.

Emilia-Romagna Spongata 1454: le cronache narrano di spongate natalizie inviate in dono al duca Francesco Sforza di Milano. Di antiche tradizioni, ebraiche secondo alcuni, è un doppio disco di pasta frolla ripieno di mostarda di frutta, miele, mandorle, uvetta, pinoli, cannella. Il nome deriva probabilmente dall’aspetto spugnoso e irregolare della superficie.

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Marche Frustignolo 7 Da “frusto”, povero, questa torta natalizia per molti ha visto la luce ad Ascoli Piceno per usare gli avanzi. A base di fichi secchi, farina integrale, miele uvetta, noci, mosto cotto, secondo la ricetta antica prevede anche l’aggiunta della sapa, sciroppo a base di uva e noci che l’affianca a preparazioni simili in Grecia, Turchia e Tunisia.

Lazio Pangiallo Lo si preparava già nella Roma imperiale, quando era d’uso distribuire dolci dorati durante la festa del solstizio d’inverno per favorire il ritorno del sole. Tradizionalmente prevedeva l’impasto di frutta secca, miele e cedro candito, ricoperto da uno strato di pastella d’uovo. Una curiosità: nome e colore non sono collegati alla farina di granturco, apparsa dopo i Romani e usata raramente, ma a un pizzico di zafferano aggiunto nella glassa.

I dolci regionali declinano due grandi filoni: quello dei Pani con frutta secca e i croccanti aromatizzati con spezie e miele 8


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9 6. Spongata 7. Frustignolo 8. Pangiallo 9.Struffoli 10. Passulate 11. Carteddate 12. Giurgiulena

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Campania Struffoli Tra i dolci più tipici di Napoli, alla pari con la sfogliatella e la celebre pastiera, queste palline di pasta fritta, addolcita con miele, sono un must alla fine del pranzo natalizio. Pare che nel Golfo di Napoli ci siano arrivati con i Greci, al tempo di Partenope. E dal greco deriverebbe il nome “struffolo”: da “strongoulos”, arrotondato. Impregnati di miele caldo sono serviti con una “spolverata” di confettini e frutta candita.

Basilicata Passulate

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Puglia Carteddate Originarie della provincia di Foggia, sono diffuse in tutta la Puglia. Hanno una forma di rosa composta con nastri di pasta sfoglia, che devono essere sottilissimi come la carta oleata che si usava una volta, simile a quella da forno di oggi. Tradizionalmente impregnate di vincotto tiepido o miele, la loro versione varia nelle diverse famiglie. Alcuni optano per la frittura, altri per la cottura in forno.

Croccantini serviti su foglie di limone, chiudono la cena della vigilia di Natale. Un’usanza condivisa con la Calabria come gesto di benvenuto. I dolci croccanti al miele sono composti da noci, mandorle, uva sultanina, chiodi di garofano, cedro candito, miele, farina e vino dolce passito.

Sicilia Giurgiulena Come per molti altri dolci siciliani la giurgiulena - specialità imparentata con il croccante, chiamata anche giuggiulena o cubàita - è erede della pasticceria araba. Ingrediente principe è il sesamo (per una dose destinata a quattro persone ce ne vogliono almeno 250 grammi), che in siciliano diventa a volte giuggiulena, gigiolena o ciciulena. Di lunga preparazione, richiede un riposo di 24 ore.

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orto dei semplici

di M. Pia Fanciulli www.barbanera.it

Con la cipolla sono lacrime di gioia Bianca, rossa o dorata, fa piangere per la tipica profumazione acuta, ma è forse l’ortaggio più semplice che da secoli non manca mai dagli orti. La sua coltivazione ha pochissime esigenze e riesce a fronteggiare i rigori dell’inverno

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L’uso della cipolla si perde nella notte dei tempi. Tipico nell’area mediterranea dove entra in un’infinita varietà di piatti, nel mondo egizio ascese addirittura al rango di moneta, fatto che la dice lunga sulle sue tante virtù. Tale era infatti la sua importanza da divenire merce di scambio, negandone il consumo al popolo, per essere addirittura impiegata nei riti sacri come balsamo per mummificare le salme. Della famiglia delle Liliacee, Allium cepa deve il suo nome scientifico alla radice celtica all, “caldo”, “bruciante”, con evidente riferimento al suo sapore, mentre in latino cepa indica appunto la cipolla. Immancabile negli orti dove è compagna di aglio, prezzemolo, carota e sedano, disposta regolarmente nei solchi affilati, espone le sue belle foglie tubulose da cui partirà lo stelo dalla sferica infiorescenza. Le cipolle, che si piantano anche a dicembre, si estraggono dal terreno quando ormai fa caldo e il loro bulbo è grosso e succoso, decorato dal ciuffo delle bianche radichette vermicellate con cui s’abbarbicano al terreno. Ammazzettate e sapientemente intrecciate, vengono poi appese in bella mostra sotto i porticati. Saranno ritirate alle prime piogge, quando, ormai asciutte, potranno durare fino alla prossima primavera per la gioia del palato e della vitalità. Crude sono infatti ottimo diuretico, disinfettano l’intestino, contribuiscono ad abbassare la pressione del sangue e il glucosio. Cotte sono delicato lassativo. Il bulbo fresco, applicato sulla pelle, svolge azione disinfettante e neutralizza l’effetto delle punture di insetti. Infine è utile


Coltiviamolo così Oltre a quella primaverile, la cipolla è tra gli ortaggi che conoscono anche una semina nella stagione invernale. Si comincia quindi, insieme all’aglio, dal mese di dicembre.

anche come corroborante. Per contrastare la tipica profumazione acuta che fa lacrimare, dovuta ai composti solforati che contengono, basta conservare le cipolle al fresco o lavarle con l’acqua subito prima di tagliarle. A tavola, ieri come oggi Se di stomaco bene vuoi stare cipolla e peperoncini devi mangiare. Un proverbio indica con chiarezza le tante virtù della cipolla dovute al suo alto contenuto di vitamina C, sali minerali e zolfo. Andando indietro nel tempo, nel suo De Agricoltura Columella (I sec. d.C.) indicava l’ortaggio tra gli ingredienti base della preparazione di numerosi piatti dell’antica Roma, quali il “moretum” e la “giuncata”. Mentre tra i consigli sull’allevamento delle api, ricordava quello di avvicinarsi agli alveari «puro fin dal giorno prima dai piaceri venerei, non ubriaco e ben lavato, e che si astenga da tutti i cibi che hanno odore forte... come pure dalle salse fortemente odoranti d’aglio o di cipolle...». Oggi la cipolla si consuma fresca, secca oppure conservata sott’olio o sott’aceto. Ne esistono diverse varietà di cui le più note sono la dorata, la bianca e la rossa che si differenziano per sapore, forma e dimensioni. La loro minore o maggior dolcezza, dipende anche dal clima.

Tra bacche e verdi foglie Ci sono alberi ed arbusti che sfoggiano anche d’inverno foglie dai colori bellissimi o donano bacche dal grande effetto decorativo. Dall’agrifoglio che si veste di rosso, alle rose dai cinorrodi colorati, alle nandine o al cotoneaster. Tra i sempreverdi spiccano invece l’alloro, il viburno, il bosso, il leccio, l’agrifoglio e l’olivo fino a conifere, pini, abeti, ginepri, cipressi, tassi, thuie, chamaecyparis. In particolare le conifere sortiranno grande effetto per la forma delle loro chiome e le varie tonalità di colore, dal verde cupo al brillante, dal glauco, argenteo fino al giallo. Come si fa? Scegliere conifere di grandi dimensioni per grandi spazi: cedri, cipressi, pini. Per ottenere effetti decorativi con la forma delle chiome, allestire combinazioni di piante a chioma espansa (cedro, alcune specie di pino e abete), con specie a chioma più compatta (cipressi, chamaecyparis). Per spazi ristretti e giardini rocciosi, impiegare varietà nane di ginepro e chamaecyparis. Per un effetto tappezzante utilizzare il juniperus horizontalis.

I vasi e il terriccio La cipolla, Allium cepa, cresce su tutti i terreni, ma è meglio evitare quelli troppo umidi perché la farebbero marcire. Ben si adatta anche ad una coltivazione in vaso dato che le piantine, dalle radici poco profonde, si sviluppano rapidamente. Importante in ogni caso che terra o terriccio abbiano abbondante concime nei primi 10 cm di terreno. Annaffiare solo se necessario, soprattutto nella stagione più calda. La semina La semina si fa da dicembre ad aprile, spostandola anche più avanti nelle regioni del nord Italia dove si può effettuare fino a giugno. L’importante è però che venga fatta in Luna calante, interrando i semi radi a 5-7 cm uno dall’altro, in solchetti poco profondi e ricoperti con 1-2 cm di terriccio. In primavera diradare a 15 cm. Piantine e bulbilli si interrano invece a 5 cm in aprile-maggio e a 10 cm dopo un altro mese. Punti deboli I danni maggiori possono essere causati dalla larva della mosca e dalla tignola. Può essere utile in questo caso la consociazione carota-cipolla e l’irrorazione delle giovani piantine con litotamnio, concime naturale utilizzato nell’agricoltura biologica e biodinamica. Importante anche ricordarsi di sospendere le irrigazioni prima della raccolta. Buono a sapersi La cipolla e le altre varietà di Allium hanno la capacità di proteggere la gran parte delle piante dagli insetti e conferiscono maggior intensità al profumo delle rose. Ostacolano invece la crescita di piselli e fagioli. Raccolta e conservazione Da luglio a settembre, con il tempo sereno per evitare marciumi, si procede alla raccolta in Luna crescente per il consumo fresco, in calante per la conservazione o la preparazione di sottoli, sottaceti, marmellate. Si effettua estirpando le cipolle quando le foglie ingiallite iniziano a seccare. È comunque utile lasciare seccare bene i bulbi al sole. Mai tagliare le foglie. Per una buona conservazione devono essere raccolte mature, asciutte e prive di lesioni. Si ripongono in cassette di legno in strati di non più di 10 cm, ben distanziate dalle pareti e dal pavimento per permettere la circolazione dell’aria. La temperatura media dei locali non deve superare 3-4 °C. In casa evitare di conservarle in frigorifero.

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selezioni

di Riccardo Lagorio

Panettone da leggenda Proprio così è quello prodotto da Iginio Massari. Un dolce praticamente perfetto, che al pari del locale bussolà, non si dimentica più

L’originalità in cucina non coincide con preparazioni strampalate, ma con l’esecuzione, al meglio, di piatti semplici che tutti possono apprezzare. Lo stesso accade in pasticceria, per esempio nell’approntamento di una crema pasticcera. Ho intercettato Iginio Massari, Gran Maestro della Pasticceria Italiana, al telefono, sottratto alla pausa tra una lezione e l’altra e con la consueta piacevolezza si è intrattenuto anche su quegli aspetti meno noti della sua vita, trasformando un’uggiosa giornata di fine novembre in uno squarcio di cielo azzurro. Uno sguardo all’indietro, a quando papà e mamma avevano programmato per lui un orgoglioso avvenire da medico, compromesso - si fa per dire - per l’attrazione fatale del profumo di pane che entrava in casa dalla panetteria a piano terra e dalla seduzione del Bello e del Buono universali che un amico scultore gli fece intuire qualora il giovanissimo Massari avesse trasformato il cioccolato in opere d’arte. È infatti nella ricerca del Bello e del Buono universale che Massari ha dedicato la propria vita. Come quando, al termine di una giornata o di una preparazione raduna il suo staff e insieme ragionano sui pregi e sui difetti di quanto ottenuto, arrivando in conclusione al concetto di Bontà che mette d’accordo tutti, togliendo o aggiungendo un pizzico di questo o di quell’ingrediente. Modo di fare che potrebbe far pensare a inutili disquisizioni, ma garantisco che conduce a prodotti inarrivabili. Dall’arcinoto panettone, divenuto vessillo della Pasticceria Veneto, ai clamorosi mignon, sino al più locale bussolà (o bossolà), una pasta lievitata la cui preparazione già la cinquecentesca Massera da Bè di Galeazzo dagli Orzi indicava nel curriculum come pratica fondamentale per il governo di una casa.

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Nella foto a destra, il maestro pasticcere Massari. La sua regola aurea? l’utilizzo delle materie prime migliori arricchite da quelle nozioni che permettono di non rovinarle

Dall’idea base di essenzialità (nell’aspetto della pasta simile al pandoro) ne esce una morbida fragranza che ci riporta al sobrio gusto dei limoni del Garda, alla cremosa godibilità del burro della Pianura Padana ed alla soffice struttura della farina bresciana a lungo lievitata e legata dalle proteine di uova e tuorli. Infine spolverato con zucchero a velo e tre varietà di vaniglia pura perché nessuna prevalga sull’altra il bussolà scatena la pulsione a infinite repliche della fetta. «Il rispetto verso il consumatore è l’utilizzo delle materie prime migliori arricchite da quelle nozioni che permettono di non rovinarle», dice Massari. Sembra poco, ma questo fa la differenza. Un augurio per il prossimo Natale: che possiate avvicinarvi al Bello ed al Buono secondo il Maestro.

Pasticceria Veneto Via Salvo D’Acquisto 8 Brescia Tel. 0303387700


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la scoperta

di Riccardo Lagorio

Mitico mirto Sul capo di Venere al momento di ricevere il giudizio di Paride, l’arbusto spontaneo produce bacche che infuse nell’alcol danno luogo a un liquore divino. E a trionfare nel suo utilizzo è la Sardegna con declinazioni da acquolina Mirto, limoncello, nocino. Elisir nati da un saper fare rurale o monastico, per decenni confinati nelle dispense di contadini o monaci con la passione d’imbalsamare i frutti stagionali grazie all’enigma magico alchemico dell’alcol. Legato al mito di Venere, che si cinse il capo con rami dell’arbusto intrecciati al momento di ricevere il giudizio da Paride, il mirto è presente lungo tutta la fascia costiera italiana e sulle due isole maggiori, ma è la Sardegna che ha saputo trasformarlo nel simbolo stesso della regione dove, accanto a vere e proprie industrie di trasformazione, esistono anche laboratori artigianali che producono liquori molto simili a quelli manufatti dalle famiglie. Il mirto è un arbusto spontaneo che fiorisce a fine maggio, e produ-

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ce bacche che maturano tra fine novembre e metà gennaio, quando assumono colore violaceo o nero-bluastro. Queste vengono raccolte a mano servendosi di una sorta di pettine dai denti molto spaziati per non rovinare le foglie, o battendo con cautela la pianta per mezzo d’un bastone. Entro tre giorni dalla raccolta, dopo il lavaggio, le bacche sono messe in infusione di alcol in recipienti d’acciaio, dove rimangono per circa tre mesi: in rapporto a 15mila litri sono lasciati macerare 80 quintali di bacche per ottenere il cosiddetto infuso fiore, ovvero un liquido ricco di parti aromatiche. Nelle successive fasi di lavorazione ad esso verrà aggiunta acqua demineralizzata e miele (ma molte aziende ormai utilizzano zucchero) per portare


l’infuso alla gradazione voluta (solitamente intorno ai 30 gradi) ed al giusto livello di amabilità. Ma il profumo intenso del mirto non è solo liquore. Chiunque abbia visitato l’isola dei nuraghi sa che non esiste maialetto alla brace se questo non è servito con le fronde odorose, utilizzate anche per provocare il fumo necessario a conferire l’aroma alle carni. Un altro piatto sardo, meno facile da reperire, sas tacculas, prevede che dei tordi lessati siano lasciati racchiusi in foglie e rami di mirto per almeno 48 ore. Gli uccelli, raffreddandosi, assorbono l’aroma delle essenze. Due passi di Varrone e Plinio il Vecchio hanno peraltro convinto alcuni storici a mettere in relazione il termine mortadella con il mirto. Infatti prima che fosse conosciuto il pe-

pe, le bacche di mirto venivano sminuzzate per la preparazione del myrtatum, progenitore dei nostri salami e, forse, della mortadella. L’industriosità della cosmetica non poteva dimenticarsi di utilizzare il mirto per confezionare prodotti di bellezza, sfruttandone le proprietà toniche e lenitive: nascono bagnoschiuma, dopobarba, saponi, miscelando opportunamente gli oli essenziali a creme vegetali. Ultimamente con il mirto si sono iniziate a produrre anche confetture: la più incantevole è quella nata dall’unione tra la bacca e la mela cotogna ad opera di Sa Bresca Dorada nelle campagne di Muravera, nel Cagliaritano (tel. 0709949163), immersa nella macchia mediterranea, che da poco ha festeggiato le nozze d’argento. A chent’annos.

Dalle bacche del mirto (in apertura) raccolte a mano, lavate e messe in infusione di alcol per tre mesi si ottiene l’infuso fiore (un liquido ricco di parti aromatiche). Nelle successive fasi di lavorazione è aggiunta acqua demineralizzata e miele per portare l’infuso alla gradazione voluta e al giusto livello di amabilità. Gioiello della Sardegna (nella foto in alto, un panorama della Barbagia), il mirto è utilizzato per conferire aroma alle carni e in innovative ricette gastronomiche e cosmetiche

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benservito

di Michele Caracino

Quella volta che il Papa… Un pranzo presso la Curia di Crema è stata l’emozione di una vita. Per l’incontro con Sua Santità Giovanni Paolo II, i ringraziamenti vis-à-vis, e una foto-ricordo inviata direttamente dal Vaticano Tempo di “casseoula”

Nei mesi invernali, per tradizione milanese al Clubino dovevo preparare settimanalmente la “casseoula”, un piatto invernale tipico della tradizione popolare milanese e lombarda. Di per sé molto sostanziosa per i suoi ingredienti, io ero solito prepararla in maniera più leggera, togliendo tutto il grasso che i vari elementi rilasciano durante la cottura e anche mettendoci poca verza. I soci del club, però, mi chiedevano espressamente di prepararla “bella grassa” e come realmente si preparava una volta… In particolare un socio, il Marchese Brivio Sforza, la sera prima della preparazione mi chiamava al telefono e si raccomandava che le verze fossero conservate in congelatore, poiché dovevano “crocchiare”. Infatti è opportuno fare la raccolta delle verze in pieno inverno, così il piatto riesce meglio. Quando ultimavo questo piatto e i soci lo degustavano con la grappa, era sempre un successo… Per il mio gusto personale, la “casseoula” vale tutta la nostra cucina del Nord Italia.

Era il giugno 1992, quando ricevetti la telefonata del direttore di un albergo che mi fece la proposta di preparare una colazione per Sua Santità Giovanni Paolo II alla curia di Crema. In quel periodo il Papa era in visita pastorale nel Nord Italia. Mai nella vita avrei potuto immaginare di poter collaborare a un pranzo per il Pontefice. Arrivato il giorno stabilito mi recai alla Curia di Crema. Conclusi gli incontri e le visite con le varie personalità, cominciò la colazione e iniziammo a servire le varie portate preparate appositamente per il Santo Padre e i suoi circa 30 commensali. Il servizio stava per finire quando una persona incaricata dal Papa ci disse di non andar via terminato il lavoro, poiché il Pontefice andava a riposare qualche ora e, una volta sveglio, ci avrebbe voluto ringraziare per l’ottima colazione.

