Scuole in Rilievo n° 8

Page 1

Periodico di informazione scolastica e di promozione culturale e didattica a cura dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana e della Direzione Didattica “A. Cuman Pertile” di Marostica

O V E SCUOLE in RILI Anno 3, Numero 8 Febbraio 2010

ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007

Pinguini a Crosara o i r o t i r r e Speciale T

Le rane della Pozza Tuoni sull’Ortigara

IE P COTO A 0 I 0 2.5ISTRIBAULUNNI D

00 1.6

Le grandi macchine del Chiavone Bianco


ARTE, STORIA, SCIENZE, TECNOLOGIA, AMBIENTE NATURALE, GIORNALISMO, ZOOTECNIA, GIARDINAGGIO, SPAZI SPORTIVI E CULTURALI, INFORMATICA, GASTRONOMIA OFFERTA FORMATIVA 2010/2011: LABORATORIO INFORMATICO E LINGUISTICO. CORSI E PROGETTI: TOUR EUROPEI “EXODUS”, CINEMA E RECITAZIONE, MUSICA, SPORT, EUROPEAN COMPUTER DRIVING LICENSE (ECDL)

SCUOLA MEDIA STATALE DI CROSARA … guardare oltre, puntare lontano


SCUOLE in RILIE VO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Le nostre scuole

In questo numero Il punto IL BORGO GLOBALE

4

Speciale Territorio CONOSCERE UN TERRITORIO

9

LE TIMIDE RANE DELLA “POZZA”

10

TRA I SASSI IL PANE

11

UNA MACCHINA PRODIGIOSA

12

TUONI DI MORTE SU GRAPPA E ORTIGARA

14

GAS E FAZZOLETTI BAGNATI

15

Cercando Rane alla Pozza di Santa Caterina

Servizio a pagina 10

IMPARARE DIVERTENDOSI

5

AL TAVOLO DELLE DECISIONI

6

PENNA E CALDERONE

7

POLLI IN GABBIA E PINGUINI IN RETE

8

Spaziogiallo SILENZIO! SI VOLA

16

IL CACAO NEL FOGLIO

16

PAROLE IN FIAMME

17

MUGGITI CANORI

18

LE LANTERNE GIUSTE

18

UNA VIOLENZA INFINITA

19

CAVE CANEM

20

Ricerca UN’OASI AFFASCINANTE

21

USCIRE DALLA PALUDE

22

La Valle del Chiavone con le sue prodigiose macchine idrauliche

Servizi da pagina 11 La guerra che sconvolse l’Altopiano

Servizi a pagina 14 e 15

O SCUOLE in RI LIE V Per la pubblicità su questo giornale: tel. 338 8234783 oppure: medie.crosara@libero.it Responsabile del progetto

Fabio Cusinato

Comitato di Redazione

Direttore responsabile: Silvano Mocellin Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Luca Pirazzo, Maria Angela Rela, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato, Alessandra Passuello, Barbara Rodeghiero, Antonella Scalco, Lenalisa Zucchi, Mariella Rossi.

Hanno collaborato

Bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di tutte le classi

Grafica

Fabio Cusinato, Marco Crestani

Stampa

S.M.G. srl - 36030 Costabissara (VI) Via A. Volta, 38

In copertina

Crosara, strada per San Luca - Foto Fabio Cusinato

3


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Il punto

IL BORGO GLOBALE Una cultura per crescere e guardare il mondo di Fabio Cusinato

In questi ultimi tempi si sente spesso parlare di radici culturali. E’ un dibattito che merita certamente una meditata e approfondita discussione. Forse noi non siamo in grado di entrare in un ambito così importante e anche così decisivo per le sorti sociali e culturali dell’Europa. Forse. E pur tuttavia non possiamo sottrarci a qualche riflessione almeno per quanto riguarda il territorio in cui viviamo. Un ambiente ricco di storia e di avvenimenti importanti. Borghi e città che hanno visto trascorrere davanti alle loro mura e lungo le loro strade secoli di vita in un continuo evolversi e trasformarsi di attività, lavori, occupazioni, stili, cultura. Il nostro territorio è permeato della sua storia. Non può prescindere da essa. Oggi le modalità di comunicazione globale, in una rapidità prodigiosa, ci mettono in relazione con il resto del mondo, ed è veramente straordinario che si possano attivare così scambi di vario genere con tutti. Questo rappresenta un arricchimento notevole, che allontana stupide chiusure su supposte superiorità culturali o di tradizioni. Ma questo ci interroga anche su quale sia la nostra cultura. Quella che l’altro desidera conoscere per un incontro vero, proficuo, che favorisca

l’instaurarsi di un rapporto di profonda stima e rispetto. La globalizzazione non ci richiede l’uniformità culturale, ma la capacità di incontrare tutti con uno sguardo di accoglienza e un orecchio di ascolto vivendo la propria cultura. Nel mondo della scuola questo è possibile se un’istituzione si radica nel territorio, coltivandone la ricchezza culturale senza rinunciare ad uno sguardo verso l’esterno. Talvolta anche negli istituti di formazione è penetrata una modalità di tipo standardizzante, poco disposta a mediare tra cultura e urgenza globale. Tuttavia, molte realtà, come le scuole di collina e di montagna, hanno risposto in maniera un po’ diversa. Si tratta, come sappia,mo di presidi educativi e formativi inseriti in un contesto geografico e culturale ben preciso, sovente penalizzato dall’isolamento. Con gli anni le piccole sedi delle nostre colline sono diventate una finestra sul mondo senza, per altro, dimenticare le radici di cultura e tradizione del territorio. Le loro dimensioni, anche come numero di alunni per classe, hanno permesso attività e percorsi didattico-

di Brollo Flavio

NUOVA SEDE 36063 Marostica (VI) Villaggio Giovanni P. II, 3 Tel e fax 0424 471669 Email: marostica@cittainformatica.it www.informaticamarostica.it

4

educativi altrimenti impossibili. Ogni sede è dotata dei più moderni strumenti, come aule per audiovisivi e informatica, con progetti legati al teatro, musica, giornalismo. Il territorio circostante permette inoltre uscite di tipo scientifico e naturalistico. I locali poi, in orario extrascolastico, si trasformano in centro di aggregazione con iniziative culturali e sociali per tutta la popolazione. La gestione della piccola scuola collinare, date le dimensioni, favorisce una stretta collaborazione tra insegnanti, alunni e genitori in un costante cammino di crescita formativa. Scuole in Rilievo con la sua uscita alle stampe e con le attività che ogni plesso sede pubblica è la più vera e genuina testimonianza di un operare mai venuto meno. A noi come insegnanti rimane la soddisfazione di fare un lavoro che ci appassiona in un ambiente veramente straordinario.


SCUOLE in RILIE VO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Scuola Primaria “Dante Alighieri” - Santa Caterina

IMPARARE DIVERTENDOSI Esplorazioni sul territorio e tanto altro

In questa seconda parte dell’anno si è conclusa, proprio martedì 26 gennaio, l’attività di Tai Chi proseguita per diversi mesi. Gli alunni del plesso hanno offerto ai genitori un piccolo saggio delle cose imparate. Parecchi genitori, malgrado la dimostrazione sia stata fatta il martedì nel primo pomeriggio, hanno partecipato, dimostrando interesse e soddisfazione per l’attività. Si ringraziano pertanto i due maestri, Andrea e Ivan, che con molta passione e pazienza hanno fatto fare agli alunni questa esperienza singolare di arti marziali orientali.

