Scuole in Rilievo n° 7

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Periodico di informazione scolastica e di promozione culturale e didattica a cura delle scuole di Crosara, Valle San Floriano, Vallonara, San Luca, Santa Caterina

O V E SCUOLE in RILI Anno 3, Numero 7 Novembre 2009

ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007

Nuovo aumento di pagine e tiratura per Scuole in Rilievo

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ITO RI BU DIST


Anno 3, Numero 7 - Novembre 2009

SCUOLE in RILIE VO

Scuola dell’Infanzia “Maurizio Guderzo” - Crosara

biente scolastico, stabiliscono dei legami e riconoscono nei modi di vivere le nuove regole. Poniamo quindi molta attenzione all’inserimento e alla percezione personale del tempo perché, gradualmente, ognuno possa sentirsi a proprio agio. La giornata scolastica è articolata in momenti di attività e di routines, Come aiutare il bambino a sentirsi condivisi, parte del gruppo che aiutano di Marivana Guderzo il bambino a creare un clima positivo, che si esprime in gesti di Il tempo è una delle più grandi ricchezze che abbiamo a disposizione, una variabile cooperazione e di gentilezza, in scambi e determinante dell’organizzazione della vita relazioni, nel piacere di stare insieme, di della scuola e delle esperienze dei bambi- comunicare e di condividere esperienze. ni. Il nostro benessere nello stare insieme Le routines sono infatti momenti impore nell’imparare è un obiettivo da persegui- tanti perché il singolo bambino possa re con attenzione e sensibilità. I bambini aprirsi verso gli altri e perché il gruppo dovrebbero trascorrere la giornata a possa curare l’identità di una storia “in scuola sentendosi sereni, pronti ad af- comune”, riconoscibile attraverso abitudini e riti familiari. Esse marcano l’aspetto frontare nuove esperienze ed incontri. Nella nostra scuola il ritmo non è casuale: affettivo della relazione e rafforzano la quanto accade nella giornata, nella setti- vita sociale, aiutando il bambino a sentirsi mana, nell’anno, è organizzato per pro- parte del gruppo. muovere nei bambini lo sviluppo dell’iden- “Niente senza gioia” può rappresentare la consegna nel riflettere sulle routines, tità, dell’autonomia e delle competenze. Nella fase dell’accoglienza i bambini im- come momenti di intimità, amicizia, di parano a conoscere le persone e l’am- autonomia personale e di scoperta del sé

IL PIACERE DI STARE INSIEME

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e dell’altro. C’è poi il tempo delle esperienze più strutturate, dei progetti e dei laboratori, ideati per l’apprendimento dei diversi linguaggi: motorio, grafico, manipolativo, creativo, verbale, matematico, musicale… Ecco l’importanza di una attenta cura organizzativa, di un paziente lavoro di regia da parte di noi insegnanti, che possa garantire piacere e benessere nei diversi momenti, in un contesto educativo progettato e verificato nella sua capacità di offrirsi come valido supporto al percorso di crescita, rispettando i tempi di ciascun bambino, in collaborazione con la famiglia, in un clima di relazione e di fiducia.

IN QUESTO NUMERO: IL PIACERE DI STARE INSIEME

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A NOI PIACE

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UN LABORATORIO IN TANZANIA

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GIORNALI E DOCUMENTI

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UNO SFORZO CONDIVISO

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AMBIENTE DA RISPETTARE E.. RIPULIRE

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IL SIGNIFICATO DEL SEGNO

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GAMBE E CERVELLI

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TRE, DUE, UNO. VIA!

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SUL CAMPO DELLA TENACIA

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BELLA.. LA PADELLA!

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IL MIO AMICO GUARDIA FORESTALE

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LA MONTAGNA.. DI RIFIUTI

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LE SCHIFEZZE DI CASA NOSTRA

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BUONA E SAPORITA

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LA FALANGE MACEDONE

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SETTE, QUATTORDICI, VENTUNO NANI!

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CORTECCIA E TRANSUMANZA

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LA FRUTTA DI MESSER AUTUNNO

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DIVERSI DA CHI?

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LA VIVACITA’ DI UNA PICCOLA SCUOLA

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GENTE FORTE, ROBUSTA E NUMEROSA

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COSTRUIRE SCRIVENDO

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IL CARTEGGIO SALEM

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Scuola Primaria “Olga Gugelmo” - San Luca

speranza di contagiarvi, raccomandiamo a tutti: Mai con le mani in mano!”

UN LABORATORIO IN TANZANIA Tante iniziative di solidarietà di Roberta Spagnolo

A NOI PIACE! Esprimere le diverse intelligenze con i laboratori creativi di Federica Cappeller Di sicuro è una cosa che a noi piace molto! Creta, trucioli, polvere, colori, gesso, mattonelle, vetrini, stoffe, colla…., tutto per noi è un’occasione per giocare ed esprimerci! Anche quest’anno noi della scuola primaria “Olga Gugelmo” di San Luca ci stiamo impegnando nei laboratori creativ i che ci hanno tanto coinvolto e appassionato l’anno scorso. Stiamo sperimentando nuove tecniche come per esempio il mosaico e stiamo approfondendo la conoscenza dell’uso del traforo manuale con la costruzione di giochi e di lampade da tavolo decorate e arricchite con diversi materiali. L’uso della creta è il nostro “cavallo di battaglia” che coinvolge in particolare i bambini delle prime classi ma che appassiona anche i ragazzi più grandi. Un ringraziamento Alimentari e salumeria con prodotti tipici

“La Bottega” di Marilina e Carlo Si effettuano consegne a domicilio Da maggio a settembre aperto tutte le domeniche con pane Vallonara di Marostica 0424 77581 e.mail: labottega2001@libero.it

doveroso e sentito va al centro diurno Anffas di Nove, per averci aiutato a cuocere i nostri manu-

fatti e per averci quindi permesso di continuare questo percorso di manipolazione così affascinante ed educativ o. Alcuni frutti del nostro lavoro ci permetteranno di contribuire all’organizzazione del mercatino di Natale, occasione nella quale ci auguriamo di poter sostenere nuovamente il progetto JAMBO JOMBI (laboratorio di falegnameria in Tanzania). Imparare ad usare le mani non è l’unico nostro obiettiv o. I laboratori creativ i continuano ad aiutarci ad esprimere le nostre differenti intelligenze e supportano gli apprendimenti delle varie discipline rendendo tutto ciò che impariamo un insieme organico e ricco di significati. Non ci resta che rimboccarci le maniche e, nella

La scuola primaria di San Luca è impegnata, per il secondo anno, nella raccolta fondi per finanziare il progetto JAMBO NJOMBE in Tanzania. L’8 dicembre a Crosara si terrà il consueto mercatino pre natalizio. Dopo il successo ottenuto lo scorso anno, la bancarella della scuola di San Luca sarà presente, anche quest’anno. L’iniziativa ha lo scopo di finanziare la realizzazione di un laboratorio di falegnameria a Njombe in Tanzania e la costruzione di nuove aule didattiche della scuola professionale (politecnico). Gli alunni, sotto la guida dei loro insegnanti, sono impegnati in questo periodo nella realizzazione di graziosi manufatti, impiegando tecniche e materiali più svariati. Non sono di meno i genitori, nostri più affezionati sostenitori, che armati di forbici, macchine da cucire, fili da ricamo stanno confezionando raffinati corredi per la casa. Acquistando un porta mollette ricamato a mano, un portadolci oppure un allegro strofinaccio da cucina dipinto a mano e molti altri utili e simpatici oggetti potrai aiutare altri bambini e ragazzi nel loro percorso di studi.