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Una volta sveglio il Papa, un responsabile ci raccolse tutti in una stanza e ci disse di aspettare qualche minuto... Pochi attimi dopo arrivò Sua Santità e dopo averci ringraziato uno ad uno con la stretta di mano, ci benedisse... Giunto il mio turno, avrei voluto dirgli tante cose, ma mi si “impiastricciò” talmente la lingua, tanta era l’emozione e il tremore alle gambe, che non riuscii a dire mezza parola. Dopo pochi giorni mi richiamò il direttore dell’albergo di Crema per andare a ritirare una fotografia che gli era stata mandata direttamente dal Vaticano e che mi ritraeva con Sua Santità Giovanni Paolo II durante la “stretta di mano”. Un’emozione immensa, che si ripete e riaffiora alla memoria ogni volta che riguardo quella foto...

Il Menu papale • Prosciutto crudo di Parma e melone salame di Crema e fichi • Crespelle al formaggio e zucchine • Filetto di vitello al dragoncello con carote e piselli • Baby ananas con frutta affettata


Una storia di “Grande Qualità” dal 1965 Dal 1965 continua la grande storia del Salumificio Murru.

Nel rispetto delle più rigide norme comunitarie, nascono prodotti genuini, eccellenti per qualità e gusto. La storica salsiccia sarda, la sfiziosa salsiccia cilindrica. La nuova Salsì, salsiccia tipica senza lattosio e allergeni. I salami, le pancette, i prosciutti crudi, il famoso Pepato Murru, la coppa, la lonza e lo speck. La mortadella Murru, la porchetta, i prosciutti cotti, anche aromatizzati al mirto. Tutti nati e stagionati in Sardegna Bonu Bonu: il primo wurstel sardo Salumificio Murru spa

Via Marconi 73 - 08020 Irgoli (Nu) - Tel. 0784 978270/978271 - Fax 0784 978046 - Stab. Aut. CEE 875/L email: info@salumificiomurru.it - www.salumificiomurru.it


mercatini

Compere di Natale

a cura di Maria Chiara Cervi

I principali appuntamenti lungo lo Stivale dove fare acquisti a cielo aperto e trovare un po’ di tutto per festeggiare sotto l’albero

Le tipiche casette di legno propongono artigianato, enogastronomia e idee regalo. E il Mercatino Junior è fatto a misura di bambino.

Piemonte Sordevolo 20 novembre - 12 dicembre, Sordevolo, (Bi) Per il Mercatino degli Angeli banchetti e casette espongono oggetti di artigianato, dolci leccornie e molte idee regalo. Punto ristoro con vin brulè, caldarroste e cioccolata calda. San Benigno Canavese 5 dicembre, San Benigno Canavese (To) Per il Villaggio natalizio e la Mostra mercato di Natale, banchetti di artigianato e sapori della terra piemontese, nell’atmosfera tipica della preparazione del Natale. Ad accompagnare i colorati festeggiamenti le note e i suoni della musica natalizia. Torino 5 - 23 dicembre, Piazza Borgo Dora, Torino Oggettistica varia e prodotti dell’artigianato locale. Articoli natalizi per addobbare la casa o per regalo da produttori di tutta Italia e da altre parti d’Europa e del mondo.

Trentino Alto Adige Arco Asburgica 21 novembre - 23 dicembre, Piazza della Collegiata, Arco Asburgica (Tn)

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Trento 21 novembre – 23 dicembre, Piazza Fiera, Trento Stand e bancarelle per ogni richiesta ed esigenza. Specializzato in prodotti enogastronomici con un itinerario di degustazione che si snoda tra 15 stand. Levico Terme 22 novembre - 6 gennaio, Parco Secolare degli Asburgo, Levico Terme (Tn) Allestito in un parco asburgico propone oggettistica di vario tipo e prodotti locali, come la grappa dell’Avvento, prodotta in quantità limitata e con etichetta che indica la quantità ottimale da gustare per tutto il periodo dell’Avvento. Bolzano 28 novembre - 23 dicembre, Piazza Walther, Bolzano Bancarelle e stand in quasi tutte le piazze della città. Il mercatino vero e proprio è in Piazza Walter, il Mercato dell’Artigianato in Piazza Municipio e il mercato di prodotti fatti a mano in Piazza della Mostra. Merano 28 novembre - 6 gennaio, Passeggiata Lungo Passirio, Merano (Bz) Oggetti di artigianato locale e golosità tipiche del posto. Concerti lungo le vie e le piazze più belle della cittadina. Bressanone 28 novembre - 6 gennaio, Piazza Duomo, Bressanone (Bz) Usi, tradizioni e sapori del Sud Tirolo. Molti stand offrono la possibilità di acquistare per il presepe i personaggi

intarsiati nel legno, pezzi unici nel loro genere. Vipiteno 28 novembre - 6 gennaio, centro cittadino, Vipiteno (Bz) Stand dell’artigianato e della gastronomia locale. Dolomiti del Brenta 8 e 9, 14 dicembre, Borgo Antico, Rango, Bleggio Superiore (Tn) Bancarelle e stand con oggetti dell’artigianato locale e piatti tipici del borgo, proposti dai contadini locali; il 14 dicembre il mercato viene dedicato esclusivamente ai bambini, con giochi musica e saltimbanchi.

Valle d’Aosta Aosta 3 dicembre - 6 gennaio, Piazza Severino Caveri, Aosta Oggetti in gran parte artigianali e prodotti enogastronomici locali per idee regalo originali.

Veneto Verona 16 - 24 dicembre, Piazza Bra e Via Roma, Verona Su bancarelle e stand trionfano i prodotti dell’artigianato locale.

Emilia-Romagna Bologna 22 novembre - 1 gennaio, Portico della Chiesa di Santa Maria dei Servi Strada Maggiore, Bologna Uno dei più antichi mercatini di Natale d’Italia. Oggettistica, delizie enogastronomiche, dolci, idee regalo e addobbi per l’albero di Natale.


Abruzzo Sulmona 4 - 12 dicembre, Rotonda di San Francesco, Sulmona (Aq) Esposizione di presepi e prodotti tipici natalizi. Fara Filiorum Petri 22 dicembre, Fara Filiorum Petri (Ch) Il mercato settimanale del mercoledì è replicato il 22 dicembre con caratteristiche proprie del Natale. Artigianato, gastronomia tipica abruzzese, giochi per bambini.

Lazio Roma 26 novembre - 6 gennaio, Piazza Navona, Roma Statuine e immagini della Befana e le sue immancabili calze riempite di dolciumi (carbone compreso). E poi artigianato, giocattoli, decorazioni natalizie, personaggi del presepe, caldarroste, zucchero filato.

Sardegna Cagliari 8 - 26 dicembre, Piazza Madre Teresa di Calcutta (parcheggio adiacente il Cis), Cagliari 85 gazebo: 35 con prodotti alimentari, altrettanti con prodotti non alimentari, 10 di artigianato e 5 dedicati alle opere dell’ingegno.

Frascati 3 dicembre - 7 gennaio, Frascati (Rm) Circa 40 casette in legno addobbate e illuminate sono lo scenario di numerose iniziative quali il presepe vivente.

Toscana Firenze 29 novembre - 20 dicembre, Piazza Santa Croce, Firenze Tipico villaggio natalizio con chalet di legno e tante decorazioni e illuminazioni. Gli oltre 50 espositori presentano oggetti per il presepe e decorazioni natalizie, idee regalo, prodotti tipici di varie parti d’Italia. Ci sono anche tipicità tedesche come il panpepato.

Campania

Sicilia

Napoli 5 - 28 dicembre, Via San Giovanni Armeno, Napoli Statuine uniche per animare il presepe. Con classici figuranti, ma anche personaggi politici e caricature. Decine i negozi e le bancarelle in cui gli artigiani espongono le loro creazioni.

Trecastagni 26 novembre - 6 gennaio, piazza Marconi, Trecastagni (Ct) C’è di tutto per il Natale in questo mercatino dove la tradizione religiosa siciliana si fonde con l’atmosfera di festa dei Paesi scandinavi.

Umbria

Puglia

Città di Castello 5 - 8 dicembre, 11 - 12 dicembre, 18 - 19 dicembre, Palazzo del Podestà, corso Cavour, Città di Castello (Pg) Presepi, addobbi, strenne.

Terlizzi 6 - 13 dicembre, Terlizzi (Ba) Casette di legno animano un vero e proprio villaggio dell’artigianato locale.

Siracusa 7 - 16 dicembre, Quartiere fieristico “Fiera del Sud”, Siracusa Oltre 300 espositori provenienti da tutta Italia. Molte le idee regalo: giocattoli, oggetti per la casa, creazioni artigianali, capi d’abbigliamento.

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"Mille parole per raccontare l’olio extravergine di oliva” Mille oli nel mondo da più di 800 cultivar. Due cultivar, l'Ogliarola di Lecce e la Cellina di Nardò, da cui nasce l'olio extravergine di oliva "Tenuta Bianco", autenticamente italiano. Varietà autoctone profondamente legate al nostro territorio, che ne rappresentano il carattere tenace e austero. Ulivi secolari affacciati sul mare, da generazioni allevati dalla nostra famiglia. Passione per la terra, amore dei particolari, gusto dell'eccellenza, costante ricerca e innovazione tecnologica. Uomo e natura si incontrano da millenni per dare vita ad uno dei prodotti più nobili e antichi della nostra cultura gastronomica. L'OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA. TENUTA BIANCO. AWARDS Guida agli extarvergini Slow Food Guida agli extravergini Marco Oreggia

Azienda Agricola Tenuta Bianco Via Teano 10 - 73059 Ugento (LE) Tel. 0833 554241 - Fax 02 87151817 info@tenutabianco.it - www.tenutabianco.it


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Presepi di Napoli Alla scoperta delle nativitĂ artistiche partenopee tra passato e presente

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Rubriche • Homo faber

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artigianato&design

Presepi di Napoli Alla scoperta di un’arte che trascina con sè tre secoli di alto artigianato. Scene e pastori, protagonisti e leggende che ruotano attorno alle nativitĂ artistiche partenopee. Che raccontano mille storie e meritano di essere ammirate. Non solo a Natale di Alessandra Favaro

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© Regione Campania - Assessorato al Turismo

Il presepe napoletano è una di quelle tante caratteristiche che contribuiscono a rendere Napoli una città unica, inimitabile. Un’arte antica, che sulla carta vede la sua data di nascita in un atto notarile del 1478, anno in cui Jacobello Pepe, aromatario del duca di Calabria, commissionò a due scultori, Giovanni e Pietro Alamanno, quarantuno figure presepiali da inserire nella chiesa di San Giovanni a Carbonara. Da allora l’arte dei pastori e delle scene del presepe divenne una vera e propria specialità a se stante. È il Settecento il secolo d’oro, che tocca livelli altissimi di artigianalità, di nobili committenti e di artisti che hanno segnato la storia, e dettato le regole, per quest’arte. Sì perchè, a differenza dei presepi del resto del mondo, a Napoli gli artigiani hanno portato un evento come la Natività all’interno dei loro vicoli, assieme agli abitanti, rendendolo inimitabile.

Le botteghe di via San Gregorio Armeno e il museo di San Martino Oggi l’importanza e il numero di artigiani impegnati in questa attività sono sotto gli occhi di chiunque si trovi a passeggiare in pieno cen-

tro storico, a due passi da Santa Chiara, in via San Gregorio Armeno. Un vicolo strettissimo, caotico e vivo come solo il capoluogo campano sa essere. Ai lati del passaggio, botteghe aperte, laboratori, vetrine che offrono al visitatore decine di “pastori”, ovvero le figurine, i personaggi del presepe: da quelli più tradizionali, a quelli più fantasiosi, legati magari a un periodo storico particolare o a un personaggio. Non si tratta di una stravaganza. Da un certo punto di vista, l’usanza rimanda a quella più antica, nel Settecento, di inserire nelle “scene” del presepe, anche le famiglie nobiliari dell’epoca, i personaggi di spicco, i costumi e il vestiario tipici di ogni quartiere. E così, ai tempi in cui il Napoli vinse lo scudetto, ecco apparire Maradona tra i pastori delle botteghe di San Gregorio Armeno, poi Antonio Di Pietro durante Tangentopoli, e così via con tanti personaggi noti o evergreeen, come Totò. In apertura, una preziosa creazione di Ulderico Pinfildi, artista del presepe napoletano. In questa pagina, in alto, a sinistra, un artigiano al lavoro in via San Gregorio Armeno (uno scorcio nella foto a destra), anima del centro storico di Napoli, piena di botteghe dove sono realizzati moltissimi personaggi del presepe, da quelli tradizionali ai più fantasiosi

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artigianato&design

Il Consorzio Capan rappresenta un tentativo di riunire le eccellenze del settore e valorizzare quest’arte. Oltre a Pinfildi, ne fanno parte altri grandi nomi, come Ugo Esposito a San Gregorio Armeno, Alfredo Molli a Scafati, Giovanni Sinno nel centro storico. Il gruppo ha avuto l’onore di esporre nel 1996 nelle Torri Gemelle a New York. E di donare alcune loro opere ai Vigili del Fuoco di NYC l’indomani dell’11 settembre, tramite la Camera di Commercio. E mentre gli artigiani sperano che nel futuro di questo mestiere ci sia anche una scuola per formare gli artisti presepiali di domani, ciascuno di loro a suo modo è impegnato per mantenere viva questa tradizione. Che varca sempre più spesso il confine dell’arte. Come nelle opere di Pinfildi, dove il presepe diventa pretesto per riflessioni simboliche: un mendicante che tende le mani alla Vergine Maria è la rappresentazione della nascita della Speranza. O quelle di un altro artista, Giuseppe Ercolano, autore del celebre “presepe alfonsiano”, ispirato al più celebre dei canti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, “Quanno nascette Ninno a Bettalemme”, visibile a Sant’Agata dei Goti (Bn). Non è mai “solo” un presepe. È una storia, un’opera, un incantesimo.

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Il lavoro del presepe coinvolge una rete di eccellenze artigianali: arte orafa per i dettagli preziosi, terracotta e maioliche per le testine dei pastori, seta per le vesti. Un concentrato di abilità e di storia Ma il presepe napoletano di oggi non è nemmeno soltanto questo. E tra i lavoratori del cuore di Napoli esistono veri e propri artisti di questa disciplina, che mantengono integra la tradizione canonica settecentesca, pur riuscendo a innovarla con intuizioni degne di un’opera d’arte. Per scoprirlo, la tappa obbligata è il Museo di San Martino, che conserva in esposizione opere che hanno segnato la storia.

Le origini del presepe napoletano Ulderico Pinfildi ha un nome da romanzo d’altri tempi e svolge un mestiere di altrettanto impatto: è un artigiano-artista del presepe napoletano. Ed è anche vicepresidente del Capan, il Consorzio artigiani presepe artistico napoletano. Uomo dalla cultura vastissima e di grande memoria, è un punto di riferimento per chi è interessato a capire di più questa espressione artistica. Membro del Consorzio dalla sua nascita, nel 1994, ci aiuta a comprendere le origini e il senso di quello che è in realtà un maestoso intreccio di abilità manuali e ricerca storiografica. «Il presepe napoletano, diciamo canonico, è quello che si è sviluppato nel Settecento. Da

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Perfezione e ricerca: il futuro dell’arte presepiale


Foto di Ugo Pons Salabelle

quell’epoca iniziò ad allargare la sua presenza dalle chiese fino ai salotti dei nobili. Lo stesso Ferdinando di Borbone realizzava pastori e sua moglie creava le vesti». Pinfildi racconta come nasce ogni personaggio: la testa e i piedi sono in terracotta o legno. Gli occhietti sono realizzati con minuscole particelle di vetro, per creare la perfetta trasparenza. Il corpo su cui vengono montati è uno scheletro di fil di ferro e stoppa. «I personaggi così diventano snodabili e possono essere disposti in diverse pose all’interno delle scene». Le scene sono le diverse “scenografie” del presepe, che somiglia ad un vero e proprio allestimento teatrale in scala ridotta. E poi ci sono i particolari, curati nei minimi dettagli: «Le vesti sono in seta. Ho trovato un particolare tipo di seta grezza che si adatta perfettamente ai costumi dei rustici, mentre utilizzo seta per gli abiti dei nobili e dei Re Magi» spiega l’artigiano. Il lavoro del presepe può coinvolgere una vera e propria rete di eccellenze artigianali: arte orafa per le gabbiette degli uccellini o dettagli preziosi, terracotta e maioliche per le testine dei pastori. Un concentrato di abilità di alto livello. E di storia. Continua Pinfildi: «Il valore del presepe artistico napoletano è dato da due fattori molto importanti: il primo è che ogni realizzazione mantiene la sua unicità. Presepe come pezzo unico, irripetibile. Il secondo, è il valore di documento storico: quelli antichi riproducono fedelmente usi e costumi del tempo in cui furono realizzati. Come gli abiti diversi a seconda del quartiere di provenienza e le differenti culture che animavano i vicoli.Testimonianza per esempio della Napoli cosmopolita di allora è la presenza di pastori di diverse razze e culture nel presepe. In alcuni presepi vi capiterà di vedere degli uomini con una curiosa acconciatura, una specie di ciuffo al centro della testa rasata.Anche questa è una testimonianza storica. Loro sono i turchi: considerati infedeli, ai tempi il vicerè ordinò che fossero resi visibili e identificabili, dando ordine che portassero il “cirro”».