L’anno scolastico ora prosegue con altre attività, tra cui due laboratori manuali di costruzione di oggetti vari con materiali naturali. L’esperienza si concluderà il 20

aprile con un’uscita al Parco delle Dolomiti di Feltre. Anche il progetto di plesso prosegue il suo cammino di esplorazione del territorio di Santa Caterina. Fare esperienze è per i bambini il modo più sicuro e divertente per imparare.

5


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Scuola Primaria “Edmondo de Amicis” - Vallonara

AL TAVOLO DELLE DECISIONI Piccoli assessori per un giorno

Giovedì 26 novembre gli alunni della classe III del Plesso di Vallonara si sono recati in visita alla Biblioteca Civica e al Municipio di Marostica. I bambini, piccoli cittadini in erba, hanno così potuto familiarizzare con i servizi offerti dal comune. In Biblioteca P. Ragazzoni hanno avuto modo di osservare quali sono e

come sono organizzati gli spazi per trovare libri utili sia alla lettura sia per l’approfondimento dello studio personale con eventuali ricerche. In Municipio hanno invece scoperto come funziona l’Ufficio Anagrafe, dove hanno ricevuto il lor o p r im o c e r tific a to, n on c h é "documento ufficiale", ed hanno potuto consultare registri e tabulati anagrafici odierni ma anche dei tempi passati (scoprendo anche, che il bisnonno di

Via Ca’ Boina, 17/2 - 36055 NOVE (VI) Tel e fax 0424 590849 Costa S. 339 6662581

6

Cogo M. 333 2835271 Rigo A. 340 0803736 Email: cierrecostruzioni@alice.it

qualcuno di loro, era nato nell'anno 1892). Ma la giornata non si è esaurita qui. I bambini sono stati anche ricevuti dal vice sindaco Alcide Bertazzo che, sempre attento e sensibile alle giovani generazioni, li ha accolti con simpatia e, trasformandoli in piccoli "Assessori in Giunta", li ha fatti accomodare sul "tavolo delle decisioni". Un’esperienza sul territorio che ha certamente arricchito i nostri bambini.


SCUOLE in RILIE VO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Scuola Primaria “Edmondo de Amicis” - Vallonara

PENNA E CALDERONE Vallonara festeggia con castagne e alpini

Il 4 Novembre, alle ore 15.00, i bambini di Vallonara hanno avuto la graditissima sorpresa di trovare nel cortile della scuola un gazebo con a fianco un calderone di fumanti e gustose castagne. Questo inaspettato momento di festa è stato offerto dai gentilissimi alpini della Sezione del luogo, che, con la loro proverbiale capacità organizzativa, hanno predisposto in pochi minuti un’allegra marronata che ha reso gioioso un uggioso pomeriggio autunnale. Gli alpini di Vallonara sono in qualche modo ‘gemellati’ con la scuola, perché per molto tempo hanno concesso l’utilizzo dei locali della loro sezione locale per la mensa dei bambini, dimostrandosi ancora una volta sensibili ed attenti alle esigenze del territorio e dei più giovani. Questi momenti di incontro, inoltre, permettono di mantenere vivo il legame tra generazioni che, se una volta era di natura familiare, avendo in casa più o meno tutti un padre o un nonno alpino, con il tempo rischia di smarrirsi, disperdendo soprattutto il significato di valore civile che queste sezioni e questi uomini hanno e continuano ad avere all’ interno della nostra società. Il loro innato

spirito gioviale e conviviale fa sempre di questi momenti una festa allegra e spensierata, lasciando in tutti un bel ricordo. Tutti i bambini e le insegnanti hanno dimostrato la loro gratitudine senza riserve, servendosi abbondantemente con evidente soddisfazione! Non è la prima volta che i bambini e gli alpini hanno questo scambio di visita e di

cortesia. Infatti, qualche settimana prima gli stessi bambini avevano predisposto dei cartelloni con disegni dedicati all’Alpino. Le opere sono poi state esposte in occasione della festa tenuta dagli alpini nella sede della loro sezione. Ancora una volta, dagli alunni e dagli insegnanti della Scuola di Vallonara, grazie Alpini!

7


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Scuola Media Statale “Sant’Antonio - Crosara

POLLI IN GABBIA E PINGUINI IN RETE Crosara apre lo zoo a nuovi animali di Massimiliano Marani

Se pensavate che alla Scuola Media di Crosara ci fermassimo a polli, anatre e oche... beh, vi siete sbagliati. Sta per arrivare una squadra di pinguini, la Tux's Team, capeggiata da uno GNU... Non preoccupatevi, non stiamo trasformando la scuola in uno zoo... Il pinguino Tux e lo gnu Gnu sono le mascotte di GNU-Linux, il sistema operativo libero che abbiamo adottato nel nuovissimo laboratorio di Informatica

8

nato grazie alla collaborazione e agli sforzi di insegnanti, alunni e genitori. Grazie a tutti noi siamo riusciti ad allestire un'aula con 21 postazioni per gli allievi più una per l'insegnante con tanto di videoproiettore e stampante condivisa. Ciascun computer è di ultimissima generazione, veloce e capiente quanto basta per soddisfare ogni esigenza scolastica. I motivi che ci hanno spinto verso l'utilizzo di

GNU-Linux e gli altri software OpenSource sono stati molti: inizialmente il lato economico, che sulle 22 macchine in totale ci ha fatto risparmiare la bellezza di circa 2500 euro per le licenze del solo sistema operativo senza considerare i pacchetti di office automation e altri programmi, ma le riflessioni maggiori sono state spese a riguardo dell'aspetto educativo ed etico. Si sa che è una triste consuetudine, per molti, usare programmi copiati, craccati, scaricati illegalmente dalla rete, ecc... senza conoscere le potenziali conseguenze, anche penali, di questo malcostume ed è proprio su questo versante che GNULinux e tutta la filosofia OpenSource ci offre opportunità incredibili. L'utente comune, come noi a scuola, apprezza principalmente la possibilità di usare e copiare i programmi senza oneri di licenze o impedimenti vari dovuti alle licenze proprietarie a cui sono sottoposti gli altri. Ma cosa si può fare con questi programmi OpenSource? Tutto ciò che si fa anche con gli altri programmi a pagamento: scrivere, calcolare, creare presentazioni, navigare in internet, chattare, ascoltare musica, vedere film, disegnare, elaborare foto, video, eccetera, ma soprattutto imparare senza imbrogliare. A questo scopo sono in programma corsi appositi su tutti gli argomenti riportati sopra. A presto!


