Camminiamo Insieme Pasqua 2022

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camminiamo insieme

Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Pasqua 2022 - n. 425 pro manuscripto


Pasqua di guerra? Mentre scrivo queste righe una guerra brutta e sporca sta provocando violenze, lutti, sofferenze, in Ucraina. Abbiamo negli occhi le immagi-

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ni di mamme, di bimbi, di anziani in fuga; immagini di case, scuole, aziende, chiese distrutte dalle bombe e soprattutto le immagini di disperazione che ci lasciano attoniti di fronte ad una vicenda che mai ci saremmo aspettati nel 2022, dopo due anni, non ancora conclusi, di pandemia, e con un passato non troppo lontano che dovrebbe averci insegnato tante cose, e invece … Spero che quando leggerete queste righe la pace possa già essere ritornata e avviata la rico-

struzione, anche se resteranno straziati e feriti i cuori di tante e tante famiglie. Nel frattempo la solidarietà di numerose persone, anche in parrocchia, non si è fatta attendere: da subito è scattato il desiderio sincero di aiutare, di stare vicini, di accogliere e anche di pregare, invocando da Dio la riconciliazione tra i popoli. Mentre pensavo a questo messaggio pasquale mi è giunta davanti agli occhi la foto del grande Crocifisso di Leopoli, messo al sicuro da pos-

sibili bombardamenti e irreparabili danni: profugo lui pure, rifugiato lui pure, non si sa dove, probabilmente in qualche scantinato. Nel grande Crocifisso esposto in chiesa a San Fereolo, che contempliamo in questi giorni e che porteremo per le vie del quartiere nella grande Via Crucis del Venerdì Santo, noi contempliamo il dolore del mondo, di ogni cuore spezzato, ferito, di tutte le lacrime e di tutto il sangue innocente versato … Ma contemplando il volto del Crocifisso noi ritroviamo anche la nostra speranza perché il suo dolore ci rimanda sempre al suo amore, al dono della sua vita per noi. Contemplando il volto del Crocifisso noi ritroviamo le ragioni della nostra speranza perché sappiamo che la sua è sempre una “collocazione provvisoria” per citare una celebre espressione di don Tonino Bello. La croce, infatti, non è la situazione definitiva e irreparabile, ma è preludio di vita e di risurrezione. Per questo celebriamo la Pasqua con la speranza nel cuore: perché Gesù è il crocifisso risorto, è speranza di vita e di risurrezione anche per noi, anche per ogni caduto e disperato della storia. Il risorto appare agli undici salutandoli così: “Pace a voi!”. La pace dono del Risorto, è quanto chiediamo per il mondo intero ed è anche l’augurio che ci scambiamo in questa Pasqua che, speriamo, sia una Pasqua di cuori pacificati e di popoli riconciliati.

A tutti i p arr bini, ai ra occhiani, alle fam iglie, ai b gazzi ed a ami giovani, ai malati, agli anzia alle perso n i n ed e che son l’augurio o nella pro sincero p er una sa v a nta Pasqu Resurrezio a di Il vostro p n e ! arroco do n Elia, con don Robe e don Ang rto elo.

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Le celebrazioni per la Settimana Santa Domenica 10 aprile

Domenica delle Palme e della Passione del Signore

-- ore 10.00 - Ritrovo in Piazza Omegna – Benedizione degli Ulivi - Processione verso l’Oratorio Celebrazione Eucaristica nel Cortile dell’Oratorio E’ sospesa la Messa delle ore 11.30. -- In caso di maltempo: SS. Messe alle ore 10.00 ed alle 11.30 al Sacro Cuore.

Alessandro Beltrami Celebrazione a San Fereolo: ore 18.00

Lunedì 18 aprile

Lunedì dell’Angelo Ottava di Pasqua

Crocifissioni

Quando l’arte ci apre al senso del sacro

-- ore 8.30 - S. Messa (al Sacro Cuore) -- ore 10.00 - S. Messa (al Sacro Cuore)

Giovedì 14 aprile

Giovedì Santo

-- ore 8.30 - Ufficio delle letture e Lodi mattutine (a San Fereolo) -- ore 21.00 - Santa Messa in Coena Domini e Adorazione Eucaristica sino alle ore 23.00 (al Sacro Cuore)

Venerdì 15 aprile

Venerdì Santo

-- ore 8.30 - Ufficio delle letture e Lodi mattutine (a San Fereolo) -- ore 15.00 - Solenne Azione Liturgica (a San Fereolo) -- ore 20.45 - Grande Via Crucis con il Crocifisso della Chiesa invocando il Signore per la fine della pandemia e della guerra e in ringraziamento per averci preservato. Percorso: ritrovo nel parcheggio all’inizio di via Marchi (venendo da via San Fereolo); Via Marchi, Via Tavazzi Catenago, Via Tortini, passaggio a Via Leonardo da Vinci, attraversamento Viale Pavia, via Raffaello, ingresso in Oratorio e conclusione.

Sabato 16 aprile

Sabato Santo

Confessioni in preparazione alla S. Pasqua Sabato 2 aprile

-- ore 10.00 - 5a Elementare (a San Fereolo) -- ore 18.45 - 2a e 3a Media (a San Fereolo)

Venerdì 8 aprile

- ore 16.30 - 1a media (a San Fereolo)

Sabato 9 aprile

- ore 9.30 – 11.00 (a San Fereolo) - ore 16.00 (al Sacro Cuore) - ore 18.45 - Adolescenti (a San Fereolo)

Mercoledì 13 aprile

-- ore 8.30 - Ufficio delle letture e Lodi mattutine (a San Fereolo) -- ore 21.30 - solenne Veglia Pasquale (al Sacro Cuore)

- ore 9.00 – 11.00 (a San Fereolo) - ore 20.45 (a San Fereolo)

Domenica 17 aprile

- ore 16.30 – 18.30 (a San Fereolo)

Domenica di Pasqua

Celebrazioni al Sacro Cuore: ore 8.30 – ore 10.00 – ore 11.30

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Venerdì 15 aprile Sabato 16 aprile

- ore 9.00 – 11.30 (a San Fereolo) - ore 15.30 – 18.30 (a San Fereolo)

Se pensiamo alle immagini della storia sacra in maniera istintiva ci riferiamo all’arte dei secoli passati, i secoli della cristianità. Invece l’arte del Novecento e anche quella contemporanea è sorprendentemente ricca di raffigurazioni e interpretazioni del sacro, in particolare della Passione. Anzi potremmo dire che il Crocifisso è stato uno dei grandi temi dell’arte dell’ultimo secolo, anche per ragioni storiche: il Novecento (ma anche drammaticamente il nostro presente) è stato segnato da tragedie di inedite proporzioni e l’uomo della croce è diventato la figura capace di riassumere in modo universale le sofferenze dell’umanità. Questo è un aspetto importante, perché i cristiani sono abituati a “leggere” ogni Crocifisso come immagine della passione e della morte del Redentore. Nel Novecento e quindi oggi non è così. I processi di secolarizzazione e poi quelli di globalizzazione hanno fatto sì che la croce si sia staccata dal contesto puramente religioso per assumere la dimensione del simbolo e della metafora: sulla croce c’è spesso la natura umana ma non quella divina. Si può rappresentare la crocifissione senza essere credenti, come ad esempio il celebre dipinto di Guttuso o i rilievi di Manzù, per citare autori piuttosto noti, o perfino senza essere cristiani (lo fa ad esempio quando l’ebreo Chagall nel pieno delle persecuzioni dipinge in croce non il Cristo ma un Gesù giudeo). Questo però non significa che anche le Crocifissioni dipinte da un punto di partenza laico non siano intrise di autentico senso religioso. Anzi, proprio

la capacità di cogliere tutta la potenza, la tragicità ma anche la rilevanza per la storia di quel venerdì pomeriggio a Gerusalemme, le avvicina al cuore dell’evento assai più delle immagini di routine a cui la cosiddetta “arte sacra”, tanto antica quanto attuale, ci ha abituati: Crocifissi in superficie ma dentro abitati dal vuoto. Persino il linguaggio complesso dell’arte moderna, una volta superati i pregiudizi culturali nei suoi confronti (non esiste un modo giusto di rappresentare: ce lo insegnano le immagini dei popoli extraeuropei, quelle del nostro Medioevo e persino i disegni dei nostri bambini prima che la scuola li convinca del contrario) può diventare uno strumento per entrare più in profondità nel mistero. Lo aveva perfettamente capito Paolo VI, che nel memorabile discorso per l’apertura della Collezione di arte religiosa moderna e contemporanea dei Musei Vaticani, il 23 giugno 1973, aveva detto: “L’artista moderno è soggettivo, cerca più in se stesso, che fuori di sé i motivi dell’opera sua, ma proprio per questo è spesso eminentemente umano, è altamente apprezzabile. Molti artisti hanno sostituito la psicologia all’estetica; questa è certamente un’evoluzione, spesso pericolosa e sconcertante, ma più spesso si fa idonea a penetrare nel santuario dello spirito e ad essere da noi, alunni e maestri di Spirito, maggiormente apprezzata. [...] Cioè diciamo apertamente: esiste ancora, esiste anche in questo nostro arido mondo secolarizzato, e talvolta perfino guasto di profanazioni oscene e blasfeme, una capacità prodigiosa (ecco la meraviglia che andiamo cercando!) di esprimere, oltre l’umano autentico, il religioso, il divino, il cristiano”.