Nella pagina accanto, in basso, una bottega di San Gregorio Armeno. In questa pagina, partendo dall’alto, un bellissimo presepe, simile ad un allestimento teatrale in scala ridotta; nella foto al centro, Ulderico Pinfildi, che mantiene viva la tradizione dell’arte presepiale con le sue opere (un dettaglio nella foto in basso) e come vice presidente del Consorzio Capan

Per saperne di più Museo Nazionale di San Martino Largo San Martino, 8 - Napoli Tel 0815781769; 0812294498; http://museosanmartino. campaniabeniculturali.it/ Ulderico Pinfildi Via Giacinto Gigante, 55a Napoli Tel. 0815787182 www.uldericopinfildi.it Alfredo Molli Via San Pietro, 110 - Scafati Tel. 0818507596 Giuseppe e Ciro Cinno Largo Barone Marinelli, 3 Napoli Tel. 081417973 Ugo Esposito Via San Gregorio Armeno 46Napoli Tel. 0815516205 www.ilmondodeipastori.it Giuseppe Ercolano Via Cassari, 6 Meta di Sorrento (Napoli) Tel. 0815342627 www.presepenapoletano.net

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homo faber

di Gilda Ciaruffoli

Idee di carta Indirizzi utili per acquisti originali: se anche incartare un regalo può essere un’arte, è necessario sapere dove andare a cercare la materia prima ideale

Periodo caldissimo per chi ama coltivare la raffinata arte del “pacchetto”. Il Natale alle porte, infatti, rende ancora più evidente quanto in Italia sia difficile scovare carte all’altezza dell’impresa. Le cartolerie, come anche i negozi attenti più al design, sembrano disinteressarsi all’argomento proponendo i soliti fogli decorati. Bene che vada, con esilaranti renne che vestono cappucci da Babbo Natale. Esistono certo oasi nel deserto, come la Star Pennsylvania New Flower (www.starfilcas.it), azienda italiana specializzata in packaging di lusso, che per la collezione 2010-2011 propone carte dalle eleganti fantasie stilizzate in nuances scintillanti, da richiedere al proprio negoziante di fiducia. Ma è forse abbandonando il mondo della grande distribuzione che si possono scovare tesori, magari non proprio economici, ma dall’effetto sicuro. Qualche prezioso suggerimento l’abbiamo chiesto ad Adriano Bertucci della legatoria Bertucci&Romani di Milano (www.bertuccieromani.com). La sua è una piccolissima bottega artigiana che fa da scrigno a raffinate carte di diverso tipo. Dalle classiche italiane marmorizzate o stampate a mano, uniche, con ogni foglio diverso dall’altro, dal forte sapore made in Italy, ai fogli importati dall’Oriente, di cotone decorati con fiori veri o carta da zucchero. Molto richieste – ci spiega Bertucci – sono quelle leg-

Foto Maurizio Raspante

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Bertucci&Romani

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Foto Maurizio Raspante

Bertucci&Romani


Un regalo nel regalo

E se il pacchetto fosse parte integrante del regalo? Sempre di carta stiamo parlando, ma declinata in una forma nuova. Come i Sacchetti proposti da Essent’ial, azienda giovane che lavora con materiali riciclati o naturali. Nella collezione invernale soluzioni realizzate in carta da parati (firmata Jannelli & Volpi), danno vita a oggetti che trasformano la comune idea di superficie decorativa in volumi in cerca di identità uniche. I Sacchetti diventano dunque un pratico – quanto prezioso – contenitore di regali natalizi. O meglio, un regalo nel regalo. Di grandissima classe. www.essent-ial.com

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gere in carta di riso; più esclusive quelle in banano che contengono nell’impasto stesso della carta foglie e cortecce a vista, e le carte in fibra di mango. Per chi non ha tempo né voglia di partire alla ricerca della bottega perduta, la chiave di volta è come sempre internet. Tanti i siti che sarebbe possibile citare, pochi quelli degni di nota. Lo è www.luxepaperie.com, bottega on-line americana dove è possibile acquistare carte (e altro) frutto del lavoro di designer dal tratto decisamente contemporaneo, o www.paper-source.com. Molti poi i creatori di prodotti e texture originali da pescare in rete. Citiamo ad esempio il canadese www.ecojot. com e il californiano www.fishlipspaperdesigns. com che propongono deliziose soluzioni in carta certificata, riciclata e solidale. L’attenzione per la sostenibilità non è ovviamente solo estera e, tornando in Italia, belle proposte solidali sono quelle delle botteghe del circuito di Altromercato, dove troviamo ad esempio splendide carte di seta realizzate in Bangladesh o rotoli in spago in fibra naturale di abaca delle Filippine, importate e vendute secondo logiche eque e di sostegno per i produttori. Esempio estremo di sostenibilità sono infine le carte acquistabili al sito www.ecomaximus.com. La particolarità dei prodotti proposti dall’azienda con sede in Sri Lanka? Sono realizzati in sterco di elefante! Per un pacchetto non solo decisamente originale ma anche rispettoso di una popolazione e di una specie a rischio estinzione.

Essent’ial

Altromercato

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Vdg promotion

Starhotels, punto di riferimento dell’ospitalità italiana nel mondo, festeggia il suo trentesimo compleanno con il restyling dell’Hotel Michelangelo a Firenze, che interpreta l’eleganza e l’arte della città in chiave contemporanea Nel cuore del capoluogo toscano, a pochi passi dal Teatro Comunale e dal Parco delle Cascine, lo Starhotels Michelangelo, il primo edificio progettato e costruito dalla catena alberghiera, si veste di nuova luce. Oggetto di un restyling che ha interessato le aree comuni e alcune camere, l’albergo è stato restaurato con toscanissimo senso della misura, senza indulgere in tentativi di replica degli elementi artistici passati, e secondo lo spirito dei nostri tempi. Il risultato, armonioso e personale, è un hotel dal carattere ben definito, che reinterpreta la città in una formula dell’abitare attuale e dinamica, fatta di ambienti suggestivi, flessibili e funzionali. Tutto allo Starhotels Michelangelo è ispirato a un Made in Florence chiaro e riconoscibile: gli interni, essenziali ma fortemente espres-

Anima fiorentina


sivi, citano decori rinascimentali con piglio moderno e cosmopolita. L’effetto è ovunque di grande calore ed eleganza, a cominciare dagli spazi comuni e dalla lobby, con ricercati separé che delimitano varie e confortevoli zone di conversazione. Le camere e Suite restaurate si caratterizzano per il design fresco e semplice, per gli arredi di gusto moderno e per l’estrema cura riservata al servizio e ai dettagli: materiali, rivestimenti e tessuti sono declinati nei toni delle pietre che hanno segnato la storia architettonica della città. L’arte dell’ospitalità Starhotels - da trent’anni sinonimo di stile, professionalità, cultura, territorialità della ristorazione - continua al Ristorante Assaggi, 220 coperti, dove si può gustare la migliore cucina regionale in un’atmosfera intima e speciale. Luci suggestive, mobili ricchi di fascino, oggetti antichi: tutto è stato concepito per ricreare le atmosfere che hanno reso lo stile italiano dell’accoglienza unico al mondo.

Ospitalità made in Italy Come ogni Starhotel, l’albergo Michelangelo, recentemente restaurato nel cuore di Firenze, offre il calore della migliore ospitalità italiana, un servizio impeccabile, ambienti e camere dallo stile e confort inimitabili. E ovviamente un’ottima ristorazione. Piatti della cucina regionale ed italiana, golosi dessert ma anche eccellenti vini e light lunch o dinner, quest’ultimi da gustare nel raffinato Assaggi Wine Bar&Lounge, completano un’offerta in linea con gusti e tendenze attuali ma sempre rispettosa dei valori che hanno determinato la nascita e lo sviluppo di Starhotels.




L’antico frantoio e la nuova bottaia: la rinascita del Salento di vino e olio ontano dal frastuono, all’ombra dei pini e della storica dimora portata a nuova vita, si spalanca una bocca di pietra che calamita i sensi al basso. Il canto delle cicale si perde oltre il portale. Ai lati, due piccole stanze con camino vegliano la discesa alla madre terra, la scala trasuda echi di uomini che vi scendevano prima del sorgere del sole. Sulle sponde, i depositi delle olive in attesa di molitura, le “sciave”, ne portano ancora i segni, tengono i loro conti. Dabbasso s’apre, come un sipario, il suggestivo androne, quasi 7 metri per 23 e mezzo, misure che pareggiano la navata centrale della chiesa madre del paese. Oggi è scenario d’incontri e dolci note, visite e ammirazione, ma fino al 1922 fu laborioso frantoio, attività già inserita nel 1745 nel catasto onciario di Cutrofiano, databile al ’600. Trecentocinquanta

L

metri quadri serbano dall’ingiustizia del tempo e della noncuranza, importanti testimonianze storiche e architettoniche. Tra archi perfettamente costruiti a conci di pietra e colonne che mantengono la possente volta a botte, s’aprono le grotte nella cui roccia, scavati, persistono i depositi per l’olio, i semicerchi esterni alle due vasche di molitura e le mangiatoie per gli animali. Pregiato contenitore dei figli della vite è la nuova bottaia, fatta costruire partendo dall’antico frantoio. Una cupola, ispirata alla mano del Brunelleschi, fa da snodo e giunzione tra passato e futuro. Pietre tagliate a mano, proprio come secoli or sono, ampio il passaggio, le cui mura, distanziate da essa, consentono ai curiosi di comprendere la mole e la preziosità della struttura, fino all’arrivo nella cattedrale delle botti, un maestoso luogo sacro, tra

volte a stella e colonnati, con nicchie che pare attendano solo la propria icona; in fondo, non l’altare maggiore, ma una grandiosa scala, formata da tre archi, che si intersecano con meraviglia. Inebriare i sensi, in tutti i sensi, risalendo all’anticamera di questo viaggio che del passato ha saputo fare tesoro mirando al domani, sorseggiando quel Primitivo tanto passionale da chiamarsi “Jema” come il sangue, o un accorato “Filimei” di Negroamaro, L’Astore non finisce sottoterra, ma dalla terra riparte, luogo tangibile di suggestione, dell’amore e della consapevolezza delle radici, quelle che dalle viti sgorgano in stille di purezza, lasciando l’impressione, a chi arriva qui per caso o per intenzione, di essere appena tornato da un viaggio nell’anima e nel cuore del Salento.

L’Astore Masseria Via Giuseppe Di Vittorio, 1 - Cutrofiano (Lecce) - tel. +39 0836 54 20 20 - fax +39 0836 54 15 25 e-mail: info@lastoremasseria.it www.lastoremasseria.it

Salento Experience


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Creatività e cibo Nutrirsi bene è fondamentale, comunicarlo in modo appropriato ancora di più

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Rubriche • Bon ton • Tendenze • Arte • Libri • Teatro • Cinema

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costume&società

Creatività & cibo Nutrirsi bene è fondamentale per la salute e la qualità della vita. Ecco perché è imprescindibile saper riconoscere gli ingredienti e gli alimenti che sollecitano maggiormente le nostre papille gustative e al contempo ci regalano un benessere completo. È per comunicare un messaggio di rilevante importanza come questo che entra in gioco la creatività. Vediamo come di Claudia Cassinari Lontana anni luce dal tempo degli imbonitori che nelle fiere e nei mercati attiravano il pubblico con discorsi nei quali dati e informazioni sui pregi della merce si mescolavano a impressioni personali, al buon gusto o al buon cuore degli ascoltatori - la comunicazione oggi più che mai è affidata a menti geniali, a studiosi di discipline che vanno dalla filosofia alla psicologia, fino alla sociologia. E si capisce perché: l’obiettivo è quello di indurre i consumatori a orientarsi verso una scelta piuttosto che un’altra attraverso la creazione di messaggi che valorizzano il prodotto. Se da una parte si vuole facilitare la scelta del pubblico, dall’altra ci si avvale di ricerche di mercato mirate, per conoscere i desideri potenziali degli individui. Nel tempo la ricerca si è affinata e si è andati verso una comunicazione sempre meno di massa, più personalizzata e creativa, orientata al prodotto, capace di creare valore per il brand.

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Quando l’obiettivo è la crescita aziendale Una comunicazione che garantisca concreti risultati di business è fattibile solo con una forte integrazione tra l’agenzia e il cliente: vivere la sua quotidianità è il modo ideale per capire l’azienda, le caratteristiche dei prodotti e i valori del brand. Questa la filosofia di Adverperformance, agenzia pubblicitaria che con l’innovativo modello organizzativo di piccole unità molto flessibili e fortemente radicate sul territorio riesce a interpretare i desideri del cliente, conoscerne i problemi e assimilarne i valori. Abbiamo chiesto a Christoph Reden, Presidente di Adverperformance, particolarmente attiva nel settore food, di farci il punto della situazione.

Dottor Reden, qual è la chiave per interpretare il cibo in modo creativo? Il mondo del cibo è un’area molto interessante per la comunicazione. La sfida consiste essenzialmente nel creare lo stimolo concreto di conoscere e provare il prodotto: quest’ultimo deve comunque essere all’altezza della promessa, perché il consumatore può verificare l’attendibilità del messaggio in qualsiasi momento. Per qual che riguarda il mezzo, è opportuno non limitarsi a una campagna, ma utilizzare meccanismi che garantiscano identificazione col target. Pensiamo all’Alto Adige e ai suoi prodotti: la comunicazione che abbiamo ideato ne ha raccontato la storia, integrandoli perfettamente con la destinazione turistica. Non a caso questo concetto dei prodotti tipici come ambasciatori del proprio territorio è stata copiato in altre parti in Italia.

Quali sono le fonti strategiche? Il settore food è molto ampio: si va dai prodotti tipici all’area convenience. Per quel che attiene ai prodotti tipici, la base strategica è la zona d’origine, che trasferisce loro i propri valori; per i prodotti che non hanno questa tipicità è necessario creare dei benefit specifici che partano da plus reali e di concreta utilità per il consumatore.

Qui sta quindi la sfida maggiore? In realtà non è facile neanche nel primo caso, anzi: bisogna dare un valore positivo alla provenienza, sottolineandone l’unicità, ma soprattutto è necessario trovare il giusto equilibrio tra fascino locale e appeal internazionale.

della montagna Latte dell’Alto Adige/Südtirol: il gusto e di un allevamento che rispetta la natura. nfo/prodotti tel. 0471 999 999 . www.suedtirol.i

Dall’alto: Christoph Reden sotto, cliente: Alto Adige Marketing nella prima pagina Campagna stampa 2010 multisoggetto

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costume&società Adverperformance in breve 1968: Claudio Gallon fonda l’Adver, che si attesta subito come una delle realtà più importanti del Nordest per dimensione e qualità dei progetti, caratterizzandosi per la fedeltà dei principali clienti (come Porsche, nel portfolio dell’agenzia dal 1986, Jacuzzi, Cadoro, Jolly Hotels e Scania). 1997: nasce Performance, che sotto la direzione di Christoph Reden diventa ben presto una realtà innovativa e dinamica, conquistando la leadership fra le agenzie pubblicitarie del Triveneto e specializzandosi nei prodotti di largo consumo e nel food. 2004: le due sigle si fondono e nasce Adverperformance, la più importante agenzia del Nordest per background, professionalità e dimensioni.

Più alta per affascinare.

Più alta per piacere. La Mela Val Venosta cresce fino a 1.100 metri: ecco perché è più gustosa. Coltivata in meleti di alta quota, la nostra mela matura lentamente con l’aria frizzante, l’acqua di ghiacciaio, tanto sole e le attenzioni di 2.000 coltivatori che le curano ad una ad una in un ambiente unico: l’Alto Adige. Cerca la mela con la coccinella: è buona e sana. Sopra tutte.

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2009: Adverperformance, già presente a Verona, Padova e Firenze, apre a Milano e a Bolzano due nuove sedi, ampliando ulteriormente la lista di clienti e collaboratori. È una struttura con un profilo unico nel panorama italiano delle agenzie indipendenti. I suoi numeri? 5 sedi, 45 collaboratori, 30 clienti, 25 milioni di euro di amministrato.

Dall’alto al basso: campagna stampa 2010 multisoggetto - cliente: Italia Zuccheri; campagna stampa 2010 multisoggetto - cliente: Mele Val Venosta; campagna stampa 2008 - cliente: Mila

In quale caso è più stimolato? In entrambi i casi è prioritario trovare dei modi originali e impattanti per raccontare la realtà, ma innegabilmente la mancanza della tipicità rende la strada della comunicazione più impervia. La creatività è comunque un’immensa opportunità anche per i prodotti meno conosciuti.

In che modo la crisi che stiamo attraversando ha cambiato gli equilibri nel settore? Ovviamente ne ha risentito anche il food, anche se è l’ultima cosa a cui la gente rinuncia. Si conferma comunque la tendenza a una segmentazione del mercato: low cost da una parte, Premium con i prodotti di fascia alta dall’altra. Chi soffre, e sarà sempre di più così, è la fascia media, che non rappresenta una vera valenza per il consumatore. Il produttore deve quindi fare una scelta precisa, specializzandosi per riuscire a emergere il più possibile.

Cosa sta succedendo al mondo della comunicazione? La comunicazione negli ultimi anni è molto cambiata: la gente si è adeguata al cambiamento radicale operato dal web e, laddove pochi anni fa la pubblicità decideva la percezione di un brand, oggi è il consumatore stesso che partecipa alla costruzione della percezione di un prodotto attraverso internet. I social media sono infatti una sorta di moderno passaparola che permette una comunicazione non più unilaterale ma interattiva, in cui tutti possono dire la loro. Ovviamente questo cambiamento consente nuove, interessanti opportunità: per esempio, l’azienda piccola locale ha accesso al mondo globale, e può presentare i propri prodotti in una vetrina internazionale e soprattutto garantire una distribuzione a livello mondiale. È un tipico caso in cui la creatività permette di superare il limite della necessità di grandi investimenti.


Se la comunicazione è un’arte In alto, alcune copertine di Vie del Gusto firmate da Mario Longhi Fumagalli (nella foto in basso), art director di Contemporanea

Vie del Gusto è il riferimento ormai consolidato di approfondimento e divulgazione della cultura del cibo e del territorio italiano. La scelta coraggiosa di essere sempre più al centro di un dibattito culturale e di straordinaria attualità ha reso imprescindibile optare per copertine in linea con i contenuti, capaci di veicolare un messaggio forte, creare interesse e invitare alla lettura. E in questo caso l’expertise e la sensibilità di Mario Longhi Fumagalli, art director di Contemporanea, hanno davvero fatto la differenza. Ascoltiamolo.

Scorrendo le copertine di Vdg di quest’ultimo anno notiamo, oltre a uno spiccato senso estetico, un approccio artistico. Come nascono i suoi lavori? Quali sono le fonti d’ispirazione? Il linguaggio di copertina è un racconto a vari livelli del prodotto di cui è vetrina. In questo caso la sfera di interesse è il gusto, non tanto come soddisfazione alimentare, bensì come appagamento estetico frutto di un trattamento grafico e fotografico che premia il disegno: una sorta di natura morta. Per rispondere all’altra domanda, essendo io un conoscitore e un amante dell’arte, ne accolgo spesso le suggestioni come fonte di ispirazione per i miei lavori. Alcune cover contengono infatti chiari riferimenti alle stampe inglesi fine Ottocento, altre alla Pop Art, altre ancora alle nature morte di Morandi.

Quindi il pubblicitario è in un certo senso un artista? No, il pubblicitario deve comunicare, incuriosire usando i mezzi e i linguaggi che ritiene più opportuni. Certo conoscere e frequentare l’arte per me è nodale, non solo da un punto di vista professionale ma anche come esigenza strettamente personale.

Quanto è importante la veridicità nella comunicazione? Dipende da caso a caso. Nelle copertine che studio per Vdg la veridicità è superata dalla sublimazione, dal disegno che sporca e altera la perfezione e la realtà fotografiche per creare immagini insolite.

Quando si ritiene soddisfatto? Se il mio interlocutore è sensibile e culturalmente aperto, il lavoro che produco quasi sempre mi procura soddisfazione. Come per Vdg.