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Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

GIORNALI E DOCUMENTI Progetti per tutti a Crosara di Fabio Cusinato Continuano con successo i laboratori giornalistici a Crosara. Le classi interessate stanno lavorando alla creazione di due testate settimanali: “L’occhio del lunedì” e “DìSette”. Un

lavoro che ha già evidenziato, lo scorso anno, notevoli potenzialità per il recupero dell’italiano come lingua scritta e parlata. I ragazzi vengono spinti a documentarsi con costanti

UNO SFORZO CONDIVISO

lavori di messa in sicurezza della scuola, con l’apertura di porte antincendio e la costruzione di nuovi bagni hanno forzatamente eliminato lo spazio un tempo dedicato all’aula di informatica. Il locale per una nuova sala per i computer è stato individuato nel settore oramai destinato ai laboratori. Via con i lavori allora. Al momento sono stati eseguiti tutti i collegamenti elettrici e dei cavi di rete. Ora mancano le

In costruzione un nuovo laboratorio di informatica di Fabio Cusinato L’anno scolastico, che ha appena preso il via, vede la nostra sede al centro di una serie di iniziative e di sfide di notevole impegno. I

O SCUOLE in RI LIE V Per la pubblicità su questo giornale: tel. 338 8234783 oppure: medie.crosara@libero.it Responsabile del progetto

Fabio Cusinato

Comitato di Redazione

Direttore responsabile: Silvano Mocellin Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Luca Pirazzo, Maria Angela Rela, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato, Alessandra Passuello, Barbara Rodeghiero, Antonella Scalco, Lenalisa Zucchi, Mariella Rossi.

Hanno collaborato

Bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di tutte le classi

Grafica

Fabio Cusinato, Marco Crestani

Stampa

S.M.G. srl - 36030 Costabissara (VI) Via A. Volta, 38

In copertina

Composizione realizzata dalla Scuola Primaria di Lusiana

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letture di giornali, periodici, e ascolto di notiziari. Tutto il materiale finisce in classe al vaglio delle micro redazioni che operano scelte e tagli per poi confezionare gli articoli che vanno alla stampa. La scelta per gli alunni si traduce in: imparare a scrivere o scrivere bene. Altre iniziative sono legate all’attenzione per l’ambiente in cui viviamo, dal punto di vista naturalistico-ambientale e storico-culturale. La classe IIIE si sta preparando ad un lavoro sul testo di Emilio Lussu “Un anno sull’Altipiano”. Il loro lavoro, fatto di letture e ricerche sul campo, finirà nella costruzione di una presentazione video al computer. Gli stessi ragazzi sono impegnati nella progettazione di una nuova gabbia, la terza della nostra scuola, per ospitare altri volatili. Ogni classe è responsabile di uno spicchio di progetto: orto e giardino roccioso, oca e germani reali, gallo e galline, sito per un terzo recinto di volatili. opere murarie, l’acquisto di tavoli, sedie e, naturalmente, computer. Lo sforzo economico appare importante, ma genitori, alunni e insegnanti sono determinati ad andare avanti. Entro la fine di dicembre sono in programma due cene di beneficenza con le quali fare fronte al pagamento dei primi lavori. Altra iniziativa di successo è quella legata al mercatino dell’usato partito già dal mese di ottobre. Inoltre, attendiamo fiduciosi l’aiuto di qualche ente al quale abbiamo già fatto richiesta, per poter fornire di uno strumento così prezioso i nostri ragazzi.


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Scuola Primaria “Dante Alighieri” - Santa Caterina

AMBIENTE DA RISPETTARE E.. RIPULIRE Esplorare e scoprire il territorio che ci appartiene di Antonella Alberti - Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina E’ ormai tradizione per la scuola di Santa Caterina iniziare l’anno scolastico con l’iniziativa della Legambiente “Puliamo il mondo” che vede coinvolti insieme agli alunni e agli insegnanti, il Gruppo Alpini del paese. Si coglie pertanto l’occasione di questo spazio per ringraziarli

della loro disponibilità e collaborazione. Quest’anno scolastico vedrà inoltre tutti gli alunni della scuola impegnati in un progetto dal titolo: “Esploriamo e scopriamo l’ambiente intorno a noi”. Sarà un’esperienza per conoscere il proprio ambiente dal punto di vista storico, narra-

unità di lavoro sul Natale. La motivazione che ha portato a considerare tale argomento appropriato ad essere incluso nei suddetti progetti è dovuto al fatto che il Natale è memoria di un evento storico: la nascita di un personaggio che ha cambiato la storia, tanto che nella cultura occidentale si misura il temUna storia fatta di esperienze po a partire da essa di Antonio Damiano (prima e dopo Cristo). Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina Inoltre il Natale nel noLe scuole primarie dell’Istituto Comprensivo stro territorio è profondamente radicato e di Lusiana hanno realizzato diversi progetti forte è la presenza nell’ambiente di tanti per l’anno scolastico 2009-10; in particolare segni simbolici (le luci, gli alberi addobbati, i il plesso di Lusiana ha compiuto un percorso presepi, i doni). Far conoscere il motivo di dal titolo “Insieme nel nostro ambiente” e il ciò che avviene nell’ambiente, anche nelle plesso di Santa Caterina uno dal titolo sue motivazioni storiche, favorisce la com”Cultura e tradizioni a Santa Caterina”. prensione del legame che sussiste tra il Queste proposte si sono realizzate in ambito segno e il significato. interdisciplinare e l’insegnamento della Gli alunni delle classi quinte hanno approfonReligione Cattolica ha partecipato ad en- dito le conoscenze sul Natale, arricchendole trambi i progetti con la realizzazione delle con le testimonianze degli anziani e il tesoro

IL SIGNIFICATO DEL “SEGNO”

tivo, scientifico e geografico il cui obiettivo è imparare a rispettare l’ambiente conoscendolo. Sono stati organizzati inoltre laboratori con personale specializzato sempre legati all’ambiente nel periodo febbraio- marzo 2010. Quest’anno sarà anche dato spazio allo sport nei sui aspetti più vari: corso di “Tai-Chi” fino a dicembre, adesione per il terzo anno al progetto “Più sport a scuola” e infine un corso di pallavolo. Non dimentichiamo l’animazione alla lettura organizzata dalla Biblioteca Comunale di Lusiana per il giorno 5 novembre. Infine l’educazione stradale proposta e realizzata dai vigili di Thiene. Si prospetta un anno ricco di attività che permetterà ai bambini di fare tante interessanti esperienze. Che dire: Buon lavoro a tutti!

prezioso che sono i loro ricordi. I racconti raccolti sono stati trascritti su carta e completati con i disegni dei bambini. Tutto il materiale è poi stato inserito in un fascicolo.

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Spaziogiallo

GAMBE E CERVELLI Entusiasmanti gare uniscono gli spiriti a Marostica a cura della classe V^ D Scuola Primaria “A. Cuman Pertile” - Marostica L’anno scolastico si è aperto con un “braccio di ferro” per gli alunni delle classi quinte della Direzione Didattica di Marostica. Per i giovani ragazzi si prospetta un anno che li vedrà protagonisti in sfide di cultura generale, come le Gare di informatica, le Olimpiadi di matematica e in prove di resistenza e forza fisica. Venerdì 30 ottobre nel cortile della scuola media si è dato inizio alla prima competizione prevista: la campestre. Sono scesi in campo gli alunni delle classi quinte e gli amici di prima media: a colpi di sorpasso hanno corso lungo un circuito di 1 Km gareggiando l’uno contro l’altro. La partenza ha lasciato tutti con il fiato sospeso: i

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ragazzi erano tutt’orecchi per il via d’inizio, mentre gli insegnanti “temevano il peggio”. Il pubblico era in delirio: forse, in cuor suo, ciascuno tifava per la propria classe, ma si sentiva forte fin dall’inizio un sentimento più profondo: il desiderio di incoraggiare tutti, nessuno escluso.

TRE, DUE, UNO. VIA! Con lo sport per riscoprire valori importanti a cura della classe V^ D Scuola Primaria “A. Cuman Pertile” - Marostica “Venerdì 30 ottobre le classi quinte della scuola primaria del circolo di Marostica hanno partecipato alla campestre insieme ai ragazzi di prima media. Alle ore nove tutti i ragazzi si sono riuniti nel cortile della scuola media dove era stato allestito un circuito da seguire durante la gara. Ogni classe è stata suddivisa in quattro gruppi: giallo e rosso per le femmine e verde e blu per i maschi. Il primo gruppo ai blocchi di partenza è stato quello dei rossi... a seguire sono partiti il gruppo dei gialli, poi i verdi ed infine il gruppo dei blu...”


