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14-19 marzo 2014

SPECIALE

“aAbbiamo disposizione

a cura della redazione

un budget da destinare alla promozione sul mercato italiano

L’apprezzamento dei viaggiatori italiani verso il Giappone è tornato a crescere, complice la debolezza dello yen e la diversificazione dell’offerta messa in atto dalla Japan National Tourism Organization. Grazie all’incremento dei collegamenti aerei e all’apertura di nuove aree di interesse sia storico sia naturalistico, i rappresentanti della Jnto mirano a raggiungere quota 20 milioni di visitatori internazionali entro il 2020, anno in cui il Paese ospiterà le Olimpiadi. Un obiettivo che oggi appare raggiungibile.

Koji Takahashi

Giappone I numeri Il Giappone punta con decisione sull’Italia e nel 2014 la Japan National Tourism Organization si prepara a investire con un budget ad hoc destinato a iniziative promozionali mirate. «Dobbiamo ancora definire l’entità della somma a disposizione per il mercato italiano – commenta Koji Takahashi, direttore parigino della Jnto – ma con ogni probabilità si comincerà con una campagna sui mezzi pubblici di Milano e Roma, sulla scia di quanto già fatto lo scorso febbraio all’interno dei ristoranti giapponesi, dove abbiamo lanciato il concorso “Sapori del Giappone, un invito al viaggio”». La tragedia di Fukushima è ornai storia lontana e i numeri dall’Italia sono tornati a crescere, risalendo in poco tempo quasi del 50%. Nel 2013 i visitatori tricolore sono infatti stati 62 mila 394, di cui il 30% appartenenti a gruppi organizzati. Un bel risultato, specie considerando che è stato superato anche il precedente record del 2010 (53 mila italiani). A livello globale, i visitatori internazionali sono stati 10 milioni 364 mila (+24% sul 2012), grazie soprattutto all’apporto dei mercati primari, Cina, Taiwan e Corea del Sud in testa. Un’offerta alternativa L’obiettivo definito da Koji Takahashi, è quello di raddoppiare i visitatori totali entro il 2020, anno in cui il Giappone ospiterà le Olimpiadi, puntando ad accogliere 20 milioni di turisti all’anno. Per raggiungere questo risultato, la Jnto fa leva sulla diversificazione dell’offerta, rimasta troppo a lungo legata alla “Golden Route” che univa Tokyo a Nagoya, Kyoto, Osaka e Hiroshima. Fra le aree a più forte vocazione turistica ancora da sviluppare, si segnala l’isola più a nord del Giappone, Hokkaido, così come la località di Tohoku, tesoro Unesco che cela il tempio di Izumo, o ancora il pellegrinaggio fra gli 88 templi della remota isola di Shikoku. Queste nuove aree in via di sviluppo dovrebbero contribuire a destagionalizzare i flussi turistici italiani, ancora troppo concentrati nel solo mese di agosto, anche se si cominciano ad apprezzare le stagioni di spalla, che fra l’altro permettono di assistere alla fioritura fra marzo e maggio o al foliage di ottobre.

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I collegamenti «Il potenziamento dei collegamenti aerei ci permette di distribuire meglio i flussi in entrata - spiega Koji Takahashi - grazie in particolare alla nuova tratta Amsterdam-Fukuoka inaugurata lo scorso anno, che ha di fatto aperto al turismo il Giappone del sud e, di conseguenza, reso più accessibile anche il paradiso balneare delle isole Okinawa. Da aprile sarà poi disponibile un nuovo volo Alitalia da Venezia a Tokyo». Va poi ricordato che l’andamento attuale dell’economia, con la debolezza dello yen, ha abbassato i prezzi del Giappone, rendendolo molto meno caro rispetto al passato: «I bed&breakfast e gli hotel di fascia economica offrono camere a partire da 36 euro; si può pranzare con pochi euro nei ristoranti di strada, mentre con 202 euro per il Japan Rail Pass si può viaggiare su tutta la rete ferroviaria nazionale».

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