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bon ton

di Alberto Presutti www.poetando.it - bonton@poetando.it

Il regalo “giusto”

Senza mai strafare e seguendo sempre il buon senso, donare è un’arte che spesso esclude l’eccessivamente costoso ed esprime un pensiero che parla col cuore. Il biglietto di accompagnamento? Non deve mai mancare

Per il bon ton regalare è un’arte fatta di semplicità, buon gusto, buon senso, come anche fuga da ogni eccesso, esibizionismo e caduta di tono. Il detto popolare che il miglior regalo è un “pensierino” scelto col cuore, trova accordo nelle regole del bon ton che suggeriscono di non fare troppi doni e tutti preziosi, perché altrimenti il regalo finirà col diventare espressione dell’“ego” del donante e, in concreto, schiaccerà la personalità del ricevente. Esiste, dunque, per il bon ton, il regalo “giusto”? Cominciamo col dire che “giusto” sarà quel dono che meglio riuscirà a supportare l’equazione: confidenza sta all’intimità quanto valore sta all’occasione. A Natale è fuori luogo l’anello di brillanti alla nostra compagna di vita, regalo che è adatto invece per il suo compleanno o per l’anniversario di matrimonio. Per un matrimonio, distogliendo l’attenzione dalla lista di nozze, possiamo regalare un quadro, ma solo se sappiamo che è in stile con i gusti degli sposi. Per una laurea evitiamo la banalità della stilografica. Non regaliamo mai soldi se non a giovani parenti stretti. Stiamo attenti ad evitare i regali che inducono superstizione, come fazzoletti, pettini, piccoli lumi, spille, mentre sono consentiti, senza che alludano ad abitudini poco igieniche del rice-

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vente, doni quali saponette e bagnoschiuma, possibilmente ecocompatibili. Il miglior regalo, in generale, è un best-seller, o un libro d’arte o di fotografia. Un cd musicale o un dvd si regalano solamente se conosciamo bene le passioni “artistiche” di chi li riceverà. L’unica esagerazione nell’acquisto di un regalo, potrà sembrare strano, è permessa per un dono rivolto ai bambini. Sono, d’altronde, sbagliati tutti i regali suggeriti dalle tendenze dell’ultimissima moda, che, se del caso, ciascuno acquisterà, in proprio, per sé. Il bon ton ci ricorda come un biglietto di accompagnamento non possa mai mancare. Infine accettiamo sempre i regali col sorriso sulle labbra anche quando non ci piacciono, mai riciclandoli a posteriori, esponendoci a pessime figure, oltretutto!



tendenze

di Saro Trovato

G-tech sempre più da indossare L’elettronica di consumo non ha un ruolo soltanto funzionale, ma è diventata nel tempo un accessorio da mostrare, distintivo di un proprio stile di vita. Molto, molto italiano

Quando si pensa alla tecnologia e ai gadget elettronici, l’immaginario comune punta sui lontani lidi della terra del Sol Levante o degli sterminati Stati Uniti d’America. Eppure l’italianità, attraverso le sue caratteristiche di indiscutibile successo, mira oggi ad imporsi anche in un settore apparentemente poco consono per propensione e gusto. E così, dopo il cibo, i piatti prelibati, la dieta mediterranea e il design, ecco che anche la tecnologia assiste ad una vera e propria rivoluzione in puro stile tricolore. Protagonisti sono gli stilisti Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti di Frankie Morello, una delle maison italiane d’alta moda più conosciute e apprezzate al mondo, e l’Italian Digital Life di Intreeo. Nasce così l’innovativo passaggio dall’Hi-Tech al G-Tech, neologismo formato dalle parole glamour e tecnologia, che trasforma i gadget e gli accessori elettronici in tecnologia da vestire. L’elettronica di consumo, infatti, non può più essere relegata solamente ad un ruolo funzionale, ma è diventata nel tempo, un abbigliamento da indossare, un accessorio da mostrare, distintivi di un proprio stile di vita. Questo l’obiettivo del lavoro a quattro mani che ha dato vita alla collezione “Frankie Morello For Intreeo”, concreto e tangibile risultato della filosofia del gusto italiano che sfrutta le tecnologie di ultima generazione insieme allo stile dei più grandi stilisti. Due le fantasie che rendono uniche le headphones, i lettori mp4, le cornici digitali e le borse per pc, notebook, netbook ed e-book: Triage, caratterizzata da uno sfondo nero lucido su cui spiccano cuori, teschi, stelle e ossi cromati, e Love Animals, una simpatica sovrap-

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posizione di animali cartoon. Un progetto che per certi versi segna un ritorno alla grande stagione tecnologica italiana degli anni ‘60/’70, in cui designers dal nome oggi prestigiosissimo come Castiglioni, Magistretti, Citterio, Sottsass, solo per citarne qualcuno, crearono degli oggetti tecnologici diventati “mito”. Un’operazione che oggi percepiamo come artistica e culturale, ma che all’epoca serviva alle aziende italiane per contrastare la forza dirompente delle più “consistenti” imprese d’Oltralpe, prime fra tutte le tedesche. E per certi versi è questa la filosofia che l’operazione “Frankie Morello For Intreeo” vuole sposare.



arte

di Chiara Corridori

Preziosi ritorni Il Tesoro di Eupòlemos rientrato dagli Stati Uniti raggiunge in Sicilia gli Acroliti di Dèmetra e Kore. E in attesa della Venere di Morgantina il Museo Archelogico di Aidone espone anche reperti inediti, recuperati durante le campagne di scavo italo-statunitensi

Gli Argenti di Morgantina tornano a casa. La buona notizia è seguita da un’altrettanto lieta conferma: dal prossimo 3 dicembre resteranno esposti nel Museo Archeologico di Aidone (En) definitivamente. La strada per il rientro è stata lunga. Circa trent’anni. Trafugati dai tombaroli nelle campagne siciliane intorno a Enna e poi venduti sottobanco nelle aste clandestine internazionali da esperti d’arte antica, i sedici pezzi d’argento d’orato del III secolo a.C. erano approdati al Metropolitan Museum di New York che li aveva acquistati nel 1984. Fin qui la storia recente. In origine, invece, gli argenti sotto terra ci erano finiti per la prima volta nel 211 a.C. quando Eupòlemos (il loro ultimo proprietario) li nascose nella casa di un suo servo per non farseli portare via dai Romani. Il luogo? L’antica Morgantina (nei pressi dell’attuale Aidone). Tra gli oggetti - di raffinatissima produzione ellenistica originaria della Magna Grecia - nove erano destinati al banchetto: due grandi coppe (mastoi) con piedini a forma di maschere teatrali, dovevano servire, secondo l’uso greco, a mescolare il vino con l’acqua e altre sostanze aromatiche, una brocchetta (olpe) e attingitoio (kyathos) per offrire la bevanda, mentre quattro coppe (tre con medaglione sul fondo, una con decorazione a reticolo) e uno skyphos (coppa a forma di tazza con due piccole anse orizzontali) erano utilizzati per bere. Pezzi mirabili, giunti in Italia agli inizi del 2010 per una “tournèe” tra il Palazzo Massimo di Roma, il Museo Salinas di Palermo e poi in Cina (a Shangai), in occasione dell’Expo. In mostra ad Aidone saranno affiancati da una raccolta di reperti inediti provenienti dall’abitazione di Eupòlemos: una grande àrula

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(altare domestico), vasellame da mensa, anelli, stiletti in bronzo e due “singolari” monete separate da 2000 anni di storia, simbolo della romanzesca avventura degli Argenti. Si tratta di una sikeliotan, la moneta coniata a Morgantina intorno al 212 a.C. con l’effige di una dea (Persefone o Demetra), e un cento lire del 1978 con la dea Atena e l’ulivo. Un prezioso indizio per gli archeologi-investigatori che, in un colpo solo, hanno potuto datare il Tesoro di Eupòlemos (anche così sono noti gli Argenti) e gli ultimi scavi clandestini che hanno sottratto alla comunità ennese e siciliana, passato e futuro. Il grande (e giusto) ritorno ad Aidone degli Argenti va ad affiancarsi agli spettacolari Acroliti di Demetra e Kore (restituiti nel 2009 anche loro dagli Stati Uniti), in attesa che il cerchio si chiuda in primavera quando all’appello risponderà un nuovo tesoro: la Venere di Morgantina.

Argenti di Morgantina Dal 3 dicembre 2010 Museo Archeologico, Aidone (En) Info: tel. 093587307


E ancora… La ore della donna Un viaggio nel tempo attraverso storie e immagini dipinte su ceramiche attiche e magnogreche. Volti e scene tutte al femminile, per un ritratto complessivo della donna greca filtrato dallo sguardo dell’uomo, committente e decoratore. Fino al 3 aprile 2011 Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano, Napoli Info: www.palazzozevallos.com Femme au miroir La Donna allo specchio di Tiziano arriva dal Louvre per mostrarsi a Milano nello spazio di un mese. Un dipinto straordinario, dalla forte carica seduttiva, che sdoppia i punti di vista. 3 dicembre 2010 - 6 gennaio 2011 Palazzo Marino, Sala Alessi, Milano Info: numero verde 800149617 Art Fall ‘10 La terza edizione della manifestazione si concentra sulle pratiche performative di artisti italiani e stranieri. Performance da camera, con due diversi programmi danno spazio alla live art e all’incrocio di diversi mezzi espressivi tra pratiche performative, plastiche, visive, musicali e di scrittura. 11 e 18 dicembre 2010 Padiglione d’Arte Contemporanea, Palazzo Massari, Ferrara. Info: tel. 0532244949 Plus ultra Per la prima volta a Roma, una collettiva dalla collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, con un’importante selezione di artisti italiani e internazionali che hanno tracciato la storia dell’arte contemporanea dagli anni Ottanta a oggi. Qualche nome? Damien Hirst, Sarah Lucas, Cerith Wyn Evans, Maurizio Cattelan, Diego Perrone e… molti altri. 17 dicembre 2010 - 20 marzo 2011 MACRO Testaccio, Roma Info: www.macro.roma.museum Invito a Palazzo Palazzo Farnese apre al pubblico (su prenotazione) con la mostra Palazzo Farnese - Dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di Francia. Oltre 150 opere tra dipinti, statue, disegni, sculture, monete, arazzi e ceramiche fanno rivivere cinque secoli del Palazzo: dai fasti cinquecenteschi della Famiglia Farnese al periodo moderno, fino a questi ultimi 135 anni del Palazzo come sede dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’Ecole française de Rome. 17 dicembre 2010 - 27 aprile 2011 Palazzo Farnese, Roma Info: tel. 0632810 Crhomo Sapiens Oltre quarant’anni di attività creativa firmata Pablo Echaurren. Una folta ed effervescente panoramica che svela un fare artistico composito: dall’attività fondamentale di pittore (con le grandi tele su Roma) alle ceramiche (con una sala dedicata a Faenza), ai collage legati al mondo del Futurismo. E, ancora, la grafica, i fumetti, le illustrazioni per testate d’avanguardia, la passione per il rock. 18 dicembre 2010 - 13 marzo 2011 Fondazione Roma Museo, Palazzo Cipolla, Roma Info: www.fondazioneromamuseo.it

In libreria Lucas Cranach: l’altro Rinascimento a cura di Bernard Aikema e Anna Coliva, 24 Ore Cultura, 45 euro Un catalogo da non perdere che accompagna la mostra omonima in corso alla Galleria Borghese di Roma fino al 13 febbraio 2011 (con 45 opere fra le più significative di Cranach, provenienti da collezioni pubbliche europee e statunitensi). 170 immagini a colori in oltre 300 pagine che indagano un linguaggio artistico rinascimentale specifico, una nuova maniera pittorica nella cultura della Germania centrale. Mio sodalizio con De Pisis Giovanni Comisso, Neri Pozza, 12 euro Tra le righe una grande amicizia attraverso la lente dei ricordi e degli incontri quando, «divini ragazzi», Comisso e De Pisis attraversavano Roma e Parigi alla ricerca della bellezza e della libertà. Fino agli ultimi anni del pittore, descritti con la consueta, incantevole dolcezza. The art of vintage Serena Sutcliffe, Jean-Pierre Devroey, Leslie Geddes-Brown, Federico Simonti, Electa, 60 euro Curato (insieme ad altri esperti) dall’enologa Sutcliffe, Direttore dell’International Wine Department di Sotheby’s, propone una prospettiva sull’arte e sulla storia attraverso venti annate di champagnes Perrier-Jouët (dal 1825 al 2002) testimoni “liquide” di 200 anni di storia della Maison. E dello scorrere del gusto.

Città di luce

Seconda edizione del Festival Internazionale della Luce di Milano. La città meneghina si illumina con installazioni, allestimenti, opere luminose d’arte e design. Dal centro alla periferia il paesaggio urbano diventa un palcoscenico di luce e colori a cielo aperto. In scena grandi nomi del panorama internazionale (da Karim Rashid a Gilbert Moity, a Carlotta De Bevilacqua) e giovani talenti delle più importanti scuole di design di Milano. 4 dicembre 2010 - 10 gennaio 2011 - Milano Info: www.ledfestival.it


libri letti per voi

Il libro del mese Sex and the wine Francesca Negri

Curcu & Genovese, 12 euro

C’è Cleo, con tre grandi passioni: tacchi a spillo, cucina e vini. E poi ci sono le quattro amiche del cuore e il loro luogo di ritrovo, il Church, locale alla moda che sforna piatti per gourmet... Il resto della storia è condito dalla consueta ironia della nostra collaboratrice Francesca Negri (il libro si compra anche su www.geishagourmet.com).

Curiosità

Carmen, Cecilia Gobbi e

Nunzia Nigro, Edizioni Curci, 14,90 euro

Chi l’ha detto che l’opera è solo “roba da grandi”? Giochi, quiz, disegni e un CD con i brani più belli avvicinano alla magia della lirica dai sette anni in sù. Leggere e ascoltare per credere.

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di Chiara Corridori

Idee da regalare e cucinare con le dovute... maniere

Dolomiti

Lord of burger

Reinhold Messner Mondadori 49,90 euro Le cime dei “Monti pallidi” da angoli inediti: scatti fotografici e testi sottolineano l’aspra morfologia, fatta di guglie rocciose uniche al mondo, mete di fascino dei viaggiatori fin dal Rinascimento. Geologia, flora e fauna autoctone di un paradiso. «Perché le Dolomiti possano continuare a regalarci inconfondibili panorami esteriori e interiori».

Christophe Arleston, Rachel Zimra, Alessandro Barbucci Bao Publishing 10 euro Squadra che vince non si cambia: il connubio fumetti e cucina, che ha conquistato il Giappone dagli anni ‘80, sta girando il mondo. Da noi è uscita in italiano la serie americana Chew e dallo stesso editore questo primo volume: una commedia culinaria misteriosa. Con prefazione e supervisione gastronomica di Carlo Cracco.

Le migliori ricette di Gusto

200 ricette infallibili

Bentornato galateo

Gioacchino Bonsignore Mondadori 16,90 euro A otto anni dal principio, la rubrica del Tg5 dedicata alle bontà d’Italia arriva in libreria. Lo fa con una selezione di ricette “andate in onda” dal Piemonte alla Sicilia. Così, dall’antipasto al dolce si può scegliere tra le specialità dello Stivale presentate in coppia con il giusto vino e un “tocco di gusto” qua e là, per stupire.

Manuela Vanni Adriano Salani Editore 10 euro Fanno comodo a tutti: soprattutto a Natale, quando si è di turno in famiglia per il pranzo della festa. Chi non sa cucinare, e ci ha provato tante volte arrendendosi, ma anche chi è esperto e appassionato troverà ricette facili, con pochi ingredienti e passaggi. Tutte buonissime e a colpo sicuro.

Alberto Presutti Romano Editore 10 euro Lo stile? Un’attitudine. Che però si può anche imparare. Bastano piccoli gesti per portare eleganza nella vita di tutti i giorni. E il Galateo, per molti diventato sinonimo di vecchi merletti, in chiave moderna è invece un vademecum prezioso nelle più svariate occasioni. Dal colloquio di lavoro al corteggiamento, dall’ospitalità alla corrispondenza.



teatro

di Sandra D’Alessandro

Da non perdere

Nella Tempesta di un sogno La regia firmata Andrea De Rosa dell’ultima opera shakespeariana trasporta in uno scenario ambiguo, sospeso tra veglia e sonno, realtà e finzione, vita e teatro

La Tempesta, del 1611, è l’ultima opera di Shakespeare. I personaggi sono nobili milanesi e napoletani trasportati in un’isola fantastica dei mari lontani. Era passato un po’ più di un secolo dalla scoperta dell’America. Il protagonista Prospero è un uomo maturo, di grande energia e di grande rabbia. Era il duca di Milano: spodestato dal fratello Antonio, con l’aiuto del re di Napoli, e quindi abbandonato al mare, con la figlioletta Miranda, su una scialuppa. Ma Prospero approda miracolosamente su un’isola deserta. Qui, grazie alle sue arti magiche, libera Ariel, uno spirito dell’aria che una strega aveva intrappolato in un albero, e lo costringe a diventare il fedele esecutore di ogni suo ordine. Sull’isola c’è anche un essere maligno e ingenuo, Calibano, che Prospero riesce a sottomettere al suo potere. L’esilio dura da 12 anni quando Prospero, coi suoi artifici, scatena una tempesta: sull’isola naufraga la nave che trasporta, fra tanti, suo fratello Antonio e il re di Napoli col figlio. Fin qui l’antefatto. La Tempesta inizia da qui. Prospero, interpretato da Umberto Orsini, riuscirà ad ottenere il pentimento di tutti e a tutti concederà il suo perdono. Alla fine rinuncia alla sua magia, scaglia in mare il libro della sua arte, restituisce ad Ariel la sua libertà e salpa per l’Italia. «I nostri giochi ora sono finiti… tutto dovrà disfarsi e poi svanire, e questo incorporeo spettacolo non lascerà di sé la più piccola traccia. Noi siamo fatti della stessa materia dei sogni, e la nostra breve vita è avvolta in un sonno». Nello 152 viedelgusto.it

spettacolo, la regia di Andrea De Rosa “trasporta” nel sogno, nell’incubo della giovane Miranda la tempesta, che lascia al risveglio tracce e personaggi schierati in uno scenario ambiguo, tra vigilanza e sonno, realtà e finzione, vita e teatro. Dunque una «tempesta che somiglia a un labirinto dove, come in un sogno, quando provi ad afferrare qualcosa, quello su cui credi di aver messo le mani si dilegua». Produzione: Teatro Stabile di Napoli - Emilia Romagna Teatro – Fondazione Teatro Eliseo 14 - 19 dicembre 2010, Firenze, Teatro della Pergola www.teatrodellapergola.com

