Speciale Neve Italia

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a cura di: ALBERTO CASPANI

SPECIALE

Neve Italia

all’interno Prodotto in evoluzione a pagina 12

Pensieri in bianco. Dopo la lieve flessione della scorsa stagione, che aveva fatto segnare un -2,7% nel tasso d’occupazione camere, le vacanze neve in Italia dovrebbero mostrare un’inversione di tendenza nel 2009. La speranza degli operatori è infatti riposta nelle capacità di risposta del “sistema Italia” messa in luce proprio durante uno degli anni più difficili per l’economia del Paese, benché l’impianto organizzativo-promozionale non possa mai essere valutato di per sé, senza considerate i quantitativi effettivi di neve caduta. «La domanda turistica si mostra sempre più attenta ad aspetti quali le attività sportive o la gastronomia di qualità – evidenzia la relazione annuale dell’Osservatorio nazionale del turismo – ovvero a quella dimensione di “benessere” in senso lato, che fa della vacanza neve più un completamento della propria vita, che un diversivo opzionale. Quando pensiamo al turismo di montagna, sappiamo ormai con certezza che stiamo parlando del prodotto turistico italiano più consolidato in termini di successo ed evoluzione: questo è però dovuto alla rapidità con cui le destinazioni alpine sono riuscite ad elaborare un prodotto vincente per le famiglie, con servizi ad hoc per i bambini e, appunto, per gli amanti delle attività sportive. Virtuosi sono cioè i sistemi territoriali per una vacanza “completa”, fondati sulla modernizzazione delle strutture e dei servizi, così come sulla valorizzazione delle tradizioni locali, secondo un modello che fa perno su piccole eccellenze fra loro collegate in rete (in opposizione ai grandi comprensori asettici in voga oltralpe)». Grazie ad una simile scelta di campo, il fronte della compe-

tizione sui prezzi non è più per il turista il fattore di confronto predominante, avendo spostato l’accento su un discorso di qualità ed identità territoriale. Ma non va comunque trascurato il fatto che, dopo la positiva crescita degli ultimi anni, la domanda turistica riservata alla neve mostra segni di rallentamento ed una riduzione della durata media di soggiorno (meglio i week end rispetto alla vacanza periodica), dovuta più ad una “maturità” delle destinazioni, che agli effettivi sobbalzi delle eventuali crisi stagionali. In questo primo decennio la quota di mercato delle località alpine sul totale dei flussi nelle destinazioni nazionali è infatti andata riducendosi, con un totale odierno del 12%, contro il 13% ancora rilevato nel 2000 (con margine di variazione positiva o negativa mai superiore al 3%). «La montagna italiana concentra mediamente 9 milioni di arrivi e 47 di presenze – prosegue lo studio dell’Ontit – ma solo il 30% di queste si appoggia sugli hotel. Se le strutture d’accoglienza non presentano peculiarità originali, baite, appartamenti o residence rispondono meglio alle esigenze d’intimità tipicamente associate agli ambienti chiusi della montagna. A livello di distribuzione, continua poi a svettare il Trentino Alto Adige (circa il 60% della clientela montagna è sua), benché l’area piemontese stia beneficiando ancora dell’onda lunga delle Olimpiadi di Torino, configurandosi come polo dalle maggiori potenzialità per lo sviluppo futuro. CONTINUA A PAGINA 12

Soggiorni brevi ma più frequenti a pagina 13

Prenotazioni a rilento a pagina 14

Alcuni t.o. di riferimento a pagina 15

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