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

SCUOLE in RILIE VO

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

CONOSCERE UN TERRITORIO Viaggio attraverso la storia, la cultura e la tradizione di un ambiente da riscoprire di Fabio Cusinato

E’ opinione comune che, solitamente, non si riesca a vedere proprio quello che sta sotto agli occhi. E questo non è vero solo per oggetti di uso comune, come gli occhiali o le chiavi della macchina. Lungo la strada che faccio per venire a scuola tutte le mattine c’è un sentiero che conduce in quota attraverso posti ameni, ricchi di acque, piante e animali di cui, fino all’altro giorno, non conoscevo l’esistenza. Già. Una vita che talvolta ci travolge e ci spinge a muoverci velocemente da un posto all’altro, rischia di privarci di un pezzo di mondo. Certo, non si può pretendere di conoscere qualsiasi luogo. Tuttavia, riscoprire il territorio in cui viviamo, e nel quale molti di noi sono nati, significa mettere le mani su quelle radici culturali così importanti e decisive per uno scambio vero, ricco e profondo con il resto del mondo. Con il presente numero apriamo il nostro giornale ad un lavoro iniziato quest’anno dagli alunni dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana. Si tratta di un percorso molto importante legato al territorio montano e pedemontano che bambini e ragazzi,

assieme a insegnanti e genitori, stanno svolgendo presso tutti i nostri plessi sede. Gli alunni sono portati ad approfondire i vari aspetti storico-culturali, naturalistici e sociali di un ambiente per molti versi veramente particolare: dalle palustri acque della Pozza di Santa Caterina alle mosse rapide del C h iav o n e Bianco nella splendida Valle dei Mulini. I bambini della Primaria di Lusiana ci aiuteranno a capire il fu n z io n a mento delle in ge gn os e m a c c h in e idr au lich e che macinavano il

grano. Naturalmente è impossibile dimenticare la Grande Guerra del ‘15-’18 che ha portato morte e devastazione proprio ai confini dell’Altopiano. Un contributo dei ragazzi della Scuola Media di Crosara ci aiuterà a mantenere viva la memoria di questo tragico conflitto.

9


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

LE TIMIDE RANE DELLA “POZZA” Scoprire posti incantati aprendo il balcone di casa a cura delle insegnanti della Scuola Primaria “D. Alighieri” di Santa Caterina

Il 29 settembre 2009 gli alunni delle classi prima e seconda di Santa Caterina sono andati alla scoperta dell’ambiente della pozza. Lungo il percorso hanno osservato le piante in autunno, in particolare il noce e il nocciolo, notando le differenze tra alberi e arbusti e divertendosi a raccogliere le foglie e i frutti. Giunti alla pozza si sono imbattuti in una timida rana, che per il troppo rumore tentava di nascondersi nel fango, e da una coraggiosa

10

libellula che sfrecciava mentre i bambini raccoglievano le piantine palustri. Sulla strada del ritorno hanno osservato un vecchio pozzo e dei simpatici asinelli. L’uscita e il materiale raccolto hanno permesso di svolgere attività di approfondimento sull’ambiente. In inverno si ripeterà l’esperienza per osservare i cambiamenti e continuare questo bellissimo viaggio nel mondo della natura! I bambini non vedono l’ora!


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

SCUOLE in RILIE VO

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

TRA I SASSI IL PANE Un interessante viaggio lungo il Chiavone Bianco per i bambini di Lusiana a cura degli alunni della Scuola Primaria “P.M. Pozza” di Lusiana

Una bella mattina d’autunno, noi bambini di classe 1^ e 2^ siamo andati nella valle dei mulini con gli insegnanti. Abbiamo visitato un antico mulino di Valle di Sotto, che una volta macinava cereali: orzo, mais e grano. Ogni contadino portava il suo sacco di cereali sul quale il mugnaio scriveva il nome con il carbone e, dopo la macinatura, dava al contadino la farina, ma una piccola parte la teneva per sé come compenso. La forza dell’acqua faceva girare la ruota a cassettine, che a sua volta muoveva gli ingranaggi interni e le macine. Dopo la visita al mulino, siamo andati a

11


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

UNA “MACCHINA” PRODIGIOSA Come erano costruiti e come funzionavano i mulini del Chiavone a cura degli alunni della Scuola Primaria “P.M. Pozza” di Lusiana

I mulini per i cereali erano molto diffusi lungo la valle del Chiavone Bianco. Si macinavano: il granoturco per la farina gialla; il frumento per la farina bianca. Si decorticava l’orzo, cioè se ne toglieva la buccia. Ecco come erano fatti e come funzionavano. Esternamente c’era una grande ruota di legno che girava mossa dalla forza dell’acqua. Canaletta per l’acqua: era un canale in legno che sporgeva sopra la ruota. Dentro scorreva l’acqua che cadeva sulle cassette, le riempiva e la ruota girava. Ruota a cassetta: era una grande ruota di legno divisa in piccoli contenitori: le cassette. Quando queste si riempivano di acqua, il peso faceva girare bene la ruota.

vedere il “Cion” o Chiavone Bianco: è il più importante torrente dell’Altopiano dei Sette Comuni e un tempo dava vita a numerosi mulini in quella zona. L’acqua fresca scorreva tra i sassi e il suo piacevole rumore si sentiva in tutta la contrada. Noi bambini ci siamo divertiti un mondo a lanciare ciottoli nel torrente. È stata una giornata di sole, bella ed interessante.

12

IL MULINO

Grande albero: era un grande tronco che collegava la ruota con gli ingranaggi che si trovavano dentro il mulino.


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

SCUOLE in RILIE VO

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

IL “PESTARIN DA ORZO” LA CANTARELLA Internamente c’erano diversi ingranaggi: Scudo o lubecchio: era una grande ruota dentata che veniva mossa dal grande albero. Tramoggia: era un contenitore a forma di imbuto dove venivano versati il mais o il grano. Cantarella: oggetto di metallo che veniva messo dentro la tramoggia. Quando il grano finiva la cantarella batteva sulle pareti della

LE MACINE

tramoggia rivestite di metallo e il suono avvisava il mugnaio che il grano era terminato. Macine: grandi ruote in pietra messe una sopra l’altra. La macina inferiore era fissa (dormiente), mentre quella superiore girava, macinando il grano che cadeva dalla tramoggia. Le macine erano tenute ruv ide battendole con marte lli e IL BURATTO sc a lp e lli, perché così macinava- la farina dalle bucce. La farina passava dai no meglio. La macina fori e cadeva nel cassone, mentre le bucce superiore aveva un restavano nel cilindro. foro al centro per far Il pestarino serviva a staccare le bucce dai passare i chicchi. chicchi di orzo, pestandoli con due ruote Buratto: cilindro rive- verticali. stito da una rete. C’erano anche due paletti che rivoltavano Serviva per separare continuamente l’orzo.