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Crocifissioni In occasione della Pasqua proprio dai Musei Vaticani quaranta opere dei maggiori artisti del Novecento italiano, da Casorati a Carrà, da Marini a Rosai a Guttuso, sono esposte al Museo Diocesano di Milano nella mostra “La Passione. Arte italiana del ‘900 dai Musei Vaticani”, aperta fino al 5 giugno. Visioni “soggettive”, come diceva papa Montini, del tema sacro, e proprio per questo ricche e molteplici. Ma soprattutto uno specchio in cui possiamo riflettere la nostra meditazione. Come esempio possiamo prendere due dipinti molto diversi. La Pietà realizzata nel 1948 da Carlo Carrà è un dipinto piccolo e sobrio. Carrà aveva attraversato tutta la stagione delle avanguardie e aderito al fascismo. Il risveglio dopo la guerra è in un campo di macerie. La Madonna è una madre in lutto, come tante allora in tutto il paese. L’unica strada è un ritorno all’essenziale, alla semplicità: anche della devozione. E questo dipinto è semplice ed essenziale come una preghiera che nel dolore si aggrappa a una speranza, piccola ma tenace.

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La Crocifissione di Mirko Basaldella (artista che fu soprattutto scultore, fratello del pittore Afro) è stilisticamente all’opposto. Un’immagine estremamente complessa, a prima vista quasi astratta eppure se la osserviamo bene è molto dettagliata. Mirko recupera, in un linguaggio memore della lezione di Picasso e ispirato al coevo Graham Sutherland, il patrimonio dell’arte medievale, tanto le vetrate (il complesso gioco di luci e le geometrie che tagliano le figure) quanto i bassorilievi gotici. La figura del Crocifisso, infine, si ispira al capolavoro di Matthias Grünewald, il più tragico e forse il più vero dei Crocifissi della storia dell’arte, che ha come controparte una gloriosa Risurrezione. In alto un’iscrizione colloca il dipinto nel tempo: “Omaggio a Martin Luther King Jr. 4-4-68”. Viene in mente il celebre passo di Giovanni: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. Il Golgota come luogo attraverso cui leggere la storia, anche quella presente, ma anche luogo della certezza che tutto questo dolore ha un senso.

Dal 1° aprile finisce lo stato di emergenza Di seguito riportiamo le indicazioni normative per le celebrazioni con i fedeli, a partire dal 1° aprile 2022, a conclusione dello stato di emergenza. Obbligo di mascherine: il DL 24/2022 proroga fino al 30 aprile l’obbligo di indossare le mascherine negli ambienti al chiuso. Pertanto nei luoghi di culto al chiuso si acceda sempre indossando la mascherina; Distanziamento: non è obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di un metro. Si predisponga però quanto necessario e opportuno per evitare assembramenti specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi; Igienizzazione: si continui a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto; Acquasantiere: si continui a tenerle vuote; Scambio di pace: è opportuno continuare a volgere i propri occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, evitando la stretta di mano o l’abbraccio; Distribuzione dell’Eucaristia: i Ministri continueranno a indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire l’Eucaristia preferibilmente nella mano; Sintomi influenzali: non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al COVID-19; Igiene ambienti: si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria sempre, specie prima e dopo le celebrazioni. Durante le stesse è necessario lasciare aperta o almeno socchiusa qualche porta e/o finestra. I luoghi sacri, comprese le sagrestie, siano igienizzati periodicamente mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti; Processioni: è possibile riprendere la pratica delle processioni.

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Fabio Abati

Fermatevi! Pubblichiamo volentieri la riflessione sulla guerra in Ucraina, ad opera del nostro parrocchiano Fabio Abati, giornalista, che nel 1999 ha sperimentato, come volontario, la dura esperienza del campo profughi di Kavaje in Albania, di cui ha scritto reportage per il quotidiano “Il Cittadino”. L’esperienza diretta di quegli anni ha ispirato, rendendoli ancora più veri, gli spunti che offriamo alla vostra lettura. Nelle foto, la marcia per la pace che a Lodi ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Papa Francesco è tornato a far sentire l’impegno vibrante della Chiesa per la pace. In questi ultimi tempi l’imperativo “fermatevi!” ha riecheggiato con forza e in diverse occasioni durante l’Angelus domenicale. E non sono stati risparmiati i toni e i volumi più forti, affinché l’indicazione arrivasse chiara, intensificando il messaggio di contrarietà al conflitto in corso tra Russia ed Ucraina. Un acuto trasporto, quello del pontefice venuto dall’Argentina, a suggello della funzione che in diversi osservatori internazionali gli vedono cucita addosso:

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quella del miglior “negoziatore” sulla piazza, del più alto costruttore di pace, dell’uomo della Provvidenza e ultima speranza per far tacer le armi, i carro armati e i bombardieri mandati da Putin. Del resto Papa Bergoglio non ha mai dato adito di pensarla diversamente. Sin da quel giorno - era il 25 febbraio, appena ventiquattro ore dopo l’invasione dell’Ucraina - in cui incontrò l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, per iniziare un’opera di persuasione al fine di un immediato cessate il fuoco. Nulla è trapelato su quanto si possano essere detti, ma da allora l’impegno diplomatico del Vaticano non s’è mai arrestato e Sua Santità ha più volte lasciato intendere di voler lavorare al buon esito di una possibile tregua. Qual è la posta in gioco? Vite umane! La fine del “massacro” (è sempre un termine usato da Papa Francesco), ma soprattutto la salvezza dei bambini, delle loro madri, delle donne e degli anziani; evitare poi il fiume di profughi tutt’ora in fuga e la tragedia di migliaia

di persone che solo aspirano al ritorno della tranquillità nel loro paese. Chi scrive ha conosciuto da vicino la sofferenza di coloro i quali fuggono da un conflitto. Si era nel 1999 durante una grave crisi internazionale, sulla quale un altro Papa s’espresse poco tempo prima, sempre con veemenza e notevole intensità. In una delle ultime fasi della sanguinosa guerra di Bosnia si stava consumando la tragedia del Kosovo, regione d’etnia prevalentemente albanese e musulmana, obiettivo della “pulizia etnica” dell’allora presidente serbo Slobodan Milosevic, morto nel 2006 mentre era detenuto nelle carceri del Tribunale penale internazionale, in attesa di giudizio per crimini contro l’umanità. Nel 1994 San Giovanni Paolo II, l’allora Papa Wojtyła, senza mezzi termini, aveva preso posizione contro l’inasprirsi della carneficina nei Balcani. “Fermatevi, fermatevi davanti al Bambino” disse in una piazza San Pietro gremita per l’Angelus. Era il 19 di dicembre e i preparativi per il Natale lo avevano spinto ad usare quell’immagine, purtroppo coerente con le notizie che arrivavano dal fronte e che riferivano di decine e decine di innocenti che quotidianamente perdevano la vita, sotto i bombardamenti e i colpi dei cecchini. Il papa di allora teneva nel cuore i piccoli di Sarajevo, di Srebrenica, di Mostar e del villaggio di Ahmići, dove centinaia di civili mussulmani furono arsi vivi nelle loro case, compresi molte donne, bambini e anziani. Il papa di oggi, d’altro canto, non può che avere un angoscioso sguardo sui piccoli sotto i bombardamenti di Putin, a Mariupol e nelle altre città già martiri del conflitto ucraino. Le “vittime” che ho conosciuto io, ovvero i bambini, i ragazzi e le loro madri, e poi i nonni e qualche padre, erano originari di Prizren, di Dakovica, di Pristina e di Mitrovica, tutte città del Kosovo. Con la Nato, che sotto l’egida dell’Onu, aveva iniziato a bombardare Belgrado, il conflitto a Sud crebbe in recrudescenza e la gente iniziò a scappare verso il confine con l’Albania. Oggi i disperati dell’Ucraina stanno centinaia di chilometri più a Nord Ovest e si concentrano su Leopoli per puntare successivamente verso Occidente. Il 4 aprile 1999, domenica di Pasqua, la tendopoli

di Kukes, al confine montano tra Albania e Kosovo, completata al 90 per cento, cominciò a ricevere i primi sfollati. Tre giorni dopo, i pullman stipati all’inverosimile, i camion dai cassoni carichi di gente e le macchine piene, arrivarono nel centro di accoglienza di Kavaje, sulla costa adriatica, non distante da Durazzo. A fine emergenza, le persone accolte nell’ambito dell’Operazione Arcobaleno, coordinata dal Governo italiano in collaborazione con quello albanese, furono 250 mila. Nel suo primo giorno, il campo profughi sul mare nel quale mi trovavo, iniziò a riempirsi verso il tramonto. Ricordo ancora un papà e una mamma con in braccio un bambino ancora in fasce. Avevano sistemato tutto ciò che gli era rimasto - qualche coperta e del vestiario essenziale - in un paio di borse e nella culla in legno che sino a pochi giorni prima era stata semplicemente il giaciglio del più piccolo. La nuova casa per quella famiglia divenne una tenda in tessuto sintetico che sembrava già preda dell’umidità ma che a loro doveva apparire come una reggia, così stabile in quel luogo sicuro, lontano dai bombardamenti e dalle milizie serbe. Queste guerre, che spingono i successori di Pietro ad uscire dalla prammatica ufficiale, di solito votata alla compostezza e ai toni moderati, che costringono ad alzare la voce, a farsi sentire, dimostrando quasi di struggersi nell’impotenza, sono i chiodi e le spine che trafissero Nostro Signore. Sobbarcarsene il peso è dovere d’ogni cristiano, per cui ciascuno, per quanto è nelle sue possibilità, dovrebbe sostanziare il bisogno di pace e come Papa Francesco urlare ai signori della guerra: basta!

