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Scoperta una punta di freccia preistorica sul Monte Antola, in Liguria
By Andrea Scatolini on giugno 9th, 2021
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Una punta di freccia preistorica sul Monte Antola
Diaspro, pietra di forza e di volontà
La freccia ritrovata sull'Antola
Nello scorso mese di Maggio 2021, un escursionista ha rinvenuto nell'immediato entroterra ligure, in una zona dal ricco patrimonio naturalistico, culturale e storico, un manufatto di pietra rossa a forma di punta di freccia.
Il reperto è stato subito consegnato alla Soprintendenza competente (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Genova e le Province di Imperia, La Spezia e Savona), che ne ha acclarato l'importanza archeologica. Il manufatto è risultato quindi una punta di freccia risalente all'Età del Rame-Bronzo Antico (quindi 36002000 a.C.), dove sono stati completati tutti gli stadi di lavorazione, dallo sbozzamento fino alla rifinitura.

Il materiale è diaspro rosso, una roccia sedimentaria dura, resistente ma facilmente scheggiabile, diffusa nella parte orientale della Liguria, quindi forse proveniente dalla cava a cielo aperto di Lagorara, vicino Maissana (SP).
I manufatti in pietra sono tra i reperti più importanti per lo studio della preistoria: permettono di ricostruire la storia e la vita delle popolazioni. Così, si è potuto ipotizzare che la "freccia dell'Antola" sia appartenuta a un cacciatore che l'ha utilizzata e poi smarrita oltre 5000 anni fa nella zona di ritrovamento, punto favorevole per appostamenti venatori, a causa del frequente passaggio di selvaggina.
La sua presenza in un parco naturale è testimonianza della necessità di mettere a fuoco morfologia, storia e cultura del territorio, basandosi su dati scientifici e sulla tradizione locale: la Regione Liguria ha subito preso atto della notizia e comunicato l'intenzione di avviare una campagna di studio e ricerca nel Parco Regionale Naturale dell'Antola, di concerto con la Soprintendenza e l'Ente Parco stesso, per verificare e valorizzare la presenza di ulteriori reperti.
Notizia di Marina Abisso Ferrazzin- Gruppo Speleologico Ribaldone