13


SCUOLE in RILIE VO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

TUONI DI MORTE SU GRAPPA E ORTIGARA I monti che entrarono tragicamente nella storia del nostro Paese a cura di Ismaele Stragliotto, Igor Pizzato, Marta Mussi, Giulia Rossi Classe III^E Scuola Media Statale “Sant’Antonio” di Crosara

Dopo la ritirata che succedette alla Strafexpedition, Monte Zebio divenne un importante arroccamento austroungarico della prima linea, che si estendeva nell'Altopiano di Asiago tra l'Ortigara, il Colombara, l'Interrotto e la profonda gola della Val d'Assa nel periodo dal luglio 1916 al dicembre 1917. I tentativi di prendere una quota o caposaldo fatti dalla gloriosissima Brigata Sassari, avvenivano sull'onda dell'avanzamento di massa, dove il compagno che era davanti faceva da scudo,

14

fino a che l'ultimo, riusciva ad arrivare vicino alla trincea nemica lasciandosi dietro una moltitudine di uomini colpiti che giacevano uno sopra l'altro. Per la strategia militare i Monti Zebio, Colombara e Ortigara ricoprivano un’enorme importanza per tutto il fronte. Infatti sul retro vi era un’unica via che conduceva, attraverso Casera, Zingarella e Galmarara

alla Val D'Assa e da là al Passo Vezzena da dove poi si sarebbe arrivati a Levico Caldo-


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

nazzo e quindi a Trento. Se tale fronte fosse stato perduto si sarebbero tagliati i rifornimenti facendo venir meno la posizione avanzata dell'Ortigara e Campigoletti. Per tutta una stagione prima del rigido inverno del 1916 gli italiani tentarono lo sfondamento nel tentativo di arrivare al Portule vero obbiettivo. I settori del Piave e del Grappa divennero dopo dicembre 1917 i nuovi fulcri dove si incentrò il destino della guerra. I caposaldi italiani vennero spostati quindi a sud di Asiago tra il Col d'Ecchele e Valbella per la tenuta in linea con il Grappa, Valstagna e la Valsugana. Resta comunque indubbia la preminente importanza che il Monte Ortigara ricoprì in tutte queste fasi. Lo Zebio venne occupato dagli Austriaci il 29 maggio 1916 a seguito del ritiro della Brigata “Catanzaro”. Immediatamente venne attrezzato a difesa con sistemi di sotterranei e comunicazioni diverse con numerose gallerie e caverne di ricovero. Nel mese di luglio, nel tentativo di riprenderlo, furono numerosissime le perdite che si contarono nelle Brigate “Sassari” e “Piacenza”. I combattimenti continuarono tutta l’estate, in una stretta tragica sintonia con i vani tentativi compiuti dagli Alpini sull'Ortigara. Vennero utilizzati gas asfissianti e mine. Il reparto “Pesaro” si riversò contro Casera Zebio, il “Catania” contro la cima, il “Veneto” contro quota 1.603; tutti furono falcidiati dalle mitragliatrici. La XIII Div. perse in questi inutili massacri ben 1636 effettivi in pochi assalti.

GAS E FAZZOLETTI BAGNATI Una ricerca sulle armi che fecero milioni di vittime e feriti durante il primo conflitto mondiale di Vanessa Toniazzo, Samuele Bonotto, Simone Moresco, Joel Pozza La Grande Guerra del 1914-1918 che insanguinò il mondo per quattro lunghi anni, rappresentò la svolta per quello che era considerato il tradizionale modo di scontrarsi, tramutandosi ben presto nel primo conflitto mondiale dell'era contemporanea. La III E di Crosara sta conducendo un lavoro di approfondimento sulla tematica della grande guerra, soprattutto in relazione ai combattimenti svoltisi nella nostra zona. Siamo stati divisi in 3 gruppi di ricerca; il mio tratta degli armamenti usati per combattere in quel periodo, ed è soprannominato GRUPPO BAIONETTA. Questo nome vi susciterà curiosità: cos'è la baionetta? E quali sono le altre armi principali utilizzate durante la Grande Guerra? Ecco cosa abbiamo scoperto: LA BAIONETTA: è una punta montata sulla canna di un fucile che, nelle guerre tra il XVII e XIX secolo, consentiva alla formazioni di fanteria di attaccare il nemico dopo aver scaricato le armi. Il nome deriva dal francese “baionnette”, dalla città di Bayonne in Francia, dove venne fabbricata la prima volta. Inizialmente le baionette erano lunghe circa 90 cm, e assieme alla lunghezza del fucile, servivano per respingere la cavalleria. LA MITRAGLIATRICE: sparava centinaia di colpi in poco tempo e aiutava nella difesa delle trincee. Per lo più impediva le formazioni in campo aperto tipiche del XIX secolo; essa contribuì a

trasformare un rapido conflitto in una massacrante guerra di trincea. I GAS TOSSICI: li usarono per la prima volta i tedeschi contro i russi, ma non ebbero successo, invece incominciarono ad averlo dal 22 aprile 1915, quando furono usati contro le truppe franco-britanniche; per non soffocare, prima dell'invenzione della maschera antigas, si ricorreva a dei fazzoletti bagnati con acqua e urina. I LANCIAFIAMME: una terribile arma che spara proiettili incendiari o più semplicemente si può dire che spara materiale combustibile in fiamme; fu introdotta dai tedeschi a Hooge il 30 luglio 1915. I CARRI ARMATI: furono usati solo per supporto alla fanteria; nonostante fossero molto impacciati e lenti nei movimenti, portarono lo stesso terrore. TUTE MIMETICHE ED ELMETTI D'ACCIAIO: erano necessari per proteggersi dal fuoco nemico; le tute mimetiche sostituirono le antiche divise mentre gli elmetti d'acciaio sostituirono i pittoreschi cappelli ottocenteschi.

15


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Spaziogiallo

SILENZIO! SI VOLA Grande esperienza con il Tai-Chi-Chuan a cura della classe IV Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina

Uno dei progetti del nostro plesso quest’anno è stato il corso di tai-chi (Taiji). Quando le maestre ce lo hanno proposto, siamo stati subito un po’ scettici, in quanto non sapevamo bene di cosa si trattasse. Il corso si è svolto a scuola per dieci lezioni, il martedì mattina, e ha avuto come epilogo il saggio finale. Il saggio si è svolto martedì 26 gennaio alle 13.30 presso la nostra scuola. Il tai-chi chuan è una disciplina orientale che mira a sviluppare concentrazione, attenzione, ascolto, leggerezza, pazienza. E’ una ginnastica dolce che tonifica il corpo e calma la mente. Può essere considerato un’arte marziale, una meditazione che si pratica insieme, per conoscere se stessi e imparare ad ascoltare e a

conoscere gli altri, lasciando passare l’aggressività. Le prime lezioni siamo rimasti tutti insieme, maschi e femmine. Poi con il passare del tempo il maestro Andrea ci ha diviso in due gruppi: i maschi hanno aggiunto ai loro movimenti le spade e le femmine il ventaglio. Il giorno del saggio eravamo tutti emozionati; i genitori sono venuti a vederci ed è andato tutto bene. Il tai-chi mi piace perché quando finisco di farlo mi sento rilassato (Leonardo Xillo). Mi piace molto perché è rilassante e

quando ho praticato il tai-chi mi sentivo volare (Marica Boscardin). Il tai-chi è come un’arte marziale per imparare a difendersi in caso di bisogno (Alessandro Busa). Il tai-chi è una disciplina che aiuta la concentrazione e, quando si pratica, bisogna stare in silenzio (Elisa Piccoli).

