Numeri
a cura di: ALBERTO CASPANI
SPECIALE
21 aprile 2010
10% Crescita annua segmento lusso ultimo decennio
116 mld di euro, giro d’affari
25 mln
Turisti segmento lusso 2009
Servizi al top, su misura e sempre trendy
Ricettivo in primo piano
Il concetto di lusso parte dal prodotto ma coinvolge per intero il “tempo” del soggiorno. E segue la moda. ALLE PAGINE 12 e 13
I due segmenti di mercato sono legati a doppio filo ad un’offerta ricettiva caratterizzata dall’“eccellenza”. A PAGINA 10
Lusso & golf Lusso, locomotiva del turismo. O meglio, sua carrozza d’oro e diamanti. Stando ai rilevamenti presentati al recente Tourism Real Estate 2010 di Venezia, il comparto è cresciuto di un 10% annuo per tutto il corso dell’ultimo decennio, interessando nella scorsa stagione un bacino di ben 25 milioni di turisti, per un giro d’affari di 116 miliardi di euro (circa il 25% dell’intero mercato). Cifre indubbiamente sensazionali, ma che evidenziano pure un’evoluzione peculiare del concetto di lusso: sempre meno sinonimo di “esperienze economicamente esclusive”, assai più vicino invece ad una “garanzia di qualità impeccabile”. Se è pur vero che le due definizioni tendono spesso a sovrapporsi, proprio perché l’alto costo di certi servizi appare la prima forma di garanzia della loro impeccabilità, non altrettanto di frequente capita di ritrovare negli stessi quella sorprendente originalità che oggi al lusso viene necessariamente richiesta. Non basta più compiacere attraverso un comfort estremo, ma occorre ammantarlo d’intrigo e versatilità, instillare segreti stimoli per rivoluzionare anche il punto di vista del fruitore. Questo aiuta a capire perché il lusso sia in costante espansione, conquistando numeri non propriamente di nicchia, come invece ci si aspetterebbe: al di là dei travasi di ricchezza favoriti dalla crisi economica globale (legge di mercato vuole che, in tali periodi, la fascia di consumatori medi emigri o verso l’alto o verso il basso), è piuttosto evidente che il lusso sia diventato soprattutto uno “stile di vita”, un modello cui ambire senza essere necessariamente dei paperoni. La nozione più classica di lusso andrebbe allora declinata come “superlusso”, cioè come categoria ulteriormente orientata ai vertici assoluti di mercato, dov’è innanzitutto il valore pecuniario a fissare i paletti. In tal senso è anche possibile riscontrare come le due tendenze si sviluppino distintamente a livello geografico, esprimendosi la prima principalmente in Nordamerica ed Europa, la seconda in Russia, Cina ed India, ovvero nelle economie che durante gli ultimi anni hanno beneficiato enormemente del loro nuovo status politico, senza però prendere distanze da un immaginario di categoria piuttosto stereotipato. «Il mercato indiano dei beni di lusso – rende noto uno studio dell’agenzia At Kearney – è oggi stimato intorno ai 3 miliardi e mezzo di dollari e, secondo le previsioni, raggiungerà i 30 miliardi di dollari entro il 2015. In particolare, per le proprie vacanze e i servizi ad esse connessi, il consumatore indiano spende annualmente 953 milioni di dollari (vicino a Chennai, solo per fare un esempio, si è addirittura lanciata la formula dei complessi residenziali addobbati di diamanti, perle e preziosi). Analogamente i cinesi stanno iniziando a tradurre il con-
sumo di beni di lusso, per i quali spendono mediamente 5 miliardi di dollari (soprattutto in auto e yacht), in viaggi di lusso, per quanto restino ancorati ad un contesto asiatico, più che europeo o nordamericano». Non a caso la prima edizione dedicata al luxury lifestyle cinese si è tenuta quest’anno sull’isola di Hainan, nuova meta del turismo asiatico d’élite e sede appunto dell’Hainan Redez Vous. «Potremmo indicare come spartiacque fra le due correnti – spiega Maria Grazia Carbone, exibitor director del Meeting Luxury di Lugano - un dato legato al budget medio speso per una settimana di vacanza “lusso”, ovvero i 35 mila euro in base ai quali il consumatore può davvero definirsi d’élite, sebbene profonde restino le differenze territoriali: se in Asia questo è ascrivibile ancora a classi di lignaggio o famiglie nobili privilegiate, in Occidente questo tipo di cliente è incarnato soprattutto dal grande imprenditore, dal vip o dal politico. Un consumatore che non necessariamente ambisce a scenari esotici e prodotti complessi, ma è capace di vivere il top offerto anche dai territori di provenienza: un tour della Toscana in Ferrari e fra ville d’epoca, un long week end in un appartamento proibitivo in piazza Navona». CONTINUA A PAGINA 10
“profonde Restano ancora diversità territoriali tra i consumatori
”
Maria Grazia Carbone
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