Donna Rosita nubile di Federico García Lorca García Lorca la portò alle scene nel 1935. È una commedia dai toni lievi che narra la vita di una donna di provincia, lo scorrere del tempo e la fedeltà a una memoria. Rosita attende fiduciosa il ritorno del suo fidanzato, confortata dalle lettere di lui. Ma intanto le amiche si sposano, il fidanzato non torna, la giovane appassisce. Superbo il cast. Regia e adattamento Lluìs Pasqual. Produzione: Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa. Fino al 12 dicembre, Roma,Teatro Argentina. 14 - 20 dicembre 2010, Genova, Teatro della Corte www.teatrostabilegenova.it La Divina Commedia Gironi infernali, spiagge e giardini celesti. Storie musicate (Marco Frisina) cantate dal vivo: arie drammatiche, pezzi corali e musica rock. Il capolavoro di Dante mescola musica, danza e arte figurativa. I personaggi sono i dannati e i beati più famosi della storia e dell’immaginario collettivo. Una cornice di maxi proiezioni e sorprendenti effetti speciali (Carlo Rambaldi 3 volte premio Oscar). Lo spettacolo (regia Manolo Casalino) è in tournée. 3 dicembre 2010, Sanremo, Teatro Ariston 14 - 19 dicembre, Torino, Teatro Alfieri www.ladivinacommediaopera.it Le signorine di Wilko di Jaroslaw Iwaszkiewicz Tratto da un romanzo polacco ambientato negli anni Trenta e allestito dal regista léttone Alvis Hermanis. Sei attrici, guidate da Laura Marinoni, sono le signorine che vedono riapparire, durante una pigra estate, l’amico d’infanzia Wiktor (Sergio Romano), non ancora quarantenne, che dopo un grave lutto torna nel villaggio della sua infanzia. Produzione: Emilia Romagna Teatro -Unione Europea Progetto Prospero - Teatro Stabile di Napoli - Teatro Stabile di Bologna 7 dicembre 2010, Udine, Teatro Nuovo 9 - 12 dicembre 2010, Ravenna, Teatro Alighieri. 15 - 19 dicembre 2010, Trieste, Teatro Rossetti www.emiliaromagnateatro.com InCanto dall’Orlando Furioso Personaggi e storie di iperbolica immaginazione e di universale umanità. La coreografia di Mauro Bigonzetti è una traduzione in danza dell’Orlando Furioso, liberamente ispirata a episodi del poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, all’amore, la guerra, la precarietà della ragione, la follia. Le scelte musicali vanno da Weber, Shostacovic, Verdi, Händel. Produzione: Aterballetto - Fondazione Nazionale della Danza - Fondazione I Teatri 17 - 19 dicembre 2010: Roma, Teatro Argentina www.teatrodiroma.net/index_argentina.htm


cinema

di Umberto Mortelliti

da non perdere Jackass 3d

Arriva nelle sale italiane l’atteso ritorno della banda di Johnny Knoxville, Steve-O e Bam Margera alla ricerca di nuovi spericolati e ridicoli stunt e imperdibili scherzi. Azione dal 3 dicembre Megamind

Turisti in laguna Dopo cinque anni, esce a metà dicembre l’attesa risposta americana al film francese diretto da Anthony Zimmer Florian Henckel von Donnersmarck, dopo il successo di “Le vite degli altri” che lo ha portato a vincere il Premio Oscar come miglior film straniero nel 2007, ritorna sui grandi schermi con “The Tourist”. Inizialmente la pellicola, secondo la prima bozza stilata dal gruppo di produzione della Columbia Pictures, doveva essere diretta da Barhat Nalluri, e avere come protagonisti Tom Cruise e Charlize Theron. Successivamente Cruise, Theron e Nalluri abbandonano il progetto e solo dopo altri nomi e altre sostituzioni si arriva al cast definitivo con la super coppia di protagonisti: Angeline Jolie e Johnny Depp. Thriller interessante, remake del film francese di Antonhy Zimmer uscito nel 2005, un film di spionaggio ambientato nelle più belle città d’Europa. Il protagonista Frank Taylor (Johnny Depp) è un turista americano catturato dalla bella e intrigante agente dell’interpool Cara Manson (Angelina Jolie) che lo porta con sé alla disperata ricerca di un pericoloso criminale con cui lei ha avuto in passato una relazione. Naturalmente come il copione vuole nella maggior

parte dei casi (e come vuol far intendere il regista) parallelamente alla struttura del racconto si crea un’insolita e paradossale storia d’amore resa tale dalle diversità caratteriali dei due personaggi: lei elegante, sofisticata, arguta e colta, lui l’opposto. Il film ambientato in parte a Venezia vede la partecipazione di diversi attori italiani tra cui: Nino Frassica, Cristian De Sica, Raoul Bova e Neri Marcorè.

Nuovo lavoro della Dream Works, con Brad Pitt. Il supercattivo Megamind si trova a combattere la sua stessa creatura Titan, concepita per sostituire in forza l’eroe Metro Man, che si dimostra ostile al suo padrone e minaccia seriamente di conquistare il mondo per distruggerlo. Animazione dal 17 dicembre Tron Legacy

Kevin (Jeff Bridges) è uno sviluppatore di videogiochi che viene catapultato nel mondo virtuale di un gioco arcade. A distanza di vent’anni il figlio Sam (Garrett Hedlund) svela l’arcano, ritrova suo padre e si imbarca con lui in un tortuoso viaggio alla ricerca della salvezza attraverso l’universo-cyber. Fantascienza dal 29 dicembre

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le selezioni Ogni mese per voi il meglio dell’Italia che merita


selezioni

Dalla terra, con amore

In apertura, una veduta dai Gradoni,il prestigioso vigneto posto alle spalle dell’azienda; A destra, uno scorcio del suggestivo borgo di Villa

Passione per il mondo del vino, rispetto per la natura e le tradizioni, costante ricerca dell’eccellenza: questi gli ingredienti del successo di Villa Franciacorta che festeggia il suo 50°compleanno con la speciale Cuvée RNA

La storia dell’azienda Villa Franciacorta inizia nel 1960, quando la famiglia Bianchi rileva il borgo medioevale di Villa, piccola frazione di Monticelli di Brusati, allora in rovina. Alessandro Bianchi intuisce subito le enormi potenzialità del luogo dal punto di vista vitivinicolo e, con l’obiettivo di riportarlo all’antico splendore, inizia ad investire nella ricerca geopedologica ed enologica e nel recupero dei vecchi edifici. Da quel momento il borgo torna a rianimarsi, e l’azienda a crescere, vendemmia dopo vendemmia, trasformandosi gradualmente in eccellente e pluripremiata realtà vitivinicola. Oggi, a cinquant’anni dalla fondazione, la maison produce oltre 310.000 bottiglie, delle quali 260.000 rappresentate da Franciacorta Docg e le restanti 50.000 da Curtefranca Doc e Sebino Igt, e vanta una cantina di oltre 2.700 mq: un vero e proprio monumento all’antica tradizione del metodo Franciacorta. Grazie alla continua attenzione alla qualità, in primis del terreno e delle uve, provenienti esclusivamente dai 37 ha vitati di proprietà, e alla scelta di millesimare ogni prodotto, Villa è oggi un punto di riferimento sul territorio. Anche in fatto di ospitalità e buon cibo; nell’antico borgo sorge l’incantevole agriturismo Villa Gradoni, un ambiente unico per godere della pace e del relax che da sempre appartengono a questo luogo.


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Valori come la passione per la terra e la ricerca del sapere rappresentano, oggi come ieri, l’essenza Villa Franciacorta, che celebra mezzo secolo di successi con la preziosa Cuvée RNA. Nobile è anche il “cuore” di questa bottiglia: con RNA infatti Villa sostiene un importante progetto benefico: “Una bollicina per un sorriso” finalizzato alla ricostruzione delle Scuole di Strada che la Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus sta portando avanti in Haiti: attraverso la vendita di mille bottiglie di RNA, la cantina VILLA contribuirà al progetto con la donazione di un’aula di una Scuola. Un modo particolare per festeggiare i 50 anni, condividendo con chi è meno fortunato un momento di gioia e trasformarlo in occasione di crescita.

Azienda Agricola Villa Località Villa, 12 Monticelli Brusati (BS) Tel. 030652 329 info@villafranciacorta.it www.villafranciacorta.it

In questa pagina, in alto a sinistra, Alessandro Bianchi, fondatore di Villa Franciacorta, mentre “ascolta” il vino all’interno della cantina, cuore e passione della famiglia

RNA - Riserva Nobile Alessandro Bianchi - è un Franciacorta Extra Brut 2004 che unisce alla grande struttura un gusto raffinato ed elegante. Perlage finissimo e persistente, colore cristallino e vivace dai riflessi dorati, RNA è il frutto di un’accurata selezione delle migliori basi Franciacorta dell’annata 2004. Il bouquet ricco, fragrante, intenso dal quale si sprigionano ampie e profumate note floreali, colpisce sin dal primo istante. In bocca, grazie all’esiguo grado zuccherino, risulta asciutto e pulito. Il gusto è pieno, perfettamente equilibrato e persistente.


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sapori autentici della Terra di Brisighella

I tesori di Brisighella La Cooperativa della bella cittadina collinare ci guida alla scoperta delle eccellenze produttive della Valle del Lamone, da sempre vocata alla coltivazione dell’olivo e della vite La Cooperativa Terra di Brisighella, nata nel 1962 da un’idea di 16 viticoltori, raggruppa oggi il 90% dei produttori della zona - 500 soci per l’uva e 300 soci per le olive - e vanta una produzione totale di 100.000 ettolitri di vino e 60.000 litri d’olio. Valorizzare al massimo la qualità della produzione olivicola e vinicola locale - l’antico borgo di Brisighella si trova sui primi contrafforti dell’Appennino Tosco-Romagnolo - è il principale obiettivo della Cooperativa, che dal 1975 offre una precisa identificazione di tipicità ed origine ai propri olii extra vergini d’oliva, caratterizzati da fragranze ed aromi unici. Ottima la qualità del vino in questa terra tradizionalmente legata anche alla viticoltura, che si estende su una superficie di circa 1000 ettari, prevalentemente in collina per i vitigni rossi - Sangiovese, Merlot, Cabernet-Sauvignon e Ciliegiolo - e nel fondo valle per i vitigni bianchi: Albana di Romagna, Trebbiano, Pignoletto, Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon. La Cooperativa, sempre tesa al raggiungimento del massimo livello qualitativo ed organolettico dell’olio, utilizza esclusivamente olive di produzione locale, tra cui, predominante, la “Nostrana di Brisighella”. Le olive sono raccolte a mano per brucatura e al giusto punto di maturazione, consegnate al frantoio per la molitura a freddo; l’estrazione si effettua con il metodo Sinolea (per percolamento), a temperatura controllata. Dal 1996 l’Unione Europea ha concesso il riconoscimento della Dop all’olio extra vergine di oliva di Brisighella con la denominazione “Brisighella Dop”.

Terra di Brisighella offre una gamma di prodotti tipici del territorio, una riscoperta di gusti e sapori, un “amarcord” di piaceri per le vostre tavole, dei vostri amici, parenti, colleghi, soci, dipendenti... Un ricco campionario di offerte interessanti ed idee originali per regali e cesti di natale, o ogni altro momento si voglia ricordare con un pensiero da condividere e gustare piacevolmente in compagnia.

Terra di Brisighella Via Strada 2 - Brisighella (Ra) Tel. 054681103 - Fax 054681497 info@brisighello.net www.brisighello.net


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Sapori preziosi La tradizione è di casa all’azienda agricola Bittarelli che vanta la produzione di un prelibatissimo legume, la Fagiolina del Trasimeno A Poggio del Sole, sulle incantevoli colline del Lago Trasimeno, la famiglia Bittarelli vive e lavora dal 1940, prima come contadini e poi come proprietari della loro azienda, nata nel 1970. Questa realtà, rigorosamente a conduzione famigliare, si estende su circa 30 ettari e utilizza il metodo della rotazione dei terreni e della bassa concimazione per ottenere un raccolto di ottima qualità. La produzione è rappresentata prevalentemente da cereali e legumi: dal 2003 sono stati introdotti ceci piccoli nazionali, farro, orzo, cicerchie e Fagiolina del Trasimeno. L’antichissimo legume ha trovato in questi luoghi il clima e i terreni ideali per diventare un prodotto unico e di alto livello qualitativo tanto da essere inserito dal 2000 fra i presidi Slow Food. Il Consorzio Fagiolina del Trasimeno tutela quest’eccellenza dal 2003 mentre nel 2006 alcune aziende del Consorzio hanno aderito al progetto di filiera Prodotti del Casolare, nato per garantire ai consumatori la tracciabilità del prodotto.

Cereali, zuppe, olio, legumi: tante, genuine e prelibate le proposte dell’azienda agricola Bittarelli. Il fiore all’occhiello della produzione è la Fagiolina del Trasimeno, legume tipico della zona, coltivato nel pieno rispetto dell’ambiente senza l’utilizzo di particolari concimazioni o di trattamenti antiparassitari e insetticidi. Di piccole dimensioni, è stato valorizzato dalla cucina moderna come ingrediente di squisite ricette ma è delizioso anche gustato al naturale.

Azienda Agricola Bittarelli Loc. Poggio del Sole, Vaiano, Castiglione del Lago (PG) Tel. 0759527072 info@agricolabittarelli.it www.agricolabittarelli.it


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Cioccolato, avanti tutta!

Tradizione e futuro dell’azienda bolognese Arlotti & Sartoni, specializzata in pralineria di lusso dal 1976 e prima in Italia a realizzare prodotti di cioccolato biologico

La golosa storia di Arlotti & Sartoni inizia più di trent’anni fa, quando Daniele Arlotti rileva la ditta Praly, specializzata nella produzione di pralineria artigianale e uova di Pasqua decorate a mano. Nel 1994 l’incontro con Giuseppe Sartoni porta alla nascita, nel 1995, dell’azienda Arlotti & Sartori, che mantiene il marchio Praly, garanzia di qualità nel mondo dell’alta pasticceria. Forte di una tradizione consolidata - le squisite e raffinate praline, fiore all’occhiello dell’azienda, sono apprezzate in tutto il Paese - Arlotti & Sartoni guarda avanti e, prima in Italia, inizia a realizzare prodotti di cioccolato biologico, confermando la propria vocazione alla genuinità. Nascono I Sarlotti - acronimo dei due cognomi -, gli snack di cioccolato con cereali soffiati 100% biologici: l’azienda si specializza, diventando in breve tempo leader in Italia in questo micro-mercato e iniziando, dal 2001, l’avventura dell’esportazione. Oggi Arlotti e Sartoni ha un obiettivo: diventare leader in Europa, sempre nel rispetto della massima qualità, e riuscire ad abbattere i prezzi per consentire ad un pubblico più vasto di godere di queste leccornie genuine.

Arlotti & Sartoni sas via Gherghenzano 1/2 S.Giorgio di Piano (Bologna) Tel. +390516636090 Fax +390516636052 isarlotti@libero.it www.isarlotti.com

Deliziose e raffinate praline ma anche gustosi e sanissimi bio-snack: la maestria artigianale di Arlotti & Sartoni continua, oggi come ieri, nel nome dell’alta qualità. Accanto ai cioccolatini e alle uova di Pasqua, ecco i Sarlotti, leggeri snack di cioccolato (fondente o al latte) e cereali soffiati - riso, farro, miglio, amaranto, quinoa, kamut - 100% biologici, ovvero realizzati con materie prime provenienti da coltivazioni in cui non sono state utilizzate sostanze chimiche. Tutti i prodotti dell’azienda sono certificati AIAB e hanno un codice identificativo (H 315) che compare sulle etichette.


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Seduzioni di Pantelleria Nel cuore dell’isola del vento, dal fascino forte e selvaggio, l’azienda agricola Alagna punta sempre all’eccellenza dei suoi vini

Un’isola dal paesaggio ammaliante dove storia, natura e sapori autentici si fondono in armonia. Ma soprattutto una terra di vini straordinari. In uno dei luoghi più incontaminati di Pantelleria, a “Dietro l’Isola”, si estende per circa dieci ettari l’Azienda Agricola Alagna, nata dalla passione di Enzo Alagna - appartenente ad una famiglia di coltivatori della terra e già proprietario dei poderi di baglio Mafì in provincia di Marsala che trent’anni fa iniziò qui la sua attività di viticoltore. L’amore per la terra e la volontà di ottenere prodotti di alto livello qualitativo sono i principi ispiratori della realtà vitinicola “adagiata su un’altura che divide cielo e mare”, che coinvolge anche le due figlie di Enzo: Anna e Sara. Da questo comune amore sono nati vini impeccabili autoctoni di Pantelleria come il Capo Zebib e l’Eliotes, perfetti da gustare con la tradizionale pasticceria siciliana. Nella sua tenuta di Marsala, Enzo produce invece un bianco e un rosso di notevoli virtù: Il Grillo bianco di Sicilia IGT, uno dei più classici vini autoctoni siciliani, e il Cabernet Sauvignon Rosso Sicilia IGT, entrambi contraddistinti dalla specificazione Baglio Mafì. Il Capo Zebib è un passito naturale di Pantelleria Doc ottenuto da uve in purezza di Moscato di Alessandria (Zibibbo), raccolte a mano dopo la metà d’agosto e appassite su graticci. A settembre si raccolgono le uve per la produzione del mosto cui durante la fermentazione si aggiunge l’uva già appassita e, dopo una soffice pressatura, si passa all’affinamento. E’ un vino da meditazione con piacevoli sentori di albicocche e pesche mature, fichi secchi e miele. L’Eliotes moscato naturale di Pantelleria Doc è un vino bianco naturale dolce ottenuto dal Moscato d’Alessandria in purezza, massima espressione dello Zibibbo. Elegante e raffinato con le sue note di fiori d’arancio e mele mature e un gusto dolce e mai stucchevole.

Azienda agricola Alagna cantina Contrada Dietro l’isola s.n. Pantelleria (TP) Ufficio commerciale: Contrada S.S. Filippo e Giacomo 20 Marsala (Tp) Tel- fax 0923020585 - Cell. 3275614952


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Paradiso

made in Toscana La tenuta del Casellino è il punto di partenza ideale per chi desidera visitare la Toscana. Situata in una posizione strategica, vicino alle principali città d’arte, e in un meraviglioso scenario naturale, offre un indimenticabile soggiorno all’insegna del relax. La struttura, in origine parte di una proprietà donata nel 1711 dal Conte da Verrazzano all’ordine di San Francesco di Sales, dispone di case accoglienti, ristrutturate nel pieno rispetto degli edifici originali e arredate con mobili antichi, dotate di ogni confort moderno e di tutto il necessario per consumare i pasti all’aria aperta. Gli ospiti della tenuta possono godere di una splendida piscina con vista sulla campagna circostante e raggiungere comodamente numerosi centri e ottimi ristoranti. L’azienda agricola comprende vasti uliveti – il Casellino produce e imbottiglia un olio extravergine d’altissima qualità – ma anche un frutteto, un orto e un giardino che offrono sempre fiori freschi e prodotti della terra appena colti. I 18 ettari di boschi che ammantano parte della tenuta sono ricchi di animali e di numerose specie botaniche anche grazie al grande impegno profuso per mantenere intatto l’ambiente naturale.