IL CACAO NEL FOGLIO Una bella opportunità di crescita per i bambini di Marostica a cura degli alunni e degli insegnanti della classe III^B Scuola Primaria “A.C. Pertile” - Marostica

Nei mesi di Novembre e Dicembre 2009 gli alunni della classe 3^ B sono stati coinvolti nel progetto “ Io ti insegno: la carta riciclata”. Il progetto è stato svolto in collaborazione con il Centro Diurno A.N.F.A.S. di Nove. In classe, ad ogni incontro, erano presenti due operatori e cinque ospiti del centro che sono stati per gli alunni dei “ MAESTRI SPECIALI “. Dopo un momento iniziale di accoglienza, si passava al lavoro con la preparazione di tutto il materiale necessario per la macinazione

16

della carta usata e la successiva formazione del nostro foglio di carta riciclata, utilizzando anche vari elementi quali il cacao, il caffè, il cotone, la cannella o il papiro. Il progetto si è svolto in armonia tra ragazzi disabili e alunni della classe; fondamentale non è stato il lavoro finito, quanto l’impegno nello stare insieme, accettando le diversità come priorità da scoprire e valorizzare. Molto significativi sono stati dei particolari momenti trascorsi assieme in allegria, quali la ricreazione, il pranzo fatto assieme nella

mensa della scuola e la festa di Natale, che ha rappresentato il momento conclusivo del progetto e alla quale hanno partecipato, oltre agli alunni e agli ospiti del Centro, anche i genitori degli alunni e le famiglie degli ospiti. Questa esperienza è stata per tutti, alunni, ospiti, operatori e insegnanti una importante opportunità di crescita a livello umano e sociale.


SCUOLE in RILIE VO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Spaziogiallo

PAROLE IN FIAMME Un film e delle riflessioni sul valore delle emozioni a cura della Classe IIE Scuola Media Statale “Sant’Antonio” di Crosara

“Fahrenheit 451”: non sapevamo, all’inizio, cosa volesse dire, ma la professoressa ci aveva anticipato che il film si ambientava in una società dove i libri erano proibiti. Lo si capisce già all’inizio. Un uomo siede tranquillo a casa sua e riceve una telefonata anonima che gli dice di scappare. Lui , allora, esce in fretta e, subito dopo, arriva un bizzarro camion rosso, colmo di uomini in divisa nera. Questi entrano nell’appartamento e cominciano, con frenesia, a cercare qualcosa: i libri… che sono nascosti ovunque, dietro lo scher-

mo di un vecchio televisore, nei lampadari, sotto i divani… I pompieri (qui non spengono gli incendi né aiutano gli anziani a recuperare il gatto!) mettono i testi in un sacco e lo gettano dalla finestra, prendono una griglia, ci rovesciano gli scritti e, con un lanciafiamme, li inceneriscono. Ecco spiegato il titolo del film: “Fahrenheit 451” è il grado di temperatura a cui avviene la combustione della carta. Il protagonista Montag – un tipo molto serio, di poche parole, impassibile a tutto – vive per anni senza accorgersi che il suo lavoro non gli piaceva affatto: ogni giorno bruciava centinaia di libri, senza accorgersi di quanto valore avessero. Grazie a Clarisse - una giovane donna socievole, il cui viso esprimeva gioia e felicità e che Montag ogni giorno incontra sulla monorotaia - comincia a leggere, leggere, leggere … fino a diventare “librodipendente”. E’ Clarisse, con le sue domande (“Lei è felice?”…) che scuote Montag. L’incipit del romanzo “David Copperfield”, sottratto di nascosto, illuminerà poi la sua mente: trova il libro affascinante, incredibile e commovente.

Ma la vera svolta della sua vita avviene il giorno in cui un’anziana signora appicca lei stessa il fuoco ai suoi libri e si lascia morire tra le fiamme, pur di non abbandonarli. Montag decide di lasciare il suo lavoro. Inoltre non condivide più la vita che conduce sua moglie Linda, manipolata dalla “Grande Famiglia” della televisione e dipendente da pillole che poi la fanno stare male. Quando Montag rientra dal lavoro, Linda è sempre incollata a un mega-schermo e non lo saluta nemmeno: è isolata da tutto, dal marito e dal mondo esterno. Linda, ridotta a un robot e non più capace di provare emozioni, denuncia il marito. Montag fugge oltre il fiume e si rifugia nella foresta dove vivono gli uomini-libro: ognuno di loro custodisce dentro di sé un libro imparato a memoria, da conservare fino alla morte e da tramandare, come fa il nonno con il nipotino nelle ultime scene del film. Se riflettiamo sulla data di pubblicazione del romanzo di Ray Bradbury (1955), da cui F. Truffaut ha tratto la vicenda (1966), ci stupisce l’attualità delle due opere. “ Farhenheit 451” ci mette in guardia da una società in cui nessuno può esprimere la sua opinione o avere una sua personalità, dove gli uomini non possono portare i capelli lunghi o, addirittura, la camicia sbottonata. Una società dove tutti devono essere omologati. Una grande storia, fatta da intrecci tra passato e presente, e che ci fa capire che i libri sono una delle cose più importanti al mondo perché possono cambiare la personalità degli esseri umani e renderli incredibilmente sensibili.

17


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Spaziogiallo

MUGGITI CANORI A Santa Caterina con il piacere della lettura a cura della classe V Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina

Il nostro plesso ha potuto usufruire del progetto di animazione alla lettura proposto dalla Biblioteca Comunale di Lusiana. Quest’anno in particolar modo è stato molto bello, perché è venuta la signora Angela Graziani, dell’associazione Ullalà di Bassano del Grappa, a farci trascorrere una buona ora di ascolto con la

sua voce, la sua mimica facciale, le sue gesticolazioni al fine di renderci accattivante l’ascolto. E’ stata proprio brava, una vera attrice che ci ha divertito proponendoci la lettura del libro: Sofia la mucca musicista. La lettrice ha aggiunto molto del suo, con la fantasia, rispetto al libro, per invogliarci ad ascoltarla con l’aiuto delle immagini. Noi vi presentiamo un piccolo assaggio con una breve sintesi del testo. Il libro narra la storia di una mucca, capace di suonare il pianoforte, che aveva il sogno di esibirsi in un’orchestra vera. Un gior-

no, leggendo il quotidiano locale, butta un occhio alle inserzioni e ne trova una adatta al caso suo che dice pressappoco così: si invitano in città tutte le orchestre per partecipare ad un concorso canoro-musicale. Per Sofia che abitava in campagna, sembrò un’occasione da non perdere, ma purtroppo non aveva un’orchestra da presentare! Così decise di scendere in città alla ricerca di un’orchestra, priva di pianisti, per realizzare la sua grande ambizione! Suonò a diversi campanelli delle porte lungo il viale dei musicisti, ma nessuno l’accettò: vuoi per il colore del suo mantello, vuoi per le corna, vuoi per la sua forma; insomma mille motivi per rifiutarla perché diversa. Triste e sconsolata, dopo avere ripercorso per ben due volte l’intero e lungo viale, si ritira in un bar. Qui conosce un cameriere di nome Douglas, anche lui musicista abbandonato, che le farà venire una brillante idea! Riuscirà Sofia a realizzare il sogno e partecipare così a quel grande evento? Troverà il modo di formare un’orchestra? Questo non ve lo possiamo svelare per non togliervi il piacere della lettura! Se volete sapere come andrà a finire, basta leggersi tutto d’un fiato il libro: “ Sofia la mucca musicista” di De Pennart Geoffrey Ed. Babalibri Milano 2001. Buona lettura a tutti!