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miglie e pastori insieme», commenta il cardinale vicario Angelo De Donatis.

Il logo

L’incontro mondiale delle famiglie L’Incontro, inizialmente previsto per il 2021, si terrà dal 22 al 26 giugno 2022, in un tempo di speranza e rinascita. L’evento, come sottolineato anche dal Santo Padre, si svolgerà in una forma inedita e multicentrica, con iniziative locali nelle diocesi di tutto il mondo, analoghe a quelle che contemporaneamente si svolgeranno a Roma. Pur rimanendo infatti Roma la sede designata, ogni diocesi potrà essere centro di un Incontro locale per le proprie famiglie e le proprie comunità. Questo per consentire a tutti di sentirsi protagonisti, in un momento in cui è ancora difficile spostarsi per via della pandemia. L’amore familiare: vocazione e via di santità è il tema del X Incontro mondiale, che verrà quindi realizzato in due modalità parallele. Roma rimarrà la sede principale, presso la quale si svolgeranno il Festival delle Famiglie e il Congresso teologico-pastorale, entrambi in Aula Paolo VI; e la Santa Messa in Piazza San Pietro. Parteciperanno, in particolare, i delegati delle Conferenze episcopali e dei movimenti internazionali impe-

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gnati nella pastorale familiare. Contemporaneamente, nelle singole diocesi, i vescovi potranno attivarsi a livello locale, per programmare iniziative analoghe, a partire dal tema dell’Incontro ed utilizzando i simboli che la diocesi di Roma sta preparando. «Nel corso degli anni - sottolinea il cardinale Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita - questo importante appuntamento ecclesiale ha visto una partecipazione di famiglie sempre crescente. Le migliaia di persone che hanno partecipato alle edizioni più recenti, con la ricchezza delle loro lingue, culture ed esperienze, sono state un segno eloquente della bellezza della famiglia per la Chiesa e per l’intera umanità. Occorre proseguire su questa strada, cercando di coinvolgere un maggiore numero di famiglie in questa bellissima iniziativa». «Si tratta di cogliere un’opportunità preziosa e unica per far ripartire con rinnovato slancio missionario e creatività la pastorale familiare, a partire dalle indicazioni che ci sono state date dal Santo Padre nell’esortazione Amoris Laetitia, cioè con il coinvolgimento di sposi, fa-

Il logo pensato per il X Incontro Mondiale delle Famiglie riprende la forma ellittica del colonnato berniniano di piazza San Pietro, luogo identificativo per eccellenza della Chiesa cattolica, e rimanda al suo significato originario, che è l’abbraccio accogliente e inclusivo della Chiesa Madre di Roma e del suo Vescovo rivolto a tutti gli uomini e le donne di ogni tempo.

Le figure umane che si trovano sotto la cupola, appena accennata, e la croce sovrastante, rappresentano marito, moglie, figli, nonni e nipoti. Vogliono riportare alla mente l’immagine della Chiesa come “famiglia di famiglie” proposta dalla Amoris Laetitia (Al 87) in cui “L’amore vissuto nelle famiglie è una forza permanente per la vita della Chiesa” (Al 88). La croce di Cristo che si staglia verso il cielo e le mura che proteggono sembrano quasi sorrette dalle famiglie, autentiche pietre vive della costruzione ecclesiale. Nella parte sinistra, sulla linea sottile del colonnato, si nota la presenza di una famiglia che si trova nella stessa posizione delle statue dei santi poste sulle colonne della piazza. Queste ricordano che la vocazione alla santità è un traguardo possibile per tutti. Esse vogliono sottolineare come sia possibile vivere la santità nella essenzialità della vita ordinaria. La famiglia posta sulla sinistra, che appare dietro la linea del colonnato, indica anche tutte le famiglie non cattoliche, lontane dalla fede e fuori dalla Chiesa, che guardano dall’esterno l’evento ecclesiale che si sta realizzando. A queste la comunità ecclesiale ha sempre guardato con attenzione. Si nota inoltre un dinamismo delle figure che sono in movimento verso la destra. Si muovono verso l’esterno. Sono famiglie in uscita, testimoni di una Chiesa non autoreferenziale. Queste vanno alla ricerca di altre famiglie nel tentativo di avvicinarle e condividere con loro l’esperienza della misericordia di Dio. I colori predominanti, giallo e rosso, sono un evidente richiamo alla blasonatura della città di Roma, in un tratto grafico che vuole esprimere un intenso legame con la comunità. Nelle foto di questa pagina l’incontro del Vescovo con i fidanzati prossimi al matrimonio tenuto alla chiesa del Sacro Cuore giovedì 10 febbraio scorso.

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Vocazione e famiglia

La vocazione come chiamata

Il termine vocazione deriva dal verbo latino vocare il cui significato è quello di chiamare. La prima chiamata di Dio per ogni creatura è quella attraverso il sacramento del Battesimo, figli suoi. Tra i battezzati, alcuni sono chiamati a donare a Dio la propria esistenza attraverso la consacrazione sacerdotale o religiosa; altri a donarsi al Signore attraverso il sacramento del Matrimonio. Anche la vita matrimoniale si configura quindi come una vocazione, cioè una chiamata da parte di Dio.

Il nome

L’abitudine di chiamarsi per nome è una pratica molto diffusa nelle nostre famiglie, soprattutto se ci sono dei figli. La scelta del nome, imposto ai bambini e con il quale saranno chiamati per tutta la loro esistenza, è una decisione di non poca importanza per i genitori. I motivi per i quali viene scelto un nome possono essere molteplici. Talvolta si tratta del nome che in famiglia si tramanda da generazioni; talvolta del nome di un santo a cui i genitori sono particolarmente devoti, oppure del nome di una persona che, in qualche modo, ha

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lasciato un segno nella vita dei genitori. Il nome è dunque una scelta importante e costituisce per ogni persona una sorta di biglietto da visita con il quale ci si presenta al mondo. Esso, infatti, dice già qualcosa di noi.

La solitudine

Quando capita di conversare con qualcuno di cui non ricordiamo il nome, è segno che non siamo veramente entrati in relazione con quella persona. Il dramma più profondo per un individuo è quello di non essere ricordato. Il sentimento di solitudine, che da ciò scaturisce, deriva soprattutto dalla sensazione di non sentirsi pensati e cercati. Il lungo periodo di lockdown, che abbiamo vissuto, si è rivelato per molti un tempo di profonda solitudine, soprattutto per gli anziani e per quelle persone che, per svariati motivi, vivono la difficoltà e la fatica del vivere da sole.

dove si trovano, per esortarli a compiere il proprio dovere, per manifestare il loro affetto. Far finta di non sentire qualcuno che ci chiama è una strategia che tutti conosciamo bene. Essa risponde ad un preciso desiderio di non voler entrare in relazione con la persona che ci sta chiamando. L’essere chiamati porta infatti con sé un messaggio. Qualcuno sapendo che esistiamo si sta interessando alla nostra vita. Noi possiamo accogliere o rifiutare questa chiamata ad entrare in relazione.

Dio ci chiama con il nostro nome

Un passo di san Paolo ci rivela che tutti noi siamo dei chiamati, ciascuno di noi è conosciuto e chiamato da Dio Padre: «Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata solo ora con l’apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’immortalità per mezzo del vangelo» (2 Tim 1,9-10). Le persone ci chiamano con il nome datoci dai nostri genitori. Dio stesso ci chiama con quel nome.

Leggendo la Bibbia, appare, in più occasioni, come Dio chiami continuamente e in vari modi gli uomini e le donne, affinché entrino in relazione con Lui e Lo accolgano nella loro vita. Oggi il Padre ci chiama a seguire Gesù, perché attraverso di Lui ci viene donata una vita nella quale la morte è vinta da Cristo; una vita che, oltre ogni difficoltà, vale la pena di essere vissuta perché proiettata verso la vita eterna. Con la forza che viene dallo Spirito Santo, possiamo rispondere alla chiamata di Dio, che è unica per ognuno di noi.

Il Matrimonio è risposta ad una chiamata

Con il sacramento del Matrimonio, gli sposi rispondono ad una chiamata che Dio ha rivolto loro. Tale chiamata consiste nell’amare come Lui ama. Il sì pronunciato dagli sposi nel giorno del loro Matrimonio si scontra però ogni giorno con la fatica ad amare il proprio coniuge nelle sue fragilità e nelle sue debolezze. Ciò significa che la chiamata all’Amore non può che essere sostenuta dalla grazia di Cristo. Essa richiede, da parte degli sposi, una continua accoglienza di tale Grazia che, ricevuta quotidianamente, fa sì che i coniugi imparino gradualmente, con tenace perseveranza e con umile pazienza, a volersi bene e ad amare come Gesù ama. È confortante sapere che, nonostante le normali fatiche e gli inevitabili momenti di difficoltà, la presenza di Cristo rimanga l’indispensabile sostegno e un incomparabile conforto. La Sua Voce, veicolata dalla Parola, non cessa mai di chiamare, di consolare e di incoraggiare nel proseguire il cammino.

