DOSSIER
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DESTINAZIONE TERME COLLI EUGANEI La sorgente Montirone nel 1761. Dal Vandelli "Traetatus de Thermis agri Patavini" Nella pagina a fianco, da sinistra: Abano Terme, oratorio di Montirone; copertina del trattato di S. Mandruzzato "Dei Bagni di Abano" ; lapide posta da Giuseppe Mingoni (1771)
La rinascita del termalismo
A
lla metà del XVIII secolo la Repubblica di Venezia accertò che il bacino euganeo non interessava più alcuna clientela bisognosa di cure termali. Le sette sorgenti d’acqua calda presenti a Battaglia (S. Elenea e Lispida), Montegrotto (S. Pietro Montagnon, San Bartolomeo e Montegrotto) e Abano (Montirone e Abano), seppur attive e in grado di riempire copiosamente vasche e invasi naturali, avevano smarrito il fa-
scino taumaturgico dei secoli precedenti. In quel Settecento europeo il termalismo calamitava interessi scientifici e attenzioni politiche, come l’area di Montecatini in piena ripresa per l’iniziativa sostenuta dal governo del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena (1765-1790). La potenzialità curativa era una ricchezza da ripristinare così che su indicazione dei diversi soggetti interessati (le comunità locali, i titolari delle locande, lo Studio
di Claudio Grandis
Salvatore Mandruzzato Treviso 1758 Padova 1837