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“La gara poteva avere inizio. La tensione era alle stelle… tre due uno via! A incoraggiare i ragazzi nella corsa c’era il direttore di gara con il megafono e gli insegnanti che, agitati, correvano di qua e di là per guardare i loro alunni. A fine gara la direttrice della scuola ha consegnato ai vincitori le medaglie. A dominare la corsa femminile è stata Giulia Vaidanis mentre quella maschile Walid El Arjouni, portando al successo la classe elementare 5^D, che si è onorata anche di un terzo posto da parte dell’atleta Anna Scalcon.” “La campestre ha sicuramente rappresentato per noi ragazzi un’esperienza positiva... È stato eccitante, entusiasmante e divertente partecipare a questa gara, perché è stata un’esperienza che ci ha fatto conoscere altri ragazzi, ci ha unito nello spirito della competizione, spingendoci all’incoraggiamento reciproco e ci ha permesso di assaporare il valore dell’amicizia.” “In quella bellissima giornata non è mancato di certo l’entusiasmo degli insegnanti per la propria classe e il sostegno da parte di ciascuno per ogni singolo atleta!” “Durante questa coinvolgente ed entusiasmante esperienza noi giovani atleti abbiamo potuto apprezzare l’importanza dell’amicizia attraverso il tifo di coloro che ci seguivano nella corsa incoraggiandoci e sostenendoci. La campestre ha rappresentato una dura prova fisica per noi ragazzi, ma ci ha anche insegnato che la determinazione e la forza di volontà permettono di raggiungere obiettivi alti a volte preziosi come l’oro!”.

SUL CAMPO DELLA TENACIA Correre per promuovere disciplina e rispetto per gli altri a cura delle classi Quinte Scuola Primaria “A. Cuman Pertile” - Marostica Venerdì 30 ottobre, in una bellissima giornata autunnale, le classi quinte di Marostica capoluogo, all’interno del progetto “più sport @ scuola” hanno partecipato alla manifestazione di Corsa Campestre assieme alle classi di prima media. I ragazzi hanno avuto modo così di fare una prima conoscenza di ambienti e persone nuove che ritroveranno l’anno prossimo quando frequenteranno la nuova scuola.

La corsa campestre, essendo uno sport di resistenza, risulta una disciplina impegnativa per il fisico e per il carattere: i ragazzi infatti devono dare prova di grande tenacia e volontà. Ha in sé però anche tutti i valori dello sport in generale: promuove l’autodisciplina, la stima di sé, l'amicizia e la correttezza, il rispetto per l'altro, l’autostima e stimola il ragazzo a diventare un individuo consapevole e solidale, allenato ad affrontare le sfide della vita. Il giorno 30 ottobre 2009, noi ragazzi di classe quinta della Scuola Primaria “Arpalice Cuman Pertile” di Marostica abbiamo partecipato alla corsa campestre assieme ai ragazzi delle classi prime della scuola Secondaria di Primo Grado. Intorno alle 9,00 ci siamo radunati nel grande cortile delle medie, dove si teneva la gara, muniti di tuta, scarpe da ginnastica , ma soprattutto di una grande

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BELLA... LA PADELLA! a cura della classe I Scuola Primaria “O. Gugelmo” - San Luca

Non è per capriccio se nasco in un riccio. Son buona, son bella lessata o in padella.

voglia di correre, come dei veri atleti che affrontano per la prima volta una sfida sportiva. Al nostro arrivo i professori ci hanno dato alcuni consigli sullo svolgimento della gara e ci hanno fatto fare un giro di prova e di riscaldamento. I ragazzi e le ragazze sono stati quindi suddivisi in quattro batterie di circa 40 elementi: due gruppi maschili e due femminili e hanno gareggiato separatamente. Il percorso era stato delimitato da un nastro rosso e bianco e noi dovevamo eseguire due giri completi del circuito: per un totale di circa 1200 metri. Ad iniziare per prime la gara sono state le ragazze, incitate dalla tifoseria scatenata di ciascuna classe. Al fischio di partenza ci siamo lanciati nella

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Son frutto autunnale, non faccio mai male. Mi trovo in montagna E son la...

corsa con talmente tanta foga che qualcuno di noi è caduto, travolto dall’irruenza dei compagni: senza conseguenze per fortuna! Dopo il primo giro del campo si intravvedevano già i finalisti, che con abile maestria e incredibile tenacia avevano distanziato il resto del gruppo. La parte finale della corsa è stata davvero dura perché eravamo veramente esausti e provati dalla stanchezza fisica. È stata davvero una prova molto combattuta! Siamo arrivati al traguardo stremati dalla stanchezza e completamente senza fiato, ma felici di avercela fatta! La competizione si è svolta correttamente e possiamo dire di avere fatto anche una discreta figura, dal momento che abbiamo saputo tener testa ai ragazzi di prima media.

Ogni alunno è stato cronometrato e le posizioni sono state decise dai tempi d’arrivo. La classifica è stata la seguente : due medaglie d’oro sono andate a El Arjouni Walid e Vaidanis Giulia, i due argenti a Berton Lucrezia e Daldin Nicolò, mentre i due bronzi se li sono aggiudicati Scalcon Anna e Merlo Mattia. I primi tre classificati di entrambe le categorie maschile e femminile sono infine saliti sul podio e sono stati premiati con una bellissima medaglia dalla nostra Dirigente Scolastica Emiliana Bonaldo. A tutti gli altri non è rimasto che consolarsi con una energetica e favolosa barretta di cioccolato! Grande l’entusiasmo e la soddisfazione per i risultati ottenuti, anche perché gli avversari erano davvero temibili!


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IL MIO AMICO GUARDIA FORESTALE di Giulia Crestani, classe 5^ - Scuola Primaria di Valle San Floriano Ho la fortuna di conoscere un signore, Guardia Forestale di Paluaro (Friuli-Venezia Giulia). Quando lo vado a trovare e non è in servizio, mi racconta in modo appassionante cosa consiste il suo lavoro. Il suo lavoro è molto pesante ed impegnativo ma, anche se è faticoso, lo fa con molto piacere perché ama stare a contatto con la natura e gli animali. Il suo lavoro è sia teorico che pratico. Raul, questo è il suo nome, infatti, deve svolgere anche del ”lavoro d’ufficio”: compila moduli, redige verbali. Quando trova qualcuno in giro per i boschi che non si comporta come dovrebbe, fa anche le multe. Però non è cattivo, lo fa perché quello è il suo dovere, ma soprattutto perché ama la natura e in tutti i modi cerca di proteggerla e di farla rispettare. Il lavoro ”pratico”, quello che lui adora e che fa per la maggior parte del tempo, è quello

nei boschi e nei prati. Raul, quando è in servizio, si alza molto presto, indossa la sua classica divisa verde, lo zaino in spalla, il binocolo al collo e si inoltra, assieme ad un suo collega, nel bosco. I forestali hanno dei compiti molto importanti e, anche se molti dicono che sono intransigenti, beh!!!...in fondo quello è il loro lavoro e lo compiono con professionalità.

Raul mi spiega che spesso il suo lavoro non ha orari; infatti può capitare in qualsiasi momento, un imprevisto sulla strada del territorio. Il loro lavoro è molto vario, controllano i sentieri e i boschi affinché i bracconieri, da sempre nemici dei forestali oltre che degli animali, non mettano le trappole: le tagliole per catturare le volpi o per i cinghiali, o ancora i lacci per intrappolare i caprioli o gli archi per irretire gli uccellini. Tuttavia il lavoro dei forestali non è solo quello di salvare gli animali: a volte sono proprio loro che devono abbatterli, quando ad esempio capita che le volpi o altri animali si ammalino. Il loro lavoro non è fatto solo di passeggiate nei boschi a contatto con la natura e gli animali, ma sono loro che, quando uno vuole tagliare della legna nel bosco per uso personale, indicano alle persone dove e quali piante possono essere abbattute. Oppure, se durante una passeggiata di ricognizione, vedono degli alberi caduti in mezzo al letto di un torrente, organizzano una squadra per toglierli dal torrente e poi tagliarli, perché, se il torrente si dovesse ingrossare, quell’albero potrebbe provocare dei danni. Inoltre Raul mi racconta spesso che viene invitato nelle scuole a illustrare le finalità del suo lavoro. I suoi interventi prevedono un percorso tecnico in classe e uno pratico nei boschi, a piantare nuovi alberi per ripristinare quelli abbattuti, oltre che per conoscere gli animali in casa loro. Il suo lavoro mi piace perché è sempre in contatto con la natura incontaminata anche se, quando vengono organizzati gli appostamenti – sotto la neve o al freddo … beh … non vorrei essere al suo posto!!! Anche noi ragazzi del plesso di Valle San Floriano, abbiamo fatto un progetto con le guardie forestali di Bassano e Schio per imparare tanto dalla natura e per imparare a tutelare l’ambiente in cui viviamo. Sicuramente il percorso fatto nella nostra scuola mi ha fatto amare ancora di più questo tipo di lavoro e il mondo di cui la guardia forestale si occupa.

