Camminiamo Insieme settembre 2018

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camminiamo insieme

Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Settembre 2018 - n. 415 pro manuscripto


don Elia Croce, parroco

Camminiamo... insieme

Prendo spunto dal titolo del Bollettino, che ritorna nelle nostre case dopo la pausa estiva, per indicare il senso della ripresa della vita parrocchiale: “Camminiamo Insieme!”. Più che un titolo rappresenta un pro-

gramma ed un auspicio. Esso racchiude in sé alcuni riferimenti importanti per la vita della comunità parrocchiale.

Camminare …

Il primo è il senso del cammino, è l’invito a camminare, è la consapevolezza che l’esistenza, la fede,

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la vita della comunità cristiana sono un percorso, un cammino appunto, da compiere con disponibilità, con pazienza, con costanza, con perseveranza. La bellezza del cammino che è la fede e che è la vita della comunità cristiana è proprio questa: che lo puoi riprendere in qualunque momento, che ti puoi rimettere in gioco anche dopo aver attraversato un periodo di “distanza” o di “fiacca” o di demotivazione. Spesso mi capita che alcuni parrocchiani mi dicano: “vorrei riprendere …”; “mi piacerebbe poter fare qualcosa in più …”; “vorrei essere più presente …”. Diamo concretezza a queste intenzioni o a questi desideri: rimettiamoci in cammino ritrovando il gusto di un percorso, quello della fede e quello nella comunità cristiana, che ci consenta di risollevarci da un appiattimento cui spesso la vita ci riduce.


... Insieme

L’altro riferimento, tipicamente ecclesiale, è “Insieme …”. Tipicamente ecclesiale: perché la chiesa – comunità dei credenti non è “un assembramento di individui”, ma una famiglia che cerca costantemente di maturare relazioni autentiche che portino davvero a condividere la fede e la ricchezza che ci portiamo nel cuore. “Insieme …” è l’invito ad uscire dall’individualismo in cui spesso ci rinchiudiamo o in cui la vita con i suoi ritmi ci rinchiude. “Insieme …” significa accorgersi dell’altro che, come me, sta compiendo il suo cammino, magari con fatica, magari con i miei stessi problemi, le mie stesse domande, i miei stessi desideri, e scoprire che non sono da solo e che così il cammino è meno faticoso. “Insieme …” significa anche superare la tentazione di vivere la propria fede senza alcun riferimento alla comunità parrocchiale, magari frequentando pure la Messa domenicale, ma ben attenti a non lasciarsi scovare, a non lasciarsi incontrare, a non lasciarsi coinvolgere. “Insieme …” significa credere ad una Presenza, quella di nostro Signore, che unisce e che è il vero punto di unione, capace di fare superare pregiudizi, limiti, antipatie, barriere di ogni genere per farci riconoscere nel vero centro che è Lui stesso.

“camminare insieme …” è il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale che vivremo nel prossimo autunno. Il Consiglio Pastorale in una parrocchia ha proprio questo scopo: aiutare la comunità a camminare, e dunque a crescere secondo la parola del Vangelo, e a camminare insieme in un’ottica di comunione e di corresponsabilità. Forse in quest’epoca siamo un po’ disaffezionati a questi organismi di partecipazione: in politica, nella scuola, in ambito sociale, volentieri deleghiamo pensando: “ci penseranno altri …” oppure: “io non ne voglio sapere niente …”. Non vorrei che questa continua a pag. 5

Il rinnovo del Consiglio Pastorale

Un terzo riferimento che esplicita il senso del

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Il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale Alcune date importanti Mercoledì 5 settembre, ore 21.00, in oratorio Convocazione del Consiglio Pastorale uscente per organizzare le operazioni di rinnovo e costituzione della “Commissione elettorale”. Domenica 18 novembre, prima e dopo le S. Messe Elezioni del Nuovo Consiglio Pastorale Domenica 16 dicembre, ore 10.30, Chiesa del Sacro Cuore Presentazione del Consiglio alla comunità ed inaugurazione del quinquennio di lavoro del rinnovato Consiglio. Gennaio 2019 Prima Convocazione “operativa” del Consiglio Pastorale.

Operazioni di voto Le votazioni per il Rinnovo del Consiglio Pastorale si terranno domenica 18 novembre prima e dopo le Messe domenicali (quindi già dalle messe prefestive di sabato 17 novembre). In queste settimane si provvederà a comporre una lista di persone disponibili ad essere elette. Faremo in modo che tale lista sia presentata con largo anticipo così che tutti i parrocchiani possano prenderne visione per poter effettuare la loro scelta con cognizione. Possono votare tutti i parrocchiani che abbiano compiuto i 18 anni, residenti in parrocchia o che frequentino abitualmente la parrocchia. I fedeli appartenenti ad altre parrocchie che la domenica 18 novembre si trovassero ad una delle

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Messe di San Fereolo sono invitati ad effettuare la loro scelta nella propria parrocchia di appartenenza.

Criteri per la composizione del Consiglio Per una parrocchia come la nostra, che supera i 10.000 abitanti i membri complessivi del Consiglio Pastorale, secondo le indicazioni del Direttorio della nostra diocesi, possono variare da 15 a 18. Come si compone il Consiglio? yy yy

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Membri di diritto: sono il parroco, i vicari parrocchiali, il diacono permanente e una rappresentante delle religiose. Membri eletti dalla comunità: sono i due terzi dei membri complessivi; pertanto su un numero di 15 (tolti i membri di diritto) sono 8; su un numero di 18 sono 10. Membri designati dal parroco: il parroco ha facoltà di designare personalmente alcuni membri, il cui numero è corrispondente ad un terzo dei membri complessivi; pertanto su un numero di 15 (tolti i membri di diritto) sono 4; su un numero di 18 sono 5.


La vostra generosità Vi diamo un aggiornamento sulle principali voci in entrata e in uscita relative al periodo dal 1°maggio al 27 luglio 2018.

sottile tentazione serpeggiasse anche nella comunità portandoci a conclusioni del tipo: “ci penseranno altri … ci saranno altre disponibilità …”. Camminare insieme in comunione e corresponsabilità, invece, significa sentirsi parte della comunità, prendersela a cuore, sentirsi responsabili, ciascuno per la sua parte, metterci la faccia, dedicare un po’ del proprio tempo e delle proprie energie per il bene di tutti.

Note: yy Nel mese di luglio è stata effettuata la manutenzione straordinaria dell’ascensore dell’oratorio per un costo complessivo di € 16.500, che pagheremo in rate mensili. yy La prossima rata del mutuo per la Chiesa del Sacro Cuore, di € 10.025, scadrà il 30 settembre prossimo. Ad oggi il debito residuo del mutuo ammonta ad € 290.270. yy A tutti i parrocchiani il grazie sentito per la sensibilità e l’attenzione che costantemente viene dimostrata anche nei confronti degli impegni economici della Parrocchia.

Un augurio ed un auspicio per il nuovo anno pastorale L’auspicio è che coloro che hanno tempo, disponibilità, competenze, anche piccole, non si tirino indietro ma offrano la loro presenza e le loro energie, superando qualche paura e resistenza, per il bene e la crescita della nostra amata parrocchia. L’augurio per il nuovo anno pastorale che sta per avviarsi, allora, non può essere che questo: “Camminiamo insieme!”.

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don Roberto Abbà

I giovani e la fede

Un Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani Riconoscere, interpretare, scegliere: sono i tre verbi che scandiscono il testo dell’Instrumentum Laboris (il documento di base su cui si poggerà la discussione) della quindicesima assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi, in programma dal 3 al 28 ottobre 2018 sul tema: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». “[…] attraverso un nuovo percorso sinodale la Chiesa ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi. […] Ascoltando le aspirazioni dei giovani di oggi possiamo intravvedere il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la Chiesa è chiamata a percorrere”. (dal Documento Preparatorio in vista del Sinodo) Presentato nella mattina di martedì 19 giugno, nella Sala stampa della Santa Sede, l’Instrumentum laboris raccoglie e sintetizza i diversi contributi giunti alla segreteria generale del Sinodo grazie all’ampio lavoro di consultazione promosso a partire dalla fine del 2016, quando il Papa annunciò il tema dell’assemblea. Un testo “redatto secondo il metodo del discernimento”, come ha spiegato durante l’incontro con i giornalisti il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, invitando a leggerlo soprattutto “come un invito a ricominciare a desiderare l’impossibile, a sognare per e con i giovani cose grandi”.

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Il documento parte da un’attenta analisi dall’attuale contesto nel quale vivono le nuove generazioni, cercando di fare “il punto sulla condizione giovanile” e dando voce anche alle situazioni più difficili e problematiche. In particolare vengono indicate alcune specifiche “sfide antropologiche e culturali” che la Chiesa è chiamata ad affrontare oggi nell’ambito del suo impegno pastorale verso i giovani. La sezione centrale del testo si propone di interpretare le diverse realtà emerse dall’analisi alla luce di quattro parole chiave del Sinodo: giovinezza, vocazione, discernimento, accompagnamento. E proprio su questa base i capitoli conclusivi dell’Instrumentum Laboris suggeriscono i “cammini di conversione pastorale e missionaria” necessari per l’individuazione “della prospettiva, dello stile e degli strumenti più opportuni per permettere alla Chiesa di adempiere alla propria missione nei confronti dei giovani”. Il Sinodo sarà un’occasione preziosa che coinvolgerà giovani di tutto il mondo, ma certamente avrà modo di interessare una riflessione anche a livello diocesano e parrocchiale sul tema del delicato rapporto fra i giovani e la fede. Proponiamo di seguito un articolo, su questo tema,


Paola Bignardi

Verso il Sinodo dei Giovani

Tra i giovani e la Chiesa un ponte di domande

di Paola Bignardi (Coordinatrice Osservatorio Giovani Istituto Toniolo) tratto da “Avvenire” di mercoledì 11 luglio 2018.