Siamo chiamati

Il nome di ciascuno di noi risuona spesso tra le mura domestiche. I genitori, per esempio, chiamano i figli per svegliarli al mattino, per sapere

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Federico Gaudenzi

Il cuore del Sinodo oltre le parole Si è concluso il XIV Sinodo Diocesano

Il cuore del Sinodo va oltre le parole. È racchiuso simbolicamente nel cammino che il vescovo, guidato dal Vangelo e accompagnato dai sinodali, ha percorso nella serata di venerdì 25 marzo,

scendendo nella cripta della cattedrale, passando davanti all’urna di san Bassiano, per poi risalire e, al termine della celebrazione eucaristica, attraversare la cattedrale, aula sinodale e cuore della fede nella diocesi, per condurre l’evangeliario fuori, sul sagrato, in mezzo alla città, per benedire l’intera diocesi.

Il Vangelo per tutti

Oltre le parole c’è quindi il Vangelo, Parola antica che animò il cammino del primo vescovo, ma anche sempre nuova: vivere il Sinodo significa portarla nella terra, tra le persone e le cose, perché il Vangelo sia davvero per tutti. Per la Parola, che ha guidato il Sinodo in queste dieci sessioni cominciate lo scorso ottobre, è giunto il momento di farsi carne, come è avvenuto ieri sera durante l’Eucarestia, in cui si è celebrata la solennità dell’Annunciazione, l’eccomi di Maria che da duemila anni è esempio per i cristiani di libera adesione alla volontà del Padre. «Lo stupore adorante per l’annunciazione accompagna il grazie – ha affermato il vescovo -. Il grazie per tutti i sinodali, dalla presidenza e segreteria a tutti quelli che hanno contribuito a questo momento, ai volontari, alle parrocchie, i movimenti, i seminaristi e i fedeli, i ragazzi e i giovani e tutti coloro che hanno accompagnato il Sinodo con la loro preghiera e ogni attenzione».

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Non ancora il momento dei bilanci, quindi, ma prima di tutto il momento del grazie per un impegno che è stato sicuramente gravoso, che è cominciato con l’attività preparatoria durante la quale sono state consultate le diverse anime della Chiesa laudense, che ha interiorizzato la tragedia della pandemia, e che si è concretizzato nelle sessioni di discussione e nel voto. Ora, l’ultimo atto: la stesura del libro sinodale che sarà firmato ufficialmente dal vescovo il prossimo 4 giugno, vigilia di Pentecoste, con la formula antica che usarono i Padri della Chiesa durante il primo sinodo di Gerusalemme: «Lo Spirito santo e noi». Essere sinodali, tuttavia, significa «avanzare in armonia», come ha spiegato il vescovo Maurizio durante l’omelia, per i cristiani, «pellegrini dell’Assoluto», questo avanzare non si concluderà con la Pentecoste, che anzi chiamerà i battezzati a «tradurre il libro sinodale nella quotidianità», costruendo «sentieri di solidarietà, di cultura e di pace», imparando così ad annunciare il Vangelo ai poveri, agli anziani, agli ammalati, ai perseguitati e a chi è in fuga, a tutti.

immacolato di Maria le nazioni del mondo, e in particolare la Russia e l’Ucraina. «La tua presenza riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace. Ma noi abbiamo smarrito la via della pace» ha detto il vescovo, leggendo il testo diffuso dal Pontefice. «In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te – ha proseguito -. E ha bisogno di affidarsi a

La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria

Il pensiero, inevitabilmente, è andato ai milioni di persone in fuga dalla guerra che sta infuocando la periferia d’Europa: in un momento così solenne per la Chiesa di Lodi, il vescovo infatti ha recitato la preghiera con cui, in comunione con il santo Padre, la Chiesa universale ha consacrato al cuore

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Il cuore del Sinodo te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria. Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina». La pietà umana, lo smarrimento, le parole di condanna alla violenza ripetute in queste settimane si arricchiscono con il sigillo della consacrazione che è un atto di abbandono nelle mani di Cristo e della Vergine, ma anche una chiamata alla responsabilità di ciascuno nella ricerca della giustizia e nella costruzione della pace.

Chiara Merlini

Il Sinodo ha parlato ai giovani

La benedizione della città

La consacrazione è avvenuta ai piedi dell’immagine in seta della Madonna di Guadalupe, donata al vescovo da don Piero Pedrazzini, missionario in Messico tornato al padre un anno fa. Al termine della funzione, la processione silenziosa dei fedeli, con un lume tra le mani, si è portata fuori dalla cattedrale, dove il vescovo ha consegnato questa immagine al direttore di Caritas, che la porterà presso la Casa San Giuseppe, il nuovo dormitorio aperto in città lo scorso 12 dicembre, ricorrenza appunto della Madonna di Guadalupe. «La città e il territorio erano nel nostro cuore mentre consacravamo le nazioni al cuore immacolato di Maria – ha detto il vescovo nella piazza lodigiana -. Il nostro cuore va a Guadalupe, a Fatima, dove la Vergine Madre di Cristo ha acceso per l’intera umanità una luce di speranza. Questo lume ricorda la speranza che non si spegne recatelo nelle vostre parrocchie nella prossima Messa domenicale». Il vescovo ha concluso la funzione innalzando il Vangelo per benedire il capoluogo e il territorio (rappresentati dal Sindaco di Lodi, dal Presidente della Provincia e del Consiglio Comunale Cittadino), le persone che lo abitano e le cose che servono alla creazione di un mondo che sia terreno fertile per la Parola di verità, di giustizia e di pace annunciata da Cristo.

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Nella serata di lunedì 21 marzo si è tenuto in Cattedrale un incontro dal titolo “Il sinodo parla ai giovani”, nel quale il vescovo Maurizio ha invitato un numeroso gruppo di adolescenti e giovani della diocesi per discutere su alcuni dei punti salienti affrontati durante i diversi momenti di riflessione proposti per il XIV Sinodo. Il dibattito è stato proprio il protagonista assoluto della serata, che ha visto il vescovo Maurizio mettersi in ascolto di testimonianze, problematiche, richieste e preoccupazioni dei giovani presenti, tra i quali vi erano studenti di scuola superiore o universitari, giovani lavoratori, membri di associazioni e organizzazioni religiose e non, seminaristi e sacerdoti della diocesi. Tanti i volti, così come sono state tante ed eterogenee le questioni sollevate: nei macro temi presenti nella documentazione del sinodo spiccano infatti

quello della Terra, delle Persone e delle Cose. Tutto infatti parte dalla Terra, la casa di cui ci dovremmo prendere cura, ma che oggi più che mai appare minacciata dalla guerra e dalla drammatica situazione ambientale. Il focus sulle persone è però quello che realmente ha fatto da protagonista, perché se parliamo di Chiesa parliamo di noi, siamo noi che la viviamo e, allo stesso tempo contribuiamo attivamente al suo cammino. E in questo processo di costruzione, i giovani che ruolo occupano? Noi, nel nostro quotidiano, sappiamo metterci al servizio delle nostre parrocchie come esempi autentici di vita cristiana e che possano essere modello per le generazioni future? Sappiamo essere creativi, intraprendenti, aperti all’ascolto di chi ci sta accanto per trasformare le problematiche e il “disagio giovanile” in una preziosa risorsa? In particolare, il “disagio giovanile” ha dato il là a molti interventi, fornendoci l’occasione di riflettere su come non sempre sia tutto rose e fiori, nella nostra vita così come nella nostra realtà parrocchiale, perché in fondo ognuno combatte le proprie battaglie, ma se si creano occasioni di confronto e condivisione come queste, si scopre che forse il fardello sulle spalle è più leggero da portare. Il terzo e ultimo nucleo tematico è stato quello dei beni, in particolare il ruolo dell’Oratorio e della Chiesa nelle diverse parrocchie. In un panorama come quello attuale che propone una moltitudine di opportunità e motivi di svago, sappiamo ritagliarci anche noi un piccolo spazio? Rappresentia-

mo anche noi un punto di riferimento e un posto sicuro per qualcuno o siamo solo il simbolo di una Chiesa che ha un urgente bisogno di svecchiarsi? Nonostante le tante critiche che infatti trovano spazio nelle testate giornalistiche riguardanti gli scandali ecclesiastici, la Chiesa dimostra in questa occasione una apertura all’ascolto sorprendente. Perché spesso si tende a guardare l’intero quadro, evidenziando le tante difficoltà presenti nella realtà parrocchiale senza però riconoscere gli sforzi che questa compie per accogliere, integrare ed educare. Allora non serve essere ciechi davanti ai problemi, ma occorre farsi forza per continuare questo percorso lento nella speranza che porti i frutti sperati. In conclusione, non poteva mancare un momento di preghiera per le popolazioni impegnate nella guerra in Ucraina, con la speranza che la follia di chi pensa che si possa fare giustizia con la violenza giunga presto alla conclusione e che torni a regnare la pace che dovrebbe esistere tra i figli di Dio.