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Anche quest’anno gli alunni della scuola media di Lusiana, all’interno del Progetto d’Istituto sulla conoscenza e il rispetto dell’ambiente, hanno aderito ad alcune significative esperienze. In collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con il Gruppo Protezione Civile, hanno partecipato, sabato 26 settembre, alla Giornata Mondiale “Puliamo il mondo” e, il martedì successivo, ad un’escursione ai Larici. Agli alunni è stata offerta l’opportunità di conoscere meglio il territorio in cui vivono e di assumersi il grande impegno di rispettare l’ambiente, attraverso piccoli gesti quotidiani, dando un segnale forte a tutta la Comunità. LARICI “Abbiamo trovato una splendida giornata di sole: si vedevano tutti i boschi illuminati, dai colori vivi e l’arietta ci accarezzava e spandeva il profumo delle montagne”. Claudia2^A. “Sembrava quasi estate … ma eravamo con i professori!”. Arianna-2^A. “Ho scoperto che la montagna è un posto veramente bello, con i prati, gli animali, i boschi che riservano mille sorprese da scoprire, i fiori che la dipingono di ogni colore, insomma un paradiso terrestre”. Marta-1^ A. “Io non mi aspettavo che così vicino a noi ci fossero dei posti così belli e quasi incontaminati come i Larici: mi sono veramente sentito in mezzo alla natura.” Luca- 1^B. “Con lo sguardo abbiamo varcato confini che non immaginavo fossero così vicini, tra Lusiana e Asiago, tra Veneto e Trentino. Anche se sono tornata a casa con le “masselle” rosse, sono stata molto contenta di aver conosciuto posti e cose nuove”. Marta-2^A. “Quel giorno era perfetto: eravamo ai Larici, in mezzo alla natura, dove l’asfalto non esiste e se stai in silenzio senti i fischi delle timorose marmotte che quando ti vedono scappano nelle tane; solo qualcuna rimane fuori, a fare da sentinella. Le mucche ti guardano curiose, ma poi tornano tranquillamente a mangiare. Se sei fortunato riuscirai anche a vedere qualche rapace o un capriolo”. Matteo-2^A. “In quel piccolo territorio, Lusiana è tutta un’altra cosa: l’aria è pura e tutto è immerso nel verde”. Sofia-2^A. “In questo ambiente di montagna la natura trionfa: i

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LA MONTAGNA… DI RIFIUTI! a cura dei ragazzi della Scuola Media di Lusiana prati sono vasti e sconnessi, gli alberi alti, i sentieri tortuosi. Si respira un’aria salutare e non si odono i rumori delle macchine. Le case sono poche e le malghe sono sparse qua e là. Tutto è immerso nella natura, in un mondo quasi magico. Può l’uomo, con la sua superficialità e testardaggine, rovinare un luogo così meraviglioso?”. Matteo-2^A. “Mi è piaciuto per una volta fare lezione all’aperto e non sempre le stesse “storie” di Geografia, Scienze …”. Emanuele-2^A. PULIAMO IL MONDO “Quel giorno siamo andati al monte Corno con guanti, sacchetti neri e un cappellino giallo in testa. Di solito non ci vestiamo così per andare in montagna, ma quel giorno non dovevamo passeggiare, ma pulire, sì, “pulire il mondo”! Sembrava quasi che trovare una sporci-

zia fosse trovare un tesoro!”. Elisabetta-1^A. “Ci siamo divisi in gruppi per noi è iniziata una specie di gara: chi raccoglieva più rifiuti vinceva”. Matteo e Alessandro-2^A. “Fra me e me pensavo: le persone che gettano nell’ambiente le immondizie fanno molto male, non rispettano le regole e sono stupide e ingrate”. Simone-3^A. “Non immaginavo ci fossero così tanti rifiuti. C’erano carte e cartacce, ma noi le abbiamo raccolte tutte perché è bello vedere un mondo pulito.” Andrea-1^B. “Se tutti cominciassero a rispettare la natura, i nostri discendenti avrebbero un futuro migliore. Sarà nostro il compito di insegnare ai nostri figli il rispetto della natura.” Giada3^A. “Ma io mi chiedo: è così difficile per le persona tenere le loro immondizie in mano e gettarle nel primo bidone della spazzatura


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Sabato 3 ottobre. Caro diario, stamattina siamo andati assieme a tutti i bambini della nostra scuola a “Pulire il mondo”. Sai cos’è “Pulire il mondo”? Prova ad indovinarlo, non dovrebbe essere così difficile, vero? E va beh, per questa volta te lo diciamo noi. E’ un’iniziativa promossa dalla Legama cura degli alunni della classe 5^ biente in collaborazione Scuola Primaria di S. Caterina con alcuni comuni d’Italia e, quindi anche il nostro, che consiste nell’usci- che a causa dell’inquinamento provocato dalre per le vie del Paese allo scopo di raccogliere l’uomo, l’ambiente è danneggiato, l’aria diventa le sporcizie che lasciano le persone maleduca- irrespirabile e si allarga sempre più il buco te. Non ti sembrerà vero, ma le valli erano piene dell’ozono. Non possiamo non raccontarti che di immondizia! C’erano di quelle “schifezze” che abbiamo riempito circa una decina di sacchi e tu non riusciresti mai ad immaginare; per fortu- abbiamo trovato persino un’antenna di un telena avevamo l’aiuto della Protezione Civile e degli visore. Non ti sembra, un po’ troppo? In fondo, ti Alpini che ci facevano da apripista in mezzo alle dobbiamo dire che ci siamo anche divertiti: sterpaglie, tra i rovi e lungo i sentieri. Se sapes- muniti di guanti correvamo su e giù, di qua e di si cosa abbiamo raccolto: una montagna di là alla ricerca di rifiuti! Stanchi, ma felici del bel rifiuti… Bidoni di plastica, copertoni delle auto, lavoro fatto, ci siamo rifocillati gustando tante scarpe, bottiglie di plastica e di vetro, tubi di cose dolci, offerte dai nostri amici alpini. Alla ferro, cartacce di ogni tipo facevano cattiva fine della mattinata siamo tornati a casa con un mostra in mezzo alla natura e ai colori autunnali sorriso stampato in faccia raccontando l’avvendel paesaggio. Quanto abbiamo camminato e tura ai nostri genitori. Ora ti lasciamo e ti afaticato per colpa degli altri, non ti pare? Pensa, spettiamo alla prossima!

LE SCHIFEZZE DI CASA NOSTRA

che trovano?”. Natasha-3^A. “Sensibilità: è questa la parola che aiuta i giovani a capire l’importanza dell’ambiente che ci circonda”. Andrea e Filippo-2^A. “Per tenere pulito l’ambiente basta un poco, un piccolo atto di buona educazione.” Romina-1^B. “I boschi e i prati della piana di Monte Corno, per tutta l’estate, hanno ospitato molti pic-nic. La valle di Granezza di Gallio, invece, più ombrosa e pendente, è stata meno frequentata. Abbiamo capito, quindi, che la causa del nostro inquinamento è spesso il turismo. Noi ragazzi abbiamo compreso quanto sia importante mantenere pulito l’ambiente, ma è indispensabile che lo capisca anche il resto del mondo”. Elisabetta e Chiara-2^A. “Cari lettori, pensate che sia giusto fare un’uscita con i vostri figli e “dimenticare” sacchetti di plastica, lattine e

altri infiniti rifiuti? Beh, questo è certamente comodo: non dovete mettere nello zaino gli “scarti” della giornata. Questa idea di “inquinare per comodità” ce l’avevo anch’io prima di fare questa uscita con Legambiente, ma ho cambiato idea: ho capito che anche un semplice gesto può essere molto importante”. Riccardo-3^A.“Abbiamo trovato tanti borsoni di rifiuti e questo mi fa star male, perché tanta gente non rispetta l’ambiente e per colpa di quelle persone la Terra si “ammala” e rischia di morire”. Alice-1^B. “Gettare la spazzatura nell’ambiente è come fare “bullismo” alla natura”. Valentina-3^A. “Spero che grazie a Legambiente il mondo sia più pulito, per un futuro più sano ed ecologico”. Paola-3^A. “All’inizio pensavo: Ma cosa vuoi che troviamo in mezzo ad un monte?! Ma

poi ho dovuto ricredermi... Scherzando con i miei compagni, quasi senza accorgermene, stavo facendo del bene al mio paese. ” Chiara3^A. “Pulire un pezzo del nostro paese è come pulire la nostra casa e a me non piacerebbe che la mia casa fosse sporca”! Mirco1^A. “ … ma non abbiamo fatto niente di incredibile: tutti lo possono fare!” Affo-1^A. “La cosa più importante è che abbiamo pulito insieme!” Gianmarco-1^A.