E se le critiche dei giovani costituissero l’opportunità per una conversione che renda la Chiesa migliore per tutti, più evangelica e più contemporanea? «Penso che sia possibile avere un rapporto con Dio a prescindere dalla Chiesa... per cui non credo sia necessario dover andare in Chiesa per forza ogni domenica... oppure avere un dialogo con un parroco o confessarsi...». La posizione di questa giovane rappresenta l’opinione della maggioranza di quei giovani che continuano a ritenersi credenti e cattolici, anche se hanno abbandonato le pratiche della vita cristiana. Ed è l’opinione anche di molti degli intervistati per l’indagine dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo sul rapporto tra i giovani e la fede, da cui provengono i brani citati in questo articolo (Rita Bichi e Paola Bignardi, Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia, Vita e Pensiero, Milano 2015). Il rapporto tra i giovani e la Chiesa è difficile, teso, spesso arrabbiato. L’atteggiamento prevalente parla di scarsa fiducia, di un complessivo senso di estraneità, della convinzione che sia necessario un cambiamento profondo. La questione ecclesiale chiaramente interagisce con il modo con cui le persone si pongono di fronte alla questione religiosa. Il discorso sulla Chiesa ha un’eco diversa per il 50% di giovani che si dichiarano cattolici, rispetto all’altro 50% che si dichiara ateo o agnostico o diversamente credente. Per chi non crede, il confronto non avviene primariamente con la Chiesa, ma con il senso che ha la fede in Dio, ben sapendo che questa è mediata dalla Chiesa, dal percorso catechistico svolto nella fanciullezza, dall’ambiente che si è frequentato, dalle persone che in esso si sono incontrate... In ogni caso, vi sono aspetti comuni ai giovani cre-

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Verso il Sinodo dei Giovani denti e non credenti. Su questo tema le semplificazioni sono pericolose e non consentono di capire una relazione nella quale entrano molti elementi di complessità. Innanzitutto il modo con cui i giovani vivono il rapporto con le istituzioni, tutte le istituzioni, inclusa la Chiesa. Per una sensibilità fortemente connotata in senso individualistico e soggettivo, è difficile accettare quelle realtà esterne a sé che hanno proprie regole, proprie gerarchie, linguaggi e culture che non sono adattabili o modificabili a piacere. La presa di distanza da queste realtà prende per i giovani la forma della sfiducia, più che del conflitto esplicito. Così è per la Chiesa; la testimonianza di questo giovane è significativa al riguardo: «Quello che penso personalmente è che sì, ho fede, credo in Dio, però non credo più nelle istituzioni della Chiesa, penso che la fede è una cosa buona, da seguire, un pensiero da portare avanti, da tramandare ai figli, però non credo più nelle istituzioni». La posizione prevalente in chi si è allontanato è quella che tende a escludere la Chiesa per un motivo radicale, per una ragione di principio, che si può riassumere così: cosa c’entra la Chiesa col mio rapporto con Dio? L’esasperazione dell’individualismo prevalente oggi nella sensibilità diffusa, unita a un’esperienza catechistica vissuta con disagio, ha finito con il generare una forte insofferenza verso la Chiesa. Il percorso catechistico che i giovani hanno frequentato per l’iniziazione cristiana ha lasciato in loro il sapore della costrizione; ha dato loro in molti casi delle adeguate conoscenze della vita cristiana ma non ha dato loro una comunità, non ha fatto loro sperimentare il calo-

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re delle relazioni e il piacere di frequentarle, com’è nel ricordo di questo giovane: «È stata un’esperienza, diciamo, sofferta [...], l’ho vista sempre come un’attività particolarmente noiosa. Ritengo che sia un’attività che una persona deve fare solo se effettivamente lo vuole. Mentre il catechismo rientra in tutta quella serie di formalità che si è tenuti a fare per una questione di tradizioni, di educazione... Più una spinta della propria famiglia che una scelta interiore come invece dovrebbe essere». L’allontanamento dalla pratica religiosa e dagli ambienti ecclesiali dopo la Cresima ha significato tagliare i ponti con la Chiesa in generale; in molti casi non l’abbandono della fede ma piuttosto l’approdo a una fede solitaria e privata. Con significative conseguenze sulla qualità della fede stessa, perché una vita cristiana da adulti, senza il supporto e il confronto con una comunità, la sua cultura, la sua spiritualità, il suo modo di valutare la vita, alla lunga genera una fede che, più che essere personale, è soggettivistica, 'a modo mio'. Vi sono due serie di atteggiamenti diversi di fronte alla Chiesa: la propria parrocchia non è il Vaticano; il gruppo che eventualmente si frequenta non è la


gerarchia ecclesiastica; una comunità di cui si conoscono le persone non è percepita come una fredda istituzione. La Chiesa vicino a casa e che si frequenta è guardata con maggiore simpatia e attenzione; è una Chiesa viva, di cui ci si può sentire parte per esperienza diretta. La qualità della comunità è data dalle persone che vi si incontrano; dal clima che vi si respira; dalle esperienze che è possibile vivere in essa. I giovani che hanno sperimentato una comunità dalle relazioni significative, che in essa hanno incontrato figure educative diventate importanti nella loro vita, che si sono sentiti coinvolti in un clima ecclesiale che li ha valorizzati, hanno nei confronti della Chiesa un atteggiamento più interessato e giudizi meno severi. È comune ai giovani, sia a quelli vicini che a quelli che si sono allontanati, un atteggiamento critico nei confronti della Chiesa, più distaccato in chi se ne è andato, più partecipe in chi è rimasto ma vorrebbe una Chiesa diversa, soprattutto una Chiesa più coerente, disposta a proporsi con indicazioni meno perentorie, più dialogica, più attenta alla vita di oggi. Non è detto che chi resta dia tutto per scontato, come lascia intendere la testimonianza di questa giovane: «Se il Papa dice che è sbagliata una certa cosa, non è che io l’accetto punto. Ne parlo, ne discuto, cerco di capirlo, poi chiaro che mi fido del suo giudizio. Ma questo non vuol dire che non abbia dubbi, o che non ne parli, o

non cerchi di approfondire la questione». I giovani che scelgono di restare nella Chiesa hanno attese e richieste esigenti, che vanno nella direzione di un’esperienza ecclesiale consapevole, motivata e contemporanea. La Chiesa deve mostrare ai giovani di essere Chiesa di oggi. Vorrebbero soprattutto un ammodernamento della sua cultura, delle sue indicazioni; del suo linguaggio, datato e persino incomprensibile, che attinge più a un patrimonio dottrinale consolidato nel tempo che al modo di esprimersi comune alle persone di oggi; ai giovani questo dà una percezione di vecchio che non riescono ad accettare. E poi, al di là delle singole questioni, i giovani chiedono alla Chiesa un cambio di stile: più aperto, più disposto al confronto, più interessato alle questioni della vita e del mondo di oggi... Sono convinti – tutti – che la Chiesa debba mettere mano a una grande opera di rinnovamento, richiesta molto più dai giovani che in essa sono coinvolti che da quelli che se ne sono allontanati e non si sentono più interpellati. Di fronte al Sinodo, si pone una domanda: e se le critiche e le richieste dei giovani costituissero un’opportunità per il ringiovanimento della Chiesa? Provocazioni per una conversione che potrebbe rendere la Chiesa migliore per tutti? Al tempo stesso più evangelica e più contemporanea. Questa è la vera grande sfida che il Sinodo ha davanti a sé.

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Paolo Lambruschi*

Basta bufale! Ecco cosa fa la Chiesa italiana per i migranti

I mesi estivi si sono caratterizzati nuovamente per l’emergenza migranti e per le discutibili scelte dei nostri governanti. Agli appelli costanti del Papa all’accoglienza, qualcuno, e più di qualcuno, risponde: “Li portino a casa loro”, come se la Chiesa non stesse facendo nulla di fronte a questa catastrofe umanitaria. Dopo una serie di attacchi gratuiti e infondati, ecco alcuni numeri sull’impegno della Chiesa: 25 mila persone accolte in 136 diocesi. In tre anni circa 2000 profughi salvati dai corridoi umanitari. Un vecchio filmato del 2015 trasmesso da Piazzapulita che mostra un giornalista che finge di essere un profugo siriano chiedere invano un letto per sé e i suoi due figli ad alcuni sacerdoti e a strutture religiose in piazza San Pietro. Un articolo del Fatto Quotidiano che contrappone con una intervista a don Alessandro Santoro il digiuno di preti e suore di strada a Roma contro la chiusura dei porti a un presunto silenzio imbarazzato della Cei. Infine un post su Facebook dell’”intellettuale di punta” dei sovranisti Diego Fusaro che ritira fuori lo scandalo dell’ex direttore della Caritas di Trapani don Sergio Librizzi che chiedeva agli immigrati

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prestazioni sessuali in cambio di permessi di asilo. Commento del post: «non bastava deportarli per sfruttarli sul piano lavorativo. No. Si poteva fare ancora di più. Ecco l’ennesimo strip-tease dell’umanesimo occidentale». Andiamo per ordine. Il caso don Librizzi scoppia nel giugno 2014 quando viene arrestato. Il titolo risale a 4 anni fa. Non era quindi una notizia di ieri. Nel frattempo Librizzi si trova agli arresti domiciliari, ma la sua vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa. Lo scorso dicembre la Cassazione ha annullato la condanna a nove anni che gli era stata inflitta. Quindi Fusaro scrive con approssimazione e ignora uno dei cardini della civiltà – quindi anche dell’umanesimo – occidentale: la presunzione di innocenza fino all’ ultimo grado di giudizio. Vale anche per i preti. Quanto al “silenzio” della Chiesa, è strano che Il Fatto sollevi il problema proprio nel giorno in cui il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin e il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti - due figure di primissimo piano dunque - in due occasioni diverse abbiano ribadito (ribadito!) che i porti non possono essere chiusi e le vite in mare vanno salvate.


