travel-quotidiano-03-maggio-2017

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ANNO XXIX - N. 28 3 MAGGIO 2017

GIORNALE DI INTERESSE PROFESSIONALE PER IL TURISMO - POSTE ITALIANE SPA - SPED.

B&B HOTELS: raddoppio in Italia

DB-ÖBB, novità adriatiche

IN

ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV.

Db-Öbb in corsa verso l’estate che quest’anno ripropone la fermata di Rimini, con l’aggiunta di Cesena.

IN

L. 27.02.2004, N° 46), ART. 1,

PREZZO PER COPIA EURO 0,10

COMMA

GIVER VIAGGI veleggia verso l’estate

1, DCB FIRENZE

La rivoluzione tech è “physital” Le nuove frontiere della vendita e del marketing raccontate da Marco Benincasa di Sabre A PAGINA 8

A PAGINA 6

A PAGINA 4

E’ questo il luogo virtuale in cui online e offline s’incontrano

COMUNICAZIONE “HUMAN” DI FRIGERIO

MILANO - Piani industriali? Bene, ma non solo. Strategie a lungo termine: d’accordo, ma il fattore umano dov’è? E’ questa la domanda che si pone Paola Frigerio, direttrice di Frigerio Viaggi Network. «Il prodotto non ha emozioni ma il cliente sì», ha detto. Si apre così l’era “human2human” di casa Frigerio, impostata sì sull’evoluzione dei canali di comunicazione e le innovazioni tecnologiche, ma tenendo ben presente l’interazione tra le persone. A PAGINA 3

AZ con Lufthansa? Sì. Anzi no

SU

QUESTO NUMERO DI T RAVEL LO SPECIALE C ROCIERE DA PAG. 11 A PAG. 16

MILANO - «Nel mondo della distribuzione c’è una divisione netta tra online e offline, ma tra i consumatori non è così o non lo è più. Esiste infatti una dimensione “physital”, dove online e offline si incontrano». Parole chiare quelle del country director per l’Italia di Sabre, Marco Benincasa. A queste affermazioni fanno da supporto quelle di Alexander Hellwig, key account manager online di Sabre. «La vera soluzione che si sta delineando sempre più – dice Alexander Hellwig -, consiste nel combinare i due mondi. Quello online ha una serie di atout che possono passare a quello offline». Così gli scenari più che aprirsi si spalancano. A PAGINA 2

Labiale

Come bisogna spiegare agli azionisti Alitalia, che a capo di un’azienda particolare come un vettore, servono manager che conoscano l’aeronautica civile? Leggendo il labiale?

CRESCITA COSTANTE PER LA SLOVENIA

LUBIANA - La Slovenia continua a macinare risultati positivi e chiude il 2016 a quota 4 milioni 170 mila arrivi, in aumento del 9,4% sul 2015. «Il mercato italiano - spiega il nuovo direttore dell’ente sloveno per il turismo in Italia, Aljosa Ota -, rappresenta per noi un bacino di grande interesse, che da solo procura il 17,4% degli arrivi totali dall’estero. Per sostenerne la crescita, continueremo a puntare su segmenti chiave come quelli legati al turismo naturalistico, al benessere e al Mice». Ota ricorda inoltre lo Slovenian Incoming Workshop, in programma a Lubiana dall’11 al 13 maggio. A PAGINA 10

S7 AIRLINES INVESTE SUL NOSTRO PAESE

I rumors di mercato li mettevano vicini vicini, e le speranze crescevano di ora in ora, finché con una nota secca e perentoria, il vettore tedesco ha affermato di non avere nessun interesse sul vettore italiano.

MILANO – S7 Airlines torna ad investire sul network italiano con l’apertura delle due rotte per Pisa e Catania, che portano a sei il numero degli scali serviti nel nostro Paese. «Nonostante la maggior parte dei passeggeri origini ancora in Russia, è in costante aumento la per-

Marzio Scamolla

centuale di quelli italiani - dichiara il sales manager Marzio Scamolla -: l’Italia è il Paese con la più elevata quota di traffico outgoing rispetto agli altri stati europei in cui operiamo». I voli per Mosca sono operati con A320, con le due classi economy e business. A PAGINA 6

Il ministro Carlo Calenda, l’arroganza del management Alitalia e l’oblio

di GIUSEPPE ALOE

MILANO - Da qualche tempo il ministro Carlo Calenda fa delle dichiarazioni da pasdaran, almeno per quanto riguarda Alitalia. Sentiamole: «Il management operativo ha sbagliato moltissimo, anche con una certa dose di arroganza ma questo non vuol dire che ci sia la possibilità di tornare ad un management pubblico che non mi pare abbia fatto meglio nel corso degli anni». A questo punto mi vorrei soffermare sul sostantivo Arroganza. Allora il management di

Alitalia, mentre la compagnia continuava a scendere verso un finale che si preannuncia se non fallimentare, cripto fallimentare, non solo non riusciva a mettere in chiaro le proprie idee operative, non solo non riusciva ad elaborare uno straccio di Piano industriale, non solo dava disposizioni confusive e contraddittorie, ma faceva tutto questo (come lo vogliamo chiamare: propensione compulsiva verso il disastro?) con Arroganza. E nessuno, dico nessuno, fra gli azionisti, i creditori, lo stesso

governo, è riuscito a fare abbassare la cresta a questi amministratori così convinti dei loro propositi.

Analizzamo la parola arroganza. La Treccani recita: «Insolenza e asprezza di modi di chi, presumendo troppo di sé, vuol far sentire la sua superiorità». Mi concentrerei sugli ultimi due concetti. Iniziamo dal primo: presumendo troppo di sé. Chi suppone troppo di sé è di solito chi della materia che tratta, non è mai padrone. Anzi. Diciamo che è uno che si barcamena, ma che ha un bell’ego ipertrofico con il quale

Il ministro Carlo Calenda

Escludo che ci sia la possibilità di tornare ad una direzione pubblica, che nel corso degli anni non mi sembra che abbia fatto meglio

Carlo Calenda

devono fare i conti gli altri, ma anche le aziende che governano. Secondo punto: vuol far sentire la sua superiorità. La sua superiorità su cosa? Lo chiedo seriamente. Su cosa, questi manager hanno voluto far sentire la loro superiorità? Su come si porta

un’azienda alla decozione? Se è questo, allora mi fa obbligo di dire, che come loro, come questi straordinari manager di Alitalia, nel mondo del trasporto aereo non ce ne sono. Ultima considerazione: non riesco a capire come mai nessuno parli (e quando dico nessuno, voglio dire proprio nessuno, neanche Sebastiano Barisoni, che sta trattando in modo molto approfondito la questione Alitalia nella sua trasmissione su Radio24) di un fatto, che per me è invece essenziale, almeno alla luce delle cose che sono successe in

seguito. Questo fatto sono le dimissioni da amministratore delegato di Silvano Cassano, dopo neanche un anno di lavoro, e quasi a ruota del direttore commerciale, Ariodante Valeri. E’ da quel momento che le cose iniziano a precipitare, ed è ancora da quel momento che l’atteggiamento arrogante inizia a fare capolino nel management. Perché Cassano e Valeri si sono dimessi? Forse perché, invece di essere arroganti, erano preparati e stavano iniziando a lavorare con un criterio operativo?


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