“Speriamo che l’esempio dei più piccoli possa essere significativo anche e soprattutto per gli adulti che spesso sottovalutano questo problema e rimandano sempre ad altri la responsabilità della “cura” del territorio.” (Sabrina Passuello, Assessore all’Istruzione Comune di Lusiana).

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L’autunno è una stagione molto bella, piena di colori e profumi. Uno dei frutti che rappresenta l’autunno è la castagna, buonissima e saporita: è per questo che noi abbiamo deciso di dedicarle una festa. Così, sabato 31 ottobre, le maestre e i maestri hanno chiamato genitori, fratelli, alpini e bambini delle scuole materne di Conco e Fontanelle per una castagnata in compagnia. Siamo venuti a scuola con pochi libri perché non facevamo lezione. Gli alpini sono arrivati presto perché aspettavamo molta gente e le castagne erano tante da cucinare! Avevano una padellona A Conco tutti insieme per la castagnata enorme!!! Alle nove e a cura della classe IV^B Scuola Primaria “” - Conco mezzo sono arrivati i bambini dell’asilo e insieme abbiamo fatto un lavoretto: la ca- la bocca sorridente, della rafia per i ciuffetstagna. Era fatta così: si prendeva un pezzo ti, due occhietti mobili, quattro scovolini per di cartoncino marrone per fare la castagna, fare braccia e gambette! Carina! Aiutando i un pezzo giallo per la pancia, uno rosso per bambini della scuola materna abbiamo capito che la felicità è stare insieme a tutti gli amici e le amiche, grandi e piccoli,e non litigare, ma aiutarsi. Le nostre famiglie sono arrivate alle ore 10 e ognuno di noi è andato a salutare i parenti invitati e gli amici. Le mamme rappresentanti di classe, con l’aiuto di altri genitori hanno preparato e offerto the caldo e bibite, poi hanno preparato tanti sacchettini di

BUONA E SAPORITA

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castagne cotte per ogni bambino. Sentendo molte testimonianze tutti dicevano che le castagne erano buonissime. La felicità di tutti noi era infinita. Per concludere la festa abbiamo cantato e ballato delle canzoni in dialetto veneto. In questa meravigliosa mattinata abbiamo imparato che stare tutti insieme non fa male a nessuno. Abbiamo imparato che ci sono delle persone davvero brave a prestarsi per queste cose. Abbiamo imparato che è molto bello stare in compagnia con gli altri e che il bosco ci offre delle buone cose. Questa bella giornata non ce la dimenticheremo: un grazie agli alpini, alla Polisportiva di Conco, un grazie alle maestre e ai genitori. W le castagne!


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LA FALANGE MACEDONE a cura della classe II^F Scuola Media “Sant’Antonio” di Crosara Mamma mia quante volte ce l’hanno detto!? Può essere difficile ma ce la faremo! Quest’anno la nostra classe ha un obiettivo: diventare una squadra. La squadra agli occhi del mondo parla linguaggi di speciale amicizia, di felicità condivisa, di enormi speranze. La squadra sa percorrere estese pianure, ma anche sentieri in salita, superando imponenti montagne anche in mezzo a venti impetuosi e improvvisi temporali. La squadra sente solo parole incoraggianti, promesse sincere e tutte le parole belle che vengono dal cuore. La squadra vede i colori brillanti della vita, vede i tuoi evidenti difetti, ma li trasforma in

stupende qualità. Nella squadra tutti vivono dello stesso pane. Fare squadra è come unire le forze di singole persone per realizzare qualcosa di importante. Fare squadra è andare avanti a mani unite, con desideri nel cuore e voglia di cantare. Si fa squadra in molti modi, allo stadio, in classe, in famiglia. Tra le squadre che ammiro ci sono i gruppi di amici che gioiscono se stanno insieme e vivono felici un momento, una festa o un evento. Ecco, noi non lo siamo. Forse lo stiamo diventando. Perchè dentro di noi il seme c’è. Paolo ci contagia con il suo ottimismo. Nel cielo di Francesca non ci sono mai nubi. La

pazienza di Diletta non va mai neppure in momentanea riserva. La simpatia di Luca copre i vuoti di buon umore. Su Mikey le battute rimbalzano come fossero di gomma. Cristina, oltre ai problemi matematici, riesce a risolvere i litigi tra Gabriele e Noemi. Christian ed Alessandro sono preziosamente allenati a portare a termine le partite con un calcio d’angolo. La speciale tecnica di Gabriele sa placare l’irruenza di Paolo. Magari i legami di amicizia e la buona volontà di Nicola e Giovanni si diffondessero come una pandemia! E per fortuna Paolo ride quando noi prendiamo i castighi. E alla fine, senz’altro, avanzerà sicura e compatta la nostra falange macedone.

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SETTE, QUATTORDICI, VENTUNO NANI! a cura della classe I^E Scuola Media “Sant’Antonio” di Crosara Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, vivevano 7…14…21 nani. Abitavano tutti insieme in una grande casa in mezzo alla radura di un bosco fitto fitto, dove anche coltivavano ortaggi, legumi e frutta. Tutti, al mattino, si alzavano presto: alcuni tagliavano legna nel bosco, altri raggiungevano le loro botteghe di falegnami, ciabattini, impagliatori di sedie, fabbri e intagliatori, nel paese murato. Le cinque nanette, Stangola, Scricciola, Attentola, Appuntola e Squinzi-Squanzola, dopo aver

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messo a posto la casa e raccolto i prodotti della terra, si recavano al mercato per concludere qualche buon affare. I sei saggi della compagnia, Secchiolo, Studiolo, Satuttolo, Dottolo, Scrivolo e Copiolo, di solito andavano ad attingere l’acqua alla sorgente dell’Erta, un’acqua fresca e salutare, osservando i comportamenti degli animali, il volo degli uccelli e raccogliendo erbe medicinali. Un giorno, un martedì di mercato, le nanette scendono al castello con grandi cesti ricolmi di ogni ben di Dio. Hanno saputo che lì si terrà una cena in onore di Lionora, che sposerà il vincitore della Partita a Scacchi e loro vogliono essere le fornitrici ufficiali della cucina del castello. Ma lì le aspetta un destino crudele. In un angolo della dispensa scorgono un cestello di ciliegie “tardive” di colore rosso rubino. E le mangiano. Ma non sanno che sono state preparate per la bella Lionora dalla strega... travestita da cuoca. L’effetto è immediato e le nanette, vittime dell’incantesimo, cominciano a ripetere senza interruzione una filastrocca. “Siamo sette…quattordici…ventuno e non ci batterà nessuno. Ventuno…quattordici…sette

il gallo canta sulle vette!” Si fa sera, ma le nanette non tornano. I sei saggi, senza dirlo a nessuno, molto preoccupati, si chiudono in soffitta e pensano… pensano… pensano. Morti sfiniti si addormentano. Rocciolo, Megalo, Stressolo e Tostolo, i più coraggiosi, prendono le lanterne volanti e decidono di cercare le nanette lungo la strada che porta al castello. Ma si perdono nel buio. A tarda notte tornano le nanette, che perse con la loro filastrocca, svegliano perfino i saggi. Intanto Cucciolo, Pisolo, Ciuffolo, Microlo, Strettolo e Sorridolo si fanno coraggio: calzano i berretti, infilano i golfini, inforcano gli occhiali e, passando per boschi e sentieri, sbucano alla sorgente dell’Erta. Lì, fortunosamente, trovano e riabbracciano i quattro nani coraggiosi, che sono in compagnia di Emilio e Marina e del loro cane Tobi. Sono proprio loro, impietositi dal caso umano delle nanette, a suggerire il contro-incantesimo. I nani tornano a casa, gridano e chiamano e nella radura si ritrovano tutti, al ritmo della persistente filastrocca: ”Siamo sette…quattordici...ventuno e non ci batterà nessuno. Ventuno…quattordici…sette il gallo canta sulle vette!” E’ l’ora di sciogliere l’incantesimo. Si carica su un carretto tutta la sapienza: quaderni, libri della biblioteca, esercizi di grammatica, problemi di geometria, copie, domande di storia e geografia e si parte nella notte verso la Carega del Diavolo. Il cammino è lungo e faticoso, ma alle prime luci dell’alba la processione si conclude. Sulla Carega del Diavolo bruciano insieme in un grande rogo la sapienza e la strega tiranna, che proprio lì ha la sua dimora. E le nanette si svegliano dall’incantesimo un po’ stordite e assonnate, ma finalmente felici e contente.