“Lo Spirito Santo e noi” At 15

Il SINODO parla ai GIOVANI

Premessa «Se per molti giovani Dio, la religione e la Chiesa appaiono parole vuote, essi sono sensibili alla figura di Gesù, quando viene presentata in modo attraente ed efficace». Per questo bisogna che la Chiesa non sia troppo concentrata su sé stessa, ma che rifletta soprattutto Gesù Cristo. Questo comporta che riconosca con umiltà che alcune cose concrete devono cambiare, e a tale scopo ha anche bisogno di raccogliere la visione e persino le critiche dei giovani. [Christus vivit n° 39] «La chiesa forse ha dimenticato la lingua giusta per parlare ai giovani o forse non l’ha imparata. E oggi siamo qui perché abbiamo un messaggio che è un fuoco, il Vangelo, un messaggio potente e necessario, un desiderio di felicità. Il messaggio è importante, bello e può indicare il cammino: il futuro che può seminare una speranza». (mons. Delpini, Giovani&Vescovi, Milano 6 nov. 2021) «Chiederemo ai giovani di contagiare con questo stupore e questa gioia che scaturiscono dall’ascolto del Vangelo i loro compagni di studi e dei loro primi impegni di lavoro, e via via il sogno sarebbe quello di interpellare tutta la società lodigiana». (vescovo Maurizio, 17 settembre 2021, Incontro con i giovani) Giunti quasi al termine del XIV Sinodo diocesano, siamo chiamati a raccogliere la responsabilità di incarnare lo spirito sinodale fatto di ascolto, per dare sostanza al discernimento e alla capacità di compiere alcune scelte, anche in vista del percorso sinodale che coinvolge la chiesa italiana. I giovani hanno dato un importante contributo al Sinodo diocesano, e sono stati al tempo stesso al centro delle riflessioni nei lavori di gruppo e nelle sessioni. Proviamo quindi qui a recuperare alcuni spunti utili per un approfondimento da parte dei giovani, a partire dalle tre coordinate che hanno orientato la lettura dei segni dei tempi nel corso del Sinodo stesso: terra, persone, cose.

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Angelo Stroppa

Quando a San Fereolo c’era l’Asilo Boggiali La costruzione di un Asilo nella popolosa frazione di San Fereolo fu resa possibile dalla ricca donazione del cavalier Rocco Boggiali avvenuta, nei primi anni del secolo, a favore dell’infanzia povera. Altri aiuti economici vennero erogati dalla Cassa di Risparmio di Milano (che vi contribuì con 3.000 lire), dalla Banca Popolare di Lodi (con 1.000 lire), dal Canapificio e Linificio Nazionale (con 500 lire), dall’Opera Pia “Vittorio Emanuele” (con 300 lire), dalle Officine Meccaniche Lodigiane (con 500 lire) ed altre piccole somme da alcuni privati. L’asilo fu aperto il 16 febbraio 1914 e intitolato dieci anni dopo, nel 1924, al suo primo benefattore. Nella tarda estate del 1915, quando l’Italia era da qualche mese coinvolta nel primo conflitto mondiale, l’istituto - utilizzato anche per “lenire le sofferenze della popolazione durante la guerra si presentava come un nido, un bel nido di fanciulli [che] abbiamo visti nell’Asilo infantile - scriveva in un lungo articolo il settimanale lodigiano “Il Giornale” - donato al paese dal benefico signor Rocco Boggiali. Sono quarantaquattro bimbi: venti maschi e ventiquattro femmine, tutti figli di richiamati alle armi. Arrivano cinguettando, come stormi di uccelli, la mattina alle otto e mezzo e vi restano fino alle 18 e trenta. La loro età varia dai due agli undici anni, perciò il compito delle ottime e buone maestre è più difficile e più faticoso. Le insegnanti signorine Angela Clerici e Savina Furiosi di San Fereolo, fanno a turno, per tre giorni della settimana, la bellezza di dieci ore di lezione ed assistenza. Negli altri giorni il loro orario è ridotto alla metà. In complesso, 45 ore la settimana per ciascuna. La maestra, signora Laura Paladini, presta servizio tutte le mattine, dall’apertura al mezzogiorno. Le buone e brave insegnanti si assoggettano, quindi, a un sacrificio personale che

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merita, almeno, la più alta lode, la più viva riconoscenza e la giusta considerazione delle autorità scolastiche. Tanto più che tale sacrificio le priva del meritato riposo concesso loro dalle vacanze scolastiche. Ogni giorno, alle dodici, viene servita ai bambini un’abbondante minestra di brodo: la sera hanno la merenda e il signor Rocco Boggiali, il buon padre dei poveri, pensa a tutto con l’animo lieto. E può esser lieto davvero. Quei cari fanciulli, che vivono quasi tutto il giorno all’aria aperta, e son ben nutriti e ben curati, dimostrano con la loro salute la maggiore gratitudine all’uomo benefico concludeva l’articolo -, e alle solerti e infaticabili insegnanti”. Al funzionamento e ai successivi ampliamenti della scuola per l’infanzia contribuirono altre elargizioni di enti privati, tra cui quella dell’avvocato Augusto Beonio Brocchieri. Per il proprio funzionamento l’asilo si avvaleva anche di sostegni economici, grandi o piccoli, di molti “sanfereolini”. Oggi l’edificio in pregevole stile liberty - dopo la ristrutturazione - ospita la struttura dei “Folligeniali”.

Molto più di una firma. Una scelta. Firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica è una scelta di solidarietà grazie alla quale possiamo sostenere più di 8.000 progetti l’anno, in Italia e nel mondo, a favore dei più deboli. La firma per l’8xmille è innanzitutto una scelta: la tua. Non è una tassa in più, ma semplicemente una tua libera scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF allo Stato per scopi umanitari e sociali, o a confessioni religiose per scopi religiosi e caritativi. Non ti costa niente, ma è un piccolo gesto che può fare la differenza. Ricorda anche che ogni firma ha lo stesso valore, indipendentemente dal reddito: si tratta del gettito complessivo che lo Stato riceve dall’IRPEF, non dell’IRPEF versata da ciascun contribuente nella dichiarazione dei redditi. Se scegli di non firmare? La quota del gettito Irpef sarà comunque destinata, e ripartita in proporzione alle preferenze di chi ha firmato. Esempio: il 10% dei contribuenti ha firmato per una certa confessione religiosa? Il 10% dei fondi andrà a quella confessione, indipendentemente dal numero degli astenuti. In sostanza: se non firmi lasci agli altri cittadini la facoltà di decidere per te. Perché i fondi vengono ripartiti per intero. Perché alla Chiesa cattolica Grazie all’8xmille, dal 1990 ad oggi la Chiesa cattolica ha potuto realizzare migliaia di progetti, diffusi in modo capillare sul territorio, che si contraddistinguono per la forte rilevanza sociale, il sostegno attivo all’occupazione, la tutela del patrimonio storico-culturale e artistico, la promozione dello sviluppo nei Paesi più poveri, la presenza di interventi caritativi in Italia e nei paesi in via di sviluppo ed il sostentamento dei sacerdoti. Più trasparenza, più partecipazione In proporzione alle firme ricevute, la Chiesa Cattolica utilizza i fondi 8xmille ad essa destinati, come previsto dalla legge 222/85. L’8xmille alla Chiesa cattolica non è una spesa,

ma un costante investimento che ha una ricaduta positiva e tangibile su tutta la comunità. Le iniziative della CEI per aumentare la trasparenza dei dati mirano ad accrescere la coscienza e favorire la partecipazione dei cittadini alla missione caritativa e spirituale della Chiesa cattolica. Anche la parrocchia di San Fereolo destinataria dei fondi 8xmille A testimonianza e garanzia che la scelta della firma dell’8xmille è un sostegno efficace e capillare per tanti piccoli e grandi progetti comunichiamo che, anche quest’anno, la nostra parrocchia ha ricevuto un contributo di € 15.000 destinati alla Caritas parrocchiale, più che mai operativa in questo particolare frangente storico in cui tante famiglie hanno bisogno di sostegno e di supporto. Naturalmente il grazie va alla nostra diocesi che riceve e ridistribuisce i fondi dell’8xmille a seconda di progetti, bisogni e urgenze che sorgono di volta in volta nelle parrocchie e negli enti della diocesi stessa. Uno sportello Caritas per le pratiche di dichiarazione dei redditi e per la firma dell’8xmille Dal mese di maggio, a cominciare da giovedì 5 maggio, dalle ore 9.00 alle ore 11.00 la Caritas parrocchiale (via Marescalca) sarà aperta con la disponibilità di un operatore che potrà dare suggerimenti circa le pratiche della dichiarazione dei redditi e per aiutare soprattutto gli anziani, ad effettuare la loro scelta di destinare l’8xmille alla chiesa cattolica. Per saperne di più Visita il sito: www.8xmille.it: Troverai tutte le informazioni e una trasparente rendicontazione.