Il Casellino vanta eccellenti prodotti gastronomici e cosmetici, come gli olii per massaggi che sfruttano le straordinarie proprietà dell’olio d’oliva Campo di Torri

I terreni del Casellino sono noti sin dal 1586 per la loro vocazione alle vigne e agli oliveti. L’azienda agricola, che oggi dedica circa 16 dei suoi 38 ettari alla coltura dell’olivo e vanta una produzione interamente biologica certificata dall’ICEA, abbina solo metodi tradizionali e naturali per realizzare un’autentica opera d’arte: l’olio extravergine d’oliva Campo di Torri, unico per armonia di profumo, di gusto e di colore e per l’eccellenza delle sue proprietà.

Il Casellino Torri Villa, 49 Rignano Sull’Arno (Fi) Tel. +39 0248100112 - 055 8305320 info@casellino.com www.casellino.com


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Gioielli di pasta La società Le Terre di Corleone Srl, oggi alla guida dell’Antico Pastificio Coletti, continua ad operare nel pieno rispetto dei metodi artigianali per offrire un prodotto genuino e di alta qualità La tradizione artigianale dell’Antico Pastificio Coletti, nato nel 1840 nel cuore di Corleone, continua sotto la conduzione della società Le Terre di Corleone Srl, che produce e commercializza pasta essiccata usando semola proveniente da una miscela di grano duro coltivato nei terreni del corleonese e in quelli confiscati alla criminalità organizzata. Ma come si produce una pasta di così alta qualità? La prima fase della lavorazione avviene nella vasca d’impasto della pressa tipo Braibanti IV serie, dove semola ed acqua sono miscelati e dosati in maniera minuziosa ad una temperatura di 35° C. L’impasto, raggiunta la giusta consistenza, è spinto da una vite di compressione verso la trafila d’estrusione per assumere la forma desiderata. La pasta corta è tagliata con taglierini automatici e posta nelle griglie d’essiccazione mentre quella lunga è stesa nelle canne e rifilata a mano prima di essere collocata nel tunnel di pre-incartamento ad una temperatura costante di 40° C. La pasta rimane per 40/50 ore nelle celle di legno, dove l’umidità è ridotta a valori inferiori a 12,50% in maniera lenta e costante per evitare rotture, fessurazioni e deformazioni. Il risultato? Le proprietà organolettiche del prodotto restano invariate. Anche il confezionamento avviene manualmente e rappresenta l’ultima fase di controllo e garanzia di una pasta eccellente, apprezzata da tutti.

Le Terre di Corleone srl produce pasta artigianale senza conservanti né coloranti, essiccata a bassa temperatura in celle di legno e lavorata secondo le tecniche del vecchio pastaio che continua a visitare il laboratorio per verificare le modalità di produzione e dare consigli. Il controllo accurato di tutte le fasi, dalla trafilatura all’impacchettamento, assicura la genuinità del prodotto, conosciuto nei mercati nazionali ed esteri con il marchio Le Terre Di Corleone, e presente negli Stati Uniti, in Giappone, Svizzera, Francia, Danimarca, Polonia ed Australia.

Le Terre di Corleone srl a socio unico Via Santa Lucia 3/5 - Corleone (PA) Tel./Fax 0918467360 Cell. 3279098042 www.anticopastificiocolletti.com anticopastificiocolletti@gmail.com


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Un tartufo da record

Nel cuore della Toscana, dagli inizi degli anni ’20, la famiglia Savini si occupa di Tartufi garantendone il pregio e la sicura provenienza Il racconto di una passione senza fine: è quello di Cristiano Savini che, insieme a Romina, rappresenta la quarta generazione di una famiglia che dagli inizi del secolo scorso con Zelindo Savini e poi con Luciano, si è completamente dedicata al mondo del Tartufo: dalla raccolta alla selezione, dalla pulizia alla lavorazione, dal confezionamento alla consegna. Una storia lunga e saldamente legata al territorio toscano, compreso tra le città di Pisa, Firenze e Siena (Palaia, San Miniato e Volterra), da sempre prediletto dal Tartufo: “un’ubicazione che ci permette di avere Tartufi tutto l’anno, dal tartufo nero pregiato al tartufo scorzone invernale, dal tartufo bianchetto al tartufo scorzone estivo per arrivare al Tartufo bianco per eccellenza: il Tuber magnatum Pico”, spiega Cristiano Savini. Una zona che la famiglia e i suoi tartufai percorrono quasi quotidianamente, a garanzia dell’alta qualità e della sicura provenienza dei propri Tartufi, selezionati uno ad uno dallo stesso Cristiano e da Luciano Savini, e messi poi in commercio sia freschi che conservati o sottoforma di prodotti lavorati, con metodi rigorosamente artigianali, nelle cucine dell’azienda. La Savini Tartufi vanta un’annata travolgente e piena d’emozioni: “Nel 2007 siamo entrati nella storia del Guinness dei Primati per aver rinvenuto il Tartufo Bianco Gigante del peso di 1,497 kg, con cui abbiamo battuto il Record Mondiale per il tartufo più grande e per il prezzo più alto mai pagato per un Tartufo Bianco, 330.000$”, racconta orgoglioso Cristiano Savini. Tradizione, esperienza ed entusiasmo senza fine continuano a guidare l’attività di famiglia, oggi come ieri.

Savini Tartufi Srl Piazza C.D’Ascanio Loc. Montanelli Forcoli (Pisa) Tel. +39 0587628037- 629339 info@savinitartufi.it - www.savinitartufi.it


selezioni

ENCOMIO ALLA QUALITÀ - IDENTITÀ DI UN’AZIENDA Parliamo spesso di qualità in vigna e in cantina per ottenere un prodotto speciale, e questa è sicuramente la prerogativa di Terredora, l’azienda vitivinicola che nasce a Montefusco in provincia di Avellino. Ho avuto occasione di conoscere l’azienda ma soprattutto una famiglia, quella di Walter Mastroberardino, con i figli, Daniela, Lucio e Paolo, che mi hanno insegnato la filosofia della vigna. Ogni volta rivedo le colline dove domina la vite, che fa dono di grappoli d’uva che soltanto mani esperte sapranno trasformare in ottimo vino. E l’esperienza dei padri si traduce in competenza, che in cantina diventa qualità e identità. I vini Terredora sono riconoscibili dal nome ma soprattutto dai profumi, che in bocca lasciano un ricordo indelebile. Mi sono fatto raccontare tutto di questo territorio, ho chiesto a Paolo Mastroberardino, Presidente dell’Unione Sommeliers di Asso gusto ed enologo insieme al fratello Lucio, com’é possibile avere una così variegata tipologia di terreni. Sono queste – ci dice - le zone più vocate alla coltivazione della vigna, allora impariamo che CampoRe è il terroir coltivato sia a Fiano che ad Aglianico, per ottenere le Grandi Riserve del Fiano di Avellino Docg, e del Taurasi CampoRe Docg. Un al-

tro territorio il Terre di Dora, importante perchè da qui nascono altri crù di Fiano di Avellino Docg, e poi ancora con Terre degli Angeli, Loggia della Serra e Pioppo del Cappuccino, da cui nascono i crù di Greco di Tufo Docg, che vi esorto a bere, insieme alla Falanghina e all’Aglianico nati sul terreno dei Casali della Baronia. Terreni che evocano lavoro che viene ripagato dalla soddisfazione di essere riusciti a ottenere un vino ricercato. In ogni sorso di Greco di Tufo trovate la differenza, Loggia della Serra, o Terre degli Angeli. Il Fiano di Avellino del crù CampoRe e quello di Terre di Dora, per non parlare dell’Aglianico, che poi diventa Taurasi con gli anni trascorsi in cantina, e in un sorso sentiremo i profumi di un vino dove le mani sono quelle di uomini cresciuti con l’idea di dare identità ai loro vini, come fossero figli, che una volta cresciuti, saranno apprezzati per la loro qualità. Terredora di Paolo s.s.a. (Società Semplice Agricola) Via Serra Snc - 83030 - Montefusco (Av) - Italia Tel.++39.0825.968215 - Fax ++39.0825.963022 www.terredora.com - info@terredora.com

Sformato di Patate al Selenio in crema di Zafferano e petto d’Oca dolcemente affumicato Ingredienti per 6 persone. 3 dl Latte - 60 gr. di farina - 60 gr. burro - 3 uova - 100 gr. parmigiano reggiano - 200 gr. patate lessate - 12 fette di petto d’oca affumicato. Per la salsa - 100 gr, porri - olio extravergine d’oliva - Brodo vegetale - 1 bustina di zafferano Procedimento Fare una besciamella con farina ,latte e burro. Fuori dal fuoco aggiungere il parmigiano, e le patate lesse , incorporare in 3 rossi d’uovo e gli albumi montati a neve. Dividere il composto in 6 contenitori da sformato e cuocere in forno a 180 gradi a bagno maria.Per la salsa: rosolare il porro in poco olio, aggiungere il brodo vegetale, e 1 bustina di zafferano. Legare la salsa con il roux di farina, e olio di oliva. Disporre la salsa nei piatti, sformare gli sformatini. Disporre su ogni sformato 2 fettine di petto d’oca intiepidito leggermente. Quindi servire.

Franco Rossi Ristorante Nel cuore di Bologna Franco e Lino Rossi insieme al sommelier Giuseppe Pirpignani vi accolgono in un ambiente intimo ed elegante: il ristorante Franco Rossi. La cucina ricercata ma legata alla tradizione, la cura dei dettagli e una grande passione per l’arte delle ristorazione renderanno la vostra serata indimenticabile. Gustare per credere! Via Goito, 3 Bologna Tel e fax 051238818 - www.ristorantefrancorossi.it


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L’oro delle olive Il Frantoio Sallemi vanta un olio all’altezza dei più importanti concorsi oleari Nel campo oleario dal 1873 il Frantoio Sallemi ha una lunga tradizione caratterizzata da serietà, onestà e professionalità. Grazie a questi segni distintivi la Ditta Sallemi può vantare un frantoio all’avanguardia e uno stoccaggio di olio a temperatura controllata con impianto di azoto che permettono di produrre un olio extra vergine di oliva non solo all’altezza di partecipare alle più importanti manifestazioni olearie, come SOL-Verona e l’Orciolo d’Oro-Gradara, ricevendo inoltre numerosi riconoscimenti e premi ma anche di fare un ulteriore salto di qualità. Nel 1999, infatti, Raffaele Sallemi, il titolare, riesce a far conoscere il suo olio anche fuori dal territorio locale. Caratteristica unica del prodotto è la sua qualità che nasce dall’azione e dalla forza di numerosi e diversi fattori che si combinano assieme, quali la varietà e l’ambiente, gli aspetti agronomici, la raccolta a mano e, non ultime, le tecniche di estrazione (a ciclo continuo a freddo) e la conservazione. Tutto ciò concorre a far ricevere alla Ditta Sallemi il riconoscimento più importante, ovvero quello dei propri clienti che diffondono il loro apprezzamento e i loro elogi della produzione che non si limita all’olio ma comprende anche altri prodotti di grande qualità come le conserve vegetali con olio extra vergine di oliva lavorati in modo tradizionale.

Il premio Il Frantoio Sallemi non è digiuno dal vincere concorsi dedicati all’olio. Ultimo in ordine di data “L’Orciolo d’Oro” organizzato dall’Enohobby Club dei Colli Malatestiani, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, della Regione Marche e dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio nelle giornate del 30 e 31 marzo scorso ha assegnato il primo posto della classifica nella categoria Oli Extra Vergini di Oliva a denominazione di origine protetta e a indicazione geografica proprio il Frantoio Sallemi con l’olio extra vergine di oliva “Re Olio” Monti Iblei sottozona Gulfi.

Frantoio Sallemi Raffaele Sas Via Piave 1 Comiso (Rg) Tel. 0932963424 frantoio-sallemi.it


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Un brindisi mediterraneo Sperimentazione, ricerca e innovazione sono parole d’ordine per l’azienda Luna Sicana che debutta con uno spumante esclusivo. Dal profumo di Sicilia Luna Sicana fa il suo esordio sullo scenario enogastronomico e decide di farlo col “botto”, lanciando Luna y Sol, uno spumante brut dalle caratteristiche uniche, quali la vinificazione in bianco di uve di nero d’avola di proprietà. La vendemmia è effettuata ai primi di agosto , momento di ottimale rapporto zuccheri/acidità per conseguire uno spumante di qualità superiore. La raccolta, fatta rigorosamente a mano in cassetta, avviene dalle cinque alle dieci del mattino per preservare la freschezza delle uve e non perdere gli aromi più fini. Ma come avviene la vinificazione in bianco di uva a bacca rossa? Attraverso una rapida ma soffice pressatura capace di separare subito dalle bucce il primo “mosto fiore”, immediatamente raffreddato per assicurare una separazione “statica” del mosto pulito dalle fecce. Lo spumante Luna y Sol, anima dell’azienda, è una sperimentazione ardita che non potrà che sorprendere e deliziare al primo sorso…

Il naso si apre delicatamente con il ricordo di un prato in fiore, i toni assumono poi sostanza con la frutta bianca e i pistilli di zafferano, si arricchiscono di mineralità e macchia mediterranea con rosmarino e timo selvatico. Più passa il tempo nel bicchiere e più si intensifica la coralità delle sue componenti odorose che si fanno complesse, chiudendo con melograno ed agrumi. In bocca mantiene tutte le sue promesse. Con uno sviluppo fresco e tonico tornano la frutta e le erbe, lo slancio è dinamico; chiude con un ritorno salino ed agrumato di incredibile precisione e persistenza…Gustare per credere!

Società Agricola Luna Sicana spa Contrada Piana Buffa Casteltermini Agrigento info@lunasicana.it

“Il sole e la terra hanno donato calore e vita al frutto, la luna gli ha regalato l’anima”


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Ai piedi del Monte Amiata, un’azienda agricola biologica che conquista con i propri prodotti e molto di più. Benvenuti allo Spicchio, un sogno di natura e genuinità tutto da condividere

Allevare secondo natura, trasformare con cura i prodotti seguendo antiche tradizioni alla continua ricerca della qualità. Questa la filosofia dell’azienda lo Spicchio, nata nel 2003 da un’idea di Enzo Foi, desideroso di creare uno spazio dedicato ad una migliore sensibilità del cibo e della vita. Situata nell’antico Molinaccio di Campiglia d’Orcia, Lo Spicchio è una realtà di circa 60 ettari di cui 40 bosco in parte dedicati all’allevamento di maiali bradi di Cinta Senese, polli, faraone, conigli, tacchini. Prelibati salumi ma anche olio, frutti di bosco, frutta e ortaggi - tutti rigorosamente biologici - sono le eccellenze produttive dell’azienda. Dalle carni di Cinta Senese, lavorate secondo i metodi dell’Amiata - stagionatura a 700 metri s.l.m con sale, erbe aromatiche e spezie di origine biologica - si ricavano solo prodotti di eccellenza. Il rispetto dei ritmi naturali, l’ambiente di vita e il tipo di alimentazione degli animali conferiscono alle loro carni garanzia di qualità. L’olio prodotto dallo Spicchio è frutto della spremitura a freddo di olive varietà moraiolo, leccino, frantoio e pendolino, raccolte a mano per assicurare al massimo gusto e aromi.

Lo Spicchio Via del Banditone, Campiglia d’Orcia (Siena) Tel. e fax 0577873513 info@lospicchio.com www.lospicchio.com

Uno spicchio di Val d’Orcia

Lo Spicchio fa della qualità della carne e degli altri prodotti biologici il proprio punto di forza. Protagonista assoluto il maiale di cinta senese da cui si ricavano prodotti dal sapore inconfondibile. Ingredienti sani, profumi di ortaggi del luogo, carni ottenute da animali allevati naturalmente sono le materie prime alla base dei piatti preparati nell’accogliente Locanda, dotata anche di quattro camere per soggiornare. L’azienda parte dal cibo e dal mangiar sano per abbracciare una filosofia di vita ispirata al rispetto e alla tutela del territorio e delle sue risorse.


selezioni Nella fascia più assolata dell’isola, in un cuneo che lambisce i territori di Caltanissetta e Palermo e che si estende sino alle coste di Agrigento, Viticultori Associati Canicattì è qui impegnata a rappresentare la Sicilia del vino di qualità. In questo territorio unico e straordinario, disegnato da dolci colline, fortemente vocato alla produzione di uve di pregio, quarant’anni fa nasceva un sogno produttivo che oggi giunge alla sua massima espressione. Una realtà che dal cuore della terra, dall’essenza della Sicilia, conquista sempre più respiro internazionale, con prodotti moderni, ormai presenti in ogni luogo e per ogni consumatore.

cva: qualità e territorio per un 2010 da record Presidente Giovanni Greco, su cosa si fonda la filosofia produttiva di Viticultori Associati Canicattì? Direi nella ricerca costante della miglior espressione della sicilianità. Abbiamo una vasta gamma di vini, che comprende anche vitigni internazionali, ma il nostro impegno è quello di far esprimere al meglio i più promettenti vitigni del territorio, a partire dal Nero d’Avola. Vini unici, autoctoni, espressione piena di un territorio viticolo fortemente vocato.

Il Nero d’Avola Aynat, vino di punta di Viticultori Associati Canicattì, ha conseguito prestigiosi riconoscimenti tra cui la Gran Medaglia d’oro a Vinitaly 2010 e al 10° Gran premio internazionale del vino MundusVini.

Il territorio come chiave di volta per una produzione di qualità? Certamente, ma non solo. Oltre al nostro territorio, con il suo clima e il suo suolo ricco di sostanze minerali, che deve potersi esprimere al meglio in tutte quelle sue peculiarità che lo rendono unico per la produzione di vini di qualità, contribuiscono anche le risorse umane nel creare un valore aggiunto: i nostri 450 soci conferenti che, con dedizione, scrupolosità e orgoglio, partecipano in modo sostanziale al nostro progetto produttivo. Senza dimenticare poi che in cantina, ad affiancare la guida tecnica dell’enologo Angelo Molito, abbiamo Tonino Guzzo, anche lui siciliano, attento e prestigioso interprete dalla Sicilia del vino di qualità. E poi, la straordinaria vendemmia di quest’anno non potrà che premiare con profumi intensi ed eleganti sensazioni tutti i nostri sforzi.