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CORTECCIA E TRANSUMANZA a cura della Scuola Primaria di Lusiana Giovedì ventiquattro settembre siamo andati con i compagni e le maestre ad una bellissima gita a Monte Corno, dove abbiamo visitato boschi e malghe dell’altopiano. Con noi c’era Fabio, la guardia boschiva comunale, che ci ha

fatto da guida per tutto il percorso e ci ha spiegato molte cose importanti ed interessanti sugli ambienti montani. Abbiamo imparato a distinguere gli alberi: l’abete rosso da quello bianco e il larice. Poi, per un sentiero, abbiamo e melagrane; tutti frutti autunnali. Non mancavano i prodotti dell’orto come patate, mais, zucche grosse da far paura e altre di forme strane. Proprio con le zucche hanno rappresentato l’Autunno, attraverso la figura di un buffo personaggio seduto sulle rocce, fra gli alberi. Sul terreno erano sparse tante foglie multicolori. In quella scena abbiamo riconosciuto la ricostruzione di un angolo del nostro bel territorio. A destra del signor Autunno, l’acqua fresca sgorgava da un’antica fontana.

raggiunto la ex malga Rossingroba. Qui Fabio ci ha chiesto: “Sapete come si procede al taglio degli alberi?”. Ci ha così spiegato che si possono distinguere quelli da tagliare grazie a dei segni applicati alla corteccia. Ogni anno, in autunno, le famiglie possono acquistare della legna di faggio per il riscaldamento, tagliata nei boschi del comune. Infine, siamo andati alla malga Camporossignolo dove la nostra guida ci ha parlato della transumanza; abbiamo anche imparato come si fa il formaggio e abbiamo visitato la sala dove si mettono le forme da stagionare. Abbiamo visto tante mucche che pascolavano insieme a delle pecore. C’erano mucche di varie razze: la pezzata rossa, la pezzata nera e le grigie alpine! Alcune di loro si stavano abbeverando ad una pozza. La giornata è passata velocemente ed è arrivata presto l’ora di tornare a casa con il pulmino della scuola. E’ stata davvero una bellissima gita perché abbiamo imparato tante cose. Infine, in tanti cestini, sopra un tavolino, erano stati messi tanti tipi di piante medicinali, che si possono trovare nei nostri prati, molto utili per curare diverse malattie. Abbiamo imparato che le mele e le pere della nostra zona sono più buone e naturali di quelle che vendono nei negozi e ringraziamo tutte le persone che lavorano per salvaguardare le antiche varietà di piante.

LA FRUTTA DI MESSER AUTUNNO a cura della classe I^ e II^ Scuola Primaria di Lusiana Sabato mattina noi bambini di classe prima e seconda siamo andati a visitare la mostra del “Pomo Pero” nel teatro comunale di Lusiana. Abbiamo visto tanti frutti di diverse qualità antiche. Ben disposti nei cesti, c’erano mele, pere, noci, castagne, uva, cachi, nespole, noccioline

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Dicono nel mondo

DIVERSI DA CHI? di Sergio Carlesso Si è svolto a Rimini nei giorni 13, 14 e 15 novembre il 7° Convegno Internazionale “La Qualità dell’Integrazione Scolastica”, organizzato e promosso dal Centro Studi Erickson di Trento. L’aver partecipato al più importante appuntamento nazionale sul tema dell’integrazione scolastica mi spinge a farmi portavoce, attraverso il nostro giornale, di alcuni importanti spunti di riflessione. Più di 4000 persone da tutta Italia, dal mondo della scuola, dei servizi sanitari e sociali, dell’università e della ricerca, nonché familiari di persone con disabilità, si sono incontrate, come ogni due anni, al Convegno di Rimini. È stato un momento di appassionato incontro

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non solo scientifico e pedagogico, sullo sviluppo della qualità del nostro lavoro di educatori. È stato, come sempre, anche un incontro

trattoria “da Toi” di Xausa Giovanni

CHIUSO IL LUNEDI’ Crosara di Marostica Via Sisemol Tel. 0424 702026

di valenza civile, di riconoscimento dell’identità di chi crede in una società inclusiva e non si arrende mai. Ma sono stati altrettanto riconosciuti i rischi di deriva sociale che viviamo ogni giorno e che temiamo portino oggi a un punto di non ritorno. Temiamo cioè il declino di una vera integrazione, verso nuove forme di esclusione, di carità compassionevole, di assistenzialismo, cioè l’opposto di una naturale realizzazione di diritti elementari, che pensavamo conquistati una volta per tutte: diritto alla qualità della vita, allo studio, al lavoro, alla relazione, allo sviluppo di tutte le potenzialità ed eccellenze, alla cura come rispetto e dignità, all’autodeterminazione, alla non discriminazione e pari opportunità. Quest’epoca ci chiede una denuncia civile e ragionata che coinvolge tutto il nostro paese, dai soggetti politici, a quelli sociali, economici, e culturali: siamo in un paese che è ancora di eccellenza per l’integrazione in Europa ma che rischia tra non molto di diventare solo un ex. (S.C.)


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Dal territorio

LA VIVACITA’ DI UNA PICCOLA SCUOLA a cura dell’Associazione Genitori di Fontanelle La scuola dell’infanzia, la scuola più importante. La scuola primaria. Primaria perché è la prima scuola, ma primaria anche perché getta le fondamenta di quel processo ciclico o a spirale in cui consiste la formazione della personalità. Eppure è una scuola ancora sottovalutata, ancora “asilo”, ancora scuola della “socializzazione”, come nel primo disegno di legge di riforma veniva ufficialmente definita. Qui a Fontanelle, entrando, vi accoglie un misto di profumo di gomma, di matite appuntite, di inchiostro e di pennini, di fogli, di quaderni e di libri appena stampati, di lavagne e cimose impregnate di gesso e di banchi di legno di pino. Questa è la piccola realtà della scuola del-

l’infanzia di Fontanelle, gestita con entusiasmo e tanta speranza dall’associazione genitori. Sono 14 i bambini in una sezione mista. Tra le varie attività sperimentate: -laboratorio di terracotta: manipolazione dell’argilla e cottura in loco dei lavori; -laboratorio di cucina: manipolazione degli alimenti e cottura dei dolci; - laboratorio di psicomotricità; - uscite legate alla conoscenza del territorio; - esperienza dell’acqua in piscina; - visite didattiche ai Vigili del Fuoco. Appuntamenti da non perdere: la festa dei nonni, la recita di Natale e l’arrivo di Babbo Natale, la festa dell’Epifania con l’arrivo della Befana e la recita di carnevale con la parte-

cipazione dei genitori che come ogni anno in quest’occasione si improvvisano attori, recitando una commedia per bambini. Negli ultimi tre anni si sono susseguiti “Il lupo e i sette capretti”, “Hansel e Gretel”, “Le sfortune di Fortunato”. La Scuola Materna “S. Pio X” vuole essere anche un punto di incontro per le famiglie e apre le porte a tutte le famiglie interessate a iscrivere i loro bambini. Anche se piccola, la scuola dell’infanzia di Fontanelle vuole essere viva e attiva nella comunità e perciò ricorda che da gennaio 2010 sono aperte le iscrizioni per l’a.s. 2010-2011. Per informazioni: tel. 0424 709001, e-mail: scuola materna.piox@libero.it

Città Informatica Marostica di Brollo Flavio Via Cecchin, 6/a -36063 Marostica (VI)