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o scuoil camp r e vi è p i n izio mentre , e s Le iscr iu sono ch osto la medie ora qualche p i. r anc superio per le ivervi! c ad is r i v e t a t Affret

Il Grest 2022

Sembra ci sia già aria di estate. Le giornate si scaldano, la voglia di uscire e di stare all’aria aperta sta di nuovo contagiando tutti, specialmente i più giovani. Ecco allora che vi raggiungiamo con la proposta del Grest 2022. Le diocesi lombarde hanno scelto il tema delle emozioni come filo conduttore per questa nuova esperienza che quest’anno si intitolerà: BATTICUORE - “Gioia piena alla tua presenza”. Nei prossimi mesi con l’aiuto degli animatori adolescenti e di alcuni adulti ci organizzeremo per dare vita ad una nuova bellissima esperienza per la prossima estate dei nostri ragazzi. Quando Da lunedì 13 giugno a venerdì 1°luglio 2022. Da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle

14 alle 17 con possibilità di pre-grest dalle 8 alle 9 e di fermarsi durante l’orario del pranzo (portando da casa il pranzo al sacco). Dove L’esperienza positiva dell’estate 2021 ci ha convinto a riproporre la divisione del Grest nelle due sedi: oratorio di San Fereolo per tutti i bambini dalla 1a alla 4a elementare e oratorio di Robadello per i ragazzi dalla 5 aelementare alla 3a media. Naturalmente per garantire una giusta sicurezza c’è bisogno di tanto aiuto. Invitiamo nonni o genitori disponibili a darci una mano per l’organizzazione comunicando la propria disponibilità in oratorio a don Roberto. Iscrizioni Domenica 29 maggio dalle ore 16.00 in oratorio a San Fereolo.

Estate in oratorio! 20

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Harrison Oldani

Scelte coraggiose

Una significativa esperienza di gruppo

Tre giorni di autogestione: pulire, lavare, cucinare, rifarsi il letto, apparecchiare ma soprattutto igienizzare l’intero palazzo per scongiurare qualsiasi rischio di malanno. La prima cosa che uno può pensare, conoscendo magari anche i soggetti, è: “Poveri ragazzi!” Invece il lavoro di gruppo e le capacità di ognuno ci hanno permesso di superare brillantemente la dura prova. All’inizio di questo racconto ho nominato la parola “riflessioni”. Eliminando i fastidiosissimi telefoni e, rimanendo “isolati dal resto del mondo”, abbiamo affrontato due riflessioni che hanno stimolato la nostra coscienza a fare uno step successivo. Quando dobbiamo agire, scegliere, fidarci, condividere: siamo veramente soli? La risposta, se si accoglie il Signore, è: “No! non siamo soli”. Per sfruttare al meglio il momento riflessivo, ci siamo separati nel vasto parco intorno alla strut-

tura, senza poter parlare gli uni con gli altri potendo parlare quindi solo con “noi stessi”. Come gli uomini nel Vangelo di Matteo, che ci ha guidato, ognuno di noi ha maturato pensieri e risposte che seguendo il racconto possiamo chiamare talenti. Riunitosi il gruppo, chi ha voluto ha potuto dare il suo contributo “condividendo” il proprio pensiero. Il giorno seguente la riflessione, seguendo la stessa modalità, ci ha portato ad affrontare il tema delle scelte. Passare tre giorni in autonomia con ragazzi che magari non fanno parte del nostro quotidiano e condividere con loro i nostri pensieri è una scelta di coraggio e di fiducia che può veramente lasciare la paura alle spalle e renderci più felici. Un’amica mi ha chiesto dove vedessi io il Signore. Beh, guardando la luce dei raggi del sole riflettersi nel bellissimo mar ligure le ho risposto: “è qui con noi ora”.

Il pellegrinaggio dei 14enni a Roma

“Scelte coraggiose”. Così intitolava una delle riflessioni che abbiamo affrontato durante il nostro viaggio in Liguria. Si, perché se hai un’età intorno ai 20 anni tutte le scelte sembrano enormi e pesanti da prendere. Se invece ti ricordi le scelte che hanno dovuto prendere altre persone prima di te capisci che in fondo a volte si tratta solo di “fidarsi”... Fidarsi, Fede, quando si parla di scelte non si può non nominarla. Ed è proprio la nostra fede che quest’anno sta tenendo banco, come tema centrale, nei nostri incontri di catechesi; e che ha dato l’ispirazione a Don Roberto e al nostro catechista tuttofare Marco, per il viaggio che abbiamo affrontato. Ricordando “pur-

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troppo” la situazione pandemica e il nostro viaggio a Firenze programmato a inizio anno, ma mai avvenuto, questa proposta è stata come una carezza sul viso dalla propria mamma ed è stata accolta con molto piacere da noi ragazzi. Quindici fedeli, accompagnati dai loro catechisti pronti per proseguire il loro cammino di Fede in una meta sconosciuta, alla ricerca di risposte. Come la più fresca delle comitive parrocchiali, il viaggio non ha mancato di regalarci momenti di profonda ispirazione che ci hanno visto cantare a squarciagola brani che tutte le domeniche si ascoltano a Messa. Ma… tornando a noi, dopo essere arrivati a destinazione, subito siamo stati messi a dura prova.

Dal 18 al 20 aprile 2022 è in programma il Pellegrinaggio a Roma per i ragazzi 14enni delle parrocchie della città che si stanno preparando alla loro Professione di Fede. Anche dalla nostra parrocchia un buon gruppo di ragazzi - accompagnati dai loro catechisti - vivranno questa esperienza che culminerà in particolare nel pomeriggio di lunedì 18 aprile con l’incontro dei ragazzi provenienti da tutta Italia con Papa Francesco in Piazza San Pietro. Ci saremo anche noi! Sul prossimo numero di “Camminiamo Insieme” la cronaca del viaggio.

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sport (foto in questa pagina).

News dal GSO

CALCIO Attività Ludico-Motoria Un’attività che nasceva molti anni fa presso la nostra società e che in molti hanno cercato di copiare senza ottenere gli stessi risultati. Anche quest’anno ha avuto il suo successo: tanti i bimbi che nei prossimi anni calcheranno i campi di calcio. Piccoli Amici Un gruppo che ha voglia di giocare e divertirsi. Per lavorare meglio agli allenamenti, dove sono sempre tutti presenti, sono stati divisi in 2 squadre separando i piccolissimi da quelli un po’ più grandi. La partecipazione alle partite di un campionato misto, al sabato, permette alle due squadre di far giocare maggiormente i bimbi che vengono costantemente mischiati, in modo da mantenere l’identità di gruppo. Primi Calci L’inserimento di 2 nuovi allenatori a supporto di chi ha seguito la squadra nella fase autunnale ha permesso l’esecuzione di allenamenti di maggiore qualità dividendo la squadra in gruppi più piccoli. Un gruppo che gioca insieme da qualche anno e

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Under 13 Il campionato si è concluso: le ragazze hanno ben figurato classificandosi al primo posto. Al di là dei risultati si è vista una crescita sia fisica, che nella relazione di gruppo, e questo è sicuramente un dato positivo che fa ben sperare per il loro futuro nel GSO. Ora ci aspettano le semifinali e le finali, qualsiasi risultato verrà acquisito potrà servire sicuramente alla loro crescita.

che in questa stagione è cresciuto molto partecipa al campionato con 2 distinte squadre: unico momento in cui il gruppo si separa. Le 2 squadre ogni sabato vengono mischiate. Pulcini 19 ragazzi in una squadra erano davvero tanti, soprattutto se si gioca in 7, ed allora nella fase primaverile, pur continuando a fare gli allenamenti tutti insieme, vengono iscritte 2 squadre dando la possibilità di giocare a tutti. I risultati arrivano portando divertimento a tutti.

Under 18 Si è appena concluso il campionato Under 18 e nonostante i diversi infortuni che hanno caratterizzato la stagione e qualche problema creato dal green pass rafforzato, la squadra ha raggiunto il terzo posto. Interessante l’esordio nella categoria di alcune ragazze dell’Under 13.

Open Costantemente nella parte alta della classifica, prosegue il campionato delle nostre ragazze all’insegna dell’amicizia e del divertimento. Prima Divisione Femminile Un campionato ancora lungo che ha come obiettivo la crescita delle nostre atlete. Gli infortuni ed il green pass rafforzato hanno ostacolato i risultati ma non la crescita, permettendo l’esordio anche di alcune ragazze dell’Under 14. Prima divisione Maschile La nuova esperienza del GSO si sta dimostrando positiva, con un gruppo già ben affiatato che ci colloca saldamente al terzo posto in classifica.

Juniores Purtroppo sul campo stentano ad arrivare risultati positivi a causa di varie assenze (motivi scolastici e di salute) ma, siamo sicuri che con l’impegno, la costanza e la coesione di questo gruppo, arriveranno presto! (foto nella pagina a fianco).

Seconda Categoria Un anno difficile a causa della sosta per il Covid, alle molte defezioni a causa di infortuni e problemi famigliari ma che nonostante tutto è in piena lotta salvezza che cercherà di conquistare essendo pienamente alla portata.