A questo punto, ecco in scena il popolo dei leoni da tastiera, che parte unito con il refrain: “Li portino a casa loro”. Lo fanno già. Così possiamo vedere quanta strada è stata fatta da quando il Papa nel 2015, anno del boom di arrivi sulla rotta balcanica, lanciò l’appello alle comunità cristiane ad accogliere una famiglia in ogni parrocchia. Stando all’ultimo monitoraggio della Cei, che risale alla primavera del 2017, erano state accolte circa 25 mila persone in 136 diocesi sulle 220 esistenti vale a dire circa il 60%. Perlopiù l’accoglienza cattolica finora ha supportato il sistema dei Cas, i prefettizi Centri di accoglienza straordinaria, e per il 16% è entrata nel sistema Sprar gestito dal Viminale con i Comuni. Le strutture utilizzate sono in genere canoniche, seminari, strutture ecclesiali, ma anche episcopi. «Casa loro», insomma. Da notare che oltre 2.700 persone in parrocchia –più o meno l’equivalente di quanti stanno nello Sprar – e 500 in famiglia risultavano accolte fuori dal sistema pubblico. Ossia con tutti i crismi della legalità, ma con fondi ecclesiali. Il monitoraggio 2018 è in corso e i dati verranno divulgati in autunno. Da aggiungere al numero delle persone accolte i circa 2.000 profughi giunti in tre anni con i corridoi umanitari ideati dalla Comunità di Sant’Egidio e aperti, in accordo col Governo. Una iniziativa ecumenica. Prima si sono sviluppati quelli dal Medio Oriente assicurati assieme alla Federazione delle Chiese evangeliche e alla Chiesa valdese con

la collaborazione di diverse Diocesi cattoliche, e usati da profughi siriani vulnerabili in Libano. Poi quelli con la Cei dal Corno d’Africa per fare arrivare centinaia e centinaia di eritrei e somali dai campi etiopici. Oltre a loro sempre assieme alla Cei, tra dicembre 2017 e febbraio 2018 sono stati evacuati in collaborazione con Governo e Acnur 300 profughi detenuti nelle galere libiche, accolti a loro volta dalle Caritas diocesane. Per quanto riguarda i corridoi umanitari la formula scelta da Caritas italiana e Migrantes, i due organismi Cei coinvolti, è quella dell’accoglienza diffusa, vale a dire famiglie o singoli accolti in case della diocesi e di organizzazioni cattoliche e seguiti da volontari con una famiglia tutor. I costi sono a carico della Chiesa. Il progetto dura un anno durante il quale ai profughi viene garantito vitto alloggio e vestiario in cambio della frequenza scolastica per i minori e di corsi di lingua e formazione professionale per gli adulti. I profughi arrivati finora hanno presentato tutti domanda di asilo. Come diceva il vescovo Domenico Sigalini a Piazzapulita dopo aver visto il filmato nel 2015 con i “no” dei religiosi al sedicente profugo, l’accoglienza e l’integrazione vanno fatte bene e alla generosità occorre affiancare l’organizzazione. Questa almeno è la scelta di quella parte del nostro Paese che preferisce i fatti concreti agli insulti e agli schiamazzi. (*) da “Avvenire” di giovedì 12 luglio 2018.

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Un Grest ... AllOpera AllOpera (scritto senza apostrofo!) è stato il titolo del Grest 2018. AllOpera è il comando originario dato da Dio all’uomo, creato a sua immagine e somiglianza. AllOpera è l’invito che Dio rivolge a ciascuno di noi e che anche noi ci rivolgiamo reciprocamente: non siamo chiamati ad una sorveglianza passiva delle meraviglie del Creato ma ad un agire attivo a servizio di un dono ricevuto gratuitamente. Il nostro lavoro e le nostre opere sono benedetti da Dio come possibilità autentica per dare senso al nostro essere e alla realtà in cui ci troviamo. AllOpera è dare inizio all’opera di sé con gli altri. AllOpera è venire a sapere di sé e degli altri, prendere coscienza del mondo riconoscendosi nelle cose fatte. Il Grest 2018, iniziato lunedì 11 giugno, ha chiuso i battenti con la serata di festa di giovedì 28 giugno e la gita al parco acquatico “Le Vele” di venerdì 29. Tre settimane all’insegna della gioia, dell’incontro, della collaborazione, della voglia di stare e crescere insieme. Un grazie sentito a don Roberto, agli animatori e agli adulti che hanno offerto la loro collaborazione preziosa nei laboratori, nella distribuzione delle merende, nel servizio segreteria, nelle pulizie e nel servizio bar e in tante altre, piccole e preziose, collaborazioni. A tutti la riconoscenza sentita.

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Sui passi di Rut - Il campo scuola estivo per i ragazzi delle elementari Da domenica 8 luglio a sabato 14 luglio alcuni ragazzi delle elementari, accompagnati da alcuni educatori, hanno partecipato al Camposcuola proposto dall’ACR diocesana. Sui passi di Rut è il titolo del campo ACR che si è svolto dall’8 al 14 luglio in Valle d’Aosta a Torgnon. Un’ esperienza molto coinvolgente che ha visto la presenza di bambini tra gli otto e i dieci anni provenienti da diverse parrocchie della nostra diocesi: San Fereolo, Casalpusterlengo, Lodi Vecchio e Brembio. Della nostra parrocchia hanno partecipato sette simpatici bambini accompagnati da quattro educatori e guidati da don Roberto. Non è facile sintetizzare in poche righe la ricchezza che abbiamo vissuto durante quelle giornate; le ore dedicate al’attività di gruppo alla scoperta della figura bibblica di Rut, donna coraggiosa e fedele, l’amicizia cresciuta nel gioco e durante le passeggiate e le divertenti serate passate in compagnia. Cosa ci siamo portati a casa? Dal punto di vista dei bambini credo (ma bisognerebbe chiederlo a loro) un’esperienza in cui sono diventati un po’ più grandi perché hanno dovuto imparare ad essere più autonomi senza contare sull’aiuto di mamma e papà e hanno anche capito che l’incontro con bambini che non abitano nel nostro quartiere rafforza l’amicizia e ne crea una nuova. Noi educatori certamente abbiamo compreso che stare accanto ai più piccoli è una responsabilità e un impegno che dà anche soddisfazioni quando vedi sul loro volto un sorriso a 32 denti che vuole dirti grazie per aver dedicato loro tempo e attenzione. Sono certa che il campo diventerà per tutti un appuntamento da segnare sul calendario! (Benedetta Esposti) Nelle foto a fianco, a partire dall’alto: gli educatori di San Fereolo, i ragazzi partecipanti della nostra parrocchia e il gruppo di tutti i partecipanti.

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Il campo scuola estivo per i ragazzi delle medie Un buon gruppo di ragazzi delle medie della nostra parrocchia ha vissuto l’esperienza del Camposcuola interparrocchiale a Valtournenche, dal 2 all’8 luglio, presso la Casa per ferie “La villa del Seminario”. Una settimana immersi nella natura della Valtournenche e seguendo l’esempio di Auggie, giovane protagonista del film per ragazzi Wonder: questa è stata la proposta fatta ai ragazzi dalla quinta elementare alla terza media degli oratori di San Fereolo, Sant’Alberto e Santa Maria Ausiliatrice per il campo scuola di quest’anno. Accompagnati da don Roberto e un gruppo di educatori delle diverse parrocchie, i ragazzi si sono cimentati in giochi, attività di riflessione e passeggiate in montagna che, oltre a stancarli fisicamente, li hanno fatti divertire e hanno permesso loro di conoscersi meglio e fare nuove amicizie. L’amicizia, d’altronde, è una delle tematiche centrali di Wonder, il film che li ha guidati per tutta la settimana. Auggie infatti è quello che si definisce un ragazzo “diverso”. È affetto da una malformazione facciale che gli impedisce di fare amicizia con altri bambini a causa dei pregiudizi che non solo gli altri, ma anche lui ha di sé stesso. Grazie all’aiuto dei suoi familiari ed insegnanti inizia un percorso che lo porta a scoprire chi è veramente e ad accettarsi per quello che è. Ecco quindi che al divertimento di cacce al tesoro e serate karaoke si unisce la riflessione su temi attuali come il bullismo e l’indifferenza nell’ aiutare chi è in difficoltà. Temi che quotidianamente entrano nella vita dei nostri ragazzi, ma dei quali spesso, purtroppo, non si discute abbastanza. Nel complesso quindi non potremmo essere più soddisfatti di questa esperienza: sia i ragazzi che gli educatori infatti si sono divertiti tantissimo. Non resta altro che darci appuntamento per il prossimo anno! (Chiara Merlini) Nelle foto a fianco, a partire dall’alto: i ragazzi partecipanti di San Fereolo ed il gruppo di tutti gli educatori.