LE LANTERNE GIUSTE Pianezze si misura con l’Orienteering di Elena Guadagnini Scuola Primaria di Pianezze

L’orienteering è uno sport nato nei paesi scandinavi. Fare orienteering significa avanzare sul terreno con l’aiuto di una cartina e di una bussola, scegliendo da soli la via migliore da percorrere, cercando di valutare quale sia il percorso più veloce e vantaggioso per raggiungere la meta. Partiti uno per volta a distanza di alcuni minuti, i concorrenti con carta e bussola devono raggiungere nel minor tempo possibile il

18

traguardo, passando attraverso una serie di punti di controllo, chiamati lanterne. Il 26 gennaio 2010 io e la mia classe abbiamo fatto un percorso di orientamento. Questo significa che ad uno ad uno, quando Giulia, la nostra insegnante di orienteering ci dava il segnale, partivamo. Provvisti della piantina del cortile e dei dintorni della scuola dovevamo seguire un percorso di 10 tappe. In ogni tappa c’era una lanterna con scritto un numero o una lettera, che dovevamo ri-

portare in un lato della mappa che Giulia ci aveva consegnato all’inizio del percorso. È stato un “gioco” molto divertente che avrei voluto ripetere altre volte anche se la giornata era molto fredda. Su 20 ragazzi io sono arrivata quarta, con un tempo di 11:07 minuti: per poco non prendevo un premio (un sacchetto di cioccolatini)! La prima arrivata è stata Giorgia, poi Davide e Lorenzo. La difficoltà di questo sport è di riuscire a scovare le lanterne giuste: oltre alle nostre, ce n’ erano altre che ci ingannavano. È stato molto divertente trascorrere una mattinata diversa dalle altre, anche perché per noi ragazzi di quinta è stata la prima esperienza in questo campo.


SCUOLE in RILIE VO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Spaziogiallo

UNA VIOLENZA INFINITA A San Luca con la Giornata della Memoria a cura della classe V Scuola Primaria “O. Gugelmo” - San Luca

Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, si ricorda lo sterminio del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi di concentramento. Questa giornata si celebra in tutta Europa. A Milano, per esempio, è stata posata la prima pietra del Memoriale al binario 21 della Stazione Centrale, da cui partivano i carri destinati ai lager nazisti. Valentina P. e Riccardo R. Il 27 gennaio si ricorda l’apertura dei cancelli di Auschwitz e lo sterminio degli ebrei. Cosa penso della Shoah? Credo che i nazisti siano stati davvero crudeli nei confronti degli Ebrei e spero che fatti simili non accadano più. Enrico M. Il nostro ricordo va ad Anna Frank che dovette nascondersi, assieme alla sua famiglia e ad altre quattro persone ebree, per due anni in un alloggio segreto nella famosa casa, ora museo, sul Prinsegracht ad Amsterdam. Il

nascondiglio venne scoperto il 4 agosto 1944 dalla Gestapo a seguito di una soffiata di un informatore. Anna P. e Joshua S. Conosco la storia di Anna Frank che, con la sua famiglia e altri ebrei, si nascose in un rifugio segreto e morì di tifo nel campo di sterminio di Bergen Belsen. Gioele M. In questa giornata si ricorda lo sterminio del popolo ebraico con appuntamenti, mostre, celebrazioni, commemorazioni….Federica V. e Francesca P. Io penso che la

Shoah sia stata una violenza infinita contro gli Ebrei. Leonardo P. e Mattia B. Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. La parola Shoah significa “catastrofe, disastro”.

19


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Spaziogiallo

CAVE CANEM Giulio Cesare alle prese con le domande del nostro inviato a cura di Giacomo Xausa classe IE Scuola Media Statale “Sant’Antonio” Crosara

Cari lettori sono nell’anno 60 a.C. e sto per intervistare uno dei tre componenti del primo triumvirato, insieme a Licinio Crasso e Gneo Pompeo, l’ambizioso Giulio Cesare. G. “Buongiorno grande condottiero romano! Sono Giacomo, un inviato dell’Occhio del Lunedì, un giornalino che si produce nella scuola secondaria di primo grado di Crosara. Vorrei farle un’intervista da pubblicare nel nostro giornale.” G. “Innanzi tutto, com’eravate da amici nel triumvirato? E poi come Gneo Pompeo le diventò nemico?” G.C. “Bene. Il primo, Licinio Crasso, era un uomo ricchissimo, sostenuto dai cavalieri; all’inizio era antipatico e maleducato, ma divenne un ottimo cavaliere per allontanare Gneo Pompeo. Proprio quest’ultimo era un generale militare, eletto console, una brava persona, inizialmente, gentile e disponibile, ma amava fare guerre. Pochi anni dopo il nostro incontro, nel 53 a.C., il triumvirato, cioè il governo di tre uomini, finì con la morte di Licinio Crasso. Quindi tra me e Gneo Pompeo scoppiò un duello che si inasprì e diventò guerra civile, tra cittadini (cives) dello stesso Stato. G. “Bene! Adesso vorrei chiederle: perché iniziò una campagna militare?” G.C. “Beh! Le dirò. Un giorno sono andato a Cuma e ho incontrato Sibilla, una sacerdotessa che viveva in un antro. Lei mi ha detto di partire per questa campagna; infatti, mi ha predetto: “Ibis redibis non morieris.” Inoltre ha aggiunto che in futuro avrei dovuto affrontare una guerra civile. Quindi sono partito nel 58 a.C. e ho conquistato tutta la Gallia. Poi nel 50 a.C. ho concluso la mia campagna militare.” G. “Perché, secondo lei, il Senato si schierò

20

con Pompeo? Lei come reagì?” G. C. “Secondo me perché avevo conquistato molti territori e perché venivo da una famiglia più nobile della sua. A me il Senato chiese di ritornare a Roma, come semplice cittadino e mi tolse il comando della Gallia. Io però, consapevole di quello che facevo, ho attraversato il Rubicone, un piccolo fiume che divideva il territorio romano da quello della Gallia Cisalpina. Passando con l’esercito in armi, dissi: “Alea iacta est!” cioè “il dado è tratto”. G. “Come cacciò Pompeo?” G. C. “Dopo il Rubicone, non mi andava di obbedire al Senato e a Farsalo, in Grecia, nel 48 a.C. vinsi Pompeo che scappò in Egitto e venne ucciso. Poi, tornato a Roma, come saprà, venni acclamato imperatore”. G. “Lei nel suo palazzo possedeva un cane?” G. C. “Sì, avevo un cane che si chiamava Caio Gracco Annibale Augusto. Ho scelto per lui tre nomi molto importanti e li ho abbinati al nome Augusto, cioè consacrato dagli auguri, i sacerdoti che interpretavano i segni celesti. Io, inoltre misi un cartello sul mio cancelletto di legno con su scritto “Cave canem”. G. “ Mi parli del fiume Tevere. Quale importanza aveva nella vostra vita? Lo metterebbe a confronto con il Rubicone?” G. C. “No, no. Per carità. Non paragonerei mai il Rubicone al Tevere, perché veda, quest’ultimo fu una salvezza per Roma, e fu il luogo dove nacque la città. Questo è un grandissimo fiume solcato da navi che ha favorito il com-

mercio e lo sviluppo della città attraverso il guado dell’isola Tiberina. GG. “Lei ha sofferto nel vedere il suo figliastro che stava per ucciderlo? Lo aveva previsto?” G. C. “Lei mette il dito nella piaga. No, non ci avrei creduto, perché ero molto potente e amato dal popolo. Un giorno qualsiasi, alle Idi di Marzo, cioè il 15 Marzo del 44 a.C. recandomi in Senato, fronteggiai un gruppo di congiurati comandati da Marco Bruto, il mio figlio adottivo. Mentre mi uccidevano dissi: “Tu quoque brute fili mi”, cioè “anche tu Bruto figlio mio!” Tra loro c’era anche Caio Cassio. I congiurati vennero cacciati e messi in fuga dal mio successore Ottaviano.” G. “Ave Caesar.”