VOLLEY Under 10 Il gruppo è in costante miglioramento ed i risultati si vedono: le vittorie fioccano! …ma ciò che più interessa è l’unione di questo gruppo che va oltre lo

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Vita parrocchiale

Il bilancio consuntivo 2021

Di fianco trovate pubblicato integralmente il Bilancio della Parrocchia relativo all’anno 2021, (nel raffronto con il 2020) che il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici ha approvato e sottoscritto nella seduta del 24 marzo 2022. Il bilancio, come da prassi, sarà consegnato nei prossimi giorni presso l’economato della Curia diocesana. Quanto alle entrate possiamo osservare un incremento delle offerte ordinarie e straordinarie, in particolare per la Chiesa del Sacro Cuore. Così come, tra le entrate per opere straordinarie, sono da segnalare il rimborso per le utenze che la Parrocchia paga per le attività del GSO (Palasanfereolo, spogliatoi, luci campo Robadello …), proveniente dai fondi del 5X1000 destinati al GSO stesso e il contributo di € 15.000 dai fondi dell’8X1000 destinati alla Caritas parrocchiale. Circa le uscite la voce “grossa” è quella relativa al mutuo contratto con il BancoBPM per i lavori alla Chiesa del Sacro Cuore: nel 2020, a motivo delle normative in periodo di pandemia, il pagamento delle rate era stato sospeso d’ufficio. Nel 2021 abbiamo rimborsato la quota capitale di € 40.000 ridefinendo le rate trimestrali in € 8.200 circa al trimestre. L’ennesima rata di € 8.200 è scaduta il 31 marzo. A quella data la rimanenza da pagare risulta di € 152.735,08. Il pagamento del mutuo si estinguerà nel 2026. Circa i lavori di manutenzione straordinaria il rifacimento

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dell’impianto audio della Chiesa del Sacro Cuore, costato € 14.000 (iva inclusa). Una parola sul fondo parrocchiale “famiglie x famiglie” che, da quando è scoppiata questa pandemia, ha visto un notevole incremento nelle entrate; diverse famiglie ogni mese, oppure una tantum, versano una quota. Ma l’incremento notevole si è evidenziato pure nelle uscite: nel 2021 a fronte di una entrata di € 15.024,78 l’uscita è stata di € 16.554,78. A questo proposito ricordiamo che è sempre possibile sostenere il fondo effettuando una offerta tramite bonifico sul CC della Parrocchia di cui ricordiamo l’IBAN: IT05J0623020303000046238840 In questo ultimo periodo, come tutte le famiglie stanno costatando, il rincaro delle utenze sta mettendo a dura prova anche il bilancio della Parrocchia: dal 1° gennaio al 28 febbraio 2022 il costo complessivo delle utenze (comprendenti anche le utenze dei mesi di novembre e dicembre 2021 ma addebitate a gennaio 2022) ha raggiunto la cifra di € 34.096. Infine segnaliamo che urgono alcuni lavori di manutenzione, primo fra tutti il rifacimento di parte della recinzione dell’oratorio, ormai ammalorata e bisognosa di messa in sicurezza; così pure si rende necessaria la sostituzione delle lampade nella chiesa di San Fereolo, con fari a led che consentirebbero un notevole risparmio energetico, per una spesa complessiva di € 12.000. Anche il PalaSanFereolo necessità di lavori di rifacimento della tensostruttura e della pavimentazione: richiederemo dei preventivi e faremo una valutazione complessiva, ma sicuramente i lavori non potranno essere svolti nell’immediato. Un accenno da ultimo, ma non per importanza, è il desiderio di noi sacerdoti e di tanti di poter mettere mano agli spazi dell’oratorio, per i quali erano già stati fatti, senza impegno, due progetti. Ma al momento, per il periodo che stiamo vivendo, per il mutuo ancora da estinguere, e per i rincari a cui assistiamo dobbiamo avere ancora pazienza. Non ci resta che esprimere un doveroso e sincero ringraziamento a tutti coloro che in modi diversi sono attenti ai bisogni della Parrocchia e dei poveri della Parrocchia: il Signore ne renda merito!

Il 5xmille al GSO La scelta di destinare il 5xmille al GSO, nella dichiarazione dei redditi, in realtà è un modo concreto di aiutare la parrocchia. Infatti i fondi del 5Xmille che il GSO riceve servono a rimborsare la Parrocchia dalle significative spese che deve sostenere per le utenze del Palasanfereolo, campo da calcio e spogliatoi. Nella tua prossima dichiarazione dei redditi (per persone fisiche, 730, C.U.) indica nel riquadro “SOSTEGNO ALLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE RICONOSCIUTE AI FINI SPORTIVI DAL CONI A NORMA DI LEGGE CHE SVOLGONO UNA RILEVANTE ATTIVITA’ DI INTERESSE SOCIALE” il codice fiscale della nostra società sportiva parrocchiale, G.S.O. SAN FEREOLO:

92503630151 Santa Messa di Prima Comunione

Si celebra lunedì 25 aprile alle ore 10,30, presso la chiesa del Sacro Cuore. La celebrazione sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube della Parrocchia.

Santa Cresima

Si celebra domenica 15 maggio alle ore 16.00, presso la chiesa del Sacro Cuore. Presiede il vicario generale del vescovo, don Bassiano Uggè. La celebrazione sarà trasmessa in diretta strea-

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Vita parrocchiale

ming sul canale YouTube della Parrocchia.

Professione di fede dei 14enni

Si terrà venerdì 13 maggio, ore 21.00, presso la chiesa di sant’Alberto, per tutte le parrocchie della città. Presiederà il vescovo Maurizio.

Celebrazione dei Battesimi

Le prossime celebrazioni dei Battesimi si terranno domenica 8 maggio, domenica 5 e 12 giugno, alle ore 16.00 presso la chiesa del Sacro Cuore. I genitori interessati sono pregati di contattare il parroco quanto prima.

Biciclettata 2022 a chiusura dell’Anno Catechistico

Domenica 22 maggio 2022, biciclettata per tutti i ragazzi, le famiglie, i giovani e i parrocchiani al Santuario di Santa Maria in Monte Aureto a Miradolo Terme. Partenza al mattino, celebrazione della Messa in santuario, pranzo al sacco e rientro nel pomeriggio a Lodi.

stiche, sostando in adorazione prolungata davanti a Gesù Eucarestia. Ecco il programma: yy Venerdì 17 giugno ore 8.30 - Celebrazione Eucaristica e adorazione fino alle ore 11.45. (San Fereolo) yy Venerdì 17 giugno ore 16.00 - Esposizione dell’Eucarestia e adorazione prolungata fino alle ore 21.00, quando terremo la celebrazione del vespro e proseguiremo l’adorazione fino alle ore 22.30. yy Sabato 18 giugno ore 8.30 - Celebrazione Eucaristica e adorazione fino alle ore 11.45 (San Fereolo). yy Domenica 19 giugno ore 16.30 - Adorazione eucaristica (San Fereolo) e alle ore 17.30 celebrazione dei Vespri. In serata, ore 20.30 - Processione cittadina del Corpus Domini.

Benedizione delle case

Nel mese di maggio i sacerdoti passeranno, nel tardo pomeriggio, per la benedizione delle case in via Tortini, via Cosway, via Leonardo da Vinci, via Sforza, via Griffini, via Bergognone, via Spelta, via Locatelli, via Manzoni, via Fatebenefratelli, via Parini, via del Platani. Ringraziamo fin da ora le famiglie che vorranno accoglierci.

Pellegrinaggio estivi a piedi

Per il mese di giugno si sta programmando un pellegrinaggio notturno, a piedi, che potrebbe avere come meta il santuario di San Giovanni Battista al Calandrone, a Merlino. In alternativa si andrà a Caravaggio. Prossimamente tutti i dettagli.

Vi invitiamo, in ogni caso, a controllare sempre il bollettino settimanale.

Il mese di Maggio

La tradizione del Mese di Maggio ci fa invocare Maria con la preghiera del Rosario. Quest’anno esporremo in chiesa l’immagine dell’Immacolata che vedete nella foto: è una statua che non ha grande valore artistico ma che ha una sua bellezza; è stata regalata al parroco da un parrocchiano che dovendo liberare una casa non avrebbe saputo dove e come collocarla. Sarà dunque esposta in chiesa, a San Fereolo, per tutta la durata del Mese di Maggio, per la venerazione dei fedeli. Quanto agli appuntamenti di preghiera potete prenderne visione dal calendario a fianco: yy l’apertura del Mese di Maggio si terrà domenica 1°maggio alle ore 21.00 (Rosario alle ore 20.30) nella zona artigianale di via San Fereolo con la S. Messa presieduta dal vescovo Mau-

Orario estivo delle S. Messe

Le Giornate Eucaristiche o Quarantore

In preparazione alla Solennità del Corpus Domini, domenica 19 giugno, terremo le Giornate Eucari-

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Ricordiamo che da fine giugno, fino alle fine di agosto, la S. Messa domenicale delle ore 18.00 sarà sospesa. Così per tutto il mese di agosto e in alcuni giorni del mese di luglio sarà sospesa la Messa feriale delle ore 18.00.

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Vita parrocchiale yy

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rizio; il lunedì, mercoledì e venerdì si celebra la Messa delle ore 18.00 e alle 21.00 si prega il S. Rosario in chiesa; il martedì sarà sospesa la Messa delle ore 18.00 e alla 20.30 pregheremo il Rosario e celebreremo la S. Messa in alcune zone del quartiere; il giovedì sarà sospesa la Messa delle ore 18.00 e celebreremo la Messa preceduta dal Rosario, in Oratorio, invitando i vari gruppi di catechesi dei ragazzi con i loro genitori; lunedì 23 maggio appuntamento presso la Floricoltura Oldani per la memoria di Santa Rita mentre martedì 24 si terrà la Processione cittadina di Maria Ausiliatrice nella parrocchia omonima; martedì 31 maggio concluderemo il Mese di Maggio con il Rosario e la S. Messa presso la Madonnina di via Raffaello.

tuario di Ossago, per un breve ritiro spirituale in preparazione alla Settimana Santa. Giovedì 21 aprile è in programma la Festa di Pasqua per concludere a maggio, in data da definire, con un pellegrinaggio ad un Santuario Mariano.