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Roberto Folletti

Uno su mille giocherà in serie A Gli altri saranno “solo” uomini

Non portate i vostri figli a giocare al G.S.O. San Fereolo! Pensateci bene prima di farlo! Potrebbe influenzare il loro futuro! Nel mese di settembre, ma forse anche prima, molti genitori sono impegnati a trovare un’attività sportiva adatta alla crescita fisica ed educativa dei propri figli. Alcuni di loro hanno la strana idea di fargli provare il calcio o la pallavolo, in una squadra d’oratorio, al G.S.O San Fereolo, non in una di quelle che vanno di moda oggi! Ma attenzione! Fare sport al G.S.O. San Fereolo può incidere fortemente sul futuro dei vostri figli! Se li portate al nostro

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campo o palestra, non dovranno apprendere solo le logiche e le regole del gioco, ma si troveranno immersi in un mondo che potrebbe incidere sulle loro scelte e le loro abitudini future, entreranno in contatto con una cultura che non sempre coincide con quanto richiesto dai comportamenti sociali che osserviamo quotidianamente in questo strano nuovo millennio. Tutti, dal presidente, ai dirigenti ed agli allenatori cercheranno di insegnargli cose come il rispetto per gli avversari o il rispetto delle regole, dovranno persino accettare le scelte


Il GSO tra passato, presente e futuro

Serata di Gala in occasione del 50° del GSO San Fereolo

Sabato 13 ottobre, ore 21.00 Teatro dell’Oratorio

E’ gradita la presenza di tutti, soprattutto di coloro che hanno giocato o profuso il loro impegno nel Gruppo Sportivo Oratoriano. Vi aspettiamo, non mancate! dell’Arbitro e, cosa veramente particolare, non potranno fingere di aver subito un fallo, non potranno, furbescamente, buttarsi a terra cercando di ottenere una punizione a proprio favore. Potrebbero anche imparare altre cose, come quella strana idea di sostenere sempre i propri compagni, di aiutare i giocatori più deboli, di salutare gli avversari ad inizio e fine partita e di festeggiare con loro, qualsiasi sia stato il risultato sul campo. Questa strana cultura potrebbe anche influenzare le capacità relazionali del ragazzo, infatti sui campi di calcio e pallavolo del G.S.O. San Fereolo abbiamo l’assurda idea di voler insegnare che non si può vincere da

soli, ma che si deve lavorare, che è fondamentale collaborare per raggiungere lo stesso obiettivo, che tutti i ruoli sono importanti e che non importa chi realizza il goal o effettua la schiacciata che dà il punto, ma che il risultato arriva grazie al lavoro e alla fatica di tutti. … E poi tutte quelle altre strane convinzioni come quella di non lamentarsi ad ogni piccolo infortunio, ma di continuare a giocare perché gli altri hanno bisogno di te, di imparare a cadere e rialzarsi subito, di combattere le proprie paure e di superarle senza nascondersi dietro scuse o giustificazioni. Bisogna stare attenti! Con queste strane idee, come potranno affrontare la vita questi ragazzi? Perché se guardiamo il mondo reale, fuori dal campo, è facile chiedersi se valga veramente la pena che i ragazzi imparino tutto questo perchè alla fine viviamo in un società, come quella attuale, dove chi non rispetta le regole e cerca scorciatoie, emerge più facilmente; dove l’avversario, diventa subito nemico e va umiliato, distrutto, ed eliminato; dove neppure le istituzioni rispettano sempre il loro ruolo sociale; dove l’etica è ormai un termine senza significato; dove i furbi primeggiano e comandano, dove egoismo, arrivismo ed interessi personali sono i motori di ogni azione. Ma oggi, serve veramente saper lavorare in sintonia con gli altri? Il rispetto ha senso? È tutto così importante o forse è persino deleterio? È meglio che i ragazzi imparino altro come la furbizia e le arti dell’inganno? Il dubbio per i genitori è enorme. Se state cercando un modo di fare sport, una Società adatta ai vostri figli, valutate bene ogni cosa! Dovete scegliere con attenzione e pensare soprattutto al loro futuro ed anche al futuro di tutti noi. Forse il G.S.O. San Fereolo è il posto giusto e noi siamo qui ad aspettarvi perché ci crediamo, e pensiamo che tutto ciò che facciamo sia utile per i ragazzi e per la società in cui viviamo. Forse inseguiamo solo uno stupido sogno ma andiamo avanti sempre e comunque perché è quello che ci hanno insegnato, perché crediamo in alcun valori che vorremmo trasmettere. E non dite che non siete stati avvisati!

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Al via la nuova stagione del GSO Agosto, ferie, vacanze, mare o montagna … un po’ di riposo per ricaricare le batterie, assaporando ancora le vittorie della stagione appena conclusa ma già con la mente al prossimo campionato nell’anno in cui si stanno festeggiando i 50 anni del nostro G.S.O. San Fereolo. Sulle ali dell’entusiasmo dei successi sportivi della stagione appena conclusa di cui sentiamo ancora vivo il gusto del triplete dell’Under 13 (campionato, coppa primavera, torneo nazionale Opes), siamo già proiettati al prossimo anno con il campionato Under 14 e perché non sognare … nessuno lo vieta… campionato, regionali e poi perché no, i nazionali! Quando uno sogna … L’importante è che le nostre ragazze si divertano e crescano, poi tutto quello che verrà lo faremo nostro, eventuali delusioni comprese, anche quelle, soprattutto quelle, aiutano a crescere. Quando le vittorie non sono moltissime, assumono un sapore particolare … ne sanno qualcosa le ragazze dell’Under 12 che il prossimo anno affronteranno il campionato di Under 13. L’entusiasmo è il marchio di fabbrica delle più piccole che hanno partecipato e parteciperanno al campionato “Volley S3 della FIPAV”, a cui verrà riservata una sorpresa per chi lo scorso anno si è impegnato partecipando ad allenamenti e tornei con costanza, ma che non vogliamo svelare. Per le più grandi ci sarà invece un campionato Open, mentre la prima squadra dopo la retrocessione dello scorso anno, in seconda divisione, pro-

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verà a ritornare nel campionato che merita. Nel calcio, occhi puntati sulla terza categoria, dove sono stati apportati gli opportuni ritocchi per fare meglio rispetto al quinto posto, molto soddisfacente dello scorso anno e all’emozionante serata della finale di Coppa Lodi persa contro una squadra di categoria superiore con qualche rammarico per qualche decisione arbitrale. La squadra dei giovanissimi realizzata in collaborazione con l’oratorio di Sant’Alberto è stata rinforzata da qualche ottimo inserimento dei nostri esordienti e da qualche nuovo arrivo, con l’obiettivo di continuare la crescita ed ottenere qualche buon risultato. Gli esordienti reduci da una stagione che ha fatto divertire, giocatori, allenatori e spettatori… proveranno a ri-


petersi. Uno dei gruppi più belli nati a San Fereolo è formato dai bimbi che lo scorso anno hanno fatto i piccoli amici e che quest’anno continueranno ad allenarsi insieme ma che al sabato li vedrà impegnati in due categorie diverse: piccoli amici e primi

calci. I più piccoli 3, 4 e 5 anni avranno modo di svolgere, per tutto l’anno, l’attività in palestra ed iniziare a prendere confidenza con il pallone. Premiati a fine stagione, da “Il Cittadino”, come prima classificata la squadra dell’Under 12 (foto nella pagina seguente) nel concorso “Squadra dell’Anno” e come secondo classificato nel concorso “Sportivo dell’anno”, Paolo Ghetti, il tutto grazie ad un appassionante raccolta di punti operata da tutto il quartiere e non solo, ai quali rivolgiamo il nostro grazie. Il premio vinto da Paolo è stato donato alla Parrocchia e sarà uno dei 20 premi della sottoscrizione della Parrocchia, griffata edizione speciale del 50esimo del G.S.O. San Fereolo. Per quanto riguarda invece il premio vinto dall’Under 12 si è pensato ai più piccoli, procedendo all’acquisto di uno o più reti per la realizzazione di campi da volley mobili per manifestazioni, tornei e raggruppamenti del “Volley S3”, ma non solo … Domenica 16 settembre ci aspetta l’open day per volley e calcio per i più piccoli (info in oratorio) e Sabato 13 Ottobre la nostra festa … ma questa è un’altra storia!

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25 anni di StraOratorio passo per tutti questi anni, senza cedere alla stanchezza.

Il 50° del GSO

Ma un’altra nota che rende speciale la Straoratorio 2018 è un altro compleanno d’eccezione: quello del GSO che compie 50 anni, dalla sua fondazione ufficiale. Proprio il GSO, in tutti questi anni ha reso possibile la realizzazione di questo evento e ne è

Da settimane ormai lo striscione che annuncia la prossima StraOratorio campeggia davanti all’Oratorio. Domenica 9 settembre tutti al nastro di partenza. Ma la Straoratorio di quest’anno 2018 ha qualche nota che la rende unica.

