Caraibi a cura della redazione
SPECIALE
29 febbraio 2012
Caribbean tourism organization La Caribbean tourism organization (Cto), basato a Barbados, con uffici marketing a New York e Londra, è l’organizzazione per lo sviluppo turistico dell’area caraibica. Conta su oltre 30 governi aderenti, oltre a moltissime organizzazioni private basate ai Caraibi, siano essi anglofoni, ispanici o olandesi.
23,8 mln Visitatori Caraibi nel 2011
+3,3% Incremento arrivi 2011/2010
+3%
Stima crescita arrivi 2012
“nelProseguiamo lavoro di rafforzamento del brand
”
Carole Hay
«I Caraibi hanno riportato nel 2011 una crescita degli arrivi e si apprestano a continuare con questo trend nell’anno appena iniziato, ma bisogna comunque guardare con cautela al futuro». Carol Hay, direttore marketing Europa della Caribbean Tourism Organization, commenta così l’anno appena chiuso. «Il 2011 ha visto un aumento del 3,3% sul 2010 - prosegue Hay - con 23 milioni 800 mila visitatori nella regione caraibica. Il settore crocieristico, da sempre polo trainante dell’area, ha messo a segno un piccolo +0,3% raggiungendo complessivamente 20,6 milioni di passeggeri». Le cifre sono confortanti, ma occorre restare vigili e attenti alle problematiche oggettive del mercato. «Stiamo procedendo con il recupero iniziato nel 2010 - sottolinea Carol Hay – e proseguiamo nel lavoro di rafforzamento del brand della destinazione con gli oltre 30 paesi aderenti alla nostra organizzazione di marketing». Tornando alle cifre, l’aumento è dovuto alla buona performance della stagione invernale, (gennaio-aprile +3,9% sull’anno precedente) anche se l’estate ha comunque contribuito con una crescita del 3%. «Il mercato canadese al solito ha registrato ottime performance - precisa Carol Hay – registrando un incremento del 6,8%, mentre la crescita dagli Usa, mercato storico per i Caraibi, è stata modesta, con un +1,7%. Dall’Europa solo un deludente +0,6%». Il problema dell’area, che comunque non è di certo al sicuro dalle recessioni turistiche, resta ancorato alla disparità di “rendimento” di piazze differenti, dovute a crisi occupazionali in mercati emissori di forte impatto, pressioni economico-fiscali e monetarie, i costi del carburante, che penalizzano i flussi, sotto la media mondiale (sviluppo attorno al 4% previsto dall’Unwto). «Il 2012 stimiamo che ci porterà un 3% circa di incremento - conclude Carol Hay - con un impatto economico di tutto rispetto. Il mercato delle crociere resta un nostro punto di riferimento che crediamo, secondo le proiezioni, fornirà un contributo del 3% circa per l’anno appena iniziato».
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