Numeri
a cura di: ALBERTO CASPANI
SPECIALE
2 aprile 2010
121.000
Turisti italiani in Israele
2,67 mln Totale visitatori Israele 2009
44.000
Arrivi italiani in Giordania
6
Prodotto sempre più versatile
Ampia la gamma di soluzioni a disposizione degli operatori, dalle abbinate tra due Paesi ai tour di 8 come di 15 giorni. A PAGINA 8
Mete per tutto l’anno
Destinazioni vicine che attraggono flussi 12 mesi l’anno: una risorsa in più per le stagioni di spalla dei t.o. A PAGINA 10
Medio Oriente “target Diversificando i di clientela ci si riprende più facilmente dalle battute di arresto
”
Tzvi Lotan Più che una regione geografica, uno scacchiere di Risiko. Il Medio Oriente cambia volto di stagione in stagione, aggiungendo o perdendo pezzi a seconda dei venti della politica, ma ancor più in base alle capovolte mediatiche. Israele ed Iran rappresentano forse i due casi maggiormente emblematici, visto che nell’arco di un anno si sono ritrovati improvvisamente ai rispettivi antipodi: danneggiato dai costanti servizi sulla striscia di Gaza, il primo ha saputo sfruttare lo spostamento dei riflettori sulle rivolte antigovernative iraniane, responsabili del rapido declino di uno dei flussi turistici più promettenti dell’intero bacino. Risultato: in meno di dodici mesi Israele ha raddrizzato in positivo i propri indici, puntando a superare quest’anno i 2 milioni e 670 mila visitatori del 2009 e a raddoppiare entro il 2012 gli attuali 121 mila italiani. L’Iran, che al contrario era proiettato al superamento dei 2 milioni di arrivi, è declinato di oltre 500 mila unità, facendo slittare il mercato tricolore dal primo posto al fondo delle classifiche internazionali. L’aspetto positivo è che, considerando la situazione da un punto di vista diverso, il terreno perso per crisi contingenti viene poi facilmente recuperato, a riprova di come il bacino mediorientale possegga leve turistiche di autentico valore, proprio perché molto duttili. Basta scorrere velocemente i segmenti di mercato su cui i vari Paesi stanno puntando, per accorgersi delle pseudodistinzioni dettate dalle mode: ecoturismo, benessere, tour culturali e religiosi riappaiono in forme analoghe nei programmi di promozione non solo d’Israele ed Iran, ma anche in quelli di Libano, Siria e Giordania, via via andando ad inglobare aree che, per tradizione, erano state gradualmente dissociate dal Medio Oriente “classico”: la Penisola Arabica e, come sue pendant, gli stati del Golfo Persico. Perché accanto a tour di maggior impegno e risorse, l’italiano non intende rinunciare al relax sul mare o al life-style di tendenza, settori in cui gli Emirati Arabi sono ad esempio in prima linea e che riescono oggi a combinare attraverso la comoda formula dell’estensione: non più rivolta solo alle isole dell’oceano Indiano, ma riuscendo a proporsi loro stessi come estensioni o integrazioni di tour organizzati in altre destinazioni. «Diversificando i target di clientela – ha osservato Tzvi Lotan, direttore dell’ente del turismo israeliano in Italia – è possibile riprendersi più facilmente dalle battute d’arresto, soprattutto quando si riesce ad agganciare alle risorse territoriali di promozione spunti d’approccio fortemente legati all’attualità. Un discorso che vale tanto per il gusto oggi in voga, in funzione del quale Israele ha scelto ad esempio di riadattare la propria offerta ricettiva allineandosi al concept dei boutique hotel o di grandi