La 25° Straoratorio Anzitutto un compleanno speciale: la Straoratorio compie infatti 25 anni e non possiamo non sottolineare questa felice occasione. Nata nel lontano 1993, su iniziativa di don Peppino, ha tenuto il

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stato l’anima. Felice concomitanza, dunque, i 25 anni della Straoratorio e i 50 del Gruppo Sportivo. Buon compleanno GSO! Buon compleanno, Straoratorio!

Straoratorio per la Solidarietà

Da due anni a questa parte, inoltre, la Straoratorio si è arricchita di un valore aggiunto: quello della solidarietà. Anche quest’anno, grazie alla sponsorizzazione della Palestra Michelangelo, che ringraziamo sentitamente, tutto il ricavato della Straoratorio andrà a sostenere una situazione di

“emergenza”, precisamente il Centro Aiuto alla Vita (CAV) di Lodi, che deve affrontare i costi onerosi di un cambio di sede e che svolge una benemerita opera di sostegno, di aiuto e di accompagnamento di mamme in attesa di un bimbo o con bambini piccoli. Una descrizione più dettagliata dell’opera del CAV la trovate nell’articolo a fianco.

Lo spirito dell’iniziativa

Il nome stesso ce lo ricorda: Straoratorio. Un modo per riconfermare la presenza e l’azione educativa dell’Oratorio nella parrocchia e nel quartiere, per

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25 anni di StraOratorio accordargli costantemente fiducia e per esserne partecipi con la presenza, il sostegno, la collaborazione, il servizio.

Un percorso “nuovo” Quest’anno, proprio a sottolineare il 50° del GSO, la Straoratorio prenderà il via dalla sede del GSO, a Robadello, che sarà anche il punto di arrivo.

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Note tecniche

La 25° Straoratorio si terrà domenica 9 settembre 2018. yy Il ritrovo dalle ore 9.00 presso la Chiesa del Sacro Cuore (Robadello) dove sarà ancora possibile iscriversi. yy Alle ore 9.45 la celebrazione dell’Eucarestia. yy Alle ore 10.30, concentramento dei partecipanti in via Salvemini, 5 yy Alle ore 10.40 partenza da Via Salvemini 5, Questo il percorso: via Salvemini, via Dossenina, via dei Tigli, strada ciclopedonale (dietro la “Muraglia”), via Colombo (attraversamento via Colombo), Piazza Omegna, via Michelangelo, via Raffaello, viale Pavia (marciapiede), via San Fereolo (imbocco di via San Fereolo dalla rotonda antistante la chiesa di San Fereolo), via Marchi, via Tavaz-


L’iniziativa di solidarietà a favore del Centro di Aiuto alla Vita Il Movimento per la Vita (MpV) ed il suo braccio operativo, il Centro di Aiuto alla Vita (CAV) da oltre 40 anni operano per contrastare la piaga dell’aborto, legalizzato in Italia dal 1978 tramite la Legge 194/78. Da allora i CAV hanno salvato oltre 200.000 bambini, a fronte, purtroppo, di oltre 6.000.000 di essi soppressi nel ventre materno, spesso per ragioni futili e decisamente superabili con aiuti materiali, informazione, dialogo, condivisione, amore verso queste mamme in difficoltà, lasciate quasi sempre sole davanti alla terribile alternativa di proseguire o meno la gravidanza. Questi sono gli aiuti che il CAV può dare, mentre il MpV si occupa della parte organizzativa e della promozione culturale di una mentalità aperta alla vita. A Lodi esiste una sede (MpV + CAV) che serve il nostro territorio, coprendo anche la “bassa” con le 2 sedi CAV di Casalpusterlengo e Codogno. La sede di Lodi, in particolare, dopo aver migrato da una stanza presso la Fondazione Clerici in via Gorini ad alcuni locali presso un asilo nido in via Volturno, dal Centro San Giacomo ad un’ala dell’Istituto “Figlie dell’ Oratorio”, ha dovuto ora trasferirsi nuovamente, a proprie spese, in via Secondo Cremonesi 4, nella zona artigianale dell’ ex linificio, e si trova in effettive difficoltà economiche per l’ esborso finanziario relativo all’ acquisto dei locali. E’ stato infatti impossibile trovare spazi idonei per questo tipo di servizio, né gratuitamente, né con affitto agevolato. La forza di voler continuare in questa missione ha comunque prevalso sugli eventi, che

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zi Catenago, via Leonardo da Vinci, via Raffaello, via Michelangelo, Piazza Omegna, via Colombo (marciapiede), viale Europa (marciapiede), arrivo viale Europa, chiesa del Sacro Cuore. Tale percorso verrà ripetuto due volte. Alle ore 11.45 circa: premiazioni e conclusione.

Iscrizioni Le iscrizioni si ricevono in Oratorio o negli appositi stand all’uscita dalle Messe di domenica 2

sembravano voler vanificare tutto, anche perché questa istituzione rende un servizio che lo Stato dovrebbe garantire secondo la stessa Legge 194 (e non garantisce), salvando vite umane che altrimenti sarebbero perdute. E nel nostro caso sono addirittura due: quella del bambino e quella della mamma! Si, perché quando una mamma sceglie l’aborto, patisce spesso pesanti conseguenze, sia a livello fisico che psicologico; accogliendo invece la vita, trova sempre nel bambino una spinta fortemente motivante a proseguire nel suo cammino di donna e di mamma.

settembre, oltre che nel giorno stesso, domenica 9 settembre. Quota minima di iscrizione: € 5 per gli adulti; € 1 per i bambini e ragazzi fino a 14 anni. La quota è devoluta interamente al Centro Aiuto alla Vita.

Invito a partecipare Vi aspettiamo tutti, piccoli, giovani e grandi, famiglie, anziani, senza limiti di età, per una giornata di festa, di gioia, di sport all’insegna della solidarietà.

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Giochi senza quartiere 2018 Il tempo corre veloce. E siamo già alla 3° edizione dei Giochi Senza Quartiere – torneo a squadre con cinque giochi (oltre al fil rouge) aperto a grandi e piccoli che si svolgerà domenica 30 settembre, come sempre con giochi itineranti nelle vie e nelle

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piazze del nostro quartiere: inizio all’Oratorio di Robadello e conclusione nel cortile dell’Oratorio di San Fereolo. Il tema che abbiamo scelto quest’anno è “I giochi in cortile” per recuperare le radici e le tradizioni e per ricordarci di quando eravamo forse più poveri ma ricchi dentro. Giochi semplici che hanno fatto il divertimento, la gioia, a volte i litigi dei bambini che eravamo. Ma siamo cresciuti e se oggi siamo qui è perché ancora crediamo che “Insieme è bello” come lo era in quegli interminabili pomeriggi d’estate, in cui c’era tempo solo per il gioco, l’oratorio, gli amici, la sagra e la Messa della domenica. Ancora insieme, allora, anche nell’epoca del 2.0: bambini, ragazzi, adulti, genitori e nonni perché l’amicizia e la solidarietà siano la cifra della parrocchia e del quartiere.


Programma e note tecniche TEMA DI QUEST’ANNO “I Giochi in Cortile”

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DATA

DOVE SI SVOLGERANNO

domenica 30 settembre 2018.

PARTECIPANTI

Adulti, giovani, ragazzi e bambini dai 6 anni in su. Le squadre dovranno essere composte da un minimo di 12 ad un massimo di 16 componenti di cui almeno 4 con anni da 6 a 11 e comprendere almeno 4 componenti femminili.

COME ISCRIVERSI

A squadre o singolarmente. Potete contattare direttamente gli organizzatori (Paolo 335.6238261 – Maurizio 338.3717077) che si incontrano a settembre tutti i mercoledì sera a San Fereolo oppure nelle postazioni che saranno allestite fuori dalle chiese di Robadello e san Fereolo le domeniche 9 – 16 – 23 settembre.

PROGRAMMA DEI GIOCHI yy

Ritrovo ore 14,30

Inizio giochi ore 15,00 Conclusione ore 18,30

Saranno itineranti nel quartiere. Questi i luoghi: Oratorio Robadello – Piazza Omegna - Parco Amico – Parco Akwaba – Oratorio San Fereolo.

QUOTA DI ISCRIZIONE

€. 3,00 per gli adulti (oltre i 18 anni) € 2,00 per i minorenni Le iscrizioni si ricevono entro domenica 23 settembre.

RIUNIONE DEI CAPITANI

Mercoledì 26 settembre a San Fereolo riunione dei Capitani per la presentazione dei giochi alle squadre

SOCIAL

Troverete notizie e aggiornamenti su Facebook alla pagina “san fereolo giochi senza quartiere” oppure su Twitter digitando #SanfereoloGSQ. Vi aspettiamo numerosissimi Domenica 30 settembre carichi di entusiasmo e voglia di giocare. I giochi sono aperti a tutti. Per partecipare trovate qui a lato tutte le informazioni con le indicazioni per le iscrizioni (in gruppo o singole) il programma e le modalità di partecipare. Altre informazioni sulla pagina fb e su twitter. A questo link potete trovare (e scaricare) le immagini delle precedenti edizioni.