SCUOLE in RILIE VO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Ricerca

UN’OASI AFFASCINANTE A metà collina il segreto per superare la grammatica di Rosanna Bertoncello

Guardati con gli occhi della tradizione, i progetti “hortus mirabilis” e “didattica a due zampe” sono alquanto anomali e poco allineati. Magari suscitano anche qualche dubbio e qualche perplessità. E soprattutto sembrano non appartenere alla sfera della didattica, dell’apprendimento, della formazione. Però, piazzato a metà collina, rubato ai rovi, aperto a spazi di pianura che toccano orizzonti davvero lontani, il sito di orti e pollai mostra subito, di suo, un carattere speciale. Sì, perché si tratta proprio di orti e pollai, con radicchio e pomodori, anitre e oche, gallo e galline. Aule spaziose, esposte al sole e al vento, dove i ragazzi disboscano, vangano, piantano, costruiscono, crescono gli animali, seguendo il progetto dei prof, ma anche la loro fantasia e la loro passione. E’ un’oasi affascinante. Per raggiungerla i ragazzi sostengono con decisione il peso della storia e della matematica, della grammatica e del francese. Percorrono le piste della loro Parigi-Dakar, catturati da questo miraggio. E lungo questo percorso si accorgono anche che non possono lasciare indietro nessuno. Il deserto fa paura; e il deserto, per chi non raggiunge l’oasi, si chiama esercizi di grammatica da svolgere, ospiti in una classe

“straniera”. La meta, quindi, va raggiunta insieme, attraverso un prezioso lavoro di supporto in classe ai compagni, di costruttivo controllo a diario, quaderni, materiale scolastico, atteggiamenti, attenzione, impegno. Strada facendo, chi guida la carovana verso questa leggendaria “oasi di Siwa”, può aggiungere nel bagaglio che ognuno porta con sé, qualsivoglia fardello: conoscenze-pilastro, una competenza essenziale da acquisire, il comportamento corretto, il senso di responsabilità…Gli uomini blu sono razza creativa. I ragazzi

magari protestano un po’, ma non rallentano il passo e, soprattutto, tengono d’occhio la meta. Ed è qui, sul limitare dell’hortus che, agli occhi ogni volta strabiliati dei prof, avviene un’incredibile metamorfosi kafkiana. I ragazzi, mutati nella veste, chiaramente consona a lavori agro-avi-ambientali, armati di vanghe, rastrelli, zappe, forbici da potatura, secchi e carriole, si spargono su terrazze ed erti pendii e avanzano incontenibili, simili a un’orda di locuste. L’oasi è finalmene conquistata. E’ nelle loro mani.

21


Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Ricerca

USCIRE DALLA PALUDE Costruire insieme un ambiente per crescere di Roberta Tonin

Quando si pensa alla parola “ambiente”, forse viene subito in mente la sua dimensione naturale, la sua bellezza e purtroppo, sempre più spesso, la necessità di tutelare e custodire questo bene prezioso. Anche la nostra scuola, accanto alle famiglie e ad altre istituzioni, è ambiente. Esso chiede di essere preservato e magari migliorato al pari di quello che sta fuori e fa da cornice quando dalla finestra delle nostre aule ammiriamo il paesaggio circostante. Solo che l’ambiente-scuola è fatto sì di oggetti, ma è costituito soprattutto da “arredi” e “suppellettili” particolari: sono le relazioni che ogni giorno tessiamo fra adulti e bambini, fra adulti e adulti, fra bambini e bambini. A ben poco gioverebbero infatti begli arredi, belle stanze, muri colorati, se non si coltivassero con costanza e passione anche i sentimenti, i legami, gli affetti che qui nascono. Pensiamo che la scuola, in questo senso, sia al crocevia per cercare di orientarsi in questa nostra società così complessa e incerta. Spesso invece si sente parlare di scuola e di famiglia in termini accusatori: quando qualcosa non va, la colpa è dell’una o dell’altra o magari di entrambe. Anche a insegnanti e genitori capita di cadere in questo tranello: il pargolo dà segni di qualche insofferenza o manifesta qualche disagio? Semplice: le maestre non lo capiscono oppure i genitori non si interessano o sono iperprotettivi! E allora che fare? Starsene seduti a recriminare con la convinzione che nulla mai cambierà o rimboccarsi le maniche per provare a inventarsi modi per uscire dalla “palude” e riacquistare così un po’ più di fiducia ed entusiasmo per ciò che si fa? Noi come scuola abbiamo scelto la seconda opzione e ormai da molti anni sperimentiamo iniziative volte a costruire una fattiva alleanza educativa con le famiglie e quindi un

22

ambiente positivo in cui crescere tutti insieme. Trovare occasioni in cui ascoltarsi reciprocamente, lavorare fianco a fianco in un contesto non giudicante, “casalingo”, ci aiuta a costruire rapporti di fiducia con chi decide di affidarci i propri figli. Incontrarsi periodicamente a scuola, insegnanti, genitori, nonni…per condividere un seppur breve tempo con i bambini, lavorando con loro e per loro, favorisce il formarsi di un ambiente accogliente e familiare, che i piccoli respirano e, speriamo, faranno proprio. Toccare con mano la disponibilità ad aiutarsi vicendevolmente nelle situazioni più svariate, predispone a uno stile collaborativo in cui i bambini sguazzano con grande piacere. Vedere, nel concreto, che le maestre e le mamme e i papà fanno dei lavori insieme, si aiutano e soprattutto dialogano, è una preziosa lezione di socialità. E questo non significa confusione di ruoli: le insegnanti rimangono insegnanti, i genitori rimangono genitori. Il tutto in un’ottica di collaborazione. L’esperienza di questi anni ci ha fatto viv ere in un clima di profondo rispetto, in cui non si sono praticamente mai verificati episodi di ingerenza e/o invasioni di campo. Ai genitori sono state offerte diverse occasioni di partecipazione alla vita della scuola, altre le hanno inventate autonomamente e sono cresciute accanto e per la scuola stessa (per es. il gruppo teatro). Questi atteggiamenti, accanto al lavoro educativo/didattico che normalmente si svolge a scuola, contribuiscono, auspichiamo, a formare uomini e donne, cittadini e cittadine capaci di tessere relazioni buone con chi li circonda. Nelle nostre sezioni osserviamo continuamente la predisposizione dei piccoli ad aiutarsi fra loro, se attorno a loro e con loro si predispone un ambiente affettivo, relazionale, di apprendimento, non basato sulla competizione. Potremmo raccontarvi di scene a volte spiritose, a volte addirittura commoventi in

cui possiamo fare esperienza diretta della capacità che anche i più piccoli hanno di collaborare e di vedere i bisogni degli altri. Pensiamo a chi, per esempio, corre a prendere un fazzolettino per chi ha salutato la mamma con un po’ di tristezza, o a chi, si offre di disegnare un dinosauro al suo amico meno esperto…… Quanto fin qui descritto sembrerebbe fin troppo facile e troppo perfetto, se non si tenesse in debito conto la fatica di chi, ancora una volta insegnante e/o genitore, si fa carico di gettare dei sassi quando l’ acqua rischia di stagnare. Tenere desta la consapevolezza che l’educazione è affare serio e soprattutto è affare di tutti, non è sempre facile: c’è bisogno di tempo, di energia, di coraggio….Molto sembra remare contro: gli interventi calati dall’alto sulla scuola, la solitudine in cui sono lasciate le famiglie, la celebrazione esagerata della dimensione del privato, la presunzione di elargire “ricette”per crescere un bambino standard (che non c’è), la difficoltà a stare nelle domande che le relazioni sempre pongono…. Ma per fortuna, se lo vogliamo, non siamo soli….se lo vogliamo….


