Ambrosia 35 - Alimentazione naturale del bambino

Page 2

ambrosia

02

La nostra cultura è dominata dall’ansia per tutto ciò che riguarda la nutrizione. Viviamo in un paradosso: quanto più lo spettro della fame si allontana dalle nostre storie familiari, tanto più madri, padri e nonni vivono nel terrore che il bambino si lasci deperire fino a morire di stenti. Circondati da una cornucopia di abbondanza, bersagliati da pubblicità che, la metà delle volte, pubblicizzano cibo “spazzatura”, con il frigorifero che scoppia, ci disperiamo perché non riusciamo a “far mangiare” i nostri figli. O, almeno, questa è la percezione più diffusa. Siamo perseguitati dal fantasma della siccità e della carestia: durante i mesi di allattamento la madre riceve costanti dichiarazioni di sfiducia nella possibilità del suo corpo di produrre latte, e procede nel timore che scompaia da un giorno all’altro; quando inizia l’età dello svezzamento, i genitori vengono preparati a una guerra “amorevole” nei confronti di bambini riluttanti, e convinti di dover forzare una resistenza, per indurre il loro piccolo a ingoiare qualcosa di diverso dal latte materno. Ma è davvero necessario lottare contro la natura stessa del bambino, contro i suoi e i nostri istinti?

Da queste parole di Emanuela Barbero e Antonella Sagone tratte da La cucina etica per mamma e bambino prende il via il numero 35 di Ambrosia. Per cercare di rispondere ai quesiti sull’alimentazione naturale per il bambino, ci siamo rivolti a Luciano Proietti, medico pediatra, esperto di nutrizione, vegetarismo, macrobiotica e igienismo. Il dottor Proietti nel 1975 ha svolto le prime ricerche in Italia sull’alimentazione vegetariana nel bambino presso il Centro di auxologia della Clinica Pediatrica dell’Università di Torino, diretto dal professor Lodovico Benso, con le prime valutazioni auxologiche di bambini vegetariani. Padre di tre figli, d’accordo con la moglie Carla, ha scelto di mantenere con i figli una rigorosa dieta vegetariana in famiglia e lasciare decidere a loro, al momento dell’ingresso nella scuola, cosa mangiare. Ha scritto Figli vegetariani (Edizioni Sonda). Le ricette invece sono tratte dal libro La cucina etica per mamma e bambino di Emanuela Barbero e Antonella Sagone (Edizioni Sonda).

Il bambino è fisiologicamente e biologicamente vegetariano È opinione diffusa, confermata anche dalla maggioranza dei medici, che dalla nascita fino ai 18 anni, nel periodo più importante per lo sviluppo del corpo e dell’intelligenza dell’essere umano, il consumo di carne, latte e uova, ossia delle cosiddette proteine animali, sia indispensabile. Ma è proprio vero? Nelle prossime pagine cercheremo di rispondere a questa domanda. Allo stato delle conoscenze scientifiche attuali non solo è possibile, ma va sostenuta nel bambino un’alimentazione vegetariana. La dieta vegetariana non solo è compatibile con le indicazioni dei LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata dei Nutrienti), ma, nei primi anni di vita, è raccomandata in quanto più fisiologica e quindi la più salutare. Studi eseguiti fin dagli anni Settanta, hanno messo in evidenza che i bambini vegetariani crescono regolarmente e si ammalano meno rispetto ai bambini onnivori. Il percorso vegetariano inoltre

può diventare anche uno spunto per invitare il bambino a riflettere e comprendere l’importanza del rispetto di se stessi, degli altri animali e dell’ambiente. Ecco perché la dieta vegetariana è un investimento in “salute” di proporzioni enormi per la società futura, su cui dovrebbero riflettere i responsabili della salute pubblica. Il bambino è fisiologicamente e biologicamente vegetariano nei primi 2-3 anni di vita: l’unico cibo di derivazione animale fisiologico è il latte della sua mamma o, in caso di assenza del latte materno, un latte adattato: i canini, che indicano la potenziale capacità di masticare la carne, appaiono dopo i 18 mesi. Allora perché si dà la carne ai bambini a partire dal 5°-6° mese di vita? La motivazione principale è legata alla prevenzione di una possibile carenza di ferro. L’anemia da carenza di ferro si verificava spesso quando, negli anni Cinquanta il latte materno veniva sostituito con il latte vaccino fin dal 3°-4° mese di vita, per cui diventava necessario introdurre un cibo ricco di ferro biodisponibile, come la carne: era indispensabile però renderla digeribile e assimilabile, omogeneizzandola o liofilizzandola. Quando successivamente, negli anni Novanta si è riconosciuta l’importanza di non somministrare latte vaccino prima dei 12 mesi di vita, sostituendolo, in carenza di latte materno, con tipi di latte adattati, con quantità di ferro adeguate, non si è però modificata l’abitudine di consigliare la carne fin dal 5°-6° mese, anche se non c’era più il rischio della carenza di ferro. Tale abitudine conviene a tutti: all’industria alimentare, ai genitori e ai pediatri, tranne che al bambino. Gli errori più frequenti nell’alimentazione dei primi anni di vita sono: • Eccesso di cibo di origine animale (carne e formaggio in particolare). • Uso di latte vaccino invece del latte adattato nel caso in cui manchi il latte materno. • Uso di farine integrali (con il conseguente rischio di malassorbimento e stitichezza da eccesso di fibra). • Uso di biscotti e di zucchero (rischio di obesità e di diabete) e di bevande a base di riso, soia, avena, mandorle in sostituzione del latte materno o del latte adattato.

Il cibo animale (carne, pesce, uova, formaggio) non è necessario nel primo anno di vita, se il bambino è allattato al seno e presenta una crescita adeguata. La sua introduzione comporta un’eccessiva assunzione di nutrienti (in particolare proteine, grassi e sale) che facilita l’insorgenza di allergie, malattie infiammatorie, obesità e sovraccarico renale. L’introduzione di latte vaccino e di formaggi stagionati è da sconsigliare in ogni caso per la presenza di una quota proteica troppo elevata e altamente allergizzante. Inoltre la componente lipidica del latte vaccino e dei latticini dal punto di vista qualitativo non è conforme alle esigenze nutrizionali del lattante. Pertanto se si decide di far assumere latte vaccino e formaggi a un bambino ciò deve avvenire saltuariamente, come consumo voluttuario o di “emergenza”: non è consigliabile farla rientrare nell’alimentazione quotidiana di un bambino nei primi 2-3 tre anni di vita. Inoltre è estremamente importante che i prodotti usati nell’alimentazione dei bambini-lattanti provengano da coltivazione biologica o ancor meglio biodinamica, e siano quindi esenti da sostanze chimiche aggiunte. Questo per tre motivi. 1. In primo luogo perché potremo sapere se una nuova sostanza introdotta

Alimenti biologici, oli essenziali, cosmesi naturale, prodotti fitoterapici a Milano, Firenze e ora anche online sul sito

www.ilpuntobio.com

MILANO Via Col di Lana, 6/a Tel. +39 02 45490381 FIRENZE Tel. +39 333 9619579


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.