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Fabrizio Messina

Pellegrini, a piedi, verso Caravaggio

Tutto ebbe inizio una normale domenica di giugno quando il parroco, Don Elia, annunciò l’apertura delle iscrizioni per il pellegrinaggio a Caravaggio! In men che non si dica e, soprattutto, senza accorgermene, il mio nome campeggiava lassù tra i primi della lista dei pellegrini. Era successo ancora! La mia dolce metà aveva pensato bene di iscriverci entrambi e, come spesso accade nelle dinamiche

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moglie-marito, senza nemmeno chiedermi uno straccio di parere. Nacque così nella più totale incoscienza, e non senza un pizzico di terrore, un’avventura per me memorabile e straordinaria, carica di emozioni sempre più intense. Per chi come me non ha mai affrontato un pellegrinaggio, non ha mai fatto allenamenti da ironman e,


soprattutto, a livello podistico si è cimentato solo nella StraOratorio, il primo dubbio, il più istintivo e il più naturale è stato: “quanta strada bisognerà percorrere? e, soprattutto, ce la farò?”. Quasi come fosse un segreto destinato ai soli eletti (gli organizzatori), la risposta alla prima domanda non arriverà mai. Si è parlato di una distanza mitologica tra i 20 e i 24 chilometri ma nessuno ha mai confermato. Il depistaggio è stato inquietante e l’agghiacciante segreto ha resistito e si è alimentato fino alla fine del percorso, quando ormai ogni millimetro in più pesava sulle gambe come se si fosse trattato di percorrere a piedi l’equatore! Alla seconda domanda? Beh, mettiamola così, molti dei presenti mi davano per spacciato già a un terzo del cammino, quando il mio passo iniziava a essere trascinato e incerto ma anch’io sono arrivato alla meta: stanco, provato, direi letteralmente

devastato ma anche felice, soddisfatto e consapevole, al punto che il mio primo commento a caldo è stato “Un’esperienza meravigliosa che merita di essere ripetuta!". Oggi, a distanza di giorni, fugato il dubbio di deliri e allucinazioni post-fatica, confermo ampiamente il mio giudizio. Sono entusiasta! Il pellegrinaggio è un’opportunità che, se affrontata senza pregiudizio, permette a chiunque di misurarsi con sé stesso fisicamente, emotivamente e spiritualmente e la ragione di ciò è tanto semplice quanto straordinaria. In una società dove spesso conduciamo una vita frenetica, inseriti negli ingranaggi di una spietata macchina abitudinaria, dove anche il cosiddetto tempo libero è fagocitato da mille attività, il pellegrinaggio ti concede, anzi ti restituisce, una cosa sempre più rara: il tempo! Se hai tempo riscopri quegli aspetti intimi della tua esistenza cui quotidianamente non dai la giusta priorità: il rapporto con te stesso, con gli altri e con Dio. Il pellegrinaggio ti offre quel congelamento spazio-temporale in cui è lecito e ormai necessario prendersi una vacanza dal ridondante, dal caotico, dal frenetico e ... in un attimo ti tuffi nell'essenziale! In primis ti confronti con le tue ansie e le tue paure. Ti si prospetta davanti un'esperienza che richiede dal punto di vista fisico e psicologico uno sforzo straordinario, cui non sei solito cimentarti nella vita quotidiana. Ti guardi allo specchio, senza filtri, con la nudità

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Pellegrini, a piedi, verso Caravaggio dell’anima e vuoi comprendere realmente se puoi farcela. Prendi le misure coi tuoi limiti, senza ma-

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schere o artefatti, decidendo consapevolmente se hai voglia di metterti in gioco come realmente sei. Questo odora tanto di umanità! Alla fine hai deciso di esserci, di provarci con tutti i tuoi dubbi e le tue verità; prendi il tuo zainetto e, insieme agli altri incerti e dubbiosi, sei lì sul sagrato della chiesa la notte della partenza. Volti noti, altri perfetti sconosciuti, tutti che in un modo o nell’altro hanno scelto di accettare l’invito di Don Elia. C’è anche lui, ovviamente, che ci accoglie benevolo in chiesa dandoci la benedizione e offrendoci in dono una coroncina del rosario col monito di usarla! Poco dopo la mezzanotte si parte! Il passo è deciso. Nell’aria c’è un pizzico di euforia, tanta incoscienza e la voglia di compiere insieme una grande impresa. Il gruppo resta compatto per il primo tratto ma, inevitabilmente e progressivamente, ognuno assume il proprio passo dando inizio alla fisarmonica dei distacchi e dei riavvicinamenti: acceleri e raggiungi un compagno, rallenti e sei a tua volta raggiunto. E’così che la tua marcia, per qualche tratto, è affiancata da altri pellegrini che in quel momento stanno tenendo il tuo stesso ritmo e, in quelle occasioni, recuperi la gioia del comunicare, del condividere i tuoi pensieri e le tue emozioni con gli altri, a partire da quanto si sta concretizzando sotto i nostri occhi, anzi sotto i nostri piedi. E ci si riscopre simili! Le tue ansie e le tue paure sono le stesse del tuo compagno e questo di


per sé basta a infondere coraggio e dare loro meno rilevanza, cedendo il passo alla voglia di conoscersi, scherzare e stare insieme. Si sta compiendo un cammino comune; non necessariamente mano nella mano, ognuno ha il suo ritmo, ognuno il suo passo, chi in solitaria, chi in coppia o in gruppi più numerosi, in silenzio o chiacchierando ma tutti, come gli affluenti di un grande fiume, siamo diretti alla stessa foce, la nostra meta, il nostro obiettivo condiviso. Ed è proprio lungo il corso di questo fiume che cresce sempre più forte un’altra consapevolezza, quella che accanto a te ci sia sempre e incondizionatamente un Compagno di viaggio privilegiato che aspetta solo che tu scelga di riconoscerLo. Un noto verso recitava “Dolce è capire che non son più solo ma che son parte di un’immensa vita” e descrive esattamente la sensazione appagante che provi se te ne dai la possibilità. Il pellegrinaggio si rivela dunque una grande esperienza di preghiera. In forma privata quando le forze iniziavano a venire meno e quando qualche dubbio sulla possibilità di continuare stava già prendendo il sopravvento, mi sono trovato per coincidenza staccato dal gruppo e altrettanto per coincidenza (o forse no!) la mia mano ha sfiorato nella tasca la coroncina che mi ha dato il Don. In un attimo, non ero più solo e la preghiera è stata il mio compagno di cammino. Ancora più potente e straordinaria la preghiera collettiva! Prossimi all’alba tutti, di comune accordo, abbiamo deciso di recitare il rosario: parole e intenzioni vecchie di secoli sulla bocca di pellegrini moderni, esattamente come su quelle di pellegrini di mil-

le anni fa. Segnale di continuità e di certezza che conferma come siamo tutti coinvolti in un disegno più ampio, il cui Artista guida le nostre mosse e il nostro pensiero e che ci ha riunito per farci vivere un’esperienza comune. Il tutto in una location indubbiamente privilegiata! Provate a immaginare le stelle che ammiccano dall’alto, sentieri bui illuminati solo dalle nostre torce, ovunque il silenzio, rotto solo dal rumore delle nostre scarpe che lasciano nella polvere un temporaneo e stanco segno del nostro incedere. In questo quadro di perfezione non puoi non sentirti parte di un tutto che porta indelebile la firma dell’Altissimo. Anche l’alba, che giunge tingendo di colori nuovi lo spettacolo che prima percepivi solo con i suoni o i rumori, sembra accadere nel momento giusto. Siamo partiti col buio della notte diretti a una meta che abbiamo raggiunto proprio quando la notte cede il testimone al giorno. Alla stessa stregua il nostro approccio a quello che stavamo compiendo è mutato da una dimensione spensierata, talvolta goliardica e individualista dell’inizio a una più alta, spirituale e consapevole all’arrivo. Consapevolezza di aver compiuto qualcosa di bello ed importante, che ha tanto più valore quanto più lo si è fatto insieme: la condivisione delle fatiche e delle gioie, del cibo e dell’acqua, la condivisione del tempo, l’aiutare i compagni in difficoltà hanno amplificato il valore già altissimo che un’esperienza come questa avrebbe se la si considerasse solo sulla sfera personale. Alla fine, dopo 28 chilometri e mezzo e 6 ore e trenta minuti, abbiamo raggiunto l'agognata meta ma, forse il traguardo era già stato ampiamente raggiunto durante il cammino!

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Maria Teresa Malvicini

La vita a colori Un libro di Marco Zanoncelli

E’ uscito ad Aprile il primo libro di Marco Zanoncelli, intitolato “La vita a colori”. Marco è originario di Lodivecchio e nella vita fa il papà e il marito; di mestiere l’analista informatico. E’ da tempo impegnato in diverse attività di carattere educativo e caritativo in ambito parrocchiale e associativo. Per chi è appassionato di lettura e ha fatto scorrere tra le sue mani decine di libri, credo sia un’emozione indescrivibile arrivare a vederne pubblicato uno proprio… Il libro è un oggetto straordinario, suscita emozioni e sensazioni che ci formano, sedimentano, vengono dall’intimo più nostro e lì vi ritornano in un moto circolare dell’animo. La lettura è una passione che accompagna il nostro modo di sentire, pensare, esprimerci. Ci cattura e permette l’accesso ad altri mondi, ad altre storie, ad altri tempi. E’ svago, sospensione, rapimento. “La vita a colori” nasce dalla passione di Marco per la scrittura. E’ sostanzialmente la pubblicazione di una raccolta ragionata dei post precedentemente pubblicati sul suo blog (https://qiqajonblog. wordpress.com/), ovvero una pagina virtuale che Marco ha definito “un piccolo spazio per custodire il senso ed i sensi della vita” e che viene quotidianamente aggiornato e arricchito di nuovi pensieri. Nel blog vengono affrontati gli argomenti più disparati, dai più personali a quelli più pubblici ed attuali a seconda dell’ispirazione del momento. Sono racconti, riflessioni, citazioni su temi della vita quotidiana con l’intento di fissare immagini, parole e narrazioni e di trovarne il senso più vero e profondo. Mi vien naturale pensare ad una similitudine con la fotografia. Ogni post è come un’istantanea, un clic in grado di catturare volti e situazioni; la narrazione è il linguaggio evocativo che dà vita ai molteplici e soggettivi significati.

