a cura di: ALBERTO CASPANI
SPECIALE
8 giugno 2011
2,81 mln Visitatori internazionali 2010
+29% Crescita arrivi 2010/2009
157.000 Visitatori italiani 2010 (+30%)
4 mld €
Spesa turistica generata dagli arrivi internazionali
Potenziale di crescita elevato
Numerose le potenzialità di crescita del Paese, capace di mostrare sfaccettature diverse e il grado di sicurezza di cui gode oggi. A PAGINA 10
Repeater nel mirino: i t.o. diversificano
Un solo viaggio non basta per scoprire la destinazione: gli operatori studiano nuovi tour. A PAGINA 14
Israele
Mai come oggi Israele può dirsi Terra Promessa. In un contesto mediorientale profondamente destabilizzato da crisi politiche e contestazioni, la sicurezza garantita dal piccolo stato ebraico ha davvero qualcosa di miracoloso. Ne sono sempre più convinti gli oltre 2 milioni 805 mila visitatori internazionali che, nel corso del 2010, lo hanno scelto come meta ideale delle proprie vacanze, mettendo a segno un +29% negli arrivi collezionati rispetto alla stagione precedente e generando quasi 4 miliardi di euro in termini di spesa turistica (queste le cifre dell’Organizzazione mondiale per il turismo, più contenute rispetto ai rilevamenti del Ministero del turismo israeliano, che parla invece di ben 3 milioni 400 mila visitatori). «Pochi giorni fa la Farnesina ha aggiornato i dati sullo stato di crisi regionale – ha evidenziato Alberto Corti, direttore di Federviaggi – confermando di fatto che non esistono reali motivi d’apprensione per chi viaggia verso Israele. Le uniche zone per le quali viene consigliata prudenza sono quelle al confine con il Libano e nei pressi della striscia di Gaza, dunque territori lontani dagli effettivi circuiti turistici del Paese. Aspetto ancor più positivo, il visitatore d’Israele appare sempre più aperto a conoscere le numerose sfaccettature della destinazione, dedicandosi in loco ad attività culturali, sportive o di benessere, tant’è che dal pellegrinaggio classico sono emersi nuovi segmenti religiosi, in particolare quello spirituale». Come ribadito nell’ultimo incontro pubblico coordinato dalla Società dei pellegrinaggi italiani, le visite votive restano un’esigenza irrinunciabile alla base dei viaggi in Israele, così come un’esperienza unica all’interno di tutti i possibili circuiti di dedizione religiosa in Europa o nel mondo. Non per questo, tuttavia, l’offerta del piccolo stato ebraico appare appiattita su se stessa, quanto esaltata dai cammini religiosi, che consentono di far apprezzare sempre più le sue diversità territoriali, inducendo ad una loro riscoperta attraverso viaggi successivi. «Le varietà etniche e confessionali d’Israele possono essere colte anche e soprattutto attraverso i pellegrinaggi – ha precisato padre Pierbattista Pizzaballa, custode della Terra Santa – dal momento che questo tipo d’esperienza permette di entrare più facilmente in contatto con fedeli ortodossi, armeni, islamici o ebrei, vivendo mescolati a loro in un clima di piena serenità. Solo a livello istituzionale emergono talvolta discrepanze di vedute, ma si tratta di normali fasi della dialettica confessionale che troppo spesso vengono enfatizzate dai media, senza mai approfondire con reale competenza. Israele non ha bisogno di scoop, perché il patrimonio culturale di cui dispone è già di per sé immenso». CONTINUA A PAGINA 10
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