Un sogno produttivo che ha trovato conferme? La qualità va premiata, su questo si sono trovati d’accordo i giurati di diversi concorsi enologici nei quali abbiamo avuto l’orgoglio e il coraggio di mettere alla prova le nostre etichette. I riconoscimenti ottenuti hanno sorpreso tutti, noi per primi. Un onore e una responsabilità aver conseguito al Vinitaly di quest’anno la menzione di miglior cantina della regione Sicilia. Questo riconoscimento – che comprende anche la Gran Medaglia d’oro conquistata dal nostro vino di punta, il Nero d’Avola Aynat – è un traguardo, ma anche una responsabilità che ci impone di continuare su questa rotta. Tante poi le medaglie al Concours Mondial de Bruxelles e di grande valore poi, sempre per citare il nostro vino di punta, la medaglia d’oro all’Aynat al 10° Gran premio internazionale del vino MundusVini. E il consumatore? Le più grandi soddisfazioni arrivano proprio da chi inizia a scoprire i nostri prodotti e da chi continua dopo tanti anni a trarne piacere. Confidiamo che continueranno a crescere, almeno quelli che, oltre a voler acquistare il miglior rapporto tra qualità e prezzo, vorranno sorseggiare un’espressione autentica di Sicilia. www.viticultoriassociati.it


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Rubino di Sicilia A Licata, tra i colli tappezzati di macchia mediterranea, Quignones ci accoglie col suo Petit Verdot. Per un’estasi dei sensi

Sul lembo occidentale del Golfo di Gela, Licata sfiora l’acqua con una striscia costiera frastagliata che ha saputo preservare nel tempo il suo fascino selvaggio. L’azienda Quignones si trova in questo meraviglioso angolo di Sicilia, proprio sulle colline che si adagiano dolcemente prima di tuffarsi nell’azzurro del Mar Mediterraneo. Un luogo unico che emoziona non solo per le caratteristiche del paesaggio. Le particolari condizioni climatiche della zona, caratterizzata da inverni miti ed estati soleggiate, ha consentito la coltivazione del petit verdot, vitigno di origine francese che ha incontrato un grande successo sul suolo italiano, prima nella zona della bassa Toscana e successivamente anche in Sicilia. I vigneti dell’azienda sono il rifugio ideale per il petit verdot, amante del clima caldo e poco piovoso, che offre i suoi frutti migliori grazie alla costante esposizione al sole e alla dolce brezza mediterranea. Il risultato è Quignones Petit Verdot 2007… Lasciamoci inebriare!

Le uve a bacca nera del petit verdot vengono raccolte nella seconda decade di settembre e, dopo una vinificazione rigorosa e curata in ogni passaggio, danno vita al Quignones Petit Verdot 2007: un vino dal colore rosso rubino intenso, dal profumo inizialmente speziato e poi arricchito dalle note tipiche di frutti rossi maturi con sentori di bosco, dal gusto rotondo e vasto con lunga persistenza di frutta a bacca rossa.

Aziende Agricole Quignones Corso Vittorio Emanuele, 62 - (Ag) Tel. 0922770157 - Fax. 0922776605 www.quignones.it - info@quignones.it




Milano - Viale Zara, 28 Milano - Via Castel Morrone, 35 Verona - Via Quattro Spade, 18/C Desenzano - Via Santa Maria, 38

Shopping list Listino prodotti Vie del gusto offre un servizio innovativo per i propri soci/abbonati. Vuole portarvi a casa i migliori prodotti della tradizione tipica italiana ad un prezzo esclusivo. Nelle pagine seguenti potete consultare un estratto delle nostre offerte. Si può acquistare via telefono allo 0289053270 o via fax con il modulo d’ordine allegato. prezzi validi per gli acquisti online (Minimo acquisto E 60)

DELLE FATE olio delle fate bott. lt. 0,50 ................................................. € 7,90 DELIZIE VATICANE mousse di cipolla 100 gr .......................................... € 1,90 DELIZIE VATICANE pate’ di melanzane 180 gr ....................................... € 3,90 DELIZIE VATICANE crema al peperoncino 180 gr ................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE marmellata di cedro 340 gr ...................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE alici al prezzemolo 200 gr ......................................... € 4,90 DELIZIE VATICANE alici piccanti 200 gr .................................................. € 4,90 DELIZIE VATICANE neonata mediterranea 200 gr .................................. € 4,90 FORTE maccheroni calabresi sel.oro 500 gr ........................................... € 1,90 FORTE tuffoli selezione oro 500 gr ......................................................... € 1,90 FORTE creste di gallo selezione oro 500 gr ............................................ € 1,90 INTERTONNO tonno di 1° scelta in olio di oliva 320 gr .......................... € 6,90 LAMOLAZZA olio le terre del castello latta 3 l ........................................ € 16,50 LAMOLAZZA olio l a molazza latta 5 l .................................................... € 32,00 CACCAMO nduja di spilinga barattolo 90 gr ......................................... € 3,90 CACCAMO nduja di spilinga barattolo 180 gr ....................................... € 4,90 ROTELLA olio extravergine di oliva 0,75 cl ............................................. € 7,90 ROTELLA olio aromatizzato 0,25 cl ........................................................ € 4,90 SANTA CROCE champignon grigliati 190 gr .......................................... € 4,50 SANTA CROCE ringhio 190 gr ............................................................... € 3,90 Dolcegiorno Biscotti con liquirizia 200 gr ......................................... € 4,90 Dolcegiorno Biscotti farciti al cedro 200 gr ....................................... € 4,90 Dolcegiorno Biscopik 200gr ............................................................. € 4,90 Dolcegiorno Cantucci con liquirizia 200 gr ....................................... € 4,90 Barrese Antipasto del nonno 314 gr ................................................... € 4,90 Barrese Crema di funghi porcini 212 gr .............................................. € 5,90 Barrese Piccassai verde 212 gr ............................................................ € 4,90 Barrese Cavolfiore al coriandolo 212 gr .............................................. € 3,50 Callipo Filetti di tonno riserva oro 150gr ............................................. € 4,90 Callipo Filetti di tonno e nduja 190gr ................................................. € 5,90 Callipo Bottarga in polvere 50gr ........................................................ € 8,50

Da bere

Abruzzo Da mangiare D'ALESSANDRO pesche allo sciroppo 380 gr ......................................... € 3,20 D'ALESSANDRO Cioccofruit alle castagne con cacao 240 gr ................. € 2,90 D'ALESSANDRO passata di pomodoro da agricoltura biologica ............. € 1,80 DON VINCENZO per liana olio extravergine di oliva 0,50 l ...................... € 32,90 DON VINCENZO donvincenzo DOP olio col.teatine 0,50 l ...................... € 25,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila bustine gr 1 ....................................... € 17,90 PELTUINUM zafferano dell’aquila vasetto gr 1 ....................................... € 18,90 VERRIGNI spaghettoro semola trafilata in oro 500 gr ............................. € 2,60 VERRIGNI fusilloro semola 500 gr .......................................................... € 2,60 VERRIGNI bucatini, fusilli, tortilli, penne 500 gr ..................................... € 2,30

Da bere QUITERANO Montepulciano d'Abruzzo DOC 2007............................... € 6,90

Basilicata Da mangiare GAZZANEO peperoni arrostiti sott’olio alta digeribilità 180 gr ............... € 4,50

Da bere OFANTO l’inatteso rosso IGT 2007 ........................................................ € 4,50 OFANTO emozioni aglianico del vulture DOC 2006 ............................... € 8,90 OFANTO sensazioni bianco IGT 2009 .................................................... € 4,50 VENOSA vignali vino bianco basilicata IGT 2009 .................................... € 3,90

Calabria Da mangiare

ALPA crema di castagna infornata cioccolato fondente ......................... € 4,90 ALPA castagne infornate crema cioccolato ............................................ € 5,50 ALPA castagne infornate mosto cotto ................................................... € 5,50 ALPA castagne infornate rum ................................................................ € 5,50 ALPA castagne infornate aceto balsamico ............................................. € 5,90 ALPA confettura di carote e limone 200 gr ............................................ € 4,50 BIOAGRUMI confettura clementine e liquirizia 350 gr ........................... € 4,90 BIOAGRUMI confettura clementine 350 gr ........................................... € 4,90 BUTTIGLIERI olio san giusto latta 5l ....................................................... € 35,00

ENOTRIA ciro’ rosso classico lt. 0,75 ...................................................... € 4,90 ENOTRIA ciro’ rosato lt. 0,75 ................................................................. € 4,90 ENOTRIA ciro’ rosso classico sup. riserva lt. 0,75 .................................... € 9,50 CASA COMERCI libicì Magliocco Canino lt. 0,75 ................................... € 8,90 Nature Med Liquorizia 500cc .............................................................. € 18,90 Nature Med Crema di liquorizia 500cc ................................................ € 18,90 casa comerci grappa di magliocco canino 0,5 l ................................ € 15,00

Campania Da mangiare DICERBO extravergine oliva Stella Maiuri latta 5l ................................... € 30,00 LA ROCCA DEL PASTAIO paccheri ......................................................... € 2,90

Da bere MELLIS liquore fragolino 0,50 l .............................................................. € 11,50 ASTRONI aglianico sannio DOC ............................................................. € 6,50 CASA SETARO falanghina IGT 2009 ...................................................... € 5,50 CASA SETARO Don Vincenzo riserva 2008 ............................................ € 8,50 CASTELLE barbera sannio DOC 2007..................................................... € 7,90 CASTELLE greco IGT beneventano 2009 ................................................ € 4,90 GEF falanghina biologica 2009 DOC ..................................................... € 4,90 GEF aglianico biologico 750 ml ............................................................. € 4,90 TERREDORA taurasi Docg 2005 ............................................................ €18,90 TERREDORA Greco di tufo Docg 2009 .................................................. € 8,90 TERREDORA Fiano ................................................................................ € 9,50

Emilia Romagna Da mangiare BARBOLINI aceto balsamico di modena “omega”.................................. € 27,90 IL BORGO aceto balsamico di modena rossa 250 ml ............................. € 28,90 IL BORGO Aceto Balsamico di Modena ampolla rossa 250 ml ............... € 29,00 IL BORGO Aceto Balsamico di Modena ampolla arancio 250 ml ............ € 19,00 CHOCOLATESWEET salame al cioccolato 1 Kg ...................................... € 12,50 MARIOTTI la Saba ................................................................................ € 10,50 ORSATTI mandorlini del ponte vassioio .................................................. € 2,50 GIUSTI med.oro banda rossa c/ast 250 ml ............................................. € 44,90 L'ARTIGIANO tav.gr 100 extra fond. - cacao 85% ................................. € 3,90 L'ARTIGIANO crema spalmabile giand. vaso 250 gr ............................... € 8,90 L'ARTIGIANO Mini croccolosi in astuccio 50gr ....................................... € 6,50


RENZI olio extravergine d’oliva 500 cl .................................................... € 7,90 RENZI olio extravergine d’oliva bottiglione 2 lt ....................................... € 22,00 RENZI olio extravergine d’oliva lattina 3 lt .............................................. € 32,90 SAN PATRIGNANO miele millefiori 300 gr ..............................................€ 4,90 SUGAR cuorenero smoked 60 gr ...........................................................€ 2,50 SUGAR cuorenero barrique tabacco 35 gr ............................................. € 2,90 SUGAR cuorenero barrique cannella 35 gr .............................................€ 2,90 Sapori del Borgo barretta croccante gusto nocciola ......................... € 5,50 Sapori del Borgo nocciole pralinate 120gr ....................................... € 5,50 Sapori del Borgo barretta croccante gusto caffè 136gr .................... € 5,50

Da bere ARIOLA lambrusco marcello .................................................................. € 6,50 BARBOLINI lambrusco lancillotto grasparossa ........................................ € 9,90 BONZARA pignoletto frizzante DOC 2009 ............................................ € 4,50 BONZARA merlot rosso del poggio DOC 2008 ...................................... € 5,90 BONZARA cabernet sauvignon bonzarone DOC 2006 .......................... € 14,90 CÀ DE MEDICI lambrusco reggiano piazza san prospero ....................... € 4,50 CARPI lambrusco reggiano secco .......................................................... € 3,90 CIV colli scad.&can. lambrusco coda rossa ............................................. € 4,50 DONELLI lambrusco reggiano donelli 1915 secco .................................. € 6,90 FATTORIA PARADISO mito 2004 ............................................................ € 29,00 DREIDONA blanc di rosenere 2008 ........................................................ € 3,90 DUE TORRI lambrusco reggiano Ilario secco .......................................... € 3,90 ERMETE lambrusco reggiano concerto secco ........................................ € 5,50 FERRARINI colli scand. e can. lambrusco patatrac .................................. € 3,90 GUALTIERI lambrusco reggiano Ligabue class. secco ............................. € 4,50 FERRARA Duna della Puia DOC Mariotti ............................................... € 5,50 LOMBARDINI lambrusco reggiano il Campanone secco ........................ € 5,50 MASSENZATICO lambrusco reggiano secco .......................................... € 3,90 MORINI savignone ravenna rosso IGT 2007 .......................................... € 3,90 FATTORIA PARADISO sangiovese Bella blu ............................................. € 9,60 FATTORIA PARADISO sangiovese riserva Vigna delle Lepri 2005 ............. € 12,50 PRATO lambrusco reggiano Vermiglio ................................................... € 3,90 PUIANELLO lambrusco reggiano rosato secco ...................................... € 3,90 REGGIANA lambrusco reggiano vigna di tedola secco ........................... € 3,90 ROLO lambrusco reggiano salamino secco ............................................ € 3,90 SAN MARTINO IN RIO lambrusco reggiano nero di corte secco ............. € 3,90 SAN PATRIGNANO avi 2006 sangiovese romagna DOC rosso ................ € 22,90 TENUTA MONSIGNORE rosato spumante brut ...................................... € 7,80 VENTURINI lambrusco reggiano secco ................................................... € 4,50 Cantina Formigine Lambrusco di Sorbara Dop rosso ........................ € 4,50 Cantina Formigine Lambrusco Grasparossa Dop semisecco .............. € 4,50 Cantina Formigine Lambrusco Grasparossa Dop amabile ................ € 4,50 Cantine Riunite Lambrusco di Sorbara secco Doc .............................. € 5,50 Cantine Riunite Lambrusco di Salamino S. Croce Doc ........................ € 5,50 Cantine Riunite Lambrusco Grasparossa secco Doc ........................... € 5,50 Cantina Santa Croce Lambrusco Salamino Doc ............................. € 4,50 Cantina Santa Croce Lambrusco Sorbara Doc ................................ € 4,50 Cantina Santa Croce Lambrusco Grasparossa Doc ......................... € 4,50 Cantina Settecani Lambrusco Grasparossa Doc secco ...................... € 4,50 Cantina Settecani Lambrusco Grasparossa Doc semisecco ............... € 4,50 Cantina Settecani Lambrusco Grasparossa Doc amabile .................. € 4,50 Cantina Sorbara Lambrusco Sorbara Doc ........................................ € 3,90 Cantina Sorbara Lambrusco Salamino Doc ...................................... € 3,90 Cantina Sorbara Lambrusco Grasparossa Doc ................................. € 3,90 Cantina SozziGalli Lambrusco di Sorbara Dop amabile .................... € 4,50 Cantina SozziGalli Lambrusco Salamino S. Croce Dop ..................... € 4,50 Cantina SozziGalli Lambrusco Grasparossa Dop semisecco .............. € 4,90 Carpi Lambrusco reggiano secco .......................................................... € 3,90 Cademedici Lambrusco reggiano Piazza San Prospero ........................ € 3,90 Cademedici Lambrusco reggiano San Giacomo Maggiore .................. € 3,90 Cavicchioli Lambrusco di Sorbara Doc tre medaglie .......................... € 4,50 Cavicchioli Lambrusco Grasparossa Doc tre medaglie ....................... € 4,50 Cavicchioli Lambrusco Di Modena Doc ............................................. € 4,50 Chiarli Vecchia Modena Lambrusco frizzante secco ............................ € 5,50 Chiarli Centenario Lambrusco Sorbara Doc secco ............................... € 5,50 Chiarli Centenario Lambr Grasparossa Castelvetro amabile ................ € 5,50 Horecare Lambrusco Sorbara Doc valle degli olmi .............................. € 4,50 Horecare Lambrusco Grasparossa Doc valle olmi .............................. € 4,50

Friuli Venezia Giulia Da bere VALCHIARÒ Pinot Grigio ...................................................................... € 6,90 VALCHIARÒ Friulano ............................................................................ € 6,90 VALCHIARÒ Sauvignon ........................................................................ € 7,50

Lazio Da mangiare FALCONI amaretto 450 gr ..................................................................... € 8,90 FALCONI amaretto aromatizzato 500 gr ................................................ € 10,90 Il Molino Patè di olive con finocchio 100 gr ........................................ € 3,90 Il Molino Patè di olive nere 100 gr ...................................................... € 3,90 Il Molino Confettura di Visciole 212 gr ............................................... € 4,90 Il Molino Extravergine d’oliva monocultivar canino 500 ml ................. € 11,90 Il Molino Extravergine d’oliva Dop Tuscia 500 ml ................................ € 11,90

Da bere CANTINE LUPO primolupo merlot ......................................................... € 8,50 CAPORILLI Antiquo rosso cesanese DOC ............................................... € 7,90 CAPORILLI colline del cesanese rosso DOC ............................................ € 5,90 COLLE MASSARI rigoletto montecucco rosso DOC 2008 ....................... € 7,90 COLLE MASSARI Irisse montecucco vermentino DOC 2009 ................... € 10,90 Collepicchioni Collerosso Lazio Rosso 2009 ...................................... € 4,90 Collepicchioni Donna Paola Marino Doc 2009 ................................. € 6,90 Collepicchioni Perlaia Lazio Rosso 2009 ........................................... € 6,90 Collepicchioni Le Vignole Lazio Bianco 2008 .................................... € 9,90 Collepicchioni Il Vassallo Lazio Rosso 2008 ....................................... € 14,90

Liguria Da mangiare CÀ MESSIGHI vaso di oliva da 290 gr .................................................... € 4,50 CÀ MESSIGHI pesto con pinoli vaso da 130 gr ...................................... € 5,90 POLLA tonno in olio di oliva 140 gr ....................................................... € 5,90 POLLA pesto genovese vaso 85 gr ........................................................ € 2,90 POLLA salsa carciofi vaso 85 gr ............................................................. € 2,90 POLLA patè di olive taggiasche 85 gr .................................................... € 2,90 POLLA senape delicata alle olive 200 gr ................................................ € 3,90

Lombardia Da mangiare I VALLICELLI confett. extra arance amare 100 gr .................................... € 5,50 I VALLICELLI confett. extra strudel di mele 100 gr .................................. € 5,90 I VALLICELLI confett. extra strudel di mela 100 gr .................................. € 7,50 SAN LUCIO grok gusto deciso 5x20 gr .................................................. € 2,80 TUTTI A TAVOLA ragù di bisonte............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di agnello............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di struzzo............................................................ € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di capriolo........................................................... € 5,50 TUTTI A TAVOLA ragù di cinghiale.......................................................... € 5,50 Molino di Vigevano Dolci soffici ....................................................... € 2,30 Molino di Vigevano Crostate ........................................................... € 2,30

Da bere CASTELLO GRUMELLO valcalepio rosso DOC 2005 ............................... € 6,90 CASTELLO GRUMELLO valcalepio bianco 2008 ..................................... € 6,50 PODERE CAVAGA ol giopi’ 2007 Franconia IGT .................................... € 6,90 PODERE CAVAGA clamor spumante classico brut ................................. € 9,90 QUAQUARINI riesling oltrepo pavese .................................................... € 4,90 QUAQUARINI pinot noir oltrepo pavese frizzante .................................. € 5,50 VERCESI bonarda oltrepo’ pavese DOC.................................................. € 4,50