SCUOLE in RILIE VO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Autolinee -Orari FTV - LINEA: BASSANO DEL GRAPPA N째corsa Cadenza Nota Collegamento BASSANO AUTOSTAZIONE BASSANO P. LE CADORNA BASSANO DINDO BASSANO TRE PONTI MARSAN MAROSTICA AUTOSTAZ. MAROSTICA AUTOSTAZ. MAROSTICA P.ZZA ORTIG. VALLONA RA CROSARA CAPITELLI CROSARA DI MAROSTICA PONTE SANTA CATERINA S. CATERINA DI LUSIA NA PONTE SANTA CATERINA GOMAROLO FONTANELLE FONTANELLE CONCO A L TORNA NTE CONCO CONCO FA RMACIA LEBELE BOCCHETTA DI CONCO PUFFELE CAMPOMEZZAVIA TURCIO BERTIGO GALLIO ASIAGO EUROSPA R ASIAGO AUTOSTAZIONE

A P

A P

001 GG

003 GG

08.20 08.23 08.25 08.27 09.29

10.20 10.23 10.25 10.27 10.29

08.33 08.35 08.38 08.42 08.47 08.52 08.54 08.56 09.00

10.33 10.35 10.38 10.42 10.47 10.52 10.54 10.56 11.00

09.05 09.10 09.13 09.15 09.17 09.21 09.23 09.26 09.31 09.34 09.37 09.41 09.45

11.05 11.10 11.13 11.15 11.17 11.21 11.23 11.26 11.31 11.34 11.37 11.41 11.45

FTV - LINEA: ASIAGO N째 corsa Cadenza ASIAGO AUTOSTAZIONE ASIAGO EUROSPA R GALLIO BERTIGO TURCIO CAMPOMEZZAVIA

ASIAGO 005 SC A-B 13.20 13.25 13.27 13.29 13.32 13.35 13.45 13.47 13.50 13.54 13.59

14.02 14.07 14.11

007 GG

009 GG

011 FF

16.20 16.23 16.25 16.27 16.29

17.25 17.28 17.30 17.32 17.34

18.25 18.28 18.30 18.32 18.34

16.33 16.35 16.38 16.42 16.47 16.52 16.54 16.56 17.00

17.38 17.40 17.43 17.47 17.52 17.57 17.59 18.01 18.05

18.38 18.40 18.43 18.47 18.52 18.57 18.59 19.01 19.05

17.05 17.10 17.13 17.15 17.17 17.21 17.23 17.26 17.31 17.34 17.37 17.41 17.45

18.10 18.15 18.18 18.20 18.22 18.26 18.28 18.31 18.36 18.39 18.42 18.46 18.50

19.10 19.15 19.18 19.20 19.22 19.26 19.28 19.31 19.36 19.39 19.42 19.46 19.50

BASSANO DEL GRAPPA 002 GG 06.40 06.44 06.48 06.51 06.54 06.59

004 GG 07.45 07.49 07.53 07.56 07.59 08.04

006 GG 12.40 12.44 12.48 12.51 12.54 12.59

008 GG 14.30 14.34 14.38 14.41 14.44 14.49

010 GG 16.40 16.44 16.48 16.51 16.54 16.59

PUFFELE BOCCHETTA DI CONCO LEBELE CONCO FA RMACIA CONCO CONCO A L TORNA NTE FONTANELLE GOMAROLO PONTE SANTA CATERINA S. CATERINA DI LUSIA NA CROSARA DI MAROSTICA CROSARA CAPITELLI VALLONA RA MAROSTICA P.ZZA ORTIG. MAROSTICA AUTOSTAZ. MARSAN BASSANO TRE PONTI BASSANO DINDO BASSANO P.LE CADORNA BASSANO AUTOSTAZIONE

07.02 07.04 07.08 07.10 07.12 O7.15 07.20 07.25 07.29 07.31 07.38 07.43 07.47 07.50 07.52 07.56 07.58 08.00 08.02 08.05

08.07 08.09 08.13 08.15 08.17 08.20 08.25 08.30 08.34 08.36 08.43 08.48 08.52 08.55 08.57 09.01 09.03 09.05 09.07 09.10

13.02 13.04 13.08 13.10 13.12 13.15 13.20 13.25 13.29 13.31 13.38 13.43 13.47 13.50 13.52 13.56 13.58 14.00 15.02 14.05

14.52 14.54 14.58 15.00 15.02 15.05 16.10 15.15 15.19 15.21 15.28 15.33 15.37 15.40 15.42 15.46 15.48 15.50 15.52 15.55

17.02 17.04 17.08 17.10 17.12 17.15 17.20 17.25 17.29 17.33 17.38 17.43 17.47 17.50 17.52 17.56 17.58 18.00 18.02 18.05

GIRARDI - LINEA: BASSANO ASIAGO BASSANO Servizio solo feriale

PARTENZE 06.20 06.25 06.30 06.35 06.45 O6.52 06.56 07.00 07.02 07.12 07.15 07.18 07.22 07.25 07.27 07.32 07.37

ARRIVI 14.30

19.15

14.58

19.45

15.05

19.50

15.08 15.12 15.15 15.17 15.20 15.25

19.53 19.57 20.00 20.02 20.05 20.10

BASSANO AUTOST. MARSAN MAROSTICA AUTOST. VALLONA RA CROSARA S. CATERINA GOMAROLO FONTANELLE TORTIMA CONCO RUBBIO RUBBIETTO LEBELE BOCCHETTA PUFFELE CAMPOMEZZAVIA TURCIO ASIAGO

06.15 06.25

05.45 05.47 05.40

05.38 05.35 05.32 05.30 05.27 05.20

14.20 14.15 14.10 14.05 13-55 13.50 13.45 13.40 13.38

19.05 19.00 18.55 18.50 18.40 18.35 18.30 18.25 18.23

13.30 13.28 13.23 13.20 13.17 13.15 13.12 1305

18.15 18.13 18.08 18.05 18.02 18.00 17.57 17.50

CARBURANTI E LUBRIFICANTI SERVIZIO BOMBOLE BUTANGAS RICARICHE TELEFONICHE

RISPARMIO ENERGETICO

Lampade a LED americani a luce calda Consumo da 1,7 w 220v

di Eugenio Giuseppe Volpato Via Consagrollo 66/A Marostica Tel.0424702013 Fax 04241909057

23



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.