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Di questo modo di scrivere apprezzo soprattutto lo sguardo di Marco sulle persone e su ciò che gli accade intorno. E’ uno sguardo aperto ed amplificato, capace di leggere nel profondo i sensi e i significati dietro le apparenze. E’ uno sguardo attento, che va oltre il primo giudizio e descrive le variopinte sfumature di una particolare realtà, sia essa un incontro, una notizia, un evento, un successo o una difficoltà da condividere. Mi colpisce e incuriosisce quanta vita e quanta storia (quante storie) possano esserci dietro uno sconosciuto incontrato sul treno o una frase letta sui muri o un fatto di cronaca ascoltato al tg, i gesti di un allenatore, la cura di un vicino di casa per il suo giardino. E’ il modo di “guardare” che cambia le cose e che talvolta può anche cambiare noi stessi; è la prospettiva del voler trovare un senso che ci aiuta ad andare oltre le apparenze. I contenuti di questo libro appartengono certa-


mente alla vita di Marco, poiché sono raccolti attorno ad alcune dimensioni/capitoli che, come dice l’autore, “disegnano i miei legami”: sentimenti, parole, gesti, figli, addii, persone, interiorità, luoghi e vita quotidiana. Non sono però forse gli aspetti che “disegnano” la vita di ciascuno? E’ facile riconoscersi in queste dimensioni e trovare lì un’occasione per condividere un pensiero, approfondire un’idea, farsi un’opinione, approvare, dissentire, partire per un piccolo percorso di ricerca… Ci sono alcune parole che, a mio avviso, rappresentano il filo conduttore del libro di Marco, un leit-motiv dei suoi racconti. La prima parola è “legami”. E’ una costante nei post di Marco, nel libro si incontrano tantissime persone, alcune più legate alla sua dimensione famigliare, altre appartenenti a cerchie più ampie di relazioni. Vi è un modo, nel libro, di intendere i legami che è tutto da scoprire, un sentiero da per-

correre. La seconda parola è “custodire”, parola cara all’autore. Ogni racconto è una finestra aperta su un altro mondo, nel pieno rispetto della sua diversità e quindi unicità. La custodia è la dimensione di chi accoglie qualcuno o qualcosa e se ne prende cura, scommette sui germi di bontà che si nascondono in ogni realtà, ha uno sguardo lungimirante e fiducioso nel futuro. La terza parola è “soglia”. Mi piace pensare a questo luogo come il punto di osservazione privilegiato da cui guardare il mondo nello stile dei racconti del libro. La soglia sta in mezzo tra il dentro e il fuori; è un luogo di passaggio, un punto in comune, una mediazione tra due opposti. Stare leggermente al di qua o leggermente al di là cambia di molto le cose; sposta il giudizio. Guardare dalla soglia significa rimanere aperti a questo esercizio: mirare lo sguardo in diverse direzioni e cambiare punti di vista. Si possono cogliere molte variopinte sfumature di una stessa realtà. Perché scrivere? Chi scrive lo sa: la scrittura fa sintesi, interpreta, aiuta. La scrittura guarisce. Come dice l’autore “è un’amica discreta che mi aiuta a tenere gli occhi aperti sulle cose e a saper guardare oltre. La scrittura mi guida alla scoperta di un senso che abita le cose; essa mi educa alla meraviglia dell’essere e allo stupore per l’esistente.” “La vita a colori” vuole aiutare a scorgere nelle piccole e banali cose che ci accadono quel senso bello che apre lo sguardo e dona colore alla vita.

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Vita parrocchiale FESTA DELLA NATIVITA’ DI MARIA

età, dalla parrocchia di Corno Giovine.

domenica 30 settembre

APERTURA DELL’ANNO PASTORALE E CATECHISTICO E GIORNATA DELLA PAROLA DI DIO - GIOCHI SENZA QUARTIERE

Domenica 30 settembre apriremo ufficialmente l’Anno Pastorale e Catechistico con la solenne celebrazione delle ore 10.30 al Sacro Cuore. Quella domenica per noi sarà anche la Giornata della Parola di Dio: una bella concomitanza con la ripresa del cammino parrocchiale nel segno della Parola che è “lampada per i nostri passi, luce sul nostro cammino”. Durante la celebrazione conferiremo il “mandato” ai catechisti e agli animatori dei Centri di Ascolto del Vangelo. Invitiamo fin da ora le famiglie con i bambini e i ragazzi a non mancare. Nel pomeriggio: “Giochi senza Quartiere” per famiglie, ragazzi, adulti (vedi dettaglio nella apposita pagina del Bollettino)

Sabato 8 settembre Festa liturgica della Natività della Beata Vergine Maria yy Ore 17.15 Preghiera comunitaria del S. Rosario yy Ore 18.00 Solenne Santa Messa Domenica 9 settembre yy Ore 20.45 Processione di “Maria Bambina” con partenza da via Tavazzi Catenago per proseguire in via Marchi, via San Fereolo. Conclusione in chiesa parrocchiale. Invitiamo tutti, anche le famiglie con i bambini, a partecipare. Chiediamo cortesemente di esporre ceri e fiori al passaggio del simulacro di “Maria Bambina”. La processione sarà presieduta da don Giancarlo Borromeo, che molti ricordano negli anni giovanili come coadiutore a San Fereolo, e di recente trasferitosi a San Bernardo, dopo le dimissioni canoniche per raggiunti limiti di

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APPUNTAMENTI PER L’ANNO CATECHISTICO

Ricordiamo alcuni appuntamenti importanti della prima parte dell’Anno Catechistico. yy yy

Venerdì 7 settembre, ore 21.00: incontro parrocchiale per tutti i catechisti; Venerdì 14 settembre, ore 21.00, in Cattedrale: conferimento del mandato ai Catechisti,


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da parte del Vescovo Maurizio; Sabato 6 e domenica 7 ottobre: primo incontro di catechesi nei gruppi. Tre sere di formazione per i catechisti (proposta per tutte le parrocchie della città): martedì 25 settembre, martedì 9 ottobre, martedì 23 ottobre, ore 21.00, presso il Seminario Vescovile.

Sacro Cuore: rito di presentazione alla comunità. 1a media - Santa Cresima: yy Venerdì 23 novembre ore 18.45: incontro ragazzi in Oratorio; ore 20.45: Incontro genitori con il parroco. yy Domenica 25 novembre ore 10.30, chiesa del Sacro Cuore: rito di presentazione alla comunità.

RITI DI PRESENTAZIONE PER I RAGAZZI CHE SI PREPARANO AI SACRAMENTI martedì 2 ottobre 3a elementare - Prima Confessione: yy Venerdì 26 ottobre, ore 18.45: incontro ra- FESTA DEGLI ANGELI CUSTODI gazzi in Oratorio; ore 20.45: incontro genitori E FESTA DEI NONNI yy

con il parroco. Domenica 28 ottobre, ore 10.30, chiesa del Sacro Cuore: rito di presentazione alla comunità.

4a elementare - Prima Comunione: yy Venerdì 9 novembre ore 18.45: incontro ragazzi in Oratorio; ore 20.45: incontro genitori con il parroco. yy Domenica 11 novembre ore 10.30, chiesa del Sacro Cuore: rito di presentazione alla comunità. 5a elementare - Primo Anno di preparazione alla Cresima: yy Venerdì 16 novembre ore 18.45: incontro ragazzi in Oratorio; ore 20.45: incontro genitori con il parroco. yy Domenica 18 novembre ore 10.30, chiesa del

Martedì 2 ottobre, Festa liturgica dei Santi Angeli Custodi, è anche la Festa dei Nonni. A loro è dedicato l’appuntamento delle ore 15.00 a San Fereolo con la celebrazione della S. Messa. Invitiamo tutti i nonni e le nonne ad essere presenti.

sabato 6 ottobre

FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO

La festa liturgica ricorre il 7 ottobre. Noi la ricorderemo il sabato 6 ottobre. yy Alle ore 17.15, a San Fereolo: preghiera del Santo Rosario. yy Alle ore 18.00: Solenne Santa Messa nella festa della Madonna del Rosario.

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Vita parrocchiale domenica 7 ottobre

FESTA DEGLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO Domenica 7 ottobre, alla S. Messa delle ore 10.30, alla chiesa del Sacro Cuore, ricorderemo gli anni-

versari di matrimonio: 1°, 5°, 10°, 15°, 20°, 25°, 30°, 35°, 40°, 45°, 50°, 55°, 60°, 65° ed oltre … Invitiamo le coppie interessate a partecipare iscrivendosi tramite l’apposita scheda di adesione. E’ una bella testimonianza per tutta la comunità. Sabato 6 ottobre, dalle ore 15.30 alle 17.00 a San Fereolo: disponibilità dei sacerdoti per le confessioni.