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Dal territorio

GENTE FORTE, ROBUSTA E NUMEROSA di Rosanna Bertoncello

Nell’ “Itinerario d’Italia” di Francesco Scoto, pubblicato a Padova nel 1659, si parla del territorio di Marostica come di un paese “a me n i ss i mo ” da l l’ a ri a “perfettissima”, dove si producono abbondantemente buoni frutti, particolarmente ciliegie tanto saporite. Il P. Barbarano parla di “territorio fertilissimo che c’è biade d’ogni tipo di gran qualità, 18

vino bianco e nero preziosissimo, frutti di qualche specie, ma soprattutto ciliegie di straordinaria grandezza e delicatezza, olio”. Dice F. Spagnolo nelle sue “Memorie” (1797): “Sarebbe difficile calcolare la quantità di frutta di stagione che danno le pendici e i colli dei nostri paesi ma certo deve essere molto considerevole, perché non c’è qualità di frutta di cui qui non vi sia produzione: ci-

liegie, pere, mele, albicocche, pesche, prugne, mandorle, noci, nocciole, castagni, fichi, uva, lamponi, corniole, fragole. Così pure crescono eccellenti gli ortaggi di ogni sorta.” Nei secoli passati si vedevano, nella nostra zona, orti e campi di canapa da cui le famiglie traevano il tiglio per le tele che tessevano in casa. Si coltivava il lino per ricavarne


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sia il tiglio per tessere, sia l’olio, sia la semente che si usava per medicina agli animali e per cataplasmi. Sulle nostre colline è molto diffusa, ora come in passato, la coltivazione della vite; dice lo Spagnolo che, se alle eccellenti qualità naturali del nostro terreno si aggiungesse l’opera dei coltivatori per creare un tipo di vino determinato, pochi vini italiani o stranieri

potrebbe competere con i nostri. I nostri prati danno eccellenti foraggi; crescono pure bene il trifoglio e l’erba medica. Diffusa in passato era anche la coltivazione del granoturco, che produceva una farina asciuttissima e di un bel giallo dorato. “Non è vero” dice lo Spagnolo, a proposito della polenta fatta con farina di granoturco “che la polenta produce la pellagra; ciò può

essere per chi mangia solo polenta mal cotta, con poco sale e di farina avariata; ma se la si accompagna con del companatico sano e sufficiente e le si manda dietro qualche po’ di vino buono, la gente cresce forte, robusta e numerosa.” In passato, nella nostra zona, si coltivava pure il tabacco, un tempo chiamato erba regina. Introdotta nel Veneto verso il 1570, tale coltivazione era proibita in quasi tutti i luoghi della terraferma della Repubblica di S. Marco. Il Governo Veneto la concesse ai Sette Comuni e ai paesi limitrofi, in considerazione delle loro magre risorse. Questa coltivazione però divenne ben presto occasione di abusi e per porvi fine fu, in un primo tempo, imposto il dazio sul tabacco e proibita la vendita privata. Il divieto, inosservato, segnò l‘inizio della vendita clandestina, compiuta da numerosi e organizzati contrabbandieri. Nel 1749, visto inutile qualsiasi divieto e provvedimento, il Senato Veneto ordinò lo spianto del tabacco. La coltivazione del tabacco, tra l’altro, non era fatta in terreni “infruttuosi e inadatti quindi ad altre colture”, ma in terreni fertili, perfino negli orti stessi e fra le piante di granoturco. In seguito la coltivazione diminuì a poco a poco; durò fino agli inizi del nostro secolo, poi cessò completamente. 19


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Ricerca

COSTRUIRE SCRIVENDO di Rosanna Bertoncello “Io cossi, tu cuocesti, egli cosse”… Apriva così l’articolo di un quotidiano nazionale sulla evanescente conoscenza della lingua italiana da parte di studenti anche universitari. E proseguiva con dati, statistiche, percentuali… da brividi. Ma chi respira l’aria del pianeta scuola non deve attendere le allarmate note della stampa per conoscere una realtà davvero sconfortante. I ragazzi arrivati a settembre nuovi nuovi ti travolgono con le loro chiacchiere, il loro entusiasmo, la loro simpatie, ma… non sanno scrivere. E quelli che conosciamo da un anno, più seri, silenziosi… non vincerebbero tuttavia un campionato di italiano. E allora non ci sono incertezze su quale traguardo bisogna porsi. Sarà una tappa di montagna, con arrivo in salita. E strada facendo i ragazzi incontreranno l’ortografia e la sintassi; sapranno che esistono, come il congiuntivo, il passato remoto, i punti, le virgole e anche gli accenti e i pronomi relativi. Loro senz’altro preferirebbero pedalare in pianura con andatura da crociera e quindi non affrontare neppure lo sforzo di

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aprire un dizionario e cercare il significato di… attingere, cauto, irrimediabilmente. Perché imparare l’italiano, per un italiano, è faticoso, è vero, ma è anche, semplicemente, importante. E’ costruire gli anelli della catena della comunicazione. È possedere la chiave che permette di aprire la porta dell’ anima per lasciare uscire pensieri e sensazioni, paure ed emozioni, idee e sentimenti. La prof di turno dovrà cercare anche tessuti nuovi per vestire con abiti più avvincenti il non lieve impegno della composizione scritta. E allora è

il momento della comparsa di improbabili 21 nani, protagonisti di una fiaba ad episodi, che i ragazzi creano tutti assieme. Ed è il momento di pensare a realizzare un giornale, anzi due, perché, quest’anno, due sono le classi che raccolgono il testimone passato dalla 3^E, uscita lo scorso giugno. Il lavoro delle redazioni è già avviato e, per avvertire meno la fatica, i ragazzi guardano lontano: ad una edicola al cancello della scuola dove saranno distribuite le copie dei loro settimanali “L’occhio del lunedì” e “Dìsette”.


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Libera mente

IL CARTEGGIO “SALEM” di Fabio Cusinato

Occorre aspettare il marzo del ’45 perché una notizia sensazionale si diffonda nel mondo della psicanalisi. Il colonnello Osvald Levinskji, ufficiale dell’esercito americano e infiltrato con alcuni partigiani nei pressi di Marostica, si trova fra le mani un documento di incredibile portata. Si tratta del carteggio Sughetti-Alemosse. Dato per anni come inesistente, nonostante le prese di posizione delle scuole di pensiero come quella del Michigan guidata dal prof. Boh, il carteggio SughettiAlemosse rappresenta una vera perla della tecnica scacchistica e un’importante sintesi della Teoria Semantica della Cabala. I frammenti ammuffiti ritrovati in Italia hanno svelato un mondo di inusitata profondità e bellezza. Il carteggio “Salem”, così ribattezzato dal filosofo britannico Arthur Myfink,

contiene l’essenza di un pensiero di sottile logica apparentemente inespressa. Ma - si chiede sempre il Myfink - sotto quale forma viene esposto un ego imperante nei duellanti in questione? “La strategia di gioco è anteposta ad una chiara visione del reale e del palpabile”, sottolinea il prof. Steven Isee. In contrapposizione a queste idee sono sorte altre linee di pensiero che hanno confutato in buona parte le conclusioni alle quali sono giunti gli esponenti della scuola del Michigan. Si tratta di elementi sparsi, di formazione kantiana, che si sono spinti a suggerire una trattazione sviscerante i tratti nascosti di logica trascendentale e a chiedersi, soprattutto, se costoro, non avessero fatto meglio a dedicarsi al Tre-Sette.

Carissimo Conte Gustai Sughetti Avrete certamente saputo delle difficoltà in cui è entrata la mia società negli ultimi tempi. Sono dovuto ricorrere a tutte le mie energie per risollevare un colosso che tutti davano per estinto. Molti, fra i quali anche i miei amministratori, mi avevano consigliato di vendere una cospicua quota delle mie azioni alla “Marmellate Appiccicose”. L’operazione avrebbe liberato una favolosa liquidità da reinvestire, sono d’accordo. Ho preferito, tuttavia, includere la più affidabile “Assicurazioni Impero”. Se non mi fossi sempre raccomandato al fiuto, peculiarità che mi invidiano in molti, in questo momento mi ritroverei a girare con un cartone sotto il braccio. Ora veniamo a noi.