Marche Da mangiare CASONI linguine stese a mano 250 gr.................................................... € 2,90 CASONI tonnarello aglio e prezzemolo 250 gr ....................................... € 2,90 CATALINI confettura extra pomodori verdi 220 gr ................................. € 4,90 CONCA D'ORO olio extravergine d’oliva bio lt. 0,75 .............................. € 9,50 DULCIS HARMONIA tozzetti .................................................................. € 2,80 FORNERIA TOTÒ tostarelle 200 gr ......................................................... € 5,90 FORNERIA TOTÒ biscotti della nonna 180 gr ......................................... € 4,90 FORNERIA TOTÒ biscotti della nonna integrali ....................................... € 4,90 FORNERIA TOTÒ Novaresi ..................................................................... € 8,90


FORNERIA TOTÒ Pane del pescatore .................................................... € 6,90 FORNERIA TOTÒ Anicini ....................................................................... € 7,90 FORNERIA TOTÒ Cantucci .................................................................... € 6,90 MARTARELLI barzotto s.v. al kg ............................................................. € 12,90 MARTARELLI nero di grotta norcia s.v. al kg ........................................... € 19,90 ROMOLI biscotteria zenzero .................................................................. € 4,50 ROMOLI biscotteria speziato al cacao .................................................... € 4,50 ROMOLI spalmabili al caffè ................................................................... € 5,90 ROMOLI spalmabili al gianduja .............................................................. € 5,90 ROMOLI spalmabili al miele e cioccolato ................................................ € 5,90 ROMOLI spalmabili al fondente senza zucchero ..................................... € 5,90 Monterosso Riccioli di farro Bio 500 gr .............................................. € 2,90 Monterosso Penne di farro Bio 500 gr................................................ € 2,90 Monterosso Orecchiette di farro Bio 500 gr........................................ € 2,90 Monterosso Spaghetti di farro Bio 500 gr........................................... € 2,90 Monterosso Farro perlato 500 gr....................................................... € 2,50 Monterosso Farro spezzato Bio 500 gr............................................... € 2,90 Gabrielloni Olio extravergine d’oliva laudato 0,50 l ........................... € 19,00 Gabrielloni Olio extravergine d’oliva solivo 0,50 l .............................. € 12,00

Da bere CATALINI vino cotto in fiasco a candela 750 ml ..................................... € 19,00 COLLELUCE vernaccia di serrapetrona XXIV canto passito ..................... € 18,50 IL CRINALE rosso piceno DOC 2008 mizar ............................................. € 4,50 IL CRINALE Pecorino micaur doc ............................................................ € 5,90 IL CRINALE Passerina castrum doc ......................................................... € 5,90 SANMARCELLO melano lacrima di morro d’alba superiore ................... € 8,50 COLLELUCE Vernaccia si Serrapetrona Secca ......................................... € 12,00

Piemonte Da mangiare ORYZA riso basmati punjab di dehradun 500 gr .................................... € 3,90 SAN CASSIANO salsa di carciofi 90 gr..................................................... € 3,90 SAN CASSIANO fonduta di bra dop 180 gr............................................. € 6,90 SAN CASSIANO ragù di fagiano 90 gr ................................................... € 4,90 SAN CASSIANO ragù di faraona 90 gr ................................................... € 4,90 SAN CASSIANO ragù di camoscio 90 gr ................................................ € 4,90 SAN CASSIANO ragù di lepre 90 gr ....................................................... € 4,90 SAN CASSIANO salsa di noci e funghi 90 gr .......................................... € 3,90 SAN CASSIANO mousse di vino Moscato d'Asti Docg 70 gr................... € 1,90 SAN CASSIANO mousse di nocciole di Piemonte 60 gr........................... € 1,90

Da bere ANZIVINO Gattinara Docg rosso 2005 ................................................... € 13,90 ANZIVINO Nemesi IGT rosso 2008 ......................................................... € 5,50 ANZIVINO Bramaterra 2005................................................................... € 12,50

Puglia Da mangiare ALTAMURGIA salsiccia stagionata della murgia prezzo/kg ..................... € 29,00 BELLA CONTADINA carciofi interi nonna alla contadina 290 gr ............. € 4,90 BELLA CONTADINA fungoncelli contad. in olio semi 290 gr .................. € 4,50 BELLA CONTADINA scaldatelli alla pizza 500 gr .................................... € 3,90 BELLA CONTADINA orecchiette pugliesi 500 gr ..................................... € 2,90 BELLA CONTADINA strascinato pugliese 500 gr .................................... € 2,90 BELLA CONTADINA Pomodori secchi alla contadina .............................. € 4,90 BELLA CONTADINA Carciofi interi alla pugliese 290 gr .......................... € 4,90 BELLA CONTADINA Funghi porcini alla contadina ................................. € 7,90 BELLA CONTADINA Cetriolini in aceto 290 gr ....................................... € 3,50 BELLA CONTADINA Aglio alle erbe in olio di semi .................................. € 3,90 BELLA CONTADINA Aglio al peperoncino .............................................. € 3,90 PUMA carciofini alla brace bio 280 gr .................................................... € 5,50 PUMA carciofi interi bio 280 gr ............................................................. € 6,50 TENUTA BIANCO olio extravergine oliva lt. 0,5 ...................................... € 10,90 TENUTA BIANCO olio extravergine d’oliva 0,25 l .................................. € 5,90

Da bere ASTORE massaro rosa negroamaro ........................................................ € 4,90 ASTORE Krita chardonnay + malvasia bianca ......................................... € 5,90 RIVERA violante nero di troia 2006 ........................................................ € 6,90 RIVERA preludio chardonnay 2008 ........................................................ € 4,90 RIVERA terre al monte sauvignon 2008 ................................................. € 4,80

Sardegna Da bere DORGALI cannonau di viniole riserva 2006 ........................................... € 10,90 DORGALI cannonau sardegna DOC filieri rosato2009 ........................... € 4,50 DORGALI cannonau vigna di Isalle ........................................................ € 5,50 DORGALI vermentino sardegna DOC isalle 2009 .................................. € 4,90 DORGALI cannonau sardegna DOC calaluna 2009 ................................ € 4,50 DORGALI isola dei Nuraghi IGT noriolo selez. ‘07 .................................. € 9,50 MONTESPADA vermentino DOC sabbialuce .......................................... € 5,80 MONTESPADA vermentino DOC sole di sardegna ................................. € 5,80 Roccavorte Muscadellu moscato sardo ............................................ € 13,90

Sicilia Da mangiare ALICOS caponata alla siciliana vasetto 180 gr ........................................ € 3,90 ALICOS patè di tonno e cipolla 180 gr ................................................... € 4,90 ALICOS pesto al finocchietto selvatico 180 gr ........................................ € 5,50 ALICOS scorzette di arance - vasetto gr 100 .......................................... € 4,90 BERRETTA olio extravergine d’oliva non filtrato latta 5 l ......................... € 35,00 villa reale pesto alla trapanese 180 gr .......................................... € 4,90 villa reale sugo con bottarga 180 gr ............................................ € 3,90 villa reale sugo con frutti di mare180 gr ...................................... € 3,90 GIOVI uva passa in grappa moscato 20 cl .............................................. € 7,90 MILAZZO olio extravergine di oliva 0,50 l .............................................. € 8,90 PROVENZANI extravergine di oliva latta 5 l ............................................ € 35,00 SALLEMI campagnolo extravergine oliva bottiglia 0,75 l ........................ € 9,90 Quignones olio extravergine d’oliva 0,50 l .......................................... € 8,90 Dry Fruit Miele e pistacchi di sicilia 230 gr ........................................... € 6,50 Dry Fruit Pesto di pistacchi di sicilia 190 gr .......................................... € 5,90 Dry Fruit Crema di pistacchi di sicilia 200 gr ........................................ € 5,90 Dry Fruit Crema di mandorle di sicilia 200 gr ...................................... € 4,90 Dry Fruit Crema di nocciole italiane 200 gr ......................................... € 4,90 Le terre di Corleone Spaghetti 500 gr............................................. € 2,90 Le terre di Corleone Margherita 500 gr ........................................... € 2,90 Le terre di Corleone Trucioli 500 gr ................................................. € 2,90 Le terre di Corleone Busiata Corleonese 500 gr ............................... € 2,90 Le terre di Corleone Reginelle 500 gr .............................................. € 2,90

Da bere ACATE il Moro nero d’avola IGT 2007 ................................................... € 7,90 ALCESTI chardonnay 2008 IGT .............................................................. € 5,90 ALTOBELICE chardonnay Tre Feudi ......................................................... € 5,90 COLLETTI Don Luca nero d’avola ........................................................... € 6,90 CUSUMANO cassetta trsv x 6 - angimbe’ & benuara ............................. € 69,00 CUSUMANO cassetta trsv x 6 benuara & cubia ..................................... € 69,00 MIMMO PAONE rosso nocera IGT 2004 ................................................ € 8,00 PEVIN cerasuolo di vittoria scjuriì Docg .................................................. € 7,90 SETTESOLI viognier ............................................................................... € 5,50 SETTESOLI syrah .................................................................................... € 5,90 TOLA syrah nero d’avola ....................................................................... € 5,90 TOLA nero d’avola rosso IGT ................................................................. € 4,90 TOLA syrah rosso IGT ............................................................................ € 4,90 TOLA chardonnay insolia 2009 ............................................................. € 5,90 VITICULTORI grillo 2009 ........................................................................ € 5,50 VITICULTORI chardonnay 2009 ............................................................. € 5,50 GIOVI liquore a base di grappa.............................................................. € 5,50 GIOVI grappa di cerasuolo..................................................................... € 5,50 Quignones Passito Aner Sicilia 2006 ................................................... € 16,90 Quignones Petit Verdot ...................................................................... € 7,90 Quignones T. d’Apaforte cabernet/sauvignon Sicilia 2002 .................. € 12,90 Quignones Nero d’avola Sicilia Igp 2006 ............................................ € 7,90

Toscana Da mangiare IL BORRO olio extravergine 2009 0,5 lt ................................................. € 14,90 IL CASELLINO olio biologico campo di torri bot. 0,5 lt ........................... € 13,90 I GREPPI DI SILLI olio Moraiolo 500 ml ................................................... € 13,90 I GREPPI DI SILLI miele di acacia 250 gr .................................................. € 4,50 I GREPPI DI SILLI miele di sulla 250 gr ..................................................... € 4,20 LA FABBRICA DEL PANFORTE panforte margherita 250 gr ..................... € 4,50


PARMOLETO olio igp toscano 2009 500 ml ........................................... € 8,90 SAVINI TARTUFI miele al tartufo bianco 40 gr ........................................ € 8,50 SAVINI TARTUFI crema di lardo al tartufo 80 gr ...................................... € 5,90 SAVINI TARTUFI salsa del tartufaio ......................................................... € 6,50 SAVINI TARTUFI polenta del tartufaio 140 gr ......................................... € 5,90 SAVINI TARTUFI mostarda al tartufo 90 gr ............................................. € 8,50

Da bere ABBADIA ARDEGNA Brunello 2004 ...................................................... € 22,00 ABBADIA ARDEGNA rosso di Montalcino 2007 DOC ............................ € 9,90 ABBADIA ARDEGNA Brunello di Montalcino magnum 3 lt 2004 ........... € 119,00 CAPITONI capitoni orcia DOC annata 2006 ........................................... € 8,50 CECCHI chianti Docg Foriero 2008 ....................................................... € 6,90 CECCHI morellino di scansano DOC 2006 riserva .................................. € 9,50 FATTORIA CAMPIGIANA chianti barbarossa Docg 2008 ....................... € 7,90 IL BORRO Polissena IGT sangiovese 2006 .............................................. € 12,00 IL BORRO Lamelle chardonnay 2008 IGT ............................................... € 11,90 LA FORNACE morellino di scansano 2009 Docg ................................... € 5,90 LA FORNACE morellino di scansano riserva ........................................... € 11,00 LE TORRI chianti classico Docg .............................................................. € 5,90 PARMOLETO montecucco sang. riserva DOC 2005 ............................... € 12,00 POGGIOSECCO Anora’ chianti riserva bio 2006 .................................... € 7,90 PALAZZO VECCHIO nobile riserva 2004 ................................................. € 15,00 PALAZZO VECCHIO nobile di Montepulciano ........................................ € 12,50

Trentino Alto Adige Da mangiare ENDRIZZI mostarda di vino Masetto Nero 110 gr ................................... € 7,50 ENDRIZZI mostarda di Teroldego 110 gr ................................................. € 7,50 ENDRIZZI mostarda di Gewurztraminer 110 gr ...................................... € 7,50 FELICETTI fusilli kamut 500 gr ................................................................ € 3,90 FELICETTI tagliatelle bio all’uovo 500 gr ................................................. € 3,50 FELICETTI ditalini farro 500 gr ................................................................ € 3,90 SELECTED FOOD ragù di manzo della val d'ultimo ................................. € 5,50 SELECTED FOOD salame di cinghiale gruber&telfser 240 gr ................... € 6,20 SELECTED FOOD speck 5 mesi gruber&telfser 536 gr ............................ € 11,50

Da bere ENDRIZZI muller thurgau trentino DOC 2009 ........................................ € 9,80 ENDRIZZI gewurztraminer trentino DOC 2009 ...................................... € 13,90 ENDRIZZI lagrein trentino DOC 2008 ..................................................... € 9,90 ENDRIZZI brut metodo classico Trento DOC 2005 .................................. € 9,90 VILLA CORNIOLE muller thurgau DOC 09 ............................................. € 8,90 VILLA CORNIOLE gewurztraminer DOC 09 ............................................ € 11,90 VILLA CORNIOLE lagrein DOC 08 .......................................................... € 10,90 VILLA CORNIOLE teroldego 7 pergole DOC 03 ...................................... € 16,90

Umbria Da mangiare TARTUFI JIMMY crema di carciofi e tartufo ............................................ € 3,50 TARTUFI JIMMY delizia di funghi porcini/tartufo bianco ......................... € 3,50 Bittarelli fagiolina al naturale 350 gr .................................................. € 4,50 Bittarelli fagiolina del Trasimeno 250 gr ............................................ € 5,90 Bittarelli orzo perlato 500 gr .............................................................. € 2,50 Bittarelli cicerchie 500 gr.................................................................... € 3,90 Bittarelli ceci piccoli nazionali 500 gr ................................................. € 3,50 Bittarelli cicerchie all’antica 350 gr .................................................... € 4,90

Da bere LA SOURCE chardonnay DOC Valle d’Aosta .......................................... € 8,90 LA SOURCE gamay DOC Valle d’Aosta .................................................. € 8,50 LA SOURCE petite arvine DOC Valle d’Aosta ......................................... € 9,50 ALPENZU’ Grappa barricata 0,50 l ......................................................... €16,90 ALPENZU’ Grappa morbida 0,50 l ......................................................... €15,90

Veneto Da mangiare BRIO brio al cioccolato ........................................................................... € 2,90 FERRON vialone nano pila vecia con. carta ............................................. € 3,20 GERMINAL tortini di farro/cioccolato gaia Bio ........................................ € 2,90 GERMINAL aceto di mele ...................................................................... € 2,90 GERMINAL ciocoplum ........................................................................... € 2,90 IL MANGIAR SANO crostatina albicocca s/z aggiunto ............................ € 1,50 IL MANGIAR SANO crostatina mirtillo s/z aggiunto ................................ € 1,50 IL MANGIAR SANO biscotti farciti alla frutta .......................................... € 2,50 TRE CASE peperlata conf. frutta peperoncino ........................................ € 4,50 TRE CASE perine allo zenzero 360 gr ..................................................... € 4,90 TRE CASE perine al prosecco 360 gr ...................................................... € 4,90 TRE CASE radicchio rosso tardivo gr.300 treviso ..................................... € 4,50

Da bere CÀ SISA prosecco DOC extra dry ........................................................... € 4,90 DESMONTA’ rinero rosso IGT 75 cl ........................................................ € 7,90 DESMONTA’ nero d’arcole DOC 2007 ................................................... € 17,90 DESMONTA’ arcole pinot grigio DOC desmontà 75 cl ............................ € 5,90 MOLETTO lison classico 2009 ................................................................ € 5,90 MOLETTO franconia IGT 2007 ............................................................... € 5,90 MOLETTO malbech IGT 2007 ................................................................ € 4,90 MOLETTO spritzone .............................................................................. € 6,50 RONCA corvina IGP 2008 ...................................................................... € 4,90 RONCA chiaretto DOP 2009 ................................................................. € 4,50 RONCA bardolino erre 2009 DOP .......................................................... € 4,50 RONCA custoza Te'ra 2009 Dop............................................................ € 4,50 RONCA Garganega Camì 2009 ............................................................ € 4,90 RONCA Pinot Grigio Garganega Meuì 2009 ......................................... € 4,90 MOLETTO raboso Fermo ....................................................................... € 7,90 MOLETTO refosco 2008 ........................................................................ € 6,50 MOLETTO colmelio bianco barricato 2006 ............................................ € 8,90 MOLETTO sauvignon ............................................................................ € 5,90 Collina dei Ciliegi Amarone Il Ciliegio 2005 Doc .............................. € 32,90 Collina dei Ciliegi Corvina Veronese IGT .......................................... € 5,90 Collina dei Ciliegi Garganega IGT .................................................... € 5,90 Collina dei Ciliegi Lugana 2008 Doc ................................................ € 11,90 Collina dei Ciliegi Valpolicella Ripasso 2008 Doc .............................. € 11,90 Collina dei Ciliegi Valpolicella Superiore 2008 Doc ........................... € 8,90 COLLINA DEI CILIEGI Recioto 2008 Doc ............................................... € 17,90

Accessori overwine cantinetta + frigo bar 8 bottiglie ..............................€ 259,00 anziché € 336,00 cantinetta 18 bottiglie .............................................€ 489,00 anziché €708,00 cantinetta 28 bottiglie ............................................ € 239,00 anziché € 294,00 cantinetta 16 bottiglie .............................................€ 219,00 anziché € 270,00 cantinetta 30 bottiglie............................................. € 689,00 anziché € 816,00 cantinetta 46 bottiglie .........................................€ 1195,00 anziché € 1416,00

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Valle d'Aosta Da mangiare ALPENZÙ ragu’ di cinghiale 200 gr ........................................................ € 4,90 ALPENZÙ ragu’ di capriolo 200 gr ......................................................... € 4,90 ALPENZÙ fonduta di fontina 295 gr ...................................................... € 5,50 ALPENZÙ fonduta di tartufi 200 gr ........................................................ € 7,90 ALPENZÙ fonduta di toma di Gressoney 200 gr ..................................... € 5,90 ALPENZÙ miele mignon di acacia .......................................................... € 2,90 ALPENZÙ Sugo ai funghi porcini ........................................................... € 4,90

affettatrice linea red 250 ......................................€ 750,00 anziché € 1.200,00 affettatrice volabo b2 (nera – rossa - crema) ...........€ 2.820 anziché € 3.960,00



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