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domenica 14 ottobre

LA SAGRA 2018 SOLENNITÀ DELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA PARROCCHIALE

Domenica 14 ottobre è la domenica della Sagra, festa di comunità, festa di famiglia. Liturgicamente celebreremo la Solennità della Dedicazione della nostra Chiesa parrocchiale, ma la domenica della Sagra è anche una bella occasione di festa e di incontro tra amici e conoscenti con tradizioni semplici e sane che non vogliamo perdere. Di seguito vi ricordiamo i principali appuntamenti. PROGRAMMA RELIGIOSO yy Martedì 9 ottobre, ore 16.00: Confessioni ragazzi delle Medie yy Martedì 9 ottobre, ore 16.45: Confessioni


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ragazzi delle Elementari Martedì 9 ottobre, ore 21.00: Preghiera silenziosa di adorazione a San Fereolo - disponibilità dei sacerdoti per le confessioni Venerdì 12 ottobre, ore 16.30: A d o r a z i o n e Eucaristica a San Fereolo Venerdì 12 ottobre, ore 19.00: Confessioni per gli adolescenti Sabato 13 ottobre, ore 9.00/11.00: Confessioni per tutti Sabato 13 ottobre, ore 15.30/17.30: Confessioni per tutti Domenica 14 ottobre - Solennità della Dedicazione della Chiesa - Orario domenicale delle celebrazioni - Ore 11,30: Solenne Santa Messa della Sagra a San Fereolo Lunedì 15 ottobre – Giornata dedicata al ricordo dei Defunti - Ore 10.00 Solenne ufficio dei defunti a San Fereolo - Ore 17.00 Ufficio dei defunti al Sacro Cuore - Ore 21.00 Ufficio dei defunti a San Fereolo Giovedì 18 ottobre, nel pomeriggio - Pelle-

grinaggio a Caravaggio PROGRAMMA “FOLKLORISTICO” Come sempre non mancheranno: yy le buonissime torte della Sagra, in vendita da sabato mattina, 13 ottobre; yy la pesca di beneficenza in oratorio; yy la sottoscrizione con ricchi premi (estrazione numeri vincenti domenica 14, ore 19.00, in oratorio); yy l’esposizione di pittori e artisti; yy il pomeriggio di animazione, di festa e di incontro in Oratorio yy la Serata di Gala per celebrare il 50° del GSO, in programma per sabato 13 ottobre, ore 21.00, nel Teatro dell’Oratorio. Vi aspettiamo tutti!

giovedì 25 ottobre

INIZIO DEL PERCORSO PER IL GRUPPO ADULTI, ANZIANI E PENSIONATI

Alle ore 11.30, a San Fereolo: S. Messa per il gruppo adulti, anziani e pensionati. Alle ore 12.30 seguirà il pranzo in Oratorio, per il

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Vita parrocchiale quale raccoglieremo le adesioni il giovedì 18, durante il pellegrinaggio a Caravaggio.

NOVENA DEI DEFUNTI

Ricordiamo gli appuntamenti della “Novena dei Defunti”: yy Sabato 27 ottobre, ore 9.00 – 11.00 Confessioni a San Fereolo yy Sabato 27 ottobre, ore 15.30 – 17.00 Confessioni a San Fereolo yy Sabato 27 ottobre, ore 15.00 – 16.45 Confessioni alla Chiesa del Sacro Cuore yy Domenica 28 ottobre, ore 15.00: Santa Messa nella cappella del Cimitero Maggiore, a suffragio di tutti i defunti della Parrocchia yy Lunedì 29 ottobre, ore 21.00: ufficio per i genitori, parenti e giovani defunti yy Martedì 30 ottobre, ore 21.00: ufficio per i sacerdoti e le religiose defunti yy Giovedì 1 novembre: Solennità di Tutti i Santi - orario domenicale delle celebrazioni, a cominciare dalle S. Messe di mercoledì 31 ottobre, ore 17.00 e ore 18.00, prefestive. - alle ore 21.00: preghiera del Rosario e castagnata in Oratorio yy Venerdì 2 novembre: Commemorazione dei Fedeli Defunti - orario delle celebrazioni a San Fereolo: ore 8.30 – ore 15.00

- Orario delle celebrazioni al Sacro Cuore: ore 17.00 – ore 21.00 (Ufficio Solenne per Tutti i Defunti con un ricordo particolare e personale per i Defunti dell’anno, dal 2 novembre scorso)

domenica 4 novembre

FESTA DI SAN VINCENZO GROSSI Alle ore 10.30, alla Chiesa del Sacro Cuore, ricorderemo la figura di San Vincenzo Grossi, fondatore delle suore, Figlie dell’Oratorio, da anni presenti e operanti nella nostra comunità parrocchiale.

CELEBRAZIONE DEI BATTESIMI

Le prossime celebrazioni dei Battesimi si terranno domenica 7 ottobre alle ore 15.30 e domenica 4 novembre alle ore 15.30. I genitori interessati sono pregati di contattare quanto prima il parroco.

domenica 25 novembre

ASSEMBLEA PARROCCHIALE (O RITIRO DI AVVENTO)

Vi invitiamo fin da ora a tenere presente la data di Domenica 25 novembre: nel pomeriggio terremo la nostra Assemblea Parrocchiale. Seguirà la Cena di Fraternità in Oratorio. Non prendete altri impegni!

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Il percorso della vita

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Il percorso della vita MATRIMONI yy yy yy yy yy yy

LORANDI PAOLO con WRAGA KATARZYNA ANNA (foto 1) DUMITREAN LUCIAN con PANEPINTO ELIANA (foto 2) BUTTAFAVA DAVIDE con CUGLIETTA LAURA (foto 3) SILIPIGNI CLAUDIO con CASTELLAZZI VALENTINA (foto 4) LATERZA GIUSEPPE con ORSINI LAURA (foto 5) BERTOLI DAVIDE con BOSCHETTI MARIA ELENA (foto 6)

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Il percorso della vita BATTESIMI

DEFUNTI

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LORANDI LORENZO di Paolo e Wraga Katarzyna Anna (foto 1) BARCHIESI LORENZO di Francesco e Fregoni Daniela BIANCHI FRANCESCO ANTONIO di Claudio e Bianchi Raffaella Maria CESARI CHIARA di Matteo e Soleto Claudio Martha Magaly LUCCHESE ELYS di Massimo e Casagrande Isolina POLLEDRI MARIA VITTORIA di Alberto e Manzoni Silvia RUSSO PABLO di Giovanni e Aloisi Leyla (tutti foto sotto)

AMODIO CATERINA di anni 89 PEDRAZZINI ROSOLINO di anni 91 BARBIERI ANNA di anni 97 PANDINI LUIGI di anni 83 CHIOZZI ALESSANDRO di anni 89 BOSSI FRANCO di anni 74 MALABARBA GIUSEPPE di anni 92 CERESA LUIGI di anni 85 MILAZZOTTO FRANCESCO di anni 66 DONELLI MARIA di anni 89 DEMICHELE GIUSEPPE, di anni 71 CELIENTO ANNA, di anni 68


Il 24 maggio scorso è improvvisamente mancata Paola Cadeo, da molti anni volontaria attiva, efficiente e generosa della nostra Caritas parrocchiale. Il suo carattere forte e il piglio deciso, come ha ricordato don Peppino nell’omelia durante le esequie, andavano di pari passo con la gene-

rosità e la disponibilità dimostrate nei lunghi anni della sua presenza in Caritas e nelle energie profuse per i poveri della parrocchia. La ricordiamo con gratitudine e riconoscenza e ci auguriamo che altri seguano le sue orme nel dedicare un po’ di tempo per il bene degli ultimi.

Cadeo Paola di anni 78

Reboani Domenico di anni 67

Bersani Emilio di anni 76

Bersani Piero di anni 83

Negroni Angelo di anni 79

Comaschi Luigi di anni 80

Galli Francesca di anni 98

Gandini Maria di anni 84

Licata Salvatore di anni 94

Malaspina Domenica di anni 86

Marzani Domenico di anni 51

Morandotti Oreste di anni 90

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Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo viale Pavia 41, Lodi - tel. 0371-30658

Per contattarci:

don Elia: tel. 0371-30658 don Roberto: tel. 0371-36345 don Marco: tel. 0371-438540 Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 - tel. 0371-430885 Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 - tel. 0371-31964 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti tel. 339-1452918 e-mail: doneliacroce@libero.it sito web: www.http://sanfereololodi.blogspot.it e-mail Caritas Parrocchiale: caritassanfereolo@gmail.com

Gli orari delle S. Messe: Feriali

San Fereolo: ore 8.30; ore 18.00 Sacro Cuore: ore 17.00

Festive

San Ferolo: ore 8,00; ore 11.30; ore 18.00 Sacro Cuore: ore 9.00; ore 10.30

I servizi della Caritas parrocchiale: Ambulatorio infermieristico

lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 10

Doposcuola

martedì - giovedì dalle 17 alle 18,30 mercoledì - venerdì dalle 14,30 alle 16

Distribuzione vestiti

martedì – giovedì dalle ore 9 alle 11

Servizio anziani ammalati e infermi mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11,30

Aiuto generi alimentari una volta al mese

Centro d’ascolto Mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11

Prenotazione esami e visite mediche mercoledì dalle 9 alle 10 - venerdì dalle 9 alle 11


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