Il “Gruppo” adulti, anziani e pensionati ha ripreso le sue attività 18enni in cammino Dopo la prima parte delle attività conclusasi con la festa di Natale, il gruppo anziani ha dovuto sospendere temporaneamente i suoi incontri a motivo dell’aggravarsi della pandemia. Con il mese di marzo, però, sono ripresi gli appuntamenti, dapprima con una catechesi del parroco sul Sinodo diocesano, quindi con un incontro tenuto da Angelo Stroppa, sul fascismo a Lodi e nel Lodigiano. È stata poi la volta di un interessante incontro con Ferruccio Pallavera (foto a lato) che ha presentato il suo ultimo libro “Ho fatto cristiano il papa”, sulla figura di padre Enrico Pozzoli, il salesiano originario di Senna Lodigiana, che battezzò papa Francesco. Giovedì 31 marzo, poi, il direttore della Caritas, Carlo Bosatra, ci ha illustrato il progetto della “Casa San Giuseppe”, il nuovo centro della Caritas diocesana (sorto nella sede dell’ex Convegno San Giuseppe) che accoglie, oltre al dormitorio per i senza dimora, anche altri servizi Caritas. Il 7 aprile, per prepararci alla Pasqua, sarà tra noi don Alessandro Lanzani, rettore e parroco del San-

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In questo anno, per noi ragazzi di 4a superiore, è iniziato il cammino della Professione di Fede dei 18enni. Insieme ai nostri amici di 5a e con i nostri coetanei delle altre parrocchie della città, abbiamo riflettuto sul tema: Credere nella Chiesa. Quattro incontri ci hanno permesso di riflettere su 4 parole che nel Credo definiscono la fede dei cristiani nella Chiesa. Così abbiamo parlato della chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Proprio quest’ultimo aspetto ci è stato raccontato dal Vescovo Maurizio che ci ha ospitato lunedì 14 marzo presso il palazzo vescovile (foto sotto). Siamo partiti dalla Cattedrale, luogo dove il vescovo è “Maestro” e insegna dalla sua Cattedra, per poi salire nel palazzo dove risiede e dove svolge la sua missione di Pastore dei lodigiani. Il vescovo è il segno della Chiesa apostolica, come successore degli apostoli. Nel suo intervento ha richiamato come la Chiesa non può pensarsi lontana da Cristo che è la pietra angolare su cui è fondata, e che è proprio il suo essere apostolica che richiama anche il nostro impegno a testimoniare la fede. Non è mancato un riferimento alla situazione at-

tuale del conflitto in Ucraina. La sera precedente, infatti, si era svolta la Marcia della Pace che aveva coinvolto davvero tanti lodigiani. Ci ha inoltre ricordato la sua esperienza personale di quando a Roma si é occupato del rapporto tra la Chiesa Cattolica e il mondo ortodosso. L’incontro è terminato con una visita di alcune sale di “rappresentanza” dove erano esposte delle insegne utilizzate dai vescovi latini e orientali. A volte, se siamo sinceri, riconosciamo che non è facile credere nella Chiesa, soprattutto quando veniamo a conoscenza di situazioni difficili o doloro-

se che nascono dentro o a causa della Chiesa stessa. L’accoglienza e le parole che il Vescovo Maurizio ci ha rivolto, insieme alla sua grande ospitalità, ci hanno aiutato in questo pezzetto del nostro cammino verso la Professione di Fede (Davide e Lorenzo).

A Bellaria e Loreto con l’Opera Diocesana S. Alberto

L’Opera Diocesana S. Alberto propone quest’anno, oltre alla possibilità di una vacanza presso la casa di Bellaria, anche un “pacchetto” comprendente

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Vita parrocchiale

qualche giorno di soggiorno al mare e un’escursione “in giornata” a Loreto. Questo il programma:

Pensione completa. Intera giornata a disposizione dei partecipanti per attività balneari.

Domenica 12 giugno Partenza da Lodi in pullman alle ore 7.30. Percorrendo l’autostrada del Sole e poi l’A14, arrivo a Bellaria-Igea Marina. Sistemazione nelle camere e pranzo in albergo. Pomeriggio a disposizione dei partecipanti. Cena e pernottamento.

Sabato 18 giugno Prima colazione. Al mattino partenza in pullman per il rientro a Lodi. Arrivo previsto per le ore 12.00.

Lunedì 13 e martedì 14 giugno Soggiorno a Bellaria. Pensione completa. Intera giornata a disposizione dei partecipanti per attività balneari. Mercoledì 15 giugno Pellegrinaggio a Loreto. Prima colazione. Al mattino partenza in pullman per Loreto. Visita al Santuario rinascimentale che racchiude la Santa Casa. S. Messa. Pranzo in ristorante e tempo libero. Nel pomeriggio rientro a Bellaria. Cena e pernottamento. Giovedì 16 e 17 giugno Soggiorno a Bellaria.

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Quota di partecipazione: € 469. La quota comprende: viaggio in pullman GT Lodi-Bellaria e Bellaria-Lodi; sistemazione in camera doppia presso la Casa per Ferie S. Bassiano; vitto dal pranzo del 12 alla colazione del 18 giugno (pranzo del 15 giugno in ristorante a Loreto); spiaggia privata con ombrellone e due lettini per camera; pullman per escursione a Loreto. L’iniziativa si terrà solo al raggiungimento di un numero minimo di 30 partecipanti. Previste riduzioni per bambini (fino a 10 anni) Camere singole disponibili con supplemento di € 100. Per informazioni: Opera Diocesana S. Alberto P.zza Mercato 22 - Lodi - tel. 0371.948145 mail: info@odsa.lodi.it.

Il percorso della vita Battesimi

27 novembre 2021 yy

BERTOLI LETIZIA di Davide e Boschetti Maria Elena (foto a lato)

5 dicembre 2021 yy yy yy yy yy

GALATA’ MATILDE di Domenico e Garruzzo Valentina GIULIERI CECILIA di Matteo e Pedercini Elisa MOSCARELLI SAMUELE MARCO di Marco e Casacomba Piloso Adelina Lissette MOSCARELLI SEBASTIAN MARCO di Marco e Casacomba Piloso Adelina Lissette ZOFFOLI MATILDE di Alessandro Marco e Temporali Sara (foto sotto)

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Il percorso della vita Matrimoni

Defunti

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MOTTURA NICCOLO’ JACOPO con MORESCHI ELISA

Defunti

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BIANCHI GIUSEPPA di anni 93 DI MAGGIO MARIA di anni 76 FERRARI GIOVANNI di anni 86 GETILLI LUIGI di anni 102 BARONI LUCIANA di anni 67 GAVARDI TERESA di anni 89 DANELLI PIERA di anni 82 CREMONESI LUIGIA di anni 92 BISOTTI GIUSEPPE di anni 87 FRANCHI VITTORIO di anni 84 GUERINI ROCCO MARIA di anni 90 LOCATELLI CELESTE di anni 81 CORSINI MARIA di anni 93 ANELLI ANGELO di anni 82 DEIANA DELFINA di anni 79 SCARAMUZZA ETTORE di anni 92

Dainese Giancarlo di anni 83

Favarin Lionello di anni 92

Ardigò Maria di anni 77

Bignami Margherita di anni 87

Bocotti Maria di anni 66

Boiocchi Giovanna di anni 87

Formenti Caterina di anni 88

Lucchini Giulia di anni 93

Morelli Maria di anni 94

Pasquini Orsola di anni 99

Bossi Mario di anni 81

Celaj Gabriel di anni 8

Codazzi Caterina di anni 97

Colombo Gian Carlo di anni 87

Pini Matilde di anni 83

Poggi Luigi di anni 85

Robbi Riccardo di anni 78

Saccò Bruno di anni 87

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Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo viale Pavia 41, Lodi - tel. 0371-30658

Per contattarci:

don Elia: tel. 0371-30658 don Roberto: tel. 0371-36345 Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 - tel. 0371-430885 Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 - tel. 0371-979388 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti tel. 339-1452918

e-mail: doneliacroce@libero.it sito web: www.http://sanfereololodi.blogspot.it e-mail Caritas Parrocchiale: caritassanfereolo@gmail.com

Gli orari delle S. Messe: Feriali

San Fereolo: ore 8.30; ore 18.00

Sabato e prefestive Sacro Cuore: ore 17.30

Festive San Fereolo: ore 18.00 Sacro Cuore: ore 8.30; ore 10.00; ore 11.30

I servizi della Caritas parrocchiale: Doposcuola

in fase di programmazione

Distribuzione vestiti martedì dalle ore 9.00 alle 11.00

Aiuto generi alimentari una volta al mese

Centro d’ascolto lunedì - mercoledì – venerdì dalle ore 9.00 alle 11.00

Servizio di consulenza per la dichiarazione dei redditi giovedì dalle ore 9.00 alle ore 11.00 (dal 5 maggio)

Ambulatorio Medico Caritas martedì dalle ore 16.30 alle ore 18.30

Le visite, riservate esclusivamente a pazienti privi dei documenti necessari per l’assistenza sanitaria, vanno prenotate presso la Caritas centrale, via Cavour, 31.


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