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Dal territorio

Sono passati alcuni mesi, ma la partita mi rimane vivida e ben presente in testa. Se non sbaglio eravamo fermi all’indomani di una Vostra, devo dire, improvvida mossa del cavallo, peraltro unico quadrupede rimastovi. Ebbene continuerò a giuocare come se non ci fossimo mai fermati. Mi ricordo che avrei agito con regina in A6. Converrete certamente che si tratta dell’unica mossa possibile. Mi trovo così ad immobilizzare il Vostro “stalloncino”, anche perché la sola torre che poteva minacciarmi è crollata sotto la spinta del mio alfiere in C3 un paio di mosse or sono. Ed ecco fatto. Carissimo nobile Sughetti, vi confesso che mi sento tornato al vigore di un tempo. Tocca a Voi caro Conte, e fatevi coraggio! Cordialmente Vostro Principe Amedeo Tenti Alemosse. Stimatissimo Principe Amedeo dei Tenti Alemosse, Colgo con piacere le notizie che mi recate circa gli affari. Vi auguro sinceramente di continuare a espandere il Vostro capitale per molti anni ancora. Quanto a me, ho concluso con successo alcune terapie alle quali mi ero sottoposto per via di una fastidiosa equimicrania, meglio nota come “mal di testa cavallino” che, come voi ben sapete, mi obbligava a dormire in piedi e a nutrirmi di vegetali secchi. E’ ben vero, peraltro, che in altra letteratura medica vengono riportati casi di pazienti che riescono a dormire coricati, e tuttavia emettendo nottetempo dei curiosi “risolini nitrati” che li fanno destare di soprassalto. Ma veniamo al gioco, finalmente! Posso certamente capire una certa alienazione da occupazioni di alta finanza, ciò nondimeno, mi vedo costretto prima di muovere, a fare un po’ di ordine nella Vostra mente che, se dimostra agilità per gli affari, denuncia altresì un leggero smarrimento sul versante logico. Non preoccupatevi, può succedere. Non sono rimasto affatto sorpreso dalla Vostra mossa, regina in A6, che mi ha paralizzato il cavallo. Anzi, immaginavo quell’intervento. Ma quando Voi sostenete di avermi annullato la torre con l’alfiere in C3 commettete un

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gravissimo errore. Desidero rammentarvi che la mia torre è ancora viva e vegeta, e gode di ottima salute dall’arrocco di tre mosse fa. Ma veramente pensate che mi sarei lasciato soffiare il pezzo d’angolo? Immagino che ora, con la mossa della regina in A6, penserete di minacciare il cavallo. Vi faccio osservare che il mio equino è decisamente sorvegliato dalla torre che Voi credete di avermi abbattuto. Carissimo Principe, rimettete a posto la mia torre sulla scacchiera e potrete avere un’idea meno confusa del gioco. Non è da tutti possedere una mente affilata per gli scacchi, e Voi sembrate alquanto ammaccato e annebbiato, circa le operazioni da compiere. Propongo ora una mossa che viene a procurarvi qualche fastidio dalle parti del Vostro re: Alfiere in D8! Onestamente Vostro. C. Abelardo G.S. Gentilissimo Abelardo, Vedo che il tempo ha depositato un leggero velo sulla Vostra visione del gioco. Non me ne stupisco affatto. E’ rara la capacità di rammentare più cose. Permettete il consiglio di tranquillizzarvi e prestare attenzione. Veniamo al giuoco. Concorderete con me che non avrei mai spostato la regina i A6, se non fossi stato più che

sicuro della posizione. Il Vostro fortilizio turrito è stato annullato due mosse fa da una brillante azione del mio alfiere e, oddio, ora è rotolato sotto chissà quale divano del mio salotto. Prima ve ne farete una ragione e prima potremo riprendere serenamente e correttamente il giuoco. Vi pregherei, inoltre, di abbandonare insulse idee di vendetta sul mio re, per niente preoccupato di un alfiere altezzoso e impudente che rischia una fine grama sotto gli zoccoli del cavallo. Posso certamente comprendere che la cura alla quale vi siete sottoposto recentemente, abbia in qualche modo influito negativamente in una psiche fragile e già tanto penalizzata da una natura avara. Augurandomi di avere definitivamente chiarito la questione Vi pregherei di annotare la mia nuova mossa: cavallo in D8. Saluti a Voi e.. al Vostro alfiere. Amabilmente Vostro P. Amedeo T.A. Caro, Carissimo Amedeo Principe Alemosse, Sono seriamente preoccupato di come sta volgendo il nostro giuoco. Voi, con patetica caparbietà, sostenete delle posizioni assolutamente inesistenti. Il mio poderoso baluardo merlato si trova ora nella stessa posizione di sempre, pronto a minacciare la spavalderia di un’incauta regina. Riportate i pezzi com’erano prima del prolungato intervallo e vedrete le cose come realmente sono. Tuttavia mi vedo costretto a rammentarvi che la posizione del Vostro animale da maneggio non può permettervi di invadere la casella in D8. A margine di questa missiva desidero farvi osservare che la mia cura si è conclusa con


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SCUOLE in RILIE VO

Dal territorio

successo lo scorso anno, e che da allora mi sento benissimo. Parimenti non si può dire di Voi, a quanto sembra. Avrei l’intenzione, a questo riguardo, di proporvi degli interessanti studi del professor Serlinger sulle patologie neurologiche che portano ad alterazioni del sistema endocrino e della rete di connessione, derivanti da eccesso di stress e bevande gassate. Appare oramai chiaro che Voi, con farneticanti mosse di pezzi inesistenti, procedete per una china dalla quale difficilmente potrete risollevarvi. Accettate la conclusione di un giuoco durato sin troppo. Alfiere mangia pedone in B6. Scacco! Sinceramente Vostro e prone servitore C. Abelardo G.S. Caro Abelardo A questo punto mi pare che la partita sia decisamente compromessa. Ciononostante credo di capire da dove derivi il Vostro profondo stato confusionale. Sono persuaso che durante l’intervallo di tempo in cui abbiamo fermato il gioco debbano essere intervenuti dei piccoli sconvolgimenti tra le fila dei Vostri pezzi. Non si può spiegare altrimenti una quasi totale mancanza di razionalità e di presenza normocefalica. Rimarrei con il pregarvi di ritirare il Vostro alfiere dalla casella in D8. La maniacale e patologica ostinazione, circa quella mossa, vi sta procurando non pochi problemi rispetto ad una visione chiara e oggettiva del gioco. Concludo facendovi notare che nessuno dei Vostri pezzi può raggiungere la posizione in B6. Per quanto riguarda gli alfieri della Vostra guarnigione la situazione sul campo è la se-

guente: uno vi è stato appena soffiato dal mio destriero e l’altro è immobilizzato tra le spire di una mirabile disposizione dei pedoni. Costantemente Vostro P. Amedeo Chiarissimo Principe E’ evidente che Voi avete completamente smarrito il filo del giuoco. Non che abbia molta importanza per me, visto che in poche mosse vi ho decimato i pezzi. Non capisco poi da dove salta fuori il puledro che dovrebbe abbattermi l’alfiere in D8. Si tratta certamente del pezzo che vi era già stato privato con la torre e che Voi, con senile caponaggine, detenete sotto non so quale poltrona della vostra stanza. Vi avevo già consigliato, peraltro, di rimettere a posto i pezzi per ottenere una visione corretta del gioco. Vi suggerirei, inoltre, di mettere mano al re poiché è in scacco del mio alfiere, vivo, presente e pronto all’attacco! Mi inchino ossequiando. Abelardo. Stimato Abelardo Conte Sughetti, Appare oramai chiaro che stiamo giuocando due partite diverse. Ma consentitemi di osservare che la Vostra sembra un’ostinata, donchisciottesca lotta contro improbabili mulini. Mio caro Conte, rimango sinceramente turbato quando penso che una mente così vivida, com’era la Vostra un tempo, si sia potuta spegnere con inconsueta rapidità. E se prendere atto della drammatica situazione, nella quale vi trovate Voi, e i resti di un povero esercito, può in qualche modo ledere uno

stato confusionale e di enorme instabilità emotiva, mi rendo sin d’ora disponibile a ripartire con un’altra partita. Saluti. P. Amedeo Grazioso Principe, Mi sento prontissimo a ricominciare anche subito. Posso immaginare la Vostra frustrazione nel vedervi annullati gran parte dei pezzi, che tenevate così tenacemente sopra la scacchiera in una vita artificiale. Ebbene si riparte. Mi concederete il bianco, immagino, che subito apre in doppia mossa di pedoni in A3 e B3. A lei la risposta.

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